VERNANTE PROGETTO DI MITIGAZIONE E MIGLIORAMENTO BOSCHIVO. Gennaio SAN PIO ENERGIA s.r.l. ALLEGATO n. PROVINCIA: CUNEO COMUNE: SCALA: DATA:

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1 PROVINCIA: CUNEO COMUNE: VERNANTE DERIVAZIONE IDROELETTRICA SUL TORRENTE VERMENAGNA Documentazione ai sensi del Regolamento Regionale 10/R del 29 luglio 2003 e 1/R del 14 marzo 2014 e Valutazione d'impatto Ambientale ai sensi del D. Lgs.152/2006 e L.R. 40/98 - art. 12 Assoggettamento a procedura di VIA - Provv. Dirigenziale n. 36 del 01/08/2014 PROGETTO DI MITIGAZIONE E MIGLIORAMENTO BOSCHIVO ALLEGATO n. 30 SCALA: DATA: Gennaio 2015 PROPONENTE: SAN PIO ENERGIA s.r.l. Via Colle di Nava, Magliano Alpi (CN) PEC: sanpioenergiasrl@legalmail.it PROGETTISTA: STUDIO SINTESI Dott. Ing. Stefano Santero INGEGNERIA E PAESAGGIO Strada Via Mongrando, degli Oreglia41/a Torino Bene Vagienna (CN) 011/ stefano.assone@studio-sintesi.com

2 Per contenere al minimo l interferenza sulla componente paesaggio dell opera oggetto del presente studio sono stati previsti interventi di mitigazione, consistenti nella messa a dimora di vegetazione nelle aree immediatamente prospicienti l impianto in progetto. Sono stati inoltre proposti interventi di miglioramento forestale di una formazione boscata esistentei allo scopo compensare gli impatti residui. In particolare si descrivono nel dettaglio gli interventi di mitigazione e. Interventi di mitigazione Verranno previsti interventi principalmente finalizzati al contenimento delle interferenze sulle componenti suolo, vegetazione e paesaggio che vengono di seguito descritti. Allo scopo di limitare il consumo della risorsa suolo, particolare cura verrà posta nell esecuzione dei lavori di scavo e nel trattamento del terreno di risulta. Relativamente alle aree interessate dalla costruzione di strutture in cls, lo strato più superficiale di suolo, il terreno vegetale verrà accantonato dopo l asportazione al fine del suo riutilizzo per le opere di recupero e mitigazione successive alla realizzazione dell impianto. Esso verrà stoccato, temporaneamente, all esterno della zona di lavorazione, in cumuli di altezza inferiore ai 2 m, con falde inclinate di circa 25 rispetto all orizzontale e all occorrenza inerbite. Questo potrà, quindi, essere successivamente impiegato per recuperare le superfici di cantiere non interessate dalle strutture dell opera mediante ridistribuzione con mezzi meccanici e/o manualmente. Qualora il quantitativo risultasse insufficiente o risultasse irrimediabilmente depauperato, si provvederà all approvvigionamento presso zone limitrofe in modo che il materiale risulti coerente con quello in posto in termini di reazione (ph), tessitura e contenuto di sostanza organica. Tale accorgimento consentirà di garantire il ritorno della flora batterica e degli agenti fungini di micorrizzazione tipici della stazione, di particolare utilità per la riuscita degli interventi di recupero a verde. Le aree di cantiere destinate ad essere rinverdite saranno previamente sottoposte a lavorazioni profonde con attrezzi discissori allo scopo di attenuare gli effetti del compattamento dovuto al transito di macchinari e mezzi di cantiere. Con la stessa finalità, la viabilità funzionale ai lavori di realizzazione dell opera ed alla successiva manutenzione della stessa, compresi i piazzali, verrà realizzata evitando pavimentazioni impermeabili ma privilegiando fondi in materiali naturali. Una volta ultimati gli interventi edilizi e la posa di macchinari ed impianti, si procederà alla rivegetazione di tutte le aree interessate, anche solo temporaneamente, dal cantiere (zone di stoccaggio dei materiali, zone di manovra dei mezzi, ecc.) non destinate ad accogliere manufatti, edifici o piste di accesso. Le aree da recuperare saranno state interessate dal riporto di terreno agrario precedentemente stoccato e dal successivo livellamento; nelle zone in terrapieno si procederà alle lavorazioni superficiali di arieggiamento. Tali superfici saranno quindi inerbite con un miscuglio erbaceo plurispecifico. Pag. 1

3 Obbiettivo principale dell'intervento di ripristino è la immediata creazione di una copertura vegetale con caratteristiche simili alla fitocenosi presente in zona; il cotico erboso che si formerà rappresenterà una valida protezione fisica del suolo (diminuzione della velocità delle acque di ruscellamento, miglioramento della resistenza al taglio degli strati superficiali del terreno, incremento dell azione di drenaggio e pompaggio dell'acqua nel suolo) ed eserciterà una efficace azione di contrasto alla diffusione di specie avventizie e/o infestanti, esotiche, provenienti dalle colture agrarie circostanti. L'intervento di inerbimento deve essere il più tempestivo possibile, sarà effettuato con il metodo della semina a spaglio o con quello dell'idrosemina, utilizzando un miscuglio composto da sostanze colloidali e agglomeranti, sostanze igroscopiche, materiale organico, fertilizzante e sementi. Il concime utilizzato per l idrosemina dovrà essere del tipo a lenta cessione con un alto titolo d azoto per favorire la germinazione delle sementi. E importante l uniforme distribuzione della miscela inerbitrice sulla superficie interessata. I semi, quindi, non vengono interrati ma rimangono in superficie, parzialmente protetti dalle sostanze solide componenti la miscela. Con questo sistema si tende a ridurre al minimo i tempi di lavorazione, concentrando le diverse operazioni (fertilizzazione, concimazione, semina, irrigazione e protezione del terreno), in un unico intervento, grazie al quale sia anche possibile ridurre al minimo le cure colturali. Semina a spaglio Idrosemina Pag. 2

4 Idroseminatrice Per ogni metro quadrato di superficie trattata oltre ad una adeguata quantità di acqua variabile a seconda del tipo di idroseminatrice utilizzata, la miscela dovrà contenere le seguenti sostanze nella quantità minima indicata: - sostanze colloidali e agglomeranti 300 gr - sostanze igroscopiche 250 gr - materiale organico 400 gr - concime complesso azotato a lenta cessione 30 gr - miscuglio di sementi 30 gr Molto importante è la presenza delle sostanze agglomeranti che hanno la prerogativa di legare le particelle terrose fini, opponendo una resistenza all'azione erosiva degli agenti meteorici sul terreno nudo. Esse devono poter penetrare nel terreno per alcuni centimetri e formare un reticolo in modo da espletare l'azione antierosiva di protezione e di garantire, nel contempo, l'infiltrazione dell'acqua ed i normali scambi gassosi tra radice ed atmosfera, necessari per lo sviluppo dei vegetali. Gli agglomeranti devono essere biodegradabili e non lasciare traccia nel terreno dopo 6-12 mesi dalla loro applicazione in modo da contribuire, con le loro proprietà, al trattenimento del terreno superficiale nei primi mesi dopo la semina; la funzione antierosiva degli agglomeranti permette anche di incollare il seme al terreno garantendo un buon attecchimento del seme. Le sostanze igroscopiche tipo la cellulosa rivestono anch esse una notevole importanza tecnicocolturale in quanto trattengono l acqua e garantiscono per lungo tempo il minimo apporto di acqua alle piante. Il miscuglio di sementi da utilizzare sarà composto in prevalenza da (70%) graminacee prative, comunque con caratteristiche di buona rusticità e resistenza al calpestio nonché elevata capacità colonizzante e in minore misura (20%) da leguminose anch'esse rustiche ed adatte a pascoli montani; Pag. 3

5 il miscuglio sarà completato da specie appartenenti ad altre famiglie, scelte tra le più comuni nei pratopascoli degli ambienti analizzati (composite, ombrellifere, ecc.). La porzione superiore delle scogliere in massi verrà rivegetata mediante l infissione di talee di salici arbustivi (Salix purpurea e S. eleagnos) secondo una densità di 2-4 talee/mq: tale intervento, oltre che ad incrementare la stabilità dei manufatti, grazie al potere consolidante degli apparati radicali, consentirà di mascherarli e di ammorbidirne le geometrie, diminuendone l artificialità e l impatto visivo; a tale proposito si vedano gli schemi grafici allegati. L elasticità e la flessibilità delle ramificazioni, tipica di tali specie, fa sì che, qualora fossero raggiunte dall acqua in caso di piene eccezionali, le chiome non subiscano danni ingenti e non determinino ostacolo apprezzabile alla corrente. Talea in germogliamento Scogliera rinverdita Pur essendo costruiti con materiali e finiture esterne compatibili con quelli delle costruzioni presenti in zona, si ritiene opportuna la mitigazione del fabbricato della centrale e del locale che ospita lo sgrigliatore: a tale scopo si procederà all impianto di alcune macchie arboreo-arbustive miste, composte da specie autoctone, tipiche degli ambiti di fondovalle alpini (Fraxinus excelsior, Acer platanoides, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Corylus avellana, Viburnum lantana) da in prossimità dell edificio. Verranno messe a dimora piante a pronto effetto in zolla CFR cm per quanto riguarda le specie arboree e piantine radicate in contenitore o fitocella, di altezza pari a cm, per quanto riguarda le specie arbustive. Si interverrà secondo densità medie pari a 1 pianta ogni 10 mq per gli alberi e di 1 pianta/mq per gli arbusti, con rapporti simili tra le varie specie; le piantine verranno protette dai danni potenzialmente arrecati dalla fauna mediante la posa di shelter in materiale plastico; la competizione delle specie infestanti sarà contenuta mediante la posa di quadrotti di un telo pacciamante in fibra di cocco (1 m x 1 m); per prevenire l eccessiva evaporazione dell acqua dal terreno, oltre all utile contributo del materiale pacciamante, si inseriranno nelle buche di impianto piccoli quantitativi di resine idroritentrici in grado di assicurare il trattenimento e la cessione controllata dell acqua irrigua. Pag. 4

6 Quadrotti pacciamanti Shelter in rete plastica Tali macchie, in considerazione della limitata estensione planimetrica e del contesto naturali forme circostante, avranno, a fronte di una valenza ecologica trascurabile, una funzione paesaggistica di rilievo: le piante a maturità saranno in grado di celare alla vista dalla sponda opposta e dalla strada statale, gli edifici in progetto. Interventi di ambientale Miglioramento Ad integrazione di quanto descritto, a titolo di degli impatti residui e di forestale delle superfici boscate eliminate, il proponente eseguirà un intervento di integrazione e miglioramento a carico della formazione boscata esistente in corrispondenza del cumulo di smarino in prossimità del tracciato della condotta. Pag. 5

7 Collina di smarino sulla quale si prevede l intervento di miglioramento forestale Come rappresentato nelle tavole allargate si presume che la realizzazione del progetto comporti la trasformazione di 2 piccole aree boscate. Zona di presa e scarico del sedimentatore: = 280 mq Zona della centrale: 270 mq Per la realizzazione degli interventi compensativi è stata individuata l area del cumulo di smarino, suddivisa in due sub zone, attraversate dalla fascia di rispetto dell elettrodotto. La somma delle superfici delle due zone, pari a 1610 e 1705 mq, supera ampiamente la superficie di 1650 mq, ottenuta moltiplicanto x 3 volte la superficie di bosco trasformata (550 mq). Nelle zone già coperte da vegetazione verrà effettuato un intervento fitosanitario finalizzato all eliminazione degli esemplari morti o malvenienti; nelle zone ancora prive di copertura forestale stabile o dove in cui questa è rada e/o insoddisfacente, si procederà alla messa a dimora di piantine forestali di specie autoctone pioniere. Interventi preparatori all impianto Trattandosi di una zona già parzialmente rivegetata non si prevedono interventi preparatori. Scelta delle specie L intervento sarà realizzato mediante l utilizzo di specie autoctone tipiche delle formazioni planiziali ripariali, suddivise secondo quanto riportato nella tabella seguente: Pag. 6

8 Larix decidua 25% Betula alba 25% Populus alba 25% Fraxinus excelsior 25% Modalità di impianto Le specie arboree precedentemente indicate saranno impiantate secondo uno schema irregolare, in modo da evitare l aspetto rigido e geometrico tipico degli impianti artificiali e, conseguentemente, far assumere alla formazione boscata di nuovo impianto un aspetto il più possibile naturaliforme. mq. Il distanziamento tra le piantine sarà tale da ottenre una densità media totale di una pianta ogni 2 Materiale vegetale impiegato Per l impianto saranno impiegate piantine di piccola dimensione (h compresa tra 40 e 80), fornite da vivai specializzati nella produzione di specie autoctone, che saranno protette al momento della messa a dimora mediante shelter in rete e quadrotti pacciamanti biodegradabili. Inerbimento Essendo la zona già parzialmente rivegetata non si interverrà con l inerbimento. Interventi di manutenzione successivi all impianto I lavori di prima manutenzione costituiscono una delle fasi fondamentali della realizzazione dell impianto a progetto. Tali lavori dovranno realizzarsi almeno per i primi 5 anni successivi all impianto. Per contenere lo sviluppo delle infestanti si dovranno eseguire durante i mesi primaverili e autunnali, a partire dall anno successivo alla realizzazione dell impianto, il decespugliamento localizzato delle infestanti in prossimità dei trapianti messi a dimora. In caso di insorgenza di periodi di deficit idrico sia atmosferico che pedologico si rende necessaria la pratica delle irrigazioni di soccorso, pena il disseccamento dell'impianto e l insuccesso dell intervento progettato. Il numero delle irrigazioni annuali sarà strettamente correlato all andamento climatico stagionale e nel caso, dovrà essere più frequente nei primi anni di impianto per poi ridursi con l aumentare dell età del rimboschimento. Inoltre, nel secondo anno successivo alla messa a dimora dell impianto si dovrà procedere alla sostituzione di eventuali fallanze. Pag. 7

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