Basi tecniche per la pianificazione di emergenza nazionale in Italia e sistema di risposta
|
|
- Dante Corradi
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 CHERNOBYL 25 ANNI DOPO: STUDI, RIFLESSIONI E ATTUALITÀ Giugno 2011 Auditorium Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Via Sabbadini 31, UDINE 1 Basi tecniche per la pianificazione di emergenza nazionale in Italia e sistema di risposta Paolo Zeppa ()
2 Piano nazionale delle misure protetive contro le emergenze radiologiche 2 DPCM 19 marzo 2010 approva l aggiornamento del Piano nazionale (precedente versione del 1997) Art. 121 D.Lgs 230/1995 e s.m. l, sentita la Commissione tecnica per la sicurezza nucleare e la protezione sanitaria (ex art. 9), propone le basi tecniche per la pianificazione delle misure protettive contro le conseguenze radiologiche di incidenti che avvengono in impianti al di fuori del territorio nazionale
3 Perché una revisione dei presupposti tecnici 3 I presupposti tecnici del Piano Nazionale 1997 tenevano già conto dei possibili eventi al di fuori del territorio nazionale (esperienza di Chernobyl); Pur confermando, alla luce delle valutazioni più recenti, l elevato grado di cautela da loro offerto, si è tuttavia ritenuto di dover considerare: La disponibilità di studi aggiornati sul comportamento incidentale degli impianti; L influenza di nuovi fattori di rischio esterni (crisi internazionale) Le indicazioni del DPC di potenziare comunque il livello di protezione offerto dal piano Tener conto delle basi tecniche e delle pianificazioni operative presso i paesi confinanti
4 Gli impianti transfrontalieri 4 Criteri di scelta degli impianti di riferimento: maggior vicinanza al territorio italiano, caratteristiche orografiche del territorio interposto, direzione dei venti dominanti. I criteri adottati non sono basati su valutazioni di merito sul livello di sicurezza degli impianti esaminati 4 IN SVIZZERA Fessenheim 1, 2 6 IN FRANCIA < < Goesgen Bugey 2, 3, 4, 5 St. Alban 1, 2 Cruas 1, 2, 3, 4 Phenix Tricastin 1, 2, 3, 4 < Isar 1, 2 Grundemmingen B, C Monaco Muehleberg < Leibstat Torino Genova Stoccarda Bezenau 1, 2 Milano 2 IN GERMANIA Trieste 1 IN SLOVENIA Ljubljana Vienna Krsko
5 Gli impianti transfrontalieri 5 PWR BWR BWR + PWR 2 x 1335MWe PWR BWR PWR BWR 656 MWe PWR PWR PWR FBR PWR Impianti di riferimento 100 km
6 Gli scenari incidentali Le valutazioni del piano precedente inviluppano correttamente circa il 90% delle sequenze già evolutesi nella fusione del reattore, alla luce degli studi sistematici più recenti effettuati negli USA Frazioni di inventario che riescono a fuoriuscire nei vari scenari Rilascio di prodotti di fissione dal sistema primario (es.:iodio 75% dell inventario nel caso inviluppo delle sequenze di fusione del nocciolo non estreme) Fuoriuscita dal contenimento. Sequenze con bypass del contenimento o con fallimento grave e precoce del contenitore normali perdite <1/1000 Piccolo foro per qualche ora o rottura ritardata di qualche giorno ~ 1/1000 (Piano Precedente) Rotture di dimensioni più rilevanti qualche percento.
7 Gli scenari incidentali Le nuove ipotesi 7 Eventi interni: Fusione totale del nocciolo, perforazione del vessel ma sistema di contenimento parzialmente integro (si ritiene realistico dar credito a interventi di Accident Management almeno sul contenimento, valore anomalo del tasso di fuga dal contenimento = 1,6% del volume al giorno > 3 volte quello di progetto, per circa 6 ore
8 Gli scenari incidentali 8 Eventi Esterni: Le nuove ipotesi Distruzione del contenimento e danno al nocciolo ma con recupero della refrigerazione azioni di Accident Management con i sistemi rimasti integri; Rilascio della radioattività contenuta nel gap direttamente all ambiente; Distruzione del contenimento, fusione totale del nocciolo, perforazione del vessel, ma parziale abbattimento dei rilasci Si da credito ad interventi mitigativi che consentano fattori di di riduzione di 0,1 interventi di spruzzamento o allagamento.
9 Gli scenari incidentali Evoluzione di un tipico incidente severo (sintesi dei risultati di studi svolti in USA) FASI FENOMENOLOGICHE DEL RILASCIO DAL SISTEMA PRIMARIO AL CONTENIMENTO 9 fase di Attività Attività del Evoluzione Rilascio Rilascio rilascio refrigerante gap nel vessel fuori dal Vessel successivo dal vessel rilasci al contenimento associati alla ridotta contaminazion e del refrigerante primario piccola percentuale dei nuclidi più volatili (gas nobili, iodio, cesio) quantità significativa dei nuclidi volatili e piccola parte nuclidi poco volatili quantità significativa di nuclidi poco volatili rivolatilizzazion e e rilascio dei nuclidi prima depositatisi nel refrigerante primario tempo 0 20 s 0.5 h 1.8 h 3.8 h 11.8h eventi innesco incidente rottura tubazione primaria fessurazione prima barretta cambiamento di geometria e inizio fusione combustibile rottura fondo vessel raffreddamento dei frammenti di nocciolo fuso fine dei rilasci al contenimento
10 Gli scenari incidentali Frazioni dell inventario di nocciolo che si trasferiscono dal reattore al contenimento (US NRC) 10 Rilasci nel contenimento per un impianto di tipo PWR Gap Release Early In-Vessel Ex-Vessel Late In- Vessel Tot. Tot. BWR Duration (Hours) Noble Gases Halogens (I, Br) Alkali Metals (Cs, Rb) Tellurium group (Te, Sb,Se) Barium, Strontium Noble Metals (Ru, Tc, Co) Cerium group (Ce, Pu, Np) Lanthanides (La, Zr, Am)
11 Isotopi Il termine di sorgente Frazioni di inventario rilasciati all ambiente per diverse tipologie di evento in un PWR Evento di totale fusione del nocciolo, perforazione del vessel e contenimento parzialmente degradato Evento di distruzione del contenimento e danno al nocciolo fino a rilascio di tutto il contenuto nel gap Evento di distruzione del contenimento, totale fusione del nocciolo, perforazione del vessel, parziale abbattimento dei rilasci Inviluppo Gas nobili 0, Alogeni 0, ,075 0,075 Metalli Alcalini 0, ,075 0,075 Gruppo del Tellurio 0, ,0305 0,0305 Bario e Stronzio 0, ,012 0,012 Metalli Nobili (Ru, Tc, Co) Gruppo del Cerio (Ce, Pu,Np) Lantanidi (La, Zr, Am) 0, ,0005 0,0005 0, , , , , ,
12 Il termine di sorgente la nuova ipotesi inviluppa quello dei paesi confinanti 12 Gruppi di Isotopi Piano Nazionale 1997 Ipotesi francese Ipotesi slovena Ipotesi svizzera Ipotesi Nuovo Piano Gas Nobili 1,00E-01 7,50E-01 3,00E-01 1 Alogeni 6,80E-04 8,60E-03 1,00E-03 1,00E-04 7,00E-05 7,5E-02 Metalli Alcalini 6,80E-04 3,50E-03 5,00E-05 7,5E-02 Gruppo del 1,20E-03 3,50E-3-5E-02 Tellurio Bario, Stronzio 3,80E-04 4,00E-04-1,2E-02 Metalli Nobili 7,00E-5 3,0E-4-5E-04 Gruppo del Cerio E-04 Lantanidi 5,40E-06 5,40E E-04
13 Il termine di sorgente Confronti Rilasci (Bq) 13 Radioisotopi Chernobyl Fukushima Stima NISA Piano Nazionale 2010 Centrale di St Alban Piano Nazionale 2010 Centrale Krsko I E E E E+17 Telluri 1.39E E E E+17 Cs E E E E+16 Cs E E E E+16 Sr E E E E+16 Sr E E E E+15
14 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia 14
15 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia 15 ST.ALBAN - Dosi da inalazione Gruppo di popolazione dei bambini Dosi Efficaci Dosi equivalenti alla tiroide Intervallo di dose msv 1 < dose < Val. max 0,1 1 Territorio impegnato nel caso di incidente alla centrale di St. Alban (1-3,5) Piemonte, Valle d Aosta, aree delle regioni Lombardia e Liguria Gran parte del Nord Italia Intervallo di dose msv 10<dose<val. max Territorio impegnato nel caso di incidente alla centrale di St. Alban (10-70) Piemonte, Valle d Aosta, aree Liguria, Lombardia, E. Romagna
16 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia 16 KRSKO - Dosi da inalazione Gruppo di popolazione dei bambini Dosi Efficaci Dosi equivalenti alla tiroide Intervallo di dose 1 < dose < Val. max 0,1 1 Territorio impegnato nel caso di incidente alla centrale di Krško (1-1,5) Aree limitate del Friuli Venezia Giulia Regioni del Nord- Est ed Emilia Romagna Intervallo di dose 10<dose<val. max Territorio impegnato nel caso di incidente alla centrale di Krško (10-27) Aree delle regioni in prossimità del confine di nordest
17 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia Andamento temporale delle dosi 17 Dose equivalente alla tiroide bambini (Krsko, punto a sud di Trieste) Dose da inalazione equivalente alla tiroide bambini St Alban 3.50E E E E E E E E Dose (msv) 8,00E+01 7,00E+01 6,00E+01 5,00E+01 4,00E+01 3,00E+01 2,00E+01 1,00E+01 0,00E Istituto superiore per la protezione e la hricerca ambientale
18 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia Andamento temporale delle dosi 18
19 Il trasporto dei contaminanti radioattivi Conseguenze radiologiche in Italia 19 I valori di deposizione al suolo richiedono attenzione ai fini dei controlli radiometrici di medio - lungo termine da effettuarsi sulle matrici alimentari ed ambientali. RADIO NUCLIDI Deposizione al suolo valori massimi Bq /mq I Sr Cs Cs Te Ce
20 Considerazioni operative utili al Piano 20 Le stime delle conseguenze radiologiche associate agli scenari incidentali presi a riferimento suggeriscono l opportunità di prendere in considerazione, in aree del Nord e Centro Nord d Italia: La possibile adozione di una misura protettiva di riparo al chiuso; la previsione della disponibilità e delle modalità di distribuzione di Iodio stabile; Il controllo delle matrici ambientali e degli alimenti, prolungato nel tempo e su vaste aree del territorio nazionale.
21 Lineamenti della pianificazione Assicurare la funzionalità del sistema di allertamento e lo scambio delle informazioni in ambito nazionale e internazionale 2. Assicurare il coordinamento operativo per la gestione delle risorse e degli interventi 3. Assicurare il monitoraggio delle matrici ambientali e delle derrate alimentari nel corso dell evento 4. Attuare le misure a tutela della salute pubblica 5. Assicurare l informazione pubblica sull evoluzione dell evento e sui comportamenti da adottare
22 Sistema di allertamento e 22 scambio delle informazioni EMERCON/IAEA (Convenzione internazionale pronta notifica del 1997) NWP: NCA(D): DPC e NCA(A): DPC ECURIE/UE (Decisione del Consiglio UE 87/600 EURATOM) NCP: NCA: DPC
23 Sistema di allertamento e scambio delle informazioni 23 ACCORDI BILATERALI: Dal 1990 accordo intergovernativo con la Svizzera per lo scambio rapido delle informazioni. Ci sono periodici test di verifica comunicazioni tra i punti di contatto ( e la NAZ-Nationalen Alarmzentrale) L ha nel 2010 stipulato accordi bilaterali con le omologhe Autorità di Sicurezza Nucleare di Francia (ASN) e Slovenia (SNSA) per lo scambio diretto d informazioni in caso di eventi incidentali presso i rispettivi impianti, che possono avere ricadute sull altro paese.
24 Sistema di allertamento e scambio delle informazioni 24 RETI DI MONITORAGGIO DI ALLARME: Rete nazionale dei VVF Reti automatiche dell ; Reti automatiche regionali; (integrazione reti automatiche) SVIZZERA PIEMONTE FRANCIA PIEMONTE
25 Sistema di allertamento e scambio delle informazioni TRASMISSIONE DATI A LIVELLO INTERNAZIONALE: EURDEP (EUropean Radiological Data Exchange Platform) Strumento indicato dalla CE per lo scambio rapido delle informazioni radiometriche nel corso di un emergenza (risponde alle richieste della Decisione del Consiglio 87/600/EURATOM - più efficiente del Fax e della stazione CoDecS) L Italia partecipa con la rete GAMMA dell integrata con le reti della Valle d Aosta e del Piemonte; 25
26 Coordinamento operativo per la gestione degli interventi Il coordinamento operativo è assicurato dal Dipartimento della Protezione Civile presso il quale si riunisce il Comitato Operativo della Protezione Civile Il Dipartimento si avvale della Commissione Nazionale Grandi Rischi e del CEVaD (Centro Elaborazione e Valutazione Dati - istituito presso l ) quali organi tecnico-consultivi. 26
27 Modello di intervento Fasi operative della risposta d emergenza 27 Il modello di intervento previsto dal Piano nazionale prevede due distinte fasi operative: PREALLARME Incidente ad un NPP entro 200 km dal confine nazionale ALLARME Evoluzione del preallarme con interessamento del territorio nazionale ed eventuale attivazione delle misure protettive previste dal Piano
28 28
29 Monitoraggio delle matrici ambientali e degli alimenti Assicurare il monitoraggio delle matrici ambientali e delle derrate alimentari nel corso dell evento, tramite: Rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale (RESORAD) Reti regionali Reti di sorveglianza locale delle installazioni nucleari ha il compito dell attivazione; 29
30 Esempio: attività delle Regioni Fase Allarme 30 Obiettivo Funzionalità del sistema di allertamento e scambio delle informazioni nazionali e internazionali Coordinamento operativo Azione Ricevono la comunicazione dell evento dal Dipartimento Protezione Civile Attivano, in base a proprie procedure, la struttura regionale di protezione civile e assicurano l attivazione a livello provinciale di un Centro Coordinamento Soccorsi Attivano le Province e i Comuni secondo le proprie procedure interne Monitoraggio dell ambiente e degli alimenti Tutela della salute pubblica Informazione al pubblico Attivano le reti regionali Raccolgono i dati della propria rete di rilevazione e li condividono con il CEN di Attivano le strutture del servizio sanitario regionale per gli eventuali interventi di iodoprofilassi e le attività di controllo sulle derrate alimentari D intesa con il DPC, attivano in base alla propria pianificazione l informazione al pubblico
31 Attività da sviluppare ad integrazione del 31 Piano Nazionale Piano di informazione alla popolazione: Dipartimento nazionale della protezione civile / Prefetture Regioni Comuni Procedure per l attivazione e l attuazione degli interventi di iodoprofilassi (organizzazione stoccaggio, modalità di distribuzione) Dipartimento nazionale della protezione civile Ministero della salute Regioni (Sanità e Protezione Civile) Prefetture Comuni ESERCITAZIONI a verifica dell efficacia del Piano
32 32 Grazie per l Attenzione
IL RUOLO DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE NELLA PIANIFICAZIONE DELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE E NUCLEARI
CONVEGNO La gestione dell emergenza radiologica a Trieste ed in Friuli Venezia Giulia IL RUOLO DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE NELLA PIANIFICAZIONE DELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE E NUCLEARI Trieste,
Piano nazionale per le misure protettive contro le emergenze radiologiche (DPCM 17 marzo 2010) aspetti di sanità pubblica
Piano nazionale per le misure protettive contro le emergenze radiologiche (DPCM 17 marzo 2010) aspetti di sanità pubblica Marco Leonardi marco.leonardi@protezionecivile.it Piano nazionale per le emergenze
Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche.
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 119 del 24 maggio 2010 - Serie generale Spediz. abb. post. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 23-12-1996, n. 662 - Filiale di Roma GAZZETTA UFFICIALE PARTE
IL SISTEMA DI SUPPORTO ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE NUCLEARI DEL PIANO NAZIONALE
LA GESTIONE DELL EMERGENZA RADIOLOGICA A TRIESTE ED IN FRIULI VENEZIA GIULIA 18 ottobre 2016, Sala di rappresentanza Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia P.zza Unità d Italia, TRIESTE IL SISTEMA DI SUPPORTO
La rete di monitoraggio RESORAD e la sua risposta all incidente di Fukushima
CHERNOBYL 25 ANNI DOPO: STUDI, RIFLESSIONI E ATTUALITÀ 21-22-23 Giugno 2011 Auditorium Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Via Sabbadini 31, UDINE La rete di monitoraggio e la sua risposta all incidente
L ACCORDO BILATERALE ITALIA SLOVENIA
LA GESTIONE DELL EMERGENZA RADIOLOGICA A TRIESTE ED IN FRIULI VENEZIA GIULIA 18 ottobre 2016, Sala di rappresentanza Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia P.zza Unità d Italia, TRIESTE L ACCORDO BILATERALE
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile PIANO NAZIONALE DELLE MISURE PROTETTIVE CONTRO LE EMERGENZE RADIOLOGICHE Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della
Livello massimo ammissibile ( Bq kg -1 o Bq l -1 ) Prodotti lattiero caseari Isotopi dello Stronzio
Tabella A3.3. Livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari in caso di emergenze nucleari e radiologiche (CCE 1989a; CCE 1989b) Radionuclide Alimenti per lattanti Livello massimo
C 5.VI.1 Introduzione
Rischio nucleare C 5.VI.1 Introduzione Dopo l incidente occorso nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e la moratoria sull impiego del nucleare ad uso pacifico in seguito agli esiti del referendum
Rischio nucleare. C 3.VIII.1 Introduzione
Rischio nucleare C 3.VIII.1 Introduzione Dopo l incidente occorso nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e la moratoria sull impiego del nucleare ad uso pacifico in seguito agli esiti del referendum
C 5.VI.1 Introduzione
Rischio nucleare C 5.VI.1 Introduzione Dopo l incidente occorso nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e la moratoria sull impiego del nucleare ad uso pacifico in seguito agli esiti del referendum
La rete nazionale per la misurazione della radioattività negli alimenti
conferenza Ambiente Sano per una Alimentazione Sana Le agenzie ambientali tra partnership e funzioni di garanzia verso il sistema agroalimentare italiano Milano - Palazzo Pirelli, sala Pirelli - 5 e 6
Chernobyl 25 Ricadute radioattive sull ambiente dell incidente di Chernobyl
Chernobyl 25 Ricadute radioattive sull ambiente dell incidente di Chernobyl Salvatore Frullani Dipartimento Tecnologie e Salute Istituto Superiore di Sanità 27 Aprile 1986 : è il fallout radioattivo e
Radioattività: i servizi al cittadino di ARPA Lombardia
Radioattività: i servizi al cittadino di ARPA Lombardia Maria Teresa Cazzaniga Dipartimento di Milano U.O. Agenti Fisici «Le attività di ARPA in materia di sicurezza e gestione dei rischi per l ambiente»
COME AFFRONTARE IL RISCHIO VALANGHE NELLE AREE AD ALTA DENSITÀ ABITATIVA CAMBIAMENTI CLIMATICI E RISCHI ASSOCIATI
COME AFFRONTARE IL RISCHIO VALANGHE NELLE AREE AD ALTA DENSITÀ ABITATIVA CAMBIAMENTI CLIMATICI E RISCHI ASSOCIATI 21 settembre 2018 RemTech Expo 2018 (19, 20, 21 Settembre) FerraraFiere www.remtechexpo.com
IL MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL RUOLO DI ARPA FVG NELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE
IL MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL RUOLO DI ARPA FVG NELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE Concettina Giovani & Massimo Garavaglia - ARPA FVG RETE DI CONTROLLO INTERNAZIONALE
Bollettino Giuridico Ambientale dicembre 2003, 2004/2/Euratom
RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE 18 dicembre 2003, 2004/2/Euratom Raccomandazione della Commissione relativa ad informazioni standardizzate sugli scarichi radioattivi liquidi e gassosi emessi nell'ambiente
STRUMENTI PER MISURE RADIOMETRICHE IN EMERGENZA P.B. Finazzi (ANPEQ)
STRUMENTI PER MISURE RADIOMETRICHE IN EMERGENZA P.B. Finazzi (ANPEQ) In generale si possono identificare emergenze radiologiche o nucleari, definite dal Centro di Elaborazione e Valutazione Dati CEVaD
L incidente alla centrale nucleare di FUKUSHIMA-DAIICHI: Rilasci di radioattività nell ambiente e radioattività negli alimenti
L incidente alla centrale nucleare di FUKUSHIMA-DAIICHI: aspetti di protezione dalle radiazioni ionizzanti Rilasci di radioattività nell ambiente e radioattività negli alimenti 13-14 settembre 2012 Dott.
Ricognizione regionale sull attuazione del D.Lgs. Lgs.. 31/2001
VERONA, 4 dicembre 2007 Ricognizione regionale sull attuazione del D.Lgs Lgs.. 31/2001 Roberto Sogni ARPA Emilia-Romagna, Sezione di PIACENZA La ricognizione è stata condotta mediante la somministrazione
Rotary Club Varese 6 Giugno 2013
Celso Osimani Rotary Club Varese 6 Giugno 2013 Le fonti 1. Agenzia internazionale dell energia atomica (IAEA) (http://www.iaea.org.at/newscenter/news/tsunamiupdate01.html ) 2. Agenzia per la sicurezza
Esercitazione internazionale ECURIE LEVEL 3 2009 (12 novembre 2009)
Riunione di presentazione del Manuale del CEVaD e di approfondimento su problematiche di monitoraggio radiometrico nel corso delle emergenze nucleari e radiologiche Roma 23 marzo 2010 - Sala Fazzini, Sede
EMERlab. Monza, 27 maggio 2016
L allertamento per il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico: il processo di omogeneizzazione dei messaggi del Sistema di allertamento nazionale e della risposta di protezione civile EMERlab. Monza,
della Protezione Civile Maria Sargentini
I Servizi Tecnici anche a supporto della Protezione Civile Maria Sargentini Le ARPA nelle emergenze elementi di riflessione La questione ambientale e le emergenze Il ruolo attuale delle agenzie Emergenza
L EVOLUZIONE DEL NUCLEARE E IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA
CIVICO PLANETARIO di MILANO in collaborazione con CISE 2007 Atomi a Milano i pionieri della ricerca 23 ottobre 2014 L EVOLUZIONE DEL NUCLEARE E IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA Flavio Parozzi Associazione CISE2007
MONITORAGGIO AMBIENTALE 5.1 RETE DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE
Pag. 5.1-1 5 MONITORAGGIO AMBIENTALE 5.1 RETE DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE Nel corso degli anni la Rete di Sorveglianza Ambientale dell Impianto Eurex ha subito diverse revisioni, in relazione soprattutto
Valutazioni dosimetriche in caso di emergenza radiologica
Valutazioni dosimetriche in caso di emergenza radiologica Carlo-Maria Castellani EQ n. 323 - III gr. Elenco Nazionale - casteuti@inwind.it Giornata di Studio VVF GER ANPEQ - 24 Giugno 2014 Direzione Reg.le
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI TRINO E L AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA) DEL PIEMONTE AVENTE PER OGGETTO «L OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO
Incidente di Fukushima: considerazioni preliminari
Astro Siesta ISAF Milano - INAF Incidente di Fukushima: considerazioni preliminari Francesca Barbaro fra.barbaro@libero.it Milano, 19 gennaio 2012 Argomenti 11 marzo 2011, cos è successo? Esposizione dei
La gestione di un incidente con una sorgente radioattiva nel laboratorio radiometrico dell ARPA Valle d Aosta
La gestione di un incidente con una sorgente radioattiva nel laboratorio radiometrico dell ARPA Valle d Aosta Massimo Faure Ragani, Sezione Agenti Fisici Area Operativa Radioattività Ambientale Giovanni
Piani provinciali di emergenza radiologica
Convegno regionale «La gestione dell emergenza radiologica a Trieste ed in Friuli Venezia Giulia» Trieste, 18 ottobre 2016 Piani provinciali di emergenza radiologica Ing. Alberto SBISA Direzione Regionale
Decreto Legislativo 2 gennaio 2018 n 1. recante Codice della Protezione Civile
RIFORMA DEL SISTEMA NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE Attuazione della legge 16 marzo 2017, n. 30, recante delega al governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale
Ordinanza del DATEC sulle ipotesi di pericolo e la valutazione della protezione contro gli incidenti negli impianti nucleari
Ordinanza del DATEC sulle ipotesi di pericolo e la valutazione della protezione contro gli incidenti negli impianti nucleari del 17 giugno 2009 (Stato 1 agosto 2009) Il Dipartimento federale dell ambiente,
SEZIONE II PRATICHE CON MACCHINE RADIOGENE
ALLEGATO I DETERMINAZIONE DELLE CONDIZIONI DI APPLICAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DEL PRESENTE DECRETO PER LE MATERIE RADIOATTIVE E PER LE MACCHINE RADIOGENE. 0. Criteri di non rilevanza radiologica delle
La rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale: la sua evoluzione e lo stato dell arte a 5 anni dall incidente di Fukushima
Convegno Nazionale AIRP di Radioprotezione Emergenze e incidenti radiologici: scenari ambientali, sanitari e industriali 19-21 Ottobre 2016 Trieste La rete nazionale di sorveglianza della radioattività
Inquinamento da radionuclidi artificiali della falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia (VC)
CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI SS 21.02 - Monitoraggio e controllo dei siti nucleari Inquinamento da radionuclidi artificiali della falda superficiale presso il sito nucleare
A relazione dell'assessore Valmaggia:
REGIONE PIEMONTE BU6 08/02/2018 Deliberazione della Giunta Regionale 19 gennaio 2018, n. 23-6389 Legge regionale 18 febbraio 2010, n. 5 "Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti".
PROVINCIA DI NOVARA REGOLAMENTO PROVINCIALE DI DISCIPLINA DEGLI ORGANI E DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI. Art.
PROVINCIA DI NOVARA REGOLAMENTO PROVINCIALE DI DISCIPLINA DEGLI ORGANI E DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Art. 1 (Finalità ed Ambito di applicazione) 1. Il presente
MANUALI E LINEE GUIDA
in collaborazione con Emergenze nucleari e radiologiche Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Manuale per le valutazioni dosimetriche e le misure ambientali MANUALI
Ministero della Salute. Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti
Ministero della Salute Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti Il Sistema Informativo Nazionale Veterinario (SINV): le strategie del Ministero della
Radioattività e acque potabili
Radioattività e acque potabili Silvia Arrigoni Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia 1 OBIETTIVO: INQUADRARE IL PROBLEMA Consideriamo le acque destinate al consumo umano vogliamo controllare
ESITI MONITORAGGIO AMBIENTALE IN ARIA PER INCIDENTE NUCLEARE IN GIAPPONE
Via A, Dominutti, 8 Tel, +39 045 8016906 e-mail: dapvr@arpa,veneto,it Via A, Dominutti, 8 Tel, +39 045 8016907 ESITI MONITORAGGIO AMBIENTALE IN ARIA Provincia VERONA Matrice: Particolato Atmosferico polveri
ATTIVITA DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE SU MATRICI ALIMENTARI EFFETTUATA DAL CRR-ARPAM
ATTIVITA DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE SU MATRICI ALIMENTARI EFFETTUATA DAL CRR-ARPAM Corrado Pantalone [Responsabile U.O. Radioattività Ambientale (CRR)] Agenzia Regionale per la Protezione
Problematiche di contaminazione radioattiva presso l inceneritore TRM di Torino. Giovanni d Amore Arpa Piemonte
Problematiche di contaminazione radioattiva presso l inceneritore TRM di Torino Giovanni d Amore Arpa Piemonte RINVENIMENTO MATERIALE CONTAMINATO DA ISOTOPI RADIOATTIV UTILIZZATI PER SCOPI MEDICI dumenti
Prefettura di Bari Area Protezione Civile, Difesa Civile e Soccorso Pubblico
STABILIMENTO A RISCHIO D INCIDENTE RILEVANTE DI SOGLIA SUPERIORE (D. LGS. 105/2015) CHIMICA D AGOSTINO DI BARI LOCALITA Via Murari, 3 Z.I. BARI DATI RESI DISPONIBILI DAL PREFETTO PER LA CONSULTAZIONE DELLA
RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI
RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI Elena Caldognetto Osservatorio Agenti Fisici ARPAV Verona LA RADIOATTIVITÀ NELLE ACQUE POTABILI DEL VENETO
Istituto di Radioprotezione. Laboratorio sorveglianza fisica ed ambientale di radioprotezione (IRP-SFA) dell'enea
Istituto di Radioprotezione Laboratorio sorveglianza fisica ed ambientale di radioprotezione (IRP-SFA) dell'enea 8 ottobre 2013 ENEA Centro Ricerche Casaccia Enrico Borra ENEA - Istituto di Radioprotezione
Rete nazionale a supporto del trasporto elettrico privato 27/06/2017
Rete nazionale a supporto del trasporto elettrico privato 27/06/2017 Overview del progetto Piano nazionale per lo sviluppo della rete di ricarica in Italia OBIETTIVO Definire, per diversi scenari di sviluppo
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA (art. 21 d.lgs.105/2015)
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA (art. 21 d.lgs.105/2015) TOTALGAZ ITALIA Comune di Settimo Torinese Città Metropolitana di Torino EDIZIONE giugno 2007 approvata nella riunione del 21/06/2007 REVISIONI DATA
Consolidamento delle attività integrate di sistema finalizzate allo sviluppo delle capacità tecnico-operative delle Agenzie Ambientali
Consolidamento delle attività integrate di sistema finalizzate allo sviluppo delle capacità tecnico-operative delle Agenzie Ambientali UN.I.D.E.A. Unione Italiana Esperti Ambientali XXXIV Congresso Nazionale
Seminario sull attuazione dei programmi di sviluppo rurale
Seminario sull attuazione dei programmi di sviluppo rurale Attuazione finanziaria dei PSR. Criticità e spunti di riflessione per una efficiente attuazione delle principali misure Asse III La misura 321
Incidenti nucleari a confronto
INFN Università degli Studi di Pavia, 15-16 16 Novembre 2011 Corso Il problema energetico: stato e prospettive Incidenti nucleari a confronto Flavio Parozzi RSE Dipartimento Sistemi di Generazione Gruppo
Integrazione delle reti di monitoraggio automatiche italiane: situazione attuale e prospettive future
Argomento: Monitoraggio radiologico e reti di allarme Titolo: Integrazione delle reti di monitoraggio automatiche italiane: situazione attuale e prospettive future S.Zennaro (1), E.Pianese (2), L.Bellina
Oltre il Pil 2013: la nuova geografia del benessere in Italia
Oltre il Pil 2013: la nuova geografia del benessere in Italia Rapporto Oltre il Pil 2013, 3 luglio 2013 Serafino Pitingaro Responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere 1 Pilastri Domini Sottodomini (fondo
La convenzione tra il Comune di Trino e Arpa Piemonte: risultati del monitoraggio radiologico ambientale
La convenzione tra il Comune di Trino e Arpa Piemonte: risultati del monitoraggio radiologico ambientale Laura Porzio Arpa Piemonte Dipartimento Tematico Radiazioni Struttura Semplice Siti Nucleari RIFERIMENTI
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI ATTIVITA DI MONITORAGGIO ORDINARIO I programmi di campionamento dell
Ruolo Coordina e promuove l aggiornamento scientifico e la qualificazione dei laboratori di IRP dedicati alla misura della radioattività.
Responsabile: Dott. Paolo Battisti Ruolo Coordina e promuove l aggiornamento scientifico e la qualificazione dei laboratori di IRP dedicati alla misura della radioattività. Fornisce servizi tecnici avanzati
Fukushima Descrizione degli eventi
Fukushima Descrizione degli eventi Il Nucleare in Giappone In Giappone sono operativi 54 reattori nucleari per la produzione di energia elettrica che forniscono circa il 29% del fabbisogno; sono inoltre
Day ORE DATA Orario MODULO Docente Lezione
VEN 4 02/10/2015 dalle 09-13 I PROPEDEUTICO DI FISICA Ruspa Richiami di meccanica. Richiami di elettricita e VEN 4 02/10/2015 dalle 14-18 I PROPEDEUTICO DI FISICA Ruspa Richiami di meccanica. Richiami
IL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA. Massimo Garavaglia Centro Regionale per la Radioprotezione - ARPA FVG
IL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA Massimo Garavaglia Centro Regionale per la Radioprotezione - ARPA FVG Riassunto della presentazione 1. Controllo della radioattività:
RVALORE DI RISCHIO P PROBABILITA ovvero la probabilità che un evento dannoso di una determinata intensità si verifichi in una determinata area;
RVALORE DI RISCHIO P PROBABILITA ovvero la probabilità che un evento dannoso di una determinata intensità si verifichi in una determinata area; D DANNO massimo ipotizzabile che lo stesso evento può causare;
PREFETTURA UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI GROSSETO
PREFETTURA UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI GROSSETO PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE PER IL TRASPORTO DI MATERIE RADIOATTIVE E FISSILI Edizione 2012 1 INDICE ELENCO DI DISTRIBUZIONE PAG. 4 REGISTRAZIONE
Quadro della pianificazione d emergenza a scala provinciale, comunale, intercomunale
DIRETTIVA 2007/60/CE e D. LGS 49/2010 PERCORSO PARTECIPATIVO CICLO DI INCONTRI TECNICI CON GLI ENTI (27 febbraio 17 aprile 2014) Quadro della pianificazione d emergenza a scala provinciale, comunale, intercomunale
Dipartimento: DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO Direzione Regionale: AMBIENTE Area: CONSERVAZ. QUALITA AMBIENTE E PROMOZ. SOST. AMB.
REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. 109 DEL 25/03/2011 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 21122 DEL 07/12/2010 STRUTTURA PROPONENTE Dipartimento: DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO Direzione Regionale: AMBIENTE
CODICE DELLA RADIOPROTEZIONE. Franco Cioce Francesco Romano
CODICE DELLA RADIOPROTEZIONE Franco Cioce Francesco Romano ISBN 978-88-89260-67-8 1 a edizione: aprile 2016 Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo
INDICE. Pagina 2 di 8
INDICE 1. PREMESSA 3 2. IL RUOLO DI ARPA 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 4 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 5 5. RISULTATI ANALITICI 5 5.1 Controlli radiometrici in qualità di Ente Terzo 5 5.2 Monitoraggio
Abuso di alcol e binge drinking in Italia dalle indagini Istat
in Italia dalle indagini Istat ALCOHOL PREVENTION DAY 12 aprile 2007, Istituto superiore di Sanità Linda Laura Sabbadini Direttore Centrale ISTAT Fonte dei dati: Indagine Multiscopo sulle famiglie Aspetti
L INCIDENTE DI CHERNOBYL E LE PRIME MISURE DI RADIOATTIVITA IN FRIULI VENEZIA GIULIA
L INCIDENTE DI CHERNOBYL E LE PRIME MISURE DI RADIOATTIVITA IN FRIULI VENEZIA GIULIA Renato Padovani Ex Direttore Fisica Sanitaria Ospedale S.M.Misericordia-Udine L incidente di Chernobyl Il 26 aprile
FUNGHI E RADIOATTIVITA
FUNGHI EPIGEI: attivitàdi controllo e prevenzione degli avvelenamenti FUNGHI E RADIOATTIVITA Savigliano 12 Ottobre 2018 Renzo Mostini Già dagli anni 70 era stato osservato che i funghi erano in grado di
Tab. 1 - Spesa sanitaria pubblica e privata, (val. in euro correnti pro capite, var.%)
Tab. 1 - Spesa sanitaria pubblica e privata, 2009-2017 (val. in euro correnti pro capite, var.%) Spesa sanitaria 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 var.% reale 2009-'17 2016-'17 val. pro capite
INTERVENTI COMPLESSI DI DECOMMISSIONING Il ruolo della Sicurezza IL DECOMMISSIONING DEI SITI NUCLEARI ITALIANI
INTERVENTI COMPLESSI DI DECOMMISSIONING Il ruolo della Sicurezza IL DECOMMISSIONING DEI SITI NUCLEARI ITALIANI Fabio Chiaravalli Funzione Ambiente, Radioprotezione, Sicurezza e Qualità Rimini, 8 novembre
Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi ( ), a cura dell ARPAV. I-131 nel particolato atmosferico
mbq/m3 Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi (.04.), a cura dell ARPAV PARTICOLATO ATMOSFERICO Ogni giorno (con eventuale integrazione nei fine settimana e
Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni
2011R0297 IT 25.05.2011 002.001 1 Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni B REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 297/2011 DELLA COMMISSIONE
Il Sistema nazionale di previsione e allarme e la sorveglianza epidemiologica
Il Sistema nazionale di previsione e allarme e la sorveglianza epidemiologica Francesca de Donato Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio Asl Roma 1 Centro di Competenza DPC Piano nazionale di prevenzione
di allarme in Italia
1 26 marzo 2009 - Workshop Radiazioni Ionizzanti Procedure e metodi di misura per emergenze radiologiche estese e circoscritte Predisposizione e pianificazione delle reti di allarme in Italia F.Trenta,
Il sistema dei controlli ambientali e la prevenzione basata sulle prove di efficacia
Il sistema dei controlli ambientali e la prevenzione basata sulle prove di efficacia Paolo Cadrobbi Verona 14 aprile 2003 Argomenti trattati Attività delle Agenzie per l Ambiente Il problema delle priorità
Tabella 3 Piano di prevenzione per gli effetti delle ondate di calore nelle città italiane
Tabella 3 Piano di prevenzione per gli effetti delle ondate di calore nelle città italiane Città con un sistema di allarme HHWWS operativo Città ANCONA BARI BOLOGNA BOLZANO BRESCIA CAGLIARI CAMPOBASSO
Gestione del rischio e adattamento al cambiamento climatico: strumenti per un territorio resiliente
Gestione del rischio e adattamento al cambiamento climatico: strumenti per un territorio resiliente Genova, Mercoledì 6 Marzo presso Galata Museo del Mare La pianificazione di protezione civile Relatore:
Carta dei servizi. Agenti Fisici
Carta dei servizi Agenti Fisici ARPA Lombardia fornisce supporto tecnico-scientifico agli Enti Locali nelle azioni di monitoraggio, controllo e per l emissione di pareri sul rumore di origine antropica,
INDICE. Pagina 2 di 9
INDICE 1. PREMESSA 3 2. IL RUOLO DI ARPA 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 4 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 5 5. RISULTATI ANALITICI 5 5.1 Controlli radiometrici in qualità di Ente Terzo 5 5.2 Monitoraggio
MODULO OPERATIVO CONGIUNTO RISCHIO DA INQUINAMENTI AMBIENTALI PRIMARI E NBCR (NUCLEARE-BIOLOGICO-CHIMICO-RADIOLOGICO)
MODULO OPERATIVO CONGIUNTO RISCHIO DA INQUINAMENTI AMBIENTALI PRIMARI E NBCR (NUCLEARE-BIOLOGICO-CHIMICO-RADIOLOGICO) PREMESSA Con il presente documento si intende definire una strategia di intervento
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI. Struttura Semplice Siti Nucleari
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI TRINO E L AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA) DEL PIEMONTE AVENTE PER OGGETTO «L OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO
SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI
TIPO DI EFFETTI PER LA POPOLAZIONE E PER L AMBIENTE L ipotesi incidentale più significativa, con rischio di coinvolgimento del territorio circostante lo stabilimento, è da imputare in linea generale ad
LA DISATTIVAZIONE DEGLI IMPIANTI NUCLEARI PIEMONTESI E LA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI: IL RUOLO DELLA REGIONE
LA DISATTIVAZIONE DEGLI IMPIANTI NUCLEARI PIEMONTESI E LA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI: IL RUOLO DELLA REGIONE Direzione Ambiente Governo e Tutela del territorio RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo
ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA QUALITÀ DELL ARIA NEL BACINO PADANO
ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA QUALITÀ DELL ARIA NEL BACINO PADANO MILANO, 19 dicembre 2013 UN INTERVENTO COORDINATO A SCALA DI BACINO Un importante passo per la messa a punto di interventi coordinati a livello
FluNews Rapporto Epidemiologico Settimanale
Numero, del 2 Dicembre 212 FluNews Rapporto Epidemiologico Settimanale Aggiornamento alla 5 settimana del 212 (1-16 Dicembre) Il presente rapporto integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza
STATISTICA DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO
MINISTERO DELL INTERNO Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile STATISTICA DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO 2001 Area Telecomunicazioni e Statistica ! "!#$% %$$&!
LA DIFESA CIVILE NELL AMBITO DELLE EMERGENZE NUCLEARI
LA DIFESA CIVILE NELL AMBITO DELLE EMERGENZE NUCLEARI PACE E DISARMO Sacro Convento di S. Francesco ASSISI, 7 Novembre 2014 Dott. Ing. Mauro Bergamini Dirigente Superiore Ministero dell Interno Capo Staff
ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI ATTIVITÀ SVOLTE DA ARPA PIEMONTE Monitoraggio Il monitoraggio presso
DIPARTIMENTO RISCHI FISICI E TECNOLOGICI. Struttura Semplice Radiazioni ionizzanti e Siti nucleari
DIPARTIMENTO RISCHI FISICI E TECNOLOGICI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI TRINO E L AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA) DEL PIEMONTE AVENTE PER OGGETTO «L OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI
Analisi del contenzioso tributario per valore della controversia
Rapporto trimestrale sullo stato del contenzioso tributario PERIODO OTTOBRE DICEMBRE 213 Direzione della Giustizia Tributaria Analisi del contenzioso tributario per valore della controversia COMMISSIONI
Corso Escursionismo avanzato (E2) CAI Sezione di Pontedera 2018
Corso Escursionismo avanzato (E2) CAI Sezione di Pontedera 2018 Mercoledì 11 luglio 2018 S.O.S. IN MONTAGNA Sergio Pistolesi Pensieri, spesso inconsci, non corretti: Il soccorso alpino è per chi fa cose
Ministero della Salute
Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DEGLI ORGANI COLLEGIALI PER LA TUTELA DELLA SALUTE DIREZIONE GENERALE DELLA SANITA ANIMALE E DEI FARMACI
MISURE RADIOMETRICHE AMBIENTALI PER IL MONITORAGGIO DEL FALLOUT IN SEGUITO ALL EVENTO FUKUSHIMA ESEGUITE PRESSO C.R. ENEA CASACCIA
AIRP - CONVEGNO NAZIONALE DI RADIOPROTEZIONE 12-14 Ottobre 2011 AUDITORIUM NICOLA CALIPARI, PALAZZO TOMMASO CAMPANELLA - REGGIO CALABRIA CODICE AGENAS 1031-15033 MISURE RADIOMETRICHE AMBIENTALI PER IL
Consiglio dell'unione europea Bruxelles, 1º dicembre 2015 (OR. en)
Consiglio dell'unione europea Bruxelles, 1º dicembre 2015 (OR. en) 14045/15 ATO 72 SAN 376 PROCIV 64 NOTA PUNTO "I/A" Origine: Segretariato generale del Consiglio Destinatario: Comitato dei rappresentanti
Accertamenti tecnici di sorveglianza del mercato. Ministero della Salute. per direttiva 98/37
Accertamenti tecnici di sorveglianza del mercato Ministero della Salute per direttiva 98/37 Realizzazione: Dipartimento Tecnologie di Sicurezza - dati 22 In totale sono state esaminate 76 pratiche di cui
SORGENTI RADIOATTIVE
SORGENTI RADIOATTIVE SORGENTE SIGILLATA (dl 230/95 art. 4 lettera g) sorgente formata da materie radioattive solidamente incorporate in materie solide, o sigillate in un involucro inattivo che presenti
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI. Struttura Semplice Siti Nucleari
DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI VALUTAZIONE DELL IMPATTO RADIOLOGICO RELATIVO AL SETTIMO TRASPORTO DI COMBUSTIBILE NUCLEARE IRRAGGIATO DALLA CENTRALE E. FERMI DI TRINO (VC) ALL IMPIANTO AREVA DI LA HAGUE