Comitato Etico Fisioterapisti

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1 Comitato Etico Fisioterapisti Comunicato n. 4 del 25 gennaio 2010 Oggetto: Titolarità della riabilitazione della disfagia Elementi oggetto di analisi 1) Riabilitazione Oggi ha pubblicato, sul numero di gennaio 2009, un articolo dal titolo Rieducazione della deglutizione nel paziente neurologico in fase acuta: valutazione e trattamento del tratto perorale ed orale, firmato da una fisioterapista e nel quale si cita anche un corso, organizzato da Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni, sul medesimo argomento, tenuto da una fisioterapista titolata a trattare la problematica in oggetto. 2) Con riferimento a tale pubblicazione, la FLI (Federazione Italiana Logopedisti), ha inviato a Riabilitazione Oggi una lettera in quanto si é sentita costretta ad intervenire. Ritiene la FLI, nel suo scritto, che il trattamento della disfagia debba essere multidisciplinare, che la disfagia interessi l intero tratto dell ingestione/digestione e che necessiti di approfondimenti diagnostici i quali richiedono l intervento di diversi professionisti esperti. Prosegue la FLI, nel suo documento, affermando che ciascuna professione debba esercitare in base alle specifiche competenze professionali, definite dal Profilo Professionale, dal Codice Deontologico e dagli Obiettivi Formativi Didattici, in rispetto alla L. 42/99. A questo proposito si cita, tratto dal documento in questione, il seguente passaggio Il Logopedista (DM 742/94), in riferimento alla diagnosi, possiede le

2 competenze per la Valutazione, ed il trattamento riabilitativo della Disfagia (...). In successione, nello stesso paragrafo, la FLI fa riferimento ad una fonte (Schindler O) e ad un testo in cui si afferma che Il corpus dottrinale e il catalogo nosologico dei logopedisti prevedono la sezione rispettivamente di deglutizione (swallowing) o deglutologia corpus dottrinale e di disfagia o disturbi della deglutizione infantili, adulti e senili catalogo nosologico (...). Prosegue la FLI la sua disamina, affermando che la maggior parte della letteratura nazionale ed internazionale sull argomento proviene dall ambito foniatrico e logopedico. Afferma infine la FLI, che diverse Linee Guida attribuiscono al logopedista la riabilitazione dei disturbi della deglutizione, e cita: - Linee guida SPREAD per la gestione del paziente neurologico in acuto. - Consensus Conference 2007 dei maggiori organismi e Società scientifiche rappresentanti la professione del Logopedista, del Foniatra, delle Associazione degli Utenti. Si nota mancare, in qualsivoglia parte del documento della FLI, qualsiasi riferimento alla professione del fisioterapista e al ruolo che questa professione occupa nella riabilitazione della deglutizione. 3) Parallelamente, il Master in Deglutologia dell Università di Torino, di cui è Direttore il Prof. Albera Roberto, ha nel proprio comitato scientifico il Prof. Oskar Schindler SCU Audiologia Foniatria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Torino, cui la FLI fa precedentemente riferimento. L accesso a tale Master è precluso alla professione del fisioterapista, e aperto invece al logopedista e a medici di diverse specialità. Analisi dei documenti e considerazioni - Si riscontra una corretta definizione di deglutizione da parte della stessa FLI, che la descrive come interessante l intero tratto dell ingestione/digestione. Pertanto, se la FLI è già in possesso della definizione corretta di deglutizione, non si capisce perchè persista nel collegarla con l ambito della foniatria - settore della medicina che studia la voce umana e le sue

3 alterazioni - non ritrovandone l evidente associazione con la riabilitazione viscerale, che compete, come da Profilo Professionale, al fisioterapista. - Si fa presente, a tal proposito, che in diversi Percorsi Universitari di Laurea in Fisioterapia, sono i medici specialisti in gastroenterologia (e non gli specialisti in foniatria) ad occuparsi della disamina della problematica della disfagia, istruendone per la parte riabilitativa gli allievi fisioterapisti, con l insegnamento delle diverse manovre terapeutiche. Questo perché fanno parte della preparazione del fisioterapista, sia lezioni teoriche che tirocinio pratico nel settore della riabilitazione viscerale. - Si ritiene che, coerentemente alla normativa vigente, sia ovviamente consentito alla professione del medico specialista foniatra, anche l esercizio in ambiti differenti da quelli più spiccatamente caratterizzanti la sua specializzazione. Pertanto non si rilevano anomalie, nell esercizio da parte del medico specialista foniatra, nel settore della riabilitazione viscerale della deglutizione. Un medico specialista può certamente occuparsi anche di problematiche cliniche, non afferenti alla propria specifica specializzazione. Per le professioni sanitarie riabilitative, invece, gli ambiti di competenza e autonomia sono definiti in riferimento a quanto espresso dai profili professionali, dalla L. 42/99 e dalla 251/00 e le competenze attribuite ad una professione non possono essere attribuite ad altre. Pertanto, pur con le naturali sovrapposizioni marginali tra le diverse professioni per il raggiungimento dei migliori risultati, non possono sussistere situazioni di sostituzione di una professione rispetto ad un altra. - Concorda il CEFt, sul fatto che gli interventi riabilitativi che si svolgano in condizioni di particolare complessità, possano esser svolti più adeguatamente tramite un approccio interdisciplinare, con la partecipazione di ciascun professionista secondo le rispettive competenze.

4 - La FLI sostiene una responsabilità e un ruolo primario, in capo alla figura del logopedista, per la riabilitazione del paziente disfagico. - Il CEFt ha analizzato la normativa vigente e i codici deontologici delle rispettive professioni, quella del fisioterapista e quella del logopedista. - Il CEFt osserva che nella normativa vigente relativamente alla professione sanitaria del logopedista (Decreto Ministeriale... Codice deontologico...) non è presente alcun riferimento relativo alla riabilitazione della deglutizione o di altre funzioni viscerali. La figura professionale del logopedista è invece chiamata a realizzare interventi relativi alla riabilitazione della comunicazione. - Infatti lo stesso Codice Deontologico del logopedista descrive all art. 7 comma 1 quali siano gli ambiti di intervento di questa figura professionale. Estratto art. 7 del Codice Deontologico: Art.7 - Ambiti professionali 1. Gli ambiti di intervento del Logopedista sono rivolti: a) al trattamento logopedico finalizzato alla cura dei disturbi del linguaggio e della comunicazione, così come specificato dalle competenze previste dal Profilo Professionale (D.M. 742/94), attraverso l'espletamento degli Atti specificati al successivo art.8; b) alla didattica, in qualità di tutor per il tirocinio degli allievi logopedisti, di docente delle discipline logopediche, di relatore esperto della materia, di coordinatore tecnico-pratico di tirocinio dei corsi di Diploma Universitario di Logopedista; c) alla ricerca scientifica; d) alla direzione di servizi, dipartimenti, uffici o unità organizzative.

5 E in modo correlato ed uniforme, ecco quanto espresso nel Profilo Professionale, D.M. n. 742, che si riporta integralmente: Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale del LOGOPEDISTA 14/09/1994 Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n.742 Il Ministro della sanità adotta il seguente regolamento: Art È individuata la figura del logopedista con il seguente profilo: il logopedista è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. 2. L'attività del logopedista è volta all'educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi. 3. In riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il logopedista: a. elabora, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; b. pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali; c. propone l'adozione di ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia; d. svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali; verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. 4. Il logopedista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.

6 Art. 2 Con decreto del Ministero della sanità è disciplinata la formazione complementare postbase in relazione a specifiche esigenze del Servizio sanitario nazionale. Art. 3 Il diploma universitario di logopedista conseguito ai sensi dell'art.6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni, abilita all'esercizio della professione. Art. 4 Con decreto del Ministro della sanità di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica sono individuati i diplomi e gli attestati, conseguiti in base al precedente ordinamento, che sono equipollenti al diploma universitario di cui all'art. 3, ai fini dell'esercizio della relativa attività professionale e dell'accesso ai pubblici uffici. - La riabilitazione viscerale rientra invece a pieno titolo nell ambito di competenze e titolarità che il legislatore ha voluto attribuire alla figura del fisioterapista, come descritto chiaramente a partire dall articolo 1 del Profilo professionale (D.M. 14 Settembre 1994 n. 741) di seguito riportato. Art.1 È individuata la figura del Fisioterapista con il seguente profilo: Il Fisioterapista è l'operatore sanitario abilitato a svolgere in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita. - Con riferimento al Master in Deglutologia dell Università di Torino, il CEFt ritiene opportuno richiamare alcuni principi relativi all approccio interdisciplinare, anche in riferimento agli effetti della L. 42/99.

7 L approccio interdisciplinare nasce per pazienti affetti da problematiche complesse, che richiedono un intervento integrato di varie professionalità e basato sulla conoscenza dei rispettivi ruoli e competenze. Da questo punto di vista, appare naturale che a Master come quello in questione, partecipino professionisti di diversi ambiti clinici, poichè ciascuno trarrà, dal percorso formativo, le conoscenze più opportune per interagire con gli altri professionisti nell ottica del miglioramento dello stato di salute del paziente. Le competenze acquisite, tuttavia, non possono tramutare una figura professionale in un altra disciplinarmente differente; per esempio, non é tramite un Master che il logopedista potrà, per esempio, effettuare indagini diagnostiche specialistiche. Pertanto anche agli effetti della 42/99, sicuramente un percorso post-base amplierà l ambito di autonomia della professione, ma relativamente agli obiettivi perseguiti dalla stessa nel proprio ambito disciplinare. A tal proposito, il logopedista non potrà tramutarsi in fisioterapista (e naturalmente viceversa) per gli effetti della 42/99, dovendo il suo approccio al paziente essere ristretto a quanto gli compete in base alla normativa vigente. Semmai l apporto della logopedista potrà essere integrato a quello del fisioterapista, cui compete quanto stabilito già dall articolo 1 del profilo professionale, cioè la riabilitazione viscerale, cioè nel merito, dei disordini della deglutizione. - Diversamente, altre Università aprono Master in deglutologia anche alla figura del fisioterapista, dimostrando una coerente interpretazione di approccio interdisciplinare. Si citano, a tal proposito, i requisiti di ammissione del Master di I livello in Disturbi della Deglutizione dell Università di Pisa, di cui è Direttore il Prof. Francesco Ursino: Requisiti per l'ammissione Diploma Universitario in: Dietista; Fisioterapista; Igiene Dentale; Logopedista; Tecniche di neurofisiopatologia; Terapista della neuro e psicomotricità dell età evolutiva.

8 Laurea triennale in Professioni Sanitarie Tecniche (SNT/3); Professioni Sanitarie della riabilitazione (SNT/2). Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia (46/S); Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione (SNT_SPEC/2). Laurea vecchio ordinamento in Medicina e Chirurgia (73048). Per l ammissione ai Master dell area medica in cui sono previste, nel programma formativo, attività cliniche diagnostiche e/o strumentali su pazienti, l ammissione è subordinata anche al possesso dell abilitazione all esercizio professionale. - Si osserva contemporaneamente un evoluzione dell offerta formativa delle Università, con l apertura di percorsi interdisciplinari per la gestione di problematiche che interessano diverse professioni per la risoluzione di specifiche problematiche cliniche. A tal proposito il CEFt osserva quindi come il Master in Deglutologia organizzato presso l Università di Torino, il cui accesso è consentito solo alla professione del logopedista, a medici specialisti di differenti aree ed è invece precluso alla professione di riferimento per la riabilitazione della deglutizione e in modo più ampio, a tutta la riabilitazione viscerale, il fisioterapista, rappresenti una anomalia, non giustificata dal panorama normativo vigente. Se da un lato il CEFt non può che accogliere con benevolenza, l organizzazione di master universitari interdisciplinari, per la realizzazione di interventi sempre più sinergici, la mancanza proprio della figura a cui per legge sono attribuiti gli interventi di riabilitazione viscerale, il fisioterapista, si ritiene non sia una scelta deontologicamente corretta. - A margine, vale forse la pena integrare quanto affermato, con una serie di riferimenti che contrastano con quanto è dato modo osservare, in diversi contesti clinici, relativamente anche alla riabilitazione cognitiva, ambito esclusivo di competenza e autonomia del fisioterapista. Si ritiene infatti, a tal proposito, che la mancanza di una discussione, sui principi deontologici, tra le diverse professioni, unitamente alle frequenti incongruità che si ha

9 modo di osservare nei contesti operativi professionali, alimentino situazioni che non sono deontologicamente corrette, alle quali dovrebbe essere data risoluzione. Per esempio, si constata come, in diversi contesti operativi, la riabilitazione cognitiva sia affidata alla figura dello psicologo o all educatore professionale, soprattutto nell ampio ambito della riabilitazione geriatrica (case di riposo, RSA). Questo dimostra, senza ombra di dubbio, che c è parecchia confusione sui ruoli proprio in seno agli stessi professionisti, che si sentono autorizzati ad operare in contesti che sono invece loro preclusi dalla normativa vigente. - Ritiene il CEFt, che se non sono chiari i principi di base dai quali nasce una professione, è facile che, soprattutto gli utenti di tali corsi, possano essere tratti in errore circa le competenze che tali percorsi consentirebbero loro di acquisire. - Ritiene in sostanza, il CEFt, che le professioni dovrebbero impegnarsi più spesso a ragionare sulla propria identità e chiarire, innanzitutto al proprio interno, quale sia davvero il proprio ruolo nell attuale contesto sanitario. Proprio per la scarsa conoscenza di loro stesse, le professioni sanitarie riabilitative possono talvolta avere difficoltà a riconoscere ruoli e ambiti professionali appartenenti ad altre professioni della stessa area. - Prendendo quindi spunto dal contenzioso segnalato, entrato il CEFt nel merito dell analisi della competenza e titolarità delle diverse professioni riabilitative per la riabilitazione della disfagia, prendendo in analisi i diversi elementi in suo possesso, ritiene di formulare delle risposte al riguardo. CONCLUSIONI Premesso che:

10 - Le diverse professioni riabilitative stanno vivendo, da alcuni anni, una fase di crescita e affermazione professionale. Ciò si osserva a tutti i vari livelli, a partire da quello della formazione universitaria, fino all interno dei diversi contesti di esercizio professionale. - Numerosi cambiamenti normativi e operativi sono avvenuti in tempi relativamente recenti, per cui esiste ancora una ridotta interazione tra le professioni della stessa area, particolarmente in seno ai percorsi formativi universitari. - Questi elementi contribuiscono talvolta a generare confusione sui rispettivi ruoli professionali e, a volte, addirittura nella conoscenza dei propri stessi campi operativi, anche perchè lo stesso SSN, talvolta, non valorizzando adeguatamente le proprie risorse in questo settore, tende a non far risaltare le diverse specificità di apporto delle professioni. - Il CEFt nasce anche per sostenere e alimentare la discussione sull etica professionale, in contesti come quello che ci si trova qui ad esaminare. Preme al CEFt riportare la discussione sulle radici deontologiche fondanti le professioni, perchè si ritiene che a tali elementi non sempre è data la giusta importanza e riconoscenza. Ritiene il CEFt: - Che nessun condizionamento debba essere esercitato verso alcun fisioterapista che svolga, coerentemente alla normativa vigente, attività di docenza, rieducazione e riabilitazione dei disfunzionamenti della deglutizione sia nel paziente neurologico acuto, come nel caso analizzato, che in ogni altro ambito clinico. - Che l intervento clinico possa opportunamente essere realizzato in équipe interdisciplinare.

11 - Riconosce l utilità del lavoro in équipe con il logopedista anche nel settore della riabilitazione del paziente affetto da problematiche disfagiche, purchè nel mantenimento dei rispetti ruoli e ambiti professionali. In particolare ritiene ancora il CEFt che la figura del logopedista possa, a buon titolo, essere chiamata ad intervenire per quelle disfunzioni di ambito foniatrico, che possano intersecarsi con alterazioni a livello della deglutizione. - Afferma che la riabilitazione della deglutizione non rientra nell ambito della foniatria, che, per definizione è quella parte della medicina relativa allo studio della fonazione (produzione, tramite le vie respiratorie, di suoni facenti parte di un linguaggio articolato) e dei suoi disturbi, ma rientra nell ambito della gastroenterologia. La funzione della deglutizione è una funzione viscerale (deglutizione = azione di far passare il contenuto della bocca nella laringe e poi nell esofago. Azione di inghiottire). Non a caso le indagini cliniche nel settore e le pubblicazioni, sono più di ambito gastroenterologico. - In modo interessante, è dato inoltre rilevare come, nella definizione degli standard europei della professione del logopedista da parte del CPLOL (STANDING LIAISON COMMITTEE OF E.U. SPEECH AND LANGUAGE THERAPISTS AND LOGOPEDISTS), questa professione sia associata tout court alla cura del linguaggio e della comunicazione. Si rileva inoltre che, nelle aree soggette a trattamento, è però compresa quella della terapia dell assunzione di cibo e deglutizione. - Utile ai fini della discussione sul trattamento interdisciplinare della disfagia, è un passaggio citato dal CPLOL, dove si afferma che La disfagia è stata descritta come la difficoltà nel muovere il cibo dalla bocca allo stomaco, ricollegabile a quanto precedentemente affermato. - Il paziente affetto da ictus cerebrale fa certamente parte delle categorie più tipicamente interessate da problematiche disfagiche. Considerato che tale paziente presenterà, tra le altre, in fase acuta, menomazioni:

12 - dello stato di coscienza - funzioni motorie e sensoriali, per es. del tratto pre-orale o del controllo posturale - cognitive e percettive In base alle concomitanti menomazioni, sarà logico e necessario che tale paziente sia trattato in équipe. - Detto questo, il CEFt ritiene più che logico che anche la figura professionale del logopedista contribuisca, in questa tipologia di utente, all identificazione e al trattamento, relativamente alla problematica disfagica, delle interagenti condizioni cliniche di propria pertinenza. Senza voler essere esaustivi, si pensi alla paralisi delle corde vocali, o alla disartria, che possono senza alcun dubbio interferire anche con la deglutizione, e trarre beneficio dall apporto specifico del logopedista. - In tal modo si ritiene possa essere anche data risposta alla presunta anomalia, all interno delle competenze che la CPLOL prevede, alla terapia dell assunzione di cibo e deglutizione e in riferimento a quanto espresso dalla FLI. Sostiene in pratica il CEFt, che certamente il logopedista contribuisce, in casi complessi quale quello del paziente con ictus in fase acuta, alla identificazione e correzione della problematica disfagica, ma solo per alcuni suoi aspetti, non per tutti. Questo rientra nella definizione di lavoro in équipe, è previsto nelle Linee Guida e si ritiene anche che sia l atteggiamento corretto. L attribuzione, che emerge invece dal documento della FLI, di una presunta esclusività del trattamento della disfagia alla sola figura professionale del logopedista, pare non dimostrare la comprensione del lavoro in équipe, né della complessità dei quadri clinici come quello in oggetto. Né pare dimostrare tale comprensione l apertura di un Master (Università degli Studi di Torino), al quale è precluso l accesso al fisioterapista.

13 - In particolare, non si ritiene rientri, tra le competenze del logopedista, la gestione riabilitativa dei disfunzionamenti viscerali connessi alla deglutizione, che competono invece al fisioterapista, come chiaramente stabilito dal suo Profilo Professionale. - Per aggiungere un ulteriore elemento rafforzativo delle conclusioni del CEFt, si analizza la Linea Guida Gestione dei pazienti con stroke: identificazione e gestione della disfagia - Questa Linea Guida è relativa alla disfagia del paziente con ictus in fase acuta. La valutazione della disfagia è introdotta nel paragrafo valutazione clinica iniziale della deglutizione e nutrizione dopo lo stroke di cui riportiamo alcune parti (il grassetto è stato aggiunto dallo scrivente): Screening della deglutizione B: Una procedura tipica per lo screening della deglutizione dovrebbe includere: * osservazioni iniziali dello stato di coscienza del paziente; * osservazioni del grado di controllo posturale. Se il paziente è capace di cooperare attivamente ed è capace di stare supportato in posizione eretta la procedura dovrebbe includere anche: * osservazioni dell igiene orale; * osservazioni del controllo delle secrezioni orali; * se appropriato, un test della deglutizione con acqua. Nella valutazione al letto del paziente si prevede che: B: Una valutazione clinica standardizzata al letto del paziente dovrebbe essere utilizzata da un professionista abile nella gestione della disfagia (correntemente, un terapista del linguaggio o della parola).

14 E relativamente al training per lo screening e la valutazione : D: Tutto lo staff coinvolto nell identificazione e trattamento della disfagia dovrebbe essere addestrato in rapporto alle raccomandazioni del rispettivo corpo professionale. Relativamente alla assistenza nei pazienti con disfagia : D: Lo staff, gli assistenti e gli stessi i pazienti dovrebbero essere addestrati sulle tecniche di somministrazione di cibo. Questo addestramento dovrebbe comprendere: * modificazioni del posizionamento e della dieta; * posizionamento del cibo; * gestione dei fattori comportamentali e ambientali; * gestione della igiene orale; * gestione del soffocamento. E, ancora più interessante, a finire tra gli effetti delle menomazioni cognitive e comunicative nella gestione dei pazienti con disfagia : D: La comunicazione, le funzioni cognitive e la capacità di prendere decisioni dovrebbero essere valutate di routine nei pazienti con disfagia. - Pertanto si può riscontrare come, logicamente, diversi fattori contribuiscano alla problematica disfagica. Infatti un alterazione della deglutizione può trovare una causa di natura generale come quella legata allo stato di coscienza, soggiacere all effetto precipitante di una disfunzione cognitiva, quale per esempio l aprassia, o essere l esito di menomazioni sensoriali, percettive e di interpretazione. Tanti professionisti allora trattano la disfagia, però ciascuno attuando misure terapeutiche per i corrispondenti eventi eziologici che ne sono alla base. Inoltre, banali correzioni per esempio della modalità di alimentazione, possono essere messe in atto, in modo interscambiabile, dai diversi specialisti. La stessa Linea Guida non

15 parla affatto del logopedista come unica figura che tratta il paziente con disfagia, ma fa emergere una varietà di ruoli e competenze da parte dell équipe. - Ancora, appare evidente che per tali utenti è necessario un approccio interdisciplinare, che permetterà il corretto intersecarsi di differenti professionalità, incontrando appieno tutte le esigenze cliniche. - Nonostante il CPLOL non identifichi direttamente, per il logopedista, quello della deglutizione come ambito di competenza: Definizione delle aree di competenza La logopedia e terapia del linguaggio/logopedisti riguarda la comunicazione e il linguaggio e tratta tutti i disordini del linguaggio, voce e del linguaggio parlato e scritto, indipendentemente dall eziologia, nei bambini, adolescenti, adulti e negli anziani. I terapisti della parola e linguaggio sono i professionisti responsabili per la prevenzione, valutazione, trattamento e lo studio scientifico della comunicazione umana e dei disordini associati. In questo contesto, la comunicazione comprende tutti quei processi associati alla comprensione e alla produzione di linguaggio parlato e scritto e inoltre le appropriate forme di comunicazione non-verbale. - Rileva sempre il CPLOL, che i logopedisti erogano trattamenti anche nell area della deglutizione, come mostrato qui a seguire: I terapisti della parola e del linguaggio/ logopedisti erogano trattamenti nelle seguenti aree: * disordini dell articolazione; * disordini della parola; * disordini della voce (con causa funzionale, risultato di trauma o organica, dello sviluppo o acquisita);

16 * disordini del linguaggio parlato; * disordini del linguaggio scritto (dislessia, disortografia, disgrafia); * disordini del ragionamento matematico e logico; * educazione precoce e terapia per una varietà di disabilità nell età evolutiva; * apprendimento di lettura delle labbra alle persone che hanno sviluppato una menomazione dell udito; * insegnamento a parlare ai bambini sordi, e terapia di linguaggio alle persone con una menomazione acquisita dell udito; * terapia della assunzione di cibo e della deglutizione; * terapia per i disordini della tuba di Eustachio; * mantenimento della comunicazione nelle persone con disordini cerebrali associati all invecchiamento. - Sostiene quindi coerentemente il CEFt che l apporto del logopedista potrà essere determinante a correggere quelle disfunzioni, pertinenti al corrispondente profilo, che si dovessero evidenziare in un paziente affetto da disfagia. Conclude tuttavia il CEFt, che l apporto della figura della logopedista è solo uno dei tanti prodotti dall équipe interprofessionale. Pertanto il logopedista contribuisce, come ogni altro professionista sanitario, allo screening della problematica in questione, ma, successivamente alla identificazione del caso clinico, gli competono solo alcuni degli atti diagnostici e terapeutici. In particolare, sono preclusi al logopedista quelli attribuiti al fisioterapista, ossia quelli relativi alla riabilitazione dei disfunzionamenti motori e viscerali, così spiccatamente funzionali, da esser spesso descritti da esami diagnostici del tutto coerentemente chiamati funzionali. Si ritiene pertanto, in conclusione, non potersi assolutamente affermare che la riabilitazione dei disturbi di deglutizione è di pertinenza specifica del logopedista, come invece sostenuto nel documento FLI preso in considerazione.

17 Bibliografia Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN), Management of patients with stroke: identification and management of dysphagia. A national clinical guideline, Edinburgh, SIGN, 1997 Comitato Etico Fisioterapisti (CEFt) Presidente: Sara Patuzzo, Vicepresidente: Marina De Bartolo Indirizzo: Via Monte Ortigara, Verona sara.isa@libero.it web: comitatoeticofisioterapisti.org cell: (+39)

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