AGGIORNAMENTO DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

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1 AGGIORNAMENTO DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

2 Sommario Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza e l Integrità Aggiornamento PARTE PRIMA... 4 Art. 1 Premessa, oggetto e finalità... 4 Art. 2 Funzioni aziendali... 4 Art. 3 Organizzazione della Struttura... 6 Art. 4 Responsabile della prevenzione della corruzione... 6 Art. 5 Rotazione degli incarichi... 7 Art. 6 Compiti dei dipendenti e responsabili delle posizioni organizzative... 7 Art. 7 Attività con rischio di corruzione... 8 Art. 8 Formazione, controllo e prevenzione del rischio... 9 Art. 9 Obblighi informativi Art. 10 Obblighi di trasparenza Art. 11 Strumenti normativi e regolamentari per contrastare la corruzione Art. 12 Adozione di un sistema di controlli interni e coordinamento fra questo e il piano di prevenzione della corruzione Art. 13 Monitoraggio Art. 14 Codice di comportamento Art. 15 Wistleblowing Art. 16 Adozioni di misure per la tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito Art. 17 Autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali Art. 18 Modalita per verificare il rispetto del divieto di svolgere attivita incompatibili dopo la cessazione del rapporto di lavoro Art. 19 Predisposizione di protocolli di legalita per gli affidamenti Art. 20 Trasparenza e integrità Art. 21 Condanne penali Art. 22 Sanzioni Disciplinari Art. 23 Piano Programma Triennale Art. 24 Obblighi di pubblicazione del piano PARTE SECONDA DISCIPLINA DEI REATI ED INDICAZIONI DELLE PRINCIPALI MODIFICHE INTRODOTTE DALLA LEGGE 190/ Articolo Pubblico ufficiale Articolo Persona incaricata di un pubblico servizio Articolo 359. Persone esercenti un servizio di pubblica necessità Articolo Peculato Articolo Peculato mediante profitto dell errore altrui Articolo 317 Concussione Articolo Corruzione per un atto d ufficio Articolo Corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio Articolo 319 quater Induzione indebita a dare o promettere utilità Articolo 322 Istigazione alla corruzione Articolo Abuso d ufficio Articolo Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio PARTE TERZA CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL UFFICIO D AMBITO DELLA CITTA DI MILANO - AZIENDA SPECIALE DEL COMUNE DI MILANO Art. 1. Disposizioni di carattere generale

3 Art. 2. Ambito di applicazione Art. 3. Principi generali Art. 4. Regali, compensi e altre utilità Art. 5. Partecipazione ad associazioni e organizzazioni Art. 6. Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse Art. 7. Obbligo di astensione Art. 8. Prevenzione della corruzione Art. 9. Trasparenza e tracciabilità Art. 10. Comportamento nei rapporti privati Art. 11. Comportamento in servizio Art. 12. Rapporti con il pubblico Art. 13. Disposizioni particolari per i dirigenti /responsabili di posizione organizzativa Art. 14. Responsabilità conseguente alla violazione dei doveri del codice Art. 17. Disposizioni finali e abrogazioni

4 PARTE PRIMA NORME DI CARATTERE GENERALE Art. 1 Premessa, oggetto e finalità L Ufficio d Ambito della Città di Milano Azienda Speciale del Comune di Milano - è un organismo strumentale del Comune di Milano. In tema di anticorruzione e trasparenza si fa riferimento, per quanto applicabili e compatibili con la dimensione, la struttura, le funzioni e l organizzazione aziendale, a quanto già disciplinato dall Ente locale di riferimento, a quanto contenuto nel seguente piano, ed al piano nazionale in merito. Ai sensi di quanto disposto dall art. 1 commi 5,8 e 9 della Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione dell illegalità nella Pubblica Amministrazione l Ufficio d Ambito della Città di Milano adotta un Piano triennale di prevenzione della corruzione allo scopo di fornire una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici a tale rischio. Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza e l integrità è stato approvato dal Consiglio d Amministrazione dell Ufficio ATO Città di Milano nella seduta del 22/07/2014 con deliberazione n. 20/2014; si procede ad un aggiornamento del precedente piano prendendo a riferimento il triennio come scorrimento del periodo temporale del precedente piano. L aggiornamento del piano avverrà annualmente e comunque ogni volta che emergeranno rilevanti mutamenti organizzativi dell Azienda. Il presente piano individua e descrive le aree di attività maggiormente esposte al rischio di corruzione e di illegalità e indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli, e definisce le modalità di coinvolgimento del personale, impiegato nelle aree più a rischio, definendo misure di prevenzione, monitoraggio e controllo del rispetto delle stesse. A tal fine tiene conto di tutte le attività considerate a rischio di corruzione dell art. 1 comma 16 della legge 190/12. L Ufficio d Ambito si impegna a dare la massima pubblicità al presente atto di programmazione pubblicandolo sul proprio sito istituzionale e consegnandolo ad ogni collaboratore già alle dipendente dell Ufficio nonché ad ogni nuova unità che verrà assunta presso lo stesso. Art. 2 Funzioni aziendali L Ufficio d Ambito è un Azienda Speciale del Comune di Milano ai sensi dell art. 114 del D.Lgs. 267/2000 e della L.R. 21/2010 e smi. Le funzioni di competenza dell Azienda sono di pianificazione, regolazione e controllo della gestione del servizio idrico integrato, oltre che di espressione di pareri in ordine al rilascio di autorizzazioni in materia di scarichi industriali in pubblica fognatura. 4

5 L Ufficio d Ambito della Città di Milano ha inoltre il ruolo di sviluppo e controllo del calcolo tariffario, attribuito con deliberazioni dell AEEGSI (Autorità per l Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico). Con Decreto Legge 6 Dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazioni, nella Legge 22 dicembre 2011 n. 214, sono state trasferite all Autorità per l Energia Elettrica e Gas (ex AEEG ora AEEGSI) le funzioni di regolazione e controllo in materia di servizi idrici, prima svolte dal Ministero dell Ambiente, dalla Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche (Conviri). L ATO ha inoltre responsabilità in materia di Piano d Ambito, previsto dal Dlgs. 152/2006 art. 149, strumento principale di pianificazione attraverso il quale gli Enti d Ambito possono organizzare, attivare e governare il sistema idrico integrato, al fine di garantire un servizio efficace, efficiente ed economico. L ATO, tramite il Piano d Ambito, deve fissare gli obiettivi quantitativi e qualitativi dei servizi, deve determinare gli investimenti necessari per raggiungerli e deve definire le condizioni tariffarie ed effettuare la scelta della modalità di affidamento del servizio. Si elencano nel seguito le attività principali svolte dall Ufficio, con rilevanza esterna, ed il grado di rischio in materia di corruzione delle stesse, rivalutato alla luce dell esperienza maturata nei precedenti periodi di monitoraggio dell attività complessiva della struttura. L Ufficio procederà alla formazione del personale e proseguirà nel monitoraggio delle modalità di svolgimento delle stesse. Servizi coinvolti Aree Attività Grado di rischio Servizio Tecnico Area C Area C Area Varie Amm/Tec Area Varie Amm/Tec Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Area Varie Amm/Tec Area Varie Amm/Tec Autorizzazioni Pareri Tecnici Endoprocedimentali Controlli Sanzioni (in collaborazione con Servizio Amministrativo) Piano d Ambito (e varianti) Tariffa Medio / Basso Medio / Basso Servizio Amministrativo Area B Area D Area A Area A Area A Area B Area Varie Amm/Tec Affidamenti di lavori, servizi e forniture in economia Affidamenti con gare Liquidazione di Importi definiti da Contratti Procedimenti disciplinari di infrazioni di minore entità Concorsi Gestione cassa e Banca Sanzioni (in collaborazione con Servizio Tecnico) Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Medio / Basso Ai fini dell implementazione del presente documento verrà previsto il coinvolgimento nell attività di analisi e valutazione, di proposta e di definizione delle misure e delle azioni di monitoraggio, dei Responsabili dei Servizi e di tutto il personale impiegato nelle aree a più alto rischio. 5

6 L organigramma aziendale è così strutturato: Art. 3 Organizzazione della Struttura Le risorse umane in dotazione all Azienda sono assolutamente esigue rispetto alla previsione iniziale, e l Ufficio d Ambito, alla data del 15 Gennaio 2015, si compone del seguente personale: Direzione Servizio Amministrativo Servizio Tecnico 1 Direttore con contratto di diritto privato n. 1 Funzionario Amministrativo n. 1 Istruttore Amministrativo n. 1 Funzionario Tecnico n. 1 Istruttore Tecnico Contratto fino al 31/12/2015 Tempo pieno e indeterminato Tempo pieno e indeterminato Tempo pieno e indeterminato Tempo pieno e indeterminato Art. 4 Responsabile della prevenzione della corruzione In considerazione delle ridotte dimensioni dell Azienda e del suo organico, il Responsabile della prevenzione della corruzione, individuato dal Consiglio d Amministrazione, è il Direttore dell Ufficio d Ambito, che riveste altresì il ruolo di Responsabile della trasparenza. Il Responsabile: 6

7 - aggiorna annualmente il Piano Triennale della prevenzione della corruzione entro il 31 gennaio di ogni anno; - dispone, dopo l adozione del Piano, la sua trasmissione al Comune di Milano, in quanto Ente Responsabile, affinchè proceda alla trasmissione al Dipartimento della funzione pubblica, ovvero vi provvede direttamente, e si cura della sua pubblicazione sul sito internet aziendale; - provvede alla verifica dell efficace attuazione del Piano e della sua idoneità; - propone le modifiche al Piano in caso di accertamento di significative violazioni o mutamenti dell organizzazione; - definisce i programmi di formazione dei dipendenti a più alto rischio di corruzione; - predispone la Relazione sull attuazione del Piano di prevenzione della corruzione che deve essere pubblicata sul sito web istituzionale entro il 15 dicembre di ogni anno e deve essere presentata al Consiglio d Amministrazione entro tale data. Il Consiglio d Amministrazione approva le eventuali azioni correttive del Piano proposte dal Responsabile a seguito delle criticità eventualmente emerse. - individua il personale da inserire nei programmi di formazione e, entro il 31 gennaio di ogni anno, definisce ed aggiorna procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti che svolgono attività con più alto rischio di corruzione. Art. 5 Rotazione degli incarichi L Ufficio, data l esigua dotazione di personale ed i limiti alle assunzioni imposti dalla normativa attualmente vigente, presenta al momento difficoltà nel procedere alla rotazione del personale chiamato a ricoprire incarichi esposti alla corruzione. Procederà pertanto a corsi di formazione e forme di controllo dell attività idonee a verificare la correttezza dell operato dei propri dipendenti. Qualora possibile, il Responsabile della Prevenzione della corruzione, concorda con i Responsabili dei Servizi, la rotazione dei dipendenti coinvolti nell istruttoria di cui all art. 7 (che segue). Art. 6 Compiti dei dipendenti e responsabili delle posizioni organizzative Tutti i dipendenti ed in particolare coloro che sono destinati a svolgere attività particolarmente esposte alla corruzione, a cui il presente piano viene consegnato con riferimento alle rispettive competenze previste dalla legge e dai regolamenti vigenti, sono tenuti a prenderne visione ed a provvedere alla sua esecuzione. E fatto obbligo ai medesimi soggetti di segnalare con tempestività ogni situazione di conflitto di interessi, quand anche potenziale, e conseguentemente astenersi dal porre in essere qualsivoglia comportamento lesivo degli interessi e dei diritti dell Azienda. Il mancato rispetto di tale obbligo costituisce elemento di valutazione della responsabilità degli stessi quale violazione delle norme sul tema di trasparenza nonché illecito disciplinare. 7

8 I dipendenti che svolgono attività a rischio corruzione devono comunicare tempestivamente al proprio Responsabile qualsiasi anomalia riscontrata nell ambito dei procedimenti ed anche nell abituale attività proponendo le idonee azioni correttive. Art. 7 Attività con rischio di corruzione Al fine di attuare un processo di risk management mediante l analisi e la gestione del rischio, è necessario stimare e misurare i rischi che possono influenzare le attività e gli obiettivi dell Azienda. Si procede a stimare i rischi anche alla luce delle risultanze dell applicazione del piano anticorruzione, riassunte nella relazione annuale 2014 redatta dal Responsabile. Non essendosi verificati eventi di corruzione, si ritiene opportuno ridurre i livelli di rischio, proseguendo con la formazione e la sensibilizzazione del personale alla correttezza delle attività svolta. L attività inoltre deve essere svolta nell ottica del raggiungimento degli obiettivi di performance previsti nel piano delle performance dell Ufficio approvato dal Consiglio d Amministrazione. Le attività dell Azienda che possono presentare un rischio di corruzione sono di seguito individuate: AREA/PROCESSO RISCHIO MISURE DI CONTROLLO RESPONSAB. PROBAB. OBBLIGAT ULTERIORI AREA A Gestione incarichi e Induzione ad Rispetto del Procedure Direttore e Medio / Bassa consulenze indicare esigenze Codice dei Funzionario alterate per Contratti favorire i singoli Liquidazione importi per consulenze e collaborazioni Rischio Interno Liquidazioni importi di entità differenti da quelli pattuiti Rischio Interno Concorsi e prove Induzione a selettive per favorire i singoli l assunzione del Rischio Interno personale e progressioni di carriera AREA B Gestione acquisti Induzione ad alterare la procedura per favorire fornitori specifici Rischio Interno Acquisti effettuati Induzione a con cassa economale favorire fornitori specifici - Rischio Interno AREA C Rispetto piano Trasparenza e Anticorruzione Formazione Personale Codice di Comportamento e Piano Trasparenza e Anticorruzione Rispetto codice degli acquisti trasparenza - formazione Rispetto del Codice di Comportamento trasparenza - formazione Controlli Direttore e Funzionario Procedure Direttore Funzionario Procedure Direttore e Funzionario Procedure Direttore Funzionario e e Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa 8

9 Rilascio di pareri per autorizzazioni allo scarico di reflui industriali in pubblica fognatura AREA D Affidamento forniture con gare AREA VARIE Area Amministrativa Protocollo e gestione documentazione Determinazione tariffe S.I.I. Controlli sul Gestore del S.I.I. Controlli sulle attività produttive per gli scarichi in pubblica fognatura e Sanzioni Area Tecnica Controlli sulle attività produttive per gli scarichi in pubblica fognatura e Sanzioni Determinazione tariffe S.I.I. Controlli sul Gestore del S.I.I. Pianificazione / Varianti Piano d Ambito Induzione a favorire gli istanti l autorizzazione in fase di istruttoria Induzione a favorire gli istanti Induzione ad occultare o falsificare la documentazione - Rischio Interno Induzione a favorire il soggetto Gestore Induzione a favorire il soggetto controllato Applicazione di sanzioni di valori ridotti a favore di alcuni soggetti controllati Applicazione di sanzioni di valori ridotti a favore di alcuni soggetti controllati Induzione a favorire il soggetto Gestore Induzione a favorire il soggetto controllato Possibilità di agevolare il Gestore Codice Ambiente Legge Regionale, Regolamenti Codice contratti e dei Codice di Comportamento e Formazione Codice di comportamento e normative Convenzione di affidamento Piano dei Controlli, Codice di Comportamento, Formazione Piano dei Controlli, Codice di Comportamento, Formazione Codice di comportamento e normative Convenzione di affidamento Convenzione di affidamento Procedure e controlli Procedure e controlli Procedure Direttore Funzionario Direttore Funzionario Direttore, Funzionario Istruttore Procedure Direttore e Funzionario Procedure Controlli Procedure controllo Procedure controllo e e e Direttore, Funzionario Istruttore Direttore Funzionario Direttore Funzionario Procedure Direttore e Funzionario Procedure Controlli e Direttore, Funzionario Istruttore Controllo Direttore e Funzionario e e e e e e e Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio /Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Medio / Bassa Art. 8 Formazione, controllo e prevenzione del rischio I dipendenti che, direttamente o indirettamente, svolgono un attività tra quelle indicate all art. 7 (nonché all art. 2) come a rischio di corruzione devono partecipare ad un programma formativo. Il Responsabile individua, anche per il triennio , i dipendenti che hanno l obbligo di partecipare ai programmi di formazione. La formazione avverrà a due livelli: 9

10 - livello generale, rivolto a tutti i dipendenti, che riguarda l aggiornamento delle competenze e delle tematiche dell etica e della legalità, i contenuti del Piano Triennale di Prevenzione della corruzione e del Codice etico; - a livello specifico, rivolto al responsabile della prevenzione, ai referenti, ai dirigenti e funzionari addetti alle aree a rischio, che riguarda le politiche, i programmi e i vari strumenti utilizzati per la prevenzione e le tematiche settoriali, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto nell amministrazione. Il Programma di formazione approfondisce le norme penali in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione ed in particolare i contenuti della L. 190/2012 nonché favorisce l interscambiabilità tra le diverse risorse umane operanti nell Ufficio d Ambito. L Ufficio d Ambito, ha proceduto, già l anno precedente, ad una verifica con i competenti uffici del Comune di Milano, della fattibilità dell inserimento dei propri dipendenti nei corsi organizzati dal Comune stesso. Non essendo possibile, in quanto Ufficio a se stante, si è proceduto con corsi di formazione organizzati in maniera autonoma. Si procede anche per il 2015 all attivazione di corsi di formazione del personale all esterno della struttura comunale, aggiornando, entro il 31/07/2015 il piano della formazione precedentemente predisposto. Nel corso del 2014 tutto il personale dell Ufficio ha preso parte al corso Integrità, trasparenza e anticorruzione: tra norme e organizzazione. Sono stati altresì seguiti corsi e seminari formativi come meglio specificati nella relazione annuale 2014 redatta dal Responsabile. Non si è data attivazione ai corsi di lingua previsti nel piano della formazione per i quali si valuterà l avvio nel corso del Il Responsabile prosegue anche per il 2015 all individuazione delle materie oggetto di formazione, correlate alle attività per cui è stato individuato il rischio di corruzione di cui all art. 7 del presente piano, e a quelle inerenti ai tempi della legalità e dell etica, nonché i nominativi di dipendenti e funzionari che svolgono attività a rischio di corruzione. Al fine di prevenire e controllare il rischio derivante da possibili atti di corruzione il Responsabile può richiedere in qualsiasi momento ai propri dipendenti che abbiano istruito e/o adottato il provvedimento finale di dare adeguata motivazione circa le circostanze di fatto e le ragioni giuridiche che sottendono l adozione del provvedimento. Il Responsabile può in ogni momento verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti su comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalità. Nel corso del 2014 non si sono registrati comportamenti scorretti da parte dei dipendenti della struttura, sia grazie alla formazione del personale che all applicazione di procedure e strumenti di controllo dell attività svolta. Con l adozione del Piano per la Formazione da parte del Direttore dell Azienda, il Responsabile del piano della prevenzione della corruzione assolve agli obblighi di definire appropriate procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti destinati ad operare in settore particolarmente esposti al rischio della corruzione di cui al comma 8 dell art. 1 L. 190/

11 Art. 9 Obblighi informativi I dipendenti che istruiscono un atto o che adottano un provvedimento finale relativo alle attività descritte all art. 7 devono darne informazione al Responsabile del Piano della prevenzione alla corruzione secondo le modalità e con la cadenza che sarà concordata con ciascun dipendente. L informativa ha la finalità di: verificare la legittimità degli atti; monitorare il rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti; monitorare i rapporti tra l Azienda ed i soggetti che con essa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere. Art. 10 Obblighi di trasparenza I provvedimenti adottati che rientrano nella fattispecie di cui all art. 7 del presente Piano devono essere pubblicati nell apposita sezione del sito internet Amministrazione trasparente, sottosezione Prevenzione della Corruzione. Dovranno essere pertanto pubblicati sul sito internet istituzionale tutte le informazioni relative ai procedimenti amministrativi di cui all art. 7, in modo da permettere al cittadino / utente un controllo sulle decisioni assunte dall Azienda nelle materie a rischio di corruzione. Il Responsabile della prevenzione della corruzione vigila che la pubblicazione venga effettuata regolarmente secondo quanto stabilito da comma precedente. Dovranno essere altresì pubblicati: - Bilanci, consuntivi; - Codice etico relativo al personale dipendente - Indennità di sindaco, amministratori, gettoni di presenza ai consiglieri, curriculum sindaco e Giunta; - Curricula delle Posizioni Organizzative - Incarichi professionali, consulenze e collaboratori esterni - Incarichi società partecipate - Legge n. 190 del 6/11/2012 Anticorruzione e s.m.i.; - Atti amministrativi Nel corso del 2014 si sono adempiuti gli obblighi di trasparenza e si è proceduto alla pubblicazione sul sito istituzionale di tutte le informazioni previste per legge, verificando altresì sulla pubblicazione, sulla completezza, sull aggiornamento e sull apertura del formato di ciascun documento, dato ed informazione. Si procederà in tal senso anche per il

12 Art. 11 Strumenti normativi e regolamentari per contrastare la corruzione Al fine di una efficace azione di contrasto dei fenomeni corruttivi, l Ufficio d Ambito della Città di Milano si è avvalsa anche del Piano Nazionale Anticorruzione, con specifico riferimento alle misure obbligatorie di prevenzione nello stesso indicate. Oltre al rispetto degli obblighi di pubblicazione sul sito internet istituzionale di tutte le informazioni relative ai procedimenti amministrativi, l Ufficio ha proceduto allo svolgimento dei provvedimenti amministrativi nel rispetto di quanto disciplinato dall art. 3 della L. 241/90. Inoltre procederà nello svolgimento della propria attività nel rispetto delle regole e dei principi di legalità e/o integrità previsti da: - D.Lgs. 231/ Legge 190/ Codice etico aziendale - Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici di cui al DPR 62/13 del 16/04/ Convenzione di affidamento del servizio idrico integrato per la Città di Milano, e relativi regolamento del servizio idrico integrato e disciplinare tecnico; - Statuto e Regolamento di Funzionamento dell Ufficio d Ambito; L Ufficio procederà inoltre, laddove necessario, alla revisione dei propri atti regolamentari ai fini del loro graduale adeguamento alle disposizioni normative in tema di prevenzione della corruzione, approfondendo la mappatura delle aree di rischio mediante l analisi dei risultati delle indagini svolte in sede di redazione del piano medesimo. Sarà cura dell Ufficio attuare i procedimenti di controllo di gestione, monitorando le attività individuate dal presente Piano, come a più alto rischio di corruzione, attraverso l applicazione di indicatori di misurazione dell efficacia e dell efficienza (economicità e produttività. L Ufficio farà altresì riferimento ad ulteriori normative in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione. Art. 12 Adozione di un sistema di controlli interni e coordinamento fra questo e il piano di prevenzione della corruzione L Ufficio d Ambito procederà con un sistema di controlli interni volto a verificare l adeguatezza delle scelte strategiche, la legittimità, la regolarità e la correttezza dell azione amministrativa e contabile, l efficienza, l efficacia ed economicità della stessa, la valutazione della performance e il controllo sulla qualità dei servizi. Il sistema dei controlli interni sarà finalizzato ad assicurare il rispetto delle leggi e dei regolamenti interni e la salvaguardia dell integrità dell Azienda, anche al fine di prevenire frodi a danno dell Ufficio d Ambito e dei cittadini. Il sistema dei controlli interni sarà ispirato a criteri di 12

13 chiarezza e congruenza degli obiettivi, trasparenza e oggettività dei criteri utilizzati, verifica dei risultati, coinvolgimento e responsabilizzazione delle unità lavorative coinvolte. L Azienda procederà a sviluppare strategie di controllo sull operato del Gestore, nel rispetto della Convenzione di Affidamento per la Gestione del Servizio Idrico Integrato, tenuto conto delle direttive dell AEEGSI, della Regione Lombardia, e di eventuali ulteriori interventi normativi in materia. L eventuale difformità di comportamento a quanto previsto dal presente Piano costituiscono grave irregolarità di cui il Responsabile dell Anticorruzione dovrà dare comunicazione al Presidente dell Azienda, all Organismo Indipendente di Valutazione, nonché qualora ne ricorrano i presupposti, alla Sezione Regionale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale. Art. 13 Monitoraggio L implementazione del Piano anticorruzione sarà accompagnata da una costante verifica della pertinenza e dell efficacia dell azione. L attività di monitoraggio consente di individuare eventuali nuovi rischi insorti e di analizzare l evolversi di quelli già identificati facendo sì che il Piano rappresenti un insieme di strumenti finalizzati alla prevenzione che si vanno via via evolvendo alla luce dei feedback che emergono in fase attuativa. Il Responsabilità dovrà monitorare le attività a più alto rischio di corruzione verificando altresì il termine di conclusione del procedimento. Sarà cura del Responsabile vigilare sull attuazione delle disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi. Al fine di garantire massima trasparenza del procedimento amministrativo, dovrà essere comunicato al cittadino / utente che richiede il rilascio di provvedimenti autorizzativi, oppure qualsiasi altro provvedimento o atto, il nominativo del responsabile del procedimento, il termine entro il quale sarà concluso il procedimento, l indirizzo PEC dell Ufficio ed il sito istituzionale dell Ufficio, oltre che ulteriori informazioni necessarie per garantire la trasparenza dell attività amministrativa. Mediante idonei strumenti di divulgazione, coloro che si rivolgono all Ufficio d Ambito della Città di Milano per ottenere un provvedimento che li riguardi, devono essere invitati a: - comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica, o di posta elettronica certificata ed il proprio recapito telefonico; - comunicare ogni variazione delle informazioni riportate nei certificati camerali concernenti la propria compagine sociale; - autorizzare l utilizzo dei propri dati personali; - indicare eventuali gradi di parentela o affinità esistenti tra l utente, i titolari, gli amministratori, i soci; 13

14 - non promettere, offrire, somme di denaro o qualsiasi altra ricompensa, vantaggio, beneficio od utilità, sia diretta sia indiretta, od anche tramite intermediari, al fine di ottenere il rilascio del provvedimento o di distorcere, alterare o influenzare il corretto espletamento della successiva attività o valutazione da parte dell Ufficio d Ambito; - denunciare alle Forze di Polizia ogni illecita richiesta di denaro od altra utilità ovvero offerta di protezione o estorsione di qualsiasi natura dovesse ricevere o venisse avanzata nei confronti suoi o dei propri rappresentanti, dipendenti, familiari o di eventuali soggetti ad esso legati da rapporti di lavoro, professionali, imprenditoriali. Art. 14 Codice di comportamento Per quanto riguarda il Codice di comportamento dei dipendenti dell Azienda, si rinvia al Codice nel seguito allegato, alle disposizioni del Codice di cui al DPR 62 del 16/04/2013 ed al Codice del Comune di Milano che prevedono l adozione di misure che garantiscano il rispetto delle norme ivi contenute e l effettiva attivazione della responsabilità disciplinare dei dipendenti in caso di violazione dei doveri di comportamento. Art. 15 Wistleblowing Si tratta di una procedura a favore della trasparenza che prevede la possibilità del dipendente di effettuare una segnalazione di un illecito, che deve giungere al Responsabile della prevenzione della corruzione, in forma anonima ma tracciata. L anonimato del wistleblowing deve essere garantito in ogni caso, a meno che sia necessario per permettere all accusato di difendersi, nel caso in cui l accusa si regga solo sulla segnalazione del wistleblower. L ufficio predispone un modulo di segnalazione standard che può essere da tutti i dipendenti. Art. 16 Adozioni di misure per la tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito L art. 54-bis del D.Lgs. n. 165/2011, così come aggiunto dall art. 51 della legge n. 190/2012 prevede: 1. Fuori dai casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all autorità giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. 2. Nell ambito del procedimento disciplinare, l identità del segnalante non può essere rivelata senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l identità del segnale non può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell incolpato. 14

15 3. L adorazione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della Funzione Pubblica, per i provvedimenti di competenza, dell interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni. Pertanto, il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato una segnalazione di illecito deve darne notizia circostanziata al Responsabile della prevenzione della corruzione. Il Responsabile dovrà valutare se sono presenti gli elementi di illecito e, se del caso, adottare atti o provvedimenti per ripristinare la situazione e/o per rimediare agli effetti negativi della discriminazione in via amministrativa. Il Responsabile della prevenzione della corruzione valuterà la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione. Art. 17 Autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali In sede di autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali, secondo quanto previsto dall art. 53, comma 7, del D.Lgs. n. 165/2001, l ATO procederà alla valutazione degli eventuali profili di conflitto di interesse, anche sole se potenziali. Pertanto, è importante, che l istruttoria circa il rilascio dell autorizzazione avvenga in maniera molto accurata e puntuale, tenendo presente che talvolta lo svolgimento di incarichi extra-istituzionali costituisce per il dipendente un opportunità di arricchimento professionale con positiva ricaduta nell attività istituzionale ordinaria. Il dipendente è tenuto a comunicare formalmente all Amministrazione anche l attribuzione di incarichi gratuiti (art. 53, c.12); qualora l incarico, a titolo gratuito, venga svolto dal dipendente in considerazione della professionalità che lo caratterizza all interno dell Ufficio, l ATO dovrà verificare l assenza di conflitti di interesse (anche potenziali). Qualora si rilevassero dei conflitti, l ATO potrebbe vietare al dipendente di svolgere tale attività. Gli incarichi extra istituzionali autorizzati dall Ufficio ATO, dovranno essere comunicati al Dipartimento della Funzione Pubblica in via telematica. Art. 18 Modalita per verificare il rispetto del divieto di svolgere attivita incompatibili dopo la cessazione del rapporto di lavoro L art. 53, comma 16-ter del D.Lgs. n. 165/2001, così come inserito dalla lettera l) della comma 42 dell art. 1 della L. 6 novembre 2012, n. 190, testualmente dispone: 16-ter. I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell attività della pubblica Amministrazione svolta attraverso i medesimo poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che 15

16 li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti. I dipendenti interessati sono coloro che per il ruolo e la posizione ricoperti nell Amministrazione comunale hanno avuto il potere di incidere in maniera determinante sulla decisione oggetto dell atto e, quindi, coloro che hanno esercitato la potestà o il potere negoziale con riguardo allo specifico procedimento o procedura (dirigenti, Responsabili di posizione organizzativa, responsabili di procedimento nel caso previsto dall art. 125, commi 8 e 11, del D.Lgs. n. 163/2006). Ai fini dell applicazione delle suddette disposizioni si impartiscono le seguenti direttive: a) Nei contratti di assunzione del personale è inserita la clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l apporto decisionale del dipendente; b) Nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, è inserita la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritari o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; c) Verrà disposta l esclusione delle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente. Art. 19 Predisposizione di protocolli di legalita per gli affidamenti Dopo il pronunciamento dell Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, a mezzo determinazione n. 4/2012 circa la legittimità di prescrivere l inserimento di clausole contrattuali che impongono obblighi in materia di contrasto delle infiltrazioni criminali negli appalti. L ATO, in attuazione dell art. 1, comma17, della legge n. 190/2012, procederà all applicazione di quanto disposto dalla normativa pe l affidamento degli appalti. Pertanto, negli avvisi, nei bandi di gara e nelle lettere di invito verrà inserita la clausola di salvaguardia che il mancato rispetto del protocollo di legalità o del patto di integrità dà luogo all esclusione dalla gara e alla risoluzione del contratto. Art. 20 Trasparenza e integrità Per quanto riguarda il Programma triennale per la trasparenza e l integrità, ivi compresi gli Organi interessati in materia, si rinvia, per quanto compatibile e per gli aspetti pertinenti l Azienda, al Programma approvato dal Comune di Milano, da ultimo, con deliberazione del 31 Gennaio 2014 n Ai sensi dell art. 43 del D.Lgs. 33/2013, si specifica che con deliberazione in data 22/07/2014 il Consiglio di Amministrazione aziendale ha nominato il Direttore, Dott. Andrea Zelioli, Responsabile per l anticorruzione e la trasparenza. 16

17 Art. 21 Condanne penali Fatto salvo quanto già previsto dal Dlgs. 231/01 ed in attuazione di quanto previsto dagli artt. 35 bis del Dlgs n. 165/2001 e 3 del Dlgs. 39/2013 è disposta la verifica della sussistenza di sentenze di condanna, anche non passate in giudicato, per i reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 314 e ss. c.p.): - all atto della nomina dei componenti delle commissioni di concorso per l accesso al pubblico impiego e delle commissioni per l affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici o privati; - all atto del conferimento di incarichi dirigenziali e degli incarichi di cui all art. 3 del Dlgs 39/2013. La preclusione opera in presenza di una sentenza, ivi compresi i casi di patteggiamento per i delitti contro la pubblica amministrazione anche se la decisione non è ancora irrevocabile ossia non è ancora passata in giudicato. L ambito soggettivo di applicazione della norma riguarda sia i dirigenti che i funzionario che svolgano funzioni direttive. La situazione impeditiva viene meno ove venga pronunciata per il medesimo reato una sentenza di assoluzione non definitiva. In caso di notizia formale di avvio di procedimento penale a carico di un dipendente (informazione di garanzia, ordine di esibizione, prequisizione o sequestro) e in caso di avvio di procedimento disciplinare per i fatti di natura corruttiva, ferma restando la possibilità di adottare la sospensione del rapporto, è disposta: - dal Presidente dell Ufficio d Ambito la revoca dell incarico dirigenziale in essere; - dal Direttore procedere, con provvedimento motivato, all assegnazione ad altro servizio del personale non dirigenziale. Art. 22 Sanzioni Disciplinari La violazione delle disposizioni contenute nell allegato codice di comportamento dei dipendenti dell Ufficio d Ambito è da ricollegarsi alle fattispecie di illecito previste al Titolo II, capo I, art. 3 del Contratto Collettivo dei Lavoratori Comparto EELL con applicazione delle correlative sanzioni di seguito elencate: 1.1 violazione degli obblighi di comportamento da cui sia derivato disservizio, ovvero danno o pericolo all Ente, agli utenti o a terzi di cui all art. 3 comma 5 lett. K) sanzionabile con la sospensione del servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni ; 1.2 recidiva, nel biennio, delle violazioni di cui al punto 1.1. quando sia stata applicata la sanzione massima o le mancanze presentino carattere di particolare gravità ex art. 3 comma 6 lett. A) sanzionabile con la sospensione del servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di 6 mesi. 17

18 Art. 23 Piano Programma Triennale L'attuazione degli obiettivi previsti per il triennio 2015, 2016, 2017 si svolgerà con le seguenti scadenze, fatti salvi naturalmente eventuali modifiche normative. Anno 2015: 1.Entro il : aggiornamento del Programma anticorruzione; 2 Entro il aggiornamento del Piano della formazione; 3 Entro il : Relazione del Responsabile di Prevenzione della Corruzione Anno Entro il : aggiornamento del Programma anticorruzione; 2. Entro il : Relazione del Responsabile di Prevenzione della Corruzione Anno Entro il : aggiornamento del Programma anticorruzione; 2. Entro il : Relazione del Responsabile di Prevenzione della Corruzione Art. 24 Obblighi di pubblicazione del piano Il presente Piano, di aggiornamento del Piano Triennale , è relativo all arco temporale E soggetto a revisione annuale e revisione straordinaria ogni volta che emergeranno rilevanti mutamenti organizzativi dell Azienda. Viene pubblicato sul sito istituzionale dell Ente nella sezione Amministrazione Trasparente e sarà notificato, con nota del Responsabile Anticorruzione, al personale dell Ufficio. 18

19 PARTE SECONDA DISCIPLINA DEI REATI ED INDICAZIONI DELLE PRINCIPALI MODIFICHE INTRODOTTE DALLA LEGGE 190/2012 Il Titolo II del Codice Penale disciplina i delitti contro la Pubblica Amministrazione, intesa quale insieme di organi e delle attività preordinati al perseguimento degli scopi di pubblico interesse. In detto Titolo sono ricompresi tutti quei fatti che impediscono, ostacolano o turbano il regolare svolgimento dell attività amministrativa degli enti pubblici. Si distinguono le seguenti figure giuridiche. Articolo Pubblico ufficiale Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. Articolo Persona incaricata di un pubblico servizio Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Articolo 359. Persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio di pubblica necessità: 1) i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale abilitazione dello Stato, quando dell opera di essi il pubblico sia per legge obbligato a valersi; 2) i privati che, non esercitando una pubblica funzione, nè prestando un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica necessità mediante un atto della pubblica Amministrazione 19

20 L elemento che caratterizza la figura di cui all art. 357 rispetto alle altre due è l esercizio di una pubblica funzione. Le principali figure di delitti in danno della Pubblica Amministrazione e di più stretta aderenza all attività propria dell Ufficio d Ambito commessi da soggetti appartenenti al medesimo Ufficio sono le seguenti: Articolo Peculato Commette detto reato, il pubblico ufficiale o l incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Articolo Peculato mediante profitto dell errore altrui. Commette detto reato il pubblico ufficiale o l incaricato di un pubblico servizio, il quale, nell esercizio delle funzioni o del servizio, giovandosi dell errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sè o per un terzo, denaro od altra utilità. L errore del privato deve essere spontaneo ed il funzionario deve essere in buona fede all atto del ricevimento della cosa. In diverso caso si configurerebbe il reato di concussione o di induzione indebita a dare o promettere utilità. Articolo 317 Concussione Commette detto reato il pubblico ufficiale, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità. Articolo Corruzione per un atto d ufficio Commette detto reato il pubblico ufficiale, che, per l esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, riceve, per sè o per un terzo, in denaro od altra utilità, una retribuzione che non gli è dovuta, o ne accetta la promessa. Articolo Corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio Commette detto reato il pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sè o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa. Articolo 319 quater Induzione indebita a dare o promettere utilità Commette detto reato il pubblico ufficiale o l incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità 20

21 Articolo 322 Istigazione alla corruzione Commette detto reato chiunque offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio, per l esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri. Articolo Abuso d ufficio Commette detto reato il pubblico ufficiale o l incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto. Articolo Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio Commette detto reato il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, oppure che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale illegittimamente di notizie d ufficio, le quali debbano rimanere segrete. 21

22 PARTE TERZA CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL UFFICIO D AMBITO DELLA CITTA DI MILANO - AZIENDA SPECIALE DEL COMUNE DI MILANO Art. 1. Disposizioni di carattere generale Il presente Codice di comportamento, definisce, ai sensi dell'art. 54, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 65, i doveri di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti dell Ufficio d Ambito Territoriale Ottimale della Città di Milano (nel seguito Ufficio ATO o ATO) sono tenuti ad osservare. Le previsioni del presente Codice rappresentano una specificazione ed un integrazione delle regole di comportamento contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013, n. 62 (di seguito Codice), recante il codice generale di comportamento dei dipendenti pubblici, ai sensi dell art. 54 del D.Lgs. 165/2001, il quale trova, dunque, generale applicazione all interno dell Ufficio ATO. Il presente Codice costituisce, altresì, elemento essenziale del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e potrà essere aggiornato ed adeguato a tale Piano in sede di approvazione dello stesso. Il Responsabile della prevenzione della corruzione (in seguito "Responsabile Anticorruzione") si avvale, nella predisposizione e nei successivi aggiornamenti del Codice di Comportamento, dell'ausilio dei Responsabili di Area e dei dipendenti a cui abbia specificamente richiesto assistenza. Tutti i soggetti di cui al comma precedente devono prestare ausilio ed assistenza al Responsabile Anticorruzione. Tale dovere costituisce obiettivo utile per la valutazione delle performance individuali e di gruppo, anche se non esplicitamente riportato nell'atto col quale sono assegnati gli obiettivi. L'omesso ausilio ed assistenza così come l'inadeguato ausilio ed assistenza è valutato sia ai fini disciplinari che della performance individuale. L'omessa assistenza è valutata con maggiore gravità nei confronti dei Responsabili di Area. Il Responsabile Anticorruzione verifica annualmente il livello di attuazione del Codice di Comportamento, tenendo conto anche delle segnalazioni pervenute dai cittadini e dagli utenti, rilevando il numero, la tipologia e la gravità delle violazioni accertate e di quelle sanzionate, evidenziando quali siano gli Uffici nei quali si è verificato il maggior numero di violazioni. I dati di cui al comma precedente sono trasmessi all'autorità Nazionale Anticorruzione (in seguito "A.N.A.C.") e sono utilizzati per formulare eventuali proposte di modifica del Piano Triennale di prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza e l Integrità I Responsabili delle Strutture Organizzative vigilano costantemente sul rispetto del Codice di Comportamento, e qualora rilevino malfunzionamenti di lieve entità che non costituiscono violazione del Codice di Comportamento, adottano le misure organizzative necessarie e richiamano i dipendenti ad essi assegnati ad adeguare i propri comportamenti. Nel caso in cui ritengano che la violazione accertata richieda l'attivazione del procedimento disciplinare con irrogazione di una sanzione non superiore al richiamo verbale, procedono direttamente ad avviare il procedimento disciplinare di loro competenza. Nel caso ritengano che la violazione accertata sia passibile di 22

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