Davis: Italia, che team con SuperFognini!

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1 Scivolare sul duro: c è una scarpa fatta apposta Alla scoperta delle nuove Wilson con una suola speciale Pag.24 LA RIVISTA Anno XI - n settembre 2015 Davis: Italia, che team con SuperFognini! Solo una squadra forte poteva uscire vincente dalla bolgia russa dove era caduta anche la Spagna. Gli azzurri di capitan Barazzutti ci sono riusciti, grazie a un Fognini da tre punti Pag.5 Gli inglesi cantano: Fratelli di Scozia Andy Murray (e il fratello Jamie) fanno sognare la Coppa Back di rovescio: ecco la tattica Sfrutta i vantaggi del taglio in 5 situazioni di gioco Pag.8 Ecco il nuovo gestionale per i circoli FIT: attivalo subito gratis! Pag.18 Pag.16 GLI ALTRI CONTENUTI Storytelling Pag.3 - A fil di rete Pag.6 - Focus: Steve Darcis Pag.10 - Storie: Fred Perry Pag.12 I numeri della settimana Pag.14 Tennis in tv Pag.15 - Giro d Italia: campionati di Seconda e Kia Trophy Pag.20 Circuito amatoriale FIT Tpra: Us Open Pag.19 La regola del gioco: quando qualcosa si rompe... Pag.25

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3 3 prima pagina Storytelling di Giancarlo Baccini - foto Tonelli Cito da un articolo apparso più di un anno fa su Panorama : Narrazione o storytelling, dipende dalla lingua che preferite. L ultimo a citarla è stato Matteo Renzi: La prima misura economica da adottare? Cambiare lo storytelling dell Italia, ha detto al Festival dell economia di Trento. È una priorità assoluta, a sentire il premier: Se non incidiamo anche sulla narrazione non possiamo farcela. Lo storytelling è una scienza molto evoluta all estero, tanto che si parla di scienze delle narrazione (applicate al marketing, alla politica, alla sociologia, etc. persino alla medicina). Lo scopo di chi usa lo storytelling e di chi costruisce narrative, cioè sistemi di senso che diventano racconti su di sé, sui propri marchi o i propri prodotti è istaurare una relazione profonda con il proprio pubblico: non lo si vuole solo informare, lo si vuole coinvolgere attivamente. Bene. Ho ritenuto necessario questo chiarimento preliminare per rispolverare un argomento che mi sta molto a cuore approfittando non soltanto della popolarità che il termine storytelling o, più italianamente, narrazione - ha acquisito di recente grazie al Presidente del Consiglio Renzi, ma anche dell esperienza che ho vissuto nelle ultime settimane grazie all orgia di grande sport che mi ha tenuto incollato per ore e ore davanti al teleschermo. Mi spiego meglio. Nel decretare la popolarità o l insuccesso delle discipline sportive è ovviamente fondamentale la comunicazione, a cominciare proprio da come esse vengono rappresentate. Cioè, sissignori, anche, se non soprattutto, dallo storytelling. La prova? Ci sono discipline, come il basket o il rugby, che qui in Italia godono di un indice di gradimento largamente indipendente dai risultati ottenuti dalle Nazionali che le rappresentano in campo. Ciò è dovuto soprattutto al modo in cui i giornalisti di settore le narrano sui media, in particolare alle telecronache. Il calore, la partecipazione, l esaltazione per tutto ciò che di italiano c è nel basket e nel rugby finiscono così per marchiare il subconscio degli appassionati con un imprinting di positività a prescindere. Il tennis italiano, invece, è stato per decenni vittima di un fenomeno di segno diametralmente opposto, con un continuo, generalizzato, pervicace ricorso a uno storytelling intriso di negatività da parte di un intera generazione di giornalisti capaci di monopolizzare l uso dei media, tv inclusa. Come Renzi sta tentando di fare (con qualche iniziale successo, mi sembra) in favore dell intero sistema-italia, il tennis azzurro sta vivendo ormai da circa un decennio il proprio periodo più luminoso e ricco di risultati anche perché la FIT è riuscita, poco a poco, a sovrastare la negatività del precedente storytelling cominciando a raccontare le cose in modo giusto, corretto e positivo, fra l altro riportando pure la serenità in un ambiente che, prima, era stato troppo spesso vittima di polemiche e rivalità, talvolta alimentate ed amplificate ad arte per bassi interessi di bottega. Tralasciando la poetica bellezza dell abbraccio Pennetta-Vinci dopo la finale di New York, faccio un solo esempio: andate a rileggervi le dichiarazioni di Gaudenzi all epoca della finale milanese di Coppa Davis (1998) e mettetele a confronto con quelle rilasciate domenica da Fognini dopo Russia-Italia. E ditemi quali pensate possano essere state le conseguenze di queste due opposte narrazioni. In tale processo è stato decisivo l ingresso nelle case di tutti gli italiani del canale tv della FIT. SuperTennis, oltre a promuovere la bellezza del nostro sport per 24 ore al giorno, ha restituito forza alla verità e imposto anche agli altri media di rispettarla nel narrare i fatti, decretando così in modo indiretto la fine del monopolio dei cattivi maestri. La battaglia è lunga e non è stata ancora del tutto vinta. Decenni di incrostazioni sono duri da ripulire del tutto. Pensate solo a quanti babbei hanno sentito l esigenza di vendicarsi dei recenti trionfi newyorkesi precipitandosi a sottolineare per l ennesima volta (lo fanno dal 2006, dopo la prima Fed Cup conquistata dalle azzurre in Belgio ) che sì, vabbè, però mancano i ricambi. E pensate a ciò che si scriverebbe sui giornali se i telecronisti di Super- Tennis (quelli che, con un acidità talmente malcelata da equivalere a una freudiana confessione di gelosia, Gianni Clerici ha ritenuto di definire cosiddetti ) si comportassero, chessò, come Flavio Tranquillo, l urlante cantore degli Europei di Basket su Sky Sport. Come minimo li massacrerebbero, mentre (giustamente, a mio parere) Tranquillo, che è competente e sa farti vivere le emozioni dello sport che ama, oggi è oggetto di mercato fra i network quasi come una stella del calcio fra i grandi club mondiali. Ecco, io sogno il giorno in cui i telecronisti di SuperTennis potranno abbandonarsi all estasi come quelli di Sky riscuotendo apprezzamenti anziché bastonate. Bastonate che naturalmente sarebbero inflitte loro dagli stessi che a suo tempo andavano in sollucchero quando, cuffia in testa e microfono in mano, Clerici e Tommasi cantavano Bingo, Bango, Bongo, stare bene solo al Congo (roba che se lo avesse fatto uno della Rai starebbe ancora in galera per istigazione all odio razziale). DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, Roma amministrazione@sportcast.it PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale Srl REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G Roma Info: supertennis@federtennis.it Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell 8 gennaio 2004 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e e spedita via newsletter. 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4 4 BORNA CORIC STAN WAWRINKA NICK KYRGIOS ANGELIQUE KERBER BELINDA BENCIC ANA IANOVIC 7% LARGER SWEET SPOT TM 93 PESO MEDIO 310 g VCORE Tour F93 97 PESO MEDIO LG: 290 g G: 310 g VCORE Tour F97 97 PESO MEDIO G: 310 g HG: 330 g VCORE Tour G 98 PESO MEDIO LG: 285 g G: 305 g VCORE Si PESO MEDIO LG: 280 g G: 300 g VCORE Si 100 3D VECTOR SHAFT AERO FIN TECHNOLOGY BLACK MICRO CORE BT HYBRID STRINGING SYSTEM Le scanalature più pronunciate migliorano la rigidità del telaio riducendone la torsione e generando grande potenza. Profili aereodinamici che riducono sensibilmente la resistenza all aria. Grafite e elastomeri aggiunti alla tecnologia MICRO CORE per aumentare la stabilità all ovale della racchetta. I passacorde con fori di diverso diametro lasciano muovere liberamente le corde donando così maggior potenza nei colpi e presa sulla pallina. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L ITALIA S.r.l. - Viale Brenta, 27/ Milano Tel. (+39) Fax (+39) info@fassa.it

5 coppa davis Una squadra vera La trasferta vincente in Russia l ha dimostrato: l Italia di Corrado Barazzutti è un gruppo solido, sul quale si può costruire un presente e un futuro a partire dalla permanenza in Serie A. Chi ce lo dice? Una foto twittata a caldo da Fognini. Basta saperla leggere... di spettacolo futuro più che il sigillo di qualcosa che è già accaduto. Anche se, a ben vedere che quella composizione umana non abbia un fulcro non è nemmeno del tutto vero. In realtà c è ed è praticamente sullo sfondo. Quasi nascosto. Un associazione per vincere È l espressione del volto di quel personaggio che dà il senso della foto e di cosa rappresenta. Il volto è quello di Corrado Barazzutti che urla la sua gioia, rabbia gioiosa: quella disposizione dell anima che Corrado più di ogni altro ha saputo infondere in Fabio Fognini portandolo a diventare quel leader di cui la squadra aveva e ha assoluto bisogno. E si badi bene: mica solo in Siberia. I fatti dicono che Corrado più di ogni altro sa interpretare l anima di Fabio. E il fatto che, anche nei modi e nelle parole, il nostro abbia dimostrato in una circostanza tanto delicata di saper reggere il ruolo pesante di leader assoluto è certamente frutto di una joint venture fra capitano e giocatore. Un associazione per vincere che apre a Fognini, alla squadra azzurra e a tutti noi prospettive interessanti. Il tweet di Fabio Fognini dagli spogliatoi con tutto il gruppo azzurro. Con il 4-1 maturato a Irkutsk, Siberia, l Italia resta nel World Group di Coppa Davis, la Serie A del tennis mondiale, per il quinto anno consecutivo di Piero Valesio - foto Tonelli C è una foto che Fabio Fognini ha twittato immediatamente dopo il successo sulla Russia. Dallo spogliatoio, quando ancora il vapore della doccia aleggiava nell aria. Scrutatela attentamente perché in quella foto c è il segreto non solo di una squadra che in condizioni non esattamente ottimali ha conquistato la permanenza nel gruppo mondiale della Davis; ma anche del momento storico del nostro tennis. La foto è quella di un gruppo che festeggia. E fin qui non ci sarebbe nulla di particolare visto che quando si vince, tra l altro in una occasione così importante, è consueto che la gioia esploda. Ma è il come che conta, come quasi sempre nella vita. Una squadra vera Non c è un volto focale, in questa foto. Ciascun membro della squadra è elemento del tutto, come nella locandina di un musical, una sorta di Chorus Line nel tennis azzurro. Una promessa 5 In costruzione Se l impresa di Flavia Pennetta a New York qualcosa ci dice è che anche nel tennis la costruzione di un successo, come quella fossatiana dell amore, è lenta, tortuosa e dai risultati spesso sorprendenti. Fognini, perché lui è stato il protagonista dei giorni russi, proprio nella Davis ha poggiato le radici per la costruzione di qualcosa di veramente importante che, prevedibilmente, impreziosirà tutta la sua carriera. E nel frattempo la stessa squadra che l anno scorso è arrivata alla semifinale contro la Svizzera si riproporrà l anno prossimo nel gruppo mondiale non già come un gruppo messo assieme alla buona, ma come frutto di un progetto che, prima o poi, c è da esserne certi, ci regalerà una emozione di quelle che non si dimenticano.

6 coppa davis Fotografie e gioia Poco importa, a questo punto, se Simone Bolelli ha perso il primo match, un incontro che magari con meno pressione avrebbe vinto. Nella costruzione del progetto ognuno ci mette del suo. Così come, tanto per tornare alla foto, non sfugga che in primo piano c è Matteo a fil di rete Donati, colui che fra i giovani italiani è oggi quello più impegnato negli studi: quelli che lo porteranno un giorno a raccogliere la leadership del gruppo azzurro che verrà. Ma per il momento restiamo ben ancorati alla terra: guardiamo quella foto e rallegriamoci. Dalla gioia nasce sempre qualcosa di buono. Uno sport con le palle Il calcio è contatto. Se non vuoi il contatto, vai a giocare a tennis. Lo ha detto domenica scorsa il brasiliano Melo (Felipe l interista, non Marcelo il doppista) dopo aver rotto uno zigomo con una gomitata (involontaria) al belga-congolese Mpoku, che gioca nel Chievo. Ora, che si sia trattato della casualità di un azione di gioco e che dunque Melo non sia da biasimare per quello che è successo, non è questione che ci interessa discutere. Sull affermazione invece abbiamo da ridire. Non tanto sul concetto in sé, che fa riferimento a un dato regolamentare oggettivo. Quanto al senso implicito della frase, che non serve essere dietrologi per recepire chiaramente: il calcio è uno sport per gente tosta perché si danno e si prendono botte, il tennis invece... Francamente di luoghi comuni del genere ne abbiamo piene le scatole. A Felipe Melo sarebbe bastato accendere la tv nei momenti di relax pre-partita (venerdì o sabato o quando gli pareva). Gratis, su SuperTennis, canale 64 del digitale terreste, avrebbe potuto vivere in diretta un evento sportivo senza contatto fisico, in cui però per uscire vincitori ci volevano davvero le palle. Oltre che muscoli e cervello. Non si giocava a Verona su un tranquillo e soleggiato prato all inglese all ora di pranzo, 11 contro 11. Si stava a Irkutsk, Siberia. Su un campo realizzato ad hoc sopra una pista da ghiaccio, quella della Baikal Arena, stracolma di tifosi russi che facevano un chiasso assordante sbattendo i loro bam bam. Non era una quarta di campionato qualsiasi: c era in ballo la permanenza nel World Group di Coppa Davis, l élite mondiale dello sport. E Italia e Russia se le davano di santa ragione. Non c è bisogno del contatto, perché lo scontro sia durissimo. Anzi, gli atleti di alto livello sanno che alla fine la differenza la fa la testa (e non nel senso di incornarsi in mezzo all area ). È lì che il gioco si fa duro davvero. È lì che devi dimostrare di essere tosto. Lì 6 Con testa e cuore Fabio Fognini porta a casa i tre punti necessari a restare nel World Group. Il punto del pareggio (contro Rublev), quello del sorpasso (in doppio) e quello decisivo (contro Gabashvili) da solo, in mezzo all arena che ti urla addosso, devi essere capace di tirare a un palmo dalle righe, in un momento decisivo per la tua squadra nazionale, una palla da sei centimetri e mezzo di diametro che viaggia tra i 150 e i 200 km/h. Accelerare, tenere, liftare, tagliare, angolare, sparare un missile. Al momento giusto. Senza sbagliare. Con l altro che fa di tutto per sopraffarti. E i media pronti a farti a fettine se le cose vanno storte. Roba forte, da gente con i nervi saldi, con due cojones così. Roba per gente che il braccio non lo tira indietro. Gente alla Fabio Fognini. Per quelli che si accontentano (o hanno bisogno) del contatto, ce ne sono tante di attività fisiche. Che non sempre richiedono anche l uso del muscolo più potente: il cervello. Enzo Anderloni

7 7 coppa davis Spauracchio Rublev, il giovanissimo russo era una mina vagante per talento e personalità, una mina ottimamente disinnescata da Fabio Fognini subito nel primo giorno di gare ( ) L unico punto russo del week-end siberiano è stato firmato da Teymuraz Gabashvili nel match d apertura contro Simone Bolelli ( ) Non solo azzurri: le altre 15 da Serie A Come spesso accade in Davis, il doppio è il punto chiave. Anche in Russia Fognini-Bolelli, autori di una grandissima stagione insieme, hanno battuto Donskoy e Kravchuk in 4 set ( ) portando l Italia sul 2-1 dallo 0-1 di partenza Non solo Italia in Davis. Certo c è la finale, fatta di corsi e ricorsi storici tra Belgio e Gran Bretagna, ma anche tutto il resto del World Group. Che si è andato a plasmare dalle altre sfide di playoff giocate nello scorso week-end. Grazie al successo in Russia, gli azzurri restano nel gruppo mondiale così come altre 7 formazioni uscite vincitrici dai rispettivi match-salvezza. Una tornata di incontri senza terremoti. E così le magnifiche 16 sono Gran Bretagna, Belgio, Repubblica Ceca, Svizzera, Francia, Argentina, Serbia, Australia (fin qui le 8 teste di serie), Canada, Usa, Kazakhstan, Giappone, Germania, Croazia e Polonia. Oltre, ovviamente, all Italia. Gli accoppiamenti per i primi turni del 2016 verranno stabiliti con il sorteggio di mercoledì 23 settembre a Santiago del Cile. Altro avversario degli azzurri, oltre alle racchette russe, anche la rumorosissima Baikal Arena di Irkutsk, Siberia

8 coppa davis Trascinatori inglesi così poco british La Gran Bretagna può vincere la Davis dopo 79 anni. E il merito è soprattutto dei fratelli Andy e Jamie Murray. Due fieri scozzesi - il più famoso persino indipendentista - che però danno tutto per la Union Jack. Eppure qualcuno arriccia il naso. Ecco perché non dovrebbe farlo Orgoglio scozzese L ironia non è solo nel fatto che gli inglesi non abbiano mai digerito né le origini né la personalità del giocatore che ormai da anni li sta costringendo a esultare, ma anche e soprattutto nel voto che quello stesso giocatore un anno fa esprimeva a favore dell indipendenza della Scozia. Coloro che si fregiano del titolo di inventori del gioco (anche se Gianni Clerici e il suo 500 anni di Tennis raccontano una storia un po diversa), quelli che da 150 anni possiedono il torneo, si sono dovuti arrendere a sopportare un tizio che non solo è scozzese, ma ha anche il brutto vizio di andarne orgoglioso. E, per chi ne sta fuori, osservare l ipocrisia inglese messa così comicamente e positivamente in crisi dalla coerenza di un campione come Andy Murray è uno spettacolo per cui essere grati. Uniti ma indipendenti La medaglia d oro olimpica in singolare, il trofeo degli Us Open, quello di Wimbledon, un posto in finale di Coppa Davis e,sì, la coerenza: sono tutte cose che appartengono ad Andy. La statura, come giocatore e come persona, di Muzza gli permette di sostenere l indipendenza Il selfie del trionfo: la nazionale inglese al completo. Sulla destra, in primo piano, Jamie Murray, più sopra Andy 8 di Andrea Nizzero - foto Getty Images Difficile dire se vada definito contrappasso. Sembra più un tiro della sorte dall ironia tipicamente british. Tutto sommato ha poca importanza: rimane il fatto che, per la chance di vincere la loro prima Coppa Davis dal 1936, l Inghilterra e la Gran Bretagna tutta devono ringraziare due fratelli scozzesi. Andy e Jamie Murray hanno vinto le sei partite che hanno portato il Paese ad un passo dal ripetere l ultima grande impresa di Fred Perry, quell insalatiera vinta quasi 80 anni fa. Il più giovane dei due, in particolare, si è preso la carovana sulle spalle e l ha portata oltre Francia e Australia, battute rispettivamente nei quarti in semifinale. E in tutta Albione non si trova mamma più orgogliosa - a ragione - di Judy. Trascinatori: Andy e Jamie Murray hanno guidato la nazionale inglese fin dai quarti. In finale affrontano il Belgio, come nel 1904, in trasferta (Ghent, novembre) 8

9 coppa davis Risalita Ho pensato a che cosa significhi raggiungere la finale. Ora cerchiamo di non pensare a cosa significhi vincere il tito- 9 lo, ha detto Andy pochi istanti dopo aver trascinato la Gran Bretagna in finale, battendo Bernard Tomic in tre set. Il più onesto è stato forse Greg Rusedski: Tim Henman e io non ci siamo riusciti, eppure eravamo entrambi Top 10. Ma non eravamo Andy Murray. Non eravamo forti come lui. A dare ulteriore contesto a questa bella storia, vale la pena ricordare che nel 2010 la Gran Bretagna stava rischiando di sprofondare nello Zone Group III, il livello più basso di tutta la Coppa Davis. La doppia essenza di Andy, con naturalezza e coerenza: da una parte la sua Scozia (contro l Australia si è giocato a Glasgow), dall altra la Union Jack per la quale gioca della sua Scozia e di lottare come un leone in difesa della Union Jack senza che nessuno possa vederci niente di stonato o fuori luogo. Essendo autentico come pochi sportivi al mondo, tutti sanno che dice la verità sia quando rivendica i diritti della sua Scozia sia quando dice che giocare per (e di fronte a) il pubblico britannico gli ispira il suo miglior tennis e le sue migliori emozioni. Prima che l Europa e la sua utopia di Unione crollassero, forse irrimediabilmente, sotto il peso delle crisi economica e migratoria, c era qualcuno che sognava di vedere spagnoli, italiani, francesi lottare sotto un unica bandiera alle Olimpiadi, pur serbando la loro identità nazionale: solo con questo esempio si può forse spiegare il sentimento, solo in apparenza contraddittorio, dell indipendentista scozzese che lotta per la Gran Bretagna intera. Sentimento o facciata? Come essere certi che si tratti di onesto sentimento e non comoda facciata? Gli esempi si sprecano, ma basti dire che Andy ha già messo in dubbio la sua partecipazione alle Finals di Londra: La O2 sarebbe ovviamente un punto di domanda per me se giocheremo su terra battuta, ha già fatto sapere il n.1 britannico, memore della lezione imparata da Roger Federer lo scorso anno, che rischiò di non partecipare a una storica finale di Davis dopo essersi infortunato a Londra la settimana precedente. Dovesse davvero decidere di farlo, Murray rinuncerebbe a un minimo di sterline garantite dalla sola discesa in campo, oltre a esporsi al rischio di pesanti sanzioni da parte dell Atp. Ma probabilmente a qualcuno non basterà nemmeno la rinuncia a una vera e propria montagna di pound per dimostrare la buona fede di Andy. L altro Murray A rendere il tutto ancora più significativo, il fatto che sia suo fratello Jamie l unico complice in questa impresa epocale costruita a luglio sui prati del Queen s e lo scorso weekend sul veloce di Glasgow. A Londra contro la Francia batterono la coppia Tsonga/Mahut, mentre lo scorso weekend nella città scozzese hanno superato in cinque set mozzafiato il bombardiere Sam Groth e l eterno Lleyton Hewitt. Doppista di livello mondiale, Jamie quest anno vanta più finali Slam (2 a 1) di suo fratello minore: a Wimbledon e New York si è fermato solo nell atto conclusivo. Andy e Jamie, scampati per miracolo da uno dei peggiori massacri civili nella storia del Regno Unito, sono i protagonisti di una storia che pare un romanzo. Dalla scuola elementare di Dunblane, dove si nascosero sotto le cattedre per sfuggire alla follia infanticida che pochi metri più in là ammazzava 16 bambini e una maestra, alla gloria nazionale. Andy in particolare, pur rimanendo sempre e comunque se stesso, è riuscito nella metamorfosi più difficile - quella mediatica: la stampa, che per anni l ha descritto come scozzese introverso e perdente, ora lo osanna come britannico carismatico e vincente. Finale...storica Senza scomodare temi filosofici come la ciclicità della storia, anche la circostanza che il Belgio torni a giocarsi il titolo dopo 111 anni dalla sua prima e ultima volta (1904), trovando come allora proprio la Gran Bretagna, dà a tutta la vicenda un vago sentore di destino. Con ogni probabilità la finale si giocherà alla Flanders Expo Arena di Ghent, un impianto che dovrebbe essere allestito con un campo in terra battuta e che garantirebbe almeno spettatori ai belgi padroni di casa. Loro non hanno dubbi né problemi: dal 27 al 29 novembre tiferanno per David Goffin e i suoi scudieri senza riserve. In Gran Bretagna, invece, ci sarà la solita fetta di ingenui che professerà indifferenza ai Murray e, di conseguenza, al tennis. Qualcuno gli dica che poter essere orgogliosi dei propri campioni è un privilegio che molti gli invidiano e che loro si stanno negando. Qualcuno gli dica che si stanno perdendo qualcosa di grosso. Dopo la Francia nei quarti di finale, in semifinale la Gran Bretagna ha battuto l Australia delle nuove leve Kokkinakis e Kyrgios e del grande vecchio Lleyton Hewitt (qui con Sam Groth)

10 focus Darcis, eroe (non) per caso A Wimbledon 2013 il belga sconfisse Rafa Nadal ma si fece male e fu costretto al ritiro. Ora, a 31 anni, è di nuovo il grande protagonista, questa volta con la Nazionale. Che ha trascinato a una storica finale di Davis di Alessandro Nizegorodcew foto Getty Images Il diritto d attacco, lo smash vincente, le mani sul volto, sdraiato in terra con tutti i compagni a sommergerlo in un lungo e intenso abbraccio. Eroe per caso? Forse no. Steve Darcis ha regalato al Belgio uno storico pass per l ultimo atto di Coppa Davis sconfiggendo l argentino Federico Delbonis per nel quinto e decisivo incontro di semifinale. Siamo pronti per fare la storia - aveva dichiarato il trentunenne di Liegi alla vigilia - probabilmente non avremo mai un occasione come questa. Il destino, per una volta, si è schierato dalla parte del minuto tennista belga, ricordato da tutti come The Shark That Bit Nadal (lo squalo, per via del suo tatuaggio, che morse Nadal). La carriera Darcis inizia a giocare all età di 5 anni grazie al padre Alain, maestro di tennis. La carriera giovanile è di ottimo livello, tanto è vero che il belga raggiunge il n.8 del mondo under 18. Il primo titolo da professionista giunge nel 2003 in Repubblica Ceca, quando si impone nel Futures di Hrotovice. Nel 2007 arriva la svolta: Darcis comincia l anno al n.485 Atp e, dopo 11 mesi, si ritrova nei Top 100. In quella stagione Steve conquista due Futures (in Francia e Turchia), un Challenger (Helsinki) e il primo titolo Atp della carriera ad Amersfoort, divenendo l unico tennista della storia a conquistare un Futures, un Challenger e un Atp nello stesso anno. In Olanda Darcis vince il torneo da n.297 Atp superando tennisti del calibro di Youzhny, Andreev e Simon. Il 2008 è l anno del secondo alloro nel circuito maggiore, giunto a Memphis in finale su Robin Soderling, e del best ranking al n.44. Gli infortuni tormentano però il percorso del nativo di Liegi, che troppo spesso è costretto ai box. Nel 2012 ottiene la prima vittoria in carriera contro un Top 10 all Olimpiade di Londra, quando sconfigge Tomas Berdych per Nella stessa stagione giunge un sorprendente record, che vede il belga al primo posto nel- Steve Darcis, 31 anni, best ranking n.44 Atp nel 2008 oggi è tornato nei Top 60. Ha trascinato il Belgio alla seconda finale di Coppa Davis della storia del Belgio (la prima nel 1904) dopo il successo sull'argentina la percentuale (82% circa) di tie-break vinti in stagione (18 su 22). L impresa e la lotta col destino Il 2013 non inizia in maniera esaltante per Darcis, spesso eliminato all esordio a livello Atp. A tenerlo a galla sono alcuni Challenger, ma sino a Wimbledon conquista una sola vittoria in eventi del circuito maggiore (contro Mannarino a Montpellier). A Londra, però, di fronte al mondo intero, arriva il nirvana tennistico. Match perfetto all esordio contro Rafael Nadal, sconfitto per (a proposito di tie-break vinti...) grazie a vincenti al fulmicotone che arrivano sia col diritto che con lo splendido rovescio a una mano. Ma durante il terzo set accade qualcosa: Darcis finisce per terra cadendo rovinosamente sulla spalla. Lì per lì non sembra nulla di grave, con il belga abile a chiudere il match in proprio favore. Ma al turno successivo, contro Kubot, Darcis non si presenta. Steve prova a giocare ancora per qualche mese ma il danno è serio e lo stop forzato va oltre i 6 mesi. Una nuova ripartenza da numero 456 Atp, a 30 anni, non è da tutti. Solo chi ama questo sport, chi vive di passione, può riuscire nell intento di rientrare ancora una volta nel gotha del tennis. Si riparte dai Futures, quindi i Challenger, e in 8 mesi è di nuovo Top 100. Un nuovo miracolo sportivo. Oggi, da n.59 del mondo, a un passo dal 10 best ranking, e con una finale di Coppa Davis tutta da giocare, il destino sembra aver nuovamente sorriso a Darcis, pronto a esaltare, insieme al talentoso David Goffin, una nazione intera. Festa belga e caccia al best ranking Nome: Steve Darcis Nato a: Liegi (Belgio) Il: 13 marzo 1984 Esordio in Davis: 2005 Match vinti/persi in Davis: Ranking: 59 Best Ranking 44 (12/05/2008) Titoli Atp: 2 (Amersfoort 2007, Memphis 2008) Titoli Challenger: 6 (Helsinki 2007, Cordenons 2010, Trani, Scheveningen 2011, Rennes 2014, Noumea 2015) Titoli Futures: 9

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12 terza pagina Fred Perry e l ultima Davis La Gran Bretagna non vince dal 1936 quando Perry conquistò sia Wimbledon che la Coppa, battendo l Australia insieme a Bunny Austin. Campione del mondo di tennis da tavolo nel 1929, il grande Fred è stato uno dei più forti di sempre: ha otto titoli dello Slam nel palmares di Alessandro Mastroluca la gloria non ci compri da mangiare. Perché non diventi professionista?. Con Al Beverly Hills Club, dove insegnava tennis a Charlie Chaplin, a Groucho Marx, a Jean Harlow e Bette Davis, la domanda gliel hanno fatta più volte, almeno fino al E la risposta di Fred Perry era sempre la stessa: Perché non posso far affondare l Inghilterra. Cambierà idea, dopo aver vinto il suo ultimo Wimbledon e consegnato alla Gran Bretagna quella che ancora oggi è la sua ultima Coppa Davis, proprio contro l Australia, sul Centrale di Church Road, in coppia con Bunny Austin. Quella stessa Australia che Murray ha piegato praticamente da solo, riportando i britannici in finale per la prima volta dal E anche allora di fronte, nella semifinale Inter-Zona, c erano proprio gli Aussies. Al di là dei corsi e ricorsi storici, comunque, Murray e Perry hanno molto in comune. Eroe popolare come Murray Perché sono due eroi popolari che l establishment british e un po parruccone ha guardato a lungo con distaccata freddezza. Perry si è innamorato prima delle luccicanti macchine dei figli della Eastbourne aristocratica nei parcheggi dei country club che del gioco in sé. Ha sempre guardato allo sport come una occasione di riscatto sociale, da quando giocava a calcio per l Aston Villa, che abbandonerà quando si accorgerà di non avere i numeri per diventare una stella. Scopre però un istinto per il ritmo e per gli sport con la racchetta. A vent anni, nel 1929 è il primo campione del mondo di ping-pong non ungherese. Poi lascia e si dedica al tennis. Vincerò la Coppa Davis in quattro anni, promette al padre che sostiene la sua carriera. Dal ping-pong si porta dietro la presa continental e un dritto devastante. E in quattro anni, mantiene la promessa. Nel 1933 si allena per qualche tempo a Andy Murray con la statua di Fred Perry a Wimbledon Highbury con i calciatori dell Arsenal e riporta in Inghilterra la Coppa Davis per la prima volta dal Va a prendersela a Parigi, contro la Francia dei moschettieri Cochet, Borotra e Brugnon, ormai al crepuscolo. E sarà proprio Cochet ad accompagnarlo per un giro d onore innaffiato di champagne sugli Champs Élysées. Quando ritorna a Londra, a Victoria Station, insieme a una folla di tifosi entusiasti, trova anche la Divina Suzanne Lenglen, venuta per elaborare il lutto. Mai amato fino in fondo Un anno dopo vincerà il primo dei suoi tre titoli consecutivi a Wimbledon, in finale su Jack Crawford. Negli spogliatoi George Hillyard, che dovrebbe consegnargli la cravatta ufficiale dell All England Club, si limita a lasciargliela su una sedia, e nei corridoi sussurra a Crawford: Oggi non ha vinto il migliore. Vincerà la Davis e Wimbledon ogni anno fino al 1936, ma non si farà mai amare. Mi sono sempre sentito tollerato, non desiderato dirà, non sono mai stato parte dell establishment. Mi sono fatto strada con la forza. Nemmeno i compagni lo amano. Ricordo i giornali dopo la vittoria in Davis diceva Bunny Austin. Tutti esaltavano Fred, ma nessuno parlava di me. Così, l anno successivo, accetta l offerta che gli arriva dagli Stati Uniti e diventa professionista. Il resto è storia. 12

13 keep calm and play

14 i numeri della settimana A 208 punti dalle Top 5 di Giorgio Spalluto - foto Getty Images 7 il nuovo best ranking fatto segnare da Flavia Pennetta (nella foto) questa settimana dopo il grande successo agli Us Open. L azzurra dista appena 208 punti dalla quinta posizione, occupata da Lucie Safarova. Nella classifica stagionale (Race), utile per stabilire le otto tenniste che andranno alle Wta Finals, la brindisina è numero 6, con un margine di 129 sulla Pliskova (nona) 111 gli anni trascorsi dalla prima e unica finale di Davis giocata dal Belgio, che nel 1904 fu sconfitta nell ultimo atto dalle Isole Britanniche, così chiamate perché rappresentative anche dell Irlanda 1933 l anno dell ultima edizione della Davis in cui una nazione che ospita uno Slam era riuscita a battere nella stessa stagione gli altri 3 paesi in cui si disputano dei major. Come quest anno, anche 82 anni fa, a riuscire in questa impresa fu la Gran Bretagna che sconfisse Australia, USA e Francia 18 le finali in Coppa Davis raggiunte dalla Gran Bretagna, finalista nelle prime 7 edizioni tra il 1900 e il 1907, ma capace di raggiungere una sola finale (persa nel 1978) negli ultimi 78 anni. 79 gli anni trascorsi dall ultima Davis vinta dalla Gran Bretagna vittoriosa nel 1903, 1904, 1905, 1906, 1912, 1933, 1934, 1935 e 1936 I primi 25 del ranking Atp Pos. Nome (nazionalità) Punti 1 Novak Djokovic (SRB) Roger Federer (SUI) Andy Murray (GBR) Stan Wawrinka (SUI) Tomas Berdych (CZE) Kei Nishikori (JPN) Rafael Nadal (ESP) David Ferrer (ESP) Milos Raonic (CAN) Gilles Simon (FRA) Richard Gasquet (FRA) Kevin Anderson (RSA) John Isner (USA) Marin Cilic (CRO) David Goffin (BEL) Feliciano Lopez (ESP) Jo-Wilfried Tsonga (FRA) Ivo Karlovic (CRO) Grigor Dimitrov (BUL) Bernard Tomic (AUS) Dominic Thiem (AUT) Viktor Troicki (SRB) Roberto Bautista Agut (ESP) Gael Monfils (FRA) Andreas Seppi (ITA) 1475 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) Punti 1 Serena Williams (USA) Simona Halep (ROU) Maria Sharapova (RUS) Petra Kvitova (CZE) Lucie Safarova (CZE) Caroline Wozniacki (DEN) Flavia Pennetta (ITA) Garbine Muguruza (ESP) Angelique Kerber (GER) Carla Suarez Navarro (ESP) Karolina Pliskova (CZE) Ana Ivanovic (SRB) Agnieszka Radwanska (POL) Timea Bacsinszky (SUI) Belinda Bencic (SUI) Elina Svitolina (UKR) Andrea Petkovic (GER) Madison Keys (USA) Roberta Vinci (ITA) Ekaterina Makarova (RUS) Sara Errani (ITA) Samantha Stosur (AUS) Victoria Azarenka (BLR) Venus Williams (USA) Jelena Jankovic (SRB) I primi 25 italiani del ranking Atp Pos. Rank. Nome Punti 1 25 Andreas Seppi Fabio Fognini Simone Bolelli Paolo Lorenzi Marco Cecchinato Luca Vanni Andrea Arnaboldi Matteo Donati Thomas Fabbiano Gianluca Naso Filippo Volandri Salvatore Caruso Federico Gaio Riccardo Bellotti Alessandro Giannessi Lorenzo Giustino Erik Crepaldi Roberto Marcora Matteo Viola Alessandro Bega Omar Giacalone Gianluigi Quinzi Flavio Cipolla Marco Bortolotti Gianluca Mager 110 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. Rank. Nome Punti 1 7 Flavia Pennetta Roberta Vinci Sara Errani Camila Giorgi Karin Knapp Francesca Schiavone Alberta Brianti Giulia Gatto-Monticone Gioia Barbieri Martina Caregaro Georgia Brescia Claudia Giovine Nastassja Burnett Alice Matteucci Martina Trevisan Anastasia Grymalska Jasmine Paolini Gaia Sanesi Corinna Dentoni Cristiana Ferrando Alice Balducci Stefania Rubini Anna Giulia Remondina Valeria Prosperi Alice Savoretti 52

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16 il tennis in tv Donne a Oriente Dopo l Est degli Stati Uniti, l Est del mondo. Con negli occhi ancora il sorriso di Flavia Pennetta e l esuberanza tecnica e personale di Roberta Vinci, il circuito femminile si trasferisce in Giappone. Dove fa partire l ultimo quarto di stagione e dove manda in scena un evento Premier, di nome e di fatto, da un milione di dollari di montepremi. Per seguirlo in diretta servirà puntare la sveglia, perché i match live sugli schermi di SuperTennis Tv (canale n.64 del digitale terrestre, n.224 di Sky e n.30 di TivùSat) partono molto presto. Alle 5 del mattino (anche semifinali e finali nel week-end, per i dettagli vedi il palinsesto sotto), prima del lavoro e prima della colazione. A guidare la lista delle favorite c è Caroline Wozniacki, la prima di quattro Top 10 e di otto Top 15. Subito dietro, la bella serba Anna Ivanovic, sulla strada della nostra Camila Giorgi, pure lei sui blocchi di partenza del Toray Pan Pacific Open. L Atp ricomincia da Metz: pomeriggi al maschile Se le donne guardano in toto a Est, il circuito maschile fa tappa di nuovo in Europa, per preparare l ultima fetta di stagione. Si gioca a Metz, in Francia, dove va in scena un Atp 250 da 494 mila euro (e spicci) di montepremi. Ai nastri di partenza pure il senese Paolo Lorenzi. Favorito d obbligo della vigilia lo svizzero Stanislas Wawrinka, n.4 al mondo. Ma sul veloce indoor fanno paura anche i due padroni di casa Simon e Tsonga. Tutti i pomeriggi, in diretta, su SuperTennis Tv. Sabato a casa di Flavia: alle Circolando va al Ct Brindisi Giovedì 24 Venerdì 25 Sabato 26 Domenica 27 Lunedì 28 Martedì 29 Mercoledì 30 00:00 - ATP Metz 02:00 - ATP Metz 04:00 - La Voce delle Regioni 05:30- Circolando TC Foggia 06:00 - Tennis Magazine 06:30 - LIVE WTA Tokyo 10:30 - LIVE WTA Tokyo 14:00 - LIVE ATP 250 Metz 16:00 - LIVE ATP 250 Metz 18:00 - LIVE ATP 250 Metz 20:00 - News 23:30 - Magazine WTA 20:30 - WTA Tokyo 21:30 - WTA Tokyo 00:15 - WTA Tokyo 02:15 - WTA Tokyo 04:30 - Tennis Magazine 05:00 - LIVE WTA Tokyo QF 09:00 - LIVE WTA Tokyo QF 12:00 - LIVE ATP 250 Metz 14:00 - LIVE ATP 250 Metz 16:00 - LIVE ATP 250 Metz 18:00 - LIVE ATP 250 Metz 20:00 - News 20:05 - WTA Tokyo 22:00 - WTA Tokyo 00:00 - WTA Tokyo 02:00 - ATP Metz 05:00 - LIVE WTA Tokyo SF 06:30 - LIVE WTA Tokyo SF 08:30 - La Voce delle Regioni 10:00 - Tennis Magazine 10:30- Circolando CT Brindisi 11:00 - WTA Tokyo SF1 13:00 - WTA Tokyo SF2 15:00 - LIVE ATP Metz SF 17:00 - News 17:05 - Tennis Magazine 17:30 - Magazine ATP 18:00 - LIVE ATP Metz SF 20:00 - News 20:05 - Reloaded Coppa Davis SF Belgio vs Argentina 21:00 - ATP Metz SF1 23:00 - ATP Metz SF2 01:00 - WTA Tokyo SF1 03:00 - WTA Tokyo SF2 05:00 - LIVE WTA Tokyo Finale 07:30 - Reloaded Coppa Davis SF Belgio vs Argentina 08:30 - Magazine ATP 09:00 - Tennis Magazine 09:30 - ATP Metz SF1 11:30 - ATP Metz SF2 13:30 - WTA Tokyo Finale 15:30 - LIVE ATP Metz Finale 17:30 - News 17:35 - Reloaded Coppa Davis SF Belgio vs Argentina 18:30 - WTA Tokyo Finale 20:30 - Beach Tennis ITF Terracina 21:00 - News 21:05- Circolando TC Nomentano 21:30 - ATP Metz Finale 23:30 - Magazine WTA 00:00 - WTA Tokyo Finale 02:00 - Tennis Magazine 02:30 - ATP Metz SF 04:30 - Reloaded Coppa Davis SF Belgio vs Argentina 05:30 - WTA Tokyo SF 07:30 - Beach Tennis ITF Terracina 08:00- Circolando CT San Marino 08:30 - ATP Metz Finale 10:30 - WTA Tokyo Finale 12:30 - LIVE WTA Wuham 16:30 - Magazine WTA 17:00 - News 17:05 - ATP Metz Finale 19:00 - WTA Wuham 21:00 - News 21:05 - WTA Wuham 23:00 - WTA Tokyo Finale 01:00 - Beach Tennis ITF Terracina 01:30 - ATP Metz Finale 03:30 -WTA Wuham 05:00 - WTA Tokyo Finale 07:00 - WTA Wuham 09:00 -LIVE WTA Wuham 11:00 - Magazine WTA 11:30 - Reloaded Coppa Davis SF Belgio vs Argentina 12:30 - LIVE WTA Wuham 16:30 - Tennis Magazine 17:00 - News 17:05 - WTA Tokyo Finale 19:00 -WTA Wuham 21:00 - News 21:05 - La Voce delle Regioni 22:00 - WTA Wuham 00:00 - WTA Wuham 02:00 - Circolando 02:30 - ATP Metz Finale 04:30 - Magazine WTA 05:00 - WTA Wuham 07:00 - LIVE WTA Wuham 11:00 - Tennis Magazine 11:30 - La Voce delle Regioni 12:30 - LIVE WTA Wuham 16:30- Circolando TC Nascosa 17:00 - News 17:05 - WTA Wuham 19:00 - WTA Wuham 21:00 - News 21:05 - Tennis Magazine 21:30 - WTA Wuham 23:30 - Magazine ATP NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 16

17 A colpo sicuro Cattolica Assicurazioni con la Federazione Italiana Tennis 17

18 dalla parte dei club Gestisci il tuo circolo con un click: è gratis Un avanzatissimo Sistema Gestionale per i circoli tennis è ora a disposizione degli affiliati Fit. Ecco come richiedere l attivazione e come cominciare a sfruttarne tutte le potenzialità La rivoluzione digitale è qui. Proprio sul campo da tennis. Anzi, al circolo. Alla reception, in segreteria, ma anche sulla scrivania di casa. Persino in tasca. Il nuovo sistema gestionale targato FIT, la cui attivazione è richiedibile gratuitamente da ogni club affiliato alla Federtennis, è pronto, operativo, disponibile. Permette ai circoli e a chi li vive di snellire i tempi di gestione, lavorare meglio e in modo più ordinato, più efficace, più produttivo. E con meno dispendio d energie. Le possibilità sono davvero molte, merito di un sistema - sviluppato con InForyou Teamsystem e Wansport.com, realtà leader assolute in questo campo - molto profondo. Talmente tanto da compiere svariate funzioni in ambiti molto diversi tra loro. I più caldi? Gestione evoluta della prenotazione dei campi, gestione del libro-soci, comunicazione dei tesseramenti tra club e federazione centrale, social network interno e molto altro. Il primo passo Tanti servizi a costo zero, almeno nella versione standard del programma, quella che viene resa disponibile gratis. Poi ogni club, a seconda di dimensioni, risorse e necessità, può aggiungere svariate componenti fino a gestire - per fare un esempio - l accensione automatica del riscaldamento e degli impianti di illuminazione. Un passo per volta, però: il primo è quello di richiedere l attivazione on-line all indirizzo La richiesta verrà presa in carico e dopo qualche giorno il club riceverà mezzo posta elettronica tutti gli estremi per effettuare il primo accesso al pannello di controllo del sistema. Un link, uno username, una password e un pin, cioè un secondo livello di sicurezza per le operazioni più delicate (come i movimenti economici e la gestione della cassa). Campi intelligenti? Si può Una volta effettuato il primo accesso, Subito e gratis: ecco come richiedere l attivazione Il Sistema Gestionale Fit è gratuito per tutti i club affiliati e può essere richiesto direttamente online all indirizzo dove bastano un paio di minuti. Il tempo di compilare un form con i dati principali riguardanti la propria struttura. Dati che comprendono il proprio codice Fit, la ragione sociale, l indirizzo e poco altro. Una volta effettuata tale operazione verranno lanciate le procedure di caricamento e, quando queste saranno ultimate, il pannello di controllo sarà già attivo tramite le credenziali che il club richiedente riceverà via . con le credenziali ricevute, ogni circolo potrà personalizzare tutte le configurazioni riguardanti il numero dei campi, la loro prenotabilità (con un vastissimo ventaglio di opzioni), le fasce di prezzo e di orario (differenziando tra soci, non soci, ospiti...). Si può decidere di rendere un campo prenotabile on-line soltanto in alcuni giorni della settimana, oppure in alcune fasce orarie specifiche. O ancora di bloccarne le prenotazioni per alcuni giorni, quelli necessari ad esempio per la disputa di un torneo o di un evento. 18 Si prenota da casa Ma non esiste soltanto il lato amministratore del pannello, quello per intenderci che si usa alla reception o in segreteria al club. Già, perché ogni socio registrato dal club stesso ha la possibilità, in totale autonomia, di crearsi un proprio account e gestire direttamente le proprie prenotazioni, i propri match, i propri costi. Tutto compreso nella versione a utilizzo gratuito offerta a ogni circolo. Così come compresa è la possibilità di te-

19 dalla parte dei club nere sott occhio le entrate e le uscite di cassa derivanti da ore pagate, ore da pagare, servizi-extra offerti ai soci (uno degli add-on, vale a dire dei moduli integrabili a pagamento, prevede la possibilità di avere un vero e proprio sistema di contabilità professionale ed elettronico che gestisca ogni aspetto della vita fiscale del club). La prenotazione dei campi facile on-line e digitale, comoda e gratuita per tutti i club affiliati. In questa schermata un esempio della suddivisione campi e delle fasce orario. In rosso i campi prenotati, in nero quelli resi non disponibili alle prenotazioni (per scuola, tornei o altro) Le gestione del libro soci diventa più semplice, organizzata e facile da aggiornare. Ogni socio ha una sua scheda persona (qui in foto) con tutti i dati personali. E quando si vuole effettuare il tesseramento Fit basta un click La schermata di prenotazione di un singolo campo: viene indicata la durata e il tipo di partita, oltre a tutti gli estremi di pagamento che il prenotante potrà effettuare o in contanti o per via elettronica. Inoltre, proprio sotto al tipo di partita, ecco la gestione dei servizi-extra disponibili per quel campo e per quella fascia orario (illuminazione, riscaldamento...). È tutto personalizzabile, club per club. Perfino campo per campo 19 Tesseramenti con un click Il sistema inoltre è studiato per dialogare perfettamente con il cervellone della Fit, quel database che contiene e conserva tutte le informazioni relative a tesserati e tesseramenti. La comunicazione tra il database del circolo (quello che gestite direttamente dal vostro pannello di controllo) può essere attivata quando il club ne ha la necessità. Per tesserare un socio, agonista o non agonista che sia, sarà sufficiente spuntarlo nell elenco interno del club e con un semplice click inviare le informazioni alla Fit senza doverle digitare nuovamente. E c è molto di più C è molto da scoprire su questo innovativo sistema. Lo andremo a conoscere pian piano, man mano che voi lo utilizzerete e lo scoprirete sempre di più al circolo, e man mano che verranno rese disponibili nuove funzioni già comunque programmate. Come la possibilità di inviare mail o sms informativi ai propri soci, o di creare e vivere un vero e proprio social network interno al club. La rivoluzione è già cominciata. Ed è anche gratis. Passo per passo: su SuperTennis Magazine ecco una mini-guida a puntate per non sbagliare un colpo Il sistema è semplice e intuitivo, adatto a chi già mastica software e anche a chi invece non è avvezzo a tastiere e mouse. Per venire ulteriormente incontro a questi ultimi, e per assicurare ai primi un utilizzo completo e profondo di tutte le funzionalità, pubblicheremo sui prossimi numeri una serie di articoli dedicati a varie operazioni differenti. Scenderemo così nei dettagli, creando una mini-giuda guida a puntate per massimizzare (e rendere il più semplice possibile) l utilizzo di uno strumento prezioso e capace di cambiare la vita, ma soprattutto la gestione, dei club.

20 20 giro d italia Che show in Seconda! Marco Speronello e Anna Floris vincono gli Scudetti di 2 a Categoria giocati a Bologna. Il veneto supera in finale Stefano Galvani, mentre la sarda batte il volto di SuperTennis Stefania Chieppa Sono Anna Floris, 33enne cagliaritana, e Marco Speronello, 24enne di Montebelluna (Treviso), i nuovi campioni italiani di seconda categoria. Finali disputate a Bologna. Il veneto ha conquistato lo Scudetto sui campi del Ct Bologna, organizzatore di tutta la rassegna, sovvertendo i pronostici che davano favorito il riminese Stefano Galvani ( ). Non avevo mai vinto neppure un set contro Galvani, ha confessato Speronello (nella foto qui sotto). Che a 16 anni strapazzava l attuale finalista di David Goffin e che se la giocava alla pari con il bulgaro Dimitrov. In finale ha subito minato le certezze di un Galvani meno brillante rispetto ai primi match. Ho avvertito la fatica - ha detto Galvani - le gambe non hanno risposto. Il tricolore femminile, conteso in finale sui campi della Virtus Tennis Bologna, è andato ad Anna Floris (a destra), brava nel superare in due set tirati ( ) l amica e compagna di tante battaglie Stefania Chieppa, piemontese e volto di SuperTennis Tv. Sono felice perché ho vinto nonostante in finale non abbia giocato il mio miglior match - ha detto la vincitrice -. Il gioco di Stefania mi dà fastidio e così ho faticato a trovare il ritmo giusto. Più di un rammarico invece per la seconda classificata: Non sono riuscita a esprimere il tennis - ha detto la Chieppa - e ho buttato via molte occasioni. Giovani: Gjomarkaj e Zerulo, super under a Palermo Con il Città di Palermo la Sicilia è tornata nell ambito internazionale junior, e lo ha fatto mettendo in campo il sesto torneo italiano valido per il circuito under 18. A sorpresa si sono imposti il 18enne Marco Gjomarkaj, allievo del Tc Palermo 2 e la 17enne Martina Zerulo. Ancor più sorprendente l approdo in finale del 15enne Luca Potenza, in grado grazie a una wild card di giocare il suo primo torneo ITF e capace, in semifinale, di superare il favorito Alessandro Coppini. In campo femminile, al big match è approdata la giovanissima ligure Giulia Peoni, autrice dell eliminazione al 1 turno della neo campionessa italiana Under 16 Federica Bilardo. Uscendo dai confini nazionali, impresa del 17enne Riccardo Balzerani, che partendo dalle qualificazioni ha conquistato, a Novi Sad, gli Internazionali Junior di Serbia (Grado 2 Itf). Nel contempo, la trentina Melania Delai è andata a segno a Koper, in Slovenia, in un torneo under 14 Tennis Europe, imponendosi per la prima volta a livello internazionale. (Viviano Vespignani) Kia Trophy a Firenze, vincono Tripoli e Diomedi Il viaggio del tennis amatoriale verso Melbourne è cominciato. La prima tappa del Kia Tennis Trophy 2015 si è giocata dal 17 al 20 settembre al Match Ball Firenze. A primeggiare, conquistando il pass per il master di fine circuito a Milano, Antonio Tripoli e Simona Diomedi, così come i rispettivi finalisti Domenico Spoleti ed Emanuela Milite. Il calendario prosegue con le tappe di Cagliari (dal 24 al 27 settembre) e Faenza (dall 8 all 11 ottobre), poi Bari, Sassuolo e Milano, al Tc Ambrosiano. Poi il master decisivo. Per iscriversi basta andare su kiatennistrophy.com. Possono partecipare non agonisti e agonisti che non siano mai stati classificati più di 4.2.