I BENELLI CALIBRO 20 La tradizione e la tecnologia

Transcript

1 FUCILI & CARABINE di EMANUELE TABASSO I BENELLI CALIBRO 20 La tradizione e la tecnologia Una nuova visita alla Benelli ha una finalità ben precisa, perché in azienda ci si muove sempre per obiettivi inserendo in questi le sensazioni captate sui mercati e le immaginazioni di che cosa si realizzerà nell immediato futuro: tutta una serie di motivi conduce a un nuovo modo di intendere certe situazioni di caccia, e il nuovo modo si chiama calibro 20 LLa visita in Benelli a senza metà primavera è stata per noi un risveglio di antiche passioni trovandoci in perfetta sintonia con quelli che si presentano come gli obiettivi del futuro a medio termine dell azienda. Prima di passare all esame e poi alla prova di alcuni fucili che interpretano questo pensiero, siamo stati intrattenuti con l abituale cortesia e amicizia dall ingegner Lucio Porreca, dalla dottoressa Laura Milli, dal signor Roberto Massarotto e dall amico Vittorio Balzi, responsabili degli studi di mercato, comunicazione e commercializzazione, su quanto la Benelli vede nel medio termine. Non è una strada ovvia e scontata, ha bisogno di cure e attenzione ma si propone a una fascia di clientela che sarà l avanguardia del nuovo modo di cacciare una certa classe di selvatici e in un dato ambito dove lo stile, la sobrietà e il saper sparare saranno la misura delle cose. Il nuovo orientamento ha un nome, anzi un numero: è il calibro 20, riscoperto non in quanto fratello minore del 12 ma nella sua es- Volata e tappo di fermo in primo piano con il mirino su zoccolo con riferimento di fibra ottica rossa: tutti i dettagli sono stati studiati per ottimizzare resa e prestazioni del fucile senza mai dimenticare la componente estetica e la finitura. di tuttofare, in grado di conseguire risultati di ampio respiro se, e sottolineiamo se, il costruttore ne immagina una veste nuova, attuale e finalizzata a impieghi di vasto raggio. La filosofia seguita in azienda è che non si tratta di affiancarlo al 12, che è e rimane quello che tutti sanno, ma di porlo in rastrelliera con una sua dignità completa e personale: sia chiaro che da appassionati persi dei fucili non abbiamo mai avuto la minima difficoltà a seguire tali prescrizioni, e per noi i due calibri vivono ognuno di luce propria sotto lo stesso tetto. La passione personale per il 20 risale alla fine degli anni Sessanta, quando situazioni e tempi favorevoli ci portavano sovente in riserve con fagiani che, non ricordando assolutamente il recinto, avevano imparato come si sta al mondo facendo dannare gli inseguitori con astuzie e involi decisi e veloci; c erano starne su cui i cani si esibivano nel miglior repertorio e almeno un paio di lepri passavano a tiro in ogni uscita, mentre nei corsi d acqua le alzavole ci istruivano sulle difficoltà del colpire i bersagli montanti. Le prime letture cinegetiche ci avevano indotto a considerare come in tali situazioni l uso di un 20 rivestisse un carattere assai più sportivo, conducendo a un approccio un po diverso al tiro. Occorreva maggiore calcolo immediato delle probabilità di riuscita prima di ingaggiare il selvatico, e poi una spiccata attenzione nella mira: in definitiva era una scuola che affinava quelle che devono essere le caratteristiche migliori di un cacciatore. La doppietta che ci eravamo fatti costruire è stata ed è una certezza, e una garanzia di buona riuscita. Le scelte di oggi Da quegli anni a ora diverse cose sono cambiate soprattutto nel come cacciare, e nella dedizione a poche specie, arrivando magari a una monocultura su un selvatico specifico che particolarmente ci appassiona: emblematici la beccaccia e il cinghiale che hanno creato un comparto a tema non solo nei cacciatori ma pure nella fattura dei fucili. Ecco, proprio i fucili si sono diversificati con un appannaggio cospicuo e interessante delle scelte verso i semiautomatici, che nella loro evoluzione hanno raggiunto oggi una raffinatezza progettuale ed esecutiva di notevole spessore. La Benelli ha creduto per prima alle possibilità notevoli e particolari del sistema inerziale e oggi si ritrova a gestire un patrimonio di primogenitura ambìto e sostanzioso. Ma, conoscendo la mentalità aziendale, la gestione cui abbiamo accennato è tutto fuorché un godersi il meritato successo: la scuola di Urbino impone una scalata incessante attraverso la cultura e l ingegno, l osservazione e il ragionamento, la deduzione e la messa in pratica di quanto si capta nell aria. Oggi si guarda al futuro prossimo, quando il calibro 20 guadagnerà ampi spazi per cui, noblesse oblige, occorre proporre non un fucile ma il fucile nella cameratura del 20: poi, a ben considerare, si è parlato di specializzazione venatoria e allora perché non creare un gruppo di prodotti in questo magico numero, differenziandoli nella tipologia del castello e negli allestimenti pensati proprio in funzione delle finalità da raggiungere? Una facilissima applicazione di una canna del formato ridotto sul castello esistente non sarebbe stata uno scandalo, ma per Benelli non poteva rappresentare la soluzione ideale. Si è quindi partiti ex novo a riprogettare il Raffaello e il Montefeltro con castelli specifici e proporzionati alla nuova esigenza. Chi ha una minima infarinatura di che cosa occorra per far girare le macchine a controllo numerico ha già tirato due conti di spesa per la progettazione, per il programma computerizzato e per l allestimento dei prototipi: in azienda questi investimenti sono decisi con avveduta speditezza perché non mancano i ricettori sui vari mercati che dia- 22 tacarmi - agosto 2007 agosto tacarmi 23

2 Non si può certo dire che questo Slug 20 manchi di classe o di grinta: la slitta Picatinny per l ottica si rivela assai pratica con il particolare fissaggio a viti passanti che attraversano anche la copertura del castello per garantire la massima solidità. Anche la tacca di mira regolabile è completa e funzionale con visuali rotonde di fibra ottica verde. ra di vibrare, assenza delle aste di armamento. Inoltre il diametro del cilindro di presa gas è inferiore con asta di minor sezione e sottocanna più stretto. Tutte queste prerogative conducono a un impiego facile e funzionale del fucile con cui si spara anche con il calcio telescopico estratto senza farsi male. Sembrerebbe un ovvietà, ma chi ha provato altri prodotti può asseverare come tale configurazione sia sovente punitiva. I modelli di punta Senza entrare in una descrizione tecnica che formerà, insieme alle prove pratiche, la sostanza di prossimi brani, diamo un primo accenno all avanguardia del calibro 20 che la Casa di Urbino propone alla clientela: cinghiale, beccaccia e caccia vagante o da appostamento sono perfettamente coperte da queste proposte che abbiamo saggiato nel balipedio aziendale con molta soddisfazione. Le linee permesse dal sistema inerziale, già di per sé raffinate, sono esaltate dalle nuove dimensioni ridotte che le ingentiliscono ulteriormente con proporzioni perfette: anche questo concorre alla ricerca di stile, misura, sportività insita nella gamma di questo splendido calibro. Il Raffaello Slug è il primo semiauto per la caccia a palla asciutta progettato appositamente attorno a questa cartuccia: realizzato sulla carcassa di lega leggera, è dotato del fodero separato in cui sono praticati i fori passanti per il montaggio della slitta per l ottica che sarà così saldamente ancorata a questa parte del fucile. Inoltre è presente una bindella corta da battuta di fibra di carbonio o, in alternativa, una tacca di mira regolabile con punti di riferimento di fibra ottica verde, mentre quella del mirino è rossa. Il calcio del tipo Montecarlo è dotato di guanciale ergonomico per un miglior posizionamento dell occhio nel traguardare le mire, e di calciolo di gel ammortizzante. Nella serie con carcassa chiusa, sempre ricavata da un estruso di Ergal per successive operazioni di fresatura, troviamo i due modelli classici denominati Montefeltro e Duca di Montefeltro, differenziati da diverse finiture estetiche nel castello: a questi si aggiunge ora una realizzazione specifica per la caccia più impegnativa e romantica nel bosco. Il Beccaccia 20 segue le orme del grandissimo successo ottenuto dal 2004, anno di prima presentazione del calibro 12 con tale allestimento. Il passaggio al calibro più piccolo evidenzia la ricerca e i risultati già raggiunti incrementandoli con un peso inferiore a 2,5 chilogrammi; la no i riscontri di cui si ha necessità. Non è certo un mero fatto matematico ma l interpretazione di segni che conducono l esperienza a ragionare in una determinata maniera e in alcuni termini. Uno sguardo in giro L illustrazione che ci viene proposta per ambientare questo ideale viaggio nelle ragioni della scelta parla di un costante incremento in atto del calibro 20 in molte zone: la Russia, per esempio, fresca e briosa consumatrice di beni, sta assaporando sempre più questi fucili leggeri e maneggevoli. Nella penisola scandinava emerge un tratto distintivo e particolare che riguarda le donne in carriera, e là sono percentualmente molte: fino a poco tempo addietro per le signore era adeguatamente snob frequentare i campi da golf, mentre oggi è vincente l opzione per la caccia. Va da sé che i caratteri di sportività e distinzione sono elegantemente affinati dall uso di fucili meno grevi nel porto, più impegnativi nel tiro e con quello stile particolarmente gradevole che la miniaturizzazione sa dare. A fianco dei cartuccioni da 89 millimetri dei Supermagnum gli americani sono in piena fase di rivalutazione dei piccoli calibri e nel 20, re di quelli medi, vedono un interessante approccio per molte delle situazioni di caccia o tiro a cui si possono dedicare: considerando i dati numerici si ha la sensazione di quel che può maturare perché negli States cinque milioni di persone frequentano i campi di tiro e tre milioni i terreni di caccia. Fra gli eredi dei pionieri del West la Benelli gode di una considerazione del tutto particolare perché il cacciatore statunitense considera la marca italiana una sua personale scoperta avvalorata dall adozione del modello M 4 quale shotgun dei Marines: e non c è soluzione di continuità nel gradimento, anche se questa realizzazione possiede un semiautomatismo a presa di gas. La spiegazione è molto logica: il progetto era vincolato a tale scelta dalle specifiche militari e nei particolari si è rivelato poi il papà dell impianto dell Argo a canna rigata, nel quale si nota innanzitutto la scelta concettuale aziendale dello spillamento molto arretrato: le conseguenze sono un minor ingombro, semplicità, robustezza, canna libe- Un particolare del castello e dell otturatore cromato: in questo pezzo sta racchiusa la genialità del sistema inerziale e, certamente, una consistente percentuale del successo Benelli. La linea completa, qui senza la slitta Picatinny, dice chiaramente quanto il fucile sia adatto a insidiare il cinghiale. In molte zone della Toscana, per esempio, chi non impiega la canna rigata usa solitamente il calibro 20 per la maneggevolezza: questo modello la dà al massimo. 24 tacarmi - agosto 2007 agosto tacarmi 25

3 Un accenno alla parte superiore del castello su cui spicca l unghiatura ombreggiata di inizio della linea di mira. Personalità, carattere, eleganza: c è davvero tutto in questo modello Crio 20, nel quale le proporzioni date dal calibro concorrono ad aumentarle. Prospetto destro. Non si può tralasciare l immagine completa del Crio 20: oltre alla perfetta rispondenza sul campo c è una componente visiva che attrae in maniera fortissima per i rapporti e le proporzioni a misura della mente umana. Un primo piano con otturatore, finestra di espulsione e feritoia per l inserimento delle cartucce: le parti cromate spiccano sull anodizzazione ma soprattutto è interessante osservare i particolari per apprezzare la finitura di ogni dettaglio. La fotoincisione del modello Duca di Montefeltro ha girali e fiorami di stile rinascimentale con un magnifico pointer che tiene la scena centrale. 26 tacarmi - agosto 2007 agosto tacarmi 27

4 Le due realizzazioni sul castello chiuso che contraddistingue i Montefeltro: dalla compassata finitura nera anodizzata del fondo liscio si passa al modello Duca con abbinamento del fondo lucidato chiaro e fotoinciso al nero. Sul castello anodizzato nero del Beccaccia 20 spicca la sagoma dorata della regina, preda di elezione di questo modello: notevole la finitura generale, caratteristica apprezzata di Benelli. L arma nella sua valigetta di trasporto: notare la dotazione di strozzatori intercambiabili con la chiave di smontaggio e la scelta dei legni di classe elevata con apprezzabili venature. maneggevolezza della massa minore è ulteriormente favorita dalla lunghezza di canna limitata a 61 centimetri, dalla leggerissima bindella di fibra di carbonio e dal serbatoio per due cartucce che si aggiungono a quella posta direttamente in camera. Tre colpi per la regina sono davvero troppi ma, a volte, quel di più aiuta a realizzare il sogno di vedere il nostro cane che, dopo una cerca e una ferma emozionanti, ci regala il riporto di una fra le prede più ambite delle nostre zone di cac- La vista intera del fucile consente di apprezzare le proporzioni dei vari componenti e il ridotto dimensionamento dell insieme: con il peso contenuto, qui purtroppo non evidenziabile, si ha davvero un eccellente fucile da caccia specifica, non soltanto un funzionale attrezzo che svilirebbe la poesia, essenza prima della caccia. Eccoci pronti al tiro nel curioso appoggio della linea di tiro della Benelli: si ottengono ottimi risultati. 28 tacarmi - agosto 2007 agosto tacarmi 29

5 Così si piazza il bersaglio sull apparecchio di lettura: di qui in avanti lavora un po l addetto e molto il calcolatore. Con il cordiale e disponibile delegato al balipedio si esamina uno dei bersagli realizzati durante la prova. cia. Gli strozzatori del tipo Crio possono essere interni o esterni secondo i valori richiesti. Il Raffaello Crio rappresenta la punta avanzata dello stile Benelli: il castello di lega leggera resta una costante della produzione e qui viene rifinito a mano subendo un trattamento finale di nichelatura che contrasta con il fodero anodizzato nero. Il motivo stilistico dei fianchi somma la ricerca di una nuova linea e di una spiccata personalizzazione per avere richiamo visivo e immediata riconoscibilità: se all epoca della prima uscita di questo disegno eravamo piuttosto scettici, ora lo troviamo assai gradevole e adeguato allo spirito del fucile, con quel passo avanti che lo contraddistingue in tutto. Tra le due lunghezze di canna vediamo squisita quella da 65 centimetri, dalle misure ottimali in rapporto alla sezione ristretta e alla carcassa proporzionalmente ridotta nelle sue dimensioni. Anche la calciatura di noce superiore si affina quel tanto da porsi in sintonia di volumi con la meccanica ma senza nulla perdere in funzionalità; anzi, proprio sotto questo punto di vista, possiamo dire che bilanciatura, maneggevolezza, prontezza alla spalla e all occhio sono inversamente proporzionali alle dimensioni: aumentano con il diminuire di queste ultime. Per terminare La Benelli ha iniziato un altra strada di cultura che tende a espandere le idee e i sentimenti propri di un numero di clienti che, partiti in sordina e in piccoli numeri, stanno dilatando sempre più rapidamente i loro orizzonti. È una strada che guarda a un futuro della caccia e del tiro in cui sia presente la cognizione della compatibilità con l ambiente, della sportività fatta di difficoltà maggiori da superare con capacità affinate e giudiziose, di una conoscenza più attenta e approfondita dei mezzi impiegati per l arte venatoria come per lo sport del tiro. Questi mezzi sono i fucili in cui si sommano le caratteristiche specifiche proprie degli obiettivi da raggiungere: più piccoli, più leggeri, più eleganti, più sofisticati e, nel contempo, perfettamente adeguati all impiego che devono svolgere. La nuova corrente di pensiero del calibro 20 parte con il favore del pronostico ma soprattutto con una proposta di fucili che definire allettante è persino riduttivo: decisamente più consona la qualifica di entusiasmante. ❶ ❷ ❸ ❶ Rosata molto favorevole realizzata con il Crio 20, canna da 65 centimetri a 30 metri con strozzatura a due stelle e cartuccia 20/70 e 28 grammi di pallini del numero 7. ❷ Sempre dallo stesso fucile vediamo la rosata realizzata a 20 metri con strozzatura a quattro stelle e 26 grammi di pallini del numero 8: la copertura è ottimale al centro, e ancora più che buona nella periferia del bersaglio. La sportività del 20 risiede anche in questo: maggiore precisione nel tiro per sfruttare il cuore della rosata. ❸ Strozzatura piena per questa rosata realizzata con un Duca di Montefeltro, cartuccia calibro 20/76 con 35 grammi di pallini numero 5: l esito della fucilata ben indirizzata non richiederebbe commenti. 30 tacarmi - agosto 2007 agosto tacarmi 31