LE NUOVE SFIDE DELLA COOPERAZIONE SOCIALE E DI INSERIMENTO LAVORATIVO

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1 LE NUOVE SFIDE DELLA COOPERAZIONE SOCIALE E DI INSERIMENTO LAVORATIVO Prof. Carlo Borzaga Pres. EURICSE Castelfranco Veneto 15 maggio, 2009

2 STRUTTURA 1. IL MODELLO ITALIANO DI INSERIMENTO LAVORATIVO 2. EVOLUZIONE DEL FENOMENO IN ITALIA (ISTAT, 2003, 2007; ICSI, 2005) 3. EVOLUZIONE DELLE TIPOLOGIE DI SVANTAGGIO 4. INDAGINE EURICSE: A) caratteristiche B) attività di inserimento interno/esterno 5. Coop A e attività di socializzazione al lavoro (TREVISO) 6. CONLUSIONI 2

3 FONTI ISTAT Indagine ICSI (2005): campione di 312 cooperative sociali di cui 93 di tipo B = 30% in linea con il dato nazionale (B 32,8% delle coop soc) Indagine EURICSE su Treviso e province del Triveneto (TN e BS). Obiettivi: quadro generale del settore verificare modalità di integrazione tra attività di formazione e inserimento esterno verificare utilizzo strumenti legislativi per l inserimento 3

4 1) IL MODELLO ITALIANO DI INSERIMENTO LAVORATIVO Si presenta UNICO rispetto alle altre esperienze europee perché: costituito solo da imprese private: fino al 2005 solo coop, successivamente con il d. lgs. n. 155/2006 sull impresa sociale anche altre forme societarie Obiettivo esplicito e principale: offrire occupazioni remunerate e stabili ai soggetti svantaggiati attività produttiva è strumentale si distanzia dal modello di laboratorio protetto non associa inserimento lavorativo a produzione di servizi sociali 4

5 a) ISTAT 2)EVOLUZIONE DEL FENOMENO ( ) Evoluzione : +32,4% cooperative (ma peso invariato 35,9% del tot nel 2001 e 35,8% nel 2005) Rapporto svantaggiati/normodotati: da 50,5 a 55,4 (aumentano le dimensioni) infatti +61,2% soggetti svantaggiati +46,9% lavoratori remunerati (da 18,4% a 24,2% degli occupati totali nelle coop sociali) 5

6 b) ICSI (2005) Campione: 312 cooperative sociali di cui 93 di tipo B = 30% in linea con il dato nazionale (B 32,8% delle coop soc) Caratteristiche: - Più del 60% ha volontari - Gestione delle attività con elevata autonomia - Settore di attività prevalente: manutenzione del verde e servizi a domicilio e pulizia ambiente - Bilancio in positivo (72,5%) - Patrimonializzazione elevata (35,3% più di 200 mila eur) - Andamento variabili economiche positivo (dal 2003 al 2005 crescono valore della produzione e investimenti) 6

7 AUTONOMIA: prevalenza entrate pubbliche ma significativo orientamento al mercato Tab.6 Ripartizione delle entrate per fonte Ricavi dal settore privato Ricavi dal settore pubblico Contributi dal settore privato Contributi dal settore pubblico di cui: in conto capitale % 41,7 49,9 2,5 4,4 0,3 dato ricorrente in tutte e 3 le fonti Altri ricavi 1,2 7

8 1) ISTAT 3) LE TIPOLOGIE DI SVANTAGGIO Tab.7 Tipologie di svantaggio TIPOLOGIE Alcolisti 4,0 4,3 Detenuti, exdetenuti 7,4 8,7 Disabili fisici, 50,3 46,3 psichici e sensoriali Disoccupati - 3,8 Minori 1,3 0,7 Pazienti psichiatrici 14,5 15,0 Tossicodipendenti 18,2 16,0 Persone con altro tipo di disagio 4,3 5,2 TOTALE Si inseriscono tipologie di svantaggio legate al mercato del lavoro e situazioni di disagio sociale ISTAT rileva solo i DISOCCUPATI 8

9 2) ICSI La maggioranza delle coop si dedica ancora a persone con svantaggi tradizionali: dipendenze (18,9%) e disabili fisici (17,5%) e psichici (16%) (maggiore MA Presenza rilevante anche di altri svantaggi (13,2%) c.a la metà dei normodotati presenta evidenti difficoltà di accesso al lavoro 55,5% senza precedente occupazione, 44,2% poco qualificati (scuola dell obbligo) La transizione è verso un occupazione STABILE: c.a 80% dei precedentemente disoccupati ha un contratto a tempo indeterminato 9

10 4) L INDAGINE EURICSE (2009) OBIETTIVI: 1. fornire un quadro generale del settore 2. analizzare le modalità con cui le coop di tipo B integrano produzione, formazione e inserimento (interno-esterno) 3. verificare l utilizzo degli strumenti messi a disposizione dai recenti provvedimenti legislativi per l inserimento di soggetti svantaggiati 4. analizzare i fattori di successo e le difficoltà incontrate nella realizzazione del servizio di inserimento AREE TERRITORIALI: province di Trento, Brescia, tutte le province del Veneto con focus su Treviso METODOLOGIA: analisi a campione tramite somministrazione di un questionario rivolto alle cooperative 10

11 Tab.10 L universo e il campione Province Universo Campione Brescia Trento Treviso Altre Veneto Belluno 12 1 Padova Rovigo 18 5 Venezia 44 9 Verona Vicenza 49 9 Totale Tasso di risposta: 70% 11

12 4.1 CARATTERISTICHE GENERALI Fenomeno consolidato (coop di non recente costituzione, 33,1% nate prima del 1990) Fondatore: un gruppo di persone con ideali comuni (45%), un altra cooperativa (26%) Base sociale: medio piccola (c.a il 50% tra 16 e 49 soci) multistakeholder (84% ha 2-4 categorie di soci) categorie più rappresentate: lavoratori (normo e svantaggiati) e volontari 12

13 Settori di attività prevalente: Servizi manutenzione del verde (45%) Servizi a domicilio e pulizie (35%) coincidono con attività in cui sono inseriti i lavoratori svantaggiati: si conferma che la produzione di servizi è STRUMENTALE all attività di inserimento 13

14 4.2 CARATTERISTICHE ECONOMICO-GESTIONALI ( ) Valore della produzione tra 600 mila e 1,5 milioni eur (38%) Maggioranza in utile Organizzazioni sane: utile medio in aumento Livello patrimonializzazione elevato (41% oltre i 200 mila ). Voce prevalente: riserve indivisibili (77%) Indice di patrimonializzazione: totale 0,17, Treviso meno elevato (0,04), Trento più elevato (0,46) 14

15 Autonomia? Tab.11 Ripartizione dei ricavi per fonte VOCI Brescia Trento Treviso Altre Veneto Totale Ricavi dal settore privato 39,4 22,1 71,9 45,8 47,1 Ricavi dal settore pubblico 54,9 66,0 22,4 49,7 47,0 Contributi dal settore privato 0,6 0,2 0,1 0,2 0,3 Contributi dal settore pubblico 2,5 7,6 0,7 1,3 2,2 Altri ricavi 2,6 4,1 4,9 3,0 3,4 15

16 4.3 RISORSE UMANE Lavoratori remunerati normodotati (5.066) Volontari (970) SVANTAGGIATI (1.972) L. 381/91: 1659 altri svantaggi: 313 prevalenza maschi (63,6%) prevalenza DISABILI PSICHICI (33,5%) (superano i disabili fisici = 23,4%) emergono NUOVI SVANTAGGI (8,9%) Rapporto sv.l.381/normo (INPS): 53,6% media (più elevato per la provincia di Brescia, 58,3%) 16

17 CONTRATTI: - 74,2% a tempo indeterminato confermata STABILITA - FLESSIBILITA : solo 5,7% con contratti atipici; 45,4% a part-time - contratti formativi poco utilizzati: inserimento (2,6% degli svantaggiati), no apprendistato - contratto: 89% applica CCNL cooperative sociali 17

18 4.4 INSERIMENTO LAVORATIVO Obiettivo dichiarato alle origini: prevalentemente inserimento in cooperativa (46%) oggi: apertura verso l inserimento esterno prevalentemente in funzione del tipo di disagio e delle difficoltà occupazionali, soprattutto tra le coop più giovani (55%) Attività formativa strutturata Formazione sul lavoro per lavoratori svantaggiati: forte presenza di figure professionali ad hoc in tutte le province : tutor (78%) e responsabile sociale (56%) Progetti individualizzati (81%) prevalentemente predisposti con il supporto dei servizi sociali (48%) Formazione in aula: per i normodotati (70,6%) per gli svantaggiati (63,2%) 18

19 Inserimento lavorativo esterno 76% dichiara di occuparsi di inserimento esterno PERCHE? rientra negli obiettivi della coop COME? Non in modo strutturato: nessuna attività mirata ma risposta ad eventuale richiesta diretta delle imprese locali (56%) MA una parte offre formazione mirata in base alle esigenze professionali più richieste dalle imprese (35%) E significativa attività di rete con istituzioni pubbliche: servizi sociali (52,5%), enti pubblici (38,6%) e SIL (33,7%) 19

20 Gli STRUMENTI di accompagnamento anche se ancora minoritari: distacco assistito e assistenza post-assunzione scarso utilizzo modalità inserimento ex art. 14 d.lgs. 276/2003 (22,2%) Tab. 15 Strumenti di accompagnamento all inserimento esterno Provincia altre Brescia Trento Treviso Veneto Totale Distacco assistito 22,2 61,5 60,0 20,5 33,3 Attività di assistenza post-assunzione 36,1 38,5 55,0 12,8 31,5 Altro 13,9 7, ,6 Nessuno strumento 33,3 23,1 30,0 71,8 45,4 Giudizio sulla fattibilità dell inserimento esterno: è possibile solo se esiste un forte legame con le imprese locali (41%); è possibile solo per alcune categorie di svantaggio (18%) 20

21 Turnover in uscita non elevato (0,3) Tab. 16 Totale esiti inserimenti 2007 (valori assoluti) Provincia Altre Totale Val.% Brescia Trento Treviso Veneto Progetti non terminati (ritirati) Progetti terminati di cui: Non occupati ,4 Occupati all esterno di cui: ,6 Assunti in altre ,5 cooperative Assunti in imprese for profit ,7 Assunti in enti pubblici ,5 Datore di lavoro ignoto ,7 21

22 Come è cambiata la percezione del ruolo? maggiore attenzione a nuovi bisogni/disagi connessi alle difficoltà di accesso al mercato del lavoro È oggi più rilevante: in seguito alla presenza di nuove categorie di svantaggio in relazione al mercato del lavoro (73,2%) in seguito all incremento dello stato di disagio sociale (59,8%) 22

23 MISSION DICHIARATA (scala da 1 a 7): Favorire l occupabilità di persone con difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro tradizionale (5,5) e con disagio psichico (5,4) e fisico (4,8) Fornire un servizio di inserimento lavorativo migliore rispetto a quello fornito da altri enti accreditati (4,8) DIFFICOLTÀ (giudizio da 1 a 7): reperire contratti sufficientemente remunerativi (5,6) reperire risorse finanziarie (4,8) ritardi nei pagamenti enti pubblici (4,4) 23

24 Reazione ad un eventuale aumento di domanda: Risposta diretta tramite aumento dimensionale (55,6%) Risposta indiretta tramite attività di rete (28,8%) Tab. 19 Reazione all aumento della domanda di inserimento Provincia Brescia Trento Treviso Altre Veneto Totale Risponderà direttamente all aumento inserendo i suoi lavoratori all interno 45,2 57,1 75,0 55,6 56,0 Dirotterà la nuova domanda di inserimento su altre cooperative sociali 35,8 28,6 16,7 28,9 28,8 Non risponderà alla domanda 19,0 14,3 8,3 15,6 15,2 24

25 5) Cooperative di tipo A e socializzazione al lavoro: focus su Treviso un terzo delle coop A si dedica ad attività di socializzazione al lavoro (14=31,1%) prevalentemente in modo formalizzato (es. COD) la metà di esse (7) collabora con le B creazione di network per avviamento e inserimento lavorativo attività diretta prevalentemente a disabili psichici (57%) 25

26 6.CONCLUSIONI (1) Il modello cooperativo di inserimento lavorativo è efficace e soddisfa le attese PUNTI DI FORZA: a) consolidamento imprenditoriale e patrimoniale; b) rafforzamento attività formativa; c) orientamento al collocamento esterno PUNTI DI DEBOLEZZA: a) attività produttive a basso valore aggiunto; b) sviluppo di strumenti di supporto all inserimento esterno ancora limitato; c) le politiche pubbliche non hanno finora saputo cogliere la specificità del fenomeno Esistono le condizioni per un azione volta a potenziare la cooperazione di inserimento lavorativo. 26

27 6.CONCLUSIONI (2) A questo fine è necessario intervenire: 1. rafforzando l offerta: sostegni allo start-up e investimenti 2. ampliando la domanda: privata (revisione art.12 l.n.68/99 e art.14 d.lgs.n.276/03) e pubblica (convenzioni) 3. riconoscendo la funzione formativa e di collocamento esterno: con apporti contributivi o sgravi fiscali ulteriori 4. riconoscendo le nuove categorie di svantaggio anche se con sgravi contenuti POLITICHE che presentano COSTI LIMITATI e VANTAGGI CERTI 27

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