PROTEZIONE AL FUOCO. Le tecnologie più avanzate per un futuro più sicuro

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1 PROTEZIONE AL FUOCO Le tecnologie più avanzate per un futuro più sicuro

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3 PROGETTI DI ANTINCENDIO PASSIVO Le soluzioni preferite perchè uniche, innovative e più vantaggiose. (fate una prova e confrontate i risultati) Bifire ha tutte le soluzioni - più innovative, più vantaggiose e tutte REI 120/180 - per la protezione dal fuoco di ambienti civili e industriali. Con il vantaggio esclusivo che Bifire, non avendo un unico prodotto da imporre al mercato, è libera di scegliere e proporre un ampio mix di prodotti che, spesso combinati fra loro, costituiscono una soluzione tagliata esattamente sulle esigenze dei singoli clienti. E ciò aumenta la possibilità di utilizzare, anche in modo esclusivo, soluzioni personalizzate e differenziate. Il tutto nello spirito di una convinta coevoluzione, un principio esclusivo Bifire secondo cui cliente e fornitore crescono insieme perchè hanno vantaggi competitivi sul mercato. BIFIRE INNOVA CON VOI SISTEMA QUALITA 8 Luglio 2011

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5 Evolvere insieme Sviluppare con e per il cliente tecnologie innovative ed ecosostenibili che permettano ad entrambi di raggiungere e mantenere la leadership nei propri mercati di competenza. Meritarsi il privilegio di essere considerati un partner tecnologico. Adattare la propria struttura ed organizzazione in modo da garantire che la qualità dei prodotti e del servizio diventino un reale vantaggio competitivo per il cliente. 3

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7 PRINCIPI GENERALI 7 SOLUZIONI E PRODOTTI 35 CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI 39 PARETI LEGGERE 45 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI 49 CONTROSOFFITTI 63 PROTEZIONE CONDOTTE E CANALINE 69 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO ARMATO 73 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO 77 ATTRAVERSAMENTI 81 MASTICI E STUCCHI 97 5

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9 Sommario Incendio Definizione Classificazione degli incendi Dinamica dell incendio Prevenzione incendi Scopo La prevenzione La protezione al fuoco Definizione Protezione Attiva Protezione Passvia La compartimentazione Reazione al fuoco Definizione Normativa sulla Reazione al fuoco Metodi prova per la reazione al fuoco Le classi di Reazione al fuoco Resistenza al fuoco Definizione Metodo Sperimentale Metodo Analitico Metodo Tabellare Principali Norme di prova Certificato Prevenzione Incendi Resistenza al Fuoco delle Costruzioni Tabella delle Attività soggette Il CPI La Marcatura CE

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11 Incendio Definizione L incendio è una reazione rapida di ossidazione caratterizzata da un emissione di energia e di prodotti della combustione, questi ultimi comprendono: vapore acqueo, gas (CO, CO2, ecc.), aerosol e particelle solide non combuste (fumi). Gli incendi hanno rappresentato da sempre un fattore di rischio per la vita e per le attività umane e pertanto nel corso dei tempi sono state continuamente cercate metodologie per prevenirli e strumenti per combatterli. In particolare, con l'aumento delle concentrazioni di persone in spazi chiusi o comunque limitati, tipico degli agglomerati urbani, e con l'aumento delle attività potenzialmente pericolose, il rischio incendi è divenuto uno dei pericoli più comuni. Per questo motivo la protezione dal fuoco è divenuta una necessità primaria per evitare danni alle persone e cose. Un incendio può essere provocato da diverse cause sia naturali (autocombustione, fulmini, ecc) che per mano dell'uomo per motivi casuali, leciti o illeciti (fortuito, provocato o doloso). Alcuni esempi di causa: fiamme libere (p.es. operazioni di saldatura), particelle incandescenti (brace), provenienti da un focolaio preesistente (p.es: braciere), scintille di origine elettrica, scintille di origine elettrostatica, scintille provocate da un urto o sfregamento, contatto con superfici e punti caldi, innalzamento della temperatura dovuto alla compressione dei gas, reazioni chimiche in genere. Affinché avvenga un incendio è necessario che siano presenti tre elementi fondamentali (le "tre C" o triangolo del fuoco): - il combustibile, cioè il materiale in grado di combinarsi chimicamente con l ossigeno(o altra sostanza) con emissione di energia termica; - il comburente, la sostanza atta ad alimentare la combustione mediante ossidazione del combustibile con ossigeno (o altro elemento specifico); - la sorgente di energia a temperatura sufficiente a dare avvio alla combustione (innesco) Nel fenomeno dell incendio si ha inoltre la formazione o liberazione di gruppi atomici chimicamente attivi (radicali), capaci di produrre reazioni a catena (ossidazione). Fonte: 9

12 Combustibile e comburente devono essere presenti in proporzioni adeguate, se non sono presenti uno o più dei tre elementi della combustione, questa non può avvenire e - se l'incendio è già in atto - si determina l'estinzione del fuoco. Le temperature che possono essere raggiunte nel corso di un incendio dipendono dalle caratteristiche dei materiali presenti. A titolo indicativo, quella dei materiali solidi coinvolti nella combustione è compresa tra i 700 C ed i 1200 C. La temperatura delle fiamme può variare, in base al tipo di combustibile e alla ventilazione, tra i 1700 C ed i 2500 C, mentre quella al soffitto, in un locale chiuso, si mantiene tra i 300 C ed i 400 C per un certo tempo e poi raggiunge velocemente i 1000 C. In pratica, le temperature medie raggiunte sono in genere inferiori a causa delle aperture che, prodotte da rottura di vetri e da crolli, permettono lo sfogo dei fumi e del calore e l afflusso di aria fresca: normalmente non si superano, salvo in limitate aree, i 700 C. Classificazione degli incendi Gli incendi, o con terminologia ormai accettata i fuochi, si distinguono in base al tipo di combustibile in: - fuochi di classe A: di materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene normalmente con formazione di braci; - fuochi di classe B: di liquidi o di solidi liquefacibili; - fuochi di classe C: di gas; - fuochi di classe D: di metalli. Gli incendi, in funzione della velocità di combustione, sono poi suddivisi in incendi a sviluppo lento oppure a sviluppo rapido, a seconda che nella fase iniziale si abbia una più o meno intensa emissione di calore, di fiamma e di prodotti della combustione. A seconda della velocità con cui avviene il processo, si può avere: - una normale combustione, quando l ossidazione non è molto rapida; - una deflagrazione, quando l ossidazione procede con elevata rapidità; - un esplosione, quando l ossidazione è praticamente istantanea. In sostanza, la velocità di ossidazione costituisce l elemento determinante e caratterizzante del fenomeno. In effetti, da essa dipendono la velocità di decomposizione o di vaporizzazione del combustibile, la successiva combinazione dei prodotti ottenuti con il comburente e la quantità di calore sviluppato che a sua volta facilita la decomposizione del combustibile, dando avvio alla reazione a catena. Dinamica dell incendio Nell evoluzione dell incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: Fase d inizio, la sua durata dipende dai seguenti fattori: - infiammabilità del combustibile; - possibilità di propagazione della fiamma; - velocità di decomposizione del combustibile coinvolto dall incendio; - geometria e volume degli ambienti interessati dall incendio; - possibilità di dissipazione del calore nel combustibile; - ventilazione dell ambiente; - caratteristiche superficiali del combustibile; - distribuzione del combustibile nell ambiente, punti di contatto, altezza. 10

13 Fase di estensione, si ha: - riduzione di visibilità a causa dei prodotti della combustione; - produzione di gas tossici e corrosivi; - formazione e propagazione di sacche nelle quali gas infiammabili si concentrano e possono raggiungere i loro limiti di infiammabilità e di esplosione; - aumento della velocità di combustione; - aumento rapido delle temperature; - aumento dell energia di irraggiamento; - effetti al contorno (sinergismo). In questa fase, materiali vicini al focolaio di incendio, anche se non toccati dal fuoco, raggiungono il loro punto di accensione e contribuiscono a dare maggior corpo al fenomeno producendo gas infiammabili. Fase d incendio generalizzato (flash-over), le cui caratteristiche essenziali sono: - brusco innalzamento della temperatura; - aumento esponenziale della velocità di combustione; - forte aumento dell emissione dei gas che si espandono sia in senso orizzontale sia e soprattutto in senso ascensionale; si formano zone di turbolenza visibili; - i combustibili vicini al focolaio si autoaccendono, quelli più lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione, con produzione di gas di pirolisi infiammabili; - si formano onde di choc e lance di fuoco. Fase di estinzione, avviene dopo che si è raggiunta l accensione completa dei materiali combustibili, il fenomeno incomincia a rallentare e, in assenza di apporti esterni, si avvia all estinzione; la temperatura nell ambiente incomincia a decrescere. 11

14 Il fenomeno dell autocombustione Tra le varie cause d incendio, presenta particolare interesse l autocombustione. Si tratta di una combustione che avviene senza apporto di energia da parte di inneschi esterni. Il fenomeno si presenta complesso in quanto risultante di più effetti concomitanti: per alcuni prodotti quali fieno, semi oleosi ecc. causa prioritaria è la fermentazione con formazione di sostanze infiammabili; per altri (ad esempio, oli che imbevono stracci unti) l ossidazione. In entrambi i casi, le trasformazioni, inizialmente lente, portano ad un graduale accumulo di calore nella massa di prodotto sino al raggiungimento della temperatura di accensione dello stesso o di sostanze generatesi durante detti processi. Elementi che facilitano la combustione sono: elevata temperatura ambiente, presenza di impurezze che fungono da catalizzatori, accumulo di grossi mucchi e, soprattutto, nel caso delle fermentazioni, umidità e microrganismi. Le sostanze maggiormente soggette a combustione spontanea sono: - carbone polacco o sardo particolarmente ricco di zolfo e di sostanze organiche; - colori ad olio; - fieno; - farina di pesce; - stracci di seta, cotone, juta, canapa, lino imbevuti di olio di vernice; - semi oleosi (girasole, soia, arachidi ecc.); - cacao in grani; - carta da macero umida; - cascami e sfridi di cuoio; - fertilizzanti organici ed inorganici contenenti nitrati e materiale organico; - vernici o pitture contenenti oli essiccativi. Caso a sé è il poliuretano espanso in fase di manutenzione: durante questo periodo, se la miscelazione dei componenti non è stata fatta in modo corretto, la reazione di espansione all interno della massa può procedere in modo tale da provocarne il surriscaldamento sino all accensione. 12

15 Prevenzione incendi Scopo L incendio provoca effetti di diversa natura: Perdite di vite umane e danni alla persona Danni a cose Danni all ambiente La prevenzione incendi viene definita dal DPR 577/82 come materia interdisciplinare che studia ed applica misure, provvedimenti, accorgimenti e modi di azione intesi ad evitare l insorgere di un incendio e a limitarne le conseguenze. In base a tale definizione il termine di prevenzione incendi, di significato generale, comprende due concetti distinti: La prevenzione propriamente detta: azione intesa ad anticipare l incendio, cioè a diminuire la probabilità di insorgenza. La protezione: quell insieme di misure ed interventi volti a limitare i danni conseguenti ad un incendio per qualsiasi origine verificatosi. Utilizzando la valutazione probabilistica del rischio d incendio basata: sulla stima delle frequenze di accadimenti; sulla valutazione della magnitudo delle conseguenze; RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO si evince che tra i provvedimenti presi per la riduzione del rischio d incendio: le azioni di prevenzione riducono la frequenza di accadimento; quelli di protezione riducono la magnitudo delle conseguenze. La frequenza dell evento viene individuata attraverso metodi statistici che tengono conto della quantità ed il tipo di materiale combustibile, della presenza e del possibile apporto di comburente, di tutte le possibili cause di innesco (umana e dolo comprese) e della frequenza storica di incendi nel compartimento in esame o in compartimenti con caratteristiche chimico-fisiche, dimensionali e geometriche simili. Le conseguenze vengono normalmente individuate in danni alla sicurezza, salute ed ambiente, oltre a tutte le conseguenze economiche ed indirette. In generale le conseguenze possono essere: danni alle persone danni alla struttura dell edificio, agli arredi, alle attrezzature, alle macchine danni all attività ( fermo di produzione, immagine) danni all ambiente Ambedue tali concetti tendono ad ottenere un duplice scopo: assicurare l incolumità delle persone (sicurezza primaria) e ridurre al minimo le perdite materiali (sicurezza secondaria). 13

16 La prevenzione Le principali misure di prevenzione, finalizzate alla riduzione della probabilità di accadimento di un incendio, possono essere individuate in: realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte (Norme CEI) collegamento elettrico a terra di impianti, strutture, serbatoi, etc. installazione di impianti parafulmine dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e di utilizzazione delle sostanze infiammabili ventilazione dei locali utilizzazione di materiali incombustibili adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla segnaletica di sicurezza, riferita in particolare ai rischi presenti nell ambiente di lavoro addestramento personale rispetto procedure 14

17 La protezione al fuoco Definizione Consiste nell insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verificarsi di un incendio, agendo sulla Magnitudo dell evento incendio. Gli interventi si suddividono in misure di protezione attiva o passiva. Protezione Attiva Le misure di protezione attiva richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto; il loro scopo è quello di rilevare l'incendio precocemente e mettere in atto le azioni per lo spegnimento dello stesso. Le misure di protezione attiva riguardano: estintori rete idrica antincendio impianti di rivelazione automatica d incendio impianti di spegnimento automatici dispositivi di segnalazione e d allarme evacuatori di fumo e calore Protezione Passiva Le misure di protezione passiva hanno il compito di ridurre la propagazione dell incendio. Non richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto; hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell incendio nello spazio e nel tempo (ad esempio garantire l incolumità dei lavoratori - limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione - contenere i danni a strutture, macchinari e beni). Le misure di protezione passiva riguardano: barriere antincendio isolamento dell edificio distanze di sicurezza esterne ed interne muri tagliafuoco, schermi, ecc. strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d incendio materiali classificati per la reazione al fuoco sistemi di ventilazione sistema di vie d uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dell ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni In particolare per isolamento si intende l'interposizione di spazi scoperti (distanze di sicurezza) o di barriere interne (compartimentazione) con lo scopo di impedire la propagazione dell incendio principalmente per trasmissione di energia termica raggiante. L'isolamento di un edificio attraverso le sole distanze di sicurezza e di protezione comporta l utilizzo di grandi spazi che dovranno essere lasciati vuoti e costituire di per se una misura poco conveniente di realizzazione di una barriera antincendio da un punto di vista economico; pertanto la protezione passiva si realizza anche mediante la compartimentazione. La filosofia dominante all interno della legislazione europea (direttiva CEE 89/106)in termini di protezione è quella di dare maggior importanza alla protezione passiva rispetto a quella attiva. In particolare i requisiti essenziali ai quali debbono rispondere le costruzioni sono: 15

18 1) Resistenza meccanica e stabilità. Per soddisfare questa esigenza l'opera deve essere concepita e costruita in modo da sopportare i carichi prevedibili senza dar luogo a crollo totale o parziale, deformazioni inammissibili, deterioramenti di sue parti o degli impianti fissi, danneggiamenti anche conseguenti ad eventi accidentali ma comunque prevedibili. 2) Sicurezza in caso d'incendio. Per soddisfare questa esigenza l'opera deve essere concepita e costruita in modo da garantire, in caso di incendio: la stabilità degli elementi portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti; la limitata propagazione del fuoco e dei fumi, anche riguardo alle opere vicine; la possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. 3) Igiene, salute ed ambiente. Per soddisfare questa esigenza l'opera deve essere concepita e costruita in modo da non costituire una minaccia per l'igiene o la salute degli occupanti o dei vicini, causata, in particolare, dalla formazione di gas nocivi, dalla presenza nell'aria di particelle o di gas pericolosi, dall'emissione di radiazioni pericolose, dall'inquinamento o dalla contaminazione dell'acqua o del suolo, da difetti di evacuazione delle acque, dai fumi e dai residui solidi o liquidi e dalla formazione di umidità in parti o sulle superfici interne dell'opera. 4) Sicurezza di utilizzazione. Per soddisfare questa esigenza l'opera deve essere concepita e costruita in modo tale che la sua utilizzazione o il suo funzionamento non presentino dei rischi inaccettabili di incidenti come scivolamenti, cadute, colpi, bruciature, scariche elettriche, ferimenti a seguito di esplosioni ed altri prevedibili danneggiamenti alle persone che la occupano o che si trovano nelle sue prossimità. 5) Protezione contro il rumore. Per soddisfare questa esigenza l'opera deve essere concepita e costruita in modo tale che il rumore percepito dagli occupanti o da persone trovantesi in sua prossimità sia mantenuto a livelli che non presentino minaccia per la loro salute e che non permetta loro di dormire, di riposarsi e di lavorare in condizioni soddisfacenti. 6) Risparmio energetico e isolamento termico. Per soddisfare questa esigenza l'opera ed i suoi impianti di riscaldamento, di raffreddamento e di aerazione devono essere concepiti e costruiti in modo tale che il consumo d'energia necessario all'utilizzazione resti moderato tenuto conto delle condizioni climatiche locali, senza pur tuttavia nuocere al comfort termico degli occupanti. La compartimentazione La compartimentazione ai fini della Prevenzione Incendi, non è altro che la suddivisione dell'edificio in aree delimitate da strutture con resistenza al fuoco predeterminata al fine di controllare e contenere la propagazione del fuoco in caso di incendio. L importante è che ogni parte dell edificio che si chiama compartimento sia delimitata, come prevede la normativa specifica, da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzato per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. Le pareti ed i solai di un compartimento devono essere resistenti al fuoco, come deve essere protetta (secondo le tecniche e i prodotti specifici) anche ogni apertura di passaggio o di attraversamento da parte di cavi o canalizzazioni. Inoltre, ogni compartimento deve essere provvisto di vie di fuga che portino a luoghi sicuri. In altri termini, da un compartimento si deve poter uscire verso l esterno o verso luoghi che non siano a rischio di incendio e che conducano direttamente verso l esterno. La compartimentazione ha un ruolo fondamentale nella politica di prevenzione. 16

19 Reazione al fuoco Definizione La Reazione al fuoco dei materiali rappresenta il grado di partecipazione del medesimo materiale al fuoco, in pratica ci dice quanto un materiale contribuisce ad alimentare l incendio a cui è sottoposto. La determinazione viene effettuata su basi sperimentali, mediante prove su campioni in laboratorio (non esistono metodi di calcolo e modelli matematici). In relazione a tali prove i materiali vengono classificati. Specifiche norme di prevenzione incendi (es. locali di pubblico spettacolo, alberghi, scuole, ospedali, ecc.) prescrivono per alcuni ambienti in funzione della loro destinazione d uso e del livello del rischio d incendio l uso di materiali aventi una determinata classe di reazione al fuoco. La reazione al fuoco di un materiale può essere migliorata mediante specifico trattamento di ignifugazione, da realizzarsi con apposite vernici o altri rivestimenti, che ne ritarda le condizioni favorevoli all innesco dell incendio, riducendo inoltre la velocità di propagazione della fiamma e i fenomeni di post-combustione. Normativa sulla Reazione al fuoco La normativa italiana basata sulle classi da 0 a 5, è stata recentemente aggiornata (con il DM ), per i prodotti da costruzione, con il nuovo sistema di classificazione europeo che ha introdotto un sistema di classificazione, che parte dalla classe A1 (materiali non combustibili, equivalente alla vecchia classe 0), classificando i prodotti combustibili con le Classi A2 B C D E F con l aumentare della loro partecipazione alla combustione. La nuova norma di classificazione sarà quindi la UNI EN «Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione. Il DM 10/03/05 «Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio» introduce il nuovo sistema di prova e classificazione recependo i metodi di prova europei. Una importante particolarità della reazione al fuoco dal punto di vista normativo italiano è che tutti i materiali da installarsi in attività soggette a controllo da parte dei Vigili del Fuoco devono essere omologati dal Ministero dell Interno ai sensi dell articolo n. 8 del già citato decreto, oppure devono avere una certificazione emessa ai sensi dell articolo n. 10, il quale non prevede l omologazione ministeriale, a scapito della valenza della certificazione, la quale è limitata ad una specifica installazione. Qui di seguito riportiamo le principali normative di riferimento: D.M. 26/06/84: Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi. Decreto 14 gennaio 1985: Attribuzione ad alcuni materiale della classe di reazione al fuoco 0 (zero) prevista dall'allegato A1.1 al decreto ministeriale 26 giugno 1984: "Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi" Circolare 27 MI (SA) del 21/09/1985: Caratteristiche non essenziali di omologazione nel campo della reazione al fuoco. Estensione delle omologazioni Circolare n. 17 MI (SA) del 16 Aprile 1987: Omologazioni ed estensioni delle omologazioni per i materiali omogenei prodotti in spessori e colori variabili Circolare n. 3 MI.SA. (95) 3 del 28/02/1995: D.M Omologazione nella reazione al fuoco di materiali di rivestimento e di materiali isolanti in vista posti non in aderenza agli elementi costruttivi. Nota Ministeriale Prot. n. NS 6859/4190 sott. 3 del 22/11/1996: Procedure per la richiesta di omologazione dei materiali ai sensi del D.M. 26 giugno

20 Decreto 3 settembre 2001: Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi. Lettera Circolare Prot. n. 7590/4190 sott. 3 del 15 Novembre 2001: Attuazione del D.M. 3 Settembre 2001 recante "Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di Reazione al Fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi". Circolare n. 18 del 03/08/98: Reazione al fuoco dei materiali - Decreto del Ministero dell'interno del 5 agosto Procedura per il rilascio dell'omologazione da parte del Ministero dell'interno per prodotti già omologati in un paese dell'unione Europea. Decreto 10 marzo 2005: Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio. Decreto Ministeriale 15 marzo 2005: Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo. Circolare n. 10 del 21 aprile 2005: Decreto del Ministero dell'interno 10 marzo 2005 concernente "Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della "sicurezza in caso d'incendio". Chiarimenti e primi indirizzi applicativi. Decreto 25 ottobre 2007: Modifiche al D.M. 10 marzo 2005, concernente classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio Decreto 16 febbraio 2009: Modifiche ed integrazioni al decreto del 15 marzo 2005 recante i requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione Metodi prova per la reazione al fuoco La norma EN , recepita dal ns DM 10/03/2005, prevede 5 metodi di determinazione delle classi di reazione al fuoco. 1. UNI EN ISO 1182 Prova di non combustibilità. È una prova di laboratorio per verificare produzione di fiamma o apporto di calore da parte di un corpo campione sottoposto a 825 C. E necessario comunque realizzare anche una prova con uno dei due metodi successivi. 2. UNI EN ISO 1716 Determinazione del potere calorifico. Serve per determinare il potenziale termico di un materiale, cioè quanto calore è in grado di sviluppare qualora abbia la disponibilità di ossigeno. 3. UNI EN (SBI, Single Burning Item) Prodotti da costruzione esclusi i pavimenti esposti ad un attacco termico prodotto da un singolo oggetto in combustione. 4. UNI EN ISO Piccola fiamma. Esposizione al fuoco che può essere di 30 oppure di 15 secondi 5. EN ISO Pannello radiante per pavimenti. Questo metodo si utilizza solo per i materiali da pavimento. 18

21 Le classi di Reazione al fuoco CLASSI DI REAZIONE ALL'AZIONE DELL'INCENDIO PER I PRODOTTI DA COSTRUZIONE AD ECCEZIONE DEI PAVIMENTI (*) CLASSE A1 A2 METODO(I) DI PROVA EN ISO 1182 (1) ; e EN ISO 1716 EN ISO 1182 (1); o EN ISO 1716; e CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ht * 30 C; e hm * 50% e tf = 0 (cioè incendio non persistente) PCS * 2,0 MJ.kg -1(1) ; e PCS * 2,0 MJkg -1 (2) (2a) ; e PCS * 1,4 MJ.m -2(3) ; e PCS * 2,0 MJ.kg -1(4) ; CLASSIFICAZIONE AGGIUNTIVA ht * 50 C; e hm * 50%; e tf * 20s - PCS * 3,0 MJ.kg -1(1) ; e PCS * 4,0 MJkg -1 (2) (2a) ; e PCS * 4,0 MJ.m -2(3) ; e PCS * 3,0 MJ.kg- 1(4) ; B C D E F EN (SBI) EN (SBI) E EN ISO (8) : Esposizione = 30s EN (SBI); e EN ISO (8) : Esposizione = 30s EN (SBI); e EN ISO (8) : Esposizione = 30s EN ISO (8) : Esposizione = 15s FIGRA *120 W.s -1 ; e LFS margine del campione; e THR 600s * 7,5 MJ FIGRA *120 W.s -1 ; e LFS margine del campione; e THR 600s * 7,5 MJ Fs * 150 mm entro 60s FIGRA *250 W.s -1 ; e LFS margine del campione; e THR 600s * 15 MJ Fs * 150 mm entro 60s FIGRA * 750 W.s -1 Fs * 150 mm entro 60s Produzione di fumo (5) ; e Gocce/particelle ardenti (6) Produzione di fumo (5) ; e Gocce/particelle ardenti (6) Produzione di fumo (5) ; e Gocce/particelle ardenti (6) Produzione di fumo (5) ; e Gocce/particelle ardenti (6) Fs * 150 mm entro 20s Gocce/particelle ardenti (7) Reazione non determinata 19

22 CLASSI DI REAZIONE ALL'AZIONE DELL'INCENDIO PER I PAVIMENTI (*) CLASSE A1FL METODO(I) DI PROVA EN ISO 1182 (1) ; e CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ht * 30 C; e hm * 50% e tf = 0 (cioè incendio non persistente) CLASSIFICAZIONE AGGIUNTIVA - EN ISO 1716 PCS * 2,0 MJ.kg -1(1) ; e PCS * 2,0 MJkg -1 (2) (2a) ; e PCS * 1,4 MJ.m -2(3) ; e PCS * 2,0 MJ.kg -1(4) ; e - EN ISO 1182 (1) ; o ht * 50 C; e hm * 50%; e tf * 20s - A2FL EN ISO 1182 (1) ; o PCS * 3,0 MJ.kg -1(1) ; e PCS * 4,0 MJkg -1 (2) (2a) ; e PCS * 4,0 MJ.m -2(3) ; e PCS * 3,0 MJ.kg -1(4) ; e - EN (5) Flusso critico (6) J 8,0 kw.m -2 Produzione di fumo (7) EN (5) e Flusso critico (6) J 8,0 kw.m-2; Fs * 150 mm entro 20 secondi BFL EN (8) Esposizione = 15s Fs * 150 mm entro 20s Produzione di fumo (7) EN (5) e Flusso critico (6) J 4,5 kw.m -2 CFL EN ISO (8) : Esposizione = 15s Fs * 150 mm entro 20 secondi Produzione di fumo (7) EN (5) e Flusso critico (6) J 3,0 kw.m -2 DFL EN ISO (8) : Esposizione = 30s Fs * 150 mm entro 20 secondi Produzione di fumo (7) EFL EN ISO (8) : Esposizione = 15s Fs * 150 mm entro 20s F Reazione non determinata 20

23 ELENCO DEI MATERIALI DA CONSIDERARE COME APPARTENENTI ALLE CLASSI A1 E A1FL DI REAZIONE AL FUOCO DI CUI ALLA DECISIONE 2000/147/CE SENZA DOVER ESSERE SOTTOPOSTI A PROVE Per essere considerati delle classi A1 e A1FL senza essere sottoposti a prove, i prodotti devono essere composti solo di uno o più dei seguenti materiali. I prodotti composti mediante incollatura di uno o più dei seguenti materiali. I prodotti composti mediante incollatura di uno o più dei seguenti materiali saranno considerato delle classi A1 e A1FL senza essere sottoposti a prove a condizione che la colla non superi lo 0,1% del peso o del volume (in base a quello che produce l'effetto più restrittivo). I pannelli (assemblaggio dei materiali isolanti, per esempio) che comportano uno o più strati organici e i prodotti che contengono materiali organici ripartiti in maniera non omogenea (Ad eccezione della colla) sono esclusi dall'elenco. Anche i prodotti costituiti da uno dei materiali seguenti ricoperto da uo strato non organico (prodotto metallico rivestito, ad esempio) devono essere considerati come appartenenti alle classi A1 e A1FL senza essere sottoposti a prove. Nessuno dei materiali che figurano nella tabella seguente può contenere più dell'1% in peso o volume (in base a quello che produce l'effetto più restrittivo) di materiale organico ripartito in maniera omogenea. 21

24 MATERIALE Argilla espansa Perlite Espansa Vermiculite espansa Lana di Roccia Vermiculite espansa Lana di Roccia Calcestruzzo Calcestruzzo in granuli (granulati minerali leggeri a bassa densità ad eccezione dell'isolamento termico integrale) Elementi in cemento cellulare trattati in autoclave Fibrocemento Cemento - Calce Loppa di altoforno/ceneri volanti Aggregato minerale Ferro, acciaio e acciaio inossidabile Rame e leghe di rame Zinco e leghe di zinco Alluminio e leghe di alluminio Piombo Gesso e malte a base di gesso Malta con leganti inorganici Elementi in argilla Elementi in silicato di calcio Prodotti in pietra naturale e in ardesia Elementi in gesso Mosaico alla palladiana Vetro Vetroceramica Ceramica MATERIALE Include il calcestruzzo pronto per l'uso e i prodotti prefabbricati in cemento armato o in calcestruzzo compresso Può contenere aggiunte e additivi (come le ceneri volanti), pigmenti e altri materiali. Comprende elementi prefabbricati. Elementi costituiti di leganti idraulici, come il cemento e/o la calce mescolati a materiali fini (materiali silicei, ceneri volanti, loppa di altoforno) e materiali cellulari. Comprende elementi prefabbricati Non in forme finemente sminuzzate Non in forme finemente sminuzzate Non in forme finemente sminuzzate Non in forme finemente sminuzzate Non in forme finemente sminuzzate Può comprendere additivi (ritardanti, materiali di riempimento, fibre, pigmenti, calce idratata, agenti di ritenuta dell'ara e dell'acqua, plastificanti), aggregati compatti (per esempio sabbia naturale o fine) o aggregati leggeri (perlite o vermiculite, per esempio) Malte per rinzaffo e intonaco, malte per massetti e malte per murature contenenti uno o più agenti leganti inorganici, quali cemento, calce, cemento per murature e gesso Elementi in argilla o in altre materie argillose che contengono o meno sabbia, combustibili o altri additivi. Comprende mattoni, pavimenti in mattonelle ed elementi in argilla refrattaria (per esempio rivestimenti interni dei camini) Elementi fabbricati a partire da un miscuglio di calce e di materiali naturalmente silicei (sabbia, ghiaia, rocce o miscuglio di questi materiali). Possono includere pigmenti coloranti Elementi in ardesia o in pietre naturali lavorate o non (rocce magmatiche, sedimentarie o metamorfiche) Comprende blocchi e altri elementi a base di solfato di calcio e di acqua contenenti eventualmente fibre, materiali di riempimento, aggregati e altri additivi, e può essere colorato con pigmenti Include mattonelle prefabbricate e pavimentazione in sito Vetro temprato Vetroceramica che comprende una fase cristallina e una residua Comprende i prodotti in polvere di argilla pressata, i prodotti estrusi, vetrificati o meno 22

25 Resistenza al fuoco Definizione La resistenza al fuoco rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni portanti o funzioni separanti e può definirsi come l attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco e attitudine a non lasciar passare né produrre, se sottoposto all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco e a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore La resistenza al fuoco rappresenta l intervallo di tempo, espresso in minuti, di esposizione dell elemento strutturale ad un incendio, durante il quale l elemento costruttivo considerato conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica, tenuta ai prodotti della combustione, e di isolamento termico. Il punto di riferimento della normativa è il DECRETO 16 febbraio 2007 : Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. (GU n. 74 del Suppl. Ordinario n. 87) che non è altro che il recepimento del sistema europeo di classificazione di resistenza al fuoco dei prodotti e delle opere da costruzione per i casi in cui è prescritta tale classificazione al fine di conformare le stesse opere e le loro parti al requisito essenziale «Sicurezza in caso d'incendio» della direttiva 89/106/CE. Il presente decreto si applica ai prodotti e agli elementi costruttivi per i quali è prescritto il requisito di resistenza al fuoco ai fini della sicurezza in caso d'incendio delle opere in cui sono inseriti. È considerato «prodotto da costruzione» o «prodotto» qualsiasi prodotto fabbricato al fine di essere permanentemente incorporato in elementi costruttivi o opere da costruzione. Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi possono essere determinate in base ai risultati di: a) prove; b) calcoli; c) confronti con tabelle. Metodo Sperimentale La resistenza al fuoco è ricavata da una prova di laboratorio, secondo le normative europee relative all applicazione. La prova viene eseguita presso un laboratorio riconosciuto e autorizzato, che rilascerà un certificato ufficiale. Il professionista dovrà dichiarare la corrispondenza tra la reale applicazione del prodotto e quanto previsto dal certificato; potrà anche chiedere dichiarazione di conformità tra il materiale venduto e quello sottoposto a prova. Nella prova sperimentale l elemento è sottoposto all azione del fuoco secondo il modello previsto dalla normativa di riferimento. Il DM 16/02/2007 introduce, per le prove eseguite secondo le norme europee, i concetti di Campo di applicazione diretta e Campo di applicazione estesa del risultato di prova (UNI EN Appendice A): il Campo di applicazione diretta del risultato di prova è l insieme delle modifiche che si possono apportare all elemento provato senza necessità di ulteriori verifiche o calcoli. In ogni metodo di prova vi è un paragrafo specifico che indica le variazioni ammissibili; il Campo di applicazione estesa (indicato anche con l acronimo EXAP extended application) è l insieme delle modifiche all elemento provato che non ricadono nel campo di applicazione diretta e che sono riconosciute valide da un ente competente (laboratorio). 23

26 Per gli elementi portanti viene determinata la sola capacità portante, (R), riscaldando l elemento sotto carico fino a raggiungere la condizione di collasso. Per gli elementi di separazione, oltre alla capacità portante, viene determinata la tenuta ai fumi e alle fiamme (E) e l isolamento termico (I), controllando sia la mancanza di fuoriuscita di fiamme e fumi, sia il limitato incremento di temperatura, misurato sul lato non esposto. Metodo Analitico La resistenza al fuoco viene valutata attraverso uno o più calcoli analitici, secondo alcuni codici riconosciuti. Questo metodo è solitamente applicato a elementi strutturali. Viene generalmente calcolato sulla reale situazione di messa in opera. Le condizioni di esposizione al fuoco sono definite in specifici regolamenti e basate sugli scenari di incendio in essi prescritti o su quelli attesi. Nei medesimi regolamenti sono definite le combinazioni di carico da considerare agenti insieme all'azione del fuoco e i coefficienti di sicurezza sui materiali e sui modelli. I metodi di calcolo da utilizzare ai fini del presente decreto sono quelli contenuti negli eurocodici si seguito indicati: EN «Azioni sulle strutture - Parte 1-2: Azioni generali -Azioni sulle strutture esposte al fuoco» EN «Progettazione delle strutture di calcestruzzo - Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio» EN «Progettazione delle strutture di acciaio - Parte 1-2 Regole generali - Progetta-zione strutturale contro l'incendio» EN «Progettazione delle strutture miste acciaio calcestruzzo - Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio» EN «Progettazione delle strutture di legno - Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio» EN «Progettazione delle strutture di muratura -..e~rt~ 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio» EN «(Progettazione delle strutture di alluminio A'artg,1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio» Le norme nazionali da prendere a riferimento sono invece: UNI 9502 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso» Per gli elementi in calcestruzzo il calcolo analitico della resistenza al fuoco si effettua valutando la riduzione della capacità portante (R), indotta dal degrado con la temperatura delle proprietà meccaniche dei materiali. Ruolo chiave ha la protezione dell acciaio dell armatura. UNI 9503 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costrut-tivi di acciaio» Il calcolo analitico prevede la determinazione della capacità portante dell elemento in acciaio in situazioni di incendio sulla base della individuazione dei seguenti punti: 1. l aumento della temperatura dell elemento col passare del tempo 2. la riduzione della resistenza ultima di progetto 3. la temperatura critica in base alla classe dell acciaio e alle azioni di progetto 24

27 UNI 9504 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costrut-tivi di legno» La norma specifica un metodo di calcolo per la valutazione analitica della resistenza al fuoco, limitatamente alla capacità portante, di elementi strutturali in legno sottoposti all incendio normalizzato dando tale metodo come alternativo, a tutti gli effetti, alla determinazione sperimentale. Praticamente solo i professionisti abilitati e autorizzati possono redigere le valutazioni analitiche. (Lettera ministeriale del 31/01/2001, aggiornata con Lettera-Circolare del 22/03/2004). Questi tecnici devono seguire appositi corsi di formazione e una volta superato l esame devono essere iscritti all albo del Ministero. Metodo Tabellare In questo caso la classe di resistenza al fuoco è ricavata da tabelle. Esistono 2 tipi di tabelle: Tabelle sperimentali: che nascono da prove Tabelle analitiche: tabelle di riferimento e valide per un ampio spettro di elementi Per dettagli vedere DM 16/02/2007 Principali Norme di prova Qui di seguito riportiamo le principali norme europee che disciplinano le prove di resistenza al fuoco: EN /2/3 EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN 8158 Classificazione al fuoco dei prodotti da costruzione Requisiti generali prove di resistenza al fuoco Procedure aggiuntive Verifica forno Elementi non portanti Pareti Elementi non portanti Soffitti Elementi portanti Pareti Elementi portanti Solai e tetti Elementi portanti Travi Elementi portanti Pilastri Elementi portanti Balconi e passerelle Condotte Serrande tagliafuoco Attraversamenti Giunti Cavedi Pavimenti sopraelevati e pavimenti cavi Nastri trasportatori e loro chiusure Condotte estrazione fumi Porte Ascensori 25

28 Resistenza al Fuoco delle Costruzioni Il DM 09/03/2007 disciplina le prestazioni degli edifici che devono essere sottoposti a controllo da parte dei Vigili del Fuoco. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle attivita' i cui progetti sono presentati ai Comandi provinciali dei vigili del fuoco competenti per territorio, per l'acquisizione del parere di conformita' di cui all'art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37, in data successiva all'entrata in vigore del presente decreto. Al fine di limitare i rischi derivanti dagli incendi, le costruzioni devono essere progettate, realizzate e gestite in modo da garantire: la stabilita' degli elementi portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti; la limitata propagazione del fuoco e dei fumi, anche riguardo alle opere vicine; la possibilita' che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; la possibilita' per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. I requisiti di protezione delle costruzioni dagli incendi, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi suddetti, sono garantiti attraverso l'adozione di misure e sistemi di protezione attiva e passiva. Tutte le misure e i sistemi di protezione, adottati nel progetto ed inseriti nella costruzione, devono essere adeguatamente progettati, realizzati e mantenuti secondo quanto prescritto dalle specifiche normative tecniche o dalle indicazioni fornite dal produttore al fine di garantirne le prestazioni nel tempo. L'individuazione dei valori che assumono i parametri posti a base della determinazione delle azioni di progetto e' a carico dei soggetti responsabili della progettazione. Il mantenimento delle condizioni che determinano l'individuazione dei suddetti valori e' a carico dei titolari delle attivita'. Per il conseguimento degli obiettivi indicati si fa specifico riferimento al DM 09/03/2007. Certificato Prevenzione Incendi La sicurezza antincendio è tra i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione italiana con l'intento di garantire a tutti i cittadini un livello adeguato di protezione determinato univocamente dallo Stato per l'intero territorio nazionale. A tal fine il legislatore ha stabilito che le attività a maggior rischio d'incendio siano sottoposte ad un controllo pubblico affidato al Ministero dell'interno tramite il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Il controllo è svolto in generale su richiesta degli interessati (enti e privati responsabili delle attività) e pertanto il primo passo è sapere se la propria attività è soggetta a tale obbligo. Le categorie di attività per le quali occorre ottenere il certificato di prevenzione incendi sono 97 e si trovano presenti nell'elenco sottostante. 26

29 Tabella delle Attività soggette Decreto Ministeriale 16 febbraio 1982 (G.U. n. 98 del 9 aprile 1982) (come modificata dal D.M. 27 marzo 1985 e dal D.M. 30 ottobre 1986) N. Attività - Periodicità della visita (in anni) 1 Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas combustibili, gas comburenti (compressi, disciolti, liquefatti) con quantità globali in ciclo o in deposito superiori a 50 Nmc/h - anni 3 2 Impianti di compressione o di decompressione dei gas combustibili e comburenti con potenzialità superiore a 50 Nmc/h -anni 6 3 Depositi e rivendite di gas combustibili in bombole: a)compressi: per capacità complessiva da 0,75 a 2 mc -anni 6 per capacità complessiva da 0,75 a 2 mc - anni 3 b)disciolti o liquefatti (in bombole o bidoni): per quantitativi complessivi da 75 a 500 kg - anni 6 per quantitativi complessivi superiori a 500 kg - anni 6 4 Depositi di gas combustibili in serbatoi fissi: a)compressi: per capacità complessiva da 0,75 a 2 mc - anni 6 per capacità complessiva superiore a 2 mc - anni 3 b)disciolti o liquefatti: per quantitativi complessivi da 0,3 a 2 mc - anni 6 per quantitativi complessivi superiori a 2 mc - anni 3 5 Depositi di gas comburenti in serbatoi fissi: a) compressi per capacità complessiva superiore a 3 mc - anni 6 b) liquefatti per capacità complessiva superiore a 2 mc - anni 6 6 Reti di trasporto e di distribuzione di gas combustibili, compresi quelli di origine petrolifera o chimica, con esclusione delle reti di distribuzione cittadina e dei relativi impianti con pressione di esercizio non superiore a 5 bar - Una tantum 7 Impianti di distribuzione di gas combustibili per autotrazione - anni 6 8 Officine e laboratori con saldatura e taglio dei metalli utilizzanti gas combustibili e/o comburenti, con oltre 5 addetti - anni 6 9 Impianti per il trattamento di prodotti ortofrutticoli e cereali utilizzanti gas combustibili - anni 6 10 Impianti per l'idrogenazione di olii e grassi - anni 6 11 Aziende per la seconda lavorazione del vetro con l'impiego di oltre 15 becchi a gas - anni 6 12 Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano liquidi infiammabili (punto di infiammabilità fino a 65 C) con quantitativi globali in ciclo e/o in deposito superiori a 0,5 mc - anni 6 13 Stabilimenti ed impianti ove di producono e/o impiegano liquidi combustibili con punto di infiammabilità da 65 C a 125 C, per quantitativi globali in ciclo o in deposito superiori a 0,5 mc - anni 3 14 Stabilimenti ed impianti per la preparazione di olii lubrificanti, olii diatermici e simili - anni 3 15 Depositi di liquidi infiammabili e/o combustibili: a) per uso industriale o artigianale con capacità geometrica complessiva da 0,5 a 25 mc - anni 6 b)per uso industriale o artigianale o agricolo o privato, per capacità geometrica complessiva superiore a 25 mc - anni 3 16 Depositi e/o rivendite di liquidi infiammabili e/o combustibili per uso commerciale: per capacità geometrica complessiva da 0,2 a 10 mc - anni 6 per capacità geometrica complessiva superiore a 10 mc - anni 3 17 Depositi e/o rivendite di olii lubrificanti, di olii diatermici e simili per capacità superiore ad 1 mc 27

30 18 Impianti fissi di distribuzione di benzina, gasolio e miscele per autotrazione ad uso pubblico e privato con o senza stazione di servizioimpianti fissi di distribuzione di benzina, gasolio e miscele per autotrazione ad uso pubblico e privato con o senza stazione di servizio - anni 6 19 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono vernici, inchiostri e lacche infiammabili e/o combustibili con quantitativi globali in ciclo e/o in deposito superiori a 500 Kg - anni 3 20 Depositi e/o rivendite di vernici, inchiostri e lacche infiammabili e/o combustibili: con quantitativi da 500 e Kg - anni 6 con quantitativi superiori a Kg - anni 3 21 Officine o laboratori per la verniciatura con vernici infiammabili e/o combustibili con oltre 5 addetti 22 Depositi e/o rivendite di alcoli a concentrazione superiore al 60% in volume: - con capacità da 0,2 a 10 mc - anni 6 - con capacità superiore a 10 mc - anni 3 23 Stabilimenti di estrazione con solventi infiammabili e raffinazione di olii e grassi vegetali ed animali, con quantitativi globali di solventi in ciclo e/o in deposito superiori a 0,5 mc - anni 3 24 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze esplodenti classificate come tali dal regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni ed integrazioni, nonchè perossidi organici - anni 3 25 Esercizi di minuta vendita di sostanze esplodenti di cui ai decreti ministeriali 18 ottobre 1973 e 18 settembre 1975, e successive modificazioni ed integrazioni - anni 6 26 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze instabili che possono dar luogo da sole a reazioni pericolose in presenza o non di catalizzatori - anni 3 27 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono nitrati di ammonio, di metalli alcalini e alcolino-terrosi, nitrato di piombo e perossidi inorganici - anni 3 28 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze soggette all'accensione spontanea e/o sostanze che a contatto con l'acqua sviluppano gas infiammabili - anni 3 29 Stabilimenti ed impianti ove si produce acqua ossigenata con concentrazione superiore al 60% di perossido di idrogeno - anni 3 30 Fabbriche e depositi di fiammiferi - anni 3 31 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega e/o detiene fosforo e/o sesquisolfuro di fosforo - anni 3 32 Stabilimenti ed impianti per la macinazione e la raffinazione dello zolfo - anni 3 33 Depositi di zolfo con potenzialità superiore a 100 q.li - anni 6 34 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega o detiene magnesio, elektron e altre leghe ad alto tenore di magnesio - anni 3 35 Mulini per cereali ed altre macinazioni con potenzialità giornaliera superiore a 200 q.li e relativi depositi - anni 6 36 Impianti per l'essiccazione dei cereali e di vegetali in genere con depositi di capacità superiore a 500 q.li di prodotto essiccato - anni 6 37 Stabilimenti ove si producono surrogati del caffè - anni 6 38 Zuccherifici e raffinerie dello zucchero - anni 6 39 Pastifici con produzione giornaliera superiore a 500 q.li - anni 6 40 Riserie con potenzialità giornaliera superiore a 100 q.li - anni 6 41 Stabilimenti ed impianti ove si lavora e/o detiene foglia di tabacco con processi di essiccazione con oltre 100 addetti con quantitativi globali in ciclo e/o in deposito a 500 q.li - anni 6 42 Stabilimenti ed impianti per la produzione della carta e dei cartoni e di allestimento di prodotti cartotecnici in genere con oltre 25 addetti e/o con materiale in deposito o lavorazione superiore a 500 q.li 28

31 43 Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici nonchè depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l'industria della carta con quantitativi superiori a 50 q.li 44 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano e/o detengono carte fotografiche, calcografiche, eliografiche e cianografiche, pellicole cinematografiche; radiografiche e fotografiche di sicurezza con materiale in deposito superiore a 100 q.li - anni 6 45 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano e detengono pellicole cinematografiche e fotografiche con supporto infiammabile per quantitativi superiori a 5 Kg - anni 3 46 Depositi di legnami da costruzione e da lavorazione, di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di fascine, di carbone vegetale e minerale, di carbonella, di sughero e di altri prodotti affini; esclusi i prodotti all'aperto con distanze di sicurezza esterne non inferiori a 100 m misurate secondo le disposizioni di cui al punto 2.1 del D.M. 30 novembre 1983: da 500 a q.li - anni 6 superiori a q.li - anni 3 47 Stabilimenti e laboratori per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione e/o in deposito: a) da 50 a q.li - anni 6 b) oltre q.li - anni 3 48 Stabilimenti ed impianti ove si producono, lavorano e detengono fibre tessili e tessuti naturali e artificiali, tele cerate, linoleum e altri prodotti affini, con quantitativi: da 50 a q.li oltre q.li 49 Industrie dell'arredamento, dell'abbigliamento e della lavorazione della pelle; calzaturifici: da 25 a 75 addetti - anni 6 oltre 75 addetti - anni 3 50 Stabilimenti ed impianti per la preparazione del crine vegetale, della trebbia e simili, lavorazione della paglia, dello sparto e simili, lavorazione del sughero, con quantitativi in lavorazione o in deposito pari o superiori a 50 q.li - anni 6 51 Teatri di posa per le riprese cinematografiche e televisive - anni 6 52 Stabilimenti per lo sviluppo e la stampa delle pellicole cinematografiche - anni 6 53 Laboratori di attrezzerie e scenografie teatrali - anni 6 54 Stabilimenti ed impianti per la produzione, lavorazione e rigenerazione della gomma, con quantitativi superiori a 50 q.li - anni 6 55 Depositi di prodotti della gomma, pneumatici e simili con oltre 100 q.li - anni 6 56 Laboratori di vulcanizzazione di oggetti di gomma con più di 50 q.li in lavorazione o in deposito - anni 6 57 Stabilimenti ed impianti per la produzione e lavorazione di materie plastiche con quantitativi superiori a 50 q.li - anni 3 58 Depositi di manufatti in plastica con oltre 50 q.li - anni 6 59 Stabilimenti ed impianti ove si producono e lavorano resine sintetiche e naturali, fitofarmaci, coloranti, organici e intermedi e prodotti farmaceutici con l'impiego di solventi ed altri prodotti infiammabili - anni 3 60 Depositi di concimi chimici a base di nitrati e fosfati e di fitofarmaci, con potenzialità globale superiore a 500 q.li - anni 6 61 Stabilimenti ed impianti per la fabbricazione di cavi e conduttori elettrici isolati - anni 6 62 Depositi e rivendite di cavi elettrici isolati con quantitativi superiori a 100 q.li - anni 6 63 Centrali termoelettriche - anni 3 64 Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici di potenza complessiva superiore a 25 kw - anni 6 65 Stabilimenti ed impianti ove si producono lampade elettriche, lampade a tubi luminescenti, pile ed accumulatori elettrici, valvole elettriche, ecc. - anni 6 66 Stabilimenti siderurgici e stabilimenti per la produzione di altri metalli - anni 3 29

32 67 Stabilimenti e impianti per la zincatura, ramatura e lavorazioni similari comportanti la fusione di metalli o altre sostanze - anni 3 68 Stabilimenti per la costruzione di aeromobili, automobili e motocicli - anni 6 69 Cantieri navali con oltre cinque addetti - anni 6 70 Stabilimenti per la costruzione e riparazione di materiale rotabile ferroviario e tranviario con oltre cinque addetti - anni 6 71 Stabilimenti per la costruzione di carrozzerie e rimorchi per autoveicoli con oltre cinque addetti - anni 6 72 Officine per la riparazione di autoveicoli con capienza superiore a 9 autoveicoli; officine meccaniche per lavorazioni a freddo con oltre venticinque addetti - anni 6 73 Stabilimenti ed impianti ove si producono laterizi, maioliche, porcellane e simili con oltre venticinque addetti - anni 3 74 Cementifici - anni 3 75 Istituti, laboratori, stabilimenti e reparti in cui si effettuano, anche saltuariamente, ricerche scientifiche o attività industriali per le quali si impiegano isotopi radioattivi, apparecchi contenenti dette sostanze ed apparecchi generatori di radiazioni ionizzanti (art. 13 della legge 31 dicembre 1962, n e art. 102 del decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1964, n. 185) - anni 6 76 Esercizi commerciali con detenzione di sostanze radioattive (capo IV del decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1964, n. 185) - anni 6 77 Autorimesse di ditte in possesso di autorizzazione permanente al trasporto di materie fissili speciali e di materie radioattive (art. 5 della legge 31 dicembre 1962, n. 1860, sostituito dall'art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1965, n. 1704) - anni 6 78 Impianti di deposito delle materie nucleari, escluso il deposito in corso di spedizione - anni 6 79 Impianti nei quali siano detenuti combustibili nucleari o prodotti o residui radioattivi (art. 1, lettera b) della legge 31 dicembre 1962, n. 1860) - anni 6 80 Impianti relativi all'impiego pacifico dell'energia nucleare ed attività che comportano pericoli di radiazioni ionizzanti derivanti dal predetto impiego: - impianti nucleari - anni 6 - reattori nucleari, eccettuati quelli che facciano parte di un mezzo di trasporto - anni 6 - impianti per la preparazione o fabbricazione delle materie nucleari - anni 6 - impianti per la separazione degli isotopi - anni 6 - impianti per il trattamento dei combustibili nucleari irradianti - anni 6 81 Stabilimenti per la produzione di sapone, di candele e di altri oggetti di cera e di paraffina, di acidi grassi, di glicerina grezza quando non sia prodotta per idrolisi, di glicerina raffinata e distillata ed altri prodotti affini - anni 3 82 Centrali elettroniche per l'archiviazione e l'elaborazione di dati con oltre venticinque addetti - Una tantum 83 Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti - anni 6 84 Alberghi, pensioni, motels, dormitori e simili con oltre 25 posti-letto - anni 6 85 Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie e simili per oltre 100 persone presenti - anni 6 86 Ospedali, case di cura e simili con oltre 25 posti-letto - anni 6 87 Locali, adibiti ad esposizione e/o vendita all'ingrosso o al dettaglio con superficie lorda superiore a 400 mq comprensiva dei servizi e depositi - anni 6 88 Locali adibiti a depositi di merci e materiali vari con superficie lorda superiore a mq - anni 6 89 Aziende ed uffici nei quali siano occupati oltre 500 addetti - Una tantum 90 Edifici pregevoli per arte o storia e quelli destinati a contenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni o comunque oggetti di interesse culturale sottoposti alla vigilanza dello Stato di cui al regio decreto 7 novembre 1942, n Una tantum 30

33 91 Impianti per la produzione del calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a kcal/h (116 kw) - anni 6 92 Autorimesse private con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero aeromobili - anni 6 93 Tipografie, litografie, stampa in offset ed attività similari con oltre cinque addetti - anni 6 94 Edifici destinati a civile abitazione con altezza in gronda superiore a 24 m - Una tantum 95 Vani di ascensori e montacarichi in servizio privato, aventi corsa sopra il piano terreno maggiore di 20 m, installati in edifici civili aventi altezza in gronda maggiore di 24 m e quelli installati in edifici industriali, di cui all'art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 maggio 1963, n Una tantum 96 Piattaforme fisse e strutture fisse assimilabili di perforazione e/o produzione di idrocarburi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n Una tantum 97 Oleodotti con diametro superiore a 100 mm - Una tantum Cementifici - anni 3 Il CPI L'attuale disciplina, dettata dalla legge n. 966/1965, dal D.P.R. n. 577/1982 e dal D.P.R. n. 37/1998, prevede che l'attività di controllo delle condizioni di sicurezza per la prevenzione incendi, svolta dai Comandi provinciali dei Vigili del fuoco, sia articolata in due fasi tra loro coordinate: - richiesta di parere di conformità sui progetti al fine di accertare la conformità dell'opera ai criteri di prevenzione incendi; - richiesta di visita sopralluogo per riscontrare, anche sulla base di idonea documentazione tecnica, la rispondenza dell'opera realizzata al progetto approvato, al fine del rilascio del Certificato di prevenzione incendi; Il certificato di prevenzione incendi (art. 5 del D.P.R. 10 giugno 2004, n.200) attesta il rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione degli incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio richiesti. Il certificato e' rilasciato a conclusione del procedimento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37, e alle altre disposizioni vigenti, fermo restando quanto previsto dalle prescrizioni in materia di prevenzione incendi a carico dei soggetti responsabili delle attivita' ed a carico dei soggetti responsabili dei progetti e della documentazione tecnica richiesta. Per ogni informazione è consigliata la consultazione del sito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: Qui si trovano i modelli delle dichiarazioni e certificazioni da allegare per ottenere il Certificato Prevenzione Incendi. (CPI). 31

34 Qui di seguito riportiamo una breve presentazione di ogni singolo modello: DOCUMENTO DESCRIZIONE Firma Titolare Firma Professionista Firma Installatore Firma Produttore Modello PIN3 Modulo di richiesta CPI X Modello PIN4 Dichiarazione Inizio Attività X mod. DICH.POSA OPERA-2004.doc Dichiarazione di Corretta Posa in opera dei Materiali X mod. DICH.RIV.PROT doc Dichiarazione di Corretta posa in Opera dei Rivestimenti X mod. CERT.REI doc Certificazione di Resistenza al Fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera X mod. DICH. PROD Dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai fini della Reazione e della Resistenza al fuoco ed i Dispositivi di Apertura delle porte X mod. DICH. IMP doc Dichiarazione di Corretta Installazione e Funzionamento dell'impianto X 32

35 La Marcatura CE Per garantire la libera circolazione di tutti i prodotti da costruzione nell'unione si è proceduto nel tempo all'armonizzazione delle legislazioni nazionali nel campo dei requisiti essenziali per tali prodotti in materia di salute, di sicurezza e di benessere. La Direttiva 89/106/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1988, relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri concernenti i prodotti da costruzione Gazzetta ufficiale L 40 dell' , modificata dalla direttiva 93/68/CEE del Consiglio, del 22 luglio 1993 [Gazzetta ufficiale L 220 del ], è il testo base che disciplina la marcatura CE dei prodotti. La Direttiva Prodotti da Costruzione 89/106/CEE, stabilisce che i prodotti da costruzione devono garantire il rispetto di uno o più requisiti essenziali relativi alle opere da costruzione, come la resistenza strutturale, sicurezza in caso d incendio ed all uso, protezione contro il rumore, risparmio energetico, salubrità e rispetto ambientale. Campo d'applicazione: la direttiva si applica ai prodotti da costruzione definiti quali prodotti destinati ad essere incorporati permanentemente in opere di costruzione. Conformità ai requisiti essenziali: i prodotti da costruzione possono essere immessi sul mercato soltanto se idonei all'uso previsto. A tale riguardo, essi devono consentire la costruzione di opere che soddisfano, per una durata di vita economicamente accettabile, i requisiti essenziali in materia di resistenza meccanica e di stabilità, di sicurezza in caso d'incendio, d'igiene, di sanità e di ambiente, di sicurezza di utilizzazione, di protezione dal rumore, di economia di energia e di isolamento termico previsti all'allegato I della direttiva. Per arrivare alla marcatura CE di un prodotto è necessaria la normativa di prova e che la norma specifica sia stata emanata dal CEN(Comitato Europeo di Normazione) e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea. 33

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37 SOLUZIONI E PRODOTTI 35

38 SOLUZIONI E PRODOTTI TUBAZIONI COMBUSTIBILI CAVI ELETTRICI GIUNTI DI DILATAZIONE TUBAZIONI INCOMBUSTIBILI SCATOLE ELETTRICHE VARCHI PER AERAZIONE ATTRAVERSAMENTI Seal Shell REI 180 Verticale Seal Shell REI 180 Orizzontale Seal Shell REI 120 V.Cartongesso Strip REI 180 Verticale Strip REI 180 Orizzontale Bags REI 120 Verticale Bags REI 120 V. Cartongesso Sealer 2 REI 120 Orizzontale Sealer 2 REI 180 Verticale Sealer 2 REI 180 Orizzontale Foam PV REI 180 Verticale Thermo Jacket REI 120 Verticale Thermo Jacket REI 120 V.Cartong. Box Bifire REI 120 V.Cartongesso Box Bifire REI 180 Verticale Fire Damper REI 120 Verticale Fire Damper REI 120 V. Cartong. Circ.91 - CSI 0780 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2389RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 0780 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2389RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1018 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 0780 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1229 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 0780 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2105RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2105RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /2396RF SC.25/09/2012 TRAMEZZI PARETI A STRUTTURA METALLICA RIVESTITA PARETI LEGGERE Firewall sp mm EI 120 Verticale Firewall sp mm REI 180 Orizz. Firewall sp.21 + profilo da mm REI 180 EN CSI 1557 FR Circ.91 - I.G /2389RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 0887 RF SC.25/09/2012 PARETI IN MATTONI FORATI RIQUALIFICAZIONI VERTICALI Supersil sp.6 mm REI 120 Gipsbifire E sp.15 mm REI 120 Gipsbifire E sp.15 mm EI 180 Applicato su lato non esposto Circ.91 - I.G /1655RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1048 RF SC.25/09/2012 EN CSI 1652 FR PARETI IN C.A. E POLISTIROLO Supersil sp.9 mm REI 120 Gipsbifire E sp.15 mm REI 120 EN EN PARETI IN CEMENTO ARMATO Supersil sp.9 mm REI 120 Gipsbifire E sp.15 mm REI 120 EN EN PARETI IN BLOCCHI DI CALC. Supersil sp.8 mm EI 180 EN CSI 1675 FR PARETI IN POLIURETANO Firewall sp mm EI120 EN CSI 1557 FR PARETI IN CARTONGESSO Gipsbifire E sp.15 mm REI 120 Circ.91 - CSI 1088 RF SC.25/09/

39 RIQUALIFICAZIONI ORIZZONTALI SOLUZIONI E PRODOTTI SOLAI IN LATERO CEMENTO Supersil sp.6 mm REI 120 Circ.91 - I.G /1713RF SC.25/09/2012 SOLAI IN LAMIERA GRECATA Supersil sp.9 mm REI 120 EN EN SOLAI IN TEGOLO C.A E C.A.P. Supersil sp.9 mm REI 120 EN SOLAI IN PREDALLES Supersil sp.9 mm REI 120 EN SOLAI IN CEMENTO ARMATO Supersil sp.9 mm REI 120 EN SOLAI IN LEGNO Supersil sp mm REI 120 EN ORDITURA A VISTA ORDITURA NASCOSTA ORDITURA NASCOSTA CONTROSOFFITTI Supersil sp.6 mm REI 60 Supersil sp.6 mm + lana sp.40 mm REI 180 Supersil sp.9 mm + lana sp.40 mm REI 180 Supersil sp.9 mm + Microbifire C sp 11mm + lana sp.40 mm REI 60 A MEMBRANA Circ.91 - I.G /1654RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1079 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1086 RF SC.25/09/2012 Circ.91 - CSI 1166 FR SC.25/09/2012 CONDOTTE DI VENTILAZIONE TUBAZIONI METALLICHE CANALINE CAVI ELETTRICI PROTEZIONE ISOLAMENTO Fireflex Bifire sp mm REI 120 Firewall sp mm REI 120 Fireflex Bifire sp mm REI 120 Firewall sp mm REI 120 Circ.91 - CSI 0804 RF SC.25/09/2012 EN CSI 1557 FR Circ.91 - I.G /2389RF SC.25/09/2012 Circ.91 - I.G /1918RF SC.25/09/2012 EN CSI 1557 FR Circ.91 - I.G /2389RF SC.25/09/2012 COLONNE E TRAVI IN ACCIAIO PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI Supersil e Gipsbifire E sino a R 240 ELEMENTI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO TIRANTI Supersil su travi e colonne sino a R 240 Gipsbifire E su colonne sino a R 240 Coppelle Advin Shell Bifire R 120 CSI DC F04 Circ.91 - CSI 0922 RF SC.25/09/

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41 CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI 39

42 CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI GENERALITA SUPERSIL SUPERSIL è un calcio fibrosilicato ad alta densità totalmente privo di amianto composto da silicati, cemento, fibre ed additivi inerti. Le lastre SUPERSILsubiscono un trattamento in autoclave rendendo il prodotto finito totalmente stabile in caso di incendio, incombustibile (classe 0), e garantendo elevata resistenza meccanica e resistenza all'umidità atmosferica. SUPERSIL viene fornito in pannelli autoportanti rigidi e aventi altissima stabilità meccanica, flessibilita,resistenza all'abrasione e ottime prestazioni al calore. APPLICAZIONE Grazie all'impiego di SUPERSIL è possibile ottenere pezzi a disegno di alta precisione in quanto il materiale non si sfalda anche durante lavorazione meccanica. La sua alta resistenza meccanica ne consente l'impiego alle condizioni più severe entro all'interno delle sue temperature di esercizio. SUPERSIL non teme gli shock termici e risulta inalterabile nel tempo anche a funzionamento discontinuo. SUPERSIL è facilmente lavorabile mediante lavorazione meccanica o manuale. I moderni utensili elettrici quali seghe circolari sono senz'altro consigliabili qualora sia richiesta velocità e precisione nell'esecuzione del prodotto. SUPERSIL può essere fissato mediante collanti incombustibili o a mezzo di fissaggio meccanico come viti o chiodi. Nelle applicazioni certificate seguire le istruzioni riportate nelle descrizioni di capitolato. SUPERSIL è normalmente certificato senza la stuccatura dei giunti nel caso per motivi estetici si desideri la stuccatura prevedere un numero di viti, tasselli o altro tale da evitare il movimento anche minimo delle lastre al fine di evitare la criccatura del giunto. Consigliamo in particolare di posizionare i sistemi di fissaggio a 30 mm dal bordo sull intero perimetro con un passo non superiore a 250 mm. SUPERSIL è stuccabile nei giunti con la stessa procedura in uso per le normali lastre di edilizia che non hanno i bordi ribassati e precisamente nei giunti una prima mano di ADVIN FINISH, inserimento della retina in fibra di vetro e seconda mano di ADVIN FINISH,poi sull intera superficie una prima mano di ADVIN FINISH applicazione di rete in fibra di vetro su tutta la superficie e rasatura finale con ADVIN FINISH. In caso di tinteggiatura prevedere ad applicare il fissativo in modo da evitare l assorbimento di grosse quantita di umidita. 40

43 SCHEDA TECNICA CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI SUPERSIL DENSITA' NOMINALE A SECCO: DIMENSIONI: DIMENSIONI: REAZIONE AL FUOCO: CALORE SPECIFICO: MODULO DI FLESSIONE: RESISTENZA ALL IMPATTO: RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE: RESISTENZA ALLA FLESSIONE: 1000 Kg\mc.+/- 20% 2500 x x mm.+/- 10% Classe 0/A1 Kj/kgK 0,90 4 GN\m 2 >3,0 N\m per il 6 e il 9 mm - >6,0 N\m per il 12 mm 9,2 N\mm 2 5,5 N\mm 2 SCHEDA TECNICA TEMPERATURAMEDIA ( C) W\mK 100 0, , , , , ,224 41

44 CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI GENERALITA GIPSBIFIRE E GIPSBIFIRE E è una lastra incombustibile classe 0 a base di silicati e calcio rivestita su ambo le facce con materiale cellulosico e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire. Le lastre GIPSBIFIRE E subiscono un trattamento che rende il prodotto finito totalmente stabile in caso di incendio garantendo una elevata resistenza meccanica. GIPSBIFIRE E viene fornito in pannelli autoportanti rigidi e aventi altissima stabilità meccanica, flessibilita e ottime prestazioni al fuoco. APPLICAZIONE Grazie all'impiego di GIPSBIFIRE E è possibile ottenere risultati estetici straordinari grazie alla sua lavorablita'. GIPSBIFIRE E è facilmente lavorabile mediante lavorazione meccanica o manuale, e' sufficiente un coltellino per incidere la lastra e tagliarla nella dimensione desiderata. GIPSBIFIRE E può essere fissata mediante collanti incombustibili appositi (di ns. fornitura) o a mezzo di fissaggio meccanico come viti, tasselli e chiodi. Nelle applicazioni certificate seguire le istruzioni riportate nelle descrizioni di capitolato. GIPSBIFIRE E è normalmente certificata senza la stuccatura dei giunti nel caso per motivi estetici si desideri la stuccatura prevedere un numero di viti, tasselli o altro tale da evitare il movimento anche minimo delle lastre al fine di evitare la criccatura del giunto. GIPSBIFIRE E è stuccabile nei giunti con la stessa procedura in uso per le normali lastre di edilizia. SCHEDA TECNICA DENSITA' NOMINALE A SECCO: DIMENSIONI: SP.: MODULO DI FLESSIONE: RESISTENZA ALLA FLESSIONE: RESISTENZA TERMICA: CERTIFICATI: 800 Kg\mc.+/- 20% 3000 X 1200 mm 12,7, 16, 18 mm +/- 10% 5 GN\m2 6 MN\m2 R = 0,08 m2k/w REAZIONE AL FUOCO CLASSE A1 42

45 CARATTERISTICHE TECNICHE PRODOTTI FIREWALL Generalità [General description] Caratteristiche principali [Main properties] Applicazioni [Main Applications] Lavorabilità [Workability] Massa volumica [Nominal density] DESCRIZIONE PRODOTTO [Introduction] Lastra a base di silicati e solfati di calcio selezionati. Non combustibile e totalmente priva di amianto. Calcium silicate and calcium sulfate board. Non combustible e completely asbetos free. Pannello autoportante rigido con buona resistenza meccanica ed ottime prestazioni al calore. Self supporting boards with good thermal and fire protection performace. Pale per serrande tagliafuoco, tagli termici per serramenti antincendio, canali di ventilazione, pareti leggere,canali estrazione fumi, etc. Fire rated ductwork, ventilation and kitchen exhaust duct enclosures, lightweight walls. Facilmente lavorabile con macchine utensili per la lavorazione del legno quali sezionatici, pantografi, frese. Raccomandata aspirazione delle polveri. Firewall can be worked with woodworking equipment. For better results is reccomended the use of tools with hardened teeth.use dust extractors. CARATTERISTICHE TECNICHE [TECHNICAL DATA] [kg/m 3 ] 910 ± 20 %kg/m 3 ] Dimensioni [Dimension] [mm x mm] x ± 5 mm Spessori [Thickness] [mm] ± 10 % Conducibilità termica 20 [Thermal conductivity 20 ] Resistenza alla compressione [Compressive strenght] Resistenza alla flessione [Flexural strenght] Reazione al fuoco [Combustibility ] [w/m K] 0,168 [N/mm 2 ] 9,1 [N/mm 2 ] 5,4 Incombustibile A1 [non-combustible A1] 43

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47 PARETI LEGGERE 45

48 PARETI LEGGERE EI 120 CLASSE A1 SETTO AUTOPORTANTE FIREWALL SPESSORE MM Tramezzatura antincendio con certificazione EI 120 Costituita da 2 lastre di FIREWALL in classe A1 con spessore mm (tot. 48 mm). Le lastre saranno sovrapposte a giunti sfalsati e fissate con viti autofilettanti fra loro ed alla struttura di ancoraggio perimetrale costituita da profilo in acciaio zincato a L di spessore 0,6 mm e dimensioni 30 x 30 mm. Le viti dovranno essere applicate a un passo non superiore a 500 mm. I giunti e le teste delle viti sono stuccati con ADVIN FINISH. Cert. CSI 1557FR EI 120 EN

49 PARETI LEGGERE PARETE REI 180 CLASSE A1 FIREWALL SPESSORE 21 MM Parete divisoria antincendio con resistenza al fuoco certificata REI 180 costituita da due lastre (1 per lato) di FIREWALL in classe A1 dello spessore di 21 mm con interposta una struttura metallica a C da 75 x 50 x 0,6 mm interasse di 600 mm. Il fissaggio delle lastre alla struttura e ottenuto per mezzo di viti in acciaio zincato con passo 250 mm. I giunti e le teste delle viti sono stuccati con ADVIN FINISH. Cert. CSI 0887RF SCAD.25/09/

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51 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI 49

52 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI IN MATTONI FORATI REI 120 CLASSE 0-A1 SUPERSIL SPESSORE 6 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di pareti in mattoni forati da 8 cm con lato esterno intonacato,costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 6 mm. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert. I.G /1655RF SCAD.25/09/2012 GIPSBIFIRE E SPESSORE 15 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di pareti in mattoni forati da 8 cm con lato esterno intonacato,costituita da lastra Gipsbifire E in classe A1 spessore 15 mm a base di silicati e calcio e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco con il Bifire a contatto della parete e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert. CSI 1048 RF SCAD.25/09/

53 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI IN MATTONI FORATI EI 180 CLASSE A1 GIPSBIFIRE E SPESSORE 15 MM Riqualificazione antincendio con certificazione EI 180 di pareti in mattoni forati da 8 cm con 2 lati esterni intonacati con almeno 1cm,costituita da lastra Gipsbifire E in classe A1 spessore 15 mm a base di silicati e calcio e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire Le lastre saranno appoggiate dalla parte non esposta al fuoco con il Bifire a contatto della parete e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione a un passo di 400 mm sui bordi e con passo di 750 mm al centro delle lastre, i giunti fra le lastre dovranno essere stuccate con una prima mano di Advin Finish, inserimento della retina in fibra di vetro e seconda mano di Advin Finish. Cert. CSI 1652 FR EI 180 EN

54 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI IN C.A. E POLISTIROLO REI 120 CLASSE 0-A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di pareti in cemento armato mm con polistirolo, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN GIPSBIFIRE E SPESSORE 15 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120, di pareti in cemento armato mm con polistirolo, costituita da lastra Gipsbifire E in classe A1 spessore 15 mm a base di silicati e calcio e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco con il Bifire a contatto della parete e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN

55 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI IN CEMENTO ARMATO REI 120 CLASSE 0-A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di pareti in cemento armato 100 mm, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN GIPSBIFIRE E SPESSORE 15 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120, di pareti in cemento armato 100 mm, costituita da lastra Gipsbifire E in classe A1 spessore 15 mm a base di silicati e calcio e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco con il Bifire a contatto della parete e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN

56 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI IN BLOCCHI DI CALC. EI 180 CLASSE 0-A1 SUPERSIL SPESSORE 8 MM Riqualificazione antincendio con certificazione EI 180 di pareti in blocchi di clacestruzzo 200 mm, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 8 mm. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco e fissate alla stessa mediante tasselli metallici a espansione. Cert.CSI1675FR EI180 EN

57 RIQUALIFICAZIONE PARETI IN POLIURETANO EI 120 CLASSE A1 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI FIREWALL SPESSORE MM Riqualificazione antincendio con certificazione EI 120 di pareti in poliuretano, costituita da 2 lastre Firewall in classe A1 con spessore di 24 mm. Le lastre saranno appoggiate dalla parte esposta al fuoco e fissate con viti autoperforanti fra loro, su profilo in acciaio zincato a L perimetrale di spessore 0,6 mm e dimensioni 30 x 30 mm ed alla parete in poliuretano Le viti dovranno essere applicate a un passo non superiore a 500 mm. Cert.CSI 1557FR EI120 EN

58 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE PARETI INCARTONGESSO REI 120 CLASSE A1 GIPSBIFIRE E SPESSORE 15 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di parete in cartongesso costituita da una lastra sp.12,5 mm per lato su struttura da 75 mm attraverso l applicazione diretta sulla parete di una lastra per lato di Gipsbifire E in classe A1 spessore 15 mm a base di silicati e calcio e con incollato su un lato un foglio superisolante denominato Bifire (lato a contatto della parete). Le lastre Gipsbifire E dovranno essere fissate con viti autofilettanti da cartongesso con passo 250 mm. La stuccatura dei giunti sara eseguita con stucco a base gesso. Cert. CSI 1088 RF SCAD.25/09/

59 RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN LATERO CEMENTO REI 120 CLASSE 0/A1 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI SUPERSIL SPESSORE 6 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di solaio in latero cemento, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 6 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza con interposto mediante il proprio adesivo nastro in fibra ecologica Paperseal dim. 50 x 3 mm posizionato a interasse di 600 mm. L insieme di lastre e nastro e applicato all intradosso del solaio mediante tasselli metallici a espansione. Cert. I.G /1713 RF SCAD.25/09/

60 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN LAMIERA GRECATA REI 120 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di solaio in lamiera grecata, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN EN

61 RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN TEGOLO C.A. E C.A.P. REI 120 CLASSE 0/A1 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di solaio in tegolo c.a. o c.a.p., costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN

62 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN PREDALLES REI 120 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di solaio in predalles, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN

63 RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN CEMENTO ARMATO REI 120 CLASSE 0/A1 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI SUPERSIL SPESSORE 9 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120 di solaio in cemento armato di almeno 100 mm, costituita da lastra Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza mediante tasselli metallici a espansione. Cert EN

64 RIQUALIFICAZIONI VERTICALI E ORIZZONTALI RIQUALIFICAZIONE SOLAI IN LEGNO REI 120 CLASSE A1 SUPERSIL SPESSORE 27 MM Riqualificazione antincendio con certificazione REI 120, di solaio in legno, costituita da lastre Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con 3 spessori da 9 mm. Le lastre saranno applicate in aderenza a contatto del solaio e fissate mediante viti in acciaio. Cert EN

65 CONTROSOFFITTI 63

66 CONTROSOFFITTI CONTROSOFFITTO ORDITURA IN VISTA APPLICABILE A PROTEZIONE DI QUALSIASI TIPO DI STRUTTURA REI 60 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 6 MM Controsoffitto antincendio con certificazione REI 60 costituita da lastre Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 6 mm e dimensioni di 600 x 600 mm. Le lastre saranno appoggiate su una orditura a vista in profilati metallici in acciaio a T rovescio da 38 x 24 mm sp.0,4 mm, sospesa con pendini in filo di acciaio diam. 2 mm e completata da profili perimetrali in acciaio a C da 40 x 20 x 20 mm sp. 0,5 mm. Certificato I.G /1654 RF SCAD.25/09/

67 CONTROSOFFITTI CONTROSOFFITTO ORDITURA IN VISTA APPLICABILE A PROTEZIONE DI QUALSIASI TIPO DI STRUTTURA REI 180 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 6 MM Controsoffitto antincendio con certificazione REI 180 che garantisca una temp. max di 350 C sulle strutture distanti almeno 10 mm dalla lana di roccia. Il controsoffitto è costituito da lastre Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 6 mm. e dimensioni di 595x595 mm. Le lastre saranno appoggiate su una orditura a vista in profilati metallici in acciaio a Trovescio da 38x24 mm sp.0,4 mm, sospesa con pendini in acciaio diam. 4 mm con molla di regolazione e completata da profili perimetrali in acciaio a L da 24x20 sp. 0,5 mm. Sopra le lastre sara posato uno strato di lana di roccia di densita 50Kg/mc per uno spessore di 40 mm. Certificato CSI 1079 RF SCAD.25/09/

68 CONTROSOFFITTI CONTROSOFFITTO ORDITURA NASCOSTA APPLICABILE A PROTEZIONE DI QUALSIASI TIPO DI STRUTTURA REI 180 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Controsoffitto antincendio con certificazione REI 180 che garantisca una temp. max di 350 C sulle strutture distanti almeno 10 mm dalla lana di roccia. Il controsoffitto è costituito da lastre Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0/A1 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno fissate con viti autoperforanti a passo di 200 mm, ad una orditura di supporto in profili a C 18 x 48 x 18 posti ad interasse di 610 mm, sospesa con pendini diam. 4 mm e ganci con molla di regolazione,sopra i profili a C sara' posato uno strato di lana di roccia di densita' 50 Kg/mc con spessore 40 mm. Certificato CSI 1086 RF SCAD.25/09/

69 CONTROSOFFITTI CONTROSOFFITTO A MEMBRANA ORD.NASC. APPLICABILE A PROTEZIONE DI QUALSIASI ELEMENTO STRUTTURALE E DI IMPIANTI REI 60 CLASSE 0/A1 SUPERSIL SPESSORE 9 MM Controsoffitto antincendio con certificazione REI 60 che garantisca una temp. max di 180 C su qualsiasi elemento a contatto con la lana di roccia. Il controsoffitto è costituito da lastre Supersil di calcio fibrosilicato ad alte prestazioni in classe 0 con spessore di 9 mm. Le lastre saranno fissate con viti autoperforanti a passo di 200 mm, ad una orditura di supporto in profili a C 18 x 48 x 18 posti ad interasse di 610 mm, sospesa con pendini diam. 4 mm e ganci con molla di regolazione,sopra i profili a C sara' posato uno strato di Microbifire C sp.11 mm più lana di roccia di densita' 50 Kg/mc con spessore 40 mm. Certificato CSI 1166 FR SCAD.25/09/

70 CONTROSOFFITTI PROTEZIONE LAMAPADE CONTROSOFFITTO REI 120 KIT PROTEZIONE LAMPADE Protezione autoportante antincendio di plafoniere per controsoffitti costruita da lastre in lana minerale Fibropyr ad altissima densità e basso contenuto di leganti organici con buone caratteristiche di fono isolamento ed assorbimento acustico. Il prodotto viene fornito in kit di pannelli separati che devono essere assemblati tramite chiodi e relative clips di fissaggio consentendo assoluta velocità e praticità di assemblaggio oltre ad un ottimizzazione del trasporto ed una agevolazione nella fase di montaggio. La protezione al fuoco del passaggio per alimentazione elettrica è assicurata eseguendo un foro delle dimensioni minime possibile per il passaggio del cavo di alimentazione e successiva sigillatura con mastice antincendio Advin Mastic Foam. Cert Dimensioni esterne assemblato: 680x680x220 (h*) mm 0,187 Dimensioni interne assemblato: 640x640x200 (h*) mm Peso campione assemblato: 6,5 kg/cad ± 15% 68

71 PROTEZIONE CONDOTTE E CANALINE 69

72 PROTEZIONE CONDOTTE E CANALINE ADVIN FIREFLEX BIFIRE TIPO DI UTILIZZO: TUBAZIONI E CONDOTTE DI VENTILAZIONE GENERALITA Advin Fireflex Bifire e un feltro a base di fibre minerali non biopersistenti e Advin Bifire specificatamente studiato per garantire la massima protezione al fuoco con il minimo peso e spessore possibile. Advin Fireflex Bifire e un feltro a base di fibre minerali non biopersistenti additivate con speciale resina Advinrex piu uno strato di Advin Bifire e protetto in esterno con uno speciale tessuto di vetro antispolvero denominato Glastex. FUNZIONAMENTO Applicare il primo strato di Advin Fireflex Bifire spessore 30 mm avvolgendo la tubazione o il canale di ventilazione fissandolo con nastro adesivo Bifire, poi applicare il secondo strato di Advin Fireflex Bifire spessore 30 mm intervallando i giunti e fissandolo con filo in acciaio Advin a un passo di 333 mm. In caso di necessita Advin Fireflex Bifire si puo tagliare a piacere con normali coltellini e richiuderlo con graffette metalliche. 70

73 PROTEZIONE CONDOTTE E CANALINE ADVIN FIREFLEX BIFIRE SCHEDA TECNICA DENSITA : 115 Kg\m3 + 12% SPESSORE: 30 mm + 5% DIMENSIONI: Per tubazioni Kit a misura preformato, per canali di ventilazione 1200 x 2000 REAZIONE AL FUOCO: Classe 0 secondo DM 14 Gennaio 1985 ASSORBIMENTO ACQUA: Max 60 grammi/mq dopo 24 hour test di immersione in acqua (ie c. 1,5% per 25 mm di spessore ) CONDUCIBILITA TERMICA: 0,035 W/mK at 10 C CALORE SPECIFICO: 0,84 Kj/kgK CERTIFICATI: REI 120 su tubazione in acciaio e in acciaio rivestita con polietilene I.G /1918 RF REI 120 su condotta di ventilazione CSI 0804 RF SCAD.25/09/2012 DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincendio in classe 0 con certificazione REI 120 di tubazioni metalliche e condotte di ventilazione costituita da un doppio strato di spessore 30 mm di feltro Advin Fireflex Bifire in fibra minerale non biopersistente additivato con speciale resina Advinrex piu uno strato di superisolante Advin Bifire e protetto in esterno con speciale tessuto di vetro antispolvero Glastex. Il primo strato di feltro Advin Fireflex Bifire con spessore 30 mm sara applicato avvolgendo la tubazione o la condotta di ventilazione e fissato con nastro adesivo Advin, poi sara applicato il secondo strato di Advin Fireflex Bifire con spessore 30 mm intervallando i giunti e fissandolo con filo in acciaio Advin a un passo di 333 mm. 71

74 PROTEZIONE CONDOTTE E CANALINE FIREWALL TIPO DI UTILIZZO: PROTEZIONE CANALINE PER CAVI ELETTRICI FIREWALL Rivestimento di canaletta porta cavi con resistenza al fuoco REI 120 costituita da lastre Firewall classe 0 con spessore mm tagliate a strisce e composte su profili in acciaio a L 50 x 50 x 0,6 mm attraverso viti autofilettanti a interasse di 200 mm in modo da inscatolare la canaletta porta cavi. Le giunzioni delle lastre devono essere eseguite sfalsando gli spessori. Cert. CSI 1557FR EN Cert. IG RF SCAD.25/09/

75 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO ARMATO 73

76 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO ARMATO SUPERSIL - GIPSBIFIRE E TIPO DI UTILIZZO:PROTEZIONE ELEMENTI IN CEMENTO ARMATO GENERALITA Per gli elementi in calcestruzzo il calcolo della resistenza al fuoco si effettua valutando la riduzione della capacità portante (R), indotta dal degrado con la temperatura delle proprietà meccaniche dei materiali. I meccanismi di collasso possono essere diversi: cedimento per flessione, per taglio, cedimento degli appoggi, ecc. Nella maggior parte dei casi la perdita della capacità portante è imputabile alla perdita di resistenza dell'acciaio d'armatura, soprattutto quando non si sia tenuto conto in fase di progetto esplicitamente dell'azione del fuoco e non si siano opportunamente sovradimensionati i copriferri. Quindi gli elementi maggiormente vulnerabili sono quelli con armatura superficiale o quelli molto snelli, che meno possono beneficiare della conduttività termica del calcestruzzo. In generale si può ritenere che la temperatura critica, che porta al collasso dell'elemento, sia dell'ordine dei 500 C per le armature lente, e dei 350 C per i trefoli da precompressione. La tabella applicativa qui esposta e conservativa e calcola gli spessori necessari per acciaio da precompressione. SUPERSIL può essere applicato sia in verticale che orizzontale. GIPSBIFIRE E può essere applicato in verticale. 74

77 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO ARMATO SUPERSIL - GIPSBIFIRE E APPLICAZIONE Grazie all'impiego di GIPSBIFIRE E è possibile ottenere risultati estetici straordinari grazie alla sua lavorabilita'. GIPSBIFIRE E è facilmente lavorabile mediante lavorazione meccanica o manuale, e' sufficiente un coltellino per incidere la lastra e tagliarla nella dimensione desiderata. GIPSBIFIRE E e SUPERSIL devono essere fissati mediante tasselli metallici. Nel caso per motivi estetici si desideri la stuccatura prevedere un numero di viti, tasselli o altro tale da impedire il movimento anche minimo delle lastre al fine di evitare la criccatura del giunto. GIPSBIFIRE E e SUPERSIL sono stuccabili nei giunti con la stessa procedura in uso per le normali lastre di cartongesso. SCHEDA TECNICA CERTIFICATI: CSI DC F04 e RELAZIONE TECNICA SUL RAPPORTO DI EQUIVALENZA DA TECNICO ABILITATO SECONDO D.M RAPPORTO DI EQUIVALENZA GARANTITO: GIPSBIFIRE E SP.15 mm 6,8 - SUPERSIL SP. 9 mm 3,6 - SUPERSIL SP. 12 mm 6,2 75

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79 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO 77

80 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO COPPELLE SHELL BIFIRE TIPO DI UTILIZZO:PROTEZIONE TIRANTI METALLICI GENERALITA Le Coppelle Shell Bifire sono composte da feltro in fibre a base di ossidi alcalino terrosi e gel superisolante con alluminio denominato Ceraeco Bifire e rivestite con lamierino in acciaio zincato. Le Coppelle Shell Bifire sono in classe 0 secondo il DM 14/1/85, sono inalterabili nel tempo, superano abbondantemente i collaudi richiesti dalla legge, sono facilissime da montare e sono totalmente atossiche. APPLICAZIONE E sufficiente aprire leggermente il guscio metallico con il materiale isolante e inserire il tirante, a questo punto stringere il guscio metallico ed avvitare 3 viti autoperforanti nelle preforature e fare scorrere la coppella da un lato; prendere la successiva coppella inserire il tirante e comprimere il materiale isolante verso la coppella gia' montata in modo che con un leggero scorrimento del guscio metallico si sormonti con lo stesso la coppella precedentemente montata, a questo punto mettere la vite autoperforante in modo che sia la quarta della prima coppella e la prima della seconda seguire la stessa procedura per le successive coppelle. In prossimità del tenditore avvicinare le coppelle del tirante il piu' possibile allo stesso sui due lati, poi allargare il copritenditore in modo da avvolgere il tenditore e sormontare le coppelle, stringere il copritenditore ed avvitare la vite autoperforante nella preforatura centrale. A questo punto montare ai due lati del copritenditore il terminale in alluminio e fissarlo con le viti autoperforanti nelle preforature alle due estremita' del copritenditore. 78

81 PROTEZIONE ELEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO COPPELLE SHELL BIFIRE DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincedio di tiranterie metalliche mediante Coppelle Shell Bifire certificate R120 composte da feltro in fibre a base di ossidi alcalino terrosi e gel superisolante con alluminio denominato Ceraeco Bifire rivestite con lamierino in acciaio zincato chiuso con 4 viti autoperforanti ogni mtl. Il tenditore sara' protetto con copriteditore composto da feltro in fibre a base di ossidi alcalino terrosi e gel superisolante con alluminio denominato Ceraeco Bifire rivestite con lamierino in acciaio zincato chiuso con 3 viti autoperforanti. Il copritenditore dovra' essere finito con idonei terminali in alluminio avente funzione estetica. SCHEDA TECNICA DENSITA ISOLANTE: 100 Kg\m 3 ± 10% SPESSORE: 30 mm ± 10% DIAMETRO ESTERNO COPPELLA: 96 mm DIAMETRO ESTERNO COPRITENDITORE: 136 mm LUNGHEZZA: Coppelle 1000 mm, Copritenditore 333 mm (misura diversa a richiesta) PESI: Coppelle 2 Kg/mtl Copritenditore 1,6 Kg/cad INCOMBUSTIBILITA : Classe 0 secondo DM 14/1/85 CONDUCIBILITA TERMICA A TEMPERATURE MEDIE: 0,02 W/mK at 200 C 0,05 W/mK at 400 C 0,08 W/mK at 600 C CERTIFICATO: Su tirante metallico CSI 0922 RF R 120 SCAD.25/09/

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83 ATTRAVERSAMENTI 81

84 ATTRAVERSAMENTI ADVIN STRIP TIPO DI UTILIZZO:PROTEZIONE DI TUBAZIONI COMBUSTIBILI GENERALITA ADVIN STRIP è il nuovo nastro intumescente per la sigillatura interna di attraversamenti di tubazioni combustibili in PVC, PE, ecc. In caso di incendio, infatti, le tubazioni combustibili bruciano e fondono in pochi minuti lasciando libero il varco. Il foro creatosi rappresenta una zona critica capace di compromettere la resistenza al fuoco di un muro o una tramezzatura tagliafuoco. Grazie all'impiego di ADVIN STRIP, il varco viene completamente riempito da materiale isolante in pochi minuti, grazie all'effetto del materiale intumescente presente che impedisce qualsiasi passaggio di fiamma. FUNZIONAMENTO ADVIN STRIP ha un funzionamento esclusivamente chimico, basato sul fenomeno dell'intumescenza. ADVIN STRIP, infatti, in caso di incendio genera una schiuma termoisolante capace di chiudere completamente il varco rimanente a seguito della fusione del tubo combustibile. 82

85 ATTRAVERSAMENTI COMPOSIZIONE ADVIN STRIP ADVIN STRIP è un composito costituito da un nastro di materiale intumescente che garantisce, durante l'incendio e prima che il tubo fonda completamente, una completa chiusura del varco di attraversamento. APPLICAZIONE ADVIN STRIP deve essere avvolto intorno al tubo da proteggere ed inserito nel varco rimasto fra la tubazione ed il muro. La sigillatura della parte esterna puo essere lasdciata libera o chiusa con normale malta cementizia su entrambi i lati. ADVIN STRIP garantisce lo stesso grado di protezione indipendentemente dal lato del muro in cui scoppia l'incendio. RESISTENZA AL FUOCO: Certificato CSI 0780 RF - R.E.I. 180 SU PARETE SCAD.25/09/2012 Certificato I.G RF - R.E.I. 180 SU SOLETTA SCAD.25/09/2012 TEMPERATURA DI REAZIONE: 150 C ca. FUNZIONAMENTO: chimico SCHEDA TECNICA DIMENSIONI: tubo 40 mm. tubo 50 mm. tubo 63 mm. tubo 75 mm. tubo 90 mm. tubo 100 mm. tubo 100 mm. tubo 125 mm. tubo 140 mm. tubo 160 mm. tubo 200 mm. tubo 250 mm. Lunghezza nastro 150 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 53 mm ± 5% Lunghezza nastro 180 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 63 mm ± 5% Lunghezza nastro 235 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 80 mm ± 5% Lunghezza nastro 270 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 93 mm ± 5% Lunghezza nastro 330 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 112 mm ± 5% Lunghezza nastro 360 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 122 mm ± 5% Lunghezza nastro 405 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 136 mm ± 5% Lunghezza nastro 465 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 155 mm ± 5% Lunghezza nastro 525 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 174 mm ± 5% Lunghezza nastro 600 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 198 mm ± 5% Lunghezza nastro 750 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 246 mm ± 5% Lunghezza nastro 930 mm (± 8 mm) - Ingombro est. 304 mm ± 5% LARGHEZZA NASTRO: 100 mm ± 5 mm. 83

86 ATTRAVERSAMENTI SEAL SHELL TIPO DI UTILIZZO:PROTEZIONE DI TUBAZIONI COMBUSTIBILI GENERALITA SEAL SHELL è un nuovo collare per la sigillatura di attraversamenti di tubazioni in PVC, PE. FUNZIONAMENTO In caso di incendio, infatti, le tubazioni combustibili bruciano e fondono in pochi minuti lasciando libero un varco che rappresenta una zona critica capace di compromettere la resistenza al fuoco di un elemento di compartimentazione. SEAL SHELL ovvia a questo problema grazie alla sua particolare struttura ed alle sue caratteristiche funzionali. SEAL SHELL forma, sin dai primi minuti dell'incendio, una schiuma isolante che va a chiudere il passaggio. COMPOSIZIONE SEAL SHELL è costituito un guscio metallico, in modo da poter essere facilmente posizionato intorno al tubo da proteggere. La presenza di materiale intumescente Advinseal K all'interno di SEAL SHELL garantisce, durante l'incendio e prima che il tubo fonda completamente, una completa chiusura del varco di attraversamento, inoltre, la struttura metallica assicura una perfetta tenuta del materiale intumescente all'interno della struttura stessa. 84

87 ATTRAVERSAMENTI APPLICAZIONE SEAL SHELL SEAL SHELL viene posizionato intorno alla tubazione in corrispondenza del foro di passaggio e facilmente fissato alla parete a mezzo di tasselli metallici. Nel caso che l incendio sia previsto solo su un lato applicare SEAL SHELL sul lato esposto al fuoco, nel caso che l incendio sia previsto su entrambi i lati della muratura applicare SEAL SHELL su tutti e due i lati. SEAL SHELL UNIVERSALE: Su pareti e solette in muratura applicare il collare sul lato esposto al fuoco chiudendo lo stesso sulla tubazione comprimendo la resina (per le tubazioni di 100 mm e 160 mm togliere la resina) e infilando e ribaltando le due alette di chiusura. Poi fissare il collare con tasselli metallici alla parete o alla soletta utilizzando le 4 asole presenti. Su pareti in cartongesso fare un foro sulle lastre di diam.116 mm per tubazioni sino a diam.100 mm e di 192 mm per tubazioni da diam. 110 a diam. 160 mm. A questo punto chiudere il collare sulla tubazione e infilarlo in modo che penetri nella parete, poi prendere un altro collare chiudendolo sempre sulla tubazione ma rivolto verso di voi, a questo punto fissare i collari utilizzando le asole presenti con viti da cartongesso, la stessa operazione dovra' essere eseguita sull'altro lato. CERTIFICATI: CSI 0780 RF R.E.I. 180 SU PARETE IN MURATURA SCAD.25/09/2012 I.G RF R.E.I. 180 SU SOLETTA IN MURATURA SCAD.25/09/2012 I.G RF R.E.I. 120 SU PARETE IN CARTONGESSO SCAD.25/09/2012 TEMPERATURA DI REAZIONE: 150 C ca. FUNZIONAMENTO: chimico SCHEDA TECNICA DIMENSIONI: int. 40 mm. est. 48 mm. int. 110 mm. est. 130 mm. int. 50 mm. est. 58 mm. int. 125 mm. est. 149 mm. int. 63 mm. est. 75 mm. int. 140 mm. est. 168 mm. int. 75 mm. est. 87 mm. int. 160 mm. est. 192 mm. int. 90 mm. est. 106 mm. int. 200 mm. est. 240 mm. int. 100 mm. est. 116 mm. int. 250 mm. est. 298 mm. Universale sino a int. 100 mm. est. 116 mm. Universale da int. 110 mm. a diam. int. 160 mm. est. 192 mm. LUNGHEZZA: 50 mm. 85

88 ATTRAVERSAMENTI ADVIN BAGS TIPO DI UTILIZZO:ATTRAVERSAMENTI DI CAVI ELETTRICI GENERALITA ADVIN BAGS sono nuovi sacchetti antincendio per la chiusura temporanea di varchi di grandi dimensioni e di attraversamenti di cavi elettrici e piccole tubazioni combustibili. Gli attraversamenti di cavi elettrici, infatti, pongono spesso il problema di dover consentire facili e veloci operazioni di intervento per l' aggiunta, la sostituzione e la rimozione di cavi. In questi cavi il ripristino di una barriera passiva tradizionale può essere difficoltoso o addirittura impossibile. I sacchetti ADVIN BAGS, invece, possono essere aggiunti o tolti con estrema facilità e consentono, inoltre, una rapida rimozione completa per eventuali ispezioni. ADVIN BAGS garantiscono un'ottima compartimentazione anche quanto, a causa di particolari geometrie del foro passante, non e' possibile una completa sigillatura con materiale inerte. I sacchetti ADVIN BAGS, infatti, si espandono leggermente chiudendo completamente eventuali varchi rimasti aperti. Un ulteriore problema è rappresentato dai piccoli passaggi che si possono creare durante l'incendio a causa della combustione dei cavi e della loro conseguente riduzione di volume. I sacchetti ADVIN BAGS, grazie alla loro leggera espansione, sono in grado di compensare anche questo ulteriore problema garantendo, quindi, una costante e perfetta compartimentazione. FUNZIONAMENTO I sacchetti ADVIN BAGS hanno un funzionamento sia fisico, dovuto all'ottimo potere coibente dei materiali in essi contenuti, sia chimico grazie agli additivi termoespandenti che, in caso di incendio, aumentano il proprio volume chiudendo interamente il varco. 86

89 ATTRAVERSAMENTI COMPOSIZIONE ADVIN BAGS I sacchetti ADVIN BAGS sono costituiti da un involucro in tessuto minerale incombustibile riempito con una miscela di fibre inorganiche ed additivi termoespandenti. APPLICAZIONE I sacchetti ADVIN BAGS possono essere applicati come normali sacchetti fino a completa chiusura del varco. E' necessario, prima del posizionamento dei sacchetti, ordinare i cavi sulla passerella e rimuovere eventuale sporcizia o detriti. La quantità dei sacchetti ADVIN BAGS necessaria per una corretta protezione dovrà essere calcolata verificando il volume totale del varco, scorporato dal volume totale degli elementi attraversanti. Il risultato dovrà essere aumentato del 10% per compensare eventuali carbonizzazioni o rotture dell'elemento di supporto. Il volume calcolato dovrà essere uguale a quello dei sacchetti da utilizzare. Naturalmente il Servizio Tecnico ADVIN è in grado di effettuare tutti i calcoli necessari per definire il corretto numero di sacchetti da utilizzare e le loro dimensioni. SCHEDA TECNICA DIMENSIONI: 180 x 100 x 30 mm. 180 x 200 x 30 mm. 180 x 300 x 30 mm. FUNZIONAMENTO: fisico/chimico RESISTENZA ALL'UMIDITA': ottima RESISTENZA AGLI AGENTI ATMOSFERICI: ottima RESISTENZA AL FUOCO: REI Certificato I.G /2396 RF SU CARTONGESSO E MURATURA Come da punto 13.1 e EN 1366:2009 SCAD.25/09/

90 ATTRAVERSAMENTI ADVIN SEALER 2 TIPO DI UTILIZZO: GIUNTI DI DILATAZIONE GENERALITA ADVIN SEALER 2 è il nuovo protettivo isolante ed autoespandente per la protezione dei giunti di dilatazione. Gli elementi strutturali e di compartimentazione, infatti, necessitano di interspazi capaci di compensare le naturali dilatazioni dovute sia alle escursioni termiche che alle variazioni delle condizioni di carico. Questi varchi compromettono la resistenza al fuoco dell'elemento che li contiene e, in particolare, rendono vana una compartimentazione concettualmente corretta FUNZIONAMENTO ADVIN SEALER 2 è costituito da materiali coibenti resistenti ad altissime temperature (oltre 1000 C) abbinati a componenti termoespandenti. In caso di incendio ADVIN SEALER 2 si espande rendendo impermeabile ai fumi ed ai gas caldi il varco. ADVIN SEALER 2, inoltre, è un ottimo isolante capace di mantenere la faccia non esposta ad una temperatura inferiore a quella considerata critica (150 C). COMPOSIZIONE ADVIN SEALER 2 è una guarnizione autoportante elastica e comprimibile (fino al 50 % dello spessore originale) costituita da fibre minerali e componenti termoespandenti. 88

91 ATTRAVERSAMENTI ADVIN SEALER 2 APPLICAZIONE ADVIN SEALER 2 deve essere installato comprimendolo leggermente per l'intera lunghezza ed inserendolo nell'apertura dove rimarrà fissato grazie alla propria espansione. In caso di giunti a soletta applicare una striscia in tessuto GLASTEX V218K con funzione di sostegno, nei giunti con larghezza da 200 mm in su' applicare anche dei chiodi in acciaio a un passo di 400 mm come ulteriore funzione di sicurezza del sostegno. In caso di incendio, ADVIN SEALER 2 grazie alla alta pressione fornita dal termoespandente compenserà qualsiasi imperfezione del giunto. È sufficiente un solo ADVIN SEALER 2 per sigillare un varco di attraversamento sia a parete che a soletta. In caso di necessità è possibile tagliare a misura ADVIN SEALER 2 con un normale coltello. Per elevare a REI 180 la protezione al fuoco dei giunti a soletta posizionare all interno del giunto sul SEALER 2 appena posizionato una striscia di MICROBIFIRE C SEALER di spessore 21 mm con una larghezza di 15 mm inferiore alla larghezza del giunto. CERTIFICAZIONE REI 180 A SOLETTA SINO A MAX 250 MM DI LARGHEZZA. Per aperture superiori contattare il nostro ufficio tecnico. SCHEDA TECNICA DENSITÀ: c.a. 100 Kg/mc. RESISTENZA CHIMICA: neutro resiste ai vapori degli acidi deboli RESISTENZA ALL'UMIDITÀ: ottima RESISTENZA AL FUOCO: Certificati CSI 0780RF REI 180 su parete SCAD.25/09/2012 CSI 1018RF REI 120 su solaio SCAD.25/09/2012 CSI 1229RF REI 180 su solaio SCAD.25/09/2012 DIMENSIONI: Advin Sealer 2 Tipo x 100 x 42 mm. Advin Sealer 2 Tipo x 100 x 62 mm. Per larghezza di giunto Utilizzare un numero di Utilizzare un numero di DA A Advin Sealer 2 Tipo 42: Advin Sealer 2 Tipo 62: 20 mm 40 mm 1 45 mm 60 mm 1 65 mm 80 mm 2 85 mm 120 mm mm 180 mm mm 240 mm mm 300 mm 5 DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincendio con certificazione REI 180 a parete e REI 120 su soletta di giunti di dilatazione mediante tamponamento con guarnizione a base di fibre minerali e componenti termoespandenti denominata ADVIN SEALER 2, la guarnizione dovra' essere inserita a pressione nel giunto, se il giunto è orizzontale prevedere l' utilizzo del tessuto GLASTEX V218K con funzione di sostegno, nei giunti con larghezza da 200 mm in su' applicare anche dei chiodi in acciaio a un passo di 400 mm come ulteriore funzione di sicurezza del sostegno. Per elevare la protezione a REI 180 su soletta appoggiare sul SEALER 2 già posizionato una striscia con larghezza di 15 mm inferiore alla larghezza del giunto di MICROBIFIRE C SEALER sp.21 mm. 89

92 ATTRAVERSAMENTI THERMO JACKET TIPO DI UTILIZZO: TUBAZIONI INCOMBUSTIBILI GENERALITA THERMO JACKET è un manufatto tessile adatto all'isolamento di tubazioni incombustibili di grandi dimensioni. I tubi metallici (acciaio, rame, ecc.) sono, infatti, ottimi conduttori di calore capaci di trasferire grandi quantità di calorie, e quindi alta temperatura, da una zona calda ad una fredda sopratutto quando le loro dimensioni sono superiori a 90 mm. In caso di incendio la temperatura di un tubo passante attraverso un muro tagliafuoco, può diventare talmente alta, anche nella zona non esposta, da risultare pericolosa sopratutto a causa di fenomeni di irraggiamento. L'alta temperatura inoltre, può provocare combustioni indesiderate sui materiali in appoggio al tubo interessato dal cimento termico. FUNZIONAMENTO THERMO JACKET è un manufatto coibente in grado di isolare termicamente una tubazione metallica, fino alla temperatura di oltre 1000 C. THERMO JACKET ha lo scopo di abassare drasticamente la temperatura e di ridurre ai minimi termini l'irraggiamento nella zona non esposta al fuoco. THERMO JACKET ha funzionamento esclusivamente fisico. COMPOSIZIONE THERMO JACKET è un manufatto tessile costituito da un involucro in tessuto minerale incombustibile, riempito internamente con fibre minerali ad alta densità e resistenti ad altissime temperature. 90

93 ATTRAVERSAMENTI THERMO JACKET APPLICAZIONE THERMO JACKET si monta intorno al tubo con normali fascette metalliche e, dopo il fissaggio, va posto a contatto del muro nella zona di attraversamento. Eventuali piccoli varchi rimasti aperti devono essere sigillati con ADVIN MASTIC. E' necessario applicare due THERMO JACKET, uno per lato, qualora il carico d'incendio dei compartimenti divisi dal muro tagliafuoco, abbiano le stesse caratteristiche di pericolosità. SCHEDA TECNICA CERTIFICATI: I.G /2396 RF REI 120 SU CARTONGESSO E MURATURA Come da punto 13.1 e EN 1366:2009 SCAD.25/09/2012 SPESSORE: 25 mm - LUNGHEZZA: 300 mm - INFIAMMABILITA : non infiammabile CHIUSURA: meccanica con fascette metalliche DIMENSIONI: Ø tubo 34, 60, 89, 114, 140 e 168 mm. (misure diverse a richiesta) Il THERMO JACKET UNIVERSALE e 1200 mm e consente di ricavare per ogni pezzo Ø tubo N. Pz ricavati Pz da tagliare in mm Ø tubo N. Pz ricavati Pz da tagliare in mm RESISTENZA ALL'UMIDITA' E AGLI AGENTI ATMOSFERICI: ottima DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincendio con certificazione REI 120 su muratura e su cartongesso di attraversamento di tubazioni incombustibili mediante l'applicazione di un manicotto posizionato sul lato non esposto al fuoco o su entrambi i lati se il pericolo d'incendio è bilaterale composto da involucro in tessuto minerale incombustibile, riempito internamente con fibre minerali ad alta densità e resistenti ad altissime temperature denominato THERMO JACKET. Eventuali piccoli varchi rimasti aperti devono essere sigillati con ADVIN MASTIC. 91

94 ATTRAVERSAMENTI BOX BIFIRE TIPO DI UTILIZZO:PROTEZIONE DI SCATOLE ELETTRICHE GENERALITA BOX BIFIRE è una lamina superisolante a base di alluminio e gel superisolante. FUNZIONAMENTO In caso di incendio le scatole elettriche da incasso e le cassette di derivazione sono dei punti a rischio di passaggio fuoco e pertanto di elusione della compartimentazione, infatti esse sono incassate nelle pareti e in quel punto lo spessore interposto al fuoco non e piu quello che garantisce la classificazione all incendio pertanto diventa necessario proteggerle. BOX BIFIRE posto a protezione della scatola con uno spessore di solo 0,8 mm consente attraverso il suo eccezionale potere isolante di proteggere quel punto con una classificazione REI 180. SCHEDA TECNICA RESISTENZA AL FUOCO: Certificato I.G /2105 RF - REI 180 su muratura SCAD.25/09/2012 Certificato I.G /2396 RF - REI 120 su cartongesso SCAD.25/09/2012 PESO : 650 gr/mq. SPESSORE: 0,8 mm DIMENSIONI: Per scatole fino a 6 posti Bifire Dim. 300 x 200 Per scatole fino a 18 posti e scatole di derivazione a 1 scomparto Bifire Dim. 330 x 350 Per scatole di derivazione fino a 4 scomparti Bifire Dim. 550 x 400 CONFEZIONI DA 50 PEZZI CONDUCIBILTA TERMICA: 0,008 W/mK 92

95 ATTRAVERSAMENTI APPLICAZIONE BOX BIFIRE APPLICAZIONE BOX BIFIRE e fornito in quadrotti e deve essere appoggiato al retro della scatola, la stessa deve essere infilata nella cavita del muro, BOX BIFIRE si autoconformera avvolgendo il retro e i lati della scatola elettrica a questo punto rifilare con un coltellino e murare con cemento a presa rapida. DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincedio di scatole elettriche da incasso e cassette di derivazione con resistenza al fuoco certificata REI 180 attraverso l inserimento fra nicchia e scatola di un foglio di BOX BIFIRE sp.0,8 mm. Per pareti in carongesso 2 fogli sp.0,8 mm REI

96 ATTRAVERSAMENTI ADVIN FIRE DAMPER TIPO DI UTILIZZO:GRIGLIE DI AERAZIONE GENERALITA ADVIN FIRE DAMPER è una nuova griglia antincendio per la protezione delle zone di scambio d'aria ed in sostituzione delle tradizionali serrande tagliafuoco. Esistono numerosi casi, infatti, nei quali è necessario uno scambio d'aria fra due locali separati da una tramezzatura tagliafuoco. Per ottenere questo scopo è necessario utilizzare griglie di transito, se lo scambio deve essere naturale o impianti di trasferimento aria se lo scambio deve essere forzato. In questi casi è necessario prevedere un collegamento fra i due compartimenti che deve obbligatoriamente essere aperto. ADVIN FIRE DAMPER è in grado di assicurare il corretto ricambio d'aria garantendo un'adeguata resistenza al fuoco in caso di incendio. FUNZIONAMENTO ADVIN FIRE DAMPER è costituita da un materiale intumescente che in caso di incendio espande chiudendo completamente ogni varco di attraversamento. COMPOSIZIONE ADVIN FIRE DAMPER si applica semplicemente posizionandola e fissandola con tasselli metallici o malta cementizia. Eventuali varchi rimanenti fra griglia ed elemento di supporto possono essere sigillati con ADVIN MASTIC FOAM. 94

97 ADVIN FIRE DAMPER ATTRAVERSAMENTI DESCRIZIONE DI CAPITOLATO Protezione antincedio di varchi per aerazione e con resistenza al fuoco certificata REI 120 attraverso l inserimento di una griglia antincendio con lamelle termoespandenti denominata ADVIN FIRE DAMPER con spessore 60 mm per il REI 120 su muratura e 100 mm per il REI 120 su cartongesso. Eventuali varchi fra la griglia e l'elemento di supporto dovranno essere tamponati con mastice termoespandente denominato ADVIN MASTIC FOAM. SCHEDA TECNICA DIMENSIONI: 100 x x x 300 +/- 5 mm (misure diverse a richiesta) SPESSORI: 60 mm REI 120 su muratura 100 mm REI 120 su cartongesso TEMPERATURA DI REAZIONE: da 100 C ca. RESISTENZA AL FUOCO: Certificato I.G /2105 RF REI 120 SU MURATURA SCAD.25/09/2012 Certificato I.G /2396 RF REI 120 SU CARTONGESSO SCAD.25/09/

98 96

99 MASTICI E STUCCHI 97

100 MASTICI E STUCCHI ADVIN MASTIC TIPO DI UTILIZZO: VARCHI DI PICCOLE DIMENSIONI GENERALITA ADVIN MASTIC è un nuovo mastice sigillante adatto alla chiusura di varchi e piccoli fori in pareti tagliafuoco. Esistono numerose situazioni nelle quali è necessario proteggere dal fuoco varchi di dimensioni limitate che, in caso dì incendio, possono diventare vere e proprie vie preferenziali al passaggio di calore e di fiamma. In particolare si possono distinguere, quali esempi esplicativi, i seguenti casi: varchi fra tubazioni in acciai e muratura, varchi fra collari intumescenti e muratura, piccoli varchi fra passerelle e muratura e piccoli fori o fessure in muri tagliafuoco. ADVIN MASTIC è stato appositamente studiato per risolvere, in modo semplice permanente, i problemi posti da tutte le situazioni sopra elencate. FUNZIONAMENTO ADVIN MASTIC è un mastice isolante che, grazie ai suoi componenti ceramici, resiste alle alte temperature generate da un incendio generalizzato. ADVIN MASTIC inoltre durante l'esposizione al fuoco cede una certa percentuale d'acqua, legata chimicamente, che raffredda la zona interessata al cimento termico. APPLICAZIONE ADVIN MASTIC si applica a spatola come un normale mastice che puo essere utilizzato su qualunque supporto(laterizio,cemento,intonaco,acciaio ecc.ecc.) E sufficiente uno spessore pari a 30/40 mm di ADVIN MASTIC per ottenere una buona resistenza al fuoco. SCHEDA TECNICA CONFEZIONI: barattolo da 5 Kg DURATA DELLE CONFEZIONI: 12 mesi CONSERVABILITA : proteggere dal gelo e dal calore eccessivo. 98

101 ADVIN MASTIC FOAM MASTICI E STUCCHI TIPO DI UTILIZZO: VARCHI DI PICCOLE DIMENSIONI GENERALITA ADVIN MASTIC FOAM è un nuovo mastice autoespandente atto a sigillare piccoli varchi e giunzioni di vario tipo. Esistono numerosi casi, infatti, nei quali è necessario sigillare piccoli varchi che potrebbero variare il loro volume o la loro superficie di passaggio, durante lo svolgersi di un incendio. FUNZIONAMENTO ADVIN MASTIC FOAM grazie al suo notevole effetto intumescente, è in grado di sigillare perfettamente varchi di piccole dimensioni e giunzioni fra materiali di diversa natura (cavi elettrici e pannelli antifuoco, murature e passerelle in acciaio, passerelle e conduttori, ecc.). ADVIN MASTIC FOAM, alla temperatura di circa 100 C, espande rapidamente il proprio volume formando una schiuma perfettamente adattabile a qualsiasi forma. APPLICAZIONE ADVIN MASTIC FOAM viene fornito in cartucce e si applica a mezzo di apposita pistola in modo analogo ad un normale silicone. Lo spessore necessario per garantire una corretta sigillatura è pari a circa 1 cm. SCHEDA TECNICA CONFEZIONI: cartucce da 310 CC. DENSITA': Kg\mc. TEMPO DI UTILIZZO: 6\8 ore dopo apertura della confezione INFIAMMABILITA': ininfiammabile TEMPERATURA DI REAZIONE: 100 C ca. 99

102 MASTICI E STUCCHI ADVIN FOAM PV TIPO DI UTILIZZO: GIUNTI, PICCOLI VARCHI E INTERSTIZI FRA MURATURA ED ELEMENTI DI CHIUSURA. GENERALITA ADVIN FOAM PV è una nuova schiuma atta a sigillare piccoli varchi, giunti di dilatazione spazi fra telaio e muro nell installazione di porte tagliafuoco. FUNZIONAMENTO ADVIN FOAM PV grazie al suo effetto espandente, è in grado di sigillare perfettamente varchi di piccole dimensioni e giunzioni fra materiali di diversa natura. ADVIN FOAM PV, forma una schiuma isolante che in presenza di incendio carbonizza e si consuma lentamente. APPLICAZIONE ADVIN FOAM PV viene fornito in bomboletta con ugello erogatore al fine di consentire una facile applicazione. Per l applicazione agitare per almeno 30 secondi e iniettare nel varco tenendo la bomboletta rivolta verso il basso. La temperatura d applicazione deve essere compresa fra i 4 e i 30. SCHEDA TECNICA RESISTENZA AL FUOCO: Certificato CSI 0780 RF - R.E.I. 180 SCAD.25/09/2012 CONFEZIONI: Bombolette da 750 ml. DENSITA': 18 Kg\mc. RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE : 50 kpa TEMPO DI UTILIZZO: Dopo 4 ore la schiuma e tagliabile. CONDUCIBILITA TERMICA: 0,032 W/mK VOLUME PRODUCIBILE CON UNA BOMBOLETTA DA 750 ml: 35/40 L. 0,018/0,020 Mc DURATA: 9 Mesi se conservata in luogo asciutto e al riparo dal gelo 100

103 MASTICI E STUCCHI ADVIN FINISH TIPO DI UTILIZZO: STUCCATURA GIUNTI E RASATURA GENERALITA ADVIN FINISH è uno stucco a base di silicati per la stuccatura dei giunti e la rasatura di lastre Supersil e Fibrosil. ADVIN FINISH è preparato in una confezione unica contenente la polvere già nelle giuste proporzioni con elevate caratteristiche di resistenza al fuoco unite a una grande elasticità, adesività ed antiritiro. ADVIN FINISH si prepara miscelando con il trapano a frusta la polvere con acqua sufficiente ad ottenere una pasta omogenea plastica e senza grumi. ADVIN FINISH si applica stendendolo tra i giunti con una spatola o un frattazzino in metallo e rasandolo in corrispondenza delle due superfici annegando successivamente il nastro in rete. Se il giunto è corretto basta una sola mano poiché il materiale ha ritiri trascurabili ; se il giunto è molto largo, ripetere l'operazione di stuccatura una seconda volta dopo circa 1 ora e comunque a completa stuccatura. AVVERTENZE Non applicare con temperature inferiori a + 5 C o superiori a + 35 C. Non aggiungere all'impasto nient'altro che acqua pulita. SCHEDA TECNICA BASE: Silicati PESO SPECIFICO DETERMINATO PER CADUTA LIBERA: 1500 Kg/mc + 5% RESA TEORICA: ca 1,5 Kg/mq per 1 mm di spessore RESISTENZA MECCANICA A FLESSIONE: 1 gg > 2 MPa RESISTENZA MECCANICA A COMPRESSIONE: 1 gg > 4,2 MPa ADESIONE CLS(adesione per strappo): > 2,4 Mpa MODULO ELASTICO SECANTE A COMPRESSIONE: 7200 Mpa ACQUA DI IMPASTO: 33% + 5 STOCCAGGIO: riparare e proteggere dall' umidità. RESISTENZA AI CICLI DI GELO E DISGELO: integro dopo 30 cicli DURATA: 9 mesi INFIAMMABILITA': prodotto incombustibile 101

104

105 SISTEMA QUALITA 8 103

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107

108 Consultate il nostro sito: Via Lavoratori dell Autobianchi, Desio (MB), Italy Tel: Fax bifire@bifire.it

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