COORDINAMENTO PER LA PREVENZIONE E PROMOZIONE ALLA SALUTE DELLA REGIONE TOSCANA
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- Claudia Danieli
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1 ALLEGATO A COORDINAMENTO PER LA PREVENZIONE E PROMOZIONE ALLA SALUTE DELLA REGIONE TOSCANA 1 CONTESTO La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo o un gruppo deve essere capace di realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l ambiente circostante o di farvi fronte. A partire dai principi della Carta di Ottawa e dalle strategie per la Salute in Tutte le Politiche (Health in All Policies), l ambiente e il contesto hanno assunto il significato di processo globale, sociale e politico che influenza o, per meglio dire, determina la salute. In linea con gli obiettivi del WHO-Europe Action Plan , al fine di ridurre la morbosità, la mortalità e le disabilità premature che le malattie croniche non trasmissibili comportano, nonché di limitare le disuguaglianze causate da condizioni sociali ed economiche che influiscono sullo stato di salute, è necessario un approccio che comprenda strategie di comunità ed individuali, finalizzate a diffondere e facilitare la scelta di stili di vita corretti. Le strategie di comunità sono attuate attraverso programmi di prevenzione e promozione della salute, finalizzati a creare le condizioni per rendere facile l adozione di comportamenti salutari, che adottino un approccio multi componente (trasversale ai determinanti di salute), per ciclo di vita (life course) e setting (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, servizio sanitario), ed intersettoriale (politiche educative, sociali, di pianificazione urbana, dei trasporti, dell agricoltura, ecc.), con il coinvolgimento (empowerment di comunità) di tutti i livelli interessati, dai responsabili politici, alle comunità locali. La collaborazione intersettoriale permette lo sviluppo di azioni sui determinanti di salute secondo modalità più efficaci, efficienti o sostenibili rispetto a quelle che potrebbero essere intraprese dal solo settore sanitario. L approccio life-course favorisce il mantenimento di un buono stato di salute lungo tutto il corso dell esistenza e porta all aumento dell aspettativa di vita in buona salute. La promozione della salute e dell equità nella salute inizia dalla gravidanza, passa per un programma di protezione, promozione e sostegno dell allattamento al seno e prosegue nella fase della prima infanzia. Poiché i comportamenti non salutari si instaurano spesso già durante l infanzia e l adolescenza, è importante il forte coinvolgimento della scuola, che va considerata come luogo privilegiato per la promozione della salute nella popolazione giovanile, in cui i temi relativi ai fattori di rischio comportamentali devono essere trattati secondo un approccio trasversale in grado di favorire lo sviluppo di competenze oltre che di conoscenze, integrato nei percorsi formativi esistenti, e quindi basato sui principi del coinvolgimento e dell empowerment che facilitano le scelte di salute traducendosi in benefici effettivi sulla salute. In questa logica si collocano anche le strategie volte a garantire un invecchiamento attivo e in buona salute, (WHO Active and Healthy Ageing) che interessa l intero ciclo di vita ed è influenzato da diversi fattori. A tale strategia si richiamano gli interventi per favorire la partecipazione sociale e la solidarietà tra le generazioni, soprattutto al fine di sostenere l anziano fragile nel contesto in cui vive, per ridurre la progressione verso la non autonomia e l isolamento sociale, anche come del resto ricorda la strategia dell'oms Health 2020: favorire il mantenimento di un buono stato di salute lungo l intero corso della vita aumenta la speranza di vita in buona salute e la longevità apportando importanti benefici economici, sociali e individuali. Secondo il Glossario OMS, per setting si intende: il luogo o il contesto sociale in cui le persone si impegnano in attività quotidiane in cui i fattori ambientali, organizzativi e personali interagiscono tra loro per influenzare la salute e il benessere. Un azione volta a promuovere la salute attraverso setting differenti può assumere forme diverse, spesso mediante alcune tipologie di sviluppo organizzativo come il cambiamento dell ambiente fisico, della struttura organizzativa, degli aspetti 1
2 amministrativi e gestionali. I setting possono anche essere utilizzati per promuovere la salute raggiungendo le persone che vi lavorano o che li utilizzano per avere accesso ai servizi e attraverso l interazione dei diversi setting con l intera comunità. Molte evidenze di letteratura e buone pratiche testimoniano l efficacia dell approccio per setting per promuovere l adozione di stili di vita favorevoli alla salute rendendo facili le scelte salutari, in specie per quanto riguarda setting quali gli ambienti scolastici e i luoghi di lavoro, per i quali il WHO-Europe Action Plan NCD individua network di riferimento: Schools for Health in Europe - SHE e "Workplace health promotion WHP, e il setting Comunità in riferimento in particolare alle azioni sui determinanti dell attività fisica. La prevenzione dei fattori di rischio comportamentali e intermedi può essere perseguita mediante anche strategie basate sull individuo che prevedono azioni per la diagnosi precoce di patologia, la modificazione degli stili di vita e l attivazione di interventi trasversali, integrati con i percorsi terapeutico-assistenziali di presa in carico, allo scopo di prevenire o ritardare l insorgenza delle complicanze più gravi. Anche per questi fattori l obiettivo finale è quello di mantenere, il più a lungo possibile, una buona qualità di vita attraverso un invecchiamento attivo e in buona salute. L identificazione, quanto più possibile precoce, dei soggetti in condizioni di rischio aumentato per malattie croniche non trasmissibili (MCNT) o che, in assenza di sintomatologia evidente, ne siano già affetti e la loro conseguente presa in carico da parte del Sistema Sanitario è essenziale per la riduzione del rischio di mortalità e disabilità evitabili nel breve-medio termine. Come sappiamo alla base delle principali malattie croniche ci sono fattori di rischio comuni e modificabili, come alimentazione poco sana, consumo di tabacco, abuso di alcol, mancanza di attività fisica. Queste cause possono generare quelli che vengono definiti fattori di rischio intermedi, come ad esempio l ipertensione, la glicemia elevata, l eccesso di colesterolo e l obesità, che se riconosciti in tempo possono essere curati. Importante a questo proposito, l'azione della Sanità d iniziativa che mira sia alla prevenzione dei soggetti a basso rischio che al miglioramento della gestione delle malattie croniche in ogni loro stadio con effetti positivi attesi per la salute dei cittadini e per la sostenibilità stessa del sistema. 2 LE POLITICHE REGIONALI A livello regionale sono operative politiche di promozione della salute e di prevenzione, quali ad esempio il Programma Guadagnare Salute (DGRT 800/2008), la Strategia di promozione del benessere di bambini e ragazzi nella comunità scolastica (DGRT 38/2013 e 263/2014), la Strategia integrata Toscana da ragazzi (DGRT 496/2014), la Sanità di iniziativa, (DGRT 716/2009 successivamente integrata e modificata dalla DGRT 650 del 05 luglio 2016 ad Oggetto:Sanità d'iniziativa-approvazione indirizzi per l'implementazione del nuovo modello ) ed il programma regionale WHP di promozione della salute negli ambienti di lavoro ( DGRT 1078/2016) che hanno trovato nel Piano Regionale per la Prevenzione (PRP) (DGRT 1242/2014, 693/2015 e 1314/2015) un luogo di naturale coordinamento. La Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione sociale della Regione Toscana riunisce in sé numerosi settori coinvolti nella definizione di programmi d'intervento rivolti al sostegno del cittadino in scelte salutari. Premesso ciò e valutata la complessità e trasversalità della materia, si ritiene opportuno confermare e sviluppare le attività del Coordinamento per la Prevenzione e Promozione alla salute istituito a livello regionale ed a livello di azienda sanitaria con la DGRT 454/2014 al fine di coordinare gli interventi in modo sinergico ed efficace, favorendo anche il raccordo con le attività delle altre Direzioni regionali interessate, nonché con tutti i soggetti che sono parte attiva nell ambito della Prevenzione e Promozione alla Salute. Il Coordinamento regionale e quelli aziendali devono essere adeguati alla nuova realtà organizzativa regionale e delle aziende sanitarie alla luce della modifica della LR 40/2005, intervenuta con la LR 84/2015, e dei conseguenti atti regionali di indirizzo alle aziende sanitarie. 2
3 3 - COORDINAMENTO REGIONALE PER LA PREVENZIONE E PROMOZIONE ALLA SALUTE 3.1 Composizione del Coordinamento regionale per la Prevenzione e Promozione alla Salute Il Coordinamento regionale per la Prevenzione e Promozione alla Salute, di seguito Coordinamento, istituito con la DGRT 454/2014 è così aggiornato nella sua composizione: Direttore della Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale in qualità di Coordinatore Coordinatore operativo del Piano Regionale per la Prevenzione; I responsabili delle seguenti strutture regionali o loro delegati: Settore Consulenza giuridica, ricerca e supporto organismi di governo clinico Settore Organizzazione delle cure e percorsi cronicità Settore Politiche del farmaco e appropriatezza Settore Welfare e sport Settore Politiche per l'integrazione socio-sanitaria Settore Prevenzione e sicurezza in ambienti di vita, alimenti e veterinaria Settore Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro Settore Qualità dei servizi e reti cliniche Direttore dell Agenzia Regionale della Sanità (ARS) o suo delegato; Direttore generale dell Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) o suo delegato; Referente dell Organismo regionale competente per il Governo Clinico. Per temi specifici il Coordinamento si integra con la partecipazione dei rappresentanti delle altre Direzioni regionali coinvolte. Il Coordinamento può avvalersi, a titolo gratuito, della collaborazione di altri soggetti competenti Funzioni del Coordinamento regionale per la Prevenzione e Promozione alla Salute Le funzioni del Coordinamento risultano le seguenti: Governance del sistema sanitario e socio-sanitario attraverso la valorizzazione di un approccio intersettoriale e interdirezionale, agendo nella veste di negoziatori ed affermando il ruolo della prevenzione e promozione della salute come fattore di sviluppo della società e di sostenibilità del welfare; Integrazione delle azioni promosse dai diversi settori in un ottica di condivisione e di realizzazione di interventi integrati e coerenti sul territorio, favorendo l ottimizzazione delle risorse, la sostenibilità degli interventi ed un approccio basato sulle evidenze di efficacia e della valutazione del rapporto costo efficacia delle attività; Supporto ai processi di attuazione del PRP; Condivisione e diffusione di documentazione riguardante interventi efficaci in ambito di prevenzione e promozione della salute, anche a supporto della programmazione e delle politiche regionali; Definizione di indirizzi operativi nei vari settori d intervento; Definizione di percorsi formativi per gli operatori e per i cittadini. 4 - COORDINAMENTO AZIENDALE PER LA PREVENZIONE E PROMOZIONE ALLA SALUTE 4.1 Composizione del Coordinamento aziendale per la Prevenzione e Promozione alla Salute Al fine di armonizzare le attività regionali con quelle territoriali, ed in conseguenza della nuova organizzazione delle aziende sanitarie in fase di completamento sulla base della modifica della LR 40/2005, intervenuta con la LR 84/2015, e dei conseguenti atti regionali di indirizzo alle aziende medesime, si conferma l indicazione alle Aziende USL di costituire, presso le proprie Direzioni 3
4 sanitarie, un coordinamento denominato Coordinamento aziendale per le azioni di Prevenzione e Promozione alla salute. Il Coordinamento aziendale deve garantire un dialogo costante tra tutte le componenti interessate alla programmazione, all'organizzazione ed alla realizzazione di tali interventi a livello territoriale, ottimizzare le risorse, integrare le competenze, portare a sistema le buone pratiche, favorendo la partecipazione della società civile in tutte le sue forme organizzative e garantendo ove di interesse un adeguato raccordo con le attività delle Aziende Ospedaliero-Universitarie. Per effetto delle disposizioni di cui alla LR 84/2015, all art. 67, comma 3, lett. g bis, della LR 40/2005 e successive modifiche ed integrazioni e delle indicazioni contenute nelle DGRT 1096/2015 e 441/2016, si ritiene necessario che il coordinamento aziendale sia assicurato dalla Direzione Sanitaria dell Az. USL avvalendosi del direttore del Dipartimento di Prevenzione per il ruolo di coordinatore del Coordinamento aziendale. Si raccomanda, pertanto, alla Direzione Generale ed alla Direzione Sanitaria delle Az. UU.SS.LL. nonché alle Direzioni per la programmazione di Area Vasta di facilitare e supportare la direzione del Dipartimento di Prevenzione in tale ruolo di coordinamento soprattutto nelle relazioni con gli altri dipartimenti aziendali e con le strutture extra-aziendali (Az. Ospedaliero Universitaria dell Area Vasta di interesse), a partire dal processo di negoziazione di budget per il quale è necessaria la definizione di elementi trasversali e comuni relativamente al raggiungimento degli obiettivi del Piano Regionale per la Prevenzione. Analogamente è necessario garantire adeguato supporto nella gestione dei processi trasversali, come ad esempio la formazione del personale. Nel dettaglio i Coordinamenti aziendali per la Prevenzione e Promozione alla salute si rapportano e devono ricevere supporto da parte delle strutture responsabili almeno delle seguenti funzioni: Prevenzione collettiva Specialistiche mediche distrettuali; Medicina di comunità Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta Salute Mentale e Dipendenze Servizio sociale Rete ospedaliera Comunicazione/Marketing sociale. Al fine di garantire in modo adeguato le attività zonali di coordinamento, realizzazione e monitoraggio delle attività di prevenzione e promozione della salute, la Direzione del Dipartimento di prevenzione si avvale di un responsabile del coordinamento a livello zonale. Il Direttore Generale entro 60 giorni dalla data di approvazione della presente delibera recepisce con proprio atto le indicazioni contenute nel presente atto, disciplinando ruoli, responsabilità e modalità di gestione a livello aziendale per garantire l appropriata operatività del Coordinamento Funzioni del Coordinamento aziendale per la Prevenzione e Promozione alla Salute Le funzioni del Coordinamento per le azioni di Prevenzione e Promozione alla salute sono le seguenti: Coordinare l attuazione e monitorare le azioni regionali in materia di Prevenzione e Promozione della Salute anche ai fini della valutazione della loro efficacia, con particolare riferimento al Piano Regionale per la Prevenzione; Elaborare proposte operative finalizzate all implementazione delle linee strategiche e di indirizzo del Coordinamento regionale, anche attraverso l adozione di piani di lavoro annuali e pluriennali; Progettare in modo interdisciplinare gli interventi operativi; Garantire una costante interazione con le società della salute; Garantire un costante confronto con il territorio, gli enti locali e gli altri stakeholders; Garantire la diffusione delle buone pratiche basate su evidenza di efficacia. 4
5 5 - SUPPORTO SCIENTIFICO AI COORDINAMENTI Il supporto tecnico-scientifico al Coordinamento regionale ed ai Coordinamenti aziendali per la Prevenzione e Promozione alla Salute è garantito dall Osservatorio regionale sulle Politiche di Prevenzione e Promozione alla Salute, costituito con la DGRT 454/2014 e coordinato dall Agenzia Regionale di Sanità della Toscana. La composizione dell Osservatorio è la seguente: un rappresentante della Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale; direttore generale dell Agenzia Regionale di Sanità (ARS), o un suo delegato, anche con funzioni di coordinatore; un rappresentante dell Università degli Studi di Firenze; un rappresentante dell Università degli Studi di Pisa; un rappresentante dell Università degli Studi di Siena; direttore generale dell Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO), o un suo delegato. Le funzioni dell Osservatorio sono le seguenti: Censimento degli interventi di prevenzione e promozione della salute effettuati nel territorio regionale dai vari soggetti istituzionali; Monitoraggio e Valutazione dei progetti censiti per l individuazione di buone pratiche basate su evidenza di efficacia e valutazione del rapporto costi/benefici; Elaborazione e diffusione, anche in formato sintetico, di studi e documentazione riguardante interventi efficaci in ambito di prevenzione e promozione della salute; Proposta di indicatori per la valutazione degli interventi di prevenzione e promozione della salute anche nell ambito del PRP; Proposte per la definizione di percorsi formativi per gli operatori coinvolti e per i cittadini. 5
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