Tema: IL RUOLO DEL TURISMO NELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REGIONE SARDEGNA. Sintesi della ricerca di SRM
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- Francesca Poggi
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1 Tema: IL RUOLO DEL TURISMO NELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REGIONE SARDEGNA Sintesi della ricerca di SRM 25 ottobre 2012
2 IL RUOLO DEL TURISMO NELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REGIONE SARDEGNA Sommario Gli obiettivi della ricerca... 1 Uno sguardo alle dinamiche internazionali: il posizionamento italiano... 1 La situazione in Sardegna: dinamiche congiunturali e prospettive... 2 L impatto economico sul territorio: il moltiplicatore del V.A. turistico... 5
3 IL RUOLO DEL TURISMO NELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REGIONE SARDEGNA Sintesi della ricerca di SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno Gli obiettivi della ricerca La ricerca di SRM si pone gli obiettivi di: - analizzare il ruolo economico del turismo, alla luce anche del nuovo conto satellite per il Turismo, ed individuare il posizionamento attuale e futuro dell Italia nel contesto internazionale; - approfondire i dati turistici di rilievo che caratterizzano la Sardegna, in riferimento alla domanda ricettiva (arrivi, presenze, tematismi, ecc), all offerta (come ad esempio, la capacità ricettiva, la qualità dell ospitalità, le evoluzioni economiche e finanziarie delle imprese alberghiere generate dalla crisi economica) ed al sistema infrastrutturale che ne garantisce l accessibilità; - individuare il peso attuale del turismo nell economia regionale e nazionale attraverso alcuni parametri economici e calcolare il moltiplicatore turistico volto a determinare le ricadute positive che l investimento nel turismo genera nell economia nel suo insieme e nei settori dell indotto, con un particolare approfondimento al binomio Turismo e Agricoltura. * * * Uno sguardo alle dinamiche internazionali: il posizionamento italiano Dalle previsioni sulle possibili evoluzioni del flussi turistici si evidenzia che la società del domani sarà più turistica: i 983 milioni di arrivi turistici mondiali del 2011 (+4,6% rispetto al 2010) cresceranno in media di 43 mln all anno fino al C è quindi la necessità per l Italia di puntare i riflettori sul turismo concentrandosi sui possibili miglioramenti della competitività turistica dei territori, ovvero sull insieme di prodotti e dei differenziati tematismi d offerta, sulle dinamiche di fondo del turismo, sull aspetto dell attrattività internazionale delle regioni italiane, sui processi e politiche di governance, sulla qualità dei servizi, sulle nuove frontiere del sociale, sul valore sistemico e sulla capacità moltiplicativa del turismo, sul ruolo del management e sugli aspetti infrastrutturali. Tutti elementi che determinano il livello di attrattività truistica di un area, e di conseguenza anche il livello di ricchezza generata, misurata quantitativamente in termini di PIL (diretto, indiretto ed indotto). Oramai è chiara l importanza economica del turismo, nel 2011 infatti il settore Travel&Tourism rileva i seguenti dati a livello mondiale: - Contributo diretto di 1.972,8 mld $ pari al 2,8% del Pil - Contributo totale di 6.346,1 mld $ pari 9,1% del Pil - Occupazione diretta posti di lavoro, pari al 3,3% dell occupazione mondiale totale - Occupazione totale posti di lavoro, pari all 8,7% dell occupazione mondiale totale - Capitale investito di 743 mld $ pari al 4,9% del totale 1
4 - Entrate turistiche internazionali mld di $, in crescita del 3,9% rispetto al 2010, con una spesa media turistica di 1.050$ per arrivo Nel contesto turistico internazionale, l Italia è ben posizionata, con un impatto importante sul Pil pari al 5,4%, non molto distante dalla Spagna (6,4) e dalla Francia (6,2), tra i suoi principali competitor. Dai dati del primo conto satellite del turismo si rileva, inoltre, un valore aggiunto pari a 82,8 mld. di euro, pari al 6% del valore aggiunto totale dell economia; incidenza molto vicina, ad esempio, ad un settore rilevante dell economia nazionale quello delle costruzioni. L Italia è tra i primi dieci paesi per domanda turistica straniera: si posiziona al quinto posto nella graduatoria, con 46,1 milioni di turisti, dopo i Paesi con cui essa è in diretta concorrenza, vale a dire la Francia (che è al primo posto) e la Spagna (quarto posto). Tale posizione viene confermata anche per le entrate turistiche internazionali che ammontano a 43 mld $. In riferimento all offerta ricettiva turistica italiana sono presenti, al 2011, quasi 154 mila unità per 4,7 milioni di posti letto. Il 47,5% dei posti letto nazionali (2,2 milioni) sono riconducibili alla ricettività alberghiera. Anche se si considera l offerta ricettiva, l Italia resta ben posizionata: essa, infatti, presenta la più ampia offerta alberghiera a livello europeo in termini di posti letto ( ) ed è al terzo posto per numerosità di esercizi alberghieri (33.890). La ricchezza e la varietà dei siti turistici permettono all Italia di posizionarsi, nel 2011, al 1 posto nella classifica mondiale del Tourism Infrastructure Index. Tra gli elementi positivi vi è anche la ricchezza di siti Unesco, il riconoscimento di fiere ed esposizioni internazionali, la ricca industria creativa, la salute e l igiene del Paese. In realtà se diversi sono i punti di forza, non mancano, però i punti di debolezza che si sono acuiti con la crisi economica: - L Italia, scivola al 27 posto nella classifica mondiale ed al 20 posto in quella europea secondo l indice di competitività Travel & Tourism complessivo. - La dimensione media degli alberghi italiani, (posti letto per esercizi alberghieri) anche se lievemente in crescita (66,4 nel 2011 contro 66,3 nel 2010), è inferiore a quella degli altri principali competitor sul Mediterraneo. - Il tasso di utilizzazione netta degli esercizi alberghieri non è sempre soddisfacente a causa della forte stagionalità. Recupera nei mesi di Luglio ed agosto, senza riuscire però a raggiungere alcuni dei suoi competitor (es Spagna). - Inoltre a causa della crisi economica, in Italia come in altri paesi europei si evidenzia una contrazione della domanda turistica interna nel 2011: numero di viaggi -16,5% e del numero di pernottamenti -15,1%. Secondo poi i dati di Federalberghi, i primi 8 mesi del 2012 (rispetto allo stesso periodo del 2011) portano a segnare una perdita del 2,6% di presenze, con gli italiani ad un -5,6% e gli stranieri ad un +1,2%. La situazione in Sardegna: dinamiche congiunturali e prospettive La regione conta in termini di Arrivi turistici 2,2 milioni (12,1% del Mezzogiorno e 2,1% dell Italia), con un calo del -7,5% rispetto al 2010 dovuto alla contrazione della domanda nazionale (-13,8% contro +4,1% degli stranieri). Le Presenze turistiche nella regione sono state 11,2 milioni (14,5% del Mezzogiorno e 2,9% dell Italia), -7,9% rispetto al
5 Gli occupati diretti in alberghi e ristoranti raggiungono i 34,9 migliaia di unità (12,6% del Mezzogiorno e 2,8% dell Italia), pari al 5,8% degli occupati della regione. Gli esercizi alberghieri sono 920 (13,2% del Mezzogiorno e 2,7% dell Italia) pari al 22,8% delle strutture ricettive complessive (nel Mezzogiorno 26,6%, in Italia 22,1%) con posti letto (17,3% del Mezzogiorno e 4,8% dell Italia). Il settore turistico della Sardegna sta vivendo un periodo di difficoltà a causa della crisi economica, come del resto succede anche a livello nazionale, alla quale sopraggiungono poi altre problematiche. La domanda turistica espressa in termini di arrivi presenta un tasso di crescita che passa dal 15,5% nel 2007 al -7,5% nel 2011 (in Italia dal 3,3% al 5,4%). Ma è anche una domanda in grande trasformazione, che attrae sempre più la clientela estera: il peso degli arrivi turistici stranieri passa dal 29% nel 2000 al 35% nel 2007 ed al 40% nel 2011, raggiungendo un livello superiore al dato meridionale (30%) ma comunque ancora inferiore al dato nazionale (46%). Ciò nonostante mantiene diverse buone performance: E la regione meridionale con la più alta intensità turistica: presenze per 1000 abitanti, superiore anche al valore nazionale (6.410 notti per 1000 abitanti) II regione meridionale per tasso di utilizzazione netta degli esercizi alberghieri (36,0%, dato nazionale 38,2%), dopo la Campania (37,5%), e VIII a livello nazionale. II regione meridionale per concentrazione degli arrivi e delle presenze negli esercizi complementari (arrivi 21,6% e presenze 27,5%; al I posto c è la Puglia), decisamente superiore al dato meridionale (rispettivamente 16,4% e 26,5%). II regione meridionale per peso arrivi turistici stranieri (39,7%, dopo la Sicilia con 39,9%; Mezzogiorno 30,5% e Italia 46%). III regione meridionale per spesa turistica straniera: 640mln nel 2011 (dopo la Campania con mln e la Sicilia con 857 mln ). I turisti stranieri della Sardegna spendono in media più di quelli stranieri del Mezzogiorno e dell Italia: 98,8 euro contro 70,3 e 92,2 (in tutti i casi la spesa media turistica straniera è superiore alla spesa media domestica). La Sardegna si caratterizza per una domanda di prodotto prevalentemente balneare che raccoglie il 43,5% degli arrivi complessivi della regione (peso sul Mezzogiorno del 17% e sull Italia del 5,0%), concentrazione superiore rispetto a quella nazionale (21,7% e meridionale (34,3%). E importante notare poi il grande peso assunto dalla categoria altre località (53%) nella distribuzione degli arrivi che denota la convenienza per la scelta di aree non turistiche interne, limitrofe a quelle costiere. La forte dipendenza dal fattore balneare fa si che le strutture alberghiere soffrano di una forte stagionalità, come del resto succede in Italia. Le province principalmente scelte dai turisti sono Olbia Tempio (quota del mercato regionale pari a 33,4% per gli arrivi ed a 39,8% per le presenze), Cagliari (27,3% per gli arrivi ed a 24,1% per le presenze) e Sassari (15,8% per gli arrivi ed a 13,3% per le presenze). 3
6 La domanda turistica confluisce nel sistema alberghiero per il 78% degli arrivi (80% Italia, 84% Mezzogiorno) ed il 72% delle presenze (67% Italia, 73% Mezzogiorno). Si tratta di una domanda di qualità che si concentra principalmente nelle strutture alberghiere ad alto stellaggio. L offerta ricettiva della Sardegna risponde alle esigenze puntando sulla qualità degli alberghi. Infatti, la regione presenta una concentrazione di alberghi di elevato stellaggio maggiore del Mezzogiorno e dell Italia: nel 2011 quasi il 60% dei posti letto appartengono agli alberghi di 4/5 stelle e Lusso (46% nel Mezzogiorno e 35% in Italia) che rappresentano a loro volta il 30% dell offerta alberghiera totale della regione (27% nel Mezzogiorno e 17% in Italia). Anche l offerta ricettiva complementare risulta importante, come i B&B (2.002 pari al 21% del Mezzogiorno) e gli alloggi agro- turistici (620 pari a 18% del Mezzogiorno), tipologie del settore ricettivo complementare maggiormente diffuse. L incidenza di tali strutture sulla relativa offerta complementare è maggiore sia di quella meridionale che nazionale. Dall analisi delle attività dei Tour Operator internazionali (T.O.) si rileva che la Sardegna è all 11 posto in classifica nazionale come meta italiana promossa dai T.O. internazionali (il 9,9%) ed al 3 nella classifica meridionale, dopo la Campania (37,9%) e la Sicilia (29,2%). Per il 2013 si prevede un lieve incremento arrivando al 10,3%. Rispetto ai tematismi, la Sardegna è tra le destinazioni italiane a «forte prevalenza balneare» più vendute dai tour operator internazionali. Tuttavia i risultati premiano maggiormente le regioni che possono offrire cultura ed un turismo multi prodotto. Infatti, le regioni che offrono il prodotto cultura o associano al prodotto mare altri tematismi (es., cultura, enogastronomia), ottengono maggiore attenzione e vengono maggiormente valorizzate dai Tour Operator Internazionali, ad esempio: Lazio, Toscana, Veneto (città d arte) (sono le prime tre nella graduatoria nazionale per presenza nei pacchetti turistici venduti dai T.O.) Campania e Sicilia: in cui al prodotto mare si unisce ad esempio cultura e enogastronomia Il settore turistico-alberghiero sardo si caratterizza poi per un mercato concentrato nelle quote e frammentato in tante piccole e medie realtà. Si rileva, infatti, un numero elevato di aziende medio-piccole - il 73% del totale (AIDA)- con un fatturato inferiore ad 1 milione di euro e con una quota del mercato del 18% (in Italia il 71% delle imprese con fatt <1mln ha il 20% del mercato) mentre il 2% ha un fatturato superiore agli 8 milioni (come in Italia) e questo gruppo di imprese detiene il 47% del fatturato complessivo (in Italia il 33%). Il settore turistico-alberghiero sardo ha subito un forte calo della redditività nel periodo della prima fase della crisi ( ). In particolare nel 2010 i risultati economici sono peggiorati a fronte invece di un lieve miglioramento del dato nazionale. Inoltre, nello stesso periodo è aumentata la quota di imprese che hanno evidenziato una redditività operativa negativa (dal 28% del 2007 al 39% del 2010). Di contro si è ridotta la quota di imprese presenti nella classe più elevata di redditività (>9%), dal 42% del 2007 al 28% del Nell ultimo biennio, perdura la situazione di criticità, con effetti sugli investimenti e sugli equilibri finanziari. Dai dati del Rapporto 2012 Impresa e Competitività si rileva che: Il 59,3% delle aziende turistiche sarde ha dichiarato nel 2011 un calo del fatturato (40% quelle meridionali). Nel 2012, la percentuale scende al 47,9% ma resta sempre superiore del dato meridionale (34,6%); Il settore presenta una continua contrazione degli investimenti produttivi, confermando tale trend non solo nel 2011 ma, anche nelle stime del 2012; 4
7 Peggiora la situazione finanziaria. Nel 2012 il 47,9% delle imprese dichiarano un peggioramento dei propri equilibri finanziari. Dato lievemente migliore rispetto al 2011 (59,3%; nel Sud 42,3%). Di fronte ad un tale scenario, per invertire la tendenza e rilanciare il turismo, tre le possibili strade, si dovrebbero sfruttare di più le potenzialità di sviluppo connesse all industria turistica, e superare i gap infrastrutturali che limitano la capacità di generare flussi turistici. Occorre poi un riposizionamento ed una ristrutturazione dell offerta, non limitandosi ad un unico tematismo balneare stagionalizzato e localizzato ma puntando invece su altre attività ed interessi che il territorio sardo è in grado di soddisfare come un turismo naturalistico, congressuale, paesaggistico, culturale, artigianale, folkloristico, nautico/sportivo, enogastronomico. Un binomio sicuramente vincente potrebbe essere quello tra Turismo ed Agroalimentare, che ha generato in Italia, nel 2011, il 5,4% dei flussi turistici complessivi. In Sardegna, da uno studio di SRM si rilevano ben 10 cluster di località balneari e collinari enogastronomiche / enoturistiche su 49 comuni a vocazione turistica (nel Mezzogiorno 31 su 180). La Sardegna ha 178 prodotti agroalimentari tradizionali pari al 11% del Mezzogiorno e si contraddistingue per la loro grande qualità: i prodotti DOP e IGP certificati sono 7 mentre i vini DOP 18 (di cui1 DOCG) e quelli IGP 15. La Sardegna è inoltre la regione meridionale, dopo la Campania, con la maggiore presenza di aziende agrituristiche: 800 (pari al 19,4% del Mezz. ed al 4% dell Italia). Per quanto riguarda le infrastrutture di rilievo, il sistema aeroportuale sardo (Cagliari, Alghero, Olbia) ha movimentato nel 2011 oltre 7 milioni di passeggeri; si registra una forte stagionalità del traffico. I porti di Cagliari e Olbia hanno movimentato oltre 5,2 milioni di passeggeri e (solo Cagliari) oltre 230 mila crocieristi. Il flusso di passeggeri da e per la Sardegna è in calo rispetto al 2010 (-19%), in parte condizionato dal consistente aumento delle tariffe dei traghetti a cui si è assistito negli ultimi due anni. Riguardo alla nautica da diporto, la Sardegna ha una presenza di rilievo nel panorama italiano, disponendo del 12,5% delle strutture nazionali con circa 19 mila posti barca. Infine l offerta di infrastrutture di trasporto su ferro non asseconda la dinamica della domanda turistica (La linee RFI è completamente non elettrificata e solo l 11,6% della stessa è a binario doppio) e rappresenta un punto debole del livello di promo-commercializzazione turistico del territorio sardo. L impatto economico sul territorio: il moltiplicatore del V.A. turistico Il turismo rappresenta uno dei settori trainanti dell economia nel Mezzogiorno ed in Italia e si ha la consapevolezza che è un «settore» trasversale in grado di attivare direttamente ed indirettamente ricchezza sul territorio. L incidenza diretto del settore turistico nella Sardegna sul totale è maggiore della media meridionale e nazionale (7,40% contro il 5,4% del Mezzogiorno ed il 6% dell Italia). Il valore aggiunto turistico della Sardegna è di 2,3 mld pesa il 13,2% sul valore aggiunto turistico meridionale ( mln ) ed il 2,8% su quello nazionale ( mln. - dati del nuovo conto satellite). 5
8 A testimonianza del ruolo di attivatore di ricchezza che il Turismo riveste per l economia nel suo complesso, SRM ha calcolato le stime dell impatto sul PIL turistico per ogni presenza aggiuntiva, aggiornandole ai recenti dati disponibili dal Primo Conto Satellite del Turismo per l Italia. In Sardegna si stima che per ogni presenza aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si generano 63,8 euro di Valore Aggiunto, un valore che però risulta inferiore sia al dato medio meridionale (70,8 ) che italiano (103,4 ). Pertanto, in Sardegna il ruolo, il peso ed il valore economico del Turismo hanno evidenti margini di crescita. Dall analisi della sensibilità del valore aggiunto turistico alla variazione delle presenze turistiche, si stima infatti che un aumento nel medio termine del 20% delle presenze turistiche in Sardegna potrebbe generare una crescita del valore aggiunto turistico di circa 460 milioni di euro portando il totale del valore aggiunto turistico a circa 2,8 miliardi. E possibile inoltre agire per rafforzare l effetto moltiplicativo del turismo in Sardegna attivando quelle azioni strategiche che ne incrementino il valore di impatto sul territorio. Va in tale direzione un ampliamento e diversificazione dell offerta turistica che favorisca il rafforzamento dei flussi turistici internazionali, i processi di destagionalizzazione e delocalizzazione, l attivazione di sinergie di filiera con altri settori. In tal modo gli effetti non potranno che essere positivi. Si stima ad esempio che l impatto economico di una singola presenza aggiuntiva in regioni dove è maggiore la sinergia tra Turismo con la filiera agroindustriale passerebbe da 63,8 a 73,8. Se in Sardegna si attuassero pienamente le sinergie organizzative e produttive tra la ricchezza del settore agroalimentare ed enogastronomico ed il sistema turistico integrato (balneare / culturale / folkloristico, ecc) aumenterebbe, quindi, nel medio periodo, la capacità endogena di creazione di ricchezza della Sardegna in relazione all aumento di presenze turistiche. Dichiarazione Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM Di fronte alle previsioni di una domanda turistica internazionale in continua crescita occorre che il Mezzogiorno, con la Sardegna in prima fila, lavori per sfruttare a pieno le opportunità. Nella regione il valore economico del Turismo ha evidenti margini di crescita. Dalle nostre analisi, si stima infatti che un aumento nel medio termine del 20% delle presenze turistiche potrebbe generare una crescita del valore aggiunto turistico di circa 460 milioni di euro portando il totale del valore aggiunto turistico a circa 2,8 miliardi. Ma oltre al tema della quantità di turisti, c è anche il tema della qualità dell impatto economico che il turismo ha sul territorio. La nostra ricerca dimostra che se il turismo incrocia cultura e agroalimentare, a parità di numero di turisti e di spesa, la ricaduta sul PIL è maggiore di quando il turismo, invece, è solo balneare. Questo ci fa dire che con politiche più orientate a favorire il connubio con cultura, ambiente e agroalimentare, il turismo in Sardegna potrebbe aumentare la capacità di attrarre nuovi flussi e accrescere significativamente il suo impatto economico complessivo. 6
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