Scritto da Alessandro Ingrosso Giovedì 02 Ottobre :09 - Ultimo aggiornamento Giovedì 02 Ottobre :18
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1 Apprendistato. Il parere di conformità non è obbligatorio Il M.L.P.S. esclude l obbligo di iscriversi all Ente bilaterale per ottenere il parere di conformità L insidiosa questione sull obbligatorietà o meno del parere di conformità in relazione all avvio di un rapporto di apprendistato è giunta finalmente al termine. A sciogliere definitivamente il dubbio è stato lo stesso presidente del C.N.O. dei C.d.L., Marina Calderone, con una lettera aperta indirizzata ai consiglieri nazionale e revisori dei conti del C.N.O. dei C.d.L., a seguito di quanto appreso dall interpello n. 16/2012 del Ministero del Lavoro. Infatti, dopo le diverse perplessità manifestate sul tema,culminate in un editoriale del presidente della Fondazione Studi dei C.d.l., Rosario De Luca, il M.L.P.S. chiarisce che non possono essere obbligatorie le clausole dei C.C.N.L. che prevedono la richiesta preventiva del parere di conformità all Ente bilaterale. Tale chiarimento si pone assolutamente in linea rispetto alla posizione interpretativa illustrata dagli esperti della Fondazione Studi con la circolare n. 10/2012, dando di conseguenza torto agli enti bilaterali che volevano far rispettare a tutti i costi un obbligo non previsto dalla norma. Il C.N.O. dei Consulenti del Lavoro ha avanzato richiesta di interpello per far luce su due ordini di quesiti legati all applicazione della nuova disciplina dell apprendistato di cui al D.lgs. n. 167/2011. In particolare, viene chiesto se sia o meno obbligatorio il parere di conformità richiesto dalla contrattazione collettiva in relazione al Piano Formativo Individuale (PFI) e se sia o meno obbligatoria l iscrizione all Ente bilaterale di riferimento anche ai fini del rilascio di tale parere. Nel secondo quesito invece, viene chiesto se sia possibile recedere dal rapporto di apprendistato nel caso in cui l apprendista si trova in un periodo di assenza temporanea per una delle cause previste e tutelate dall ordinamento generale (malattia, infortunio, congedo parentale, ecc.). Per rispondere al primo quesito sollevato il Ministero del Lavoro fa riferimento all art. 2 del T.U. dell apprendistato, il quale stabilisce che gli Enti bilaterali possono definire esclusivamente il piano formativo individuale, sulla base anche di moduli e formulari. Mentre sul piano della validità della stipulazione del contratto in generale, gli Enti bilaterali assumono un ruolo piuttosto 1 / 5
2 marginale e non di certo necessario. Ciò detto, è possibile affermare che gli Enti bilaterali svolgono sì un ruolo fondamentale, ma non possono configurarsi come presupposto essenziale di carattere generale per una valida stipulazione del contratto di apprendistato. Pertanto, sono del tutto legittimi i rapporti di apprendistato avviati anche senza la richiesta di parere agli Enti bilaterali purché venga sottoscritto il piano formativo individuale entro 30 giorni dall avvio del rapporto. Con riferimento al secondo quesito, concernente la possibilità di recedere dal rapporto di apprendistato nelle ipotesi di assenza temporanea (malattia, infortunio, congedo parentale, ecc.), viene chiarito che anche nel contratto di apprendistato trovano applicazione le disposizioni limitatrici del licenziamento (es. matrimonio, gravidanza, ecc.). Tuttavia, al termine dei periodi di divieto, il datore di lavoro ha facoltà di esercitare il diritto di recesso, così come stabilito dall art. 2, c. 1, lett. m), del D.Lgs. n. 167/2011. In tal caso, il termine di preavviso, decorso il quale il rapporto non potrà ritenersi risolto, non potrà che decorrere, se non dal termine del periodo di formazione, dal termine dei periodi di divieto di licenziamento sopra indicati. Tratto da Fiscal Focus INTERPELLO N. 16/2012 del 14/06/2012 Oggetto: apprendistato D.Lgs. n. 167/2011 piano formativo e richiesta del parere di conformita agli Enti bilaterali recesso ai sensi dell art c.c. durante periodo di malattia, infortunio e altre cause si assenza dal lavoro. Il Consiglio Nazionale dell Ordine dei Consulenti del Lavoro, con due diversi interpelli, chiede chiarimenti in ordine alla nuova disciplina dell apprendistato di cui al D.Lgs. n. 167/2011. In particolare l istante chiede: - se sia o meno obbligatorio il parere di conformita richiesto dalla contrattazione collettiva in relazione al Piano Formativo Individuale (PFI) e se sia o meno obbligatoria l iscrizione all Ente 2 / 5
3 bilaterale di riferimento anche ai fini del rilascio di tale parere; - se sia possibile recedere dal rapporto di apprendistato, secondo quanto stabilito dall art. 2, comma 1 lett. m), del D.Lgs. n. 167/2011, nel caso in cui l apprendista si trovi in una delle ipotesi previste dall art. 35 D.Lgs. n. 198/2006 e dell art. 54 del D.Lgs. n. 151/2001 (divieto di licenziamento per causa di matrimonio o maternita ) ovvero in un periodo di assenza temporanea per una delle cause previste e tutelate dall ordinamento generale (malattia, infortunio, congedo parentale ecc.). In relazione a quanto sopra, acquisito il parere della Direzione generale delle Relazioni Industriali e dei Rapporti di Lavoro, si rappresenta quanto segue. Quanto alla prima questione occorre evidenziare che l art. 2 del D.Lgs. n. 167/2011, rispetto alla disciplina previgente, contiene una importante affermazione con riguardo al ruolo fondamentale che riveste la contrattazione collettiva nella disciplina dell istituto, ruolo che pero deve essere necessariamente declinato in riferimento ai principi contenuti nello stesso art. 2; principi funzionali ad introdurre una disciplina uniforme per tutte le tipologie di apprendistato rispetto alle quali, peraltro, sussistono ambiti regolatori costituzionalmente diversificati tra Stato e Regioni. Nell ambito dell art. 2, il riferimento agli Enti bilaterali e legato alla definizione del Piano Formativo Individuale (PFI) che puo avvenire anche sulla base di di moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli Enti bilaterali, con cio evidenziando un ruolo comunque eventuale degli stessi Enti e non gia necessario ai fini della valida stipulazione del contratto in generale, tenuto conto proprio delle implicazioni che cio avrebbe come limite alla discrezionalita del Legislatore regionale nel disciplinare quei profili formativi dell apprendistato che rientrano nella sua competenza esclusiva. Anche per quanto attiene all art. 4 del D.Lgs. n. 167/2011 che disciplina il contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere e rispetto al quale la contrattazione collettiva assume un ruolo assolutamente predominante e dove il Legislatore avrebbe ben potuto assegnare una delega piena alla stessa contrattazione collettiva in relazione ai profili formativi (come del resto e avvenuto nell ambito dell art. 3 per le Regioni in relazione all apprendistato per la qualifica e il diploma professionale) non e dato rintracciare un esplicito riferimento ad un ruolo autorizzativo degli Enti bilaterali, limitandosi la previsione normativa ad assegnare agli accordi interconfederali o ai contratti collettivi (di qualsiasi livello) il compito di definire i soli 3 / 5
4 aspetti riferiti alla (...) durata e modalita di erogazione della formazione per l acquisizione delle competenze tecnico- professionali o specialistiche in funzione dei profili professionali stabiliti nei sistemi di classificazione e inquadramento del personale. In sintesi, pertanto, indipendentemente dalla previsione normativa, non puo negarsi che la contrattazione collettiva possa legittimamente assegnare un ruolo fondamentale agli Enti bilaterali, ruolo del tutto legittimo e non in conflitto con i principi normativi ma che tuttavia non puo configurarsi come condicio sine qua non di carattere generale per una valida stipulazione del contratto di apprendistato. Pertanto, almeno con riferimento ai datori di lavoro non iscritti alle organizzazioni stipulanti il contratto collettivo applicato, non vi e un obbligo di sottoporre il PFI all Ente bilaterale di riferimento salvo, per i contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, ove tale passaggio sia previsto dalla legislazione regionale. Rimarrebbe in ogni caso escluso l obbligo di iscriversi all Ente bilaterale per ottenere il parere di conformita, come gia chiarito da questa Amministrazione in passato richiamando il c.d. diritto di associazione sindacale negativo. Indipendentemente dall obbligo giuridico, va pero evidenziato che una forma di controllo sui profili formativi del contratto da parte dell Ente bilaterale rappresenta comunque una valida opportunita e una garanzia circa la corretta declinazione del PFI. Infatti, proprio perche Individuale, il Piano Formativo non potra non adeguarsi alle specificita del contesto organizzativo aziendale e, eventualmente, anche al bagaglio culturale e professionale del lavoratore e, pertanto, il coinvolgimento dell Ente puo costituire un elemento significativo anche in relazione al giudizio che il personale ispettivo dovra effettuare in ordine al corretto adempimento dell obbligo formativo. Si raccomanda anzi al personale ispettivo in linea con l orientamento volto a valorizzare sempre piu il ruolo della bilateralita finanche nella gestione e regolazione di importanti aspetti del rapporto di lavoro, ben compendiati nell art. 2, comma 1 lett. h) del D.Lgs. n. 276/2003 di concentrare prioritariamente l attenzione proprio nei confronti di quei contratti di apprendistato e di quei PFI che non sono stati sottoposti alle valutazioni dell Ente bilaterale di riferimento. 4 / 5
5 Sotto altro profilo va specificato inoltre che, in caso di richiesta di parere di conformita, le modifiche o le integrazioni richieste dall Ente al PFI rappresentano un elemento da recepire nel provvedimento di disposizione (art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 167/2011) adottato dal personale ispettivo in sede di controllo sull adempimento agli obblighi formativi, acquistando cosi una efficacia precettiva presidiata anche da sanzione amministrativa. Per quanto attiene invece al merito del controllo da parte dell Ente bilaterale, va ricordato che lo stesso ha ad oggetto la congruita del PFI e non gia la verifica degli altri presupposti normativi e contrattuali legittimanti l instaurazione e lo svolgimento del rapporto (ad es. limiti numerici o c.d. clausole di stabilizzazione). Pertanto, pur potendo l Ente rappresentare all istante una eventuale assenza dei presupposti di valida costituzione del rapporto, la conseguente sanzionabilita delle eventuali mancanze e demandata esclusivamente al personale ispettivo ovvero alle iniziativa del lavoratore in sede contenziosa. In relazione al secondo quesito, concernente la possibilita di recedere dal rapporto di apprendistato nelle ipotesi indicate in premessa, va osservato quanto segue. Sul punto e sufficiente evidenziare che eventuali cause di nullita del licenziamento (ad es. a causa del matrimonio, a causa dello stato di gravidanza ecc.) trovano evidentemente applicazione anche con riferimento ai lavoratori impiegati con contratto di apprendistato. Anche per essi valgono inoltre le disposizioni limitatrici del licenziamento in costanza di malattia e infortunio. Cio tuttavia non toglie che, al termine dei periodi di divieto, il datore di lavoro possa legittimamente esercitare il diritto di recesso di cui all art. 2, comma 1 lett. m), del D.Lgs. n. 167/2011. In tal caso il periodo di preavviso di cui all art c.c. richiesto dal citato art. 2, comma 1 lett. m) e decorso il quale il rapporto potra ritenersi risolto non potra che decorrere, se non dal termine del periodo di formazione, dal termine dei periodi di divieto di licenziamento sopra indicati. DP 5 / 5
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