PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE SEZIONE PROTEZIONE CIVILE P.O. FERS PUGLIA ASSE V

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE SEZIONE PROTEZIONE CIVILE P.O. FERS PUGLIA ASSE V"

Transcript

1 PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE SEZIONE PROTEZIONE CIVILE P.O. FERS PUGLIA ASSE V Azione 5.1 Interventi di riduzione del rischio idrogeologico e di erosione costiera. Sub-Azione Integrazione e sviluppo sistemi di prevenzione, anche attraverso meccanismi e reti interoperabili di allerta precoce Gara Comunitaria per la Predisposizione dei piani di laminazione sulle grandi dighe regionali e redazione dei relativi Piani di Emergenza Dighe Codice Identificativo di Gara (CIG) : CUP: B98C CAPITOLATO TECNICO

2 Sommario Art. 1 Oggetto dell appalto... 3 Art. 2 Finalità dell appalto... 4 Art. 3 Descrizione delle attività da svolgere Diga del Cillarese Messa a punto di un modello idrologico-idraulico per la previsione degli eventi di piena Redazione del Piano di Laminazione Redazione del Piano di Emergenza diga Diga Torrebianca sul torrente Celone Integrazione del modello previsionale Redazione del Piano di Laminazione Redazione del Piano di Emergenza diga Diga di Occhito sul fiume Fortore Aggiornamento del Piano di Laminazione Redazione del Piano di Emergenza diga ART. 4 Data di consegna degli elaborati ART. 5 Importo a base della gara ART. 6 Fornitura dei prodotti, liquidazione della prestazione

3 Art. 1 Oggetto dell appalto L appalto ha per oggetto la predisposizione dei Piani di Laminazione per la Diga del Cillarese e per la Diga Torrebianca sul torrente Celone e la redazione dei Piani di Emergenza Diga per le suddette dighe e per la Diga di Occhito sul fiume Fortore. Per la Diga del Cillarese sarà effettuata la: 1. Messa a punto di un modello idrologico-idraulico per la previsione degli eventi di piena; 2. Redazione del Piano di laminazione della diga contenente: - Studio idrologico con indicazione anche del numero e dell entità delle piene probabili su base mensile; - Piano di gestione dell invaso al fine di mitigare gli effetti dovuti agli eventi di piena; - Studio degli effetti della propagazione delle piene a valle della diga 3. Redazione del Piano di Emergenza diga contenente: - gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena; - le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza; - il modello di intervento. Per la Diga Torrebianca sul Celone sarà effettuata la: 1. Integrazione del modello previsionale 2. Redazione del Piano di laminazione della diga contenente: - Studio idrologico con indicazione anche del numero e dell entità delle piene probabili su base mensile; - Piano di gestione dell invaso al fine di mitigare gli effetti dovuti agli eventi di piena; - Studio degli effetti della propagazione delle piene a valle della diga 3. Redazione del Piano di Emergenza diga contenente: - gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena,; - le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza; - il modello di intervento. Per la Diga di Occhito sul Fiume Fortore sarà effettuata la: 1. Aggiornamento del Piano di laminazione della diga 2. Redazione del Piano di Emergenza diga contenente: - gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena; - le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza (a; - il modello di intervento. 3

4 Art. 2 Finalità dell appalto La Direttiva della PCM riguardante la gestione organizzativa e funzionale del sistema di protezione civile per il rischio idrogeologico ed idraulico prevede che le azioni di regolazione dei deflussi dalle dighe nel corso di eventi di piena vengano definite in un Piano di Laminazione predisposto dalle Regioni, con il concorso tecnico dei Centri funzionali decentrati, dell Autorità di bacino e della Direzione generale per le dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per diversi e possibili prefigurati scenari d evento e per ciascuna diga, il piano di laminazione deve prevedere le misure e le procedure da adottare che, pur definite tenendo in buon conto sia la mitigazione degli effetti a valle dell invaso, sia la sicurezza delle opere, sia l esigenza di utilizzazione dei volumi invasati, devono essere finalizzate prima di tutto alla salvaguardia della incolumità della vita umana, dei beni, degli insediamenti e dell ambiente. La direttiva PCM 8 luglio 2014 Indirizzi operativi inerenti l attività di protezione civile nell ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe prevede che per ogni diga (intendendo con diga gli impianti con volume di invaso > 1 Mm 3 oppure altezza >15 m) venga redatto un Documento di Protezione Civile che preveda le condizioni per l attivazione e le procedure da porre in atto relativamente al rischio diga e al rischio idraulico a valle della diga. Il Piano di laminazione e il Documento di Protezione Civile concorrono alla redazione del Piano di Emergenza Diga per contrastare le situazioni di pericolo connesse con la propagazione di un onda di piena originata da manovre degli organi di scarico ovvero dall ipotetico collasso dello sbarramento. Art. 3 Descrizione delle attività da svolgere 1. Diga del Cillarese 1.1.Messa a punto di un modello idrologico-idraulico per la previsione degli eventi di piena Saranno acquisiti dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti di monitoraggio meteo-idropluviometriche; si farà uso di dati territoriali riguardanti modelli digitali del terreno (per la predisposizione del modello idrologico e l individuazione del reticolo idrografico), dati tematici per la definizione dei parametri che rientrano nell analisi idrologica. Le suddette rilevazioni saranno effettuate con il concorso tecnico del Centro Funzionale decentrato, dell Autorità di Bacino della Puglia e del Registro Italiano Dighe e d intesa con l Ente gestore, allo scopo di fornire un servizio che sia di supporto alle decisioni riguardanti la gestione, da parte delle autorità competenti, dei livelli idrici dell invaso. Ci si avvarrà anche dell informazione pluviometrica idrometrica disponibile mediante regionalizzazione relativamente ai momenti statistici del I ordine (media), II ordine (coefficiente di variazione) e III ordine (coefficiente di asimmetria), utili all individuazione dei massimi valori delle variabili idrologiche per un prefissato tempo di ritorno secondo il metodo probabilistico TCEV (Two Component Extreme Value). Saranno acquisiti, altresì, dal Gestore, i dati relativi alle erogazioni operate dall Ente dall avvio dell esercizio, nonché le portate esitate dagli organi di scarico superficiale e di fondo. I dati così rilevati saranno assoggettati ad una prima fase di assimilazione, raccolta, concentrazione, elaborazione, archiviazione e validazione seguita da una seconda fase di interpretazione, allo scopo di elaborare la previsione circa la natura e l intensità degli eventi meteorici attesi e quindi di individuare 4

5 regole pratiche relative alla gestione della laminazione di tipo statico nonché la definizione di un livello idrico probabilisticamente cautelativo per una prefissata stagione. La simulazione dei fenomeni idrologici sarà condotta mediante modellistica idrologica ed eventualmente idrodinamica che consente l analisi delle principali dinamiche che si verificano nel bacino idrografico applicando, le equazioni di base del bilancio idrologico. Il modello idrologico sarà utilizzato per la simulazione di portate giornaliere ed orarie implementato su uno schema di simulazione per la ricostruzione delle portate al colmo di piena in grado di interpretare le condizioni antecedenti di umidità del suolo e di riprodurre la frequenza degli eventi estremi. Ai fini di calibrazione sarà quindi ricostruito un periodo storico esteso a molti anni sulla base della disponibilità dei dati di precipitazione e temperatura e dei livelli osservati all invaso. Per il trasferimento dell'onda di piena a valle dell invaso sarà implementato un modello idraulico integrato mono/bidimensionale. Utilizzando le sezioni trasversali rilevate lungo l asta principale a valle dello sbarramento e il DTM, sarà simulata la propagazione delle onde di piena considerando diversi scenari di riempimento iniziale dell invaso e di apporto idrico laterale a valle dell invaso, in modo da determinare l altezza che il livello idrico raggiunge nelle varie sezioni e l estensione delle aree allagate nei differenti casi. L analisi idraulica sarà effettuata allo scopo di valutare i livelli idrici e le caratteristiche idrauliche in relazione alle diverse ipotesi di riempimento della diga. 1.2 Redazione del Piano di Laminazione Il Piano di Laminazione della Diga del Cillarese sarà un documento completo contenente la messa a punto di un modello previsionale delle piene che consentirà di effettuare lo studio idrologico del bacino a monte dell invaso, la propagazione delle piene a valle della diga e la determinazione delle modalità operative con cui gestire la programmazione statica della laminazione, che consiste nel fissare una quota stagionale d invaso da non superare Studio idrologico con indicazione anche del numero e dell entità delle piene probabili su base mensile Si adotteranno modelli probabilistici per la valutazione della frequenza delle piene stagionali (nella fattispecie su scala mensile) che consentiranno di individuare un livello idrico corrispondente ad una prefissata probabilità di superamento. Una volta tarato, il modello previsionale potrà essere utilizzato per la simulazione di scenari idrologici che, sulla base delle curve di possibilità pluviometrica, consentono il calcolo degli idrogrammi di piena per prefissati tempi di ritorno e ciò consentirà anche la determinazione della frequenza di eventi di piena su base mensile e della probabilità di accadimento dell evento critico Piano di gestione dell invaso al fine di mitigare gli effetti dovuti agli eventi di piena Utilizzando il modello previsionale sarà possibile la formulazione di scenari idrologici in grado di definire una corretta gestione della laminazione dell'evento di piena e di ottenere, per i diversi tratti del corso d'acqua a valle dell opera, la valutazione del rischio idraulico. 5

6 L obiettivo di tale lavoro sarà fornire chiare indicazioni in merito alle modalità operative con cui gestire la programmazione mensile della laminazione, tale da permettere la determinazione delle quote d invaso che il Gestore deve mantenere durante l anno al fine di assicurare una portata territorialmente sostenibile a valle dell invaso Studio degli effetti della propagazione delle piene a valle della diga. Il modello previsionale consentirà di effettuare la propagazione bidimensionale delle piene per valutare gli effetti che il manifestarsi degli eventi dovrebbe determinare sul territorio e, quindi, sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente. A tal fine saranno individuati gli esposti a valle della Diga (Attraversamenti viari, infrastrutture, edificato, parchi, ecc.) Ciò permetterà di definire la massima portata transitabile a valle dell invaso, la portata soglia scarico diga, le soglie di criticità per l alveo a valle della diga e le corrispondenti fasi di allerta, in coerenza con Procedure di gestione del rischio idrogeologico ed idraulico del Centro Funzionale Decentrato e di definire le aree potenzialmente interessate dall onda di piena anche per effetto del collasso della diga. Tale valutazione sarà funzionale alla redazione del Documento di Protezione Civile predisposto dall'utd, con il concorso dell'autorità Idraulica competente per l'alveo di valle, della Protezione civile regionale e del Gestore. 1.3 Redazione del Piano di Emergenza diga Il Piano di Emergenza dighe recepisce il Piano di Laminazione e il Documento di Protezione Civile e ha le seguenti finalità: 1. Definire procedure tecnico-operative che permettano la gestione dei differenti livelli di allerta connessi alla presenza dell invaso artificiale 2. Definire ruoli, compiti, oneri e responsabilità tra tutti i soggetti istitituzionali e non, 3. Coordinare le azioni che devono essere svolte dai medesimi soggetti in caso di eventi diretti ed indiretti interessanti lo sbarramento di ritenuta e comportanti un rischio tale da richiedere l'adozione di provvedimenti finalizzati a tutelare l'incolumità delle popolazioni e delle infrastrutture a valle della diga 4. Individuare un flusso virtuoso delle informazioni che, per contenuto e tempistica, permettano l adozione di contromisure di Protezione Civile a tutti i livelli territoriali amministrativi presenti Scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena Il Piano di Emergenza Diga si basa su scenari di rischio legati innanzitutto alle criticità indotte sull asta a valle dell invaso a seguito dell apertura degli scarichi di superficie e di fondo dello sbarramento di ritenuta e dell ipotetica rottura, anche parziale e progressiva, dello sbarramento stesso; questa eventualità, caratterizzata da un basso grado di probabilità di accadimento, avrebbe comunque potenziali effetti devastanti che si rifletterebbero con particolare gravità sulla popolazione e sulle attività antropiche. Le misure di emergenza previste sono finalizzate a fronteggiare e a minimizzare gli effetti derivanti sulla popolazione. 6

7 1.3.2 Strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza Le strategie operative prevedono le indicazioni relative al modello organizzativo, all allertamento, alle misure di salvaguardia anche preventive, all assistenza e soccorso della popolazione Modello di intervento Il Modello d Intervento è l insieme organizzato dei Centri di Comando e Controllo, delle rispettive attività e delle procedure operative necessarie a garantire, per ciascun livello di coordinamento, la risposta operativa del Sistema, proporzionata all impatto dell evento potenziale o in atto. Ciò comporta, a ciascun livello di coordinamento, l individuazione di Aree chiave, che sono le Funzioni di Supporto, cui vengono attribuite delle attività e, nell ambito di queste ultime, assegnati dei compiti per la gestione dell emergenza. Il modello di intervento deve prevedere specifiche attivazioni organizzate in fasi operative connesse alle fasi di allerta a loro volta correlate ai livelli di allertamento per rischio idraulico stabiliti dalle procedure regionali. 2. Diga Torrebianca sul torrente Celone 2.1 Integrazione del modello previsionale Per il trasferimento dell'onda di piena a valle dell invaso sarà implementato un modello idraulico bidimensionale. Utilizzando le sezioni trasversali rilevate lungo l asta principale a valle dello sbarramento e il DTM, sarà simulata la propagazione delle onde di piena considerando diversi scenari di riempimento iniziale dell invaso e di apporto idrico laterale a valle dell invaso, in modo da determinare l altezza che il livello idrico raggiunge nelle varie sezioni e l estensione delle aree allagate nei differenti casi. L analisi idraulica sarà effettuata allo scopo di valutare i livelli idrici e le caratteristiche idrauliche in relazione alle diverse ipotesi di riempimento della diga. 2.2 Redazione del Piano di Laminazione La Diga Torrebianca sul torrente Celone ricade nel bacino del torrente Candelaro per il quale il Centro Funzionale Decentrato dispone di un modello previsionale idrologico-idraulico in tempo reale. Il modello previsionale sarà alla base dello studio idrologico-idraulico con il quale saranno definiti i contenuti del piano di laminazione di seguito specificati Studio idrologico con indicazione anche del numero e dell entità delle piene probabili su base mensile Si adotteranno modelli probabilistici per la valutazione della frequenza delle piene stagionali (nella fattispecie su scala mensile) che consentiranno di individuare un livello idrico corrispondente ad una prefissata probabilità di superamento. Una volta tarato, il modello previsionale potrà essere utilizzato per la simulazione di scenari idrologici che, sulla base delle curve di possibilità pluviometrica, consentono il calcolo degli idrogrammi di piena per prefissati tempi di ritorno e ciò consentirà anche la determinazione della frequenza di eventi di piena su base mensile e della probabilità di accadimento dell evento critico. 7

8 2.2.2 Piano di gestione dell invaso al fine di mitigare gli effetti dovuti agli eventi di piena Utilizzando il modello previsionale sarà possibile la formulazione di scenari idrologici in grado di definire una corretta gestione della laminazione dell'evento di piena e di ottenere, per i diversi tratti del corso d'acqua a valle dell opera, la valutazione del rischio idraulico. L obiettivo di tale lavoro sarà fornire chiare indicazioni in merito alle modalità operative con cui gestire la programmazione mensile della laminazione, tale da permettere la determinazione delle quote d invaso che il Gestore deve mantenere durante l anno al fine di assicurare una portata territorialmente sostenibile a valle dell invaso Studio degli effetti della propagazione delle piene a valle della diga, Il modello bidimensionale consentirà di valutare gli effetti che il manifestarsi degli eventi dovrebbe determinare sul territorio e, quindi, sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente. A tal fine saranno individuati gli esposti a valle della Diga (Attraversamenti viari, infrastrutture, edificato, parchi, ecc.) Ciò permetterà di definire la massima portata transitabile a valle dell invaso, la portata soglia scarico diga, le soglie di criticità per l alveo a valle della diga e le corrispondenti fasi di allerta, in coerenza con Procedure di gestione del rischio idrogeologico ed idraulico del Centro Funzionale Decentrato e di definire le aree potenzialmente interessate dall onda di piena anche per effetto del collasso della diga. Tale valutazione sarà funzionale alla redazione del Documento di Protezione Civile predisposto dall'utd, con il concorso dell'autorità Idraulica competente per l'alveo di valle, della Protezione civile regionale e del Gestore. 2.3 Redazione del Piano di Emergenza diga Il Piano di Emergenza dighe recepisce il Piano di Laminazione e il Documento di Protezione Civile e ha le seguenti finalità: 1. Definire procedure tecnico-operative che permettano la gestione dei differenti livelli di allerta connessi alla presenza dell invaso artificiale 2. Definire ruoli, compiti, oneri e responsabilità tra tutti i soggetti istitituzionali e non, 3. Coordinare le azioni che devono essere svolte dai medesimi soggetti in caso di eventi diretti ed indiretti interessanti lo sbarramento di ritenuta e comportanti un rischio tale da richiedere l'adozione di provvedimenti finalizzati a tutelare l'incolumità delle popolazioni e delle infrastrutture a valle della diga 4. Individuare un flusso virtuoso delle informazioni che, per contenuto e tempistica, permettano l adozione di contromisure di Protezione Civile a tutti i livelli territoriali amministrativi presenti Scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena Il Piano di Emergenza Diga si basa su scenari di rischio legati innanzitutto alle criticità indotte sull asta a valle dell invaso a seguito dell apertura degli scarichi di superficie e di fondo dello sbarramento di ritenuta e dell ipotetica rottura, anche parziale e progressiva, dello sbarramento stesso; questa eventualità, caratterizzata da un basso grado di probabilità di accadimento, avrebbe comunque 8

9 potenziali effetti devastanti che si rifletterebbero con particolare gravità sulla popolazione e sulle attività antropiche. Le misure di emergenza previste sono finalizzate a fronteggiare e a minimizzare gli effetti derivanti sulla popolazione Strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza Le strategie operative prevedono le indicazioni relative al modello organizzativo, all allertamento, alle misure di salvaguardia anche preventive, all assistenza e soccorso della popolazione Modello di intervento Il Modello d Intervento è l insieme organizzato dei Centri di Comando e Controllo, delle rispettive attività e delle procedure operative necessarie a garantire, per ciascun livello di coordinamento, la risposta operativa del Sistema, proporzionata all impatto dell evento potenziale o in atto. Ciò comporta, a ciascun livello di coordinamento, l individuazione di Aree chiave, che sono le Funzioni di Supporto, cui vengono attribuite delle attività e, nell ambito di queste ultime, assegnati dei compiti per la gestione dell emergenza. Il modello di intervento deve prevedere specifiche attivazioni organizzate in fasi operative connesse alle fasi di allerta a loro volta correlate ai livelli di allertamento per rischio idraulico stabiliti dalle procedure regionali. 3. Diga di Occhito sul fiume Fortore Per la Diga di Occhito sul fiume Fortore il Centro Funzionale Decentrato della Regione Puglia ha predisposto il Piano di laminazione preventivo dell invaso di Occhito sul fiume Fortore. Il Piano, adottato dalla Regione Puglia con DGR n 2563 del 30/12/2013, si basa su un programma statico di laminazione delle piene di breve periodo e fissa il mantenimento, con continuità e durante i periodi dell anno valutati critici per il verificarsi di eventi di piena, di una quota di invaso minore della quota di massima regolazione. Il centro Funzionale Decentrato ha inoltre predisposto il Documento di gestione del rischio idraulico del fiume Fortore a valle della Diga di Occhito e costituzione dell Unità di Comando e Controllo (UCC) recante le procedure per la gestione operativa del Piano e per l istituzione dell Unità di Comando e Controllo, essendo il fiume Fortore un corso d acqua a carattere interregionale. Tale documento, adottato dalla regione Puglia con Con D.G.R. n del 13/09/2016, costituisce integrazione al Piano di laminazione preventivo della Diga di Occhito ed è da considerarsi propedeutico, ai sensi della richiamata Direttiva del P.C.M. 08/07/2014, alla redazione del Documento di Protezione Civile che, a sua volta, concorre a costituire il quadro di riferimento per la redazione del Piano di Emergenza Diga (PED). Con determina n. del del Dirigente della sezione Protezione Civile è stata affidata l elaborazione delle aree allagabili del Fiume Fortore a valle della Diga finalizzata alla redazione del relativo PED. 9

10 3.1 Aggiornamento del Piano di Laminazione Il modello previsionale bidimensionale di cui sopra ha già consentito di effettuare la propagazione bidimensionale delle piene, pertanto, nell ambito del presente incarico risulta necessario valutare gli effetti che il manifestarsi degli eventi dovrebbe determinare sul territorio e, quindi, sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente. A tal fine saranno individuati gli esposti a valle della Diga (Attraversamenti viari, infrastrutture, edificato, parchi, ecc.). Tale valutazione sarà funzionale all aggiornamento del Documento di Protezione Civile predisposto dall'utd, con il concorso dell'autorità Idraulica competente per l'alveo di valle, della Protezione civile regionale e del Gestore. 3.2 Redazione del Piano di Emergenza diga Il Piano di Emergenza Diga recepisce il Piano di Laminazione e il Documento di Protezione Civile e ha le seguenti finalità: 1. Definire procedure tecnico-operative che permettano la gestione dei differenti livelli di allerta connessi alla presenza dell invaso artificiale 2. Definire ruoli, compiti, oneri e responsabilità tra tutti i soggetti istitituzionali e non 3. Coordinare le azioni che devono essere svolte dai medesimi soggetti in caso di eventi diretti ed indiretti interessanti lo sbarramento di ritenuta e comportanti un rischio tale da richiedere l'adozione di provvedimenti finalizzati a tutelare l'incolumità delle popolazioni e delle infrastrutture a valle della diga 4. Individuare un flusso virtuoso delle informazioni che, per contenuto e tempistica, permettano l adozione di contromisure di Protezione Civile a tutti i livelli territoriali amministrativi presenti Scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall onda di piena Il Piano di Emergenza Diga si basa su scenari di rischio legati innanzitutto alle criticità indotte sull asta a valle dell invaso a seguito dell apertura degli scarichi di superficie e di fondo dello sbarramento di ritenuta e dell ipotetica rottura, anche parziale e progressiva, dello sbarramento stesso; questa eventualità, caratterizzata da un basso grado di probabilità di accadimento, avrebbe comunque potenziali effetti devastanti che si rifletterebbero con particolare gravità sulla popolazione e sulle attività antropiche. Le misure di emergenza previste sono finalizzate a fronteggiare e a minimizzare gli effetti derivanti sulla popolazione Strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza Le strategie operative prevedono le indicazioni relative al modello organizzativo, all allertamento, alle misure di salvaguardia anche preventive, all assistenza e soccorso della popolazione Modello di intervento Il Modello d Intervento è l insieme organizzato dei Centri di Comando e Controllo, delle rispettive attività e delle procedure operative necessarie a garantire, per ciascun livello di coordinamento, la risposta operativa del Sistema, proporzionata all impatto dell evento potenziale o in atto. Ciò comporta, a ciascun livello di coordinamento, l individuazione di Aree chiave, che sono le Funzioni di Supporto, cui vengono attribuite delle attività e, nell ambito di queste ultime, assegnati dei compiti per la gestione dell emergenza. 10

11 Il modello di intervento deve prevedere specifiche attivazioni organizzate in fasi operative connesse alle fasi di allerta a loro volta correlate ai livelli di allertamento per rischio idraulico stabiliti dalle procedure regionali. ART. 4 Data di consegna degli elaborati Le attività di cui al presente capitolato comprensive dei relativi elaborati, dovranno essere completate entro il seguente cronoprogramma: - Sviluppo e calibrazione del modello idrologico-idraulico della Diga del Cillarese e estensione del modello previsionale della Diga di Torrebianca entro 120 giorni - Redazione del piano di laminazione della Diga del Cillarese e della Diga Torrebianca e integrazione Piano di Laminazione di Occhito entro 240 giorni - Redazione dei Piani di Emergenza Dighe di Occhito, Cillarese e Torrebianca entro 480 giorni ART. 5 Importo a base della gara L importo posto a base di gara per l espletamento delle attività di cui all art. 3 è di ,55 oltre IVA ed oneri di legge se dovuti. Saranno escluse le offerte in aumento. L affidamento potrà essere aggiudicato anche nel caso di presentazione di una sola offerta valida, giudicata congrua. ART. 6 Fornitura dei prodotti, liquidazione della prestazione I pagamenti delle prestazioni alla Ditta, saranno corrisposti secondo le seguenti modalità: - 20% alla consegna dello sviluppo e calibrazione del modello idrologico-idraulico della Diga del Cillarese e estensione del modello previsionale della Diga di Torrebianca; - 55% alla consegna dei piani di laminazione della Diga del Cillarese e della Diga Torrebianca e integrazione Piano di Laminazione di Occhito - 25% alla consegna dei Piani di Emergenza Dighe di Occhito, Cillarese e Torrebianca I pagamenti suddetti saranno effettuati a valere dei fondi dell Asse V Azione 5.1 del POR Puglia FESR L Aggiudicatario non potrà pretendere interessi, indennizzi, compensi di sorta a qualsiasi titolo per ritardato pagamento non imputabile all Amministrazione. I pagamenti saranno effettuati secondo le vigenti norme di contabilità generale. L Aggiudicatario dovrà consegnare, entro i termini indicati all articolo 4, n. 2 (due) copie cartacee di tutti gli elaborati prodotti e n. 3 (tre) copie in formato digitale (file DOC, XLS, DWG o similari e file SHP). 11

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 110 del

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 110 del 46998 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 13 settembre 2016, n. 1439 Direttiva del p.c.m. 27/02/2004. Approvazione del Documento di gestione del rischio idraulico del fiume fortore a valle della Diga

Dettagli

Ing. Andrea Di Grazia Autorità di Bacino del Fiume Serchio

Ing. Andrea Di Grazia Autorità di Bacino del Fiume Serchio Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) III INCONTRO PUBBLICO Criticità e alternative di intervento per la Macroarea 2 Basso Corso

Dettagli

Verifica della capacità di laminazione dell invaso di Pedra e Othoni sul Fiume Cedrino in Comune di Dorgali (Direttiva P.C.M.

Verifica della capacità di laminazione dell invaso di Pedra e Othoni sul Fiume Cedrino in Comune di Dorgali (Direttiva P.C.M. Allegato C alla Delib.G.R. n. 30/12 del 20.6.2017 Tavolo Tecnico di cui all articolo 50 Piani di laminazione delle Norme di Attuazione del PAI, integrate con la deliberazione del Comitato Istituzionale

Dettagli

ANGELA NADIA SULIS REGIONE LOMBARDIA PROTEZIONE CIVILE

ANGELA NADIA SULIS REGIONE LOMBARDIA PROTEZIONE CIVILE La DIRETTIVA PCM 8 LUGLIO 2014 «indirizzi operativi inerenti l'attività di protezione civile nell'ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe» e la pianificazione di emergenza comunale ANGELA

Dettagli

Visto il Decreto Legislativo 2 Gennaio 2018, n. 1 Codice della protezione civile pubblicato sulla G.U. n. 17 del 22/01/2018 ed in particolare:

Visto il Decreto Legislativo 2 Gennaio 2018, n. 1 Codice della protezione civile pubblicato sulla G.U. n. 17 del 22/01/2018 ed in particolare: REGIONE PIEMONTE BU12 22/03/2018 Deliberazione della Giunta Regionale 2 marzo 2018, n. 25-6549 Approvazione delle modalita' funzionali ed organizzative per il supporto tecnico alle componenti istituzionali

Dettagli

Piano di Laminazione statica preventivo dell invaso della diga di Maccheronis sul rio Posada in Comune di Torpè (Direttiva P.C.M.

Piano di Laminazione statica preventivo dell invaso della diga di Maccheronis sul rio Posada in Comune di Torpè (Direttiva P.C.M. Allegato C alla Delib.G.R. n. 63/13 del 25.11.2016 Piano di Laminazione statica preventivo dell invaso della diga di Maccheronis sul rio Posada in Comune di Torpè (Direttiva P.C.M. 27/02/2004) ART. 1 (Disposizioni

Dettagli

SVILUPPO DI PIATTAFORMA MODELLISTICA DI PREVISIONE DELLE PIENE IN TEMPO REALE NEL FIUME ARNO

SVILUPPO DI PIATTAFORMA MODELLISTICA DI PREVISIONE DELLE PIENE IN TEMPO REALE NEL FIUME ARNO SVILUPPO DI PIATTAFORMA MODELLISTICA DI PREVISIONE DELLE PIENE IN TEMPO REALE NEL FIUME ARNO Ing. ENZO DI CARLO REGIONE TOSCANA CFR Ing. DARIO TRICOLI RUWA SRL STRUMENTI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO SICCITA

Dettagli

Pericolosità idraulica a valle delle dighe

Pericolosità idraulica a valle delle dighe Convegno nazionale Longarone (BL) 13 settembre 2013 Pericolosità idraulica a valle delle dighe L utilizzo delle dighe per la laminazione delle piene in Provincia di Trento ing. Roberto Bertoldi Dirigente

Dettagli

La previsione dei fenomeni e la valutazione delle criticità vengono condotte quotidianamente, di norma per le ore successive, alla scala

La previsione dei fenomeni e la valutazione delle criticità vengono condotte quotidianamente, di norma per le ore successive, alla scala ALLEGATO 2 Documento di regolamentazione dei rapporti e delle responsabilità tra l Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e l Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente

Dettagli

CROCE ROSSA ITALIANA. Legislazione

CROCE ROSSA ITALIANA. Legislazione CROCE ROSSA ITALIANA Bacino del Po ed aree allagabili della Pianura Padana Corso di formazione su RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDROLOGICO Legislazione Giuseppe Bolzoni Emergency Manager Da: Atlante Direttiva

Dettagli

DOCUMENTI DI PROTEZIONE CIVILE (DPC) PIANO DI EMERGENZA (PED)

DOCUMENTI DI PROTEZIONE CIVILE (DPC) PIANO DI EMERGENZA (PED) Regione Molise I Dipartimento della Presidenza della Giunta Regionale Servizio di Protezione Civile Ing. Sergio Di Pilla Campobasso, 14 marzo 2017 La pianificazione d emergenza in materia di dighe si compone

Dettagli

LE DIGHE: CONOSCENZA E SICUREZZA

LE DIGHE: CONOSCENZA E SICUREZZA LE DIGHE: CONOSCENZA E SICUREZZA "LES BARRAGES: LA CONNAISSANCE EST LA SÉCURITÉ" PAOLA PAGLIARA Seminario tecnico transfrontaliero del progetto Alcotra Resba - Torino 19, Giugno 2018 Séminaire technique

Dettagli

AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME TEVERE Ufficio Piani e Programmi

AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME TEVERE Ufficio Piani e Programmi AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME TEVERE Ufficio Piani e Programmi Attività connesse al governo delle piene. Regolazione dei deflussi nel bacino del Tevere Il giorno 8 aprile 2008 si è riunito presso l Autorità

Dettagli

L Autorità di vigilanza e controllo sulle Grandi Dighe : Modifiche dell assetto istituzionale

L Autorità di vigilanza e controllo sulle Grandi Dighe : Modifiche dell assetto istituzionale Torino, Giornata mondiale dell acqua 20-3-2009 Associazione Idrotecnica Italiana Incontro di studio La sicurezza dei serbatoi artificiali e dei territori La sicurezza idraulica delle dighe e dei territori

Dettagli

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013 Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 162 del 10/12/2013 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 novembre 2013, n. 2181 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri - 27 febbraio 2004 e ss.mm.ii

Dettagli

PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE IL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI Abbasanta (OR), 21 Settembre2015 Quadro normativo Direttiva Comunitaria 2007/60/CE Valutazione e gestione del rischio

Dettagli

Progetto di Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Saccione INDICE

Progetto di Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Saccione INDICE REGIONE ABRUZZO REGIONE CAMPANIA AUTORITA' DI BACINO DEI FIUMI Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME SACCIONE

Dettagli

REGIONE MOLISE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MOLISE GIUNTA REGIONALE REGIONE MOLISE GIUNTA REGIONALE Modello B (Atto d iniziativa delle Strutture dirigenziali che non ha oneri finanziari) Seduta del 16-06-2017 DELIBERAZIONE N. 219 OGGETTO: D.P.C.M. 8.7.2014 (G.U. 4.11.2014).

Dettagli

INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE STUDI SULLE CARATTERISTICHE DELLE ONDE DI PIENA ARTIFICIALI CONSEGUENTI A MANOVRE DEGLI ORGANI DI SCARICO DELLE DIGHE O AD IPOTETICO COLLASSO DEGLI SBARRAMENTI E SULLA INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SOGGETTE

Dettagli

Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto

Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto Segreteria Regionale Lavori Pubblici Servizio Protezione Civile Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto Normativa di riferimento e iter costitutivo Relatore: dott. Maurizio Mazzonetto La

Dettagli

4.2) Persone incaricate dal Gestore di comunicare alle Autorità il programma di manovre volontarie di cui al precedente punto 4.1:

4.2) Persone incaricate dal Gestore di comunicare alle Autorità il programma di manovre volontarie di cui al precedente punto 4.1: DOCUMENTO DI PROTEZIONE CIVILE CONDIZIONI CHE DEVONO VERIFICARSI PERCHÈ SI DEBBA ATTIVARE IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE E LE PROCEDURE DA PORRE IN ATTO (Circ. Min. LL.PP. 352/87) 0) VIGILANZA ORDINARIA

Dettagli

La Sala operativa regionale

La Sala operativa regionale La Sala operativa regionale 1 Il Sistema Nazionale di Protezione Civile Ministero dell Interno Prefetto Sindaco Presidenza del del Consiglio Dipartimento della della Prot. Prot. Civile Civile Vigili Vigili

Dettagli

STUDIO IDROLOGICO ED IDRAULICO PER L INDIVIDUAZIONE DELLE AREE ESONDABILI DEL FIUME CHIESE A VALLE DEL LAGO D IDRO

STUDIO IDROLOGICO ED IDRAULICO PER L INDIVIDUAZIONE DELLE AREE ESONDABILI DEL FIUME CHIESE A VALLE DEL LAGO D IDRO STUDIO IDROLOGICO ED IDRAULICO PER L INDIVIDUAZIONE DELLE AREE ESONDABILI DEL FIUME CHIESE A VALLE DEL LAGO D IDRO PRESENTAZIONE DEL 29/10/2014 27-09-2011 OGGETTO DELLO STUDIO: Ottemperanza alla prescrizione

Dettagli

AMICO: il sistema di previsione delle piene nel Distretto delle Alpi Orientali

AMICO: il sistema di previsione delle piene nel Distretto delle Alpi Orientali AMICO: il sistema di previsione delle piene nel Distretto delle Alpi Orientali Michele Ferri, Distretto Idrografico delle Alpi Orientali Giornata della prevenzione dai rischi naturali. IV sessione: sistemi

Dettagli

METODOLOGIE PER LA MAPPATURA DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO DI INONDAZIONE

METODOLOGIE PER LA MAPPATURA DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO DI INONDAZIONE AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO METODOLOGIE PER LA MAPPATURA DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO DI INONDAZIONE RACCOMANDAZIONE

Dettagli

Il Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Procedure e Strumenti a servizio di istituzioni e cittadini

Il Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Procedure e Strumenti a servizio di istituzioni e cittadini Il Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Procedure e Strumenti a servizio di istituzioni e cittadini Bologna, 26 febbraio 2019 Conferenza finale Progetto LIFE IRIS Astrid Franceschetti Agenzia

Dettagli

Pericolosità idraulica a valle delle dighe

Pericolosità idraulica a valle delle dighe I Criteri di allerta e il Documento di protezione civile delle grandi dighe Vincenzo Chieppa Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche 1 CRITERI DI ALLERTA DIGHE SCHEMI

Dettagli

"GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana"

GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana Open Day Perugia 9 luglio 2012 GIS e Modelli Idraulici per il Rischio Idrogeologico "GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana" Ing. Giorgio Cesari Autorità di bacino del Fiume

Dettagli

Le vasche di modulazione

Le vasche di modulazione VI Giornata di studi sul Drenaggio urbano sostenibile Controllo degli scarichi nei sistemi di drenaggio urbano Caratterizzazione dei sedimenti e strutture di controllo Prof. Ing.. Giacomo Rasulo Le vasche

Dettagli

Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno

Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno La metodologia utilizzata per la verifica della propensione di un determinato

Dettagli

La stima del danno da alluvione a supporto dell analisi costi-benefici

La stima del danno da alluvione a supporto dell analisi costi-benefici PROGETTARE L ASSETTO IDROGEOLOGICO Bologna, 24 ottobre 2016 La stima del danno da alluvione a supporto dell analisi costi-benefici Alessio Domeneghetti, Francesca Carisi, Attilio Castellarin, Armando Brath

Dettagli

9 SETTORE Ecologia ed Ambiente Aree Protette e Parco Naturale Terra delle Gravine, Protezione Civile

9 SETTORE Ecologia ed Ambiente Aree Protette e Parco Naturale Terra delle Gravine, Protezione Civile PROVINCIA DI TARANTO 9 SETTORE Ecologia ed Ambiente Aree Protette e Parco Naturale Terra delle Gravine, Protezione Civile Servizio: PROTEZIONE CIVILE SCHEMA DISCIPLINARE D INCARICO ( approvato con D.D.

Dettagli

ing. Enrico Frank BETA Studio srl

ing. Enrico Frank BETA Studio srl Convegno per il centenario della fondazione del Servizio Idrografico Nazionale Pescara, 26 ottobre 2018 ing. Enrico Frank BETA Studio srl «Utilizzo dei dati idrologici nella pianificazione territoriale

Dettagli

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione Regione Toscana Giornata di Partecipazione e Consultazione Pubblica ai fini della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione del

Dettagli

La protezione civile e il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni.

La protezione civile e il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni. La protezione civile e il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni. Le misure di preparazione e l aggiornamento del sistema di allertamento. Attuazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE in Regione Emilia-Romagna

Dettagli

Dott.ssa Gabriella Speranza. Ancona, 11 dicembre 2015

Dott.ssa Gabriella Speranza. Ancona, 11 dicembre 2015 Dott.ssa Gabriella Speranza Ancona, 11 dicembre 2015 Il sistema di allerta nazionale consiste in: -FASE PREVISIONALE, costituita dalla valutazione della situazione meteorologica e idro-geologica attesa,

Dettagli

Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna

Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile Nuovo Sistema di Allertamento della Regione Emilia-Romagna Clarissa Dondi Astrid Franceschetti Nicola Magagni Luca Muratori Sara Pignone Manuela

Dettagli

3. g) MODELLO DI INTERVENTO E PROCEDURE rischio ondate di calore

3. g) MODELLO DI INTERVENTO E PROCEDURE rischio ondate di calore 3. g) MODELLO DI INTERVENTO E PROCEDURE rischio ondate di calore Premessa Il modello di intervento è l insieme delle procedure che codifica la sequenza di azioni da attuare in occasione di una emergenza

Dettagli

Direttiva Alluvioni e attività di Protezione Civile

Direttiva Alluvioni e attività di Protezione Civile REGIONE TOSCANA - Settore Sistema Regionale di Protezione Civile Resp. Dr. Antonino Mario Melara Piano di Gestione Alluvioni - Parte A (Protezione e Prevenzione) Mappe di pericolosità e rischio, interventi

Dettagli

Instabilità di versante nella città di Roma

Instabilità di versante nella città di Roma Seminario tecnico Instabilità di versante nella città di Roma Il Piano Generale di Emergenza per la città di Roma Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma Parlamentino del Consiglio Superiore dei

Dettagli

Centro Funzionale Decentrato Regionale della Protezione Civile della Regione Sardegna. Iter di attivazione.

Centro Funzionale Decentrato Regionale della Protezione Civile della Regione Sardegna. Iter di attivazione. Oggetto: Centro Funzionale Decentrato Regionale della Protezione Civile della Regione Sardegna. Iter di attivazione. L'Assessore della Difesa dell'ambiente, delegato in materia di protezione civile, riferisce

Dettagli

Città di Ugento Provincia di Lecce

Città di Ugento Provincia di Lecce Originale Città di Ugento Provincia di Lecce DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE Settore 4 - Urbanistica, Assetto del Territorio e Ambiente N. 1763 Registro Generale DEL 22/12/2014 N. 311 Registro del Settore

Dettagli

Corso Integrato: Idrologia e Infrastrutture Idrauliche T

Corso Integrato: Idrologia e Infrastrutture Idrauliche T LAUREA IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL TERRITORIO Corso Integrato: Idrologia e Infrastrutture Idrauliche T 11 Ottobre 2018 Incontro informativo con gli studenti IDROLOGIA E INFRASTRUTTURE IDRAULICHE

Dettagli

Legge sulla difesa del Suolo. Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo

Legge sulla difesa del Suolo. Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo Legge sulla difesa del Suolo 183/1989 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo (Comunità Scientifica: Gruppo Nazionale di Idraulica, CNR conservazione del suolo, GNDCI,

Dettagli

PREPOSTO CHE. Senago, 18 dicembre Spett.le Regione Lombardia Invio Osservazioni formali

PREPOSTO CHE. Senago, 18 dicembre Spett.le Regione Lombardia Invio Osservazioni formali Senago, 18 dicembre 2018 Spett.le Regione Lombardia Invio Osservazioni formali territorio@pec.regione.lombardia.it Oggetto: procedura di variante al Piano per l'assetto Idrogeologico (PAI) finalizzata

Dettagli

I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri. Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti

I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri. Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti Roma, 21 Aprile 2015 Importante cambiamento nella gestione della qualità delle

Dettagli

Rischi da inondazioni e frane

Rischi da inondazioni e frane Programma nazionale di ricerca beni culturali e ambientali PARNASO Workshop Sistema software che consente l integrazione automatica di carte tematiche Rischi da inondazioni e frane Paola De Lotto 14 settembre

Dettagli

PROTEZIONE CIVILE DI ORBETELLO COMUNE DI ORBETELLO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN TOSCANA: LE STRUTTURE ARGINALI

PROTEZIONE CIVILE DI ORBETELLO COMUNE DI ORBETELLO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN TOSCANA: LE STRUTTURE ARGINALI PROTEZIONE CIVILE DI ORBETELLO COMUNE DI ORBETELLO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN TOSCANA: LE STRUTTURE ARGINALI MODELLAZIONE BIDIMENSIONALE IN CASO DI COLLASSO DELLE STRUTTURE ARGINALI: IL PIANO DI PROTEZIONE

Dettagli

PREMESSO CHE AFFIDA A

PREMESSO CHE AFFIDA A Allegato 1 DISCIPLINARE DI INCARICO PROFESSIONALE PER LA REDAZIONE DELLO STUDIO DELLE ZONE A RISCHIO IDRAULICO ASSOGGETTATE ALLA NORMATIVA DEL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) PREMESSO CHE i Comuni,

Dettagli

I PIANI COMUNALI DELLE ACQUE

I PIANI COMUNALI DELLE ACQUE I PIANI COMUNALI DELLE ACQUE STRUMENTI DI SICUREZZA IDRAULICA E OPPORTUNITÀ PER LA RIGENERAZIONE DEL TERRITORIO ROVIGO 13 giugno 2015 1 Tema: Sicurezza idraulica del territorio comunale mediante: - regolamentazione

Dettagli

Applicazioni. Rete di monitoraggio idropluviometrica:verifica e taratura

Applicazioni. Rete di monitoraggio idropluviometrica:verifica e taratura ACCORDO DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA TRA REGIONE TOSCANA E DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE PER ATTIVITA DI RICERCA PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO

Dettagli

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA LEGGE 18 maggio 1989 n. 183: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" (S.O. n. 38 alla G.U. - s.g.

Dettagli

LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA PROVINCIALE

LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA PROVINCIALE LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA PROVINCIALE Gian Pietro Visconti Provincia di Lecco 6 maggio 2010 1 COMPETENZE di PIANIFICAZIONE e PROGRAMMAZIONE La vigente normativa assegna alla Provincia Compiti precisi.

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2014 Indirizzi operativi inerenti all attività di protezione civile nell ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe. [Pubblicata sulla

Dettagli

Allegato 7 Raccolta normativa

Allegato 7 Raccolta normativa CENTRO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE BASSA VAL DI CECINA Allegato 7 Raccolta normativa Normativa Nazionale Leggi, ordinanze e direttive nazionali in ambito di protezione civile L. D.Lgs. 24/02/1992

Dettagli

Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR)

Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) Corsi di formazione per: ATTIVITÀ DI SALA OPERATIVA DI CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITA' IDROGEOLOGICHE-IDRAULICHE PER IL CENTRO FUNZIONALE REGIONALE (CFR) 1 19

Dettagli

Progetto di Piano di gestione del rischio di alluvioni Repertorio delle grandi dighe

Progetto di Piano di gestione del rischio di alluvioni Repertorio delle grandi dighe PRESIDÈNTZIA PRESIDENZA AUTORITA DI BACINO REGIONALE DELLA SARDEGNA Progetto di Piano di gestione del rischio di alluvioni Repertorio delle grandi dighe Allegato n.11 alla Deliberazione del Comitato Istituzionale

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE CRITERI E DIRETTIVE IN MATERIA DI ASPORTAZIONE DI MATERIALI LITOIDI DAI CORSI D ACQUA DEI BACINI IDROGRAFICI REGIONALI Documento approvato con DGR 226 del 6.3.2009

Dettagli

Centro Funzionale Multirischi della Calabria. L Avviso di Criticità per Evento in Atto

Centro Funzionale Multirischi della Calabria. L Avviso di Criticità per Evento in Atto Centro Funzionale Multirischi della Calabria Il sistema di allertamento per rischio idrogeologico in Calabria: L Avviso di Criticità per Evento in Atto IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE è regolato dalla:

Dettagli

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA Uno dei temi afferenti alla problematica della Gestione sostenibile delle acque sotterranee e di superficie è quello dell Inquinamento

Dettagli

PROVINCIA DI NOVARA REGOLAMENTO PROVINCIALE DI DISCIPLINA DEGLI ORGANI E DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI. Art.

PROVINCIA DI NOVARA REGOLAMENTO PROVINCIALE DI DISCIPLINA DEGLI ORGANI E DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI. Art. PROVINCIA DI NOVARA REGOLAMENTO PROVINCIALE DI DISCIPLINA DEGLI ORGANI E DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE CAPO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Art. 1 (Finalità ed Ambito di applicazione) 1. Il presente

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 febbraio 2013 Indirizzi operativi per l istituzione dell Unità di comando e controllo del bacino del fiume Po ai fini del governo delle piene, nonché

Dettagli

POR FESR Azione DESCRIZIONE INTERVENTO

POR FESR Azione DESCRIZIONE INTERVENTO POR FESR 2014-2020 - Azione 5.3.1. Ampliamento della rete fiduciaria in telemisura per il monitoraggio in tempo reale delle variabili meteo utilizzare dalla modellistica AIB DESCRIZIONE INTERVENTO L azione

Dettagli

L UTILIZZAZIONE DEI SERBATOI IDROELETTRICI NEL CONTESTO DEI PIANI DI SICUREZZA IDRAULICA E DI ASSETTO IDROGEOLOGICO

L UTILIZZAZIONE DEI SERBATOI IDROELETTRICI NEL CONTESTO DEI PIANI DI SICUREZZA IDRAULICA E DI ASSETTO IDROGEOLOGICO L UTILIZZAZIONE DEI SERBATOI IDROELETTRICI NEL CONTESTO DEI PIANI DI SICUREZZA IDRAULICA E DI ASSETTO IDROGEOLOGICO Ing. Roberto Casarin Convegno nazionale Longarone (BL) 13 settembre 2013 Pericolosità

Dettagli

Una grande opera in chiave di prevenzione per il controllo delle piene nel territorio varesino:

Una grande opera in chiave di prevenzione per il controllo delle piene nel territorio varesino: Una grande opera in chiave di prevenzione per il controllo delle piene nel territorio varesino: la diga del Fiume Olona MACROSETTORE SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI VARESE Dirigente: Dott.

Dettagli

Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale

Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale Disciplinare Istituzione dei presidi idraulici ed idrogeologici di protezione civile di competenza regionale 17/07/2008 TESTO 1 Indice Articolo 1 Oggetto del regolamento Articolo 2 Ambito d intervento

Dettagli

Normativa di riferimento (1) R.D. 523/1904 - Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie R.D. 2669/1

Normativa di riferimento (1) R.D. 523/1904 - Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie R.D. 2669/1 Attuazione dei presidi idraulici: prospettive Andrea SALVADORI Regione Toscana Settore Difesa del suolo Seminario RISCHIO ALLUVIONI IN TOSCANA: PRECIPITAZIONI ED EFFETTI AL SUOLO Firenze, 22 aprile 2015

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 70/23 DEL

DELIBERAZIONE N. 70/23 DEL Oggetto: POR FESR 2014-2020. Asse V Tutela dell ambiente e prevenzione dei rischi. Ulteriore individuazione degli interventi e delle risorse relative all Azione 5.3.1. L'Assessore della Difesa dell'ambiente

Dettagli

- Dott.ssa Geol. Paola Maldini - Geom. Rosaria Pizzonia

- Dott.ssa Geol. Paola Maldini - Geom. Rosaria Pizzonia Alla redazione della Variante di coordinamento tra il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni e i Piani stralcio del bacino idrografico del fiume Reno hanno collaborato: - Dott.ssa Geol. Paola Maldini

Dettagli

POR CALABRIA FESR FSE CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI

POR CALABRIA FESR FSE CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI Allegato 5 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA POR CALABRIA FESR FSE 2014-2020 CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI Asse V Prevenzione dei rischi Priorità di investimento - 5.b) Promuovere

Dettagli

Decreto del Presidente

Decreto del Presidente REGIONE LAZIO Dipartimento Direzione Regionale DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO PROTEZIONE CIVILE Decreto del Presidente N. T00003 del 23/01/2013 Proposta n. 27495 del 31/12/2012 Oggetto: Attivazione

Dettagli

ATTIVITA CONNESSE AL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE

ATTIVITA CONNESSE AL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO ATTIVITA CONNESSE AL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE Ing.. Paolo Covelli

Dettagli

PATOGENI ENTERICI: PRESSIONI E IMPATTI SULLE ACQUE DI BALNEAZIONE. ROBERTA DE ANGELIS,

PATOGENI ENTERICI: PRESSIONI E IMPATTI SULLE ACQUE DI BALNEAZIONE. ROBERTA DE ANGELIS, PATOGENI ENTERICI: PRESSIONI E IMPATTI SULLE ACQUE DI BALNEAZIONE ROBERTA DE ANGELIS, roberta.deangelis@isprambiente.it INTRODUZIONE Il rischio più facilmente associabile all uso di acqua da parte dell

Dettagli

Valutazione e gestione del rischio di alluvioni (Direttiva 2007/60/CE)

Valutazione e gestione del rischio di alluvioni (Direttiva 2007/60/CE) Valutazione e gestione del rischio di alluvioni (Direttiva 2007/60/CE) Incontro tematico per il bacino idrografico Chiese Esiti della mappatura della pericolosità e del rischio di alluvioni Basso Chiese

Dettagli

Pianificazione di Protezione Civile e Prevenzione del Rischio Sismico

Pianificazione di Protezione Civile e Prevenzione del Rischio Sismico Pianificazione di Protezione Civile e Prevenzione del Rischio Sismico FARE I CONTI CON L AMBIENTE Workshop W - Ravenna, 27 settembre 2013 Ing. Marco Pasquini Commissione Ambiente dell Ordine degli Ingegneri

Dettagli

GLI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PREVISIONE E DEL MONITORAGGIO DEGLI EVENTI ESTREMI

GLI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PREVISIONE E DEL MONITORAGGIO DEGLI EVENTI ESTREMI PISA - 15 FEBBRAIO 2018 - PRIMO EVENTO ANNUALE PISA - 15 FÉVRIER 2018 PREMIER ÉVÉNEMENT ANNUEL LA PROTEZIONE CIVILE NEI NUOVI SCENARI DI RISCHIO ALLUVIONE LA PROTECTION CIVILE DANS LES NOUVEAUX SCÉNARIOS

Dettagli

Stima della portata di piena: un esempio

Stima della portata di piena: un esempio Stima della portata di piena: un esempio Giuseppe Pino APAT Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale 1 aprile 2008 Stima della portata di massima piena Obiettivo: determinare la portata

Dettagli

ELENCO ALLEGATI AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Prima elaborazione del Progetto di Piano di Bacino

ELENCO ALLEGATI AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Prima elaborazione del Progetto di Piano di Bacino AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE Prima elaborazione del Progetto di Piano di Bacino (Legge 18 maggio 1989 n. 183 D.P.R. 9 ottobre 1997 art. 3 comma 3) ELENCO ALLEGATI SETTEMBRE 1999 AUTORITA' DI BACINO

Dettagli

Tabella riassuntiva Fabbisogno finanziario 2002

Tabella riassuntiva Fabbisogno finanziario 2002 Tabella riassuntiva Fabbisogno finanziario 2002 N Scheda Progetto Linee Obiettivi Periodo Fabbisogno 2002 1 Piattaforma Miglioramento della fruibilità 2002 130000 Web-GIS per dell informazione contenuta

Dettagli

Dirigente di Ruolo Regione Calabria

Dirigente di Ruolo Regione Calabria INFORMAZIONI PERSONALI Nome Iiritano Giuseppe Data di nascita 02/01/1967 Qualifica Amministrazione Incarico attuale Numero telefonico dell ufficio Dirigente di Ruolo Regione Calabria REGIONE CALABRIA Dirigente

Dettagli

Quadro della pianificazione d emergenza a scala provinciale, comunale, intercomunale

Quadro della pianificazione d emergenza a scala provinciale, comunale, intercomunale DIRETTIVA 2007/60/CE e D. LGS 49/2010 PERCORSO PARTECIPATIVO CICLO DI INCONTRI TECNICI CON GLI ENTI (27 febbraio 17 aprile 2014) Quadro della pianificazione d emergenza a scala provinciale, comunale, intercomunale

Dettagli

AUTORITA INTERREGIONALE

AUTORITA INTERREGIONALE AUTORITA INTERREGIONALE di BACINO della BASILICATA www.adb.basilicata.it Piano di bacino stralcio del bilancio idrico e del deflusso minimo vitale NORME DI ATTUAZIONE Collaborazione Sogesid S.p.A. Consulenza

Dettagli

Dirigente di Ruolo Regione Calabria

Dirigente di Ruolo Regione Calabria INFORMAZIONI PERSONALI Nome Iiritano Giuseppe Data di nascita 02/01/1967 Qualifica Amministrazione Incarico attuale Numero telefonico dell ufficio Dirigente di Ruolo Regione Calabria Dirigente - Settore

Dettagli

Attuazione della Direttiva alluvioni 2007/60/CE in Regione Emilia-Romagna

Attuazione della Direttiva alluvioni 2007/60/CE in Regione Emilia-Romagna Attuazione della Direttiva alluvioni 2007/60/CE in Regione Emilia-Romagna Il Piano di Gestione del rischio alluvioni: pianificazione, protezione civile e interventi di messa in sicurezza MAPPE DI PERICOLOSITA

Dettagli

La gestione idrogeologica dei torrenti nell area metropolitana milanese. TITOLO Smaltimento e controllo delle acque

La gestione idrogeologica dei torrenti nell area metropolitana milanese. TITOLO Smaltimento e controllo delle acque La gestione idrogeologica dei torrenti nell area metropolitana milanese. TITOLO Smaltimento e controllo delle acque Mario Fossati Consorzio Est Ticino Villoresi COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA: CONVENZIONE

Dettagli

ALLEGATOB alla Dgr n del 18 dicembre 2007 pag. 1/5

ALLEGATOB alla Dgr n del 18 dicembre 2007 pag. 1/5 giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATOB alla Dgr n. 4112 del 18 dicembre 2007 pag. 1/5 REGIONE DEL VENETO SEGRETERIA REGIONALE AMBIENTE E TERRITORIO DIREZIONE DIFESA DEL SUOLO * * * * * CONVENZIONE DISCIPLINARE

Dettagli

DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III

DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III FACOLTA DI INGEGNERIA Laurea Specialistica in Ingegneria Civile N.O. Giuseppe T. Aronica CORSO DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III Idrologia delle piene Lezione XI: Generalità Generalità Piena: significativo

Dettagli

PRESIDENZA Direzione Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna

PRESIDENZA Direzione Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna Integrazione del Titolo V delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) della Sardegna contenente le Norme in materia di coordinamento tra il PAI e il Piano di Gestione

Dettagli

- COMUNE DI AULETTA - Provincia di Salerno

- COMUNE DI AULETTA - Provincia di Salerno - COMUNE DI AULETTA - Provincia di Salerno REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEL FONDO RELATIVO AGLI INCENTIVI DI PROGETTAZIONE Art. 18, legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modifiche ed integrazioni

Dettagli

COMUNE DI CAMAIORE Provincia di Lucca. IL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE In sintesi

COMUNE DI CAMAIORE Provincia di Lucca. IL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE In sintesi COMUNE DI CAMAIORE Provincia di Lucca IL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE In sintesi RIFERIMENTI NORMATIVI Il Piano Comunale di Protezione Civile è stato redatto nel rispetto dell attuale normativa

Dettagli

Decreto Legislativo 2 gennaio 2018 n 1. recante Codice della Protezione Civile

Decreto Legislativo 2 gennaio 2018 n 1. recante Codice della Protezione Civile RIFORMA DEL SISTEMA NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE Attuazione della legge 16 marzo 2017, n. 30, recante delega al governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale

Dettagli

Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna. lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;

Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna. lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione; DECRETO N. 156 Prot. n. 27577 Oggetto: Attivazione del Centro funzionale di protezione civile della Regione Sardegna VISTI lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione; l art.

Dettagli

STRATEGIE DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI PER LA GESTIONE DEI RISCHI NATURALI STRADA STATO DI AVANZAMENTO AZIONE 2.2

STRATEGIE DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI PER LA GESTIONE DEI RISCHI NATURALI STRADA STATO DI AVANZAMENTO AZIONE 2.2 STRATEGIE DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI PER LA GESTIONE DEI RISCHI NATURALI STRADA STATO DI AVANZAMENTO AZIONE 2.2 Ing. Secondo BARBERO Arpa Piemonte Dipartimento Sistemi Previsionali Comitato

Dettagli

Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore

Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore ABRUZZO CAMPANIA Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore MOLISE PUGLIA Comitato Istituzionale Seduta del 19 novembre 2010 Deliberazione n. 146 Oggetto: D.Lgs. 49/2010

Dettagli

Il Sistema di Allertamento Nazionale e Previsioni per l estate 2017 Luca Delli Passeri

Il Sistema di Allertamento Nazionale e Previsioni per l estate 2017 Luca Delli Passeri Il Sistema di Allertamento Nazionale e Previsioni per l estate 2017 Luca Delli Passeri Il Sistema di Allertamento Nazionale 2 Sarno 98 Soverato 2000 Direttiva 27.02.2004 Legge 100 2012 Centro Funzionale

Dettagli

1.5 - Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio

1.5 - Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio 1. Misura Sezione I Identificazione della misura 1.5 - Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio 2. Fondo strutturale interessato FESR 3. Asse prioritario di riferimento

Dettagli

La modellazione numerica del sistema fognario della città di Rimini: riduzione degli sversamenti in tempo di pioggia nel mare Adriatico

La modellazione numerica del sistema fognario della città di Rimini: riduzione degli sversamenti in tempo di pioggia nel mare Adriatico La modellazione numerica del sistema fognario della città di Rimini: riduzione degli sversamenti in tempo di pioggia nel mare Adriatico Numerical modelling of the sewer system of Rimini: CSOs reduction

Dettagli

MODELLI PREVISIONALI, ALLERTAMENTO, COMUNICAZIONE

MODELLI PREVISIONALI, ALLERTAMENTO, COMUNICAZIONE PROGETTARE L ASSETTO IDROGEOLOGICO MODELLI PREVISIONALI, ALLERTAMENTO, COMUNICAZIONE Secondo Barbero Torino 13/6/2017 Il sistema di allertamento Direttiva P.C.M. 27 febbraio 2004 e Legge 100/2012 Fase

Dettagli

AGGIORNAMENTO. Le normative. dal 2008 al 2015

AGGIORNAMENTO. Le normative. dal 2008 al 2015 AGGIORNAMENTO Le normative dal 2008 al 2015 Coordinamento dei soccorsi L. 26 febbraio 2011 n. 10 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di

Dettagli