Incontro con le Associazioni Cassa Rurale Vallagarina
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1 Incontro con le Associazioni Cassa Rurale Vallagarina Dott.ssa Franca Della Pietra Novembre
2 (Legge 6 giugno 2016 n.106) La Legge 6 giugno 2016 n.106 ha introdotto le linee guida per la riforma del Terzo Settore, con l obiettivo di creare una disciplina uniforme per tutti gli Enti del Terzo Settore (ETS), prevedendo attraverso una serie di Decreti Legislativi: la revisione della disciplina contenuta nel codice civile in tema di associazioni, fondazioni e di altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, sia riconosciute che non riconosciute; la definizione dell impresa sociale; l istituzione del Servizio civile universale; il riordino della disciplina tributaria e delle varie forme fiscali a vantaggio degli enti del Terzo settore. 2
3 (D.Lgs n. 117 n.112 n.111) I decreti legislativi principali pubblicati sulla G.U. nei mesi di luglio e agosto riguardano in particolare: il Codice del Terzo settore; la revisione della disciplina dell impresa sociale; la disciplina dell'istituto del cinque per mille dell'irpef. I 3
4 (Legge 6 giugno 2016 n.106) In questa prima fase la Legge di Riforma del Terzo Settore sembra aver creato, sotto gli aspetti civilistico e tributario, un sistema che individua due tipologie di soggetti: 1) gli Enti del Terzo Settore iscrivibili nel Registro Unico del Terzo Settore (ETS); 2) gli Enti esclusi dalla qualifica di ETS ex lege o che non opteranno per l iscrizione nel Registro Unico (cd.runts), per evitare maggiori oneri amministrativi e di governance o la perdita di agevolazioni fiscali. 4
5 (Legge 6 giugno 2016 n.106) Gli Enti senza scopo di lucro esterni al sistema degli ETS continueranno ad applicare : il libro I del Codice Civile, sotto l aspetto civilistico; il Testo Unico, sotto il profilo tributario. 5
6 Il Codice del Terzo settore Il Codice del Terzo settore si suddivide in dodici Titoli ed in particolare: TITOLO DESCRIZIONE TITOLO I TITOLO II TITOLO III TITOLO IV TITOLO V TITOLO VI TITOLO VII Disposizioni generali ETS in generale Disciplina del Volontariato Associazioni e Fondazioni del Terzo Settore Particolari enti del Terzo settore Registro Unico nazionale del Terzo settore ( Runts o Registro) Rapporti con Enti Pubblici 6
7 TITOLO TITOLO VIII DESCRIZIONE Disciplina relativa alla promozione e al sostegno del Terzo settore TITOLO IX Regolamentazione dei titoli di solidarietà e della finanza sociale TITOLO X TITOLO XI TITOLO XII Regime fiscale Disciplina dei controlli e coordinamento Disposizioni transitorie e finali 7
8 Elenco degli Enti del Terzo Settore All art. 4 del CTS vengono individuati gli Enti del Terzo settore: le organizzazioni di volontariato; le associazioni di promozione sociale; gli enti filantropici; le imprese sociali (incluse le cooperative sociali); le reti associative; le società di mutuo soccorso; le associazioni, riconosciute o non riconosciute; le fondazioni; gli altri enti di carattere privato diversi dalle società. 8
9 L attività svolta dagli Enti del Terzo Settore in via esclusiva o principale dovrà rientrare nell elenco tassativo delle attività di interesse generale elencate all art.5 del Codice del terzo settore, per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. 9
10 10
11 Personalità giuridica Gli Enti del Terzo Settore potranno acquisire la personalità giuridica dotandosi di un patrimonio minimo pari a: ENTE PATRIMONIO Associazioni Euro ,00 Fondazioni Euro ,00 I limiti stabiliti attualmente dalla Provincia Autonoma di Trento sono pari rispettivamente ad euro ,00 ed euro ,00, con un Fondo Patrimoniale di garanzia pari alla metà degli importi suddetti. 11
12 Personalità giuridica Nel caso in cui il patrimonio sia costituito da beni differenti dal denaro, sarà necessario redigere una relazione giurata effettuata da un revisore legale o società di revisione iscritti nel registro, da allegare all atto costitutivo. 12
13 Destinazione del Patrimonio La riforma prevede, per gli ETS, il divieto di distribuzione degli utili, anche indiretta; il patrimonio ed eventuali utili devono essere destinati esclusivamente allo svolgimento delle attività dell ente, al fine di perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. 13
14 Destinazione del Patrimonio Il Legislatore individua le ipotesi in cui si è in presenza di distribuzione indiretta di utili: corresponsione di compensi non proporzionati all attività svolta a chi rivesta cariche sociali nell ente; il pagamento a lavoratori subordinati ed autonomi di compensi superiori al 40% rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi per le medesime qualifiche, salvo competenze specifiche; l acquisto beni e servizi a prezzi superiori al valore normale senza valide ragioni economiche; le cessioni di beni e prestazioni di servizi a coloro che a qualsiasi titolo operino nell ente a condizioni più favorevoli a quelle di mercato; la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di quattro punti al tasso annuo di riferimento. 14
15 Destinazione del Patrimonio In caso di scioglimento dell ente occorre ottenere il parere della struttura competente del Registro, prima di procedere con la devoluzione del patrimonio residuo. 15
16 Rendicontazione Ricavi, proventi e altre entrate Bilancio di esercizio Schemi di bilancio Deposito, pubblicazione ETS di piccole dimensioni ETS di grandi dimensioni < ,00 euro > ,00 euro Rendiconto (cassa) finanziario Modulistica definita con D.M., sentito il Consiglio nazionale del Terzo settore. Registro Unico Nazionale del Terzo settore. Stato patrimoniale; Rendiconto finanziario; Relazione di missione. Modulistica definita con D.M., sentito il Consiglio nazionale del Terzo settore. Registro Unico Nazionale del Terzo settore. 16
17 Imposizione Diretta ed indiretta Agli Enti del Terzo settore (diversi dalle imprese sociali) si applicano: le disposizioni previste dal Codice del Terzo Settore al Titolo X (artt DLgs. 117/2017); le norme del Titolo II del TUIR in materia di IRES (artt del TUIR), tra cui quelle relative agli enti non commerciali, in quanto compatibili con le prime. 17
18 Regime forfetario per gli enti del Terzo settore non commerciali Gli enti del Terzo settore non commerciali possono optare per la determinazione forfetaria del reddito d'impresa ai sensi dell'art. 80 del DLgs. 117/2017. Il reddito si determina applicando un coefficiente di redditività all'ammontare dei ricavi conseguiti nell'esercizio delle attività di interesse generale e delle attività diverse, svolte con modalità commerciali, aggiungendo alcuni componenti positivi di reddito. 18
19 Coefficienti di redditività La seguente tabella riporta i coefficienti di redditività in relazione all attività svolta: Tipo di attività Coefficienti di redditività Ricavi-Scaglioni 7% fino a euro Prestazioni di servizi 10% da a euro 17% oltre i euro Altre attività 5% fino a euro 7% da a euro 14% oltre i euro 19
20 Agevolazioni fiscali per gli Enti del Terzo Settore IMPOSTE INDIRETTE E TRIBUTI LOCALI *IMPOSTA DI SUCCESSIONE E DONAZIONE *IMPOSTE DI REGISTRO IPOTECARIE E CATASTALI IMPOSTE DI REGISTRO IMPOSTA DI BOLLO Esenzione per trasferimenti a titolo gratuito di beni utilizzati per lo svolgimento dell'attività statutaria ai fini dell'esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utlità sociale. Si applicano in misura fissa agli atti costitutivi e alle modifiche statutarie e agli atti traslativi a titolo oneroso dellla proprietà di beni immobili o per gli atti traslativi o costitutivi di diritti reali immobiliari di godimento. Sono esenti le modifiche statutarie se hanno lo scopo di adeguare gli atti alle integrazioni previste dalle normative. Sono esenti gli atti, i documenti, le istanze, i contratti, nonché le copie anche se dichiarate conformi, gli estratti, le certificazioni, le dichiarazioni, le attestazioni e ogni altro documento cartaceo o informatico posti in essere o richiesti dagli Enti del terzo settore. 20
21 Agevolazioni fiscali per gli Enti del Terzo Settore IMU E TASI ALTRI TRIBUTI LOCALI IRAP IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI Sono esenti gli immobili posseduti e utilizzati dagli ETS destinati esclusivamente allo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di religione o di culto. Possibile riduzione o esenzione Possibile riduzione o esenzione Non dovuta per le attività svolte dagli enti in forma occasionale o in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. CONCESSIONI GOVERNATIVE Sono esenti i relativi atti e provvedimenti * BENI UTILIZZATI PER LO SVOLGIMETO DI ATTIVITA' STATUTARIE CON FINALITA' CIVICHE,SOLIDARISTICHE E DI UTIITA' SOCIALE 21
22 DETRAZIONI /DEDUZIONI DETRAZIONE IRPEF PERSONE FISICHE 30% Erogazioni in denaro per un importo non superiore ad euro ,00; 35% per organizzazioni di volontariato. DEDUZIONE DAL REDDITO COMPLESSIVO NETTO PERSONE FISICHE/ENTI O SOCIETA' 10 % del Reddito complessivo dichiarato Nota: Le detrazioni /deduzioni non sono cumulabili con altre analoghe agevolazioni fiscali "SOCIAL BONUS" PERSONE FISICHE Credito d'imposta pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro a favore di ETS che presentano al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, progetti per sostenere il recupero di immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili ed immobili confiscati alla criminalità organizzata. ENTI/SOCIETA' Credito d'imposta pari al 50 delle erogazioni liberali in denaro a favore di ETS che presentano al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, progetti per sostenere il recupero di immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili ed immobili confiscati alla criminalità organizzata. 22
23 Decorrenza Le nuove disposizioni fiscali previste dal Titolo X del Codice del Terzo settore si applicheranno dal periodo d'imposta successivo a quello in cui viene rilasciata l'autorizzazione della Commissione Europea e, comunque, non prima del periodo d'imposta successivo a quello di operatività del Registro Unico Nazionale del Terzo settore (art. 104 co. 2 del DLgs. 117/2017). 23
24 Decorrenza In deroga a quanto sopra, si applicano in via transitoria - dal periodo d'imposta 2018 e fino al suddetto periodo di entrata in vigore delle disposizioni fiscali - alle ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritti negli appositi registri, le seguenti disposizioni: il "social bonus" (art. 81 del DLgs. 117/2017); le detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali (art. 83 del DLgs. 117/2017); l'esenzione dall'ires dei redditi degli immobili adibiti esclusivamente alle attività non commerciali di organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale (art. 84 co. 2 e art. 85 co. 7 del DLgs. 117/2017). 24
25 Enti non Commerciali e Legge 398/ 91 L articolo 102 comma 2 lett. e lett. f del CTS ha abrogato l articolo 9 bis del decreto legge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1992, n. 66. L articolo disponeva che Alle associazioni senza fini di lucro e alle associazioni pro-loco si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 16 dicembre 1991, n E l estensione di detto regime ai cori e corpi bandistici. 25
26 Enti non commerciali In tal modo il regime forfetario di cui alla legge 398/1991 (valido a fini Ires e Iva) e le relative semplificazioni contabili: non sono applicabili agli ETS; non sono applicabili alle associazioni senza fini di lucro e proloco (con decorrenza differita); non sono applicabili alle associazioni bandistiche e cori amatoriali, filodrammatiche, di musica e danza popolare legalmente costituite senza fini di lucro (con decorrenza differita); continuano ad essere applicabili, per opzione, alle società sportive dilettantistiche e alle associazioni sportive e relative sezioni non aventi scopo di lucro, affiliate alle federazioni sportive nazionali o agli enti nazionali di promozione sportiva riconosciuti ai sensi delle leggi vigenti e non iscritte nel Runts. 26
27 Enti non commerciali Vengono definiti enti non commerciali gli enti del Terzo settore che svolgono in via esclusiva o prevalente le attività di interesse generale di cui all'art. 5 del DLgs. 117/2017 in conformità ai criteri indicati per le attività non commerciali (art. 79 co. 5 del DLgs. 117/2017). Indipendentemente da quanto previsto dallo statuto gli ETS assumono fiscalmente la qualifica di enti commerciali qualora i proventi delle attività di interesse generale, svolte in forma d'impresa non in conformità ai criteri indicati per le attività non commerciali, nonché le attività diverse (escluse le attività di sponsorizzazione), superino, nel medesimo periodo d'imposta, le entrate derivanti da attività non commerciali. 27
28 Enti non commerciali Per entrate derivanti da attività non commerciali si intendono: i contributi; le sovvenzioni; le liberalità; le quote associative dell'ente; ogni altra entrata assimilabile alle precedenti; il valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attività svolte con modalità non commerciali. 28
29 Attività non commerciali Le attività di interesse generale si considerano di natura non commerciale quando sono svolte: a titolo gratuito; dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi, tenendo conto anche degli apporti economici delle pubbliche amministrazioni in caso di attività convenzionata con queste ultime. 29
30 Raccolte pubbliche di fondi Non concorrono, in ogni caso, alla formazione del reddito degli enti del Terzo settore non commerciali: i fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; i contributi e gli apporti erogati da parte delle amministrazioni pubbliche per lo svolgimento delle attività non commerciali. 30
31 Attività svolta dalle associazioni del Terzo settore Si considera non commerciale l'attività svolta dalle associazioni del Terzo settore nei confronti dei propri associati, familiari e conviventi degli stessi in conformità alle finalità istituzionali dell'ente. 31
32 Attività svolta dalle associazioni del Terzo settore Si considerano, tuttavia, attività di natura commerciale: le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti degli associati, familiari o conviventi degli stessi verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. 32
33 Attività svolta dalle associazioni del Terzo settore Detti corrispettivi concorrono alla formazione del reddito complessivo come componenti del reddito di impresa o come redditi diversi a seconda che le relative operazioni abbiano carattere di abitualità o di occasionalità (art. 79 co. 6 del DLgs. 117/2017). 33
34 MODELLO EAS Gli Enti del Terzo settore non saranno tenuti alla presentazione del modello EAS (art. 94 co. 4 del DLgs. 117/2017). 34
35 La riforma del 5 per mille Estensione dei soggetti beneficiari Attualmente possono accedere al 5 per mille le organizzazioni di volontariato ed in particolare: le ONLUS; le associazioni di promozione sociale; gli enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese; le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri del volontariato; le organizzazioni non governative riconosciute idonee presso il Ministero degli Affari Esteri; le cooperative sociali che hanno lo scopo di perseguire l interesse generale della comunità alla promozione umana e all integrazione sociale dei cittadini; le associazioni sportive dilettantistiche. Dal 2019 verrà estesa a tutti gli iscritti nel Registro Unico Nazionale. 35
36 La riforma del 5 per mille Si è in attesa della definizione dei criteri di riparto del 5 per mille che stabiliranno: «l importo minimo erogabile ad ogni ente sulla Soglie di accesso base delle scelte effettuate dai contribuenti; «le modalità di riparto delle scelte non espresse dai contribuenti». 36
37 La riforma del 5 per mille Tempi di pagamento La riforma ha previsto una riduzione dei tempi di pagamento. 37
38 La riforma del 5 per mille Tra i criteri di trasparenza: Trasparenza il divieto di utilizzare il contributo per coprire le spese di pubblicità sostenute per campagne di sensibilizzazione sulla destinazione del cinque per mille; redazione di un apposito rendiconto entro un anno dall erogazione del contributo, da inviare successivamente all amministrazione; pubblicazione sul proprio sito, con comunicazione all amministrazione; obbligo per l amministrazione di pubblicare sul proprio sito web gli elenchi dei soggetti beneficiari. 38
39 Le Associazioni sportive dilettantistiche Le Associazioni sportive dilettantistiche non son state comprese tra i soggetti facenti parte degli Enti del Terzo settore; si sottolinea, tuttavia, che le suddette associazioni svolgono una delle attività di interesse generale previste per i suddetti Enti quale l organizzazione e la gestione dell attività sportiva dilettantistica. 39
40 Le Associazioni sportive dilettantistiche Per ottenere il riconoscimento ai fini sportivi si renderà comunque necessaria l iscrizione al registro CONI (soggetto certificatore dell effettivo svolgimento di attività sportiva) delle associazioni e società sportive dilettantistiche (rispettando pertanto i requisiti di accesso). 40
41 Le Associazioni sportive dilettantistiche Per le associazioni sportive dilettantistiche sono applicabili le disposizioni previgenti ed in particolare: - l articolo 67, comma 1, lettera m); - l articolo 148, comma 3 e seguenti del Tuir; - l articolo 25 della L. 133/1999; - l articolo 4, comma 4 e seguenti del D.P.R. 633/1972; - la L. 398/
42 Le Associazioni sportive dilettantistiche Un ente che svolge attività sportive potrà decidere di: assumere la denominazione di ETS (e non più solo quella di Associazione Sportiva Dilettantistica); chiedere l iscrizione nel registro Unico del Terzo Settore e nel registro del CONI solo ai fini del riconoscimento della attività sportiva svolta; scegliere una delle categorie previste dal CTS (ODV, APS, enti filantropici, imprese sociali, reti associative, società di mutuo soccorso ed enti residuali ); adottare il regime fiscale di cui all articolo 79 del D.Lgs. 117/2017 e, se si configura come APS o ODV, quello forfettario di cui all articolo 86 del Codice (e non più quello della L. 398/1991). 42
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