ha pronunciato la presente

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Franco Corsini
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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA ai sensi dell art. 60 cod.proc.amm. sul ricorso n. 253 del 2015 proposto da Maedeh Mohammadpour Mir, rappresentata e difesa dall avv. Fabio Loscerbo e presso lo stesso elettivamente domiciliata in Bologna, via Ermete Zacconi n. 3/A; contro la Questura di Bologna, in persona del Questore in carica, rappresentata e difesa dall Avvocatura distrettuale dello Stato di Bologna, domiciliatariaex lege; Ministero dell Interno; per l'annullamento del decreto del 28 gennaio 2015, con cui la Questura di Bologna ha rigettato l istanza di rinnovo del permesso di soggiorno della ricorrente, cittadina iraniana. Visto il ricorso con i relativi allegati; Visto l atto di costituzione in giudizio della Questura di Bologna; Vista l istanza cautelare della ricorrente; Visti gli atti tutti della causa; Nominato relatore il dott. Italo Caso; Uditi l avv. Fabio Loscerbo e l avv. Stefano Cappelli, per le parti, alla Camera di Consiglio del 24 settembre 2015; Visto l art. 60 cod.proc.amm., che consente l immediata assunzione di una decisione di merito, con sentenza in forma semplificata, ove nella Camera di Consiglio fissata per l esame della domanda cautelare il giudice accerti la completezza del

2 contraddittorio e dell istruttoria e nessuna delle parti dichiari che intende proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale, regolamento di competenza o regolamento di giurisdizione; Considerato che con decreto in data 28 gennaio 2015 la Questura di Bologna disponeva il rigetto della richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno della ricorrente, cittadina iraniana, per non disporre ella di reddito adeguato in relazione all attività di lavoro autonomo svolta nel 2013 e nel 2014 (inferiore alla soglia di 8.263,31), così come richiesto dall art. 26 del d.lgs. n. 286 del 1998; che l interessata ha proposto impugnativa avverso il provvedimento questorile, lamentando l omessa comunicazione dei motivi ostativi ex art. 10-bis della legge n. 241 del 1990 (avviso che le avrebbe consentito di documentare il reddito da attività lavorativa, utile al rinnovo del permesso di soggiorno), adducendo inoltre che nel 2013 il reddito ridotto era dovuto alla circostanza di avere goduto di un permesso per motivi di studio per metà anno mentre nel 2014 le fatture esibite rivelerebbero un reddito complessivo di 8.476,00, denunciando infine l irregolarità della notificazione dell atto impugnato; che si è costituita in giudizio la Questura di Bologna, a mezzo dell Avvocatura dello Stato, resistendo al gravame; che con ordinanza n. 151 del 22 maggio 2015 la Sezione ha ingiunto alla Questura di Bologna di valutare il possesso del requisito reddituale alla luce dell attività svolta dalla ricorrente per tutto l anno 2014, quindi tenendo conto anche delle fatture commerciali depositate in giudizio; che con nota in data 1 luglio 2015 la Questura di Bologna ha comunicato di avere esaminato la posizione aggiornata al 31 dicembre 2014, desumendone la persistente insufficienza rispetto alla soglia di legge in ragione del reddito risultante dalla dichiarazione Persone fisiche 2015 (reddito netto pari a 7.748,00); che alla Camera di Consiglio del 24 settembre 2015, ascoltati i rappresentanti delle parti, la causa è passata in decisione;

3 Ritenuto che, come è noto, quello del possesso di un reddito minimo idoneo al sostentamento dello straniero costituisce un requisito soggettivo non eludibile ai fini del rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno, attenendo alla sostenibilità dell ingresso e della permanenza dello straniero nella comunità nazionale in ragione del suo stabile inserimento nel contesto lavorativo e della sua capacità di contribuire allo sviluppo economico e sociale del paese ospitante (v., tra le altre, Cons. Stato, Sez. III, 31 dicembre 2014 n. 6464); che, quanto alla soglia al di sotto della quale il reddito percepito dal cittadino extracomunitario non possa considerarsi sufficiente al fine della sua permanenza nel territorio italiano, la stessa non è lasciata alla discrezionalità dell Amministrazione ma è attualmente stabilita, ai fini del permesso di soggiorno per lavoro autonomo, nella soglia ragguagliata al livello minimo previsto dalla legge per l esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, così come si ricava dall art. 26, comma 3, del d.lgs. n. 286 del 1998 (v. Cons. Stato, Sez. III, 19 gennaio 2015 n. 117); che nella circostanza, a séguito del riesame disposto dalla Sezione, è emerso che nell anno 2014 il reddito percepito dalla ricorrente secondo quanto si evince dalla dichiarazione Persone fisiche 2015 si presenta pari a 7.748,00, quindi inferiore alla prescritta soglia di 8.263,31; che tuttavia, poiché dalla normativa, complessivamente considerata, si evince che il predetto livello di reddito non deve essere necessariamente posseduto in modo assoluto e ininterrotto se, a fronte di transitorie situazioni di difficoltà, sopravvengano fatti idonei a far presumere una prospettiva di continuità ed autosufficienza economica (v., tra le altre, Cons. Stato, Sez. III, 29 maggio 2015 n. 2699), la circostanza che la ricorrente abbia da poco avviato una nuova attività lavorativa e che questa abbia inizialmente reso in termini molto prossimi alla soglia di legge rende plausibile la previsione di una futura capacità reddituale idonea allo scopo; che, pertanto, assorbite le restanti censure, il ricorso va accolto, con conseguente

4 annullamento dell atto impugnato; Considerato che, stante la sussistenza dei presupposti di legge, la Sezione può decidere con sentenza in forma semplificata, ai sensi dell art. 60 cod.proc.amm.; che nel corso della Camera di Consiglio il Collegio ha avvertito i presenti dell eventualità di definizione del giudizio nel merito; che le spese di lite possono essere compensate, a fronte della peculiarità della vicenda sottoposta all esame del tribunale; che viene infine in rilievo il disposto dell art. 13, comma 6-bis.1, del d.p.r. n. 115 del 2002 ( L onere relativo al pagamento dei suddetti contributi è dovuto in ogni caso dalla parte soccombente, anche nel caso di compensazione giudiziale delle spese e anche se essa non si è costituita in giudizio ), con la conseguenza che il contributo unificato, prenotato a debito in ragione dell ammissione dell interessata al patrocinio a spese dello Stato, graverà sulla Questura di Bologna, quale parte soccombente P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per l Emilia-Romagna, Bologna, Sez. I, pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo accoglie nei sensi di cui in motivazione e, per l effetto, annulla l atto impugnato. Spese compensate. Conferma in via definitiva l ammissione al patrocinio a spese dello Stato disposta in via provvisoria dalla competente Commissione in data 28 maggio Il contributo unificato, prenotato a debito, viene posto a carico della Questura di Bologna, quale parte soccombente. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall Autorità Amministrativa. Così deciso in Bologna, nella Camera di Consiglio del 24 settembre 2015, con l intervento dei magistrati: Michele Perrelli, Presidente Italo Caso, Consigliere, Estensore

5 Ugo De Carlo, Primo Referendario L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 12/10/2015 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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