OSSERVATORIO REGIONALE

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1 Direzione Generale Programmazione Territoriale e Sistemi di Mobilità. Assessorato Programmazione e sviluppo territoriale, Cooperazione col sistema delle autonomie, Organizzazione. Servizio Politiche Abitative. Amministrazione Provinciale di Ravenna OSSERVATORIO REGIONALE DEL SISTEMA ABITATIVO Rapporto Provinciale 2006 a cura di:

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3 PROGETTO O.R.S.A. (OSSERVATORIO REGIONALE DEL SISTEMA ABITATIVO) Promosso da: Assessorato Programmazione Territoriale. Politiche Abitative. Riqualificazione Urbana. e Amministrazione Provinciale di Ravenna Assessorato Politiche educative e programmazione scolastica. Volontariato, associazionismo. Politiche abitative. Demografia. Pari opportunità. Settore Programmazione e Pianificazione Territoriale Servizio Casa e Territorio

4 Committenti: Amministrazione Regionale dell Emilia-Romagna Assessorato Regionale Programmazione Territoriale. Politiche Abitative. Riqualificazione Urbana. Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica Servizio Politiche Abitative Amministrazione Provinciale di Ravenna Assessorato Programmazione e Pianificazione Territoriale e Urbanistica Settore Programmazione e Pianificazione Territoriale Servizio Casa e Territorio Unità di Ricerca O.R.S.A. della Provincia di Ravenna: Elena Bortolotti Ricercatrice NuovaQuasco Carlo Foresti Nuova Quasco Coordinatore delle attività di ricerca e di elaborazione O.R.S.A. Daniele Ganapini Nuova Quasco Responsabile del Progetto O.R.S.A. Gabriele Gardini Provincia di Ravenna Dirigente Servizio Casa e Territorio Alfredo Mazzacurati R.E.R. - Responsabile dell Osservatorio Regionale sul Sistema Abitativo Gruppo di lavoro della provincia di Ravenna Silvia Bagnari A.C.E.R. di Ravenna Mauro Benericetti Comune di Faenza Roberta Cuffiani Provincia di Ravenna Maria Annunziata Fabbri A.C.E.R. di Ravenna Elisabetta Sabattini Provincia di Ravenna Stefano Verlicchi Comune di Lugo Gloria Dradi Comune di Ravenna Si ringraziano per il loro contributo: I Sindaci e il personale delle Amministrazioni Comunali partecipanti alla ricerca, i responsabili e il personale degli uffici studi e statistica di Province, Regione, Camere di Commercio e Unioncamere nonché di tutti gli altri operatori che hanno contribuito alla positiva realizzazione del presente Rapporto: in particolare la Direzione Regionale dell Agenzia dell Entrate dell Emilia Romagna, AGCI, Arcab Federlavoro e le cooperative edilizie aderenti, la FIAIP FIMAA e le agenzie immobiliari aderenti, ASPPI APE-Confedilizia A.P.P.C. Unione Inquilini, UNIAT, SICET e SUNIA operanti sul territorio dell Emilia-Romagna. Un ringraziamento particolare ai partecipanti al focus group del 15 dicembre 2006

5 INDICE DEL DOCUMENTO I. PREMESSA...7 II. IL CONTESTO SOCIO ECONOMICO...9 II.1. LA POPOLAZIONE...10 II.2. LA STRUTTURA PER ETÀ DELLA POPOLAZIONE...17 III.2. LA POPOLAZIONE STRANIERA...20 II.4. LE FAMIGLIE...23 II.5 I REDDITI...24 II.6. I PRESTITI PER LA CASA...31 III. IL FENOMENO ABITATIVO...35 III.1. LA SPESA PER L ABITAZIONE...35 III.2. L EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA...37 III.3. INIZIATIVE A LIVELLO LOCALE...41 III. IL COMPARTO DELLE LOCAZIONI E GLI SFRATTI...43 IV.1. I contratti di locazione...43 IV.2. INDAGINE CON LE RAPPRESENTANZE DI PROPRIETARI ED INQUILINI...45 III.2. IV.4. IL FONDO SOCIALE...54 ALIQUOTE DELL IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI...55 IV.3. GLI SFRATTI...57 V. ATTIVITÀ EDILIZIA...63 V.1. ATTIVITA EDILIZIA...63 VI. DATI SUL MERCATO IMMOBILIARE...71 VI.1. NUMERO DI TRANSAZIONI ED INTENSITÀ DEL MERCATO IMMOBILIARE...71 VI.2. PREZZI DI COMPRAVENDITA E VARIAZIONI...74 VII. RIEPILOGO E PROSPETTIVE...89

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7 I. PREMESSA L Osservatorio nasce nel 1996 come Osservatorio Scenari Abitativi Regionali su intento della Regione Emilia Romagna in collaborazione con gli allora Istituti Autonomi Case Popolari della regione. Si trattava di un osservatorio a livello regionale fondato su indagini campionarie prevalentemente dirette ai dieci comuni capoluogo includendo tra questi anche quello di Cesena. Nel tempo l Osservatorio ha subito alcune modifiche o affinamenti a seguito di specifiche esigenze rilevate dal Comitato di Gestione o in ordine a interventi normativi, il più rilevante dei quali a seguito dell entrata in vigore della Legge regionale n. 24, 8 agosto Essa ha determinato il subentro delle Amministrazioni provinciali in sostituzione degli I.A.C.P., ora A.C.E.R., con il conseguente passaggio da osservatorio regionale a sistema di osservazione composto da nove osservatori provinciali e con l ampliamento del campione dai dieci comuni capoluogo agli attuali trenta in tutta la regione. L obiettivo dell osservatorio rimane tuttavia immutato e cioè raccogliere in un quadro organico tutte le informazioni disponibili sul sistema abitativo, sia in termini quantitativi che qualitativi, al fine di produrre un quadro organico per mezzo del quale sia possibile individuare ed esaminare i fenomeni e le tendenze della condizione abitativa in atto sul territorio. Esso vuole essere, infatti uno strumento di supporto agli Enti Locali nel loro ruolo di amministratori pubblici e di governo del territorio per l individuazione di misure d azione e politiche abitative. Dato il livello di analisi, a scala regionale prima ed ora anche a scala provinciale, con approfondimenti sui comuni campione ed in alcuni casi sulla loro totalità, è uno strumento rivolto proprio agli amministratori pubblici e ad alcuni Enti o Istituzioni quali ad esempio i Tavoli di Concertazione per la casa. L Osservatorio annualmente produce nove rapporti provinciali ed uno regionale, attraverso cui restituisce una fotografia del territorio evidenziando scenari e fenomeni per la definizione delle politiche abitative, tuttavia, esso non contiene l individuazione di politiche di intervento, tali decisioni competono ad altri ambiti che non sono quelli di un rapporto di ricerca. I canali di ricerca utilizzati per le rilevazioni sono quelli individuati dall Osservatorio Nazionale per la Condizione Abitativa e di seguito elencati: - il quadro legislativo - il contesto socio economico - il fenomeno abitativo pag. 7

8 - gli sfratti - il mercato delle locazioni - l attività edilizia ed urbanistica - il mercato immobiliare. Gli strumenti di ricerca sono costituiti da indagini dirette e campionarie, interviste ad operatori e soggetti pubblici, Gruppi di Lavoro provinciali ed infine i Focus Group. Le indagini dirette mirano a reperire tutte le informazioni disponibili inerenti i diversi temi di ricerca per tutti i territori comunali, laddove le informazioni recuperate non dispongano del dettaglio comunale si interviene con indagini campionarie rivolte al campione costituito dai 30 comuni. I Gruppi di Lavoro istituiti in ogni provincia sono costituiti da un pool di rappresentanti degli Enti Pubblici (Amministrazione Provinciale, Amministrazioni Comunali inserite nel campione, A.C.E.R., C.C.I.A.A., altri soggetti individuati in ambito locale), essi hanno il compito di indirizzare la ricerca coordinando l afflusso di informazioni da studi, ricerche, osservatori condotti in proprio seno. I Focus Group sono una tecnica di rilevazione che vede il coinvolgimento di operatori locali (Cooperative di abitazione, Associazioni sindacali di proprietari ed inquilini, Associazioni di categoria o professionali, Associazioni di imprese, ecc.) a cui vengono esposti alcuni temi per i quali viene sollecitato un dibattito che conduca ad una visione d insieme dei diversi fenomeni considerati. Nella strutturale carenza di informazioni che caratterizza il sistema abitativo, nel senso più ampio del termine, vengono assunte e proposte al lettore l insieme delle fonti rilevate e ritenute attendibili riportando i dati senza operare interpolazioni o mediazioni proprio per evidenziarne le peculiarità e la differente valenza. Le considerazioni proposte nell individuazione e caratterizzazione del fabbisogno abitativo hanno luogo da dati, a volte parziali, che spesso derivano da stime o interpolazioni, nostre o di altri soggetti, e che pertanto devono essere assunte per il loro reale significato: utili indicazioni sulla natura e sull entità dei fenomeni ma non attendibili in valore assoluto. pag. 8

9 II. IL CONTESTO SOCIO ECONOMICO I dati contenuti in questo capitolo non riportano informazioni dirette sul patrimonio abitativo ma riguardano prevalentemente i fruitori dei servizi abitativi, la loro distribuzione territoriale, le loro caratteristiche, le loro dinamiche. Si è ritenuto opportuno aprire il documento con questo capitolo in quanto tali dati risultano assolutamente indispensabili per la comprensione e la valutazione dei fenomeni rilevati per mezzo dei canali di ricerca successivamente riportati nel testo. Vengono quindi affrontati temi diversi, che spaziano dalla popolazione residente alla sua articolazione per famiglie, dal fenomeno dell immigrazione ai redditi e all occupazione in una lettura che cerca di cogliere le principali trasformazioni e le possibili evoluzioni d interesse del territorio. Il principale obiettivo dell Osservatorio è quello di individuare ed analizzare i fenomeni legati al sistema abitativo, a livello provinciale prima e regionale poi, e pertanto, a tal fine, sono stati assunti 30 comuni campione selezionati per le proprie caratteristiche e per la rappresentatività in riferimento ai principali fenomeni in atto sul territorio provinciale. In tali comuni vengono raccolte ed elaborate informazioni di dettaglio riguardanti l attività edilizia e quella urbanistica, il mercato immobiliare e quello delle locazioni. Nel documento, nell operare confronti territoriali, i comuni della provincia vengono raggruppati in tre distretti territoriali così definiti: il distretto di Ravenna, comprendente i comuni di Cervia, Ravenna, Russi; il distretto di Lugo, comprendente i comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Sant Agata sul Santerno; il distretto di Faenza, comprendente i rimanenti comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme, Solarolo. La figura sottostante rappresenta il territorio della provincia di Ravenna, composta da 18 Comuni, in cui sono stati evidenziati i tre comuni campione adottati nell osservatorio: il capoluogo, Faenza e Lugo. pag. 9

10 II.1. LA POPOLAZIONE Alla data del 1 gennaio 2007 la popolazione della provincia di Ravenna ammonta a abitanti ( femmine e maschi) con un aumento del 1,09% rispetto alla medesima data del 2006 quando la popolazione residente in provincia di Ravenna ammontava a persone ( maschi e femmine) con un aumento calcolato sul 2005 pari a unità e corrispondente all 1,1%. Rispetto ai distretti precedentemente definiti la popolazione residente è cosi ripartita: nel Distretto di Ravenna risiede la frazione più rilevante della popolazione, cittadini pari al 50,7% del totale ( femmine, maschi). Qui, nell ultimo pag. 10

11 anno i residenti risultano cresciuti di unità pari ad un incremento dell 1,4%, superiore alla media provinciale; nel Distretto di Lugo risiedono cittadini, il 24,5% del totale dei residenti della provincia, essi risultano in aumento di 886 unità rispetto all anno precedente. L incremento è pari allo 0,9% inferiore al valore medio della provincia ma corrispondente al valore regionale; nel Distretto di Faenza risiedono cittadini, pari al 22,7% dell intera popolazione provinciale. Per essi, nell ultimo anno, il saldo demografico risulta pari a 579 residenti (0,7% rispetto al 2006) anche in questo caso inferiore all andamento medio verificato a livello provinciale. Passando ad analizzare l andamento della popolazione a livello locale, nel comune capoluogo si registrano residenti con un incremento di persone (pari all 1,3%) rispetto al Il comune di Ravenna rappresenta il 40,4% della popolazione provinciale. Faenza, con i suoi residenti che corrispondono al 14,9% della popolazione provinciale, registra un incremento demografico pari allo 0,7% corrispondente a 361 residenti, valore inferiore alla media provinciale e corrispondente alla media del distretto di competenza. L altro comune campione dell osservatorio, Lugo, con cittadini, pari all 8,6% della popolazione provinciale, tra il 2006 e il 2007 registra una sostanziale stabilità demografica (-2 cittadini) più significativa perché in controtendenza rispetto al trend provinciale che in valore assoluto. L incremento demografico complessivo della provincia è determinato per circa il 50% dal comune capoluogo (48,9%, abitanti), per circa il 10% dal comune di Cervia (9,6%, +389 abitanti), per circa il 9% dal comune di Faenza (8,9%,+361 abitanti) e per circa il 7% dal comune di Massalombarda (+7,19%, +290 abitanti). Decrementi della popolazione si riscontrano solo in tre comuni, Lugo che come abbiamo già visto perde 2 abitanti, Bagnacavallo che ne perde 15 e Casola che ne perde 8. pag. 11

12 Tabella 1 - Popolazione residente al 01/01/2006 ed al 01/01/2007 per Comune, differenze in valore assoluto e percentuale, incidenza sul totale della provincia Popolazione al Popolazione al Comuni Differenza v.a. Differenza % Incidenza sul totale 01/01/ /01/2007 Alfonsine ,5% 3,2% Bagnacavallo ,1% 4,3% Bagnara di Romagna ,5% 0,5% Brisighella ,1% 2,1% Casola Valsenio ,3% 0,7% Castel Bolognese ,3% 2,4% Cervia ,4% 7,4% Conselice ,7% 2,5% Cotignola ,0% 1,9% Faenza ,7% 14,9% Fusignano ,8% 2,2% Lugo ,0% 8,5% Massa Lombarda ,1% 2,6% Ravenna ,3% 40,4% Riolo Terme ,1% 1,5% Russi ,9% 3,0% Sant'Agata sul Santerno ,9% 0,7% Solarolo ,8% 1,2% Provincia ,1% su regione 8,8 Distretto Ravenna ,4% 50,8% Distretto Lugo ,9% 26,5% Distretto Faenza ,7% 22,7% Regione ,9 Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia - Romagna Analizzando le serie storiche della popolazione provinciale a partire dal 1991 per individuarne le tendenze si evidenzia una contrazione demografica che dai primi anni della serie perdura fino al 1997, anno in cui si contano residenti ed in cui la popolazione ricomincia a crescere con variazioni annue sensibili. Tale andamento sostanzialmente non si differenzia da quanto verificato mediamente in regione dove il minimo storico della popolazione residente (in riferimento alla serie rappresentata in tabella) si riscontra nel 1991 quando si contavano residenti. A partire dal 1991, in regione, si rilevano, per quattro o cinque anni, alcune oscillazioni per poi assistere ad una crescita continua fino ad oggi. Nei diversi distretti della provincia (Ravenna, Faenza e Lugo) si individuano andamenti differenziati che possiamo così riassumere: pag. 12

13 - nel Distretto di Ravenna dal censimento del 1991 si osserva una crescita della popolazione fino agli attuali valori; - nel Distretto di Lugo la popolazione decresce fino alla fine degli anni novanta, per poi avviarsi ad una crescita continua; - nel Distretto di Faenza la contrazione demografica termina nel 1999 con un minimo pari a , in seguito la popolazione comincia ad aumentare con variazioni sensibili. L andamento della serie storica nel comune capoluogo segue il trend del distretto di appartenenza evidenziando una crescita della popolazione residente dal 1991, che raggiunge le unità nel Anche i comuni di Faenza e Lugo seguono gli andamenti dei rispettivi distretti verificando una diminuzione della popolazione fino alla fine del secolo scorso, in seguito la popolazione registra un costante aumento. pag. 13

14 Tabella 2 - Serie storica della popolazione al 1 gennaio per Comune Anno Comuni Censimen to Alfonsine Bagnacavallo Bagnara di R Brisighella Casola V Castel B Cervia Conselice Cotignola Faenza Fusignano Lugo Massa L Ravenna Riolo Terme Russi Sant'Agata S Solarolo Provincia D. Ravenna D. Lugo D.Faenza Regione Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia Romagna pag. 14

15 Grafico 1 - Serie storica della popolazione dal 1981 al 2006 in provincia di Ravenna Censimento Censimento Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia Romagna Grafico 2 - Serie storica della popolazione dal 1981 al 2006 in Emilia - Romagna poplazione Censimento Censimento Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia Romagna Nelle tabelle successive sono rappresentate le proiezioni demografiche all anno 2024, prodotte dal Servizio Controllo di Gestione e Sistemi Informatici della Regione Emilia Romagna in collaborazione con il Dipartimento di Statistica e Matematica applicata all economia dell Università di Pisa. Le proiezioni costituiscono un importante elemento di pag. 15

16 previsione che, a partire dalle condizioni attuali e presumendo che i parametri adottati intervengano con incidenze costanti nel tempo (in realtà la variabilità dei parametri viene aggiornata nel tempo in ordine agli effettivi fenomeni demografici registrati sul territorio), forniscono ipotesi di sviluppo della popolazione indispensabili nella pianificazione del territorio. Tabella 3 - Proie zioni demografiche della popolazione residente in provincia al 2024 Anno IPOTESI BASSA IPOTESI INTERMEDIA IPOTESI ALTA Fonte dati: Regione Emilia - Romagna Nella prima tabella troviamo le stime relative all intera provincia di Ravenna secondo tre ipotesi, Bassa, Intermedia ed Alta, calcolate assumendo differenti valori per i parametri utilizzati (mortalità, fecondità, immigrazione da alte regioni, immigrazione dall estero, emigrazioni e migrazioni). Da rilevare che la popolazione residente censita dalle anagrafi comunali al 1 gennaio del 2006 è quasi corrispondente all ipotesi alta pronosticata per il 2007, pertanto, stante le condizioni attuali, si può supporre un aumento demografico almeno pari alla previsione dell ipotesi alta. In provincia, al 1 gennaio 2024 risulterebbero così circa residenti, con un aumento di cittadini in soli 18 anni (valore corrispondente superiore all attuale popolazione del comune di Faenza). Tabella 4 - Articolazione provinciale delle proiezioni demografiche al 2024 Ipotesi intermedia Anno Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì - Cesena Rimini Emilia - Romagna Fonte dati: Regione Emilia Romagna pag. 16

17 In Tabella 4, invece, troviamo le proiezioni demografiche relative all ipotesi intermedia per tutte le province e per l intera regione. In essa è possibile confrontare le variazioni demografiche previste per la provincia con quelle degli altri territori provinciali e con la variazione media regionale: gli andamenti previsti per Ravenna la collocano in sesta posizione in regione per valore percentuale dell incremento della popolazione residente, prima delle province di Bologna, Piacenza e Ferrara, dove per quest ultima è prevista una contrazione. II.2. LA STRUTTURA PER ETÀ DELLA POPOLAZIONE Suddividendo la popolazione per fasce d età si possono osservare alcune peculiarità che nel confronto con gli altri territori provinciali caratterizzano la provincia di Ravenna e possono innescare riflessioni in termini di fabbisogni abitativi. Nella Tabella 5 viene proposta la suddivisione in ordine a classi d età lavorativa e non per tutti i comuni della provincia e per i raggruppamenti territoriali assunti nel presente documento (Ravenna, Lugo e Faenza). Partendo dall intera popolazione provinciale, i giovani con età inferiore ai 15 anni rappresentano l 11,8% della popolazione, la frazione della popolazione attiva, quella ricadente nelle due classi centrali (tra 15 e 39 anni e tra 40 e 64 anni) rappresenta il 63,8% del totale e gli ultra sessantaquattrenni rappresentano il 24,4% dei cittadini. Rispetto alla medesima ripartizione operata su scala regionale, in provincia di Ravenna si evincono alcune peculiarità: la frazione dei minori di 15 anni che risulta percentualmente inferiore al dato regionale (12,6%) così come la porzione più giovane della popolazione attiva, quella compresa tra 15 e 39 anni, che in provincia rappresenta il 29,7% del totale mentre in regione corrisponde al 30,8%. La frazione più anziana della popolazione attiva, quella compresa tra i 40 ed i 65 anni, registra pressoché la medesima incidenza rilevata a livello regionale (pari rispettivamente a 34,1% e 34,0%) mentre gli ultra sessantaquattrenni registrano un peso maggiore in provincia (24,4%) piuttosto che in regione (22,7%). Di fatto, ogni 100 persone residenti in provincia si contano 36,2 persone in età non lavorativa mentre in Emilia Romagna ne risultano solamente 35,3 con la sostanziale differenza che queste ultime sono composte da una maggior quota di giovani che, quindi, in un prossimo futuro entreranno a far parte della popolazione attiva. pag. 17

18 Per quanto concerne le ripartizioni territoriali valgono le considerazioni fatte per l intera popolazione provinciale anche se si rilevano alcune differenze, in particolare relativamente ai comuni del Distretto di Lugo dove complessivamente la popolazione con oltre 65 anni pesa il 26,5% mentre i giovani rappresentano l 11,3% del totale della popolazione residente. Negli altri due distretti tali valori risultano coincidenti con i valori medi provinciali. I comuni campione mostrano distribuzioni della popolazione simili a quella provinciale, tra i tre si differenzia solamente Lugo per la maggior presenza di anziani (27,3%). Tra gli altri territori comunali si distinguono: Bagnara di Romagna per la maggior concentrazione di giovani, pari al 13,8% e Castel Bolognese per la minor incidenza degli over 65 anni (21,6%). Tabella 5 - Popolazione residente per classi di età all 1/1/2006 per Comune, differenze in valore assoluto e variazioni percentuali 2006/2005 Comuni 0-14 Incidenza Incidenza Incidenza 65 Incidenza anni (%) anni (%) anni (%) e oltre (%) Totale Alfonsine , , , , Bagnacavallo , , , , Bagnara di Romagna , , , , Brisighella , , , , Casola Valsenio , , , , Castel Bolognese , , , , Cervia , , , , Conselice , , , , Cotignola , , , , Faenza , , , , Fusignano , , , , Lugo , , , , Massa Lombarda , , , , Ravenna , , , , Riolo Terme , , , , Russi , , , , Sant'Agata sul Santerno , , , , Solarolo , , , , Provincia , , , , Distretto Ravenna , , , , Distretto Lugo , , , , Distretto Faenza , , , , Provincia , , , , Differenza ass Variazione % 2005/2006 3,1-0,5 1,6 1,5 1,1 Regione , , , , Regione , , , , Differenza ass Variazione % 2005/2006 3,5-0,7 1,4 1,5 0,9 Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia Romagna pag. 18

19 I caratteri demografici della popolazione ravennate trovano ovviamente riscontro anche negli indici di stato della popolazione mostrati nella Tabella 6, dove complessivamente si rileva un età media a scala provinciale di 45,87 anni, dato superiore all età media calcolata sull intera regione, pari a 44,88 anni. Tabella 6 Età media ed indici di stato della popolazione residente al 01/01//2006 per Comune Comuni età media vecchiaia dipendenza totale Indici di stato dipendenza giovanile dipendenza senile struttura popolazione attiva Alfonsine 47,81 257,39 61,35 17,16 44,18 125,23 Bagnacavallo 47,62 258,18 60,82 16,98 43,84 121,05 Bagnara di Romagna 45,32 171,98 60,31 22,17 38,14 117,45 Brisighella 47,23 244,78 62,13 18,02 44,11 116,46 Casola Valsenio 46,99 237,66 61,61 18,24 43,36 116,50 Castel Bolognese 44,16 162,55 53,56 20,40 33,16 108,00 Cervia 45,21 197,73 51,18 17,19 33,99 114,50 Conselice 46,05 208,06 59,97 19,47 40,51 109,40 Cotignola 45,79 202,79 59,03 19,50 39,54 116,44 Faenza 45,80 201,57 57,90 19,20 38,70 115,33 Fusignano 46,86 231,85 58,97 17,77 41,20 109,06 Lugo 47,39 245,42 62,39 18,06 44,33 121,56 Massa Lombarda 45,95 220,27 60,52 18,90 41,62 99,45 Ravenna 45,26 192,84 53,78 18,37 35,42 114,57 Riolo Terme 44,42 171,31 55,74 20,54 35,19 109,06 Russi 47,74 256,47 62,72 17,60 45,13 119,85 Sant'Agata sul Santerno 44,09 179,30 58,70 21,02 37,68 91,05 Solarolo 45,45 188,38 62,16 21,56 40,61 115,98 Provincia 45,87 206,97 56,64 18,45 38,19 115,02 Provincia Indici ,87 210,14 55,86 18,01 37,85 112,74 Regione 44,88 182,28 54,28 19,23 35,05 110,56 Regione Indici ,86 184,10 53,48 18,82 34,66 108,28 Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati Regione Emilia - Romagna LEGENDA indice di vecchiaia: anziani (65 anni e oltre) per 100 giovani (0-14 anni) indice di dipendenza totale: persone in età non attiva (0-14 anni e oltre 64 anni) per 100 persone in età attiva (15-64 anni) indice di dipendenza giovanile: giovani in età non attiva (0-14 anni) per 100 persone in età attiva (15-64 anni) indice di dipendenza senile: anziani in età non attiva (oltre 64 anni) per 100 persone in età attiva (15-64 anni) indice di struttura della popolazione attiva: (popolazione di anni)/(popolazione di anni)*100 pag. 19

20 II.3. LA POPOLAZIONE STRANIERA L incremento naturale della popolazione è negativo, nel corso del 2006 si sono contati nati e morti che hanno dato luogo ad un saldo naturale negativo di -641 persone. La crescita demografica della provincia, nel 2006 come negli anni precedenti, è imputabile alla consistenza positiva dei flussi migratori, sia interni (da alti comuni italiani) che esteri. Il saldo migratorio complessivo dell anno 2006 è risultato pari a cittadini, in calo rispetto al 2005 come già anticipato da un trend iniziato nel Le due componenti del saldo migratorio, interna ed estera, sono pressoché equivalenti in valore assoluto (nel 2006 il saldo interno è stato pari a cittadini mentre quello estero è stato di 2.400) ma si differenziano per la loro manifestazione nei diversi territori comunali: la migrazione interna, da o verso altri comuni italiani, si manifesta principalmente in alcuni territori, il capoluogo dove si registra un saldo di cittadini, Cervia con un saldo di 256 cittadini, Russi con 199, Alfonsine con 170, Faenza con 134, Sant Agata sul Santerno con124 e via via a decrescere fino ad alcuni comuni dove si registra un saldo interno negativo (Bagnacavallo -23 cittadini, Casola -8, Lugo -7, Conselice -6, Brisighella -3); la migrazione estera, con saldo positivo in tutti i territori comunali, prevale in territori diversi (nel capoluogo il saldo è pari a 1.097, Faenza 298, Cervia 188, Lugo 167, Massalombarda 91, Bagnacavallo 88 e via via a diminuire). Alla data del 1 gennaio 2007 la popolazione straniera residente in provincia di Ravenna ammonta a cittadini, il loro numero risulta in aumento rispetto alla medesima data del 2006 ( persone pari al 12,2%). L incidenza sulla popolazione complessiva è pari a 6,99 cittadini stranieri ogni 100 residenti, valore inferiore a quello calcolato a livello regionale. Nei tre distretti la presenza dei residenti stranieri si manifesta con variazioni e modalità diversificate e così riassumibili: nel Distretto di Ravenna, dove risiede la quota maggiore di stranieri ( cittadini, pari al 53,5%), la variazione è risultata pari al 12,32% ( cittadini stranieri); nel Distretto di Lugo risiede circa il 25,6% degli stranieri residenti in provincia, la variazione è stata pari al 13,53%, valore corrispondente a 796 cittadini; nel Distretto di Faenza la variazione è stata del 10,16%, pari a 503 cittadini, e la popolazione straniera residente ammonta a cittadini. pag. 20

21 Tabella 7 - Popolazione residente straniera per Comune, al 1 gennaio degli anni , variazione , ripartizione territoriale e incidenza sulla popolazione residente Comuni Variazione v.a. Variazione % Incidenza Ripartizione Territoriale Alfonsine ,18% 4,96% 2,28% Bagnacavallo ,37% 4,56% 2,83% Bagnara di Romagna ,24% 5,20% 0,39% Brisighella ,31% 6,93% 2,04% Casola Valsenio ,18% 5,23% 0,56% Castel Bolognese ,00% 5,61% 1,94% Cervia ,38% 6,42% 6,77% Conselice ,21% 10,19% 3,69% Cotignola ,99% 5,22% 1,42% Faenza ,52% 6,42% 13,65% Fusignano ,00% 9,35% 2,90% Lugo ,38% 6,06% 7,42% Massa Lombarda ,32% 10,47% 3,88% Ravenna ,65% 7,72% 44,66% Riolo Terme ,63% 7,31% 1,56% Russi ,84% 4,89% 2,09% Sant'Agata sul Santerno ,18% 8,24% 0,79% Solarolo ,21% 7,03% 1,16% Provincia ,16% 6,99% 100,00% Distretto Ravenna ,32% 7,36% 53,51% Distretto Lugo ,53% 6,75% 25,59% Distretto Faenza ,16% 6,43% 20,90% Regione Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati demo ISTAT e Servizio Statistica della Provincia di Ravenna Il 49,65% della popolazione straniera è costituita da stranieri provenienti da altri paesi europei (19,53% albanesi, 12,45% rumeni), il 33,325 da africani (15,02% marocchini, 7,64% senegalesi). Dall analisi svolta dall Osservatorio Provinciale sull Immigrazione della Provincia di Ravenna si ottengono i dati relativi ai permessi di soggiorno i quali insieme alle residenze sopra esaminate possono fornire un utile indicazione della popolazione straniera presente in provincia. Nell anno 2005 la Questura di Ravenna ha rilasciato un totale di permessi di soggiorno a cittadini stranieri presenti nel territorio della provincia. pag. 21

22 Confrontando tale dato a quello relativo all anno 2004, dove i permessi di soggiorno rilasciati erano stati , si registra un aumento pari a permessi di soggiorno con un incidenza percentuale del 17,44. I permessi di soggiorno rilasciati a cittadini stranieri uomini risultano essere superiori rispetto a quelli rilasciati a cittadine straniere femmine ( permessi di soggiorno a uomini rispetto a permessi di soggiorno a femmine). Rispetto ai motivi per cui tali permessi sono stati rilasciati si coglie come motivo principale il rilascio/rinnovo per lavoro subordinato ( pari al 57,01% del totale), seguiti dal 28,69% per motivi famigliari (6.938) e dal 9,4% per lavoro autonomo (2.277). La forte maggioranza di permessi di soggiorno per motivi di lavoro subordinato sottolinea come la popolazione straniera sia principalmente una forza lavoro. I permessi di soggiorno per tale motivo sono aumentati di un numero pari a rispetto all anno precedente, tale aumento è dovuto sia ai permessi per lavoro rilasciati per la prima volta sia alla trasformazione in lavoro subordinato di permessi rilasciati per altri motivi. I permessi per motivi familiari sono cresciuti di 944 unità, anche questi sono il frutto sia di permessi rilasciati a seguito del visto per ricongiungimento familiare che alla conversione in tale motivo di soggiorno di altri tipi di permessi. La Questura di Ravenna ha rilasciato permessi di soggiorno a cittadini provenienti da 129 paesi. Le prime tre comunità straniere che hanno ottenuto il maggior numero di permessi sono: - Rumena con permessi (pari al 19,32%) - Albanese con permessi (pari al 15,75%) - Marocchina con permessi (pari all 11,90%). La comunità rumena ha superato rispetto all anno 2004 sia la comunità albanese che quella marocchina per quanto attiene al numero di permessi di soggiorno rilasciati. Tra le diverse modalità per diventare cittadini italiani, le due procedure più frequenti sono: - risiedere sul territorio italiano per 10 anni continuativi; - essere coniugati con un cittadino italiano, se si risiede legalmente in Italia da almeno 6 mesi, oppure dopo 3 anni dalla data del matrimonio (se non vi è stato scioglimento, annullamento o cessazione degli effetti civili e se non è in corso la separazione legale). pag. 22

23 Nel Distretto di Faenza, nel corso dell anno 2005, i cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 23 (11 maschi e 12 femmine), di questi 12 l hanno ottenuta per naturalizzazione in quanto residenti legalmente in Italia da 10 anni e i restanti 11 in quanto coniugati con cittadini italiani. Nel Distretto di Lugo, i cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 38 (22 maschi e 16 femmine), di questi 25 l hanno ottenuta per naturalizzazione e i restanti 13 in quanto coniugati con cittadini italiani Nel Distretto di Ravenna tali cittadini sono stati 76 (30 maschi e 46 femmine), di questi 33 l hanno ottenuta per naturalizzazione e i restanti 43 in quanto coniugati con cittadini italiani. II.4. LE FAMIGLIE L incremento della popolazione che come abbiamo visto deriva principalmente dai flussi migratori, ed in particolare dall immigrazione straniera, unitamente ad altri fenomeni, quali l allungamento della vita media, i nuovi stili di vita (i single), le nuove condizioni di stato civile (separati/divorziati) e la creazione di nuove famiglie (giovani coppie), producono importanti modificazioni nella struttura familiare e, per conseguenza, nel numero complessivo delle famiglie residenti. Da diversi anni a questa parte le famiglie vanno riducendosi per dimensione ed aumentando in numero. Al primo gennaio del 2007, in provincia di Ravenna si contano famiglie residenti con un incremento sull anno precedente dell 1,97% (3.358 nuove famiglie) e con una dimensione media di 2,27 componenti. Gia al 1 gennaio 2006 il fenomeno della frammentazione delle famiglie risultava più evidente che nel resto della regione dove mediamente il numero delle famiglie era cresciuto dell 1,7% e generava profonde ripercussioni nell ambito del sistema abitativo dove ad ogni nuova famiglia corrisponde un fabbisogno di abitazione. In ambito provinciale l aumento del numero delle famiglie assume caratteristiche differenti sia in ordine ai distretti finora considerati che in relazione ai diversi territori comunali: nel Distretto di Ravenna si contano famiglie corrispondenti a cittadini per una dimensione media di 2,21 componenti; nel Distretto di Lugo il numero di famiglie ammonta a con una dimensione media di 2,32 componenti ed equivalenti a cittadini residenti in famiglia; pag. 23

24 nel Distretto di Faenza famiglie per residenti in famiglia ed una dimensione media di 2,35 componenti. Tabella 8 - Famiglie residenti e dimensione media dei nuclei familiari per Comune Comune N Dim.ne N Dim.ne N Dim.ne N Dim.ne N Dim.ne Alfonsine , , , , ,29 Bagnacavallo , , , , ,29 Bagnara di R , , , , ,49 Brisighella , , , , ,27 Casola Valsenio , , , , ,35 Castel Bolognese , , , , ,4 Cervia , , , , ,22 Conselice , , , , ,34 Cotignola , , , , ,43 Faenza , , , , ,33 Fusignano , , , , ,3 Lugo , , , , ,32 Massa Lombarda , , , , ,29 Ravenna , , , , ,21 Riolo Terme , , , , ,44 Russi , , , , ,27 Sant'Agata sul S , , , , ,36 Solarolo , , , , ,47 Provincia , , , , ,27 Distretto di Ravenna ,21 Distretto di Lugo ,32 Distretto di Faenza ,35 Regione , , , ,3 - - Fonte dati: elaborazione NuovaQuasco su dati demo ISTAT e Servizio Statistica della Provincia di Ravenna II.5 I REDDITI Il reddito delle famiglie, disponibile o lordo, costituisce uno degli elementi essenziali per la definizione dei fabbisogni, non solamente abitativi, e per la valutazione della sostenibilità del costo dell abitare intesa come soglia massima tollerabile dell incidenza del costo di un abitazione rispetto al reddito complessivo del nucleo familiare che vi abita. Generalmente gli istituti di credito valutano che qualora la rata di un mutuo superi la quota di un terzo del pag. 24

25 reddito del nucleo familiare, quel mutuo non risulta sostenibile. Si potrebbe adottare il medesimo criterio per valutare la sostenibilità degli affitti: qualora il canone dovesse superare un terzo del reddito non risulterebbe sostenibile. Le difficoltà sorgono dalla carenza di informazioni sui redditi in generale ed in particolare sui redditi familiari, gli unici dati statistici disponibili sono quelli dell indagine campionaria Reddito e condizioni di vita condotta dall ISTAT nel 2005, riferita ai redditi del 2004, pubblicata il 28 dicembre Si tratta di una indagine campionaria, che ha coinvolto circa famiglie e individui, sulla base del Regolamento dell Unione Europea relativo alla produzione di statistiche sul reddito e le condizioni di vita nei paesi membri, i risultati non sono raccordabili con quelli dell indagine precedente condotta nel Il reddito netto familiare considerato dall indagine è pari alla somma dei redditi da lavoro dipendente e autonomo, di quelli da capitale reale e finanziario, delle pensioni e degli altri trasferimenti pubblici e privati al netto delle imposte personali, dell ICI e dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti ed autonomi. Da questa somma vengono sottratti anche i trasferimenti versati ad altre famiglie (per esempio, gli assegni di mantenimento per un exconiuge). I redditi da lavoro dipendente comprendono il valore figurativo dell auto aziendale concessa per uso privato ma non i buoni-pasto e gli altri fringe benefits non-monetari. Non sono compresi gli eventuali beni prodotti dalla famiglia per il proprio consumo (autoconsumo). Nel 2004 le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto, esclusi i fitti imputati, pari in media a euro, circa euro al mese (il valore dell affitto imputato viene stimato dal proprietario in base al prezzo che secondo lui si dovrebbe pagare per vivere in affitto nella sua abitazione). Tuttavia, la maggior parte delle famiglie (circa il 62,3 per cento) ha conseguito un reddito inferiore all importo medio indicato. Il reddito netto familiare medio cresce all aumentare del numero dei componenti della famiglia, dipende soprattutto dal numero dei percettori presenti e dalla tipologia della fonte principale di entrata. Nel 2004, le famiglie con un solo percettore hanno guadagnato in media euro, rispetto ai euro delle famiglie con tre o più percettori. Le famiglie in cui il lavoro autonomo costituisce il reddito principale possono contare, in media, su un reddito maggiore rispetto alle altre: queste famiglie hanno guadagnato euro (3.051 al mese), rispetto ai euro (2.642 mensili) delle famiglie con redditi prevalenti da lavoro dipendente. pag. 25

26 Se il reddito prevalente è una pensione o altri trasferimenti pubblici, il reddito netto mediano è invece pari a euro (1.327 al mese). Tabella 9 Reddito Familiare netto (esclusi i fitti imputati) per ripartizione e caratteristiche della famiglia Anno 2004 Nord Centro Sud e Isole Italia Numero componenti Uno Due Tre Quattro Cinque o più Numero percettori Un percettore Due percettori Tre o più percettori Reddito principale Lavoro dipendente Lavoro autonomo Pensioni e trasferimenti pubblici Capitale e altri redditi Tipologia familiare Persone sole meno di 65 anni anni e più Coppie senza figli P.R. (a) meno di 65 anni P.R. (a) 65 anni e più Coppie con figli un figlio due figli tre o più figli Monogenitori Altra tipologia Famiglie con minori Un minore Due minori Tre o più minori Almeno un minore Famiglie con anziani Un anziano Due o più anziani Almeno un anziano Totale Fonte: Istat Famiglie e società Reddito e condizioni economiche in Italia pag. 26

27 Confrontando le tipologie familiari, emerge che gli anziani soli dispongono di un reddito netto meno elevato, in media pari a euro (1.027 euro al mese). Le persone sole con meno di 65 anni invece hanno potuto contare su un reddito più consistente, pari in media a euro. Le coppie con figli guadagnano in media euro in più rispetto a quelle senza figli, che nel 2004 hanno avuto un reddito medio di euro. La differenza si osserva anche distinguendo le coppie senza figli in adulte e anziane, a seconda dell età della persona di riferimento. A fronte dei euro guadagnati in media dalle coppie con figli (3.133 euro al mese), le coppie adulte senza figli hanno percepito un reddito medio di euro (2.658 mensili) e quelle anziane di euro (al mese, euro). In presenza di figli minori il reddito familiare risulta più basso, la differenza è particolarmente evidente per le coppie con tre o più figli minori, che nel 50% dei casi hanno guadagnato meno di euro (2.274 euro al mese), contro un valore mediano di euro delle coppie con figli tutti maggiorenni. Fra le famiglie con figli, quelle in cui è presente un solo genitore presentano i redditi più bassi: nel 2004, il 50% di queste famiglie ha potuto disporre infatti di meno di euro (1.951 euro al mese). Le famiglie monogenitore in cui vi è almeno un figlio minore hanno guadagnato ancora di meno: in media euro (1.670 euro al mese). Le famiglie in cui è presente almeno un anziano hanno redditi medi e meno elevati, in particolare quelle che comprendono un solo anziano hanno avuto un reddito medio annuo di euro (1.756 mensili) e quelle con due o più anziani euro (2.148 euro al mese). La distribuzione dei redditi è caratterizzata anche da importanti differenze di genere: le famiglie il cui principale percettore è una donna guadagnano, in media, il 26% in meno rispetto alle altre, in particolare quelle in cui il reddito prevalente è percepito da una donna anziana hanno avuto nel 2004 un reddito netto medio di euro. La tabella seguente propone il reddito netto familiare, escludendo i fitti imputati, ed i valori assunti dall Indice di Gini nelle differenti regioni. L indice di concentrazione di Gini è una misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito: è pari a zero nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi, quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito; è invece pari a uno nel caso di totale disuguaglianza, quando il reddito totale è percepito da una sola famiglia. Nel 2004 in Emilia Romagna tale indice assume il valore di 0,302 contro un valore calcolato a livello nazionale di 0,331, ne consegue una maggior uniformità di distribuzione del reddito associata ad uno dei redditi tra i più elevati del Paese. pag. 27

28 L Emilia Romagna con un reddito netto medio di euro a famiglia si colloca la secondo posto della graduatoria delle regioni, dopo la Lombardia per la quale si calcola un reddito familiare netto medio di euro. Tabella 10 Reddito familiare netto e indice di Gini per regione. Anno 2004 REGIONI Media Indice di Gini Piemonte ,311 Valle d'aosta ,303 Lombardia ,322 Trentino-Alto Adige ,286 Bolzano-Bozen ,298 Trento ,272 Veneto ,283 Friuli-Venezia Giulia ,275 Liguria ,319 Emilia-Romagna ,302 Toscana ,274 Umbria ,287 Marche ,287 Lazio ,336 Abruzzo ,294 Molise ,287 Campania ,349 Puglia ,316 Basilicata ,3 Calabria ,338 Sicilia ,353 Sardegna ,329 Totale ,331 Fonte: Istat Famiglie e società Reddito e condizioni economiche in Italia Dopo aver esaminato i dati dell indagine Istat, estremamente interessanti ai fini della comprensione della variabilità del reddito in rapporto alle caratteristiche familiari, per individuare ed evidenziare le eventuali differenze territoriali, non desumibili dai dati finora assunti, prendiamo in esame i dati del Ministero dell Economia e delle Finanze relativi agli imponibili IRPEF delle dichiarazioni del 2003 per l anno d imposta La tabella 11 riproduce i dati calcolati a livello provinciale e per l intera regione Emilia Romagna, l imponibile regionale complessivo è pari a (corrispondente ad un imponibile medio, dato dal rapporto tra imponibile complessivo e contribuenti con imposta netta, di euro) e varia tra i della provincia di Rimini e i della provincia di Bologna. In ambito regionale la provincia di Ravenna si pag. 28

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