ireport lavoro dipendente in fvg
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1 03/15 ireport lavoro dipendente in fvg formazione / ricerca / consulenza
2 ireport lavoro dipendente in fvg 03/15 Sede legale e amministrazione: Sedi operative: Udine Via Manzini, tel fax Udine Viale Ungheria, 22 tel fax Trieste Via G. Vidali, 1 tel fax info@iresfvg.org fb/iresfvgimpresasociale twitter/@iresfvg
3 IL LAVORO DIPENDENTE IN Premessa I dati degli archivi amministrativi delle denunce retributive che le imprese devono presentare mensilmente agli enti previdenziali consentono di ricavare informazioni particolarmente interessanti riguardanti l universo dei lavoratori dipendenti del settore privato (ad esclusione del settore agricolo e domestico) della regione. In particolare, è possibile considerare le caratteristiche del lavoro dipendente, ma anche la variazione intervenuta per effetto della crisi. Oltre alle informazioni disaggregate per età, qualifica, settore e genere, gli archivi dell Inps permettono di ricavare anche i dati sulle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti, consentendo così di fare luce sulla presenza e consistenza del fenomeno del differenziale retributivo (gender pay gap) in Friuli Venezia Giulia. 1. Le caratteristiche dei lavoratori dipendenti in Friuli Venezia Giulia In sei anni di crisi ( ) in Friuli Venezia Giulia si sono persi quasi posti di lavoro dipendente nel settore privato (esclusa l agricoltura), pari ad una flessione dell 8%. Si tratta di un risultato particolarmente negativo, soprattutto se confrontato con le performance delle altre regioni del Nord, che segnano una diminuzione complessiva del 5,2%, in linea con il contesto nazionale (-5,5%). Nel 2008 i lavoratori subordinati erano in media oltre in tutta la regione, nel 2013 sono scesi a poco meno di È questa la fotografia che emerge analizzando i dati dell archivio amministrativo delle denunce retributive che le imprese sono obbligate a presentare agli Enti previdenziali, e riguardano i lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo e ad esclusione del lavoro domestico. Si tratta pertanto di medie annuali calcolate su dati mensili, relativi ai lavoratori che hanno avuto almeno un versamento contributivo per lavoro dipendente nel periodo considerato. A livello territoriale le diminuzioni maggiori sono quelle registrate nella provincia di Pordenone (-11,8%), seguita da Gorizia (-9,5%) e Udine (-7,5%); solo Trieste presenta una riduzione più contenuta (-2,3%), soprattutto in virtù della minore vocazione manifatturiera. Nota 1 Nelle tabelle presentate le eventuali differenze tra la somma degli addendi e i totali, trattandosi di valori medi annuali, dipendono dagli arrotondamenti effettuati. Tab. 1 I lavoratori dipendenti Var. ass. Var. % Udine ,5 Pordenone ,8 Trieste ,3 Gorizia ,5 FVG ,0 NordEst ,2 NordOvest ,2 Italia ,5 Tab. 2 I lavoratori dipendenti per settore, Var. ass. Var. % Industria ,9 Costruzioni ,8 Commercio ,7 Alberghi e ristoranti ,1 Altri servizi ,2 Totale ,0 Tab. 3 I lavoratori dipendenti per settore e sesso Maschi Femmine Totale % Femmine Industria ,5 Costruzioni ,5 Commercio ,0 Alberghi e ristoranti ,7 Altri servizi ,7 Totale ,5 ireport / pag. 3
4 Tra i settori maggiormente colpiti si trovano l industria (-13,9% nel periodo in esame) e le costruzioni (che hanno perso oltre un quarto degli addetti, -26,8%). Tra i comparti più penalizzati del manifatturiero si osservano: il legno-arredo (dove in pochi anni l occupazione è diminuita di circa un terzo), l industria meccanica, le attività di produzione e lavorazione di materiali per l edilizia (come il vetro, la ceramica e la pietra). Il commercio, che ha subito con particolare intensità la riduzione del potere d acquisto delle famiglie e la conseguente contrazione dei consumi, evidenzia in regione il risultato peggiore a livello nazionale (-7,7%) assieme alla Sardegna (-7,8%). Il settore alberghiero e della ristorazione mantiene livelli occupazionali sostanzialmente invariati negli ultimi anni (-0,1%), mentre in tutte le altre regioni si registrano sensibili incrementi (in media +10%). Solo nel terziario si rileva una crescita dell occupazione dipendente, in particolare nell ambito della sanità e assistenza sociale (compresa l assistenza agli anziani, anche perché il Friuli Venezia Giulia è la regione con il maggiore indice di invecchiamento in Italia dopo la Liguria), nelle attività connesse all informatica e alle telecomunicazioni, nei servizi alle famiglie (come lavanderie, parrucchieri, centri per il benessere fisico, ecc.). Al contrario (sempre nella categoria altri servizi ) i trasporti e l istruzione presentano dei passivi decisamente pesanti. Per quanto concerne l istruzione, la dinamica evidenziata appare il segnale di una crescente precarizzazione del lavoro e di frequenti passaggi a forme contrattuali meno garantite (come quelle parasubordinate, i voucher o le partite iva). A livello territoriale la provincia di Pordenone presenta il calo più accentuato nel settore industriale (-17% tra 2008 e 2013), Gorizia in quello dell edilizia (-34%), Udine nel commercio (-11%). I risultati decisamente negativi dell industria e dell edilizia hanno comportato il ridimensionamento del numero degli operai (in base alla qualifica Inps), che perdono unità tra il 2008 e il 2013 (-12%). La categoria degli impiegati risulta al contrario stabile, mentre addirittura aumentano le posizioni dirigenziali e i quadri. L altra qualifica su cui si è concentrato il calo dell occupazione è quella degli apprendisti, diminuiti di circa un terzo negli ultimi anni. Tra le caratteristiche dei lavoratori dipendenti, appare interessante osservare in riferimento al 2013 la composizione di genere per qualifica: le donne prevalgono nel profili impiegatizi (rappresentano il 57,6% dei dipendenti), sono quasi la metà tra gli apprendisti (46,8%), sono poco meno di un terzo tra gli operai (32,5%), meno di un quarto tra i quadri (24,2%) e rappresentano solo il 12,0% tra i dirigenti. Una distribuzione che da un lato conferma l esistenza del soffitto di cristallo e dall altro la concentrazione femminile nei lavori impiegatizi. In proposito, si può riscontrare una forte diminuzione tra i dipendenti dei giovani under 25 (-40,7%) e tra 25 e 35 anni (-29%), anche in conseguenza del calo dei contratti di apprendistato. Nonostante la riforma Fornero (L. 28 giugno 2012, n. 92) prevedesse la valorizzazione di questa tipologia contrattuale come modalità prevalente di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, in realtà la crisi ha portato le imprese a preferire altre forme ritenute meno onerose. Si osserva invece un aumento dei dipendenti con più di 45 anni, sia come conseguenza dell innalzamento dell età del pensionamento, sia come effetto delle dinamiche demografiche in atto. In Friuli Venezia Giulia, infatti tra il 2008 e il 2013 la popolazione nella fascia di età anni è diminuita del 17%, mentre quella nella classe anni è cresciuta del 13%. Tab. 4 I lavoratori dipendenti per qualifica Var. ass. Var. % Operai ,1 Impiegati ,2 Dirigenti e quadri ,0 Apprendisti ,7 Altre qualifiche ,7 Totale ,0 Tab. 5 I lavoratori dipendenti per qualifica e sesso Var. ass. Var. % Dirigenti ,0 Quadri ,2 Impiegati ,6 Operai ,5 Apprendisti ,8 Altre qualifiche ,5 Totale ,5 Tab. 6 I lavoratori dipendenti per classe di età, Var. ass. Var. % meno di 25 anni , anni , anni , anni ,2 55 anni e più ,0 Totale ,0 ireport / pag. 4
5 La crisi in questi anni ha colpito in proporzione soprattutto i rapporti di lavoro a tempo determinato (-16,8%), i primi a non essere rinnovati dalle imprese in caso di difficoltà, anche se in termini assoluti pesa di più il saldo negativo dei tempi indeterminati ( unità, pari a -6,4%), che riguarda in prevalenza la componente maschile (-9,2% contro -2,2% registrato da quella femminile). Appare inoltre importante evidenziare come i contratti a tempo determinato siano più frequenti tra le femmine: questa tipologia infatti interessava il 18,7% delle donne nel 2008 e il 15,2% nel 2013, incidenza che pur in diminuzione è di tre punti superiore rispetto a quanto si rileva tra i maschi (12,7%, senza variazioni tra 2008 e 2013). Considerando la tipologia di orario di lavoro, si rileva una netta crescita del part-time (+12,9%), soprattutto per la componente maschile (+36,7%), e una speculare diminuzione del numero medio di rapporti a tempo pieno (-12,8%); tali dinamiche suggeriscono che spesso non si tratta di scelte Tab. 10 Variazione ass. del n di lavoratori dipendenti per settore, tip. contrattuale e orario di lavoro, Incidenza % del tempo determinato Tempo parziale Tempo pieno Tempo parziale Incidenza % del part time Tempo pieno Totale Industria Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Altri servizi Totale compiute dai lavoratori, ma di forme involontarie di part time. Tuttavia, nonostante una maggiore diffusione dell orario ridotto tra la componente maschile, il lavoro a tempo parziale si conferma una forma femminile, infatti l incidenza di questa tipologia risulta pari al 44,6% tra le donne (rispetto al 38,5% del 2008), mentre tra gli uomini è del 7,3% (rispetto al 4,9% del 2008). Se si incrociano i settori con le tipologie contrattuali e di orario di lavoro, si può infine osservare che nell industria e nell edilizia i posti di lavoro persi erano prevalentemente a tempo pieno e indeterminato, mentre nel commercio c è stata una parziale sostituzione dei tempi indeterminati full-time con i part-time (sempre più anche misti, non solo orizzontali o verticali), per rispondere alla crescente richiesta di flessibilità che proviene dalla grande distribuzione. I posti di lavoro creati nei servizi (settore in cui la componente femminile è prevalente) sono prevalentemente part-time, mentre in corrispondenza dei rapporti a tempo pieno si riscontrano saldi negativi. Tab. 7 I lavoratori dipendenti per sesso e tipologia contrattuale Sesso Tipologia Var. ass. Var. % FEMMINE MASCHI TOTALE T. determinato ,9 T. indeterminato ,2 Totale ,2 T. determinato ,3 T. indeterminato ,2 Totale ,2 T. determinato ,8 T. indeterminato ,4 Totale ,0 Tab. 8 I lavoratori dipendenti per sesso e tipologia di orario Sesso Orario Var. ass. Var. % FEMMINE MASCHI TOTALE Part time ,7 Tempo pieno ,6 Totale ,2 Part time ,7 Tempo pieno ,6 Totale ,2 Part time ,9 Tempo pieno ,8 Totale ,0 Tab. 9 Lavoratori dipendenti per tipologia contrattuale, orario, sesso (incidenze %) Incidenza % del tempo determinato Incidenza % del part time Femmine 18,7 15,2 38,5 44,6 Maschi 12,7 12,7 4,9 7,3 Totale 15,2 13,8 18,9 23,2 ireport / pag. 5
6 2. Le retribuzioni e il gender pay gap Come sottolineato dai più recenti studi condotti in Italia e in Europa [Commissione europea, 2012] sul fenomeno della disparità salariale, l esistenza e la persistenza del gender pay gap dipende da un insieme complesso di fattori, tra loro strettamente correlati, tra cui si ricordano sinteticamente: la differente valutazione attribuita rispetto a lavori simili svolti tradizionalmente da uomini, la diversa distribuzione nel mercato del lavoro, con una concentrazione femminile in quei settori retribuiti di meno rispetto a quelli a maggiore presenza maschile. Carriere e percorsi lavorativi su cui incidono, a monte, le scelte di studio che le giovani intraprendono. Una volta occupate, le donne possono incontrare ostacoli nelle progressioni di carriera (il cosiddetto tetto di cristallo ), e ciò si riflette nella loro sotto-rappresentazione nelle posizioni manageriali e senior. Inoltre, trovare un equilibrio tra vita lavorativa e personale incide fortemente sulle prospettive professionali e retributive. I periodi di inattività o con basse retribuzioni incidono non solo nell immediato, ma impattano anche sulle prospettive pensionistiche, determinando un gender gap che può portare a un maggiore rischio di povertà nelle donne anziane. L analisi degli archivi dell Inps permette di fornire anche i dati sulle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti con almeno una giornata retribuita nell anno, sempre limitatamente al settore privato non agricolo e con esclusione del lavoro domestico. La retribuzione media giornaliera è data dal rapporto tra l imponibile previdenziale (somma delle competenze del lavoratore su cui sono calcolati i contributi) e il numero di giornate retribuite nell anno. Nell analisi che segue, inoltre, verranno presentati i dati relativi alle sole posizioni lavorative a tempo pieno, per evitare distorsioni per i lavoratori parttime dovute al differente numero di ore lavorate nelle giornate retribuite. La fotografia che emerge risulta particolarmente interessante poiché permette di rilevare le differenze esistenti nei livelli retributivi non solo in base alla qualifica e settore, ma anche per età dei lavoratori e sesso. Proprio quest ultima variabile consente di avere un indicatore sul fenomeno del gender pay gap, ovvero delle disparità retributive esistenti tra uomini e donne. Nel complesso la retribuzione media giornaliera è pari a circa 104 euro per gli uomini e 85 per le donne. A parità di inquadramento, le femmine dirigenti percepiscono il 20,8% in meno rispetto ai maschi, forbice che invece tra i quadri è solo del 13,3%. Sono i profili impiegatizi tuttavia che evidenziano il gender gap più marcato (le donne percepiscono il 23,7% in meno degli uomini), tra gli operai la forbice retributiva è del 18,5%, mentre minori differenze sono registrate tra gli apprendisti (5,1%). Tale disparità risulta inoltre crescente con l età; anche in questo caso il divario, abbastanza contenuto per i più giovani, tende ad approfondirsi sensibilmente per gli over 45, ad indicare come percorsi di carriera e opportunità di crescita professionale e salariale siano molto differenti per maschi e femmine. Osservando i settori, nel terziario si evidenziano i differenziali retributivi di genere più elevati, mentre solo nell edilizia si riscontra una differenza negativa, in quanto le (poche) donne sono occupate in ambito impiegatizio (amministrazione, contabilità, ecc.). 130,0 120,0 110,0 100,0 Fig. 1 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno per classe di età e sesso ( ) FVG ,0 80,0 70,0 60,0 50,0 0 < > 54 Maschi Femmine Tab. 11 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno per qualifica e sesso ( ), FVG 2013 Maschi Femmine Totale Gender pay gap (%) Dirigenti 440,22 348,62 429,61 20,8 Quadri 201,26 174,57 195,63 13,3 Impiegati 117,88 89,96 105,22 23,7 Operai 84,82 69,14 81,90 18,5 Apprendisti 60,48 57,38 59,32 5,1 TOTALE 103,82 85,28 98,32 17,9 ireport / pag. 6
7 Tab. 12 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno per settore e sesso ( ), FVG 2013 Maschi Femmine Totale Gender pay gap (%) Industria 104,31 84,16 100,25 19,3 Edilizia 85,47 90,01 85,76-5,3 Commercio 92,67 83,07 88,86 10,4 Servizi 113,36 86,59 101,79 23,6 TOTALE 103,82 85,28 98,32 17,9 Tab. 13 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno nell industria ( ), FVG 2013 Maschi Femmine Totale Gender pay gap (%) Fig. 2 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno nell industria ( ), FVG 2013 Fabbricazione mezzi di trasporto Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici Metallurgia Industrie alimentari e delle bevande Industrie chimiche e della gomma plastica Industria della carta e stampa Industria elettronica Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo Fabbricazione prod. lavorazione di minerali non metalliferi Fabbricazione apparecchi medicali, di precisione, str. ottici Fabbricazione di mezzi di trasporto Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 123,17 120,28 122,95 0,9 118,45 94,13 114,25 20,5 Metallurgia 111,64 99,11 110,87 11,2 Industria del legno e arredo Industrie tessili Industrie alimentari e delle bevande Industria chimica e della gomma plastica Industria della carta e stampa 109,79 87,54 102,01 20,3 107,32 85,85 101,40 20,0 104,57 85,27 100,24 18,5 Industria elettronica 105,56 83,15 99,99 21,2 Fabbr. e lavorazione dei prodotti in metallo Fabbr. prodotti della lavoraz. di minerali non metalliferi Fabbr. di app. medicali, di precisione, str. ottici 96,92 84,07 95,27 13,2 93,83 84,53 92,67 9,9 100,55 76,65 91,68 23,8 I dati Inps consentono di osservare come le retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori a tempo pieno nell industria siano più elevate nel ramo della fabbricazione dei mezzi di trasporto (con 123 euro), seguiti dalla meccanica (114 euro) e dalla metallurgia (111 euro), mentre i tre settori con le retribuzioni più basse risultano quelli connessi alla fabbricazione di apparecchi medicali, di precisione e ottici (92 euro), il legno-arredo (82 euro) e il tessile (77 euro). La disaggregazione per ramo di attività del manifatturiero evidenzia inoltre come i gender gap più rilevanti siano presenti nella produzione di apparecchi medicali, di precisione e ottici (23,8%), nel tessile (23,4%), nell industria elettronica (21,2%), meccanica (20,5%), alimentare (20,3%) e della gomma-plastica (20,0%), differenziali che si può ritenere rimandino non solo a fenomeni di divario salariale, ma anche di concentrazione femminile in livelli di inquadramento e mansioni inferiori rispetto alla distribuzione maschile. Industria del legno arredo 85,06 74,70 82,16 12,2 Industrie tessili 88,55 67,83 77,36 23,4 ireport / pag. 7
8 Tab. 14 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno nell industria ( ), FVG 2013 Fig. 3 Retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti a tempo pieno nei servizi ( ), FVG 2013 Maschi Femmine Totale Gender pay gap (%) Attività finanziarie 180,37 131,60 162,05 27,0 Attività finanziarie 162 Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni Servizi pubblici, sociali e personali Attività immobiliari, noleggio, informatica, servizi alle imprese 109,21 97,64 106,80 10,6 107,10 76,73 91,60 28,4 94,65 83,30 89,77 12,0 Trasporto, magazzinaggio, comunicazioni Servizi pubblici, sociali e personali Att. immobiliari, noleggio, informatica, servizi imprese Commercio Commercio 92,67 83,07 88,86 10,4 Sanità e assistenza sociale 81 Sanità e assistenza sociale 96,13 75,82 80,99 21,1 Istruzione 84,86 71,47 74,91 15,8 Istruzione Alberghi e ristoranti Alberghi e ristoranti 76,13 68,10 71,60 10, Per quanto riguarda le retribuzioni medie giornaliere percepite dai dipendenti del terziario, i valori più elevati si registrano nel settore delle attività finanziarie (162 euro) e nella logistica (107 euro). La retribuzione del commercio è pari a 89 euro, mentre il ramo di attività con la retribuzione meno elevata è quello della ristorazione e comparto alberghiero (72 euro). Il gender gap più marcato si rileva nei servizi pubblici sociali e personali (28,4% di differenza tra retribuzioni maschili e femminili) e nelle attività finanziarie (settore in cui le donne percepiscono il 27% in meno). I rami di attività con minore differenziale salariale sono quelli della ristorazione (10,6%) e commercio (10,4%). ireport / pag. 8
9 Conclusioni La fotografia che si ricava dagli archivi amministrativi dell Inps indica come la crisi sta interessando il lavoro subordinato del settore privato, evidenziando come, in termini percentuali, siano stati colpiti in particolare i dipendenti del settore edilizio e manifatturiero. Per quanto riguarda le qualifiche, la contrazione maggiore si osserva tra gli apprendisti e gli operai, mentre si ha un incremento per dirigenti e quadri. Solo nel terziario il bilancio degli ultimi anni risulta positivo, ad esempio nella sanità e assistenza sociale e nei servizi alla persona, anche se spesso si è creata occupazione poco qualificata, poco stabile e poco retribuita. I dati evidenziano un ulteriore trasformazione in atto, ovvero la diminuzione dei dipendenti a tempo indeterminato e con un orario full time. Il loro numero infatti si è ridotto con maggiore intensità rispetto ai tempi determinati e ai part time. Con particolare riferimento all orario, i dati confermano da un lato la marcata femminilizzazione del tempo parziale (più diffuso nei servizi che in altri settori) e dall altro l aumento dell involontarietà di questa forma di occupazione. Un altro importante tratto distintivo dell attuale crisi è quello di aver colpito in maniera particolare le fasce più giovani della popolazione. Il numero di occupati dipendenti under 45 è infatti drasticamente diminuito, in parte compensato dalla crescita di tipologie come il lavoro parasubordinato o accessorio. Tra le informazioni emerse, si è infine dimostrata di particolare interesse quella relativa alle retribuzioni medie giornaliere. Se infatti nel 2013 il valore rilevato in Friuli Venezia Giulia era pari a 98,32 euro, la disaggregazione per settore, età e genere ha evidenziato la presenza di differenze significative, confermando anche per il contesto regionale l esistenza del fenomeno del gender pay gap. Bibliografia Almalaurea (2015), Condizione occupazionale dei laureati, XVII Indagine 2014, Bologna, 2014 (p ) Bettio F. (2013), Perché in Italia si riapre il gender pay gap, in InGenere, 30 maggio ( Centra M., Cutillo A. (2009), Differenziale salariale di genere e lavori tipicamente femminili, Collana Studi Isfol, n. 2/2009. In: Commissione Europea, DG Giustizia (2014), Colmare il divario retributivo di genere nell Unione europea ( INPS, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2013), Rapporto sulla coesione sociale. Anno 2013 IRES FVG (2012), Osservatorio socioeconomico del Friuli Venezia Giulia ISFOL (2008), Esiste un differenziale retributivo di genere in italia?, I libri del Fondo sociale europeo, Roma ISFOL (2010), Rompere il cristallo. I risultati di un indagine ISFOL sui differenziali retributivi di genere in Italia, I libri del Fondo sociale europeo, Roma Murgia A., Poggio B., Vogliotti S. (2010), Oltre il gender pay gap Una ricerca sulla (s)valutazione del lavoro femminile in Alto Adige Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige (2014), Equal Pay Day Lavoro dipendente e retribuzioni-2012, AstatInfo n. 23, aprile ireport / pag. 9
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