Gianmarco Margaritora - Alessandro Zanobini relazione

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1 Acea Ato 2 S.p.A. Una grande opera idraulica prima dell idraulica il caso de «La Cloaca Massima» Gianmarco Margaritora - Alessandro Zanobini relazione L Aquila 08/10/2013

2 Fossa Traiana Foce naturale 0,36 MA 0,36 MA

3 Il complesso sistema idro - geologico Il letto del Tevere raggiunge la posizione attuale in era Quaternaria (pleistocene recente) Su un letto di argille plioceniche affioranti solo in destra Tevere si stratificano le varie unità sedimentarie recenti (fluviali e lacustri) e il complesso vulcanico. Da un punto di vista dell idrologia sotterranea l alternarsi di terreni impermeabili: argille, lave, tufi non fratturati; ai terreni a permeabilità molto variabile: dai sedimentari recenti, alle pozzolane; ai terreni percolabili: lapidei più o meno fratturati. Ne conseguono falde freatiche sia superficiali che profonde e falde artesiane con livelli energetici anche molto al di sopra del tetto della falda Inoltre falde ancora a contatto con fenomeni di vulcanismo attivo con temperature variabili in seguito a fenomeni di sciame sismico.

4 La storia millenaria del sistema di drenaggio urbano della città di Roma ha origine con Lucio Tarquinio Prisco, che prosciuga le bassure della città intorno al Foro, e gli altri avvallamenti che si estendevano tra i colli, per mezzo di cloache adducenti al Tevere con giusta pendenza, non essendo facile far defluire le acque dalle pianure [Livio Ab Urbe Condita, I, 38, 5]. La costruzione della Cloaca Massima è poi attribuita a Tarquinio il Superbo. Lo storico Livio rileva trattarsi di un opera a cui la magnificenza del tempo (l Età di Augusto) poteva a stento contrapporre qualcosa di uguale [Livio Ab Urbe Condita, I, 56, 2-3]. Precedentemente, durante il regno di Anco Marzio la città si era estesa in riva destra, e aveva occupato il Gianicolo, che fu unito alla città con il ponte Sublicio, il primo gettato sul Tevere. Roma estese poi il suo dominio anche nelle campagne vicine, fino al mare: così fu fondata Ostia [Livio Ab Urbe Condita I, 33, 5-10]. I canali costruiti in questa epoca (tecnicamente di scuola etrusca) erano canali di bonifica (adducevano acque di falda e di pioggia; sono diventate cloache, cioè con adduzione anche di acque di rifiuto domestico, solo in un secondo tempo) e quindi di notevoli dimensioni

5 La "cloaca massima, iniziata dai re Tarquini, fu in seguito rifatta e ampliata numerose volte, era un grosso canale che, probabilmente, seguiva le incisioni naturali del terreno e inizialmente, aveva lo scopo di drenare alcune falde superficiali, bonificando i terreni limitrofi, in seguito allontanò acque di rifiuto e acque pluviali, le notevoli dimensioni degli spechi e la perfetta esecuzione dei dreni permetteva di auto depurare notevolmente prima dell'immissione nel Fiume Nello speco principale s immettevano vari cunicoli secondari, i più antichi in tufo, sfocianti nelle pareti, i successivi in laterizio, sfocianti nella volta; le dimensioni di questi spechi secondari alla confluenza con la cloaca massima erano di m 0,60 x 1,21.

6 La "cloaca massima" aveva le pareti per la maggior parte in grossi blocchi di pietra gabina (da Gabii località ad est di Roma ~18 Km lungo la via Prenestina) o di tufo (spesso Anio rosso) dello spessore 3 4 m; il fondo era in parte selciato con pentagoni basaltici; la volta era, nei tratti più antichi, in tufo o in peperino o in sperone, nei tratti più recenti, in travertino a secco con scaglie di selce. Come osservazione generale si può dire che il materiale da costruzione impiegato è il più vario ma per la maggior parte proveniente dalla fase eruttiva del vulcano laziale: lave (selce) o materiale di lancio consolidato (tufi). Questo materiale è posto in opera quasi sempre a secco con tecnica, molte volte ad incastro con elementi cuneiformi, che non so come definirla, ma la durata più che bimillenaria delle opere lascia profondamente ammirati. Il materiale di tipo sedimentario (travertino) era usato per inserire archi nei passaggi più delicati per instabilità propria del terreno oppure dovuta a strutture sovrastanti o adiacenti. Del cementicium (impasti di calce e pozzolana) si può trovare solo nella platea e tratti d imposta delle spalle.

7 Cloaca Massima particolare delle pareti nel tratto al di sotto del Foro di Nerva M 0,60 X 1,21 Altezza: da un minimo di 1, 99 m ad un massimo di 4,30 m; Larghezza: da un minimo di 1,20 m ad un massimo di 3,45 (a livello banchina).

8 Dreni superiori

9 Il grande canale, partendo dall'argileto, riceveva gli scarichi dell'esquilino, Viminale e Quirinale; presso il sacello di Venere Cloacina iniziava il tronco più antico; seguiva, con percorso tortuoso attraverso il Foro ed il Velabro, il tracciato del vicus Tuscus, piegava poi a gomito verso il Tevere all'ingresso della Valle Murcia. Nell espansione della rete di drenaggio dell antica Roma, quando in essa sono immesse anche le acque di rifiuto domestico, più o meno consapevolmente, nasce la parte sanitaria dell ingegneria. Anche questo si deve senza dubbio alla filosofia e scienza derivante dalla Grecia del VI - V e IV secolo a. C.[1] Va ricordato, infatti, il grande merito della scuola greca di avere impostato una "medicina laica" secondo la quale morbi, che potevano anche degenerare in epidemie, avevano cause naturali e non erano dovuti a interventi degli dei dell'olimpo.

10 . Nell opera forse più importante di Ippocrate "Delle arie, delle acque e dei luoghi" scritta nel V secolo a.c., vi è un esplicito collegamento tra i sintomi della malaria e la presenza di paludi. Malgrado i Greci e i Romani ignorassero la natura microbiologica della malattia (Plasmodium malariae) e la specie animale vettore (zanzare), la correlazione fra acque stagnanti e Urbe Condita, XXV, 26, malattie era per loro evidente. Per questo motivo era necessario prevedere interventi di bonifica delle paludi in prossimità degli insediamenti umani. Ad ulteriore prova possiamo citare Tito Livio il quale ricorda le letali epidemie che fatalmente colpivano quegli eserciti stranieri accampate in aree paludose e malsane. E' quello che accadde (Livio Ab Urbe Condita, V, 48, 2) nel 390 a.c. ai Galli Senoni guidati da Brenno durante l'infruttuoso assedio del Campidoglio e, successivamente nel 212 a.c. alle truppe Cartaginesi accampate fuori Siracusa nel delta del fiume Imera durante la seconda guerra punica (Livio Ab 8).

11 Rilievo della cloaca massima R. Lanciani Forma Urbis 1893 Inseriti i frammenti della pianta marmorea di Settimio Severo P. C

12 Strada trionfale di Costantino a.d. 324 Rilievo di fine 1800.Il collettore nuovo policentrico, per motivi di deflusso, strutturalmente con impasto, di calce e pozzolana e inerti granulometricamente da sabbia a ghiaia, gettato in opera. Il collettore antico fondo piatto e strutturalmente in conci di pietrame vario, di solito rocce del vulcano laziale: intrusive (selce) o effusive consolidate (tufi).

13

14 La cloaca Massima: la sua storia. Prima fase: canale aperto, opera fondamentale per facilitare le vie di comunicazione. Seconda fase: canale chiuso, opera fondamentale per la tutela ambientale. Terza fase allaccio alle acque di rifiuto domestico, collettore e depuratore per diluizione. (Prima opera di ingegneria sanitaria ambientale?). Se per Talete di Mileto l acqua è il principio di tutte le cose, per i romani è parte fondante della loro civiltà e la Cloaca Massima e la sua storia ne sono un brillante esempio.

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