BOZZA NON CORRETTA. MISSIONE A BARI 26 gennaio PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA. La seduta inizia alle 9.15

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1 1/14 MISSIONE A BARI 26 gennaio PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA La seduta inizia alle 9.15 PRESIDENTE. Buongiorno colleghi, ringraziamo il prefetto dottor Schilardi e il questore dottor Manari, per l ospitalità che ci stanno offrendo, per la loro presenza e per la loro collaborazione. Faccio presente ai nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandoli comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Come loro sanno la Commissione d inchiesta si occupa in modo specifico della presenza della criminalità organizzata nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, per avere un quadro generale e anche per comprendere se l intervento pubblico o il controllo sull attività privata impediscono alla criminalità organizzata di avere spazio, è interesse della Commissione avere un quadro più generale rispetto a quello relativo a singole inchieste, anche perché poi verranno i magistrati Darei quindi la parola ai nostri auditi per avere una visione più complessiva dello stato della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, se avviene attraverso discariche o attraverso termovalorizzatori. Dopodiché la Commissione porrà delle domande, se lo riterrà. Lascio la parola agli auditi. CARLO SCHILARDI, Prefetto di Bari. Grazie, presidente. Naturalmente do loro il benvenuto, sottolineando che siamo a disposizione per ogni assistenza possibile durante il vostro soggiorno, quindi anche per ritornare su qualsiasi argomento dovesse avere bisogno di ulteriori sviluppi. Come quadro generale, va riferito che anche in Puglia c è stata una gestione di natura commissariale, per attivare e organizzare un sistema moderno di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, che prese avvio all inizio degli anni Duemila, e che portò a un piano organico basato soprattutto sull attivazione di impianti di CDR e impianti di termovalorizzazione; il piano non fu attuato per il cambio di governo a livello regionale (il commissario era il presidente della regione e

2 2/14 lo è stato fino al 2007) che ha portato a un cambiamento dell approccio ideologico verso il sistema del trattamento dei rifiuti, e alla modifica del progetto iniziale. Si decise pertanto, al momento, soprattutto di sospendere la realizzazione degli impianti di termovalorizzazione per sostituirli con altre metodologie di trattamento che brevemente adesso cercherò di riassumere. Il regime commissariale è durato fino al 2007, anno in cui il presidente della giunta regionale, di intesa con il Governo centrale, restituì a province e comuni la competenza primaria a operare nel settore riservando a se stesso soltanto la gestione stralcio per la chiusura dei lavori di realizzazione di alcuni impianti, vedremo quali, di trattamento e di smaltimento lasciando agli enti locali tutte le attività di segno diverso, quindi di non realizzazione impiantistica. Il piano è stato oggetto a sua volta nel tempo, fra il 2005 e il 2006, avvento del nuovo governo regionale e oggi 2010, di diverse variazioni, che come vedremo hanno portato di nuovo a ripensare l utilità o meno degli impianti di termovalorizzazione, tanto che attualmente alcuni sono in corso di realizzazione sia a opera della pubblica amministrazione sia a opera di privati. Al momento, al di là di ogni altra considerazione circo lo sviluppo della realizzazione degli impianti, la maggior parte dello smaltimento avviene attraverso discariche controllate, pubbliche e private e quindi il sistema di smaltimento è quello delle discariche che fortunatamente si riescono ancora a realizzare in questo territorio, senza un opposizione di carattere robusto da parte delle popolazioni locali che comprendono e accettano l idea che si debba soprattutto pensare a salvaguardare l igiene complessiva e che quindi, in attesa che le scelte istituzionali portino a un compimento complessivo delle iniziative e delle realizzazioni impiantistiche, qualcosa va fatto per evitare problemi maggiori. Abbiamo fenomeni contestativi che però sono quasi sempre contenuti e non trovano un vasto seguito popolare: mi permetto di portare esempi correlati in quanto ho fatto 9 anni in Campania, dedicati quasi tutti a studi nel settore dei rifiuti e posso dire che la differenza con quella regione è che da noi il principio di rappresentatività è ancora solidamente vigente. L organizzazione dello smaltimento è stata realizzata mediante la suddivisione del territorio pugliese in quindici ambiti territoriali, i cosiddetti ATO. Di questi quindici, quattro riguardano la provincia di Bari e la BAT, la nuova provincia Barletta, Andria,Trani, per cui si è votato due anni fa e che è in corso di realizzazione, ma tutt ora gli organi istituzionali provinciali che sono deputati a gestire quell area siamo noi. Sul piano pratico, attualmente, nell ambito della dotazione impiantistica transitoria, perché siamo rivolti verso il futuro e quindi alla realizzazione di nuovi impianti, sono in esercizio quattro

3 3/14 discariche. Noi operiamo e gestiamo il sistema con quattro discariche di rifiuti solidi urbani: una si trova a Giovinazzo, un comune del nord barese, a pochi chilometri da Bari; un altra si trova a Conversano, la cosiddetta «Martucci», che serve l area sud del territorio verso Monopoli e verso Brindisi; un altra discarica si trova a Trani, nel nord barese, nella nuova provincia, ed è quella cosiddetta di «Puro Vecchio», dal nome della contrada che la ospita; l ultima si trova presso Andria, a San Nicola La Guardia. Le quattro discariche dovrebbero essere integrate dico dovrebbero perché si stanno completando i lavori di allestimento e di realizzazione con qualche contestazione più politica che popolare da quella di Grottelline a Spinazzola, una grossa discarica che dovrebbe garantire ancora la transizione perché è una discarica abbastanza grande. Questo in attesa che entrino in funzione impianti di stabilizzazione, compostaggio e CDR. A questo punto arrivo anche al nocciolo del mio discorso, sul sistema che è stato progettato dal nuovo governo regionale, in realtà siamo alla seconda consiliatura e quindi ormai sono oltre cinque anni. Il futuro doveva essere basato non sulla termovalorizzazione ma soprattutto sulla biostabilizzazione, sul compostaggio e poi ancora sul CDR, anche se si è resa necessaria una riflessione: un CDR senza un impianto di termovalorizzazione per bruciare il prodotto sarebbe perfettamente inutile. Vedremo come il privato, chiaramente facendo i propri interessi, è intervenuto nel processo realizzando degli impianti di CDR privati; ce n è uno in realizzazione a Massafra, uno nel nord barese e un altro ancora a Modugno, sono tutti e tre privati. Ha inoltre realizzato la trasformazione, una completata e l altra in fieri, di due cementerie di una grande azienda nazionale, una già in funzione, per bruciare i rifiuti. Nel complesso, quindi, il piano predisposto dall attuale commissario della regione prevede a regime la realizzazione di impianti per il primo trattamento (quindi quelli provenienti dalle raccolte differenziate, e vedremo in che misura la raccolta differenziata è attiva), di biostabilizzazione e di selezione degli indifferenziati, di produzione del CDR, di compostaggio per la trasformazione dei rifiuti umidi in composto agricolo (voi conoscete bene qual è il processo, per cui una parte diventa CDR, una parte compost e una parte sovvalli), delle discariche controllate di servizio e di soccorso. C è una quota, come sapete bene, che non può essere ovviamente né termovalorizzata, quindi bruciata, né trasformata in compost, quindi comunque la discarica di servizio serve. Questo è il grande errore che si fece in Campania quando si pensò che con il CDR e con il termovalorizzatore si era risolto tutto, dimenticando che c era una quota che comunque doveva essere stoccata Ritorno brevemente su ciò che ho detto. Il governo regionale pugliese nel 2006,

4 4/14 soprattutto, appena insediatosi, rimosse il piano che era stato predisposto e basato sulla realizzazione dei termovalorizzatori (per lo smaltimento della frazione secca) per poi inserire di nuovo la realizzazione di cinque impianti nel territorio pugliese. Si tratta di un ripensamento in corso d opera tra il 2006 e il Questi impianti, ne ho già fatto cenno, sono uno a Massafra, Foggia (è del gruppo Marcegaglia) e uno a Modugno, che credo sia dello stesso gruppo, uno a Manfredonia, in via di realizzazione, uno a Barletta e uno a Lecce, questi ultimi due pubblici. Per portare avanti il piano regionale riformato prima dell ulteriore riforma e previsione di realizzazione dei termovalorizzatori, si è fatto naturalmente un progetto di smaltimento mediante raccolta differenziata, che era stata ipotizzata nella misura del per cento. Io mi permetto, dopo nove anni di immondizia in Campania, di dire che questi sono sogni; si è arrivati e speriamo che ciò sia realistico a un 25 per cento a macchia di leopardo, perché soprattutto nei piccoli comuni della Puglia localizzati in gran parte nel leccese, nel Salento e in parte nel foggiano, è stato più facile arrivare a livelli alti di differenziata. Nelle grandi città invece le percentuali sono più basse e da qui naturalmente deriva l abbattimento complessivo. In ordine ai rifiuti speciali, invece, perché finora abbiamo parlato dei rifiuti solidi urbani di natura comune in Puglia, i dati che sono pervenuti a noi dalla regione non avendo la prefettura compiti attivi, se non per motivazioni di ordine pubblico collegate, indicano che in provincia di Bari e nella BAT sono autorizzati cinque impianti di rifiuti speciali. Ne abbiamo gli elenchi, li troverete in allegato alla relazione che mi sono permesso di farvi avere all inizio della settimana: sono divisi naturalmente tra impianti di competenza regionale e impianti di competenza provinciale. Comunque, in breve sintesi, per fornirvi dei numeri, gli impianti di stoccaggio sono 24, le discariche per inerti sono 11, le discariche per i rifiuti urbani, già citate, sono 4 e diventeranno 5 con Grottelline e i centri di raccolta veicoli fuori uso sono 58. Questo è il quadro complessivo con un discorso di rapida sintesi. Dobbiamo poi interessarci dei reati ambientali connessi al ciclo dei rifiuti. Io vi parlerò di ciò che è noto, perché ha avuto sviluppi tali da poter essere naturalmente estensibile a noi che non siamo polizia giudiziaria, a differenza di voi, quindi la magistratura potrà sicuramente dare elementi di gran lunga migliori. Nel 2008 per Bari abbiamo avuto a titolo complessivo circa 138 ispezioni; le hanno fatte l ARPA, il NOE, la Guardia di finanza. Gli arresti sono stati 17, le denunce 263, le sanzioni amministrative 4 per un importo assai esiguo, euro, i sequestri 70, i valori sequestrati (questo è più importante perché si tratta quasi sempre di terreni e di immobili) 68 milioni circa.

5 5/14 Salto il 2009, anno nel quale gli arresti sono stati uno solo, il che dà l idea che ci troviamo davanti a fatti criminosi di grossa portata perché altrimenti sarebbero scattate misure cautelari che non ci sono state. Nel 2010 a fronte delle 102 ispezioni effettuate e dei sequestri di beni calati a 27 milioni dai 68 del 2008, gli arresti sono stati zero. Pertanto, nel settore abbiamo avuto 17 arresti nel 2008, uno nel 2009, zero nel 2010 e questo dà l idea dell intensità criminale nel settore, almeno per ciò che a noi è stato riferito dalle forze di polizia attive. Le violazioni sono di natura essenzialmente contravvenzionale; si aggiunge la fattispecie di cui all articolo 260 del decreto legislativo n. 152 del 2006, che punisce il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. L attività condotta dalle forze di polizia nel porto di Bari, che ha una sua valenza e ha dimostrato di averla per ciò che attiene anche ai trasporti da e per l estero di rifiuti, è stata piuttosto efficace; sono state riscontrate 150 violazioni nel , 100 nel Abbiamo avuto sostanzialmente sequestri di prodotti minerali derivati, prodotti di plastica e gomma per lo più in esportazione verso paesi poveri disponibili ad accoglierli e rifiuti industriali per appena 23 tonnellate e poi ancora sequestro di valori molto limitato. I fenomeni prevalenti riscontrati sono l occultamento e la sommersione nel terreno in cave di rifiuti speciali o pericolosi, i cosiddetti «tombamenti», come vengono definiti. Però vedremo che non sono tombamenti di chissà quale rilievo: finora non è stato trovato niente di particolare, si tratta quasi sempre di materiale di risulta tal quale, oppure, purtroppo, residui ospedalieri che vengono dati per lo smaltimento e vengono invece tombati, e ancora, fatto più diffuso, lastre di eternit o materiali contenenti prodotti tossici o residui tossici che quasi sempre o non vengono smaltiti, nel senso che li toglie direttamente chi sta facendo il lavoro di demolizione o rifacimento, oppure vengono ceduti a gente che dovrebbero smaltirli adeguatamente e poi non si capisce che cosa succede. Infatti soprattutto a livello culturale c è una grande incompetenza anche da parte di chi fa questi lavori di ristrutturazione. C è poi l abbandono di rifiuti nell ambiente. Non si vedono qui le grandi discariche a cielo aperto oppure sul lungo strade o altro depositi di materiale, però non c è dubbio che questo in depositi chiusi avviene perché noi abbiamo detto che esistono sulla carta, e anche nella realtà, 58 centri di raccolta di veicoli fuori uso e 11 di inerti. In realtà l informazione, la conoscenza da parte della popolazione e degli operatori di questi centri e comunque la non capillarità fa sì che molto spesso, in maniera molto semplificata la gente o chi è interessato butta lì il frigorifero, il mobile, il

6 6/14 televisore, getta via tutto ciò che si deve togliere e che non sa dove portare. Non è una giustificazione, non è giustificabile, però il sistema pubblico non funziona. Se voi chiedete a me prefetto da cinque anni di questa terra, dove stanno realmente le discariche e se viene data un informazione ciclica accendendo il televisore o leggendo i giornali, per tenere aggiornata la memoria sul sistema, posso confermarvi che non c è. C è poi uno smaltimento illecito dei reflui. È una vecchia questione, vi porto degli esempi perché io sono pugliese, salentino e ricordo che quando ero ragazzino dopo la stagione olearia non si poteva circolare nelle campagne perché c era un terribile odore di sanse e di olive sparse nei campi e alcuni agricoltori ritenevano che fosse un materiale utile. Oggi il fenomeno è fortemente ridotto, si nota di meno, però esiste ed è ancora cospicuo. Lo smaltimento delle sanse e delle sentine come avviene? Attraverso autobotti che le prelevano dagli impianti di produzione olearia o di trasformazione del prodotto e poi vengono smaltiti in campagna. Questo effettivamente è un dato di fatto. C è inoltre un traffico transfrontaliero di rifiuti; il punto più delicato, oltre al porto che prevede soprattutto rifiuti in uscita, non in entrata, é l area nord barese confinante con la Campania dove c è un osmosi, anche perché esistono larghi spazi scarsamente abitati che consentono naturalmente di operare senza che la popolazione se ne renda conto, perché esiste a livello popolare una grande attenzione verso il fenomeno, quindi è difficile poter smaltire illecitamente con il consenso della gente, non è possibile assolutamente nemmeno negli strati più bassi della popolazione. Le infiltrazioni della criminalità comune e organizzata nel settore. È un argomento delicato e vi parlerò brevissimamente, poi non vi disturberò più, delle principali operazioni che ci danno l idea anche del rapporto esistente con la criminalità organizzata che è abbastanza scarso. La direzione distrettuale antimafia barese, che è competente anche per Foggia, si è interessata poco della materia; ciò vuol dire che non ci siamo trovati davanti a persone inquadrabili per il loro comportamento nell articolo 416-bis, ma tutt al più nell articolo 416 ordinario, restando la materia di competenza delle procure territoriali, che sono 4: quelle ordinarie di Trani e Bari e poi come DDA, Foggia e Lucera nell aria foggiana, sempre collegate alla direzione distrettuale antimafia di Bari. Un operazione risale al Ricorderete che ho fatto riferimento a 17 arresti avvenuti nel 2008, mentre nel 2009 c è stato un solo arresto e nel 2010 nessuno. Questo perché l unica operazione di spessore e di contenuti è stata quella realizzata dal NOE nell agosto del 2008, anche in quel caso su mandato della procura di Trani fu posta sotto sequestro un area in località

7 7/14 Grottelline Spinazzola, proprio dove ora si sta realizzando la quinta discarica, e furono contestate violazioni ordinarie al codice penale. Questa è stata l operazione e gli arresti durarono molto poco. Bisogna andare al 2010 per trovare il dissequestro di quell area che fu restituita ai proprietari che stanno realizzando sotto controllo la discarica. Ma restituita nell aprile 2010 è stata nuovamente sequestrata (ecco perché i ritardi nella realizzazione) nel novembre 2010, sempre nell ambito dello stesso procedimento penale del 2008 e l imputazione era di discarica abusiva di rifiuti speciali in violazione al decreto Ronchi. Inoltre l unica ditta del barese che è stata finora oggetto di particolare attenzione da parte dell autorità giudiziaria per il sospetto che si applicassero metodologie di smaltimento irregolari, è stata la Tra.de.co. di Altamura, una località importante dal punto di vista economico e industriale dell area murgiana, caratterizzata da uno sviluppo economico industriale fortissimo; è la città con il più alto reddito pro capite dell Italia meridionale, con il più elevato numero di depositi bancari, che aveva trovato un momento di grande ricchezza non solo nell agroalimentare e nell industriale ma anche nel settore del mobile imbottito, i famosi salotti della Natuzzi, e altre ditte importantissime, che si sono ridimensionate ma rimangono importanti. Esiste quindi questa ditta, la Tra.de.co., oggi entrata in un ATI con altre due aziende e diventata Cogeam, che ha avuto come amministratori delegati e come legali rappresentanti soprattutto esponenti della famiglia Columella e oggi invece ha come legale rappresentante altra persona non appartenente alla famiglia comunque rappresentante lo stesso gruppo aziendale. Il capostipite della famiglia è Carlo Dante Columella che è stato più volte incriminato ma sempre per reati minori. Lo hanno incriminato per smaltimento illecito e altri piccoli reati ma se l è sempre cavata. C è poi Columella Michele, che è presidente del consiglio di amministrazione della Vi.Ri., altra azienda collegata alla Tra.de.co., nel settore dei rifiuti, che è stato arrestato e posto ai domiciliari insieme a due funzionari della ASL di Bari per lo smaltimento dei rifiuti a Bari. Dalle mie risultanze, dal NOE di Bari è stata documentata la presunta esistenza di un traffico di rifiuti e reati ambientali compiuti dalla Tra.de.co., utilizzando la discarica di bacino di Altamura Le Lamie; risulta poi con quattordici altre persone, in gran parte pubblici amministratori, una truffa aggravata (quindi parliamo soprattutto di illeciti di carattere patrimoniale, di reati contro la pubblica amministrazione) per il conseguimento di erogazioni pubbliche in quanto hanno risolto un contratto e anziché avere un milione e mezzo di euro avrebbero (mettiamo il condizionale) preteso sei milioni di euro nel confronti del comune di Altamura con cui avevano un contratto (ma ne hanno in tutta la Puglia); sono stati poi deferiti con

8 8/14 altre 72 persone sempre nell ambito del bacino dell ATI 4 per reati ambientali al fine di favorire illeciti guadagni. Risulta quindi una serie di inchieste ma senza particolare sviluppo. Il nome dei Columella è venuto fuori con una certa forza qualche mese fa quando in sede di audizione alla Commissione parlamentare antimafia, presieduta dal senatore Pisanu, furono disvelati presunti rapporti tra i Columella che sono considerati (entriamo nel settore della criminalità economica organizzata) i padroni del territorio per le loro grandi disponibilità economiche e finanziarie e quindi anche i soggetti capaci di influire sulla vita politica del territorio e di condizionare anche, con mezzi finanziari non attraverso minacce estorsioni, in un certo senso, le campagne elettorali. In particolare è venuto fuori che il giovane presidente del consiglio comunale, D Ambrosio, che ha lo stesso cognome di una persona che era morta ammazzata ed era il capo dell attività organizzata locale, procugino peraltro dello stesso D Ambrosio, sarebbe stato eletto con il supporto fortissimo dei Columella che gli avrebbero non solo finanziato la campagna elettorale e messo a disposizione i locali per la campagna stessa ma in qualche modo sarebbe stata anche svolta un attività di procacciamento dei voti. Il giovane D Ambrosio procugino del D Ambrosio ucciso, ma che in ogni caso non è risultato in rapporto diretto con questa persona, in realtà è stato, malgrado la giovane età, il primo degli eletti con circa preferenze che sono cospicue in un territorio del genere dove si può essere eletti anche con 400 o 500 preferenze, così da diventare inevitabilmente, in quanto primo degli eletti, presidente del consiglio comunale. La città di Altamura, almeno all epoca, ha preso le distanze dalla posizione del presidente e ha votato la sfiducia, ma l attuale ordinamento degli enti locali non consente la sfiducia se non per particolari casi di indegnità e con una contestazione specifica, anche sulla base dello statuto e del regolamento che il comune di Altamura si è dato, sicché il TAR ha prima sospeso e poi annullato il provvedimento. Ciò nonostante il consiglio comunale ha rivotato una mozione di censura mantenendosi in posizione dialettica. Comunque sull argomento le indagini sono tuttora in corso, sono avviate e non ne conosco assolutamente gli sviluppi, per il rispetto anche dovuto nei confronti di chi fa polizia giudiziaria e poi perché sinceramente dopo 37 anni di mestiere preferisco vedere le cose concluse anziché seguirle giorno per giorno come «Porta a Porta» Comunque gli autori dell omicidio D Ambrosio, quindi il capo della criminalità organizzata, sono stati assicurati alla giustizia, non hanno niente a che vedere con il sistema di smaltimento e di trattamento dei rifiuti, ma si tratta di una famiglia concorrente con i D Ambrosio

9 9/14 sul piano criminale nel territorio, che era stata espulsa, tanto che il capostipite era dovuto andare in Sudamerica e sono rientrati dopo alcuni anni senza essere notati; i figli del soggetto rientrato hanno collaborato in prima persona e sono stati presi. Almeno apparentemente quindi il comune non sembra entrare nella vicenda. Le principali operazioni di polizia. C è quella di Barletta, «la Fenice», che ha portato all arresto di tre persone nel Si trattava di girobolla falsi per smaltire rifiuti come normali, mentre invece arrivavano da supermercati, mense e cucine, ed erano quindi residui natura alimentare. Ce ne è stata un altra a Valenzano, in quel caso si trattava dei reflui di una distilleria, Valenzano si trova qui vicino, i residui erano stoccati nelle vasche della distilleria e poi venivano riversati attraverso una tubazione in una cava vicina e smaltiti lì. Sempre nel 2008 a Ruvo di Puglia è stata sequestrata un area agricola di venti ettari, sono stati denunciati il proprietario che aveva in questo caso una connivenza, e due operai. C erano materiali inerti, cioè soprattutto materiale residuo di costruzioni, oppure mobili. Ancora a Trani è stata sequestrata un area con reflui da lavorazione della pietra, lì c è un industria del marmo, quindi molti residui di lavorazione, spezzoni e polveri, vengono abbandonati a cielo aperto. Ancora a Barletta, siamo sempre nell area nord barese di competenza della procura di Trani, sono stati trovati rifiuti speciali non pericolosi e complementi di arredo, mobili. Sempre nel 2010 a Trani, operazione del Corpo forestale dello Stato sulla raccolta, trasformazione di sottoprodotti di origine animale. Questa è stata un operazione importantissima a cui la prefettura ha dato anche un contributo di carattere tecnico. Esiste un unica azienda per il trattamento dei reflui animali, cioè i residui della macellazione delle carni. Con la procura di Trani abbiamo interloquito perché chiudere quell azienda avrebbe significato distruggere il sistema, non si sapeva più dove portare i reflui animali. A questo punto con la procura, con la quale vi sono rapporti di collaborazione come è sempre bene che vi siano tra il soggetto appartenente all amministrazione e chi fa giustizia, si è stabilito di trovare il sistema per andare avanti in maniera lecita. Senza nominare quindi un curatore giudiziario che avrebbe fatto fallire e chiudere l azienda in quattro e quattr otto mediante la chiusura dei rubinetti finanziari delle banche e quant altro, si è deciso di nominare un curatore mantenendo però la direzione di carattere tecnico, sotto il controllo del curatore, a chi già gestiva l impianto. Quest ultimo ha continuato quindi a funzionare sotto sequestro e con la vigilanza costante del curatore, assistito questa è l altra

10 10/14 novità da uomini della forestale che avevano eseguito il sequestro, per controllare tutto il processo nelle more della messa in sicurezza e soprattutto dell adeguamento dell impianto. È stata un operazione di grande interesse sul piano collaborativo. Per quanto riguarda il porto di Bari vi ho già parlato. Per quanto concerne le discariche incontrollate, vi sono numerose aree di abbandono di materiale in dispregio alle regolamentazioni vigenti e spesso vengono denunciati i proprietari inopinatamente. Questo è un problema che andrebbe risolto sul piano normativo, perché quando ero giovane studente universitario mi insegnarono che il primo elemento nel reato è l elemento soggettivo e non quello oggettivo. Questi proprietari vengono incriminati solo perché possiedono i terreni: si scaricano i rifiuti lì e anziché parte lesa, i proprietari diventano soggetto penale. Lo dico perché abbiamo vissuto in prima persona questo problema, una mia commissaria prefettizia nominata commissario della comunità montana della Murgia, a un certo punto si è trovata incriminata perché senza che ne sapesse nulla, nemmeno come funzionaria dirigente di servizio, come oggi la legge sulla dirigenza prevede, erano stati gettati materiali su un terreno della comunità montana. Anziché offrire aiuti o risorse per portarli via, si dimostra che la persona sapeva e ha consentito. In ogni caso è stata prosciolta, ma ha dovuto pagare le spese legali. Per quanto riguarda le discariche incontrollate, il Corpo forestale dello Stato a Bari ha individuato una discarica di rifiuti pericolosi, guaine e pneumatici. Si trovano qua e là discariche di pneumatici, però da noi non si vedono i roghi come sulla Napoli-Caserta, gettano via pneumatici e poi bisogna portarli via per lo smaltimento. Si è trovata una discarica di pneumatici e materiale plastico a Bari; un altra a Putignano, 300 pneumatici, materiali ferrosi e scarti dell edilizia; un altra ancora a Conversano, sempre di materiali edili e copertoni di auto; un altra a Locorotondo di materiali di costruzione e, sempre nello stesso luogo, un altra discarica di vegetazione degli olivi, lo smaltimento di cui vi parlavo; ancora a Binetto demolizioni edili nel 2009; produzione e trasporto all interno di cave abbandonate per lo smaltimento di materiali reflui; ad Andria 800 pneumatici nel 2009; un altra discarica abusiva a Turi di materiali inerti e così potremmo continuare, le potrei citare tutte. PRESIDENTE. Sono nella relazione che ci ha fatto avere. CARLO SCHILARDI, Prefetto di Bari. Sì, sono contenute nel documento. La stessa cosa riguarda l Arma dei carabinieri, si tratta sempre dello stesso genere di materiali di scarto. Anche per la

11 11/14 Guardia di Finanza, in riferimento allo stesso tipo di materiale l unica operazione importante è quella di Altamura. Rispetto alla relazione ho aggiunto alcune cose nell intervento, conoscendo ormai bene il territorio. Troverete comunque in coda alla relazione anche l elencazione degli impianti esistenti, anche quelli per i rifiuti speciali, che io ho citato esclusivamente sul piano numerico. PRESIDENTE. La ringraziamo per la amplissima ed esaustiva relazione. Chiedo al questore se vuole aggiungere qualcosa. GIORGIO MANARI, Questore di Bari. Non mi discosto assolutamente da quanto detto in modo così mirato da sua eccellenza il prefetto, perché nell ambito delle attività di indagine svolte non sono emersi elementi che possano far apprezzare l interesse da parte della criminalità organizzata, come ha detto il prefetto, per il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti. Le investigazioni di contrasto ai sodalizi criminosi ci hanno sottolineato che questi profili di interesse nel settore illecito dello smaltimento del traffico dei rifiuti non c è. Il 2010 non si discosta molto dal 2009 e dal 2008, con poche denunce. PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo su questo. A me sembrava invece che ci fosse un positivo fenomeno, perché vedo che per esempio nel 2008 il sequestro dei rifiuti industriali è di chili di rifiuti industriali, che scendono nel 2010 a , così come accade per quanto riguarda le violazioni riscontrate, che sono molto minori. Vorremmo capire se è diminuita la criminalità o è diminuito il controllo, dal momento che c è una discesa nei dati che abbiamo a disposizione. GIORGIO MANARI, Questore di Bari. Sicuramente quello che io volevo sottolineare è che non c è un interesse da parte della criminalità organizzata per quanto riguarda questo fenomeno, ma vi sono una miriade di piccoli eventi che vengono riscontrati in virtù delle denunce, per quanto riguarda l abbandono come diceva il prefetto sia di rifiuti solidi urbani che di materiale che può essere inquinante quale le lastre di eternit. È questo l andamento, non ci risulta nulla di più, mentre per quanto riguarda l aspetto dell ordine e della sicurezza pubblica, fortunatamente (incrociamo le dita) non si sono verificati fatti che possono portare a turbative dell ordine e della sicurezza pubblica significativi come invece si sono riscontrati in altre zone d Italia, in particolare in Campania.

12 12/14 PRESIDENTE. La sacra corona unita che sappiamo essere l organizzazione nata da un ipotesi di riunione di vari gruppi, come si arricchisce su questo territorio? GIORGIO MANARI, Questore di Bari. Se parliamo di sacra corona unita si tratta della zona del brindisino e non della zona di Bari e provincia, dove vi sono sodalizi criminosi che comunque sono costituiti da bande in modo orizzontale a famiglie e quartieri; i loro proventi illeciti sono indirizzati più al traffico di sostanze stupefacenti, all estorsione e all usura e non certo per quanto riguarda questo specifico interesse di illeciti di cui stiamo parlando, quindi non allo smaltimento dei rifiuti. Dalle nostre indagini questo non è emerso assolutamente. PRESIDENTE. Per tornare un attimo alla domanda che le ho fatto prima, come spiega questa riduzione così radicale nel tempo per quello che riguarda, per esempio, il sequestro di rifiuti industriali, e il numero di violazioni riscontrate dal 2008 al 2010? I NOE da quanti uomini è composto? C è una presenza sufficiente sul territorio? CARLO SCHILARDI, Prefetto di Bari. Sono 25, ma al di là del NOE lavorano molto la Forestale e l ARPA; indubbiamente abbiamo riscontrato nei dati di cui disponiamo un calo nelle attività ispettive, da 150 si è scesi a poco più di 100. Ci sono però due o tre elementi che vanno valutati, innanzitutto l attenzione di alcuni magistrati che cambia verso il fenomeno specifico, la vocazione che alcuni hanno verso la materia. Inoltre da una parte la coscienza nel territorio che scaricare in modo inconsulto comporta delle responsabilità e quindi una maggiore attenzione da parte delle persone. Dall altra parte, anche una attenzione da parte degli inquirenti nel non creare e nel non gonfiare situazioni che tali non devono essere, perché altrimenti si creano procedimenti penali per questioni che sono soltanto di carattere amministrativo, come per le piccole discariche. Quanto alla sacra corona unita, si tratta di un fenomeno completamente estinto perché essa nacque con Rogoli a Mesagne negli anni Ottanta come volontà della criminalità organizzata del sud della Puglia, del Salento, di opporsi all invasività della camorra napoletana all epoca di Cutolo. È stata realizzata da quest uomo, Rogoli, che era un piastrellista male accettato anche dagli altri; la sacra corona unita aveva una struttura di carattere verticale, che ebbe una qualche funzione sul momento ma che poi fu disconosciuta dagli altri nel momento in cui non ce ne fu più

13 13/14 la necessità. Anche il processo che portò alla condanna di Rogoli fu molto particolare, perché egli finì per ammettere (è stato il primo caso nella storia) che aveva tentato di realizzare un organizzazione verticistica del crimine e quindi ci fu quasi dileggio da parte degli altri perché tutto quello che era stato fatto, tutte le procedure, tutti i sistemi, il giuramento nel carcere, mutuato dai vecchi sistemi della criminalità mafiosa siciliana erano completamente fuori gioco. La sacra corona unita, come le diranno anche i procuratori e come Motta ebbe modo di dire anche al procuratore di Lecce e Taranto della DDA in sede di audizione, non esiste assolutamente più, è solo un fatto contingente del periodo. Esiste invece una diffusa criminalità organizzata che copre le varie aree del territorio pugliese, conflittuale nel proprio ambito, quindi non c è un sistema verticistico di tipo mafioso, tanto che in molti casi nei processi, tutt ora, la fattispecie del 416-bis cade e si finisce in quella del 416, perché la stessa Cassazione in molti processi ha ritenuto che il vincolo associativo di cui al 416-bis presuppone una struttura di carattere piramidale, verticistico e organizzato che non c è. PRESIDENTE. Basta che un organizzazione abbia il controllo del territorio e si imponga con metodi ritenuti mafiosi. CARLO SCHILARDI, Prefetto di Bari. Gli ultimi processi non lo hanno accertato. PRESIDENTE. La Puglia è allora un isola felice. CARLO SCHILARDI, Prefetto di Bari. Non è un isola felice, la criminalità spicciola è più pericolosa, tanto che abbiamo avuto nel distretto di Bari-Foggia, lo scorso anno, più Foggia che Bari, 56 omicidi, di cui 22 nel barese (Bari ha abitanti, è la quinta per dimensioni) e a Foggia si sono verificati gli altri 34 episodi nel giro ovviamente di un anno. Questo è il segno anche della conflittualità esistente tra bande. La caratteristica è che molto spesso sono stati individuati gli autori e perseguiti, quindi una scarsa capacità anche di occuparsi o di far perdere le proprie tracce. Però la pericolosità viene proprio dalla frammentazione in questo caso, perlomeno sul piano criminale. Nello stesso periodo lei sa bene che nel distretto di Palermo abbiamo avuto sei omicidi, ma a Palermo zero. PRESIDENTE. Poiché nessuno intende porre quesiti, vi ringraziamo per il vostro contributo. Dichiaro chiusa l audizione.

14 14/14 La seduta termina alle 9.59.

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