COMMISSIONE SUL CICLO RIFIUTI BOZZA NON CORRETTA 1/6

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1 1/6 MISSIONE IN SICILIA 16 SETTEMBRE 2009 PRESIDENZA ON. GAETANO PECORELLA La seduta inizia alle 9.15 PRESIDENTE. Ringraziamo della vostra presenza. Debbo avvertire che, nell'ipotesi in cui riteniate di riferire notizie che devono restare segrete o riservate, è necessario avvertire la Commissione, così da procedere con le modalità di segretazione. La domanda che interessa particolarmente la Commissione è relativa alla presenza o meno di gruppi di criminalità organizzata, mafia, o comunque di gruppi criminali che si occupino, o che traggano profitto dalla raccolta e dallo smaltimento dei rifiuti. Vi chiediamo, dunque, se vi risulti, se ci siano inchieste in corso, se ci siano state e che risultati abbiano dato. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Ho potuto constatare che la pressione delle cosche, sulle attività che riguardano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, è stata esercitata nelle forme tradizionali, cioè tramite richieste di «pizzo». Tuttavia, la sostituzione, cioè l'ingresso vero e proprio per la gestione diretta delle attività nel settore dei rifiuti, non si è manifestata con pienezza. Intendo dire che, ad esempio, non si sono evidenziati fenomeni analoghi a quelli che si sono verificati in Campania, con la gestione di discariche abusive per rifiuti tossici. Non c'è evidenza di traffici particolari del tipo in questi giorni evidenziato anche in Calabria, sullo smaltimento abusivo di rifiuti radioattivi, pericolosi, tossici e rifiuti industriali smaltibili con difficoltà per le vie normali. PRESIDENTE. Vorrei chiedere se avete notizia di episodi specifici di presenza della criminalità organizzata, in questi ultimi anni.

2 2/6 GIROLAMO DI FAZIO, Questore di Agrigento. Parliamo di più di cinque anni fa. C era una discarica che era utilizzata da un associazione mafiosa, che la sfruttava. Si trovava nel territorio di Campobello di Licata, ma ci riferiamo ad anni passati. Successivamente, questi fatti sono stati portati alla luce, rappresentati alle autorità giudiziarie. L iter giudiziario ha avuto il suo corso. Oggi, come dice il signor prefetto, quello che abbiamo notato nella nostra provincia è il tentativo, da parte della criminalità organizzata, di approfittare degli industriali, degli imprenditori che gestiscono le discariche, per riscuotere il «pizzo». Da noi, gli industriali e gli imprenditori che gestiscono le discariche fanno parte di quel gruppo che collabora con l' autorità giudiziaria, con le istituzioni e che ha dato aria nuova in tutta questa parte della Sicilia, in cui effettivamente gli imprenditori collaborano e denunziano. PRESIDENTE. Vorrei sapere se di solito vengano fatte indagini, o accertamenti, sulle aziende a cui viene affidato lo smaltimento e che tipo di verifiche vengano eseguite, in questo campo, per essere sicuri che una certa azienda che si occupa di smaltimento non abbia rapporti con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Il problema sta in questi termini: abbiamo tre discariche in provincia di Agrigento e due dovrebbero essere gestite dagli ATO. Una è aperta, quella di Sciacca, mentre un altra è chiusa, quella di Campobello di Licata. Su quest ultima si stanno compiendo accertamenti, per vedere se sia riutilizzabile, almeno in parte. Le attività sono in corso e, per il momento, nessuno smaltisce alcunché in quella discarica. La terza discarica, invece, è quella gestita dal gruppo Catanzaro. Catanzaro è il vicepresidente regionale di Confindustria, presidente di Confindustria ad Agrigento ed è il soggetto al quale si riferiva il signor questore, che si è sostanzialmente ribellato al «pizzo», quello che ha denunciato le estorsioni e attualmente vive sotto scorta, è protetto dalla Polizia di Stato ed è in continuo contatto con noi. Gestisce una discarica che è all'avanguardia, in quanto, per questa sua posizione, propone costantemente a se stesso nuovi sistemi di verifica e di controllo delle attività in discarica. Catanzaro è portato ad esempio, per il modo di gestire la discarica, che si trova in contrada Matarana, a Siculiana.

3 3/6 Quindi, in questo momento, non abbiamo evidenze. PRESIDENTE. Vorrei ancora sapere se le aziende che effettuano il trasporto dei rifiuti siano pubbliche, o private. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Ci sono tre ATO, in provincia di Agrigento. Gli ATO sono consorzi obbligatori di comuni, che sono stati istituiti in base alla legge regionale. Gli ATO esercitano, scegliendo il sistema attraverso il quale provvedono a tutte le attività. Nella relazione, ho indicato tutte le società che lavorano per gli ATO. L ATO di Sciacca provvede autonomamente. L ATO di Agrigento ha mantenuto i rapporti con le aziende che effettuavano prima la raccolta, lo smaltimento e il trasporto per conto dei comuni. Molte di queste aziende fanno parte di quel gruppo di imprenditori che, insieme a Catanzaro, si sono ribellate al «pizzo». Come detto, al momento non abbiamo evidenze che ci siano soggetti collegati in maniera organica, o anche indiretta, alla criminalità organizzata. PRESIDENTE. Ci è appena stato detto, dal presidente della provincia, che a lui risulterebbe che persone non competenti esercitino attività in questo campo, per appoggi politici, o di altro genere e che ci siano numerosissime assunzioni che non sono giustificate da reali esigenze. Su questa attività UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Presidente, sta parlando di una cosa completamente diversa. Sta parlando della gestione degli ATO PRESIDENTE. Non parlo di una cosa diversa. Parlo del fatto che, se alcune persone vengono assunte sulla base di pressioni, vogliamo capire se sia stato fatto o meno un accertamento su questa sorta di clientelismo, che può celare anche risvolti di criminalità organizzata. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Non so, il presidente della provincia, a che cosa si riferisca in particolare, perché a me non ha detto niente. Glielo chiederò.

4 4/6 Per quanto concerne la situazione dei servizi, per come sono gestiti, nella mia relazione ho evidenziato tutta una serie di difficoltà, che nascono dal modo attraverso il quale queste realtà sono gestite. L'aspetto delle assunzioni non si può riconnettere certamente a pressioni da parte della criminalità organizzata, ma è più tradizionalmente connesso al tentativo, da parte di chi gestisce il servizio, di mantenere i livelli occupazionali che c' erano in precedenza. Sostanzialmente, quando il sistema degli ATO è subentrato alla gestione diretta da parte dei comuni, c'è stata in definitiva la creazione di nuovi soggetti pubblici, che sono stati affidati a persone che avevano avuto esperienze politiche, insomma abituate a gestite con criteri che sono propri della politica siciliana e meridionale. Pertanto, hanno cercato di mantenere i livelli occupazionali, hanno avuto pressioni dalle organizzazioni sindacali per assorbire, tenere in carico tutte le categorie come quella degli LSU, che erano comunque impegnate in questo settore... PRESIDENTE. Quindi, in sostanza, interdittive antimafia nel settore rifiuti non ne sono mai state fatte. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. No, non mi risulta. PRESIDENTE. Vorrei allora chiederle se esista, sul suo territorio, un attività mafiosa, per capire di che cosa si occupi la mafia, visto che UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. La mafia si occupava, con molta attenzione, di chiedere il «pizzo» a quelli che lavoravano. PRESIDENTE. Non è inserita negli affari, dunque. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Per il momento, non è inserita negli affari. Se mi consente, a noi non risulta. Almeno in questi affari. PRESIDENTE. Neppure in altri affari, magari: vorrei capire come mai, se invece fosse inserita in altri affari, non risulti interessante un settore sicuramente remunerativo come quello dei rifiuti.

5 5/6 UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Se lei mi consente, cerco di rispondere: non dico che la mafia non sia interessata a questo settore. Chiedo, prima di proseguire, di passare in seduta segreta. PRESIDENTE. Procediamo in seduta segreta. (La Commissione procede in seduta segreta) (9.27) PRESIDENTE. Dispongo la ripresa dei lavori in seduta pubblica. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Bisognerebbe chiarire subito la questione dei termovalorizzatori, la faccenda del rapporto con il CONAI. Non sono riuscito a venirne a capo, perché, alla fine, l ARRA non deve dare risposte GIOVANNI FAVA. Secondo quanto lei dice, dunque, se non si arriva in tempi rapidi ad una pianificazione certa, il rischio è che in questa «zona grigia» ci si infilino a tutti. UMBERTO POSTIGLIONE, Prefetto di Agrigento. Certo, il sistema non può andare avanti con degli ATO che hanno debiti da tutte le parti e che devono coprire costi che sono anche aumentati. Ai dipendenti degli ATO, infatti, si applica il contratto di Federambiente, che comporta una spesa pari a un incremento delle retribuzioni del 30 per cento, in media. Tutto questo si è cumulato al fatto che hanno dovuto cominciare a chiedere ai comuni di emettere bollette capaci di coprire il 100 per cento dei costi e non più il 50 per cento. Figuratevi, quindi, in che condizioni si trovino. L anno scorso, sono andati avanti con un prestito da parte della regione, il cosiddetto «fondo di rotazione», che quest anno, per i motivi che conosciamo tutti (ossia, che non ci sono soldi) la regione non ha potuto attivare. Allora, la regione ha individuato un altra strada, quella di far chiedere ai comuni che fanno parte dell ATO un anticipazione dei trasferimenti regionali, che è stata destinata a ripianare le difficoltà degli ATO. Ad ogni modo, si tratta di un palliativo che non risolve niente, poiché gli ATO sono indebitati ancora di più: prima con la regione, adesso con i comuni che lo compongono.

6 6/6 PRESIDENTE. Nel ringraziare il nostro ospite, dichiaro chiusa l audizione. La seduta termina alle 9.50