L approcci statutario: invarianti strutturali, regole genetiche e di trasformazione
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- Alfredo Verde
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1 L approcci statutario: invarianti strutturali, regole genetiche e di trasformazione La descrizione dei caratteri morfotipologici e delle regole costitutive, di manutenzione e trasformazione della figura territoriale definisce le invarianti strutturali della stessa. Le invarianti strutturali definiscono i caratteri e indicano le regole statutarie che costituiscono l identità di lunga durata dei luoghi e dei loro paesaggi. Le invarianti strutturali, a partire dall interpretazione degli elementi costitutivi e relazionali della struttura morfotipologica di lungo periodo delle figure territoriali, ne descrivono le regole e i principi che le hanno generate (modalità d uso, funzionalità ambientali, sapienze e tecniche) e che le hanno mantenute stabili nel tempo; tramite la definizione del loro stato di conservazione e/o di criticità, descrivono le regole che ne garantiscono la riproduzione a fronte delle trasformazioni presenti e future del territorio, nella forma degli obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale.
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3 Figura territoriale dei laghi di Lesina e Varano
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5 Figura territoriale dell Alta Murgia
6 L approccio statutario Figura territoriale dell Altopiano di Manfredonia
7 Invasrianti strutturali: regole generative e di riproduzione
8 Descrizione identiraria della figura territoriale di Mattinata: grande anfiteatro sovrastato dall'altopiano delle masserie (pascoli) percepibile nella sua struttura paesaggistica per tutto il percorso da monte a valle e dal mare da lunghe distanze; caratterizzato da 4 sezioni: a) quella sommitale caratterizzata da prati pascoli e boschi del sistema delle masserie con la seguente struttura paesaggistica.; b) quella alta di versante scosceso caratterizzata da un sistema seminaturale composto da...; c) quella di mezzacosta caratterizzata da una struttura urbana bianca di grande compattezza a maglia regolare disposta longitudinalmente sulla curva di livello e un sistema di solati a pettine perpendicolari alla montagna; d) la grande pianura olivetata storica con le masserie all'interno che arriva fino alla duna costiera...
9 Descrizione sintetica dei caratteri invarianti della figura territoriale e dei suoi elementi di rilevanza -presenza delle seguenti aree protette e dei seguenti beni culturali ( oltre ai singoli beni, eventuale CTS)..; -gradi di naturalità (aree naturali, seminaturali, agricole di pregio ecologico (oliveto storico) -forte presenza della relazione storica città campagna fra centro urbano (di grande valore paesaggistico), masserie del pascolo (montane), masserie planiziali (oliveto storico) -forte rilevanza percettiva del quadro paesaggistico di grande forza d insieme da lunge distanze; -presenza di itinerari connessi al parco e alle relazioni monte costa..; -forte valenza produttiva agricola di qualità, di ospitalità agrituristica, di percorsi via mare: -forte caratterizzazione per unicità nel contesto del Gargano dal punto di vista paesaggistico; -presenza di percorsi del sacro (Monte Sant Angelo, San Giovanni Rotondo)
10 Descrizione delle condizioni di riproducibilità dell invariante Nell esempio di Mattinata il rispetto di questa invariante paesaggistica richiede che: -che eventuali addizioni urbane siano compatte, proseguano in continuità la morfotipologia della città storica senza alterarne l immagine paesaggistica; ecc. -siano valorizzate e riqualificate, anche a uso agrituristico, le masserie che circondano la città storica e quelle della piana olivetata; -che nel tessuto rurale eventuali addizioni rispettino la struttura storica della campagna abitata;
11 La visione progettuale e strategica Lo scenario costituisce l insieme delle strategie che il PPTR attivate per elevare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio regionale, contrastare gli elementi di degrado, favorire la fruizione socioeconomica degli elementi patrimoniali identitari. Lo scenario strategico si compone di: - Obiettivi generali e specifici del PPTR; - Cinque progetti territoriali per il paesaggio della regione; - Progetti integrati di paesaggio sperimentali; - Linee guida regionali; - Invarianti strutturali, Obiettivi di qualità, azioni e progetti a livello di ambito di paesaggio (schede di ambito)
12 LO SCENARIO STRATEGICO /Le linee guida Le linee guida che il Piano propone sono redatte in forma di schede norma, progetti tipo, regolamenti, ecc e sono rivolte sia a progettisti che a Enti locali per il loro inserimento negli strumenti di pianificazione e governo del territorio. Le linee guida finora redatte sono: - Progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili; - Progettazione di aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzate (APPEA); - Linee guida del Patto città-campagna; - Linee guida per il restauro e il riuso dei manufatti in pietra a secco. Mentre sono in corso di redazione: - Linee guida per la qualificazione paesaggistica e ambientale delle infrastrutture; - Linee guida per un regolamento edilizio tipo; - Linee guida per il recupero, la manutenzione e il riuso dell edilizia dei beni rurali.
13 Dai campi alle officine Eolico Grande taglia (aerogeneratori con potenza maggiore di 1 MW) e media taglia (impianti composti da più generatori con potenza compresa tra 50 kw e 1 MW) Gli impianti eolici potranno localizzarsi: -nelle aree produttive pianificate Lungo i viali di accesso e di distribuzione delle aree industriali Nelle aree di pertinenza dei singoli lotti Nelle aree a standard Nelle aree agricole (ristretto) di mitigazione delle zone industriali possono essere localizzati nuovi impianti pur conservando l utilizzazione agricola dei suoli. Il progetto dell impianto dovrà in questo caso relazionarsi ai segni del paesaggio agrario (strade, muri, divisioni interpoderali) -nelle aree prossime ai bacini estrattivi
14 GLI AMBITI DI PAESAGGIO /le schede d ambito /esempio sez. C obiettivi di qualità Gli obiettivi di qualità paesaggistica (OdQ) sono definiti per ogni ambito a partire da due livelli: a)il livello regionale, come articolazione locale degli obiettivi generali e specifici dello scenario strategico; b)il livello locale, come traduzione operativa delle condizioni di riproduzione e valorizzazione delle invarianti strutturali. Gli obiettivi di qualità danno luogo ad azioni e progetti rivolti volta volta a soggetti e strumenti di pianificazione e governo del territorio
15 1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE La carta della Rete per la biodiversità (REB) costituisce uno degli strumenti fondamentali per l attuazione delle politiche e delle norme in materia di biodiversita e piu in generale di conservazione della natura. Essa considera: le unita ambientali naturali presenti sul territorio regionale; i principali sistemi di naturalita ; le principali linee di connessione ecologiche basate su elementi attuali o potenziali di naturalita. Data la natura della carta, rappresentativa di uno stato attuale di valenze e funzionalita, essa presuppone periodici aggiornamenti e ove necessario approfondimenti a livello locale.
16 1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE
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19 1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE Lo Schema Direttore della Rete Ecologica Polivalente (REP- SD) costituisce uno degli scenari fondamentali di medio periodo assunti come riferimento dalla pianificazione regionale di area vasta. Esso e definito come strumento che governa le relazioni tra gli ecosistemi e gli aspetti collegati di carattere piu specificamente paesaggistico e territoriale. Lo Schema Direttore della REP assume gli elementi essenziali della precedente Rete per la Biodiversita, integrandoli con gli altri contenuti del Piano Paesaggistico-Territoriale in grado di svolgere una funzione ecosistemica significativa. In particolare deriva elementi dal Progetto territoriale 4.2.2: Il Patto citta-campagna (PCC), dal Progetto territoriale : Il sistema infrastrutturale per la mobilita dolce (SIMD), dal Progetto territoriale 4.2.4: La valorizzazione e la riqualificazione integrata dei paesaggi costieri (VPC).
20 1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE
21 1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE
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