ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. Valutazione della qualità delle acque nella Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno (Lazio)

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3 ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Valutazione della qualità delle acque nella Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno (Lazio) Simona De Meo (a), Stefania Marcheggiani (a), Camilla Puccinelli (a), Filippo Chiudioni (a), Elio Pierdominici (a), Anna Maria D Angelo (a), Floriana Grassi (a), Nunzia Rossi (b), Bruno Cicolani (c), Laura Mancini (a) (a) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma (b) Assessorato Ambiente, Direzione Regionale Ambiente, Regione Lazio, Roma (c) Dipartimento di Scienze Ambientali, Università degli Studi di L Aquila, L Aquila ISSN Rapporti ISTISAN 12/20

4 Istituto Superiore di Sanità Valutazione della qualità delle acque nella Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno (Lazio). Simona De Meo, Stefania Marcheggiani, Camilla Puccinelli, Filippo Chiudioni, Elio Pierdominici, Anna Maria D Angelo, Floriana Grassi, Nunzia Rossi, Bruno Cicolani, Laura Mancini 2012, 42 p. La Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno nella provincia di Frosinone (Lazio) è contraddistinta da un elevata ricchezza naturale, paesaggistica e culturale che poche aree protette possono eguagliare. L area si estende per 400 ettari circa e comprende le rive del rio Carpello, parte della zona collinare tra le località Carpello e Vallone della Pica e la superficie dell omonimo lago dal quale si origina l emissario Fibreno affluente del fiume Liri. L importanza delle risorse idriche, regionali e nazionali, è sempre più oggetto di attenzione da parte del mondo scientifico in quanto rappresentano corridoi ecologici ormai completamente circondati da una matrice ambientale antropizzata e per questo sottoposti a notevoli fonti di pressioni. Parole chiave: Lago di Posta Fibreno; Comunità diatomiche; Approccio integrato; Pressione antropica Istituto Superiore di Sanità Evaluation of water quality in Regional Natural Reserve Lago di Posta Fibreno (Latium). Simona De Meo, Stefania Marcheggiani, Camilla Puccinelli, Filippo Chiudioni, Elio Pierdominici, Anna Maria D Angelo, Floriana Grassi, Nunzia Rossi, Bruno Cicolani, Laura Mancini 2012, 42 p. (in Italian) The Posta Fibreno Lake Regional Natural Reserve (in the province of Frosinone, Latium) is characterized by a high natural landscape and cultural resources as very few protected areas can be equal. The reserve covers 400 hectares and includes the banks of the river Carpello, the hilly area between the towns of Carpello e Vallone della Pica and the Lake surface from which the effluent Fibreno is originated, tributary of the Liri river. The importance of regional and national water resources is always under attention by the scientific community because they represent ecological corridors, surrounded by a matrix of anthropogenic habitats and they are submitted to human impacts. Key words: Posta Fibreno Lake; Diatom communities; Integrated approach; Human pressure Si ringrazia il personale guardiaparco della Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno per la disponibilità e il supporto nelle indagini. Autori delle foto: Simona De Meo, Camilla Puccinelli, Filippo Chiudioni, Stefania Marcheggiani. Per informazioni su questo documento scrivere a: laura.mancini@iss.it. Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: Citare questo documento come segue: De Meo S, Marcheggiani S, Puccinelli C, Chiudioni F, Pierdominici E, D Angelo AM, Grassi F, Rossi N, Cicolani B, Mancini L. Valutazione della qualità delle acque nella Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno (Lazio). Roma: Istituto Superiore di Sanità; (). Presidente dell Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci Registro della Stampa - Tribunale di Roma n. 131/88 del 1 marzo 1988 Redazione: Paola De Castro, Sara Modigliani e Sandra Salinetti La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. Istituto Superiore di Sanità 2012 viale Regina Elena, Roma

5 Rapporti ISTISAN 03/xxxx INDICE Introduzione... 1 Diatomee... 3 Definizione... 3 Diatomee come indicatori biologici... 3 Indici biotici basati sulle diatomee... 5 Applicazione dell Intercalibration Common Metrix Index... 7 Area di studio... 8 Stazioni di campionamento... 9 Stazione 1 Sede... 9 Stazione 2 Sorgente Lago Chiaro Stazione 3 Sorgente la Vasca Stazione 4 L Approdo Stazione 5 Dolina Stazione 6 Canneto Stazione 7 Emissario Fibreno Materiali e metodi Analisi della comunità diatomica Substrato Campionamento Preparazione del campione Analisi chimiche Analisi chimico-fisiche in situ Analisi chimiche di laboratorio Analisi microbiologiche Procedimento Applicazione dell indice LIM Risultati Analisi della comunità diatomica Variabili fisico-chimiche e chimiche dell acqua Analisi microbiologica Discussione e conclusioni Bibliografia Appendice Specie diatomiche ritrovate nell area di studio... 39

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7 INTRODUZIONE L importanza delle risorse idriche, regionali e nazionali, è sempre più oggetto di attenzione da parte del mondo scientifico e delle istituzioni coinvolte nelle scelte politiche e gestionali. Lo sviluppo del sistema sociale ed economico dei paesi, ha portato ad un incremento delle perturbazioni degli ecosistemi acquatici, sempre più deteriorati e utilizzati come recettori degli scarichi delle attività antropiche. Lo sviluppo agricolo del territorio e l incremento di attività urbane hanno causato un aumento dell inquinamento delle acque nel corso del tempo. Interventi spesso inefficaci e attività antropiche quasi a ridosso delle sponde dei corpi idrici, hanno modificato l alveo dei fossi con perdita di biodiversità nel territorio circostante o di specie vegetali funzionali tipiche di ambienti acquatici. Ciò ha portato in molti casi alla distruzione della vegetazione ripariale provocando disturbi alle comunità che lo caratterizzano. Il mondo scientifico in particolare si è posto il problema della tutela di tali ecosistemi, con la messa a punto di strategie di monitoraggio e ricerca, volte al raggiungimento di un buono stato ecologico per tutti i corpi idrici. Gli ecosistemi acquatici delle aree protette rappresentano un rifugio per un gran numero di specie animali e vegetali e rivestono il ruolo di veri e propri serbatoi di diversità ambientale e biologica (Mancini et al., 2005). Le fasce di vegetazione e i corpi idrici stessi rappresentano quindi dei corridoi ecologici ormai completamente circondati da una matrice ambientale antropizzata e per questo sono sottoposti a intensi fattori di stress. In particolare, gli scarichi di centri abitati ancora privi di impianti di depurazione funzionanti, i fertilizzanti provenienti dall agricoltura, apportano ai piccoli corsi d acqua ingenti quantità di sostanze in grado di stravolgere gli equilibri chimici e biologici degli ecosistemi acquatici, minacciati anche dal cambiamento d uso del suolo del territorio circostante e dalla semplificazione delle zone perifluviali. L individuazione di un area protetta come area di studio è riconducibile al suo indubbio valore nella conservazione degli ambienti naturali, ma anche al fatto che queste aree in generale possono costituire dei validi laboratori per futuri interventi di ripristino, più difficilmente realizzabili in aree non soggette a vincoli. Conoscere lo stato di qualità di questi ambienti è uno strumento indispensabile per pianificazioni future, al fine di prevenire, conservare e riqualificare questi ecosistemi acquatici. La Direttiva Quadro Europea 2000/60/CE in materia di acque (Unione Europea, 2000), recepita in Italia attraverso l emanazione di decreti da parte del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) DL.vo n. 152/2006 recante Norme in materie ambientali (Italia, 2006), Decreto Ministeriale n. 131/2008 Metodologie per l individuazione dei Tipi Fluviali (Italia, 2008), Decreto Ministeriale n. 56/2009 Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento (Italia, 2009) ed il Decreto Ministeriale 260/10 Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali (Italia, 2011) rivolge grande attenzione verso strategie innovative volte alla valutazione dell integrità degli ecosistemi. Essa considera lo studio degli elementi biologici come asse portante per definire lo stato di qualità ecologica delle acque dei bacini idrografici europei. La definizione di un giudizio di qualità si basa sull analisi del rapporto tra la struttura delle comunità biologiche osservate e quelle attese in condizioni di riferimento senza impatti antropici. L obiettivo ambientale fondamentale è il miglioramento della qualità dei corpi idrici e la prevenzione di un deterioramento dello stato attuale. Al fine di raggiungere i suddetti scopi, è necessario porre al centro dell attenzione la valutazione delle comunità biologiche a tutti i livelli trofici dell ecosistema (fitobenthos, macrobenthos, macrofite 1

8 e fauna ittica). Pertanto privilegia come descrittori gli organismi viventi, capaci di integrare gli stimoli provenienti dalla componente biotica e abiotica e di tradurli in forma di adattamento. Il presente lavoro è inserito in attività sia di ricerca che istituzionali portate avanti dalla Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno, volte all implementazione della Direttiva Quadro sulle acque a livello nazionale a supporto delle istituzioni e volto a rendere operative sul territorio i principi della direttiva stessa. Questo studio propone l utilizzo di un approccio che mira alla salvaguardia dell ecosistema acquatico Lago di Posta Fibreno attraverso l analisi delle comunità diatomiche supportata dalle analisi chimico-fisiche e microbiologiche con lo scopo di individuare le fonti di inquinamento. 2

9 DIATOMEE Definizione Le diatomee sono alghe unicellulari microscopiche della famiglia delle Bacillariophyceae (Divisione Bacillariophyta). Principale caratteristica delle diatomee è la loro parete cellulare, chiamata frustulo, costituito da due parti dette valve: l epivalva, superiore e di dimensioni maggiori e l ipovalva, inferiore e di dimensioni minori. Queste si inseriscono l una sull altra, chiudendosi come una scatola, tra queste si inseriscono le bande connettivali che costituiscono il legame tra le due valve (Figura 1) (modificato da Kelly, 2000). Figura 1. Struttura del frustulo Il frustulo è composto principalmente da silice amorfa idrata (SiO 2, H 2 O) che viene portata all interno della cellula mediante trasporto attivo. La classificazione delle diatomee si basa principalmente su caratteri fenotipici dei frustuli : la loro simmetria, le dimensioni, la forma generale, la densità delle strie e la presenza di particolari ornamentazioni, sono i caratteri maggiormente utilizzati per identificare le diverse specie. Nel presente lavoro per l identificazione e la classificazione delle diatomee si sono seguite le descrizioni, l iconografia e la nomenclatura riportata nei lavori di Krammer e & Lange-Bertalot (Krammer & Lange-Bertalot, 1986; Krammer & Lange-Bertalot, 1988, Krammer & Lange- Bertalot, 1991a, Krammer & Lange-Bertalot, 1991b; Krammer & Lange-Bertalot, 2000). Diatomee come indicatori biologici Negli ultimi decenni le diatomee hanno assunto, tra i vari gruppi algali, un ruolo fondamentale nella valutazione della qualità delle acque, mostrando molte delle caratteristiche di indicatori biologici: l ubiquità, la presenza di un elevato numero di specie con ecologia ben differenziata, la facilità di campionamento. Se confrontate con il gruppo dei macroinvertebrati, le diatomee possono fornire informazioni diverse. 3

10 Prima di tutto sono alla base della catena trofica e, come produttori primari, sono molto sensibili a parametri chimico-fisici, soprattutto alla conducibilità e alla concentrazione di sali nutritivi, quali fosfati e nitrati. I cicli biologici delle diatomee sono, poi, molto più brevi di quelli dei macroinvertebrati: in circa 2-4 settimane una comunità danneggiata può tornare all equilibrio (Dell Uomo, 2004), rivelandosi così più adatte all individuazione di impatti di breve durata. Non vanno però tralasciate le difficoltà che si possono incontrare nell analisi della comunità. L ostacolo principale è dato dalle loro dimensioni microscopiche che non ne permettono l individuazione e l analisi ad occhio nudo, a differenza di altre alghe macroscopiche. I fattori che influenzano lo sviluppo e la differenziazione delle comunità diatomiche sono di natura chimica, fisica e biologica. Fattore fondamentale è la luce: le diatomee sono organismi fotosintetizzanti e si sviluppano solo dove profondità e torpidità del corso d acqua non limitano la penetrazione della radiazione solare. Importante ai fini dell assorbimento della luce può essere anche la capacità delle diatomee di galleggiare nel corso d acqua per mantenersi alla profondità più adatta. Tale problema è tipico delle comunità planctoniche, appartenenti al gruppo delle diatomee centriche. Non avendo efficaci sistemi di propulsione, le diatomee riescono a limitare la loro tendenza ad affondare, attraverso adattamenti morfologici: dimensioni ridotte; involucri mucillaginosi intorno al frustulo o ad avvolgere la colonia; forme cellulari e delle colonie allungate con rapporto superficie/volume elevato per aumentare l attrito con l acqua. Le diatomee bentoniche devono invece affrontare spesso la pressione selettiva compiuta da organismi raschiatori come alcune specie di tricotteri, efemerotteri, gasteropodi. Anche in questo caso le diverse modalità di adesione al substrato e morfologia possono essere funzionali a ridurre la predazione (Pan & Lowe, 1994). Dove la pressione è maggiore la comunità sarà dominata da quelle specie più fortemente aderenti al substrato (Cocconeis spp.) e di dimensioni minori (Achnanthidium minutissimum, e sarà fortemente limitato lo sviluppo di specie grandi (Fragilaria spp). Consideriamo ora la sensibilità delle diverse specie ai parametri chimici più importanti nella valutazione della qualità di un corso d acqua. Nel sistema saprobico (Slàdecek, 1973; Slàdecek, 1986), che suddivide gli organismi acquatici sulla base della loro tolleranza alla sostanza organica, le diatomee vengono suddivise in cinque livelli: 1. Diatomee xeno saprobie: sensibili alla minima presenza di sostanza organica (es. Eucocconeis flexella, Diatoma hyemalis, Pinnularia divergens) 2. Diatomee oligosaprobie: tollerano piccole quantità di sostanza organica (es. Cymbella affinis, Neidium binode, Navicula radiosa) 3. Diatomee β-mesosaprobie: sopportano condizioni in cui la materia organica è presente ma completamente degradata (es. Diatoma vulgaris, Melosira varians, Cymatopleura solea) 4. Diatomee α-mesosaprobie: riscontrabili in ambienti in cui la degradazione è parziale portando al consumo totale dell ossigeno disponibile (es. Caloneis amphisbaena, Craticula cuspidata, Tryblionella hungarica) 5. Diatomee polisaprobiche: tollerano condizioni di inquinamento organico molto elevato che, in condizioni di anossia, può portare a processi riduttivi con sviluppo di sostanze tossiche (es. Craticula accomoda, Fistulifera saprophila, Luticula goeppertiana). La disponibilità di nutrienti, principalmente nitrati e fosfati, in un corpo idrico è un indice del suo stato trofico. Le acque di risorgiva sono naturalmente oligotrofe e la concentrazione di nutrienti aumenta fino a raggiungere alti livelli nel tratto potamale. Eccessive quantità di nitrati e fosfati nel corpo idrico sono dovute a inquinamento di origine antropica. 4

11 Principale causa dell eutrofizzazione delle acque è l elevata concentrazione di fosfati. Questi sono, infatti, il fattore limitante lo sviluppo algale (Pan & Lowe, 1994), essendo naturalmente riscontrabili in basse concentrazioni e poco disponibili per il biota. Si possono distinguere ambienti con cinque livelli di trofia, ognuno caratterizzato dalla presenza di alcune specie di diatomee (Van Dam et al., 1994): 1. Ambienti ipotrofici caratterizzati da specie quali Eucocconeis flexella, Amphora inariensis, Diatoma hyemalis 2. Ambienti oligotrofi in cui dominano Diatoma mesodon, Diploneis elliptica, Ellerbeckia arenaria 3. Ambienti mesotrofici caratterizzati da Diatoma vulgaris, Melosira varians, Navicula viridula 4. Ambienti eutrofi con presenza di Hippodonta capitata, Luticula goeppertiana, Tryblionella hungarica 5. Ambienti ipertrofici con presenza di Craticula accomoda, Naviculadicta seminulum, Nitzschia capitellata. Inoltre per quanto riguarda la sensibilità alla salinità dell acqua, valutabile come concentrazione in cloruri, si possono individuare cinque classi che vanno dalle diatomee alofobe, altamente sensibili al tenore in cloruri, a quelle β-mesoalobie, tipiche di acque salmastre (salinità tra 5 e 30 g/l). Per la acque dolci riportiamo la classificazione elaborata da Dell Uomo (Dell Uomo, 2004): 1. Diatomee alofobe: tollerano concentrazioni di cloruri inferiori a 20 mg/l (es. Eucocconeis flexella, Diatoma hyemalis) 2. Diatomee oligoalobie esigenti: tollerano fino a 50 mg/l (es. Achnanthidium minutissimum, Amphora inariensis, Fragilaria capucina) 3. Diatomee oligoalobie tolleranti: mostrano uno sviluppo ottimale a valori di salinità compresi tra 50 e 200 mg/l (es. Cocconeis pediculus, Cocconeis placentula, Gomphonema parvulum) 4. Diatomee alofite: specie stimolate da un moderato contenuto in cloruri, tra 200 e 500 mg/l e la cui presenza è indice di impatto antropico (es. Caloneis amphisbaena, Cyclotella meneghiniana) 5. Diatomee β-mesoalobie: specie tipiche di acque oligosalmastre, con salinità che oscilla tra 0,5 e 5 g/l (es. Bacillaria paxillifera, Craticula halophila, Nitzschia lorenziana). Indici biotici basati sulle diatomee La maggior parte degli indici applicati deriva da quello sviluppato da Zelinka e Marvan (1961). Tali indici prevedono l attribuzione a ciascuna specie di un valore di sensibilità e uno di affidabilità come indicatore biologico. I diversi indici, che differiscono per il numero di specie considerate nel calcolo e per i valori di abbondanza e di affidabilità loro attribuiti, possono essere classificati in: - indici di qualità generale che integrano le risposte a più fattori di inquinamento (organico, minerale, eutrofizzazione, ecc); 5

12 - indici saprobici che si basano solo sulla sensibilità delle specie all inquinamento organico; - indici trofici che si basano invece sulla sensibilità delle specie alla sola trofia delle acque. Con il software Omnidia (Leiconte et al., 1993) sono stati calcolati gli indici diatomici maggiormente utilizzati nei Paesi europei (Tabella 1). I valori degli indici, per poter essere confrontabili tra i vari Paesi, sono tutti espressi in un range che va da 0 a 20, con 20 che indica uno stato di qualità ambientale elevato. Tabella 1. Indici diatomici che sono stati calcolati con il software Omnidia Abbreviazione Nome Riferimento bibliografico CEE Indice diatomico di Descy e Coste Descy & Coste, 1991 DES Indice di Descy Descy, 1979 DI-CH Indice diatomico di Hurlimann Hurlimann et al., 2002 EPI-D Indice di eutrofizzazione e polluzione Dell'Uomo, 2004 (Eutrophication Pollution Index based on diatoms) IBD Indice diatomico biologico Prygiel & Coste, 1999 IDAP Indice Diatomico di Artois Picardie Prygiel, 1998 IDG Indice Diatomico Generico Lecointe et al., 2003 IDP Indice diatomico argentino Gomez & Licursi, 2001 IPS Indice di sensibilità agli Inquinanti (Specific Pollution Index) Coste, 1982 L&M Indice di inquinamento di Leclercq & Maquet Leclercq & Maquet, 1987 LOBO Indice di Lobo Lobo & et al., 2003 SHE Indice di Steinberg & Schiefele Steinberg & Schiefele, 1988 SID Indice Saprobico Rott et al., 1997 SLAD Indice di Sladecek Sladecek, 1986 TDI Indice trofico diatomico (Trophic Diatomic Index) Kelly & Whitton, 1995 TI Indice trofico (Trophic Index) Rott et al., 1999 WAT Indice di inquinamento di Watanabe Watanabe et al., 1990 Il Taxa Pollution Tolerant (%PT) (Kelly & Whitton, 1995) è un indice saprobico basato sulle specie diatomiche tolleranti all'inquinamento organico. Il giudizio dell indice, riportato nella Tabella 2, dipende dalla percentuale di specie tolleranti identificate in ogni sito. Anche per calcolare questo indice è stato utilizzato il software Omnidia (1993). Tabella 2. Giudizio di qualità di un corpo idrico derivato dall applicazione dell indice %PT (percentuale di specie tolleranti all inquinamento organico presenti nel corpo idrico) % PT Giudizio di qualità <20 Sito privo di inquinamento organico significativo Sito con alcuni segni di inquinamento organico L inquinamento organico contribuisce significativamente all'eutrofizzazione >61 Sito fortemente compromesso dall'inquinamento organico 6

13 Applicazione dell Intercalibration Common Metrix Index L Intercalibration Common Metrix Index (ICMi) viene messo a punto per poter confrontare i risultati provenienti dai diversi metodi utilizzati dagli Stati Membri (Mancini & Sollazzo, 2009). L ICMi è in definitiva un indice multimetrico composto dal TI (Rott et al., 1999); e dall IPS) (CEMAGREF, 1982) ed è dato dalla media aritmetica dei Rapporti di Qualità Ecologica (RQE) di questi due indici. Per applicare l ICMi, nel nostro studio abbiamo considerato la tipologia di macrotipo fluviale M 4 per i l quale i limiti di classe degli RQE presentano i seguenti intervalli: - per un sito di qualità elevata: 1-0,80; - per un sito di qualità buona 0,79-0,61. 7

14 AREA DI STUDIO Il Lago di Posta Fibreno, nella provincia di Frosinone, si estende alla base dei monti della Marsica in una della maggiori riserve idriche della regione Lazio. Si origina da un complesso sorgentizio che crea un ansa nel fiume Fibreno, affluente del fiume Liri. Sul lago e su parte del suo bacino idrogeologico è stata istituita dalla Regione Lazio con propria legge (n. 10 del 29 gennaio 1983) (Regione Lazio, 1983) una Riserva Naturale Regionale in cui ricade anche parte del Sito di Interesse Comunitario/Zone a Protezione Speciale in Italia indicato con SIC/ZPS IT La rinaturalizzazione del territorio occupa un area sempre più estesa sebbene la sponda occidentale del lago è molto urbanizzata per lo sviluppo di antichi insediamenti rurali e di una debole attività di ricezione turistica. Il comprensorio del bacino Fibreno, inoltre, presenta una elevata eterogeneità topografica che ha prodotto un mosaico vegetale molto diversificato e l incidenza di una diversificata vegetazione. L elemento unico del paesaggio vegetale del Fibreno è sicuramente rappresentato dall isola galleggiante di circa 650 m 2 (Figura 2), ha un contorno sub circolare con diametro maggiore di 38 m e la porzione sommersa ha diametro inferiore (28 m). È costituita da un nucleo di torba di sfagni ed elofite, a morfologia tabulare, galleggiante in una porzione distaccata dal lago, all interno di una dolina sommersa situata all estremità sudorientale della Piana del Fibreno. Figura 2. Veduta panoramica del Lago di Posta Fibreno (lungo la riva destra si trova il fronte di emersione della falda, con numerose manifestazioni sorgentizie, sulla riva sinistra si estende il canneto, all interno del quale si apre la dolina allagata che ospita l isola galleggiante indicata dalla freccia) 8

15 Stazioni di campionamento Lo studio è stato condotto identificando sette stazioni (Tabella 3 e Figura 3), sulla base di dati pregressi e da ricerche effettuate in loco, in modo da definire le aree maggiormente significative per gli obiettivi della ricerca in atto. Pertanto la scelta delle stazioni è stata definita in modo da porre l attenzione sulle principali fonti di impatto che potrebbero compromettere lo stato di qualità del sistema lacustre. Tabella 3. Stazioni campionate e coordinate geografiche Stazione di campionamento Codice stazione Coordinate geografiche 1. Sede F1_S N 41 41' 36,30" E 13 41' 41,2" 2. Sorgente Lago Chiaro F2_SO N 41 41' 46,6" E 13 41' 39,5" 3. Sorgente la Vasca F3_SV N 41 41' 48,6" E 13 41' 35,5" 4. L Approdo F4_A N 41 42' 05,6" E 13 41' 19,8" 5. Dolina F5_D N 41 42' 07,2" E 13 41' 18,5" 6. Canale F6_C N 41 42' 00,2" E 13 40' 55,5" 7. Emissario Fibreno F7_EF N 41 41' 58,4" E 13 40' 31,6" F5_D F7_EF lago Fibreno F6_C Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno F4_A F3_SV F2_SO F1_S Figura 3. Mappa delle stazioni di campionamento nell area di studio del Lago di Posta Fibreno Stazione 1 Sede La prima stazione è situata nei pressi del vecchio mulino, si tratta di una sorgente che va ad alimentare una vasca che riversa il suo contenuto nel lago (Figura 4). 9

16 Figura 4. Stazione 1 Sede Stazione 2 Sorgente Lago Chiaro La stazione si trova in prossimità del punto di immissione della sorgente Lago Chiaro nel bacino lacustre (Figura 5). Questo punto di campionamento è caratterizzato da sponde cementificate e una profondità che varia in base al periodo di campionamento da 1 m a 1,5 m. Il substrato è costituito da sabbia e ciottoli, la copertura macrofitica è molto elevata e inoltre sono presenti specie arboree igrofile. Figura 5. Stazione 2 Sorgente Lago Chiaro 10

17 Stazione 3 Sorgente la Vasca La stazione è situata presso la sorgente la Vasca (Figura 6). Figura 6. Stazione 3 Sorgente la Vasca Presenta sponde cementificate con massicciate di blocchi di calcare, sistemazione che sottrae spazio utile all accantonamento di specie di sponde impaludate e di ambienti periodicamente inondati, come Bidens cernua e altre entità di rilievo per il loro carattere di rarità o di relitti biogeografici. I fondali poco profondi in corrispondenza della sorgente tendono ad essere colonizzati da comunità di reo bionti che si formano in ambiente di acque a scorrimento veloce ricche in calcio. Questa sorgente è inoltre caratterizzata dalla risalita di gas. Stazione 4 L Approdo La stazione è in prossimità dell immissione di un condotto fognario nel lago (Figura 7). Figura 7. Stazione 4 L Approdo 11

18 Lungo i margini di sponda si trovano erbai costituiti da specie annuali estive a carattere nitrofilo per lo più a ridosso di sponde basse soggette a periodica emersione e inondamento. Si tratta di popolamenti dominati da Bidens cernua e specie diverse di Polygonum, che si insediano sulle sponde lasciate scoperte dal ritiro delle acque nei periodi di abbassamento del livello del lago. Stazione 5 Dolina Nella stazione denominata Dolina (Figura 8) si raggiungono le maggiori profondità (12 m circa) e qui predominano vere e proprie foreste sommerse di varie specie di Potamogetonaceae cui spesso si ancorano cuscini di alghe filamentose che, in tal modo, resistono all effetto di trascinamento operato dalla corrente, sempre costantemente presente nel corso dell anno. Durante i periodi di magra (agosto-settembre) la diminuzione degli afflussi dalle sorgenti, unitamente all aumento di temperatura, favorisce la proliferazione di tali alghe a discapito della vegetazione macrofitica, con conseguente affioramento sulla superficie del lago di considerevoli quantità di materia organica. Figura 8. Stazione 5 Dolina Stazione 6 Canneto La parte meridionale del lago si trova in prossimità di un canneto a Phragmites australis (Figura 9). Questa formazione si estende su un area di circa 50 ettari ed è situata al margine opposto da quello nel quale si originano le sorgenti. Al margine del canneto, lungo le ripe dei fossi e della sponda del lago, si accantonano popolamenti di carici di grandi dimensioni (Carex paniculata, C. pseudocyperus, C.riparia). Il carattere cespitoso di queste carici conferisce loro capacità di estrema tolleranza nei confronti dei periodi di emersioni indotti da variazioni del livello idrico. Solo in tali ambienti la loro strategia competitiva le rende vincenti nei riguardi di Phragmites e danno vita per tanto a formazioni indipendenti. Le porzioni dei canali che tagliano il grande canneto del settore della piana a sud del lago, presentano condizioni idrodinamiche e caratteristiche idrochimiche favorevoli allo sviluppo di idrofite radicate e galleggianti tipiche di acque calme eutrofiche. 12

19 Figura 9. Stazione 6 Canneto È, infatti, solo in questi piccoli settori del corpo d acqua che è possibile rinvenire specie caratteristiche delle acque stagnanti meso-eutrofiche, in consociazione con pleustofite di piccole dimensioni. Stazione 7 Emissario Fibreno La stazione è situata nel tratto iniziale del fiume Fibreno, emissario del lago (Figura 10). Figura 10. Stazione 7 Emissario Fibreno 13

20 Poco prima di abbandonare il comune di Posta Fibreno, il corso d acqua, incontra il rio Carpello suo principale affluente per la portata delle acque. Si riversa poi nel territorio comunale di Broccostella e dopo aver ricevuto le acque del torrente il Rio, che sorge sotto Fontechiari, raggiunge il paese di Carnello (frazione di Sora, Isola del Liri e Arpino) dove un salto naturale è captato da una centrale e sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Attraversato il paese di Carnello, lo stesso segna il confine tra Sora e Isola del Liri e, gettandosi nel fiume Liri presso il Monastero di San Domenico, ne aumenta la portata media costante a quasi 11 m 3 di acqua al secondo. 14

21 MATERIALI E METODI Per questo lavoro sono state effettuate tre campagne di campionamento, nei mesi di marzo, giugno e settembre del 2010, nelle sette stazioni individuate per lo studio della qualità ambientale delle acque del Lago di Posta Fibreno. Analisi della comunità diatomica Il campionamento, la conservazione, la preparazione dei vetrini e l identificazione delle specie sono state eseguite seguendo le norme CEN-EN (European Committee for Standardization, 2003), CEN-EN (European Committee for Standardization, 2004) e il protocollo di campionamento (APAT, 2007). Substrato Nella stazioni F1_S, F2_SO, F3_SV, F4_A, F5_D le diatomee sono state campionate sulla superficie di ciottoli (dimensioni da 64 mm a 256 mm) e di massi (diametro > 256 mm) che rappresentano le superfici sommerse ed esposte alla luce, mentre nella stazione F6_C il campionamento è avvenuto sulla comunità macrofitica presente (Phragmites australis). Nel sito F7_EF non è stato prelevato alcun campione. Campionamento Il campionamento per quanto riguarda le diatomee epilitiche è stato effettuato raschiando il substrato con uno spazzolino a setole dure con il quale si è grattato a più riprese la superficie litica ed è stato successivamente pulito all interno di una provetta (falcon 50 ml) in cui erano stati trasferiti in precedenza 10 ml di acqua della stazione campionata. Per quanto riguarda le Diatomee che colonizzano le macrofite radicate emergenti (campionate nella stazione F6_C), sono state raccolte raschiando i fusti con uno spazzolino. Preparazione del campione In laboratorio i campioni sono stati fissati con alcune gocce di formalina al 4%. Lo scopo di tale procedura è quello di evitare ulteriori divisioni cellulari e di eliminare eventuali predatori di diatomee. La preparazione del campione è avvenuta seguendo le indicazioni contenute nel protocollo di campionamento, per cui si è proceduto nell ossidazione del campione attraverso il trattamento con perossido di idrogeno, in seguito sono stati preparati i vetrini. La determinazione tassonomica è stata effettuata fino al livello di specie con osservazione dei vetrini al microscopio ottico a 1000 ingrandimenti ad immersione. Per l identificazione di questi microrganismi sono stati usati manuali di riconoscimento (Krammer & Lange-Bertalot, 1986; Krammer & Lange-Bertalot, 2000) e tavole a colori (Prygiel & Coste, 2000). Allo scopo di effettuare misure e acquisire immagini necessarie all identificazione delle diatomee è stato usato un sistema digitale di analisi di immagine (Leika DC 300) collegato al 15

22 microscopio ottico, attraverso l utilizzo di un software (IM1000) che ha permesso di effettuare misurazioni sulle immagini ottenute. Per l identificazione delle diverse specie sono stati osservati caratteri tassonomici quali forma e simmetria delle valve, il numero di strie, di fibule, la disposizione del rafe e la isopolarità o la etero-polarità di ogni alga. Gli individui sono stati classificati seguendo la nomenclatura proposta in Krammer & Lange-Bertalot (Krammer & Lange-Bertalot, 1986; Krammer & Lange-Bertalot, 2000). Tutti gli organismi fissati su ciascun vetrino sono stati contati fino al raggiungimento di 400 valve. Sono stati presi in considerazione anche i frustuli rotti purché sia stato possibile osservare almeno una metà e questa abbia consentito l identificazione certa della specie. Il conteggio così realizzato è stato integrato con l osservazione completa di tutti e due i vetrini per non tralasciare le forme di grandi dimensioni, che spesso sono presenti solo con uno o pochi esemplari. Realizzato l elenco delle specie, si è proceduto alla stima delle loro abbondanze. Analisi chimiche Analisi chimico-fisiche in situ Questo tipo di analisi si effettuano sul campo utilizzando sonde portatili che consentono di misurare ph, conducibilità, temperatura e ossigeno disciolto. Analisi chimiche di laboratorio Il prelievo dell acqua è stato effettuato con contenitori in vetro da 1000 ml, dotati di chiusura ermetica con tappo a vite preventivamente lavate e avvinate con l acqua di superficie di ciascuna stazione. Il trasporto e la conservazione dei campioni è stato fatto mantenendo una temperatura intorno a 4 C. Le analisi sono state effettuate di norma entro le 48 ore dalla data di campionamento. I parametri che abbiamo ricercato sono stati: fosfati, nitrati, ione ammonio, COD (Chemical Oxygen Demand) e BOD 5 (Biochemical Oxygen Demand). Le determinazioni di detti parametri sono di tipo colorimetrico; sono stati utilizzati kit commerciali costruiti secondo i protocolli vigenti e la lettura è stata effettuata con uno spettrofotometro (UV-visibile): - Fosfati Gli ioni ortofosfato formano, con gli ioni molibdato in soluzione solforica, acido fosfomolibdico. Quest ultimo viene ridotto con acido ascorbico a blu di fosfomolibdeno, la cui concentrazione viene determinata fotometricamente alla lunghezza d onda di 710 nm. - Nitrati I nitrati, in presenza di cloruro in soluzione di acido solforico fortemente acida, formano con resorcina un colorante indofenolico violetto rosso, il quale viene determinato fotometricamente alla lunghezza d onda di 505 nm. - Ammonio L azoto ammoniacale si trova in parte in forma di ioni ammonio(nh + 4 ) e in parte come ammoniaca (NH 3 ). Tra le due forme esiste un equilibrio dipendente dal ph. In soluzione fortemente alcalina, in cui praticamente esiste solo ammoniaca, ha luogo con un agente clorante una trasformazione in monocloroamina. Quest ultima forma con timolo un 16

23 derivato blu di indofenolo, il quale viene determinato fotometricamente ad una lunghezza d onda (λ) di 692 nm. La concentrazione di ammonio viene espressa in mg/l. - COD La domanda chimica di ossigeno corrisponde alla quantità d ossigeno proveniente da bicromato potassico, la quale reagisce nelle condizioni del procedimento specificato con le sostanze ossidabili contenute in un litro d acqua. Il campione d acqua viene ossidato con una soluzione solforica calda di bicromato di potassio e solfato d argento come catalizzatore. I cloruri vengono mascherati da solfato di mercurio. In seguito viene determinata fotometricamente ad una lunghezza d onda (λ) 348 nm la concentrazione degli ioni cromato gialli non consumati, mentre per la determinazione della domanda biologica di ossigeno si utilizza il sistema OxiTop della WTW. - BOD 5 La domanda biologica di ossigeno misura la frazione di ossigeno disciolto (mg/l) utilizzata da una popolazione microbica eterogenea per metabolizzare, in condizioni specifiche di temperatura, il materiale organico biodegradabile presente in una quantità d acqua. Poiché la completa biodegradazione della sostanza organica richiederebbe un periodo troppo lungo (circa 20 giorni), nella pratica tale periodo viene ridotto a 5 giorni. In questo studio l analisi è stata svolta sempre a partire dal giorno di campionamento dell acqua, utilizzando il sistema OxiTop della WTW, basato sulla misura di variazione di pressione effettuata attraverso l uso di un sensore elettronico di pressione. Analisi microbiologiche Il prelievo dei campioni d acqua è avvenuto con contenitori flask sterili, il trasporto è avvenuto a temperatura controllata (4±1 C) e le analisi di laboratorio sono state eseguite entro le 24 ore successive alla data di campionamento. Procedimento La tecnica utilizzata per l isolamento dei microrganismi E.coli ed Enterococchi è stata quella delle membrane filtranti (MF) (APHA, 1995; APHA, 1998), adatta a tutti i tipi di acqua, anche in grandi volumi. I terreni utilizzati sono stati il TBX (Tryptone, Bile salts, agar, X-Glu) per il microrganismo E.coli e il SB (Slanetz & Bartley Medium) per gli Enterococchi. Seguendo le istruzioni delle ditte produttrici, una quantità nota di terreno disidratato è stato reidratato mediante l aggiunta di un opportuno volume di acqua distillata. Ogni terreno viene portato ad ebollizione, in forno a microonde per la completa dissoluzione della polvere. Il TBX deve essere sterilizzato in autoclave (121 C per 15 minuti) prima di essere distribuito nelle piastre Petri. Dopo la sterilizzazione i terreni vengono lasciati raffreddare sotto cappa a flusso laminare (classe II) fino alla temperatura di circa C. Circa 7-8 ml di ogni terreno vengono posti in piastre Petri sterili (diametro 60 mm) lasciati solidificare e conservati alla temperatura ±4 C prima di essere utilizzati. Di ogni campione d acqua sono state effettuate 2 filtrate rispettivamente da 50 ml tal quale e 10 ml di una diluizione 1:10 utilizzando come diluente soluzione fisiologica sterile (NaCl 8,5 g/l; ph 7,2±0,2). I campioni sono stati filtrati con una pompa ad acqua su filtri 0,45 µm di nitrocellulosa. Ogni filtro è stato posto su una piastra contenente i terreni selettivi e incubati in 17

24 un termostato rispettivamente per il TBX alla temperatura di 44±1 C per 24 ore e per l SB alla temperatura di 37±1 C per 48 ore. Questa tecnica consente di rilevare direttamente (per conta diretta) il numero di microrganismi presenti nel campione esaminato, contando le colonie sviluppate su membrana (UFC = unità formanti colonia). Le colonie di E.coli si presentano con colorazione blu-verde mentre gli Enterococchi assumono un colore rosso scuro. Applicazione dell indice LIM È stato applicato l indice LIM (Livello di Inquinamento dei Macrodescrittori) richiesto dal DL.vo 152/1999. Il LIM è un indice che considera l ossigeno disciolto, l inquinamento da materia organica (BOD 5 e COD), i nutrienti (azoto e fosforo) e la presenza di Escherichia coli. Ad ogni parametro vengono attribuiti punteggi specifici che ne quantificano la presenza. Questa classificazione è in fase di revisione dopo l emanazione della Direttiva 2000/60/CE che considera prioritari i parametri biologici; nei casi in cui questi non fornissero indicazioni di uno stato ecologico buono, ci si avvale delle informazioni delle componenti chimiche e idromorfologiche. Il calcolo dell indice LIM viene effettuato in base alla Tabella 4. Tabella 4. Metodologia utilizzata per il calcolo dell indice LIM Parametro Livello 1 Ottimo Livello 2 Buono Livello 3 Mediocre Livello 4 Cattivo Livello 5 Pessimo % saturazione ossigeno < 50 BOD 5 mg/l <2, >15 COD mg/l < >25 NH 4 mg/l <0,03 0,10 0,50 1,5 >1,5 NO 3 mg/l <0,3 1, >10 P tot mg/l <0,07 0,15 0,3 0,6 >0,6 E.coli UFC/100 ml < >20000 Punteggio LIM < 60 18

25 RISULTATI Analisi della comunità diatomica Nel corso del presente studio sono stati raccolti un totale di 18 campioni di Diatomee, su sei stazioni nei mesi di marzo, giugno e settembre. Le comunità diatomiche prelevate nelle stazioni F1_S ed F2_SO, nei mesi di giugno e settembre sono risultate essere costituite da poche specie e da un numero di individui inferiori a 400 pertanto non sono state prese in considerazione per il calcolo degli indici diatomici. La mancanza di una comunità diatomica strutturata potrebbe essere dovuta alle difficoltà incontrate durante il campionamento, determinate dall eccessivo livello idrico che ha consentito di prelevare i substrati solo in zone ombreggiate dovute a vegetazione crescente da una stagione all altra. Sono state identificate un totale di 59 specie e varietà di Diatomee appartenenti principalmente ai generi Navicula (8), Ghomphonema (8) e del genere Nitzschia (6), Amphora (5), Cymbella (3), Achnanthidium (2), Ulnaria (2), Surirella (2), Epithemia (2), seguite da una specie appartenente a ciascuno dei seguenti generi Bacillaria, Caloneis, Cocconeis, Cyclotella, Diatoma, Diploneis, Eunotia, Gyrosigma, Hantzschia, Melosira, Meridion, Neidium, Rhoicosphenia e Stauroneis. I generi Stauroneis e Eunotia sono stati ritrovati solo in due stazioni F4_A e F6_C. La lista completa delle specie identificate viene riportata in Appendice, mentre in Tabella 5 viene riportato il numero totale di specie reperito in ogni stazione nei tre campionamenti effettuati, ad eccezione della stazione F7_EF nella quale non è stato possibile campionare a causa della profondità delle acque. Tabella 5. Numero di specie ritrovate in ogni sito nei tre mesi di campionamento Stazioni Marzo Giugno Settembre F1_S F2_SO F3_SU F4_A F5_D F6_C Nelle Tabelle 6, 7 e 8 sono riportati i valori degli indici diatomici. nella Figura 11 sono stati riportati i valori dell indice saprobico (%PT) per i tre diversi campionamenti e nelle Figure 12-17, sono riportati gli indici diatomici con le classi di qualità. Nella Figura 18, vengono riportati i valori degli indici diatomici caratterizzanti la stazione F4_A relativi al periodo di marzo e settembre così da mettere maggiormente in evidenza le variazioni che si sono avute nei due rispettivi mesi di campionamento, dai quali si evince un netto peggioramento della qualità ambientale delle acque in questa specifica stazione. 19

26 Tabella 6. Valori degli indici diatomici relativi al campionamento di marzo Indici Stazioni F1_S F2_SO F3_SU F4_A F5_D F6_C CEE 14,1 12,8 17,0 12,6 15,6 14,5 DES 15,4 17,4 16,6 15,0 16,8 14,6 DI-CH 18,7 20,0 20,0 20,0 17,6 20,0 EPI-D 13,5 16,1 15,0 14,7 15,5 12,4 IBD 11,5 17,6 17,6 12,7 18,9 12,8 IDAP 12,5 14,1 15,3 12,8 14,8 13,8 IDG 13,4 13,6 13,6 13,3 15,7 14,5 IDP 9,6 10,4 14,6 10,3 13,3 11,4 IPS 16,2 17,7 18,2 14,7 18,2 14,6 L&M 13,6 15,8 14,4 15,0 14,3 12,6 LOBO 10,5 10,5 10,5 10,5 18,9 14,2 SHE 13,5 14,6 14,7 13,5 15,5 15,2 SID 13,3 16,0 14,6 13,1 15,3 15,7 SLA 12,4 13,4 12,6 13,8 12,2 11,6 TDI 4,0 10,1 9,7 9,4 10,3 10,8 TI 7,2 13,0 8,3 7,3 11,4 9,1 WAT 19,8 18,4 14,8 17,4 19,0 13,7 Tabella 7. Valori degli indici diatomici relativi al campionamento di giugno Indici Stazioni F3_SU F4_A F5_D F6_C CEE 14,1 15,4 16,2 15,6 DESCY 14,8 15,8 16,1 13,6 DI-CH 12,3 20,0 16,1 20,0 EPI-D 14,7 13,2 15,9 15,5 IBD 12,5 14,9 15,4 14,1 IDAP 14,9 13,3 18,3 16,2 IDG 14,6 13,7 15,6 13,7 IDP 16,5 12,0 14,8 12,3 IPS 16,5 15,4 18,1 15,7 L&M 13,9 12,2 13,7 14,6 LOBO 16,5 17,4 19,7 17,8 SHE 13,6 14,7 16,1 15,2 SID 13,1 14,3 14,4 14,4 SLA 12,8 12,7 13,4 15,7 TDI 19,3 11,2 11,8 10,9 TI 8,2 8,9 11,7 8,2 WAT 20,0 15,5 16,9 16,8 20

27 Tabella 8. Valori degli Indici relativi al campionamento settembre Indici Stazioni F3_SU F4_A F5_D F6_C CEE 16,0 10,4 13,0 17,0 DESCY 15,3 9,8 15,4 14,3 DI-CH 20,0 8,2 16,5 20,0 EPI-D 16,4 9,7 15,1 17,1 IBD 14,3 9,7 14,4 17,5 IDAP 16,4 14,8 17,4 19,4 IDG 14,9 9,8 15,4 16,7 IDP 13,0 9,3 14,5 14,8 IPS 16,8 9,2 17,3 17,6 L&M 14,2 9,2 12,6 14,4 LOBO 17,7 10,2 19,4 19,8 SHE 14,5 12,3 15,5 16,8 SID 12,8 17,1 13,4 15,6 SLA 13,9 9,5 12,7 14,5 TDI 9,1 15,4 10,5 14,7 TI 7,9 9,5 10,4 13,3 WAT 17,1 13,7 17,8 18, Valore dell'indice marzo giugno settembre 0 F1_S F2_SO F3_SU F4_A F5_D F6_C Stazioni di campionamento Figura 11. Percentuale di specie tolleranti all inquinamento organico (%PT) nei tre mesi di campionamento 21

28 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici F3_SU F2_SO F1_S buono (12-15) ottimo (15-20) Figura 12. MARZO: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F1-F3 22

29 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici F6_C F5_D F4_A buono (12-15) ottimo (15-20) Figura 13. MARZO: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F4-F6 23

30 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici buono (12-15) ottimo (15-20) F4_A F3_SU Figura 14. GIUGNO: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F3-F4 24

31 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici buono (12-15) ottimo (15-20) F6_C F5_D Figura 15. GIUGNO: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F5-F6 25

32 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici buono (12-15) ottimo (15-20) F4_A F3_SU Figura 16. SETTEMBRE: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F3-F4 26

33 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG L&M Indici diatomici DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP pessimo (0-6) cattivo (6-9) mediocre (9-12) Valore degli indici buono (12-15) ottimo (15-20) F6_C F5_D Figura 17. SETTEMBRE: indici diatomici relativi alle stazioni di campionamento F5-F6 27

34 TDI DI-CH IDP LOBO CEE IDG Indici diatomici L&M DESCY SLA IPS WAT TI SID SHE IBD EPI-D IDAP settembre) marzo) 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 Valore degli indici Figura 18. Differenza tra gli indici diatomici calcolati nei mesi di marzo e settembre nella stazione F4_A Infine per la valutazione dello stato ecologico dei corsi d acqua è stato calcolato l ICMi. Le Tabelle 9, 10 e 11 mostrano i risultati relativi i limiti di classe RQE per il calcolo dell ICMi per ogni stazione. Tabella 9. ICMi relativo al campionamento di marzo Stazioni ICMi Giudizio di qualità F1_S 0,73 buono F2_SO 0,99 elevato F3_SU 0,83 elevato F4_A 0,69 buono F5_D 0,96 elevato F6_C 0,76 buono 28

35 Tabella 10. ICMi relativo al campionamento di giugno Stazioni ICMi Giudizio di qualità F3_SU 0,73 buono F4_A 0,78 buono F5_D 0,96 elevato F6_C 0,76 buono Tabella 11. ICMi relativo al campionamento settembre Stazioni ICMi Giudizio di qualità F3_SU 0,77 buono F4_A 0,63 buono F5_D 0,89 elevato F6_C 1 elevato Variabili fisico-chimiche e chimiche dell acqua Di seguito sono riportati i valori delle variabili fisico-chimiche e chimiche misurate per la caratterizzazione dell acqua dei siti esaminati (Tabelle 12, 13 e 14). Tali valori sono relativi, rispettivamente, ai campionamenti di marzo, giugno e settembre. Dalle analisi chimiche e chimico-fisiche relative ai campionamenti realizzati nel mese di marzo e di settembre, i siti studiati risultano avere concentrazioni di BOD 5, COD, nitrati, fosfati e ioni ammonio non elevate. Si osserva, invece, una variazione della COD e della temperatura in tutti i siti studiati nel campionamento effettuato nel mese giugno, probabilmente dovuta all aumento del carico organico e alle differenti condizioni climatiche dovute alle diverse stagioni di campionamento. Tabella 12. Valori delle variabili fisico-chimiche relativi al campionamento effettuato a marzo Stazioni Conducibilità (µs/cm) ph O 2 NO 3 (mg/l) PO 4 (mg/l) COD (mg/l) BOD 5 (mg/l) NH 4 + (mg/l) F1_S 659,00 6,74 8,84 3,43 0,09 2,84 5,00 0,00 11,00 F2_SO 653,00 6,88 7,72 3,13 0,04 1,38 4,00 0,05 10,80 F3_SU 645,00 6,72 8,87 3,04 0,04 1,20 5,00 0,01 11,00 F4_A 764,00 7,00 9,01 2,67 0,11 0,15 6,00 0,04 10,00 F5_D 663,00 6,85 11,72 2,24 0,11 2,84 5,00 0,01 13,30 F6_C 600,00 7,06 10,25 0,94 0,05 7,65 3,00 0,02 11,50 F7_EF 693,00 6,79 15,50 2,42 0,03 2,51 3,00 0,03 10,80 T ( C) Tabella 13. Valori delle variabili fisico-chimiche relativi al campionamento effettuato a giugno Stazioni Conducibilità (µs/cm) ph O 2 NO 3 (mg/l) PO 4 (mg/l) COD (mg/l) BOD 5 (mg/l) NH 4 + (mg/l) F1_S 648,00 7,18 8,37 3,58 0,11 4,00 5,00 0,36 14,20 F2_SO 659,00 7,00 8,01 2,90 0,11 30,24 5,00 0,00 15,30 F3_SU 645,00 6,95 8,23 3,57 0,26 4,00 6,00 0,30 13,50 F4_A 702,00 7,01 8,93 2,04 0,11 4,00 5,00 0,00 14,20 F5_D 745,00 6,96 10,28 2,47 0,11 20,51 7,00 0,00 12,80 F6_C 608,00 7,00 9,97 1,34 0,33 27,95 6,00 0,00 22,60 F7_EF 681,00 7,03 12,70 2,50 1,38 4,79 7,00 0,00 14,00 T ( C) 29

36 Tabella 14. Valori delle variabili fisico-chimiche relativi al campionamento effettuato a settembre Stazioni Conducibilità (µs/cm) ph O 2 NO 3 (mg/l) PO 4 (mg/l) COD (mg/l) BOD 5 (mg/l) NH 4 + (mg/l) F1_S 669,00 6,91 7,90 2,94 0,58 4,00 5,00 0,01 13,70 F2_SO 644,00 6,89 8,30 2,53 0,11 4,00 3,00 0,02 13,70 F3_SU 637,00 6,90 7,59 2,80 0,20 4,00 4,00 0,01 12,20 F4_A 679,00 6,91 8,85 1,89 0,11 4,00 4,00 0,02 15,40 F5_D 672,00 6,98 8,83 2,26 0,11 4,00 2,00 0,01 15,70 F6_C 699,00 6,95 9,68 1,24 0,11 2,66 6,00 0,02 14,70 F7_EF 699,00 6,91 9,90 1,89 0,11 4,00 4,00 0,01 13,50 T ( C) Analisi microbiologica Di seguito vengono riportati i risultati delle analisi microbiologiche per la ricerca dei due indicatori fecali Escherichia coli e di Enterococchi (Figure 19, 20). Per questo tipo di analisi sono stati presi, nella stazione F5_D, campioni d acqua anche a mezza profondità e sul fondo che indicheremo con i codici rispettivamente F5_Dp ed F5_Df E. coli settembre E. coli giugno E. coli marzo UFC/mL F1_S F2_SO F3_SU F4_A F5_D F5_Dp F5_Df Stazioni di campionamento F6_C F7_EF Figura 19. Concentrazione di E.coli nelle diverse fasi di campionamento UFC/mL Enterococchi marzo Enterococchi giugno Enterococchi settembre F1_S F2_SO F3_SU F4_A F5_D F5_Dp F5_Df F6_C F7_EF Stazioni di campionamento Figura 20. Concentrazione di Enterococchi nelle diverse fasi di campionamento 30

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