CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI ROMA. Etica del Volontario. CROCE ROSSA ITALIANA - a cura del Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
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1 CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI ROMA Etica del Volontario CROCE ROSSA ITALIANA - a cura del Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
2 Legge 266/91 sul volontariato: Attività di volontariato è quella prestata ad altri in modo personale, spontaneo, gratuito, senza fini di lucro anche indiretto, ed esclusivamente per fini di solidarietà sociale
3 All Art. 2 si parla di gratuità attenzione alla dignità della persona umana spirito di solidarietà
4 Il volontariato è un attività privata che per sua natura incontra l area del pubblico
5 Interviene in situazioni e affronta problemi che non possono non interessare le pubbliche istituzioni
6 In linea di principio generale tra i due campi si stabilisce non solo una buona convivenza ma anche una rete di collaborazioni
7 La collaborazione del volontariato con le istituzioni era riconosciuta dalla Legge 833/78, ISTITUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, che all art. 45 riporta: E riconosciuta la funzione delle associazioni di volontariato liberamente costituite aventi la finalità di concorrere al conseguimento dei fini istituzionali del S.S.N.
8 PROFILO ETICO DEL VOLONTARIO Il volontario vive la propria esperienza in modo coerente con i valori e i principi che fondano l agire volontario
9 ETICA DELLA RESPONSABILITÀ Il volontario si fa carico del bisogno che vede, dell iniziativa che valuta necessaria
10 ETICA DEL DONO Se la gratuità è il segno distintivo di ogni volontario, il dono è la qualifica morale della sua azione
11 Il volontario dona il suo tempo, le sue competenze professionali, le sue attitudini umane e relazionali, senza alcuna aspettativa di ricompensa e di pagamento diretto o indiretto
12 ETICA DEL SERVIZIO Riferito all opera del volontario, indica il comportamento solerte e disinteressato di chi si fa prossimo alla sofferenza e all emarginazione
13 Relativo all opera del volontario, indica il comportamento solerte e disinteressato di chi si fa prossimo alla sofferenza e all emarginazione
14 ETICA DELLA FORMAZIONE PERMANENTE Gratuità, rispetto della persona, spirito di solidarietà: sono valori che vanno continuamente coltivati e approfonditi
15 Per il volontariato è dunque indispensabile un impegno formativo continuo che permetta alla persona una crescita costante
16 CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI ROMA D.Lgs 626/94 Sicurezza del soccorritore CROCE ROSSA ITALIANA - a cura del Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
17 Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) STATO DI COMPLETO BENESSERE FISICO, MENTALE E SOCIALE NON SOLO ASSENZA DI MALATTIA STATO CHE PERMETTE AGLI INDIVIDUI DI SVOLGERE IL PROPRIO RUOLO SOCIALE LA SALUTE E SIA UNA RISORSA CHE UNO STATO
18 SALUTE COME BENESSERE DAL PUNTO DI VISTA OGGETTIVO (STARE BENE) SOGGETTIVO (SENTIRSI BENE) PSICOLOGICO E SOCIALE (AVERE LA COSCIENZA DI STARE BENE E DI SENTIRSI BENE CON SE STESSI E CON GLI ALTRI) Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
19 La sicurezza è un obbligo sancito dalla legge D.Lgs Lgs.. 626/94 - ART. 1 - Campo di applicazione c.2 - Per Forze Armate e di Polizia o Servizi di protezione civile, le norme del presente decreto sono applicate tenendo conto delle particolari esigenze connesse al servizio espletato e delle attribuzioni loro proprie, individuate con decreto del Ministro competente di concerto con i Ministri del lavoro e della previdenza sociale, della sanità e della funzione pubblica.
20 proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore di rischio (es. materiali o attrezzature di lavoro, metodi e pratiche) avente il potenziale di causare danni
21 CAUSA probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego ovvero di esposizione di un determinato fattore EFFETTO Lesione fisica o alterazione dello stato di salute causata da un pericolo (esempio: infortunio sul lavoro, malattia professionale, eventi con ripercussioni sulla popolazione e l ambiente esterno)
22 evento non voluto, dannoso alla persona, determinato da causa accidentale, violenta ed esterna, che si concretizza in una diminuzione della capacità lavorativa (o la morte).
23 PREVENZIONE Complesso di provvedimenti o di azioni che possono essere messe in atto con lo scopo del verificarsi di un evento dannoso Primaria: individuare i rischi ed eliminarli/ridurli
24 ORGANIZZAZIONE PREVENZIONE = SISTEMA RISORSE UMANE SAPERE regole mezzi persone relazioni tecnologie LEVE COINVOLGIMENTO INFORMAZIONE DOCUMENTAZIONE PARTECIPAZIONE FORMAZIONE PROCEDURE
25 Valutazione globale della probabilità e della gravità di possibili lesioni in una situazione pericolosa Tale valutazione ha lo scopo di scegliere adeguate misure di sicurezza Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
26 RISCHIO PER PER LA LA SALUTE RISCHIO PER PER LA LA SICUREZZA Strutture Macchine Uso Uso di di energia elettrica Impiego sostanze pericolose Incendio-esplosione Agenti chimici chimici Agenti biologici Agenti fisici fisici RISCHIO PER PER LA LA SALUTE E PER PER LA LA SICUREZZA Organizzazione del del lavoro lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici Condizioni di di lavoro lavoro difficile
27 Le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza del soccorritore Valutazione preventiva dei rischi e loro eliminazione o riduzione al minimo in base alle più aggiornate conoscenze tecniche e mediante interventi possibilmente alla fonte Applicazione di misure di protezione collettiva ed individuali Corretta organizzazione dei processi lavorativi per ridurre al minimo l'esposizione a rischio Formazione ed informazione
28 FISICI: rumore, vibrazioni, microclima, illuminazione, FISICI elettricità, ecc. Fattori di rischio CHIMICI: polveri, fumi, nebbie, gas, vapori BIOLOGICI: virus, batteri, protozoi, parassiti, RISCHIO DI INFORTUNIO: carenze delle macchine, mancanza di DPI, azioni imprudenti dei lavoratori, ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO fatica fisica (es. per spostamento pesi) fatica nervosa (es. per ritmi di lavoro) Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
29 ERGONOMIA SCIENZA CHE STUDIA COME ADATTARE IL LAVORO ALL UOMO. IN PARTICOLARE STUDIA COME RENDERE PIÙ ADATTI I POSTI DI LAVORO, GLI UTENSILI E L ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
30 Colonna vertebrale - Rachide La colonna non solo ha il compito di sorreggere il tronco ma alloggia e protegge il midollo spinale che dalla base del cranio scende sino all inizio della regione lombare lasciando emergere tramite appositi spazi i nervi.
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32 Movimentazione manuale Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
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34 La barella va posizionata nel vano sanitario da almeno due operatori facendo movimenti che non gravino sul tratto dorso lombare della colonna. Le moderne barelle sono dotate di un sistema effetto self che consente il caricamento spingendo la barella senza doverla sollevare Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
35 D.Lgs 626/96 - ART. 5 - Obblighi dei lavoratori Il lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti In particolare i lavoratori: Osservano, disposizioni, istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; Utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione
36 Cosa sono i Dispositivi di Protezione Individuale? Mezzi personali di protezione destinati ad essere indossati allo scopo di proteggersi dai rischi suscettibili di minacciare la salute e la sicurezza durante il il lavoro.
37 USO EI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Principio di sussidiarietà: I I dispositivi di di protezione individuale devono essere indossati dell operatore quando i i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di di prevenzione.
38 REQUISITI DEI MEZZI DI PROTEZIONE I requisiti cui devono soddisfare sono: Massima capacità protettiva Semplicità e facilità nell indossarli Buona durata in condizioni efficienti Utilizzabili ed efficaci in caso di rischi multipli Regolazione per adattarli alle diverse misure anatomiche Minimo disturbo a: movimenti, respirazione, traspirazione e percezione sensoriale Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
39 NORME SUI REQUISITI DEI MEZZI DI PROTEZIONE In Italia l U.N.I. (Istituto Nazionale di Unificazione), riconosciuto dalla U.E. come Ente Normatore, ha pubblicato norme riguardante i requisiti dei mezzi di protezione Certificazione CE: marchio di conformità/attestazione di conformità MEZZI DI DI PROTEZIONE DEGLI OCCHI CALZATURE ELMETTI GUANTI CINTURE DI DI SICUREZZA MEZZI DI DI PROTEZIONE DELLE VIE VIE RESPIRATORIE OTOPROTETTORI Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
40 CATERGORIE DI DPI DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità. La persona percepisce la progressiva verificazione di effetti lesivi DPI di progettazione complessa per i quali si presuppone che la persona utilizzatrice non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la verificazione istantanea degli effetti lesivi DPI che non rientrano nella terza o prima categoria Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
41 ABITI DI PROTEZIONE La SILA è il nostro abito di protezione primario Perche è: Ignifugo Catarifrangente Comodo Chiudibile Protettivo per gli arti
42 PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI La protezione delle mani è assicurata dai GUANTI I guanti in commercio si possono dividere in due grandi categorie: guanti contro aggressioni meccaniche e chimiche (ustioni, tagli, perforazioni) ditali, guanti a mezze dita.
43 Guanti monouso CARATTERISTICHE CHIMICHE: resistenza agli agli agenti chimici-biologici CARATTERISTICHE FISICHE - resistenza al al taglio, all abrasione e alla alla perforazione - duttilità, sensibilità, sicurezza di di presa - impermeabilità - protezione dal dal caldo e dal dal freddo Strutturalmente impermeabili pongono una una barriera tra tra cute cute e l agente chimico o biologico. Resistenti alla alla penetrazione e permeazione Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
44 PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI La protezione delle gambe e dei piedi è assicurata da SCARPE E STIVALI DI SICUREZZA Si definiscono scarpe di sicurezza quelle che hanno una protezione supplementare della punta del piede.
45 Come le dobbiamo scegliere le calzature? DEVONO ESSERE ERGONOMICHE E TOLLERATE PER L INTERO TURNO STABILITO (da 4 a 10 ore) I requisiti devono essere: la leggerezza, l aerazione del piede, la facilità nell indossarle, la flessibilità, che migliorano il loro grado di comfort
46 Componente della SCARPA ANTINFORTUNI 1-1- puntale in in acciaio verniciato e temperato 2-2- interlamina in in acciaio (non (non indispensabile) 3-3-imbottitura anatomica 4-4- plantare anatomico 5-5- chiusura a triangoli mobili 6-6- tallone arrotondato
47 CARATTERISTICHE DELLE SCARPE A seconda delle operazioni e delle condizioni d uso si richiede: TOMAIA alta o bassa idrorepellente flessibile traspirante imbottitura al malleolo con o senza puntale di acciaio rapido sfilamento Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
48 PROTEZIONE del VISO e degli OCCHI proiezione di particelle o liquidi che possono produrre offesa alla vista utilizzo di occhiali od altri dispositivi provvisti di schermi laterali in policarbonato, poliammide
49 PROTEZIONE del CAPO 1 E E obbligatorio indossare l elmetto ovunque esista pericolo di di offesa al al capo (caduta materiali, urto contro ostacoli, contatto con elementi pericolosi). 2 E E consigliabile fare uso continuativo dell elmetto là làdove si si hanno dubbi sull esistenza di di situazioni di di pericolo di di lesioni al al capo 3 Affinchè l elmetto abbia la la massima efficacia protettiva occorre :: -- Controllare l integrità dell involucro esterno, bardatura interna e corretta regolazione del sottogola; -- la la pulizia con acqua e sapone, non usare solventi Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
50 PROTEZIONE delle VIE RESPIRATORIE Respiratori contro particelle (antipolvere) Respiratori contro gas gas e vapori Respiratori contro particelle+gas+vaporti Semimaschera con filtri sostituibili i filtri vengono contraddistinti dal tipo di azione che svolgono ANTIPOLVERE ANTIGAS COMBINATI Facciale Filtrante Copre il naso e la bocca può essere dotato di valvola per ridurre l accumulo di vapore acqueo Monitore V.d.S. Bellantoni Cristina
51 PROTEZIONE dell UDITO LE CUFFIE LE CAPSULE CANALARI I TAPPI PER LE ORECCHIE
52 CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Provinciale di Roma Non si insegna quel che si vuole; dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è. Jean Jaurès Supporto realizzato da: V.d.S. Iannozzi Emanuela Comitato Locale di Ciampino
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