PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI

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1 PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI Prot. Generale N / 2014 Atto N OGGETTO: Autorizzazione Unica Ambientale ( A.U.A. ) ai sensi del D.P.R. 13 marzo 2013 n.59 rilasciata alla ditta Petrolig S.r.l. per l insediamento produttivo sito in Comune di Genova - Calata Canzio Porto di Genova, relativamente al titolo abilitativo: - "Autorizzazione allo scarico di cui al Capo II del Titolo IV della Sezione II della Parte Terza del D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 ss.mm.ii. In data 12/05/2014 il/la sottoscritto/a SINISI PAOLO ha adottato la Determinazione Dirigenziale di seguito riportata. Visti l Art. 107, commi 1, 2 e 3 del T.U. Leggi sull ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. n. 267 del e l Art. 33 dello Statuto della Provincia di Genova; Visto altresì l Art. 4, comma 2 del D.Lgs 165/01; Richiamato il vigente Regolamento sull ordinamento degli Uffici e dei Servizi; SITUAZIONE DI BILANCIO E OSSERVAZIONI DEI SERVIZI FINANZIARI (Art. 31 Regolamento Contabilità) S Importo Prenotazione Impegno Accertamento CIG CUP E Codice Cap Azione N Anno N Anno N Anno Note TOTALE ENTRATE TOTALE SPESE IL FUNZIONARIO RESPONSABILE VISTO DI REGOLARITÀ CONTABILE ATTESTANTE LA COPERTURA FINANZIARIA (ART. 151, COMMA 4, T.U. APPROVATO CON D.LGS N 267/2000). Si attesta la regolarità contabile e l esistenza della copertura finanziaria del presente provvedimento ai sensi dell art. 151, comma 4 del T.U. approvato con D.LGS. n. 267/2000 GENOVA, lì 12 maggio 2014 IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARIO O SUO DELEGATO

2 Visto il D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. Visto in particolare, l art. 1, comma a, del D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59, che definisce Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.) il provvedimento rilasciato dallo sportello unico per le attività produttive, che sostituisce gli atti di comunicazione, notifica ed autorizzazione in materia ambientale di cui all art. 3 del medesimo decreto, ovvero: autorizzazione agli scarichi di cui al capo II del titolo IV della sezione II della Parte terza del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; comunicazione preventiva di cui all'articolo 112 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, per l'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi previste; autorizzazione alle emissioni in atmosfera per gli stabilimenti di cui all'articolo 269 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; autorizzazione generale di cui all'articolo 272 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; comunicazione o nulla osta di cui all'articolo 8, comma 4 o comma 6, della L. 26 ottobre 1995, n. 447; autorizzazione all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura di cui all'articolo 9 del D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99; comunicazioni in materia di rifiuti di cui agli articoli 215 e 216 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; Visto altresì, l art. 2, comma 1, lett. b) del D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59, che definisce la Provincia, o la diversa autorità indicata dalla normativa regionale, quale competente ai fini del rilascio, rinnovo e aggiornamento dell Autorizzazione Unica Ambientale, che confluisce nel provvedimento conclusivo del procedimento adottato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive; Visto il D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii.; Vista, in particolare, la Sezione II della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., Tutela delle acque dall inquinamento ; Vista la L.R. 16 agosto 1995, n. 43, Norme in materia di valorizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall inquinamento ; Visto il Regolamento Regionale 10 luglio 2009 n.4 Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di lavaggio aree esterne che reca al Capo II, la disciplina prevista dall art. 113, comma 3 del D.Lgs. 152/06; Vista la deliberazione n. 16 del 18 giugno 2013 avente oggetto il Bilancio di previsione per l esercizio 2013 e bilancio pluriennale 2013/2015 approvata dal Commissario straordinario con i poteri del Consiglio provinciale; Vista la deliberazione n. 65 del 18 giugno 2013 avente oggetto Piano esecutivo di gestione e delle performance (PEGP) 2013: approvazione approvata dal Commissario straordinario con i poteri della Giunta provinciale; Vista l istanza di rinnovo dell autorizzazione allo scarico trasmessa dallo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Genova in data ed assunta al protocollo provinciale in data con prot. n , presentata dalla ditta Petrolig S.r.l. ( Sede Legale Piazza della Vittoria n.1 Comune di Genova P.IVA ) con insediamento produttivo sito nel Comune di Genova in Calata Canzio GE- Porto; Richiamato il Provvedimento Dirigenziale n del di autorizzazione allo scarico in rio di acque reflue industriali e di approvazione del Piano di Prevenzione e Gestione relativo alle acque di prima pioggia e di lavaggio derivanti dall insediamento produttivo sito in Calata Canzio GE-Porto nel Comune di Genova, di titolarità della ditta Petrolig S.r.l.; Preso atto dell avvenuto pagamento da parte della ditta Petrolig S.r.l. della somma dovuta per spese di istruttoria; Vista la relazione istruttoria redatta dai tecnici della Direzione Ambiente Ambiti Naturali e Trasporti, da intendersi qui richiamata come atto presupposto del presente provvedimento dalla quale emerge:

3 Attività L attività della ditta consiste essenzialmente nello stoccaggio e vendita di prodotti petroliferi quali oli combustibili e gasoli. L operazione preminente consiste nel rifornimento delle navi. I prodotti petroliferi vengono scaricati direttamente dalle navi e convogliati in serbatoi di stoccaggio, alcuni dei quali sono riscaldati con serpentine a vapore al fine di mantenere gli stessi con una certa fluidità. Successivamente i prodotti in parola vengono caricati, a mezzo di pompe e tubazioni, sulle bettoline della ditta e conferiti alle varie navi ed imbarcazioni che hanno richiesto il rifornimento. Presso l insediamento non vengono trattati prodotti greggi e non vengono effettuati cicli produttivi che comportino l impiego di acque di processo. L acqua impiegata ( circa 800 m 3 /anno ) viene prelevata dall acquedotto pubblico e viene utilizzata per usi igienico-sanitari e per la produzione di vapore (caldaia) impiegato per il riscaldamento dei serbatoi. L insediamento è dotato di una centrale termica di potenzialità pari a KW alimentata a gasolio e di una caldaia per il riscaldamento dell acqua per la tracciatura delle linee dell olio combustibile denso. Tali impianti ricadono nella deroga prevista rispettivamente alla lettera i) e lettera bb) dell Allegato IV alla Parte Quinta di applicazione dell art. 272 comma 1) del D. Lgs. 152/2006 ( ex Emissioni poco significative ). Le acque reflue avviate al trattamento sono costituite da : 1) Acque oleose da drenaggi serbatoi. Acque oleose costituite dai reflui derivanti dal drenaggio dei serbatoi di stoccaggio dei prodotti petroliferi. Esse consistono nella percentuale di acqua presente nei prodotti petroliferi che si stratifica sul fondo dei serbatoi e che periodicamente viene eliminata, mediante apposite tubazioni presenti sul fondo degli stessi serbatoi. In questa particolare tipologia di acque reflue sono comprese anche le acque oleose derivanti dallo spiazzamento delle linee ogni volta che viene scaricata una nave. Tale operazione viene effettuata saltuariamente in quanto le attuali navi moderne impiegano per lo piazzamento delle linee gas inerte anziché acqua. L operazione in parola viene effettuata solo nel caso venga scaricato gasolio. La quantità di acque reflue prodotta ammonta a circa 10 mc per ogni operazione di spiazzamento della linea. 2) Acque oleose da bacino serbatoi Acque meteoriche di dilavamento ricadenti su aree potenzialmente suscettibili di essere inquinate da trafilamenti, gocciolamenti, perdite di idrocarburi, ecc. Tali zone sono generalmente costituite dalle stazioni di pompaggio, dalle aree collettori e dai bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio. Le acque ricadenti all interno del bacino di contenimento dei serbatoi vengono fatte defluire gradualmente all impianto di trattamento. Le aree considerate presentano una superficie di circa m 2. 3) Acque di dilavamento piazzali Acque di dilavamento piazzali e viabilità interna il cui rischio di inquinamento risulta minimo. La superficie presa in considerazione risulta pari a circa 9500 m 2. 4) Acque nere. Acque reflue derivanti dall uso dei servizi igienici ( docce, WC ) asserviti al personale. Il personale è costituito mediamente da 18 dipendenti fissi, più un massimo do 10 persone da ditte esterne. Tutte le acque reflue di cui ai soprastanti punti 1), 2) 3) e 4), sono raccolte e convogliate all impianto di depurazione con tubazioni segregate e appositamente dedicate a ciascuna distinta tipologia. Il deposito costiero è inoltre munito di un impianto di trattamento chimico-fisico e biologico per il trattamento di tutte le acque reflue sopra elencate. Impianto di trattamento acque reflue. - le acque oleose da drenaggi serbatoi, il cui rischio di contaminazione è elevato, vengono convogliate in una vasca denominata C la cui capacità è stata ampliata da 11 m 3 a 25 m 3. Due pompe centrifughe inviano le acque ai serbatoi di accumulo denominati TK7 e TK10.

4 - le acque oleose da bacino serbatoi, potenzialmente contaminate, vengono inviate nella vasca denominata A ( ex vasca API ) che è stata modificata in modo che la sua funzione sia esclusivamente di accumulo e sollevamento. Due pompe centrifughe potranno avviare le acque nei serbatoi di accumulo TK7 e TK10. La vasca in parola presenta una capacità di circa 80 m 3. - le acque di dilavamento ricadenti sulle zone potenzialmente inquinate vengono raccolte mediante una rete drenante di canalette e convogliate in una vasca trappola a setti separatori. Le aree potenzialmente inquinate sono state delimitate da una rete di canalette drenanti e la superficie regimata ammonta a circa 9500 m 2. Pertanto prevedendo sempre e comunque la raccolta dei primi 5 mm di acqua piovana, il volume di acqua raccolta, per ogni evento meteorico, ammonterà a circa 47,5 m 3. E stata predisposta una vasca trappola ( 50 m 3 ) dove vengono fatti confluire i condotti di raccolta delle acque piovane; quando il livello delle acque è tale che il volume contenuto corrisponde ai primi 5 mm di pioggia, viene chiusa la paratoia in modo che le precipitazioni successive possono essere scaricate direttamente in mare come acque bianche. Le acque eccedenti sono quelle successive a quelle definite come di prima pioggia, considerando ogni evento meteorico con una periodicità di 48 ore. Prima della vasca trappola è stato realizzato un particolare pozzetto dotato di indicatori di livello che attivano delle particolari paratoie che a loro volta vengono chiuse e/o aperte a seconda della quantità di acqua di prima pioggia accumulata all interno della vasca. Raggiunto il quantitativo di acqua piovana corrispondente ai primi 5 mm si interrompe l afflusso delle stesse alla vasca e si attiva lo scarico diretto a mare delle acque di seconda pioggia. Dalla vasca in parola le acque reflue vengono pompate nei due serbatoi di accumulo TK7 e TK10. Nei serbatoi di accumulo TK7 ( 750 m 3 ) e TK10 ( 2650 m 3 ), dove vengono pompate tutte le acque reflue sopra elencate, sono stati installati dei disoleatori a nastro al fine di separare ed asportare con più efficacia le sostanze oleose stratificate in superficie. Gli oli recuperati vengono convogliati in un apposito serbatoio slop, da dove sono periodicamente prelevati ed avviati al riutilizzo. L installazione nei serbatoi degli Skimmer a nastro ha consentito la dismissione ed eliminazione della preesistente vasca di disoleazione a pacchi lamellari ( vasca denominata E ). Dai serbatoi di accumulo TK7 e TK10 le acque reflue parzialmente depurate, attraverso un apposita stazione di alimentazione, vengono pompate in un filtro a sabbia a rigenerazione continua 12,5 m kg ) e successivamente inviate alla fase di ossidazione biologica, effettuata mediante un biodischi dove viene aggiunta periodicamente un apposita miscela nutriente per biomasse. In testa all impianto biologico è stata installata una vasca di omogeneizzazione e preossidazione nella quale viene insufflata aria. Allo stesso impianto biologico vengono convogliate anche le acque nere derivanti dai servizi igienici asserviti al personale, previa decantazione in apposite vasche tipo Imhoff. L apporto di tali acque influenza positivamente il sistema di trattamento biologico, in quanto le stesse forniscono un valido nutriente per la formazione dei batteri responsabili della depurazione del refluo. In uscita dall impianto biologico le acque vengono inviate in una vasca di chiarificazione finale al fine di favorire la sedimentazione delle particelle solide in sospensione. Le acque chiarificate vengono scaricate in mare, mentre i fanghi pompati in serbatoio di accumulo per essere periodicamente smaltiti come rifiuti. Le acque trattate, prima dello scarico in mare, transitano attraverso un pozzetto di campionamento facilmente accessibile. Nel pozzetto di campionamento delle acque di scarico trattate, confluiscono anche le acque di seconda pioggia, tuttavia lo stesso è stato realizzato in modo che le due tipologie di acque possono essere campionate in maniera distinta. Sulla tubazione di scarico delle acque di processo e dilavamento trattate è stato installato un idoneo contatore volumetrico che al momento del sopralluogo indicava m 3. Lo scarico risulta di tipo discontinuo e recapita direttamente in mare. A seguito dei lavori in corso d opera definiti dall Autorità Portuale di Genova come recupero funzionale di Calata Oli Minerali ed ampliamento di Calata Bettolo, viene modificato il punto di scarico a mare alle nuove coordinate geografiche Gauss-Boaga, Longitudine Est e Latidudine Nord Tale modifica non comporta lo spostamento del pozzetto di campionamento ma esclusivamente il prolungamento della

5 condotta di scarico lungo la banchina di ancoraggio delle navi. Il Piano di Prevenzione e Gestione delle acque di prima pioggia e lavaggio, previsto dal R.R. n.4/2009 era già stato approvato con Provvedimento Dirigenziale n del , di cui il presente provvedimento costituisce il rinnovo. Il Piano di Prevenzione e Gestione prevede la regimazione delle acque piovane ricadenti sulle superfici scolanti individuate come: Zona A aree ( m 2 ) suscettibili di inquinamento da idrocarburi per sgocciolamenti, trafilamenti e perdite accidentali. Sono costituite dalle zone delle stazioni di pompaggio, dalle zone dei collettori di carico/scarico e dai bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio dei prodotti stessi. Le acque di dilavamento delle aree sopra citate vengono raccolte in continuo ed avviate al sistema di depurazione sopra descritto. Zona B comprende le aree dei piazzali interni e della viabilità necessaria al personale ed ai mezzi di sevizio ( 9500 m 2 ), che presentano minime possibilità di contaminazione in quanto non avvengono operazioni di movimentazione dei prodotti mediante autobotti. Mediante apposita rete di tubazioni interrate, caditoie stradali e griglie a pavimento vengono raccolte le acque piovane corrispondenti ai primi 5 mm ed inviati all impianto di depurazione, mentre le acque eccedenti, le così dette acque di seconda pioggia sono scaricate direttamente in mare. Il sistema di raccolta e depurazione delle acque meteoriche di dilavamento derivanti dalla Zona A e dalla Zona B, così come il punto di scarico in mare delle stesse, sono gli stessi presi in considerazione nell ambito della procedura di Autorizzazione Unica Ambientale allo scarico delle acque industriali. Ritenuto che possa farsi luogo al rilascio dell Autorizzazione Unica Ambientale, con le prescrizioni riportate nella parte dispositiva; DISPONE 1) di rilasciare alla ditta Petrolig S.r.l., l Autorizzazione Unica Ambientale, ai sensi del D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59, relativa all insediamento produttivo sito in Comune di Genova, Calata Canzio GE-Porto; 2) di autorizzare la ditta Petroli S.r.l. allo scarico delle acque reflue industriali derivante dall impianto produttivo ubicato in Calata Canzio GE-Porto nel Comune di Genova, ed avente recapito in mare nel punto di coordinate geografiche in proiezione Gauss-Boaga Longitudine Est e Latitudine Nord , ai sensi della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., e della la l. r. 16 agosto 2005, n. 43, nel rispetto dei limiti di cui alla tabella 3, I colonna, dell'allegato 5 alla parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, 3) di sottoporre la ditta Petrolig S.r.l. in relazione all autorizzazione suddetta, al rispetto delle seguenti prescrizioni; a) L impianto di depurazione chimico-fisico e biologico dovrà essere sottoposto a periodiche operazioni di controllo e manutenzione. Le relative apparecchiature e strumentazione ( pompe, valvole, indicatori di livello, paratoie, sensori, ecc.) dovranno essere tenute in perfetta efficienza; b) L intera rete di captazione, drenaggio, raccolta e convogliamento delle acque reflue di processo e delle acque piovane di dilavamento, dovrà essere tenuta in perfetta efficienza e costantemente libera da detriti; i disservizi relativi alle pompe di rilancio delle vasche di raccolta dovranno essere annotati sul quaderno di manutenzione e registrazione dati dello scarico, specificando ora e data del guasto e data e ora del ripristino; c) I sistemi di intercettazione, convogliamento e depurazione devono essere tecnicamente in grado di garantire il completo trattamento delle acque di dilavamento di prima pioggia ossia dei primi 5 mm di acqua, considerando ogni evento meteorico con una periodicità di 48 ore; d) le pendenze di scorrimento delle superfici impermeabili dell insediamento dovranno essere tali da garantire il regolare deflusso delle acque ai sistemi di raccolta e convogliamento ; e) La vasca trappola di raccolta delle acque di «prima pioggia», nelle normali condizioni di esercizio, dovrà essere mantenuta ad un livello minimo di acque;

6 f) Le superfici scolanti individuate come Zona A e Zona B, oggetto del Piano di Prevenzione e Gestione delle acque piovane e di lavaggio, dovranno essere mantenute in buon stato di manutenzione priva di crepe, fessurazioni, buche, ecc., al fine di evitare infiltrazioni negli strati superficiali del suolo di acque contaminate; g) Le vasche di accumulo/sollevamento delle acque reflue oleose ed il serbatoio di chiarificazione, dovranno essere periodicamente sgomberati dai sedimenti e detriti depositati sul fondo; h) Dovrà essere garantita la possibilità di effettuare campionamenti a valle dell impianto di trattamento e prima dello scarico finale; i) Il pozzetto di campionamento delle acque di scarico deve essere strutturato in modo da garantire il campionamento distinto delle acque di processo e dilavamento trattate e delle acque piovane di seconda pioggia ; j) il contatore installato sulla tubazione di scarico finale dovrà essere mantenuto funzionante ed in perfetta efficienza. In caso di disservizio e/o sostituzione dovranno essere annotati sul quaderno di registrazione dati la data dello stesso, la data del ripristino, il valore segnato alla data del disservizio e quello segnato alla data di ripristino; k) Le acque di «seconda pioggia» nel caso risultassero contaminate da sostanze inquinanti dovranno essere inviate all impianto di depurazione prima dello scarico finale; l) I valori limite di emissione non potranno essere in alcun caso conseguiti mediante diluizione con acque prelevate allo scopo; m) Per lo smaltimento dei fanghi, delle sostanze oleose, e dei fanghi derivanti dalla pulizia delle fosse Imhoff, dovrà essere impiegata apposita ditta autorizzata ai sensi di legge; la documentazione relativa alle operazioni di smaltimento dovrà essere conservata dal titolare dello scarico e messa a disposizione, su richiesta della Provincia di Genova e delle strutture tecniche di controllo per un periodo di cinque anni; n) la ditta dovrà provvedere all'esecuzione di analisi di controllo allo scarico ogni 6 mesi sui seguenti parametri: PH, solidi sospesi totali, COD, BOD, piombo, ferro, cadmio, cromo VI, idrocarburi totali, fenoli, solventi organici aromatici, tensioattivi totali. Le analisi dovranno essere eseguite su campioni medi compositi sulle tre ore con metodiche IRSA-CNR. Modalità di campionamento differenti dovranno essere giustificate nel verbale di campionamento. I risultati analitici dovranno essere trasmessi alla Provincia tempestivamente. Le analisi dovranno essere eseguite da Tecnico abilitato, il quale dovrà indicare nel referto l appartenenza al proprio Ordine Professionale e i metodi analitici utilizzati. I risultati dovranno essere corredati da un verbale di campionamento che contenga le descrizione dello stato di funzionamento dell impianto di depurazione all atto del campionamento, delle modalità di campionamento, delle modalità di conservazione del campione. Il campione dovrà essere prelevato dal personale del laboratorio che effettuerà le analisi e le operazioni di campionamento, prelievo e conservazione del campione dovranno essere conformi alle metodiche IRSA CNR; o) contestualmente all avvio dei referti analitici, di cui al punto precedente, dovrà essere comunicato il valore segnato dal contalitri asservito allo scarico al momento del campionamento; 4) di richiedere all Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente Ligure di effettuare, sullo scarico, campionamenti ed analisi con cadenza annuale sui seguenti parametri: PH, solidi sospesi totali, COD, BOD, piombo, ferro, cadmio, cromo VI, idrocarburi totali, fenoli, solventi organi aromatici, tensioattivi totali; Non sarà consentito lo scarico di acque, provenienti da attività ed impianti non espressamente contemplati nella presente autorizzazione. L eventuale necessità di trattare acque diverse dovrà essere preventivamente comunicata all Amministrazione Provinciale. Qualunque ampliamento e/o modifica sostanziale dell impianto di depurazione o del ciclo produttivo che determini variazioni della qualità delle acque da sottoporre a trattamento, dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Provincia di Genova, fermo restando l osservanza delle prescrizioni contenute nell autorizzazione al momento in vigore; Dovranno essere resi sempre accessibili l impianto di trattamento e lo scarico per campionamenti e sopralluoghi ai sensi dell art. 101, comma 3 del D. Lgs. 3 aprile 2006, n Il titolare dello scarico, ai sensi dell art. 11, punto 5, della l. r. 16 agosto 1995, n. 43, dovrà tenere un quaderno di registrazione dei dati e di manutenzione contenenti le seguenti informazioni:

7 - data e ora di disservizi dell impianto di depurazione; - periodo di fermata dell impianto (ferie, manutenzioni ); - manutenzioni ordinarie e straordinarie all impianto trattamento reflui; - data e ora dei prelievi effettuati per le analisi periodiche - quanto espressamente indicato nella parte prescrittiva del presente provvedimento. Tale quaderno dovrà essere a fogli non staccabili e i suoi fogli dovranno essere numerati a cura del titolare dello scarico. Esso dovrà essere esibito a richiesta della Provincia e delle strutture tecniche di all art. 5 della l. r. 43/95, unitamente ad eventuali e ulteriori documenti relativi al trasporto di acque, fanghi e liquami. La presente Autorizzazione Unica Ambientale ha durata pari ad anni quindici (15) dalla data di adozione del presente provvedimento; sei (6) mesi prima della scadenza dovrà essere chiesto il rinnovo. INVIA 1) il presente provvedimento al S.U.A.P. del Comune di Genova, per la successiva trasmissione alla ditta Petroligi S.r.l.; 2) all ARPAL, ai fini dell esercizio delle funzioni di controllo. Si informa che contro il presente provvedimento può essere proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni, oppure ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla notificazione o piena conoscenza del provvedimento ai sensi del D.Lgs 104/2010. Genova, MB/BG Il Direttore (Dott. Paolo Sinisi)

8 Attestazione di esecutività La determinazione dirigenziale è diventata esecutiva, ai sensi dell art. 151, comma 4, del TUEL d.lgs 267/2000 o dell art. 77, comma 4, del Regolamento Provinciale sull ordinamento degli uffici e dei servizi, dal 12 maggio 2014 f.to Il Segretario Generale o suo delegato Genova, li 12 maggio 2014 Certificato di pubblicazione La determinazione dirigenziale è stata pubblicata all Albo Pretorio On Line della Provincia dal 14 maggio 2014 al 29 maggio 2014

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