ORIENTAMENTO E ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

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1 LABORATORIO FORMATIVO DEDICATO AREA TEMATICA ORIENTAMENTO E ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE DOCENTE NEO ASSUNTO PER L A.S (Porf. Ing. Elio De Santis)

2 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO L Alternanza Scuola Lavoro si configura nell attuale sistema formativo, come strumento di raccordo tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro. Una nuova modalità di fare scuola per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, utilizzando l azienda come aula

3 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO L alternanza scuola-lavoro lavoro rappresenta una metodologia propria della nuova scuola, non più centrata sulle conoscenze disciplinari ma sulle competenze personali degli studenti, quelle che consentono loro di affrontare in modo consapevole e attivo le responsabilità della vita adulta

4 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Tale metodologia consente di alternare attività presso la scuola, con particolare rilevanza dei laboratori e dei progetti, ed attività esterne sotto forma di visite, ricerche, compiti reali. In tal modo si persegue una formazione efficace e si colloca l attività formativa entro situazioni di apprendimento non piu rivolte a saperi formali, ma inserite nella cultura reale della società.

5 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Rispetto alle esperienze tradizionali di Stage l alternanza si caratterizza per gli elementi di discontinuità che la contraddistinguono. Infatti non si tratta più di esperienze occasionali come nel caso degli Stage, nei quali spesso l accoglienza in Azienda assumeva un ruolo subordinato rispetto all esperienza d aula e costituiva l occasione per applicare i saperi scolastici.

6 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Si tratta invece di percorsi che vengono fin dall origine concepiti, in una prospettiva pluriennale, come esperienze per favorire l orientamento, la valorizzazione delle vocazioni personali, l acquisizione di conoscenze e competenze valutabili e spendibili nel mercato del lavoro.

7 ORGANIZZAZIONI COINVOLTE ISTITUZIONE SCOLASTICA FAMIGLIA CONTESTO TERRITORIALE MONDO DEL LAVORO

8 QUADRO NORMATIVO Legge 53/2003 Decreto Legislativo n. 77/2005 Possibilità di realizzare percorsi sia nei Licei e negli Istituti Tecnologici sia nell Istruzione e Formazione Professionale per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza, con enti pubblici e privati, inclusi quelli del terzo settore

9 Legge 53/03 D. L. n. 77/05 Attuare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l esperienza pratica Arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici con l acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro Favorire l orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali Realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile Correlare l offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio

10 D.P.R.86,87e89del5marzo2010 Alternanza scuola lavoro come metodologia di lavoro finalizzata allo sviluppo delle competenze previste dai profili in uscita Alternanza nell ordinamento negli Istituti Professionali D.lgs 81/2008- Sicurezza Delibera 06/09/2013 Indirizzi regionali in materia di tirocini

11 Legge 107/2015 Infine la Legge 107/2015, sistematizza l A.S.L. dall a.s nel secondo ciclo di istruzione, attraverso la previsione di percorsi obbligatori di alternanza nel secondo biennio e nell ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado con una durata complessiva di 400 ore negli Istituti Tecnici e Professionali e 200 ore nei Licei.

12 La legge considera l Alternanza come: Ricerca metodologica centrata su un approccio di realtà (didattica laboratoriale) Rimodulazione della didattica secondo una progettazione per competenze Valore orientativo Strumento e luogo di integrazione per realizzare un organico collegamento tra scuola, mondo del lavoro e società Processo di integrazione di saperi, risorse ed esperienze fortemente radicato nelle pratiche delle scuole Confronto tra modalità comunicative e metodologie formative di tipo diverso

13 Il percorso in alternanza: NON è attività aggiuntiva al curricolo NON è solo uno stage di orientamento lavoro MA E PARTE INTEGRANTE dell intero percorso formativo, quale metodologia didattica del Sistema dell Istruzione (D.P.R. 15 marzo 2010 n )

14 IL PERCORSO A RITROSO Individuazione competenze Definizione del sistema di accertamento e valutazione delle competenze Definizione del progetto formativo in alternanza

15 PUNTI CARDINE Individuazionedelle competenze: riferimenti, criteri di selezione, modalità di descrizione; Identificazionedi prestazioni osservabili e misurabili che permettano la valutazione delle competenze; Riconoscimentonella prestazione lavorativa dell utilizzo delle conoscenze e nell attività formativa della presenza di una prestazione; Correlazionedelle competenze acquisite nel mondo del lavoro con quelle da acquisire a scuola; Riconoscimentodella valutazione nei percorsi in alternanza sulla valutazione complessiva delle competenze sviluppate.

16 FINALITA DELL A.S.L. (1/2) Le finalità dell alternanza mirano a alcuni bisogni degli studenti come: soddisfare Attuare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l esperienza pratica; Arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro;

17 FINALITA DELL A.S.L. (2/2) Favorire l orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili individuali; Realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile; Correlare l offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

18 OBIETTIVI DELL A.S.L. Gli obiettivi principali considerati sono: che possono essere Attivare processi di orientamento, rimotivazione allo studio e promozione del successo formativo; Sviluppare una diversa concezione dell apprendimento; Favorire la valorizzazione della reciprocità e della complementarietà dei processi del pensare del fare e contrastare la contrapposizione fra cultura e mondo del lavoro.

19 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (1/13) Per progettare un percorso formativo di A.S.L. è utile e necessario rilevare/attuare quanto segue: a) Ricognizione dei fabbisogni formativi sul territorio; b) Forme di accordo scuola, territorio e mondo del lavoro;

20 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (2/13) c) Registro Nazionale per l alternanza scuola lavoro (RNASL); d) I protocolli d Intesa; e) Laboratori territoriali per l occupabilità f) Altre esperienze territoriali: Bottegascuola, Scuola-Impresa e Buone Pratiche

21 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (3/13) a) Ricognizione dei fabbisogni formativi sul territorio La progettazione di un percorso di alternanza presuppone la definizione dei fabbisogni formativi sulla base della conoscenza del territorio e dell evoluzione del mondo del lavoro, fondata non solo sulle esperienze dirette, ma anche sull analisi di una serie di dati e informazioni resi disponibili da ricerche e rilevazioni condotte da soggetti esterni alla scuola (ISTAT, ISFOL, Servizi per l impiego, Enti locali, Parti sociali, etc.).

22 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (4/13) Successivamente a questa fase di studio e di ricerca, l Istituzione Scolastica individua le realtà con le quali avviare collaborazioni che assumono sia la forma di accordi, sia di convenzioni operative e specifiche.

23 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (5/13) b) Forme di accordo scuola, territorio e mondo del lavoro I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell Istituzione scolastica e formativa, sulla base di apposite CONVENZIONI con le Imprese, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.

24 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (6/13) Le CONVENZIONI in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti.

25 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (7/13) Le collaborazioni hanno come obiettivo la coprogettazione dei percorsi formativi che impegnano congiuntamente Scuola e mondo del lavoro. La struttura ospitante è un luogo di apprendimento in cui lo studente sviluppa nuove competenze, consolida quelle apprese a scuola e acquisisce la cultura del lavoro attraverso l esperienza. Gli accordi che vengono stipulati tra scuola ed i soggetti esterni devono tener conto di due elementi in particolare: le vocazioni degli studenti e le indicazioni del mercato del lavoro.

26 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (8/13) c) Registro Nazionale per l ASL Per facilitare l individuazione dei partner è prevista la costituzione, presso le Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA) territorialmente competenti, di un apposito Registro Nazionale per l Alternanza.

27 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (9/13) d) Protocolli d intesa In attesa che il Registro Nazionale per l Alternanza scuola lavoro assuma la piena operatività, le scuole potranno avvalersi delle collaborazioni già esistenti o attivarne di nuove in sintonia con l offerta disponibile sul territorio. E possibile fare riferimento anche ai Protocolli di Intesa sottoscritti dal MIUR e USR.

28 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (10/13) e) Laboratori territoriali per l occupabilità. Si tratta di una nuova generazione di Laboratori, in fase di realizzazione, aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica.

29 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (11/13) Attraverso questa tipologia di laboratori le Istituzioni scolastiche perseguono i seguenti obiettivi: 1-Apertura della scuola al territorio 2- Orientamento della formazione ai settori strategici del made in Italy 3- Fruibilità di servizi propedeutici al collocamento al lavoro o alla riqualificazione di giovani non occupati

30 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (12/13) f) Altre esperienze territoriali: Bottega-scuola, Scuola-impresa e Buone pratiche - La Bottega-Scuola rappresenta un modello educativo innovativo che valorizza mestieri tipici di settori artigianali di eccellenza del nostro made in Italy; -Scuola-Impresa è un impresa formativa strumentale costituita all interno della scuola stessa e funziona come una vera e propria azienda, con un proprio bilancio ed i relativi registri di contabilità, di magazzino, etc. In essa i giovani non simulano ma apprendono attraverso esperienze reali di lavoro in una azienda ma con finalità didattiche.

31 RACCORDO TRA SCUOLA, TERRITORIO E MONDO DEL LAVORO (13/13) Le tappe del rapporto scuola-territorio possono essere così sintetizzate: Analisi del territorio; Collaborazione tra le diverse realtà, che prelude ad una futura programmazione di un progetto condiviso; Stipula di accordi per partenariati stabili.

32 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (1/8) La buona riuscita dei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro richiede la presenza di alcuni elementi indispensabili di coordinamento e di coprogettazione come: 1- Un accordo tra i soggetti che assicurano il supporto formativo al giovane che apprende; 2- La progettazione dell intero percorso, sia delle attività in aula che dei periodi di tirocinio nella struttura ospitante.

33 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (2/8) 3-Un flusso costante di informazioni tra i vari soggetti coinvolti La progettazione dei percorsi di ASL integra la dimensione curriculare con la dimensione esperienziale ed ha come obiettivo unico lo sviluppo delle competenze dei giovani.

34 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (3/8) Nella progettazione didattica di A.S.L. viene interessato il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) o il Comitato Scientifico (CS). La Scuola può innovare la propria struttura organizzativa con la costituzione del CTS negli Istituti tecnici e professionali e del CS nei licei. La Scuola può anche dotarsi di un Gruppo dedicato all Alternanza, cui possono partecipare soggetti esterni esperti in esperienze di lavoro.

35 COMITATO TECNICO SCIENTIFICO Il Comitato Tecnico Scientifico è composto da docenti, da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica ed ha la funzione di raccordo tra la finalità educativa della scuola, le esigenze del territorio e le reali figure richieste dal mondo del lavoro, della ricerca e dell università. I compiti che svolge in particolare sono: Analisi del fabbisogno formativo territorio Analisi domanda di occupazioni (figure professionali più richieste) Individuazione delle forme di collaborazione con il territorio e il mondo lavoro (stage, tirocini, alternanza, poli e distretti formativi)

36 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (4/8) La progettazione richiede una coerenza con il POF dell Istituzione Scolastica. La progettazione dei percorsi in alternanza con la legge 107/2015 assume una dimensione triennale. Nel Piano Triennale dell Offerta Formativa (PTOF) necessita pertanto inserire indicazioni come: 1- Definire le competenze attese dall esperienza di alternanza 2- Progettare con la struttura ospitante (Azienda o Ente) il percorso da realizzare

37 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (5/8) 3- Sensibilizzare ed orientare gli studenti a riflettere sulle loro attese relative all esperienza lavorativa 4- Stimolare gli studenti all osservazione delle dinamiche organizzative e dei rapporti tra soggetti nell azienda 5- Condividere e rielaborare in aula quanto sperimentato fuori dall aula 6- Documentare l esperienza realizzata 7- Disseminare i risultati dell esperienza

38 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (6/8) Tempi e Metodi di Progettazione dell A.S.L. L attività di alternanza si configura come un percorso unico e articolato da realizzare in contesti formativi con una forte integrazione ed equivalenza formativa tra esperienza scolastica ed esperienza lavorativa.

39 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (7/8) L alternanza NON è dunque un esperienza isolata collocata in un particolare momento del curriculo del giovane ma va programmata in una prospettiva pluriennale e può prevedere una pluralità di tipologie di integrazione con il mondo del lavoro: - Incontri con esperti - Visite aziendali - Ricerca sul campo - Simulazione di Impresa - Project Work in e con l Impresa - Tirocini

40 PROGETTAZIONE DIDATTICA DELLE ATTIVITA DI A.S.L. (8/8) Sulla base del progetto l inserimento degli studenti nei contesti operativi può essere organizzato, tutto o in parte nell ambito dell orario annuale dei piani di studio oppure nei periodi di sospensione delle attività didattiche.

41 ORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI DI A.S.L. (1/4) I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono svolti presso soggetti esterni alle istituzioni scolastiche e formative, con i quali sono co-progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità di ogni singola istituzione scolastica.

42 ORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI DI A.S.L. (2/4) Ai sensi dell art.1, comma 2 del D.Lgs 77/2005 l attuazione dei percorsi avviene sulla base di apposite convenzioni attivate con le Strutture Ospitanti, la cui tipologia in base all art.1, comma 34 della legge 107/2015 è stata ampliata.

43 ORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI DI A.S.L. (3/4) I soggetti rappresentati: a- Imprese e rispettive Associazioni; b- Camere di Commercio,Industria, Artigianato e Agricoltura; c- Enti pubblici e privati; d- Terzo settore; e- Ordini professionali;

44 ORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI DI A.S.L. (4/4) f- Musei e altri istituti pubblici operanti nel settore del patrimonio e delle attività culturali, artistiche e musicali; g- Enti che svolgono attività afferenti al patrimonio ambientale; h- Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI.

45 REQUISITI DELLE STRUTTURE OSPITANTI I soggetti ospitanti devono essere in possesso di: - Capacità strutturali - Capacità tecnologiche - Capacità organizzative

46 CONVENZIONI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE CON LE STRUTTURE OSPITANTI (1/4) Nelle convenzioni le scuole fanno riferimento alle finalità del percorso di alternanza,con particolare attenzione alle attività da svolgersi durante l esperienza di lavoro, alle norme e alle regole da osservare, alle indicazioni degli obblighi assicurativi, al rispetto della norma sulla privacy, sulla sicurezza dei dati e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

47 CONVENZIONI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE CON LE STRUTTURE OSPITANTI (2/4) Nelle convenzioni devono risultare in particolare: a) Anagrafica della scuola e della struttura ospitante; b) Natura delle attività che lo studente è chiamato a svolgere durante il periodo di Alternanza Scuola Lavoro; c) Individuazione degli studenti; d) Durata del singolo percorso formativo;

48 CONVENZIONI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE CON LE STRUTTURE OSPITANTI (3/4) e) Identificazione dei referenti degli organismi interni ed esterni dell istituzione scolastica e dei relativi ruoli funzionali; f) Informazione e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro; g) Eventuali risorse economiche; h) Strutture e Know-How; i) Obblighi e responsabilità dell istituzione scolastica e della struttura ospitante.

49 CONVENZIONI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE CON LE STRUTTURE OSPITANTI (4/4) j) Modalità di acquisizione della valutazione dello studente k) Criteri e indicatori per il monitoraggio del progetto La convenzione presenta con specifico allegato il Patto Formativo documento con cui lo studente si impegna a rispettare determinati obblighi in alternanza (rispetto delle persone e cose, linguaggio, igiene, sicurezza e salute, dati, etc.).

50 FUNZIONE TUTORIALE (1/7) Tra le figure professionali che intervengono nel percorso formativo di ASL risultano strategiche quelle deputate a seguire lo studente nella sua attività che si identificano nel: 1- Docente Tutor interno 2- Tutor formativo esterno (Tutor aziendale) 3- Referente di progetto

51 FUNZIONE TUTORIALE (2/7) Il Docente Tutor interno designato dall Istituzione scolastica svolge le seguenti funzioni: 1- Elabora con il Tutor esterno (Tutor aziendale) nell elaborazione progettuale del percorso formativo; 2- Assiste e guida lo studente nel percorso di alternanza e ne verifica il corretto svolgimento; 3- Gestisce le relazioni con il contesto in cui si sviluppa il tirocinio, rapportandosi con il Tutor esterno;

52 FUNZIONE TUTORIALE (3/7) 4- Monitora le attività e affronta le eventuali criticità che dovessero emergere dalle stesse; 5- Valuta,comunica e valorizza gli obiettivi e le competenze raggiunte dallo studente; 6- Informa gli organi scolastici preposti; 7- Assiste il Dirigente scolastico nella redazione della scheda di valutazione sulla struttura ospitante.

53 FUNZIONE TUTORIALE (4/7) Il Tutor esterno (aziendale) viene designato dalla struttura ospitante. Il Tutor esterno (aziendale) è una figura chiave nei percorsi di alternanza scuola lavoro. Ha il compito di accompagnare e supportare gli studenti inseriti in Azienda e garantire un efficace integrazione tra la formazione esterna al luogo di lavoro e la formazione interna.

54 FUNZIONE TUTORIALE (5/7) Funzioni principali del Tutor aziendale: 1. Funzione di accoglienza e di accompagnamento all inserimento: è la figura cardine cui è deputata l accoglienza dello studente declinata secondo alcuni passaggi chiave: - Accoglienza iniziale; - Orientamento e guida per accompagnare lo studente; nel percorso di scoperta dell organizzazione aziendale; - Informazioni sulla realtà organizzativa nel suo complesso.

55 FUNZIONE TUTORIALE (6/7) 2. Funzione di facilitazione e sostegno all apprendimento - Il Tutor aziendale interviene in qualità di facilitatore e sostenitore dell apprendimento per tutta la durata del percorso di alternanza scuola lavoro; - Egli deve conoscere l articolazione del progetto predisposto dalla scuola e contribuire alla definizione dello stesso in modo da fungere da supporto anche per il Tutor scolastico, nell elaborazione progettuale (fase di co-progettazione).

56 FUNZIONE TUTORIALE (7/7) Il Referente di Progetto designato dall Istituzione Scolastica svolge la funzione di raccordo tra gli operatori interni ed esterni per coordinare le attività previste dal progetto. Informa il Dirigente scolastico sull andamento del percorso formativo e sui risultati conseguiti.

57 IMPRESA FORMATIVA SIMULATA - IFS (1/2) L Impresa Formativa Simulata è una delle modalità di realizzazione dell ASL attuata mediante la costituzione di un azienda virtuale animata dagli studenti, che svolge un attività di mercato in rete e fa riferimento ad un azienda reale (azienda tutor o madrina) che costituisce il modello di riferimento da emulare in ogni fase o ciclo di vita aziendale.

58 IMPRESA FORMATIVA SIMULATA IFS (2/2) Si avvale di una metodologia didattica che utilizza in modo naturale il Problem solving, il Learning by doing, il Cooperative learning, costituendo un valido strumento per l acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro.

59 SALUTE E SICUREZZA DEGLI STUDENTI IN A.S.L. NELLE STRUTTURE OSPITANTI (1/3) L Istituzione Scolastica è tenuta a verificare le condizioni di sicurezza connesse all organizzazione dell ASL e ad assicurare le relative misure di prevenzione e di gestione garantendo i presupposti perché gli studenti siano il più possibile tutelati.

60 SALUTE E SICUREZZA DEGLI STUDENTI IN A.S.L. NELLE STRUTTURE OSPITANTI (2/3) Fondamentali per lo sgravio degli impegni a carico delle Istituzioni Scolastiche risulteranno le collaborazioni che le stesse riusciranno ad attivare, insieme all Ufficio Scolastico Regionale (USR) con accordi territoriali presso gli enti preposti per competenza, in modo tale da:

61 SALUTE E SICUREZZA DEGLI STUDENTI IN A.S.L. NELLE STRUTTURE OSPITANTI (3/3) 1- Garantire la sorveglianza sanitaria; 2- Assicurare presso l INAIL contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali; 3- Stipulare un assicurazione per la responsabilità civile verso terzi.

62 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (1-6) a)valutazione degli apprendimenti La valutazione richiede una riflessione sul modo di leggere ed interpretare l intero curriculum,in quanto, nel percorso dello studente, vanno integrati, in un processo di interazione continua, apprendimenti acquisiti in contesti diversi (scuola/lavoro).

63 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (2-6) L utilizzo della metodologia dell alternanza trasforma il modello di apprendimento legato alle singole discipline in un diverso modello, che costituisce il risultato multifattoriale di un processo, che riconosce il valore degli apprendimenti acquisiti in modo informale e non formale nell azione didattica, consentendone il riconoscimento in termini di competenze e di potenziale successo formativo dello studente.

64 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (3-6) COMPETENZA - 1 Capacità di applicare una conoscenza in un contesto dato, riconoscendone le specifiche caratteristiche e adottando comportamenti funzionali al conseguimento del risultato

65 COMPETENZA - 2 «Per competenza intendiamo una caratteristica intrinseca individuale che è causalmente collegata a una performance efficace o superiore in una mansione o in una situazione, e che è misurata sulla base di un criterio prestabilito» (Spencer 1995).

66 COMPETENZA - 3 «La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità...) da mobilizzare, ma nella mobilizzazione stessa di queste risorse... la competenza è un saper agire (o reagire) riconosciuto. Qualunque competenza, per esistere, necessita del giudizio altrui... La competenza non si riduce alla singola prestazione singolare, ma non si dà competenza al di fuori delle prestazioni». (Le Boterf, 1994)

67 COMPETENZA - 4 Competenza: la capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e le capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale

68 L ALTERNANZA È UNA DELLE STRATEGIE FORMATIVE CHE REALIZZANO LA DIDATTICA DELLE COMPETENZE. Essa viene implementata mediante: Rapporto tra sapere e fare; Dimostrazione del possesso di capacità e conoscenze; Assunzione di comportamenti adeguati al contesto in cui si opera; Responsabilità nei confronti del proprio operare e del risultato; Padronanza dei saperi, delle tecniche e degli strumenti.

69 DIDATTICA DELLE COMPETENZE La didattica delle competenze è un insieme di strategie formative per sviluppare o rafforzare le competenze mettendo gli studenti alla prova.

70 COME SI INDIVIDUANO LE COMPETENZE NEI PERCORSI DI ALTERNANZA Attraverso l analisi del profilo previsto dai Regolamenti; In funzione delle attività concordate con le Aziende partner; In funzione della coerenza delle prestazioni con le competenze da sviluppare; Nel rispetto della progettazione (possibilmente triennale) applicando criteri di progressione e di sviluppo per evitare ripetizioni e/o sovrapposizioni.

71 COME SI SELEZIONANO LE sugg_rim_nti Limitare il numero di competenze da acquisire in alternanza senza essere eccessivamente dispersivi; Non escludere le competenze di base; Partire sempre dalle attività realmente esercitate in Azienda, ricostruendo le abilità/prestazioni implicate e risalendo quindi alla competenza di cui rappresentano uno specifico ambito di esercizio; Predisporre modalità/prove oggettive di accertamento identificandone criteri di misurazione (indicatori); Ricordare che la certificazione riguarda appunto le abilità connesse alla prestazione, ed è a doppia firma.

72 ESEMPIO DI COMPETENZE PIU RICHIESTE PER IL PROFILO MECCANICO 1. Riconosce i diversi tipi di guasto e le principali cause; 2. Rileva e interpreta segnali di allarme derivanti da sensori e dispositivi; 3. Applica le normative o tecniche previste per il collaudo; 4. Propone lievi modifiche, sostituzioni o aggiunte per migliorare la fattibilità, l'economicità o la funzionalità di un sistema o impianto; 5. Abitua gli operatori a fornire informazioni utili ad accelerare la diagnosi di guasti e di anomalie di funzionamento; 6. Regola e imposta i parametri o la sequenza di un processo produttivo o di una lavorazione in conformità alle specifiche; 7. Esegue tutte le operazioni di sostituzione, revisione, allineamento e centraggio, pre-settaggio e taratura; 8. Ripristina la funzionalità di macchine e impianti; 9. Rileva l'eventuale malfunzionamento o non conformità della macchina o del processo e interviene durante la lavorazione per effettuare operazioni di revisione e sostituzione dei componenti usurati; 10. Verifica le specifiche progettuali, i parametri di qualità e le tolleranze.

73 DEFINIZIONE DEL DI E DELLE COMPETENZE In^ivi^u[zion_ pr_st[zioni ^[ []]_rt[r_ Costruzion_ prov_ grigli_ ^i ]orr_zion_ (]orr_l[zion_ tr[ [\ilità, it_m _ punt_ggi, m_^i[nt_ in^i][tori ^i pr_st[zion_) Misur[zion_ ^_ll_ pr_st[zioni _ v[lut[zion_ ^_ll_ ]omp_t_nz_ C_rtifi][zion_ ^_ll_ ]omp_t_nz_

74 IL PROCESSO DI DELLE COMPETENZE -1 La valutazione delle prestazioni è il primo passo per valutare le competenze. Il processo di valutazione delle competenze può dunque essere così descritto: a. Scelta delle competenze che si vuole valutare; b. Individuazione per ciascuna competenza delle prestazioni che la manifestano; c. Individuazione degli elementi che permettono di misurare ciascuna prestazione (indicatori); d. Predisposizione delle modalità di verifica; e. Esecuzione e registrazione della verifica; f. Esame dei risultati delle singole prestazioni (riferite alle stesse competenze); g. Valutazione del grado di possesso della competenza.

75 IL PROCESSO DI DELLE COMPETENZE-2 Il grado di possesso della competenza dipende: Dalla frequenza con cui le diverse prestazioni sono rese in modo adeguato; Dalla presenza di risultati adeguati per tutte le diverse prestazioni riconducibili alla stessa competenza; Dalla presenza di risultati adeguati anche in situazioni operative diverse e più o meno complesse; Grado di possesso della competenza Livelli EQF (European Qualification Frame work), nei quali il livello di competenza è espresso in termini di responsabilità e autonomia.

76 IL PROCESSO DI DELLE COMPETENZE-3 Responsabilità - capacità di prendere decisioni (cosa fare o come farlo) ma anche di eseguire nel modo più funzionale il compito assegnato da altri. Autonomia - capacità di rendere senza supporto le prestazioni richieste: non, semplicemente, lavorare da soli, ma essere in grado di ricostruire e giustificare il proprio processo lavorativo, riscontrare e segnalare le anomalie, modificare le operazioni per migliorare il risultato.

77 LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE Prove Sistema di accertamento prestazioni e valutazione competenze Indicatori di prestazione Risultati misurabili Azioni e comportamenti osservabili

78 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (1/5) b) Soggetti coinvolti e strumenti per la valutazione I risultati finali della valutazione vengono sintetizzati nella Certificazione Finale. Il Tutor Formativo esterno, ai sensi dell art.5 del D.Lgs n.77/2005..fornisce all Istituzione Scolastica ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l efficacia dei processi formativi.

79 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (2/5) La valutazione finale degli apprendimenti, a conclusione dell anno scolastico, viene attuata dai Docenti del Consiglio di Classe, tenuto conto delle attività di valutazione in itinere svolte dal Tutor Esterno sulla base degli strumenti predisposti. La valutazione del percorso in alternanza è parte integrante della valutazione finale ed incide sul livello dei risultati di apprendimento conseguiti nell arco del secondo biennio e nell ultimo anno del corso di studi.

80 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (3/5) La certificazione delle competenze sviluppate attraverso la metodologia dell alternanza scuola lavoro può essere acquisita negli scrutini intermedi e finali degli anni scolastici compresi nel secondo biennio e nell ultimo anno del corso di studi. In tutti i casi, tale certificazione deve essere acquisita entro la data dello scrutinio di ammissione agli Esami di Stato e inserita nel curriculum dello studente.

81 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (4/5) Sulla base della suddetta certificazione, il Consiglio di Classe procede: a) Alla valutazione degli esiti delle attività di alternanza e della loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di condotta; b) All attribuzione dei crediti ai sensi del D.M. 20 novembre 2000, n.429, in coerenza con i risultati di apprendimento in termini di competenze acquisite coerenti con l indirizzo di studi frequentato, ai sensi del D.P.R. n.87,88 e 89 del 2010 e delle successive Linee guida.

82 VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN A.S.L. (5/5) Per quanto riguarda la frequenza dello studente alle attività di alternanza, ai fini della validità del percorso di alternanza è necessaria la frequenza di almeno tre quarti del monte ore previsto dalla Legge 107/2015 (Istituti Tecnici e Professionali 300 ore mentre per i Licei 150 ore).

83 PER (Prof. Ing. Elio De Santis)

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