Terziario. 6.1 Commercio Interno 6.2 Commercio Estero 6.3 Turismo 6.4 Porto 6.5 Credito 6.6 Cooperazione. Economia Provinciale - Rapporto 2003

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1 Economia Provinciale - Rapporto Terziario 6.1 Commercio Interno 6.2 Commercio Estero 6.3 Turismo 6.4 Porto 6.5 Credito 6.6 Cooperazione CAMERA DI COMMERCIO 257

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3 Economia Provinciale - Rapporto Terziario 6.1 Commercio Interno CAMERA DI COMMERCIO

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5 Commercio Interno Commercio interno Analisi del settore distributivo a livello nazionale Indici del valore delle vendite Il bilancio 2003 delle vendite al dettaglio si è chiuso con un risultato non del tutto soddisfacente: a dicembre l Istat ha rilevato una crescita rispetto allo stesso mese del 2002 dell 1,8% e il 2003 ha dovuto accontentarsi di un aumento che complessivamente non ha superato il 2%, la variazione più bassa degli ultimi tre anni. Sensibile il distacco tra vendite e inflazione (2,7%), tanto che in termini reali la flessione delle vendite risulta superiore al mezzo punto percentuale. La debolezza dei consumi potrebbe rappresentare quindi un ulteriore ostacolo alla ripresa della nostra economia, in fase di rallentamento generale e con l euro che non facilita la riscossa del made in Italy. Il valore a prezzi correnti delle vendite del commercio fisso al dettaglio (con base 2000=100) è aumentato nel 2003, come già detto, solo del 2% rispetto al 2002, quando si era verificata una crescita del 2,5%. Un andamento decisamente più sostenuto si è registrato per il comparto alimentare (+4,6%) a fronte della calma piatta (+0,2%) dei prodotti non food. L incremento delle vendite è risultato un pò più sostenuto nell Italia settentrionale (+2,4%) RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

6 ed in quella centrale (+1,6%). Più depressa la dinamica delle vendite osservata al Sud (+1,4%). L andamento delle vendite si è rilevato particolarmente sfavorevole per gli esercizi più piccoli. Le imprese piccole che occupano fino a due addetti e che risultano molto spesso a conduzione familiare, hanno registrato una diminuzione dell indice delle vendite pari allo 0,1%, quelle di medie dimensione hanno avuto un incremento minimo (+0,1%), mentre solamente le grandi imprese e soprattutto quelle con oltre venti addetti hanno segnato un incremento di qualche riguardo. 262 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

7 Commercio Interno A conferma di quanto sopra esposto a proposito della migliore crescita tendenziale delle imprese di maggiori dimensioni, si riscontra come, nell anno 2003, il fatturato della grande distribuzione sia aumentato del 4,7%, a tale incremento hanno contribuito in particolare gli hard discount (+5,4%) e i supermercati (+5,3%). Da rilevare comunque che sono in calo rispetto agli anni precedenti gli incrementi di vendita negli ipermercati, mentre sono in aumento le vendite nei supermercati: sembra farsi largo un nuovo modello di negozio di vicinato con una superficie da minisupermercato. Per questo tipo di modello è in atto una sfida, a colpi di accordi e acquisizioni, tra i big del settore. Nel complesso, la grande distribuzione, pur segnando variazioni positive nel volume delle vendite, soffre un pò in tutta Europa mentre negli USA il settore si espande. Nel contesto europeo gli Italiani si contraddistinguono per il tasso più elevato di persone oltre i 60 anni (24% contro il 20% della Gran Bretagna ed il 17% degli USA), che fa la spesa un numero di volte doppio rispetto alla Francia, anche se con una spesa media 2,5 volte più contenuta. Alle esigenze di questa parte della popolazione risponde la formula dei supermercati di quartiere verso la quale, come già accennato, sono stati diretti gli investimenti delle grandi imprese del settore. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

8 Analisi congiunturale Per fare una valutazione congiunturale di breve periodo, confrontiamo infine i valori delle vendite di ciascun mese del 2003 riferite ai valori delle stesse registrate nel mese precedente. Forse a seguito della scarsa fiducia dei consumatori riguardo la situazione economica nazionale, i valori delle vendite hanno avuto un andamento altalenante con valori negativi in sei mesi dell anno e con nessuna variazione nel mese di novembre. Indici dei prezzi al consumo I numeri indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul territorio economico nazionale e acquisibili sul mercato attraverso transazioni monetarie. La revisione del paniere viene operata dall Istat alla fine di ciascun anno tramite l integrazione di più fonti informative. Il punto di partenza è costituito dall analisi dei dati più recenti relativi ai consumi finali delle famiglie stimati nell ambito della Contabilità Nazionale, vengono anche utilizzati dati relativi all importazione di beni, provenienti dalle statistiche del com- 264 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

9 Commercio Interno mercio con l estero e quelli riguardanti la produzione industriale. A supporto ed integrazione delle precedenti informazioni vengono presi in considerazione e verificati i suggerimenti provenienti sia dagli Uffici Comunali di Statistica coinvolti nella rilevazione e riguardanti, in particolare, l eliminazione di prodotti di difficile reperibilità sul mercato, che le indicazioni provenienti dal tavolo tecnico aperto con le associazioni dei consumatori. La revisione del paniere operata nel 2003 è risultata la più ampia, in termini di numerosità, rispetto alle modifiche apportate alla sua composizione dal 1999, anno in cui è stata introdotta la sua revisione annuale. Gli indici dei prezzi sono tre: l indice nazionale dei prezzi al consumo per l intera collettività (NIC) che si riferisce all aggregato economico più ampio e misura il grado di inflazione dell intera economia nazionale; l indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) che si riferisce ai consumi delle famiglie facenti capo ad un lavoratore dipendente extragricolo; ad esso fa riferimento la maggior parte delle norme nazionali che prevedono l adeguamento periodico di valori espressi in moneta corrente: l indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell Unione Europea (IPCA) che viene calcolato sulla quota parte di consumi di beni e servizi che hanno regimi di prezzo comparabili nei diversi Paesi dell Unione europea ed è, perciò, utilizzato per misurare la dinamica dei prezzi in tale area. Gli indici nazionali NIC e FOI sono prodotti anche nella versione che esclude dal calcolo i tabacchi, ai sensi della legge n. 81 del I tre indici hanno in comune i seguenti elementi: - la rilevazione dei dati riguardanti i prezzi svolta in prevalenza dagli Uffici Comunali di Statistica e per la restante parte dall ISTAT; - la base territoriale; - la metodologia di calcolo; - la classificazione del paniere, articolato in 12 capitoli di spesa. I tre indici differiscono, in primo luogo, per i sistemi di ponderazione, che sono coerenti con l aggregato economico di riferimento e proporzionali ai RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

10 consumi delle rispettive popolazioni. L aggregato economico cui si riferisce il NIC è rappresentato dai consumi finali individuali delle famiglie residenti; per il FOI si considerano invece i consumi delle famiglie facenti capo ad un lavoratore dipendente extragricolo. Nel caso dell IPCA, sebbene la popolazione sia la stessa del NIC, il sistema di ponderazione è calcolato sulla base del paniere di prodotti e della struttura di ponderazione definiti secondo le regole di armonizzazione che ne assicurano la comparabilità tra i Paesi dell UE. In secondo luogo i tre indici differiscono per il concetto di prezzo considerato, per gli indici NIC e FOI si considera il prezzo di vendita e si escludono le riduzioni temporanee di prezzo (sconti, promozioni ecc..), mentre per l indice IPCA si considera il prezzo effettivamente pagato dal consumatore. La determinazione dei nuovi coefficienti di ponderazione degli indici dei prezzi al consumo è stata effettuata attraverso l aggiornamento al 2002 dei dati di Contabilità Nazionale e di quelli tratti dall indagine sui consumi alle famiglie. Poiché tali dati si riferiscono all anno 2001, essi sono stati proiettati al 2002 applicando la variazione dei prezzi al consumo registrata nel Il peso di ciascun bene o servizio è determinato come rapporto tra la spesa stimata per quella componente e il valore della spesa totale per i consumi delle famigli nel periodo fissato come base. 266 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

11 Commercio Interno Il sistema di ponderazione determinato su scala nazionale determina un indice di inflazione che può risultare inferiore a quello sentito da gran parte della popolazione, alla così detta inflazione avvertita. Sono soprattutto le famiglie meno abbienti ad avvertire un tasso di inflazione maggiore rispetto a quello ufficiale e ciò si spiega con il fatto che i capitoli di spesa per tali famiglie hanno ponderazione diverse e, più in generale, i consumi di beni o servizi essenziali hanno più peso rispetto a quelli calcolati in media a livello nazionale. Indice NIC Analizziamo ora l andamento dell indice NIC che, come già detto, misura il tasso di inflazione nazionale. È passato dal 2,8% dei primi due mesi dell anno al 2,6% di marzo per poi risalire e rimanere costante (2,7%) da aprile ad agosto. Nei mesi autunnali è salito nuovamente al 2,8% per poi scendere al valore minimo registrato nel corso dell anno (2,5%) nei i mesi di novembre e dicembre. Gli aumenti più elevati nel 2003 (base 1995=100) sono stati registrati negli indici relativi ai capitoli di spesa Bevande alcoliche e tabacchi (+3,1%), Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+3,9%), Altri beni e servizi (3,6%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (3,3%), Prodotti alimentari e RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

12 bevande analcoliche (3,1%), Abbigliamento e calzature (3,0%), Istruzione (2,8%), Trasporti (2,5%), Mobili, articoli e servizi per la casa (2,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (1,5%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,3%). Solamente il capitolo di spesa per le Comunicazioni ha registrato una diminuzione pari all 1,7% (nel 2002 la diminuzione rispetto al 2001 era stata dell 1,4%). Se analizziamo invece le variazioni dell indice dei prezzi al consumo rispetto a quello del mese precedente (variazioni congiunturali), si nota come il tasso di inflazione abbia registrato una certa stabilità intorno allo 0,2%, segnando l aumento maggiore all inizio dell anno (+0,4%), e quello minore nei mesi di giugno, ottobre e dicembre (0,1%). Confronto tra indice nazionale e quello città della Spezia L indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati fa, come noto, riferimento alla popolazione formata da famiglie il cui capo famiglia è un lavoratore dipendente dei settori extragricoli ed è l indice al quale la legislazione italiana assegna gli effetti amministrativi più importanti e fa rinvio per regolare gli adempimenti automatici dei valori monetari di anni e periodi diversi. Dalla tabella sottoriprodotta si riscontra come l indice generale medio dei prezzi al consumo nel 2003, risulti alla Spezia maggiore (130,1) rispetto a quello calcolato su base nazionale (121,0). 268 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

13 Commercio Interno Molti capitoli di spesa considerati per il calcolo dell indice risultano più cari nella nostra città rispetto al dato nazionale. Nel dettaglio sono più cari gli articoli di Abbigliamento e calzature, i Beni e i servizi vari, Alimenti e bevande, Alberghi, Ricreazione, spettacoli e cultura, Mobili e articoli di arredamento. Risultano più economiche le spese per le abitazioni (121,0 contro 128,7) ed in misura molto lieve quelle per l Istruzione e per i Servizi sanitari. Dinamica imprenditoriale Delle imprese registrate al presso le Camere di Commercio italiane ( in più rispetto al 2002), operano nel settore del commercio ( in più rispetto al 2002). Al fine di cogliere con maggiore precisione la dinamica del settore si riproduce l andamento del tasso di crescita settoriale che, tiene conto delle variazioni degli stock ad inizio e a fine periodo e non solo delle iscrizioni e cessazioni nel particolare settore economico. Dal 1999, anno in cui tale indice ha assunto valore negativo, il tasso di crescita si è sempre mantenuto su valori positivi anche se dal 2000 al 2002 è stato in diminuzione; nell ultimo anno invece è in aumento (0,91%). RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

14 Al 31 dicembre 2003 il totale delle imprese attive è di unità. Di queste operano nel settore del commercio e, secondo la classificazione Atecord91 in base alla quale sono state iscritte al Registro delle Imprese nel corso dello scorso anno, le stesse sono ripartite nelle 3 Divisioni; G50 Commercio di autoveicoli; G51 Commercio all ingrosso e G52 Commercio al dettaglio. Da notare che mentre nel 2002 a causa della crisi del settore auto - diminuivano le imprese del commercio di autoveicoli, nel corso del 2003 esse risultano in leggerissimo aumento. Dal 1999 al 2003 le imprese commerciali attive sono aumentate ( ), tuttavia il loro peso percentuale sul totale si è mantenuto pressoché costante, intorno al 28% con una ripresa nel 2003 rispetto al RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

15 Commercio Interno Analisi del settore distributivo a livello provinciale Tessuto imprenditoriale Delle imprese registrate al presso l Anagrafe della Camera di Commercio della Spezia (36 imprese in più rispetto al 2002), sono del settore commerciale (77 imprese in meno rispetto alle del 2002). Negli ultimi due anni le cessazioni sono state numericamente superiori alle iscrizioni: nel corso del 2003 a fronte di 360 iscrizioni (nel 2002 erano 364) si sono verificate 473 cessazioni (nel 2002 erano 458). Il 24,52 % delle imprese cessate lo scorso anno erano di recente costituzione, mentre il 20,93% avevano oltre 24 anni di vita. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

16 Il raffronto tra lo stock di inizio e di fine periodo determina il tasso di crescita del settore. Nel 1999, primo anno preso in esame, nella nostra provincia il comparto del commercio ha registrato un tasso negativo (-2,47%) maggiore rispetto a quello calcolato a livello nazionale (-0,11%), per poi assumere negli anni 2000 e 2001 valori positivi, ma comunque notevolmente minori rispetto a quelli registrati a livello nazionale. Nei due anni successivi i tassi di crescita sono risultati negativi (-0,56% e -1,27%) mentre a livello nazionale il settore è risultato in modesta crescita. Lo stock di imprese attive al 31 dicembre 2003 è di di queste operano nel settore commerciale. 272 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

17 Commercio Interno Nel 2003 il numero delle imprese attive commerciali in provincia ha subito una variazione negativa pari allo 0,5%; da sottolineare che per la prima volta anche il commercio al dettaglio registra una variazione negativa. Il 27,41% delle imprese commerciali attive della provincia risultano iscritte da meno di tre anni, il 15,68% da oltre 23 anni. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

18 L incidenza del settore commerciale spezzino confrontata con quella in ambito regionale e nazionale, risulta essere maggiore rispetto alla media ligure e nazionale, seconda dopo Genova. Nel corso degli ultimi sei anni, tali pesi percentuali (ligure e spezzino) hanno tuttavia fatto segnare continui seppure modesti decrementi; quasi stazionario invece il trend a livello nazionale. Struttura commerciale per tipologia Nel corso del 2003 le imprese commerciali sono state iscritte al Registro delle Imprese secondo la classificazione analitica ATERCORD 91 nella sezione G- Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa che, a sua volta, si scompone in tre tipologie: 274 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

19 Commercio Interno G50 - Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; G51 - Commercio all ingrosso e intermediari del commercio; G52 - Commercio al dettaglio. Il 63% delle imprese commerciali opera nel settore del commercio al dettaglio che risulta quindi quello prevalente. Il numero delle imprese registrate nella Divisione Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli ha subito, nel 2003, rispetto al 2002, una lieve diminuzione (-3 unità). Le imprese attive invece, aumentate complessivamene di 2 unità, sono state caratterizzate da un aumento nel numero delle imprese operanti nel commercio di autoveicoli (+8 unità) ed una diminuzione invece di quelle dei settori della manutenzione e riparazioni di autoveicoli (-4 unità) e del commercio di parti ed accessori di autoveicoli (-3 unità). RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

20 Analogamente nella divisione Commercio all ingrosso e intermediari del commercio il numero delle imprese registrate è diminuito (-16 unità) mentre il saldo delle attive è positivo (+4 unità): continua la diminuzione degli intermediari del commercio (-19 unità), calano anche le attive nel commercio all ingrosso di prodotti alimentari, bevande e tabacco (-5 unità) mentre sono in aumento sia le imprese operanti nel commercio all ingrosso di altri beni di consumo finale (+10 unità) che quelle del commercio di prodotti intermedi non agricoli di macchinari e attrezzature (+5 unità ciscuno), e del commercio di altri prodotti (+7 unità). Se esaminiamo infine la numerosità delle imprese registrate e attive operanti nella Divisione Commercio al dettaglio si nota come esse abbiano registrato, nel 2003, rispetto al 2002 una diminuzione di 58 e 21 unità. Se ci limitiamo all analisi delle sole imprese attive si riscontra che la diminuzione più consistente già in atto dall anno precedente, si è verificata sia nel commercio di altri prodotti in esercizi non specializzati, che dei prodotti alimentari (-22 ciascuno). Il settore del Commercio di altri prodotti in esercizi specializzati diminuisce di 21 unità, mentre nel corso del RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

21 Commercio Interno questo tipo di commercio aveva segnato l aumento più consistente. Continuano invece a crescere le imprese operanti nel commercio al di fuori dei negozi (+27 unità), che comprende sia il commercio ambulante su aree pubbliche a posteggio fisso che a posteggio mobile. Un ampio dettaglio sulla presenza delle imprese commerciali nei comuni e nelle aree di appartenenza operanti nelle tre Divisioni è riprodotto nelle tabelle allegate. Unità locali L attività economica può essere svolta, oltre che nella sede d impresa, anche presso una o più unità locali, ubicate nella stessa provincia della sede d impresa o in altra. Al Registro Imprese della Spezia sono iscritte sedi di impresa commerciale attive, ma, se teniamo conto anche delle unità locali le imprese attive salgono a unità, di cui 995 sono unità locali con sede in provincia e 425 con sede fuori provincia. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

22 Struttura commerciale per forma giuridica La struttura del sistema distributivo alla Spezia continua ad essere fortemente caratterizzata dalla presenza di imprese individuali, che corrispondono al 69,23% del totale (in Liguria 68,50%, in Italia 72,46%); le società di persone rappresentano il 20,9% (in Liguria il 22,69%, in Italia il 17,48%); quelle di capitali il 9,3% (in Liguria l 8,32%, in Italia il 9,56%). Nella nostra provincia i tassi di crescita settoriali registrati nel 2003 e riferiti sia al 2002 che al 1999 sono in diminuzione per le imprese individuali e le società di persone mentre crescono quelli calcolati per le società di capitali; il calo maggiore si riscontra nelle società di persone -4,19). 278 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

23 Commercio Interno Altrettanto accade a livello nazionale anche se in misura minore. Dall esame dei dati relativi alla composizione per forma giuridica in ciascuno dei tre gruppi costituenti il settore commercio, si riscontra come l impresa individuale rimanga prevalente in tutte le categorie commerciali, ma, se mantiene il 73% nel commercio al dettaglio, diminuisce al 64,5% nel commercio all ingrosso e al 58,2% in quello di autoveicoli. La percentuale più alta di società di persone si riscontra nel commercio di autoveicoli (32,2% contro il 15,9% nell ingrosso ed il 21,2% nel dettaglio); le società di capitali sono percentualmente più frequenti nel commercio all ingrosso. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

24 Analisi per sub-aree Per approfondire l analisi disaggreghiamo i dati provinciali nelle seguenti sub-aree territoriali: Area del Golfo, comprende i comuni della Spezia, Lerici e Portovenere Val di Magra comprende i comuni di Ameglia, Arcola, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Santo Stefano Magra, Sarzana e Vezzano Ligure Alta Val di Vara comprende i comuni di Carro, Corrodano, Maissana, Rocchetta Vara, Sesta Godano, Varese Ligure e Zignago Media e Bassa Val di Vara comprende i comuni di Beverino, Bolano, Borghetto, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Follo, Pignone e Riccò del Golfo Riviera comprende i comuni di Bonassola, Deiva Marina, Framura, Levanto, Monterosso, Riomaggiore e Vernazza. Il 50,8% delle imprese commerciali attive si concentra nell area del Golfo, il 31,5% in Val di Magra, il 9,2% nella Media e Bassa Val di Vara, il 6,2% in Riviera e il 2,4% in Alta Val di Vara. Nel 2003 continua la diminuzione, già in atto dal 2002, delle imprese commerciali attive nell area del Golfo: quest anno il calo è di 31 unità contro le 11 dell anno precedente. La Val di Magra e la Media e Bassa Val di Vara segnano un aumento (rispettivamente +13 e +14 unità), nel 2002 avevano invece visto diminuire leggermente le imprese attive del settore distributivo. 280 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

25 Commercio Interno Al contrario diminuiscono nel 2003 le unità commerciali in Alta Val di Vara e in Riviera (rispettivamente -4 e -7), zone che avevano registrato lievissimi aumenti nel Le tabelle di seguito pubblicate espongono i dati delle imprese ubicate nei territori dei singoli comuni raggruppati nelle sub-aree di appartenenza la cui lettura fornisce un analisi dettagliata dell andamento del settore in tutta la provincia. Nell area del Golfo, come già notato, le imprese attive del settore sono in diminuzione: nel 2003 si è confermata la tendenza negativa già riscontrata nel 2002 per il territorio del comune della Spezia e di Lerici. Sono calate 23 unità nel comune capoluogo (nel 2002 erano diminuite di 13 unità) mentre a Lerici la diminuzione è stata di 5 imprese (nel 2002 era stata di 4 unità). Nel 2003 anche a Portovenere si è registrato un leggero calo (-3 unità), nel 2002 vi era stato al contrario un aumento di 6 imprese. Se scendiamo un pò più nello specifico si nota che alla Spezia il calo è principalmente dovuto alla flessione del commercio al dettaglio (da solo -17 unità) mentre a Lerici 3 delle 5 imprese in meno appartengono al settore del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli. Il calo delle imprese dell ingrosso e gli intermediari del commercio(-4 unità) causano invece la perdita di numerosità a Portovenere. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

26 In Val di Magra, nel 2003, sono attive nel settore commercio 13 unità in più: solo a Sarzana e a Castelnuovo Magra si sono verificate diminuzioni, contenute a Sarzana (-3 unità), più considerevoli a Castelnuovo (- 9 imprese soprattutto concentrate nel commercio all ingrosso). Da segnalare il contemporaneo incremento delle imprese commerciali ad Ortonovo (+11 unità: +7 all ingrosso e +4 al dettaglio). È continuato anche nel 2003 il calo delle già ridotte imprese commerciali operanti nei comuni dell Alta Val di Vara (da 132 unità nel 2002 a 128 nel 2003) e, come si può facilmente notare leggendo la tabella sotto riprodotta, sono soprattutto le unità al dettaglio a diminuire. 282 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

27 Commercio Interno Sono aumentate le imprese operanti nel commercio nell area della Media e Bassa Val di Vara (da 481 unità nel 2002 a 495 nel 2003). Solamente a Beverino, a Calice al Cornoviglio e a Pignone sono in lievissimo calo dovuto alla riduzione di una unità nel settore al dettaglio. Il comune con il maggior aumento è Bolano: rimangono invariate le imprese del commercio di autoveicoli, ma aumentano sia pure di poco quelle all ingrosso e al dettaglio. L ultima sub-area provinciale, la Riviera, vede diminuire le imprese del commercio (da 341 nel 2002 a 334 unità alla fine del 2003); tale diminu- RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

28 zione è dovuta al calo delle imprese al dettaglio nei comuni di Deiva Marina (-4 unità), Monterosso al Mare (-5 unità) e Riomaggiore (-1 unità). Composizione del settore in ogni sub-area Ovviamente è il commercio al dettaglio in tutte le sub-aree provinciali ad avere il maggior numero di imprese ed il suo peso percentuale rispetto al totale delle imprese commerciali è superiore al 50% in tutti e cinque i comprensori: in Riviera raggiunge l 81%, nell Alta Val di Vara il 76%, nell area del Golfo il 67%, nella Media e Bassa Val di Vara il 57% ed infine in Val di Magra il 55%. In questi due ultimi comprensori più alta è la percentuale delle imprese all ingrosso (32% del totale delle imprese operanti in Val di Magra e il 31% di quelle attive nella Media e Bassa Val di Vara). 284 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

29 Commercio Interno Focalizzando l analisi a livello comunale si riscontra che è Vezzano Ligure il comune con il maggior peso di imprese commerciali rispetto al totale delle imprese attive sul territorio (42,03%), seguito da Brugnato (40,85%) e La Spezia (35,82%). Occupati nel settore Le informazioni relative all occupazione nel commercio hanno origine da più fonti e riferimenti temporali diversi. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

30 Secondo l Inps, ad aprile 2004 i titolari sono ed i collaboratori 1.114; le donne rappresentano il 44,08% dei titolari ed il 62,21% dei collaboratori. Al , da fonte Infocamere, i titolari extracomunitari sono 337 di cui 100 donne; i più numerosi sono i cittadini del Marocco (85), seguono i Senegalesi (40) e i Cinesi (38). Considerazioni finali Anche nel 2003 le imprese commerciali attive operanti in provincia continuano a diminuire (-15 unità), il calo era già iniziato nel 2002 con la chiusura di 11 unità. Dopo l introduzione del decreto Bersani (D.L 114/98), che ha determinato la liberalizzazione delle attività commerciali si era verificato, anche nel nostro territorio, un aumento delle imprese del settore, ma tale incremento si è comunque fermato dopo due anni per le evidenti difficoltà di gestire imprenditorialmente attività solo apparentemente di facile remunerazione. La perdita di numerosità non coinvolge però tutte le sub-aree del nostro comprensorio; infatti in Val di Magra e nella Media e Bassa Val di Vara le imprese aumentano rispettivamente di 13 e di 14 unità. È l area del Golfo la più penalizzata (-31 unità) e, all interno della stessa, è nel comune della Spezia che si registra il calo maggiore (-23 unità) di cui 17 nel commercio al dettaglio. È questo un dato che merita qualche considerazione aggiuntiva e che può servire come premessa per un analisi più approfondita volta a trovare gli 286 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

31 Commercio Interno strumenti utili per invertire la tendenza economica negativa che sta attraversando il territorio del comune capoluogo della nostra provincia e che determina anche una flessione delle attività commerciali. Tra le possibili cause delle difficoltà riscontrate nel settore si possono indicare: la diminuzione della popolazione e, di conseguenza, dei consumi; la carenza di parcheggi che, nonostante ripetuti progetti presentati, non sono stati ancora realizzati; la commistione di zone pedonali con altre adibite al traffico veicolare per permettere il parcheggio rappresenta una strozzatura del centro storico del comune capoluogo. In tali zone anche lo studio preparatorio per il nuovo Piano Commerciale della Regione Liguria ha riscontrato una discreta percentuale di luci chiuse sul totale delle luci commerciali (pari a circa il 9,0%) che rappresenta la percentuale più elevata relativamente alla totalità delle altre zone di conglomerazione nel comune della Spezia; il ritardo nella individuazione e la conseguente non assegnazione di nuove funzioni al centro, dopo il trasferimento di alcuni servizi importanti in alcune zone più decentrate della città, che ha contribuito a determinare il degrado di alcune vie e piazze del centro storico. Tali circostanze possono rappresentare quel mix di fenomeni di freno allo sviluppo dell attività commerciale che determinano una perdita di vitalità del centro storico e più in generale di tutto il territorio del comune della Spezia. La realizzazione del previsto centro commerciale, nell area ex Ip, deriverà dall esito della concertazione tra Regione e Comune della Spezia. Se da un lato questo insedimento potrà costituire una forte attrattiva per flussi di commercio attualmente dirottati in centri fuori la città, dall altro rischia di sottrarre un flusso di commercio ad altre zone centrali. In Alta Val di Vara continua la diminuzione delle strutture distributive legate soprattutto alla diminuzione della popolazione e sembra decisivo per il rilancio economico di quest area la ricerca di nuove soluzioni legate all ambiente, all agricoltura biologica e a forme caratteristiche di turismo naturalistico in parte già in essere. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

32 Analisi del settore alberghi e ristoranti a livello nazionale Tessuto imprenditoriale Delle imprese registrate al 31 dicembre 2003 presso le Camere di Commercio italiane quelle del settore alberghiero risultano contro del Il settore, per tutto il periodo considerato , risulta in crescita: il tasso di sviluppo maggiore si è riscontrato nell ultimo anno (+2,09%). Lo stock di imprese attive del settore alberghiero, alla fine del 2003, è di unità e, nel periodo considerato, è stato in lieve aumento, così come il suo peso percentuale rispetto al totale imprese (da 4,68% nel 1999 a 4,76% nel 2003). 288 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

33 Commercio Interno Analisi del settore alberghiero a livello provinciale Tessuto imprenditoriale Le imprese registrate alla fine del 2003 nel settore alberghiero sono 1.645, 44 unità in più rispetto al Nel corso dell anno, come era già avvenuto nel 2002, le iscrizioni sono state superiori alle cancellazioni (107 iscrizioni contro 90 cessazioni). Il 34,44% delle imprese cessate del settore alberghiero erano costituite da non oltre tre anni; mentre solo il 10% delle strutture turistiche che hanno chiuso l attività aveva oltre 20 anni di vita. Se confrontiamo questi dati con i corrispondenti dell attività commerciale si conferma come il turn-over delle imprese alberghiere della nostra provincia sia maggiore rispetto a quello delle attività commerciali che invece risultano più longeve e consolidate sul territorio. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

34 Se calcoliamo dal 1999, anche per questo settore, il tasso di crescita settoriale, si nota che esso ha registrato in provincia valori positivi dal 2000 ed ha raggiunto il valore più alto nel 2002; nel 2003 risulta in diminuzione ma rimane superiore al tasso nazionale (+2,75% contro 2,09% medio nazionale). Delle imprese attive in provincia alla fine del 2003, sono del settore alberghiero, 50 in più rispetto al Il 33,20% delle imprese attive alberghiere sono di recente costituzione mentre solo l 8,97% operano sul mercato da oltre 24 anni. 290 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

35 Commercio Interno Il peso delle imprese alberghiere sul totale delle imprese attive è in leggero aumento nei tre ambiti territoriali esaminati però, anche nel corso del 2003, continua ad aumentare maggiormente in provincia rispetto sia al contesto regionale che nazionale. Alla Spezia risulta il doppio rispetto a quello nazionale (8,67% contro il 4,83%). Dal confronto dei pesi relativi al numero di imprese alberghiere attive nelle province liguri si nota che La Spezia, con l 8,67% di strutture alberghiere sul totale imprese attive, risulta la seconda provincia dopo Savona. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

36 Struttura per tipologia Le imprese che svolgono pubblici esercizi si iscrivono alla sezione H del Registro delle Imprese che prevede la suddivisione in cinque gruppi (Tab.n.28/alb). A livello provinciale sono state le strutture extra-alberghiere (affittacamere, agriturismi, campeggi) a registrare l aumento più consistente pari a 29 unità di cui 22 solo in Riviera. Hanno registrato un incremento nella numerosità anche i ristoranti, le pizzerie, le trattorie, queste ultime aumentate di 12 unità di cui 5 in Val di Magra; le stesse strutture sono aumentate di 3 unità nell area del Golfo in 292 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

37 Commercio Interno Riviera e nella Media-Bassa Val di Vara; l Alta Val di Vara è invece l unica zona della provincia che vede diminuire questo tipo di strutture ricettive (-2). I bar e le gelaterie aumentano di sei unità in provincia: l aumento di un esercizio nell area del Golfo e di sette esercizi in Riviera ha compensato la perdita di due strutture nella Media-Bassa Val di Vara. Unità locali Al Registro delle Imprese della Spezia sono iscritte, come già citato, sedi di impresa alberghiere attive, ma se teniamo conto anche delle unità locali le imprese attive salgono a 1.774, di cui 238 sono unità locali con sede in provincia e 75 con sede fuori provincia. Struttura per forma giuridica L impresa individuale continua ad essere nel comparto degli alberghi e ristoranti la forma giuridica maggiormente presente, rappresentando il 48,25% del totale delle imprese attive del settore; è comunque da sottolineare che il peso delle società di persone è di poco inferiore (42,78%). Risulta in costante aumento il peso delle società di capitali a scapito di quelle di persone e delle individuali. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

38 Se confrontiamo il tasso di crescita distinto per le diverse forme giuridiche, sia a livello locale che nazionale, si riscontra che alla Spezia le imprese individuali pur avendo un peso minore rispetto al passato, mantengono un tasso di crescita positivo, mentre esso a livello nazionale ha valori negativi. Le società di capitale invece hanno visto aumentare anche nel corso del 2003 e in ambedue gli ambiti territoriali, oltre il loro peso anche il tasso di crescita. Analisi per sub-aree Il 2003 evidenzia ancora una tendenza all aumento delle unità alberghiere in tutte le aree della nostra provincia ad eccezione dell Alta Val di Vara; delle 50 unità in più operanti nella provincia, 33 (pari al 66% dell aumento) sono ubicate in Riviera, 10 nell area del Golfo. 294 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

39 Commercio Interno Nel 2003 è continuata a diminuire la percentuale di imprese alberghiere attive ubicate nell area del Golfo (dal 44,6% nel 2002 al 43,8% nel 2003), è invece in Riviera che la percentuale risulta in crescita dal 21,9% nel 2002 al 23,4% del Focalizzando l analisi a livello comunale, il maggior numero di imprese alberghiere rispetto al totale comunale è ubicato nei comuni di Vernazza (43,03%) e Riomaggiore (40,94%). La graduatoria per tutti i 32 comuni della provincia è presentata nella Tabella n.32/alb. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

40 296 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2003

41 Commercio Interno Occupati Al 31 dicembre 2003 gli imprenditori del settore in provincia sono di cui donne. Gli extracomunitari sono 65 di cui 31 donne. Tra gli extracomunitari i più numerosi sono gli Svizzeri (15), seguono i Cinesi (8) e gli Argentini (7). I cittadini comunitari imprenditori nel settore alberghiero e della ristorazione sono 37 di cui 25 donne e provengono in misura predominante dalla Francia e dalla Germania. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

42

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