rto Carratù of. arch. Robe pro Offices - Part 1 Università degli Studi Roma 3 18 maggio 2018
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1 of. arch. Robe pro LiGhTING LeCTuRES Università degli Studi Roma 3 18 maggio 2018 Offices - Part 1
2 prof. arch. Rob be LiGhTING LeCTuRES SLIDES DISPONIBILI SUL SITO: LIBRO: Illuminare gli spazi. Teoria e pratica Robe Ed. Dario Flaccovio prof. arch. Robe rcarratu@gmail.com roberto.carratu@uniroma1.it cell Università Sapienza -Roma Tre Roma - Facoltà di Architettura 2
3 NATURA DELLA LUCE 3 prof. arch. Robe
4 NATURA DELLA LUCE 4 prof. arch. Robe
5 NATURA DELLA LUCE Energia Raggiante 5 prof. arch. Robe
6 of. arch. Robe pro OCCHIO E CARATTERISTICHE DELLA VISIONE cenni di anatomia DIOTTRICA: messa a fuoco SENSORIALE cellule della retina 6
7 prof. arch. Rob be PERCEZIONE - PSICOLOGIA DELLA VISIONE LEGGE DI WEBER FECHNER WEBER: dato uno stimolo di intensità I, per cogliere uno stimolo di intensità superiore occorre superare una soglia S. Il rapporto S /S è costante I c I K S S FECHNER: la grandezza percepita di uno stimolo e proporzionale al logaritmo dello stimolo S c log I
8 of. arch. Robe pro OCCHIO E CARATTERISTICHE DELLA VISIONE cenni di anatomia IODOPSINA CLOROLABILE ERITROLABILE CIANOLABILE RODOPSINA Nel 2003, è stato scoperto un terzo tipo di fotorecettore, battezzato iprgc, che attiva una nuova molecola, la "melanopsina". 8
9 of. arch. Robe pro.campo visivo OCCHIO E CARATTERISTICHE DELLA VISIONE campo distinto campo periferico All'interno dell'occhio si nota una piccola zona, preposta p alla visione distinta e dove è quindi massima l'acuità visiva, chiamata "fovea centralis" in cui i coni sono particolarmente addensati. Per questo motivo quando fissiamo un oggetto concentriamo automaticamente l'immagine nella fovea, mentre al di fuori di questa area l'acuità visiva è di molto ridotta, quasi del 25% in meno a soli 10 gradi di distanza. Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore 9
10 pro of. arch. Robe OCCHIO E CARATTERISTICHE DELLA VISIONE Effetto Purkinje ( nm) Tratto da: Manuale illuminotecnico pratico Zumtobel Nella retina si trovano anche cellule gangliari fotosensibili. Queste cellule, sensibili alla luce azzurra, sono quelle che sopprimono la secrezione della melatonina, lormone l ormone responsabile di un buon sonno notturno. Di giorno la soppressione della melatonina serve a restare svegli. E cosi che una luce giusta aiuta a regolare il ritmo circadiano e quindi un ciclo di sonno-veglia sano. 10
11 be prof. arch. Ro OCCHIO E CARATTERISTICHE DELLA VISIONE MECCANISMO DELLA VISIONE Il meccanismo della visione può essere diviso in due stadi: un primo stadio, definito dalla teoria tricromatica valido fin quando si considera la parte periferica dell apparato visivo in altre parole quella dei coni e bastoncelli. un secondo stadio, definito dalla teoria dei processi opposti (la visione di un colore dipende dall'azione combinata di due canali cromatici, costituiti ciascuno da una coppia di colori complementari antagonisti, i più un canale dedicato alla luminosità) valido quando si prende in considerazione la fisiologia interna, talamo e corteccia cerebrale. Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore
12 be prof. arch. Ro I COLORI la teoria di Thomas Young ( ) poiché è quasi impossibile ammettere che ogni punto sensibile della retina possa contenere un numero infinito di particelle, ognuna capace di vibrare in perfetto unisono con ogni possibile vibrazione, diventa necessario ipotizzarne un numero limitato, per esempio, ai tre colori principali, rosso, giallo e blu... e che ognuna di queste particelle sia in grado di essere attivata più o meno intensamente da vibrazioni differenti... per esempio la vibrazione della luce verde... influisce ugualmente le particelle all'unisono con giallo e blu e produce lo stesso effetto della luce composta da queste due specie; ed ogni filamento sensitivo del nervo può consistere di tre parti, una per ogni colore principale. Young individua le tre componenti del colore nel nostro apparato visivo e non nella luce. Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore
13 be prof. arch. Ro I COLORI SINTESI ADDITIVA RGB Red R G Green B Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore Blu
14 be prof. arch. Ro I COLORI SINTESI S ADDITIVA RGB La sintesi additiva si può produrre in tre modi diversi: i 1. per sovrapposizione di luci 2. per media spaziale 3. per media temporale Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore
15 be prof. arch. Ro I COLORI SINTESI SOTTRATTIVA CYM MAGENTA YELLOW Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore CYAN
16 prof. arch. Robe Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore
17 be SPAZI DI COLORE prof. arch. Ro NCS Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore
18 of. arch. Robe pro LE SUPERFICI Tratto da: Illuminare gli spazi R. Carratù D. Flaccovio Editore 18
19 pro of. arch. Robe RIFLESSIONE Quando un raggio di luce incide su una superficie perfettamente liscia subisce una riflessione in accordo con legge cartesiana: l angolo di incidenza, misurato rispetto alla normale, è eguale all angolo di riflessione. DIFFUSIONE Nel caso in cui si è in presenza di superfici scabre, quindi con asperità che si possono paragonare a tali lunghezze d onda, non si ha riflessione ma diffusione. RIFLESSIONE totale Tratto da: Manuale illuminotecnico pratico Zumtobel 19
20 pro of. arch. Robe RIFRAZIONE La rifrazione è un fenomeno che si verifica ogni volta che la luce passa da un mezzo a un altro dotato di proprietà fisico - chimiche diverse, quindi più o meno denso. 20 Tratto da: Manuale illuminotecnico pratico Zumtobel 20
21 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI DIFFRAZIONE 21 prof. arch. Robe
22 pro of. arch. Robe SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI Grandezze illuminotecniche SORGENTI DI RADIAZIONI intensità luminosa cd flusso luminoso lm luminanza cd/mq RICEVITORI DI RADIAZIONI illuminamento lux Luminanza cd/mq 22
23 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 23 prof. arch. Robe
24 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 24 prof. arch. Robe
25 LAMAPDE ALOGENE of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 25
26 LAMAPDE FLUORESCENTI of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 26
27 LAMAPDE ALOGENE COMPATTE of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 27
28 LAMAPDE A IODURI METALLICI of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 28
29 LAMAPDE A VAPORI DI SODIO ALTA PRESSIONE of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 29
30 LAMAPDE A LED of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 30
31 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 31
32 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 32 IODURI METALLICI FLUORESCEN NTI prof. arch. Robe ALOGENE Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel
33 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI of. arch. Robe pro Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel 33
34 34 prof. arch. Robe Tratto da Manuale illuminotecnico pratico - Zumtobel
35 be prof. arch. Ro GRADO DI PROTEZIONE IP SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI in sede IEC, si è adottato un codice composto dalle lettere IP seguite da due cifre ed eventualmente da un terza lettera addizionale. La prima cifra indica il grado di protezione contro i corpi estranei e contro i contatti diretti, la seconda cifra contro la penetrazione di liquidi mentre la lettera addizionale (deve essere usata solo se la protezione contro l accesso è superiore a quella definita con la prima cifra caratteristica) ha lo scopo di designare il livello di inaccessibilità dell involucro alle dita o alla mano, oppure ad oggetti impugnati da una persona. 35
36 be prof. arch. Ro SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI GRADO DI PROTEZIONE IP CORPI ESTRANEI - Grado di protezione contro corpi estranei SCHEMA PROVA DI VALIDAZIONE DELLA PROTEZIONE 1 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50mm e contro l accesso a parti pericolose col dorso della mano. Una sfera di 50 mm non deve poter passare attraverso l involucro e/o entrare in contatto con parti attive o in movimento. 2 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm e contro l accesso a parti pericolose con un dito. Il cosiddetto dito di prova non deve entrare in contatto con parti attive o in movimento. Inoltre una sfera di Æ12 mm non deve poter passare attraverso l involucro. 3 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5mm e contro l accesso a parti pericolose con un attrezzo (ad es. cacciavite). Un filo di.5 mm non deve poter passare attraverso l involucro. 4 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1,0mm. Un filo di 1,0 mm non deve poter passare attraverso l involucro. 5 Con l apparecchiatura in una camera a polvere di talco in sospensione, si deve verificare che la quantità di polvere che entra nell apparecchiatura stessa non superi un certo quantitativo. 6 Con l apparecchiatura in una camera a polvere di talco in sospensione, si deve verificare che la quantità di polvere che entra nell apparecchiatura stessa sia nulla. 36
37 be prof. arch. Ro SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI GRADO DI PROTEZIONE IP CONTRO I LIQUIDI Grado di protezione contro i liquidi SCHEMA PROVA DI VALIDAZIONE DELLA PROTEZIONE 1 L apparecchiatura deve essere protetta contro la caduta di gocce in verticale. 2 L apparecchiatura deve essere protetta contro la caduta di gocce con una angolazione massima di 15 gradi. 3 L apparecchiatura deve essere protetta contro la pioggia. 4 L apparecchiatura deve essere protetta contro gli spruzzi. 5 L apparecchiatura deve essere protetta contro i getti d acqua. 6 L apparecchiatura deve essere protetta contro le ondate. 7 L apparecchiatura deve essere protetta contro l immersione. 8 L apparecchiatura deve essere protetta contro l immersione a tempo indefinito e a profondità specificata.
38 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 38 prof. arch. Ro be
39 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 39 prof. arch. Robe
40 SORGENTI E APPARECCHI ILLUMINANTI 40 prof. arch. Robe
41 prof. arch. Robe 41
42 LiGhTING LeCTuRES
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