ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURO LATINOAMERICANA. sulla base della relazione della commissione per gli affari economici, finanziari e commerciali
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1 ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURO LATINOAMERICANA RISOLUZIONE: Sfide e opportunità del ciclo di Doha sulla base della relazione della commissione per gli affari economici, finanziari e commerciali Correlatrice PE: Erika Mann (PSE) Correlatore AL: Wilbert Bendezú (Parlamento Andino) Giovedì, 1 maggio 2008 Lima (Perú) DV\ doc PE v01-00
2 EUROLAT Risoluzione del 1 maggio 2008 Lima (Perú) [sulla base della relazione della commissione per gli affari economici, finanziari e commerciali] Sfide e opportunità del ciclo di Doha L Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, vista la sua dichiarazione del 9 novembre 2006, vista la sua risoluzione del 20 dicembre 2007 sulle sfide e le opportunità derivanti dalla globalizzazione per le relazioni economiche e commerciali tra l'ue e i paesi dell'america Latina, viste le dichiarazioni dei quattro vertici di capi di Stato e di governo dell'america latina e dei Caraibi e dell'unione europea, tenutisi finora a Rio de Janeiro (28 e 29 giugno 1999), a Madrid (17 e 18 maggio 2002), a Guadalajara (28 e 29 maggio 2004) e a Vienna (dall'11 al 13 maggio 2006), vista la dichiarazione ministeriale della IV sessione della Conferenza ministeriale dell'organizzazione mondiale del commercio (OMC), adottata il 14 novembre 2001 a Doha, vista la decisione adottata dal Consiglio generale dell'omc il 1 agosto 2004, vista la dichiarazione ministeriale della VI sessione della Conferenza ministeriale dell'omc, adottata il 18 dicembre 2005 a Hong Kong, vista la relazione del gennaio 2005 del Consiglio consultivo presieduto da Peter Sutherland sul futuro dell'omc, vista la Dichiarazione del millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000, in cui sono fissati gli obiettivi di sviluppo del millennio (MDG) quali criteri definiti collettivamente dalla comunità internazionale per eliminare la povertà, vista la risoluzione del Parlamento europeo del 4 aprile 2006 sulla valutazione del ciclo di negoziati di Doha successivamente alla conferenza ministeriale dell'omc tenutasi ad Hong Kong (2005/2247(INI)), vista la risoluzione del Parlamento europeo del 27 aprile 2006 su un partenariato rafforzato tra l'unione europea e l'america Latina (2005/2241(INI)), vista la comunicazione dell'8 dicembre 2005 dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su un partenariato rafforzato tra l'unione europea e l'america Latina (COM(2005)0636), vista la relazione della commissione per gli affari economici, finanziari e commerciali, A. considerando che i vantaggi del crescente volume di scambi sono distribuiti in maniera disuguale e una notevole parte del mondo in via di sviluppo è tuttora emarginata economicamente e non è in grado di integrarsi idoneamente e in modo equo nei mercati mondiali, DV\ doc 1/7 PE v01-00
3 B. considerando che la conclusione del ciclo negoziale di Doha dell'omc, avviato nel 2001, era prevista per il 2005, ma non è stato ancora raggiunto un consenso; considerando che il ciclo negoziale è stato promosso ai fini della liberalizzazione del commercio mondiale nel mercato agricolo, manifatturiero e dei servizi, nonché della promozione della crescita economica per i paesi in via di sviluppo e della loro integrazione nel commercio mondiale, C. considerando che è necessario arrestare questa tendenza e garantire che il commercio mondiale contribuisca all'eradicazione della povertà, D. considerando che sono necessarie politiche che migliorino la capacità dei paesi in via di sviluppo di partecipare, in condizioni più giuste ed equilibrate, al sistema multilaterale degli scambi, E. considerando che non sono stati compiuti avanzamenti sostanziali, in parte a causa della divisione esistente tra il mondo industrializzato, guidato da Unione europea, Stati Uniti e Giappone, i paesi emergenti, guidati principalmente da India, Cina, Brasile e Sudafrica, e i gruppi di paesi in via di sviluppo, oggigiorno leggermente meglio organizzati per tutelare i propri interessi, F. considerando che, dopo la sospensione decisa da Pascal Lamy nel luglio 2006 e la ripresa nel febbraio 2007, il ciclo negoziale di Doha si svolge ora sulla base di due progetti di accordo rivisti presentati nel febbraio 2008 (a titolo personale) dai presidenti della commissione agricoltura dell'omc e dalla commissione per l'accesso al mercato dei prodotti non agricoli (NAMA), G. considerando che gli accordi commerciali bilaterali e regionali stanno cambiando il panorama del commercio mondiale; considerando che, con il proliferare degli accordi, un singolo paese spesso ne sottoscrive diversi (il cosiddetto "spaghetti bowl"), ciascuno con diverse regole di origine, tariffari doganali e periodi di attuazione, che complicano l'amministrazione doganale e creano norme complesse per gli operatori economici in un'epoca in cui lo scambio dei prodotti avviene su scala globale, H. considerando che il fatto che i principali attori prediligano sempre più il bilateralismo può spostare l'attenzione dal livello multilaterale; considerando che ciò può essere sia una causa che una conseguenza della riduzione degli impegni nell'ambito dei negoziati in seno all'omc, I. considerando che uno degli obiettivi importanti del ciclo di Doha dovrebbe consistere nel creare un equo sistema commerciale globale, basato su norme multilaterali reciproche, che rispetti i diritti della proprietà intellettuale e contenga elementi non orientati al commercio, quali la diversificazione della produzione, la stabilità dell'impiego, la protezione dell'ambiente e la sostenibilità, la sicurezza alimentare, il benessere animale, la protezione delle piante e lo sviluppo rurale, e nel proseguire gli sforzi di rimozione delle sovvenzioni alle esportazioni e di altre sovvenzioni, che ostacolano il commercio dei prodotti agricoli, in particolare al fine di tenere conto dei gruppi più fragili, quali i piccoli agricoltori, J. considerando che la legge statunitense "Fast Track" sul commercio del 2002 è scaduta il 30 giugno 2007, K. considerando che alcuni paesi dell'america Latina registrano una notevole crescita economica e alcuni di essi stanno diventando solidi partner economici a livello mondiale; considerando che la Cina, dopo aver aderito all'omc, sta svolgendo un ruolo cruciale nella ridefinizione e nell'orientamento del commercio internazionale, DV\ doc 2/7 PE v01-00
4 1. rammenta che un regime di scambi commerciali multilaterali nel quadro dell'omc deve contribuire ad una maggiore sicurezza, trasparenza, equità e stabilità del commercio internazionale, garantendo allo stesso tempo l'accesso equo e sostenibile di tutti gli attori commerciali, nonché a una migliore gestione della globalizzazione mediante regole e discipline multilaterali compatibili con le norme delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, diritti sociali e ambientali e la composizione giudiziale delle controversie; 2. osserva che il mondo necessita di un forte regime di scambi commerciali multilaterali, regime che costituisce lo strumento più efficace per ampliare e gestire il commercio a vantaggio di tutti, e in particolare dei paesi più svantaggiati, e rappresenta un quadro unico per la composizione delle controversie; 3. precisa che una conclusione positiva del ciclo di Doha, che stabilisca condizioni più giuste di interscambio commerciale, promuoverebbe lo sviluppo, la pace, la lotta contro il cambiamento climatico e la stabilità economica nell'ambito del sistema commerciale internazionale; 4. ritiene che i negoziati sui servizi siano particolarmente delicati e reputa che i negoziati dell'omc non debbano in alcun modo limitare il potere degli Stati di organizzare e regolamentare i servizi pubblici che sono essenziali per lo sviluppo e la democrazia; 5. sostiene i paesi in via di sviluppo che si avvalgono delle "flessibilità" integrate nell'accordo TRIPS e riconosciute nella dichiarazione di Doha, al fine di poter fornire medicinali a prezzi accessibili nell'ambito dei programmi sanitari pubblici nazionali; rimarca con preoccupazione che tali programmi non vengono attuati e chiede ai paesi industrializzati di astenersi dall'includere negli accordi condizioni che limitino l'accesso ai farmaci; chiede che gli impegni assunti con la dichiarazione di Doha siano onorati, al fine di agevolare la produzione e l'importazione di farmaci generici; 6. rammenta che nella Conferenza ministeriale di Doha tutti i membri dell'omc si sono assunti l'impegno di un ciclo negoziale di sviluppo, il cui obiettivo centrale è di promuovere un sistema commerciale più equo e maggiormente favorevole allo sviluppo, basato su regole multilaterali; 7. sottolinea che una conclusione positiva, che favorisca una vera ulteriore apertura dei mercati e norme multilaterali più forti, potrebbe essere un importante parametro per stimolare la crescita economica, lo sviluppo e l occupazione su scala globale, contribuendo in maniera efficace agli Obiettivi di sviluppo del millennio e all integrazione dei paesi in via di sviluppo nell economia mondiale; ritiene che tale obiettivo possa essere raggiunto in base a norme trasparenti, fondate sui principi di sviluppo sociale, ecologicamente sostenibili e di lotta al cambiamento climatico; 8. rileva che la comunità internazionale deve analizzare l'opportunità di stabilire un capitolo di carattere sociale nelle disposizioni fondamentali dell'omc; in tal modo si potrebbero concedere risorse per vietare il lavoro forzato e quello minorile; promuovere la libertà sindacale, la negoziazione collettiva e il diritto di sciopero ed eliminare, per principio, ogni forma di discriminazione sul lavoro; l'obiettivo di tale clausola sociale non sarebbe quello di erodere i vantaggi competitivi che potrebbero avere, dal punto di vista dei costi, le economie in via di sviluppo, bensì di inserire nello stesso sistema di libero scambio i requisiti necessari perché esso sia giusto per quanto riguarda determinate condizioni sociali e sindacali di minima; DV\ doc 3/7 PE v01-00
5 9. afferma che la Dichiarazione di Doha, approvata durante la quarta Conferenza ministeriale dell'organizzazione mondiale per il commercio nel novembre 2001, riconosce esplicitamente la necessità di analizzare le interrelazioni tra le norme dell'omc e gli accordi ambientali multilaterali; che la Dichiarazione specifica chiaramente che i paesi possono adottare disposizioni destinate a proteggere la salute dell'uomo e degli animali, il mondo vegetale e l'ambiente, sempre e ogniqualvolta le misure applicate non configurino meccanismi di discriminazione commerciale o di protezionismo mascherato; a tale proposito, il ciclo di Doha deve concludersi con un chiaro impegno, di carattere vincolante, da parte della comunità internazionale; 10. esorta l'unione europea e gli Stati Uniti d'america a ridurre sostanzialmente le sovvenzioni agricole, soprattutto le sovvenzioni all'esportazione, visto che distorcono il commercio internazionale e toccano gli interessi dei paesi in via di sviluppo; 11. sottolinea che la positiva conclusione del ciclo di Doha andrà a grande beneficio di tutti i paesi partecipanti, soprattutto dei paesi in via di sviluppo; 12. afferma che è necessario continuare a promuovere un sistema multilaterale regolamentato, che dia la priorità allo sviluppo e preveda dimensioni non commerciali e "valori economici non vincolanti" (ambiente, sanità, sradicamento della povertà, norme sociali e rispetto di norme occupazionali decenti e degli standard dell'oil); 13. ritiene che, a prescindere dall'esito degli attuali negoziati del ciclo di Doha, siano necessarie riforme istituzionali per ottimizzare le modalità di funzionamento dell'omc, migliorare la trasparenza e la legittimità democratica e consentire un'effettiva partecipazione di tutti i membri; invita al riguardo la Commissione europea e i governi dei paesi dell'america latina a presentare un'iniziativa comune a Ginevra; 14. sottolinea che l accordo finale dovrebbe garantire uno "spazio politico" per tutte le parti coinvolte nel ciclo negoziale; 15. ritiene che le economie industrializzate debbano riconoscere il diritto dei paesi in via di sviluppo a predisporre la flessibilità necessaria per liberalizzare i propri mercati, al loro ritmo, livello e scala; 16. auspica che i progetti di accordo rivisti, presentati nel febbraio 2008, che riflettono la convergenza registrata negli ultimi mesi su una serie di questioni, saranno la base per avviare negoziati intersettoriali "orizzontali" per giungere ad un accordo quadro sulle "modalità" nel settore dell'agricoltura e dei prodotti industriali e, possibilmente, anche nell ambito dello scambio di servizi; 17. ritiene che le possibili conseguenze di un fallimento dei negoziati OMC includono: la perdita di possibili guadagni in termini di benessere generati dalle nuove riforme dell'omc; il rischio di compromettere seriamente la credibilità del regime internazionale di scambi commerciali e dell'omc; il rischio che il regime internazionale di scambi commerciali si sposti verso il bilateralismo e il regionalismo; e un incremento del protezionismo; 18. ritiene che gli accordi commerciali bilaterali/regionali debbano basarsi sulle regole dell OMC e altre norme internazionali, promuovendo maggiormente e più velocemente l apertura e l integrazione, affrontando questioni che non possono essere trattate a livello multilaterale e gettando le basi per la fase successiva di liberalizzazione multilaterale; gli accordi commerciali bilaterali/regionali possono svolgere un ruolo di armonizzazione e DV\ doc 4/7 PE v01-00
6 completare e rafforzare il sistema multilaterale, ma possono anche comportare rischi per il sistema multilaterale di scambi commerciali; 19. osserva che il sistema dell'omc è più trasparente e prevedibile dello "spaghetti bowl" che scaturisce da centinaia di accordi commerciali bilaterali/regionali che si accavallano e generano incertezza; ritiene che molto spesso gli accordi commerciali bilaterali/regionali possono penalizzare paesi con potere negoziale limitato e che la liberalizzazione multilaterale ha un maggiore impatto positivo sullo sviluppo; 20. sottolinea che gli accordi commerciali bilaterali/regionali e i negoziati paralleli a livello multilaterale, regionale e bilaterale mettono sotto pressione la capacità istituzionale dei governi; gli accordi commerciali bilaterali/regionali sono complessi da negoziare e soprattutto la capacità di alcuni paesi in via di sviluppo e di tutti i paesi più svantaggiati è molto limitata perché possano far fronte a negoziati paralleli; invita quindi i servizi dell'omc a sostenerli tecnicamente in tali negoziati; 21. osserva che il ciclo di Doha dovrebbe dare risultati soddisfacenti in relazione allo sviluppo, compreso il libero accesso dei Paesi meno sviluppati (LDC) a tutti i mercati dei paesi sviluppati, la prospettiva dell'eliminazione dei sussidi agricoli che danneggiano i produttori del sud e comportano un notevole fattore di distorsione nelle relazioni economiche e commerciali internazionali, gli aiuti al commercio, le agevolazioni commerciali, il trattamento speciale e differenziato giustificato da motivi legati allo sviluppo; 22. ritiene necessario prestare particolare attenzione alla responsabilità dei paesi sviluppati in materia di assistenza nei confronti dei paesi in via di sviluppo e, in particolare, dei paesi meno sviluppati (LDC) che hanno bisogno di sostegno per il rafforzamento delle capacità e la promozione della buona governance nella gestione dello sviluppo economico; sottolinea l'esigenza di un impegno nei confronti delle attuali iniziative come il programma di lavoro dell'omc sugli aiuti agli scambi; 23. sottolinea che la negoziazione dei futuri accordi multilaterali, regionali e bilaterali deve coinvolgere appieno i parlamenti, per garantire la trasparenza e il controllo democratico dei negoziati commerciali; 24. sollecita i governi dell Unione europea e dei paesi dell America latina a fare tutto il possibile per assicurare che il risultato del ciclo di Doha sia equo e orientato allo sviluppo; 25. sottolinea che spetta anche all'ue raggiungere un livello elevato di accesso al mercato nei paesi terzi in modo da garantire elevati standard in materia di salute, sicurezza, ambiente e protezione dei consumatori; * * * 26. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alla presidenza del V Vertice UE-ALC, al Consiglio dell'unione europea e alla Commissione europea, nonché ai parlamenti degli Stati membri dell'unione europea e dell'insieme dei paesi dell'america latina e dei Caraibi, al parlamento latinoamericano, al parlamento centroamericano, al parlamento andino e al parlamento del Mercosur, al segretariato generale del SICA (Sistema di integrazione centroamericana), alla CARICOM (Comunità caraibica), al segretariato generale della CAN (Comunità andina), al Comitato dei rappresentanti permanenti del Mercosur e al segretariato permanente del SELA (Sistema economico latinoamericano). DV\ doc 5/7 PE v01-00
7 DV\ doc 6/7 PE v01-00
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