L'inquadramento LEGISLATIVO

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1 L utilizzo di gas combustibili, per usi domestici e similari, è soggetto, innanzi tutto, all applicazione della Legge 6/12/71 n 1083 "Norme per la sicurezza dell impiego del gas combustibile". La suddetta Legge specifica che "i materiali, gli apparecchi, le installazioni e gli impianti alimentati con gas combustibile, per uso domestico ed usi similari, devono essere realizzati nel rispetto delle regole specifiche di buona tecnica per la salvaguardia della sicurezza" (art. 1). La stessa Legge, inoltre, precisa che "i materiali, gli apparecchi, le installazioni e gli impianti di cui all articolo precedente, realizzati secondo le norme specifiche per la sicurezza, pubblicate dall Ente Nazionale di Unificazione (UNI), in tabelle con la denominazione UNI CIG, si considerano effettuati secondo le regole della buona tecnica per la sicurezza. Le predette norme sono approvate con Decreto del Ministero per l industria, il commercio e l artigianato (ora Ministero delle Attività Produttive - MAP) e pubblicate su Gazzetta Ufficiale" (art. 3). I trasgressori sono punibili con sanzioni "penali" quali l ammenda o l arresto fino a due anni (art. 5). 1 / 7

2 Gli impianti a gas, realizzati in edifici adibiti ad uso civile, sono soggetti, inoltre, all applicazione della Legge 46/90 (art. 1, comma e), ed ai relativi Regolamenti di esecuzione: in particolare, DPR 447/91 e DPR 392/94. La Legge 46/90, ribadisce che le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a regola d arte, utilizzando allo scopo materiali, componenti ed apparecchi, parimenti costruiti a regola d arte. Ai sensi della summenzionata Legge, i materiali, i componenti e gli impianti realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza dell Ente Nazionale di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), nonché nel rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in materia (ad es. le disposizioni di prevenzione incendi previste dal D.M. 12 Aprile 1996, per gli impianti termici di portata termica maggiore di 35 kw), sono considerati costruiti a regola d arte (art. 7). Tale concetto viene ripreso ed ampliato dal DPR 447/91 (art. 5, comma 1 e comma 3), che in merito precisa: "Nel caso in cui, per i materiali ed i componenti gli impianti, non siano state seguite le norme tecniche per la salvaguardia della sicurezza dell UNI e del CEI, l installatore dovrà indicare, nella "Dichiarazione di Conformità", la norma di buona tecnica adottata (art. 5, comma 4). " In tale ipotesi si considerano a regola d arte i materiali, componenti ed impianti per il cui uso, o la cui realizzazione, siano state rispettate le normative emanate dagli Organismi di Normalizzazione, di cui all allegato II della Direttiva n 83/189/CEE, (ora sostituito dall allegato II della Direttiva 98/34/CEE), se dette norme garantiscono un livello di sicurezza equivalente " (art. 5, comma 5). Ai sensi delle disposizioni di legge sopraccitate, la specifica norma UNI CIG di riferimento, per impianti a gas ad uso domestico, alimentati da rete di distribuzione, con apparecchi di portata termica singola nominale fino a 35 kw, come detto è la norma UNI 7129, di cui l Ente Nazionale di Unificazione (UNI) ha pubblicato, nel Dicembre 2001, la terza edizione. 2 / 7

3 Relativamente ai materiali ammessi per le "tubazioni", la norma al punto 3.2.1, specifica: "Le tubazioni che costituiscono la parte fissa degli impianti possono essere di: acciaio; rame; polietilene ". Per quanto riguarda, invece, eventuali altre tipologie di materiali, quali ad esempio quelle del tipo cosiddetto "multistrato", e relativa raccorderia che vengono posti in opera attraverso specifiche tecniche non coperte dalle prescrizioni della norma stessa, senza pregiudizio alcuno per la qualità e l idoneità all uso previsto di tali prodotti, si deve specificare che essi, sino ad oggi, non rientrano tra quelli espressamente previsti dalla UNI Tuttavia, ai sensi della legislazione vigente sopraccitata, raccordi, componenti e materiali non espressamente prescritti nella norma UNI 7129, potrebbero essere adottati, in alternativa, se garantiscono lo stesso livello di sicurezza e se risultano considerati da una normativa di riferimento, emanata da un Organismo Nazionale di Normalizzazione. Quale debba essere l Organismo Nazionale di Normalizzazione è già una attività ardua che esula abbondantemente dalle possibilità che un singolo accertatore può avere. Infatti, non sono, allo stato attuale, ritenute probanti eventuali certificazioni di prodotto esibite, che richiamano regole tecniche di organismi quali (citazione a solo titolo d esempio) il DVGW tedesco ed il GASTEC olandese, enti sicuramente di largo ed invalso prestigio ma che non risultano, compresi tra gli Organismi Nazionali di Normalizzazione, considerati dalla Direttiva 98/34 CE, la quale ad esempio prevede, rispettivamente, per la Germania il DIN (Deutsches Institut fur Normung) ed il DKE (Deutsche Elektrotecnische Kommission), mentre per i Paesi Bassi indica il 3 / 7

4 NNI ed il NEC. Si deve quindi ritenere che la "dichiarazione di sicurezza equivalente" debba essere fatta, come è prassi, dal Ministero delle Attività Produttive, il quale, sentito l Ente Normatore Nazionale, emana una Circolare informando opportunamente le parti interessate della conclusione con esito positivo dell istruttoria. Per quanto attiene la dimostrazione di "sicurezza equivalente" che deve essere effettuata nella richiesta al MAP, senza voler entrare direttamente in merito alle varie possibilità offerte dalla tecnica, dalle prove di laboratorio o in campo, spesso sono basate sulla norma UNI EN 1775, norma europea recepita nell ordinamento nazionale ma a tal proposito occorre ricordare che tale norma NON SUPERA l esistente UNI CIG 7129/01, infatti la stessa norma UNI-CIG 7129/01 precisa al punto 0: INTRODUZIONE Nell ambito dell attività normativa europea non esiste, attualmente, una norma di sistema che sviluppa in modo organico le varie problematiche degli impianti a gas per uso domestico, come intesi dalla presente norma. 4 / 7

5 Di recente è stata emanata una norma europea, recepita dall UNI, tradotta e pubblicata in lingua italiana, che definisce i principi generali comuni per le tubazioni di impianti a gas negli edifici e precisamente la UNI EN 1775 "Trasporto e distribuzione di gas Tubazioni di gas negli edifici - Pressione massima di esercizio 5 bar Raccomandazioni funzionali". Tale norma europea, in relazione alle strategie normative europee di settore, è di riferimento per le regolamentazioni tecniche dei vari Paesi membri del CEN (Comitato Europeo di Normazione), in sintonia però con le realtà normative già esistenti a livello nazionale o locale, anche a fronte di particolari regolamentazioni vigenti sul loro territorio. Nel caso specifico, la UNI EN 1775 non sostituisce le analoghe prescrizioni della UNI 7129, che risulta più dettagliata e rappresenta il riferimento normativo per l attuazione dei criteri e delle procedure previsti dalla legislazione nazionale vigente in materia di sicurezza1). 1) Alla data di pubblicazione della presente norma, sono in vigore: Legge 6 dicembre 1971, n 1083 "Norme per la sicurezza dell impiego del gas combustibile"; Legge 5 marzo 1990, n 46 "Norme per la sicurezza degli impianti". Quindi la stessa norma UNI sembra erigersi a muro di difesa dell'ordinamento normativo nazionale nel campo degli impianti di caratteristiche civili. 5 / 7

6 Quindi si può concludere che tale norma possa sostituirsi ad analoghe prescrizioni già riportate nella norma UNI CIG 7129/01 e che la dimostrazione di equivalenza possa essere semplicemente basata su qualche punto della UNI EN L'alternativa sono le prove di laboratorio effettuate sui materiali proposti, prove che certamente possono essere effettuate sulla base delle richieste dei produttori e che vanno validate con l'utilizzo in campo. Sono comunque aspetti difficili da analizzare compiutamente da parte di singoli installatori che devono certamente aspettare che queste questioni vengano risolte a monte dagli Enti preposti. In conclusione appare evidente che tale dimostrazione deve essere analizzata da apposti comitati di esperti nell ambito degli Enti di normazione previsti a livello nazionale (cioè l UNI e per questo il CIG e/o il CEI) o, almeno, dall apposito personale del Ministero delle Attività Produttive (MAP) deputato all emanazione della apposita circolare al riguardo. Tutto ciò anche in considerazione che l inserimento di una singola norma all interno di un corpo normativo non armonizzato potrebbe con facilità portare ad errori anche grossolani. Si cita ad esempio proprio le caratteristiche di resistenza al fuoco dei materiali che potrebbero essere diverse anche in relazione alle caratteristiche di incombustibilità (o di non propagazione dell incendio) dei materiali che possono circondare la tubazione del gas. 6 / 7

7 In altre parole, solo l analisi dell intero corpo normativo della nazione che ha accettato i materiali in questione può confermare (o meno) che tali materiali siano accettati anche sulla base di particolari caratteristiche ambientali non presenti nella generalità in Italia. 7 / 7