22 OTTOBRE 2008/22 OTTOBRE 2018: 10 ANNI DALL ALLUVIONE DI CAPOTERRA. IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN SARDEGNA: PASSATO PRESENTE E FUTURO
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1 RISCHIO IDROGEOLOGICO: IL PUNTO DOPO GLI ULTIMI EVENTI, A DIECI ANNI DALL ALLUVIONE DI CAPOTERRA. 10 ANNI DALL ALLUVIONE DI CAPOTERRA. IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN SARDEGNA: «I FENOMENI FRANOSI» Lunedì 22 Ottobre 2018 A cura del Dott. Geol. Antonello Frau
2 OBIETTIVI : Importanza dell analisi geologica-geomorfologica del territorio e dei fenomeni evolutivi dei versanti legati ai processi di modellamento gravitativo e connessi al trasporto solido dei corsi d acqua. COMPARTI DI ANALISI AMBIENTALE ADEGUAMENTO PUC - PAI Analisi e raccolta dati geologia geomorfologia geotecnica acclività idrogeologia geopedologia Uso del suolo Adeguamento PAI VAS Conoscenza, consapevolezza della presenza di estese aree geomorfologicamente attive interessate dalla presenza di fasce di detrito differenziabili in funzione delle litologie di base, predisposizione alla generazione di fenomeni gravitativi e di distacco e conseguente sorgente dei fenomeni di trasporto solido dei corsi d acqua
3 Geologia Geomorfologia Acclività Franosità, instabilità versanti, Pericolosità geologica Uso suolo Idrogeologia, permeabilità
4 CARTOGRAFIA GEOLOGICA ISPRA IMPORTANZA RILEVAMENTO GEOLOGICO DI DETTAGLIO Aggiornamenti distorsioni dall uso di modelli generali
5 Gentile concessione ed elab: Dott. P. Cambuli
6 L evoluzione di un bacino idrografico risponde unicamente a fenomeni codificati secondo le seguenti fasi : erosione trasporto sedimentazione la fase di erosione si manifesta prevalentemente sui versanti e poi si sviluppa con una fase di trasporto che si propaga prevalentemente nel reticolo fluviale e nell asta principale; PROCESSI SUI VERSANTI 1.Fenomeni di degradazione dei versanti con processi di denudazione e aggradazione; 2.Degradazione meteorica di tipo chimico; 3.Processi di degradazione fisica (Crioclastismo, Termoclastismo, Idroclastismo, Bioclastismo); 4.Azione della Forza di gravità; condizioni geolitologiche e geomorfologiche 5.Dilavamento (Erosione laminare, a rivoli, a solchi); PRODUZIONE E MOVIMENTAZIONE DEL DETRITO
7 Capoterra: due diversi complessi geomorfici; pianeggiante e con una certa omogeneità litologica per via della presenza del complesso alluvionale recente ed antico, con processi di modellamento prevalentemente di dilavamento e fluviale Collinare e montano: con forti dislivelli e ripide pareti rocciose, forme aspre e acclivi e in presenza di processi di modellamento funzione della variabilità litologica Settori particolarmente aspri con coltri di detrito attive, con spessori metrici (anche 6 metri); canaloni di detrito (affluenti del 1 e 2 ordine)
8 TIPOLOGIE DI DETRITO PRODOTTE IN FUNZIONE DELLE LITOLOGIE DI BASE Tipologia di detrito prodotto dalle metamorfiti: clasti mediamente più piccoli rispetto a quelli granitici depositi di versante con dimensioni più piccole (diametro medio dei clasti e delle quarziti cm) profondità delle coltri detritiche superiore (anche sino a 6 metri) produzione del detrito maggiore rispetto a quelli granitici, in quanto esse sono maggiormente fratturate, più pendenti e presentano maggiori sistemi di discontinuità Tipologia di detrito prodotto nelle aree granitiche: Produzione detriti grossolano in blocchi, volumi unitari maggiori del mc,
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10 Durante l evento dell anno 2008 la maggior parte del territorio è stata interessata da fenomeni alluvionali ma nelle aree montane di alimentazione del bacino idrografico, specie del Rio San Gerolamo, si sono avuti fenomeni anche importanti di debris flow ossia di colate detritiche Il termine Debris flow (sinonimo di colate detritiche o trasporto di massa ) comprende tutti i particolari e caratteristici eventi alluvionali a carattere non stazionario e con evoluzione in tempi molto rapidi caratterizzati da una elevata potenza distruttiva proprio per la velocità e la forza di impatto connessa al trasporto ingente di materiali litoidi a velocità non trascurabili. Si tratta di manifestazioni parossistiche, caratterizzate da una concentrazione volumetrica dei sedimenti compresa generalmente tra il 30% e il 70% che si possono generare per svariati motivi: dalla mobilitazione di sedimenti grossolani depositati nell alveo di un torrente a seguito dell instaurarsi di una corrente liquida superficiale prodotta da piogge intense; dal collasso di un versante con successiva trasformazione del movimento franoso in colata detritica dalla fluidificazione del materiale di una frana traslazionale o di scoscendimento in atto sia per passaggio di una corrente idrica superficiale sia per una emergenza idrica nella zona di cedimento;
11 FENOMENI ATTIVI RAPIDI: FRANE DI CROLLO Litologie interessate: Metamorfiti e rocce granitiche FRANE SUPERFICIALI E COLATE DETRITICHE Fattori predisponenti: Presenza coltre di materiale detritico autoctono o alloctono, giacente su un basamento competente Alta pendenza del versante Saturazione e aumento pressioni neutre Diminuzione forze coesive Liquefazione detriti in alveo
12 Si possono quindi sintetizzare le seguenti tipologie di fenomeni avvenute a livello di versante: Debris flow; Erosioni concentrate in alveo e diffusa sui versanti Frane superficiali Le Sorgenti detritiche dei fenomeni di debris flow, si è osservato che le stesse sono state localizzate in corrispondenza di depositi di falda ad elementi medio grossolani e con diametri in genere intorno al metro e dove lo spessore dei detriti era plurimetrico (anche 4 metri secondo quanto si osserva nelle aree di distacco apicali), nelle zone fortemente acclivi del bacini di II ordine. (la tipologia più frequente di detrito è rappresentata da grossi blocchi immersi in una matrice sabbioso argillosa localizzati alla base degli orli di scarpata e cornici rocciose nelle zone altimetricamente più elevate dei bacini secondari e originati dai crolli rocciosi della parete. Blocchi eterometrici prevalentemente granitici o dei differenziati filoniani o blocchi irregolari di metamorfite). Contemporaneamente ai fenomeni di Debris flow si è avuta la concomitanza di erosioni concentrate e conseguenti frane superficiali causate dello scalzamento basale dei depositi di versante (depositi detritici molto grossolani prossimi all alveo) che costituivano i fianchi della vallata
13 Anno 2004 Anno 2009 Erosione concentrata, scavo e trasporto da debris Flow Rio di Santa Barbara
14 Erosione concentrata, scavo e trasporto da debris Flow Rio di Santa Barbara
15 Nicchia di distacco e colata detritica Rio S. Barbara
16 Gentile concessione ed elab: Dott. P. Cambuli
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18 Debris flow affluente secondario Rio S. Gerolamo
19 Sulla base delle caratteristiche del bacino idrografico e delle alluvioni storicamente registrate, il Rio San Gerolamo ha la potenzialità di generare un conoide di deiezione ad alta pericolosità. La tipologia di movimento, potenzialmente attuabile anche in funzione delle caratteristiche geologico-morfologiche dei bacini idrografici di Capoterra, può essere differenziato nella seguente maniera: Aree montane e pedemontana, tipica di debris flow (e correnti ipoconcentrate) alimentato da un bacino di drenaggio nel quale avviene l erosione anche di materiali di grossa cubatura che tramite il canale di flusso determinano la formazione di conoidi di deiezione in corrispondenza dell area pedemontana Aree pianeggianti e subpianeggianti: trasporto di fondo (bedload) e trasporto in sospensione e locali correnti ipoconcentrate (debris flood).
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23 Terrazzi fluviali Scarpata di terrazzo Scarpata di erosione fluviale Piana alluvionale Piana alluvionale Alveo di piena Alveo di magra
24 INTERVENTI Necessità di un approccio multidisciplinare ai fini della definizione della pericolosità e del rischio geologico s.l. Necessità di un approccio multidimensionale volto allo studio di area vasta e locale Utilizzo della modellistica supportata da un modello reale aggiornato di tipo geologico, morfologico e geotecnico e non approssimato dei dati cognitivi finalizzato anche alla definizione dei modelli previsionali connessi ad esempio alla durata all intensità delle precipitazioni, alla previsione della magnitudo dell evento Riduzione della frammentazione delle competenze amministrative al fine di fornire una efficace gestione unitaria degli interventi di mitigazione del rischio Importanza della conoscenza continua e in dettaglio nonché monitoraggio attraverso un azione di Presidi idrogeologici locali
25 FINE PRESENTAZIONE GRAZIE PER L ATTENZIONE
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