Rapporto Annuale Regionale 2007

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1 ISTITUTO NAZIONALE PER L ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO Rapporto Annuale Regionale 2007 Sardegna

2 Rapporto Regionale 2007 Direttore Regionale: Francesco Inghingolo Comitato di redazione: Michele Pintus Marco Sbressa Rita Argiolas Segretaria di redazione Ha collaborato Rita Argiolas Antonio Mario Lai Considerazioni introduttive del Dirigente vicario regionale Michele Pintus Uno sguardo all economia regionale e al suo contesto Il mercato del lavoro di Marco Sbressa: Direzione Regionale per la Sardegna Le aziende assicurate L andamento infortunistico di Michele Pintus: Direzione Regionale per la Sardegna Attività di Vigilanza di Piero Licheri: Direzione Regionale per la Sardegna Prevenzione in Sardegna: focus sulla Scuola e sull Informazione di Alessandra Gallus: Direzione Regionale per la Sardegna Attività nelle sedi territoriali: presa in carico degli infortunati e tecnopatici di Adamina Barbone: Direzione Regionale per la Sardegna Le monografie: Brevi cenni sulle novità in materia di sicurezza a cura di: Roberto Di Tucci - Direzione Regionale per la Sardegna Prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro a cura di: Prof. Pierluigi Cocco - Dipartimento di Sanità Pubblica, Sezione di Medicina del Lavoro Università di Cagliari Il fenomeno infortunistico del comparto estrattivo dei lapidei in Sardegna analisi e suggerimenti per il miglioramento degli standard di sicurezza a cura di: Giovanni Troia, Pietro Mura, Vito Presicci Direzione Regionale INAIL Contarp Sardegna Stampato dalla Tipografia INAIL - Milano

3 Rapporto Regionale 2007 Indice Considerazioni introduttive del Dirigente vicario regionale 5 Prima parte Il contesto socio economico Le aziende e gli infortuni sul lavoro 1.1 Qualche dato sulla Sardegna Uno sguardo all economia regionale e al suo contesto Il mercato del lavoro I dati macroeconomici Le aziende assicurate L andamento infortunistico: tabelle e grafici Attività di vigilanza Prevenzione in Sardegna: focus sulla Scuola e sull Informazione Attività nelle sedi territoriali: presa in carico degli infortunati e tecnopatici Indice delle tavole 67 Seconda Parte Le monografie 2.1 Brevi cenni sulle novità in materia di sicurezza Prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro Il fenomeno infortunistico del comparto estrattivo dei lapidei in Sardegna analisi e suggerimenti per il miglioramento degli standard di sicurezza 97

4 INNO AL SOLE Oh sole d oro che per noi mortali sei prodigo di luce e di calore, spazza lontan, coi tuoi potenti strali, questo gelo di morte e di dolore. Porta il conforto del tuo caldo abbraccio a colui che sulla fredda strada sente le membra diventar di ghiaccio e il cuor come trafitto da una spada. Veder brillare i raggi tuoi dorati su questa terra di calor desiosa, ci fa sentir davvero rincuorati e pace trova alfin l anima ansiosa. Ma quando dietro ai monti tu scompari per dare posto al buio della sera ci assale una tristezza senza pari come di chi gioire più non spera. Anche tu, come l uomo, nasci e muori, ma con il nuovo giorno tornerà il tuo disco di fuoco a spuntar fuori, fonte di vita per l eternità. Ada Caviezel

5 Considerazioni introduttive Come di consueto, anche per il 2007 la Direzione Regionale dell INAIL della Sardegna presenta il Rapporto Annuale, per fornire a tutti gli operatori interessati un quadro della situazione degli infortuni e delle malattie professionali nell Isola. Si mettono così a disposizione quei dati che consentono di poter ragionare sul fenomeno infortunistico basandosi sulla realtà degli avvenimenti e non sulle emozioni suscitate da singoli eventi. Nelle pagine che lo compongono, è possibile prendere in esame il quadro complessivo degli avvenimenti, ripartiti per tipologia di avvenimenti, di settori lavorativi, di soggetti interessati, di modalità di accadimento, oltre ad avere una visione sull andamento delle malattie professionali. In particolare, è possibile distinguere tra gli eventi accaduti presso le aziende e quelli verificatesi lungo le strade e possono essere presi in esame gli infortuni accaduti a soggetti stranieri, eventi che diventano sempre più rilevanti e sui quali occorre soffermare l attenzione. Lo spirito della pubblicazione è quello di porre le basi per favorire un azione di prevenzione sempre più efficace e mirata, per arrivare ad avvicinare il più possibile l obiettivo zero infortuni, che è quello a cui si deve tendere in un paese civile, che rispetti i valori della vita e della dignità dell uomo in quanto cittadino lavoratore. L obiettivo è ancora lontano, perché dai dati risultano ancora circa 50 infortuni al giorno e circa 3 morti al mese, anche se rilevanti sono gli incidenti da attribuire al rischio strada. Anche nel 2007 però è continuato il trend discendente degli infortuni, che da nel 2006 sono ulteriormente diminuiti a Questo pur con un aumento degli occupati, passati da nel 2006 a nel Gli infortuni sono diminuiti maggiormente nei settori dell industria e dell artigianato: forse, è il segnale che l attenzione al problema della sicurezza si sta diffondendo. Come già rilevato anche lo scorso anno, evidentemente l attenzione, gli interventi, gli investimenti che si fanno, danno i loro frutti, anche se gli infortuni continuano ad essere sempre troppi e gli infortuni mortali continuano a non diminuire (34 nel 2007). E da rilevare il fatto che, se i settori delle costruzioni e dei trasporti restano i più pericolosi, per gravità delle conseguenze, è nel terziario e nei servizi in genere che gli infortuni sono invece aumentati, evidenziando che anche dove si ritiene che il rischio non ci sia, è invece necessario vigilare, perché gli infortuni accadono. La frequenza degli infortuni nell isola non è superiore alla media nazionale. Lo è però per indice di gravità e, soprattutto, lo è nelle piccole imprese, dove l indice di gravità risulta essere doppio rispetto alla media. Evidentemente, è questo il bersaglio da mirare per realizzare un miglioramento deciso della situazione. L invito è ancora a tutti i soggetti interessati Regione, ASL, Direzione del Lavoro, Ispesl, INAIL, il mondo universitario, le associazione datoriali, i sindacati, gli organismi paritetici, per la realizzazione di un azione sinergica di intervento. I fronti sui quali operare sono molteplici: la vigilanza, la formazione e l informazione, lo studio delle cause e dei rimedi, l elaborazione di nuove tecniche. L INAIL crede e scommette sulla possibilità di realizzare una rete che possa operare in questi campi, rispettando il ruolo di ciascuno, ma fungendo da volano per le iniziative che possano essere realizzate, mettendo a disposizione risorse, sia umane che finanziare. Nel 2007 ha stanziato euro per corsi di formazione, realizzazione di progetti e studi in sinergia con vari partner che si proponevano di affrontare il problema ed ha 5

6 proseguito nel programma di stanziamenti per finanziare piccole e medie imprese che volessero realizzare progetti per migliorare le condizioni di sicurezza in azienda. Per diffondere tra i giovani l idea della sicurezza sul lavoro tra gli studenti delle scuole medie superiori, ha collaborato con la scuola, erogando borse di studio per euro a ragazzi che realizzassero dei lavori sulla specifica problematica. L intenzione, la volontà, è però quella di non pretendere di fare da soli. Gli attori del sistema della prevenzione, per essere efficaci, non possono agire come monadi chiuse, gelose delle proprie iniziative, che rischiano di rimanere fini a sé stesse. Il messaggio che ancora si vuole lanciare è quello della necessità di fare sistema, per cambiare la situazione, per far cambiare il paese ed il suo livello di civiltà. Il Conto Economico dell INAIL in Sardegna Di seguito si espone il conto economico regionale, dal quale si può rilevare l impegno dell Istituto che, a fronte di incassi per un totale di , spende nell isola, in prestazioni, , con un disavanzo tra incassi e spese pari a , in aumento di circa rispetto al 2006, a testimonianza di un impegno che non tende a diminuire, per l espletamento della propria mission storica di fornire le prestazioni ai lavoratori in materia di indennizzo, cura, riabilitazione e reinserimento. INCASSI Premi per assicurazione Premi per assicurazione RX Totale incassi SPESE Rendite Inabilità e superstiti Indennità temporanea Prestazioni integrative Assegno di incollocabilità Spese per accertamenti medico legali Prestazioni effettuate nei centri medico legali Spese accessorie medico legali Degenze per accertamenti medico legali presso altri Enti Acquisto protesi Compensi ed oneri per medici specialisti esterni Totale spese SALDO INCASSI / SPESE

7 Prima Parte Il contesto socio economico: le aziende e gli infortuni sul lavoro

8

9 1.1 Qualche dato sulla Sardegna Superficie Kmq PIL per abitante Popolazione Lavoratori occupati Numero province sarde otto 9

10 1.2 Uno sguardo all economia regionale e al suo contesto Siamo ormai giunti alla fine del 2008, tuttavia è utile vedere come si è evoluta la situazione socio economica della Sardegna nel 2007 così come hanno scritto in tanti ed in modo puntuale: la Sede di Cagliari della Banca d Italia, il CRENoS, UNIONCAMERE - Camera di Commercio di Cagliari e Istituto G. Tagliacarne, l API sarda. È opportuno ricordare che sin dalla metà del 2007 il mondo è interessato da una grossa crisi finanziaria, nata negli Stati Uniti, che ha portato al fallimento di grosse banche Americane o alla loro nazionalizzazione, con effetti negativi su tutte le borse internazionali, comprese quelle europee. Nel 2007 l economia mondiale, proseguendo una fase espansiva che risale al 2004, è cresciuta in modo significativo. Considerando il Pil espresso a parità di potere d acquisto si ha un aumento del 4,9 per cento. Mentre negli Stati Uniti si è avuto un rallentamento dell attività produttiva e in maniera più marginale anche nell Unione Europea e nel Giappone, la Cina, l India, i Paesi asiatici in via di sviluppo e gli altri Paesi dalle economie emergenti hanno contribuito a tenere alto il tasso di sviluppo globale. La crescita del Pil a prezzi costanti della Cina (ISTAT) è passata da 10,1 nel 2004 a 11,4 nel 2007 mentre quella degli Stati Uniti è scesa da 3,6 a 2,2. Significativi per l economia degli Stati Uniti sono stati: l aumento del costo delle materie prime, la crisi dei titoli legati ai mutui finanziari (sub-prime) con conseguente crisi del mercato immobiliare, l indebolimento del dollaro, le spinte inflazionistiche. Il Pil dell Unione Europea è aumentato un po meno rispetto al 2006 così pure il Pil dell Uem. L Italia, che aveva visto nel 2006 aumentare il proprio Pil dell 1,8%, nel 2007 ha avuto una crescita reale dell 1,5%, collocandosi ultima tra i 13 Paesi dell Uem, con un differenziale negativo di crescita rispetto all Uem di 1,1. Relativamente alla Sardegna va ricordato che non è considerata più tra le regioni in ritardo di sviluppo (Obiettivo 1). Dal 2007 infatti è entrata nel nuovo ciclo di programmazione ( ) ed è stata ammessa a fruire del regime transitorio di sostegno (phasing in) che ne agevolerà l ingresso tra le regioni che beneficiano di interventi finalizzati alla promozione della competitività e dell occupazione. Le risorse di cui beneficerà la nostra Isola col nuovo regime sono inferiori a quelle del periodo anche per l allargamento dell Unione europea a paesi con reddito di molto inferiore a quello medio europeo. Come si legge nel rapporto annuale della SVIMEZ 2008 sull economia del Mezzogiorno, il prodotto interno lordo della Sardegna è cresciuto nel 2007 dell 1,3%, tasso inferiore al valore medio nazionale (1,5%). Nella media del periodo la Sardegna ha realizzato un tasso medio annuo dell 1,5% dato che è stato superiore a quello nazionale (1,1%). Il livello del prodotto pro capite della Sardegna nel periodo è stato inferiore a quello medio nazionale. L economia sarda non è in gran forma ha scritto Lanfranco Olivieri, Ne è convinta Bankitalia, che nel suo rapporto annuale, presentato qualche settimana fa ha fotografato un isola in difficoltà. Nel 2007, la crescita del PIL è stata contenuta (+1,3%), in linea con quella del Il ciclo internazionale, con la crisi dei mutui Usa subprime, ha condizionato soprattutto la seconda parte del E le ricadute, rilevano da Bankitalia, si sono fatte sentire sui principali settori economici: sull industria (con una minore crescita dei fatturati), sulle costruzioni (meno gare bandite per opere pubbliche) e sul commercio. 1 1 Articolo di Lanfranco Olivieri Il Sole 24 Ore martedì 29/7/ SARDEGNA Rapporti supplemento. 10

11 Nel volgere un breve sguardo alle attività produttive della Sardegna si osserva che nel 2007 il settore dell agricoltura ha registrato un decremento confermando l andamento di sviluppo degli anni precedenti. Infatti dai dati ISTAT elaborati dalla Banca d Italia emerge una situazione di sofferenza del comparto agricolo dovuta alla riduzione della produzione delle principali colture soprattutto quelle orticole, dell olivicoltura e dei cereali. Il dato percentuale di riduzione rilevato dall ISTAT è del 2,9% su base annua ( 6% a livello nazionale); si è avuta inoltre una riduzione delle imprese agricole attive diminuite del 2,4%. Tra le superfici destinate a coltivazioni agricole la riduzione di quella a cereali non ha consentito di beneficiare dei vantaggi derivanti dall aumento della richiesta mondiale. La produzione e la raccolta dei pomodori destinato all industria conserviera è invece aumentata del 6,4% così come la produzione vitivinicola che ha registrato un incremento. Nel rapporto sull economia della Sardegna della Banca d Italia che riprende le informazioni fornite dall INEA, si evidenzia una situazione di miglioramento nel comparto zootecnico, soprattutto per quanto riguarda la produzione del latte ovino e della ripresa dei prezzi di vendita mentre la produzione di carni ha mantenuto lo stesso livello di produzione del Nel 2007 si è avuta una modesta crescita del settore industriale: ad un incremento iniziale dell attività produttiva, dovuta alla domanda interna ed estera, ha fatto seguito un rallentamento. Il numero degli operatori nella lavorazione del legno, nell industria meccanica e nel tessile si è ridotto mentre è cresciuto il numero delle imprese della trasformazione alimentare, nel complesso quindi il numero delle imprese industriali attive stanno al livello dello scorso anno. Assume forte rilevanza per la nostra Isola l industria petrolifera che nel 2007 ha visto un lieve aumento della produzione ed un incremento del fatturato delle imprese. Gli investimenti delle imprese nei vari settori industriali è complessivamente diminuita nel corso del 2007 soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Nel settore delle costruzioni anche nel 2007 si è avuta una flessione soprattutto nei comparti dell edilizia non residenziale e delle opere pubbliche, confermando i dati degli anni precedenti, mentre si è registrata una crescita nell edilizia residenziale e del numero delle imprese attive e degli operatori del settore, grazie all incremento della domanda da parte delle famiglie e ai mutui erogati dalla Regione Sardegna per l edilizia famigliare. Il settore dei servizi nel 2007 ha registrato una lieve crescita soprattutto per quanto riguarda il numero delle imprese dei servizi attivi come alberghi, ristoranti e le attività dei servizi alle imprese. Nel settore del commercio si è registrata una lieve flessione nella crescita dei consumi mentre le vendite del comparto distributivo regionale sono state sostanzialmente stabili. Le famiglie sarde hanno diminuito il budget destinato all acquisto dei prodotti alimentari e dell abbigliamento registrando un 2 punti percentuali mentre è cresciuta la spesa per l acquisto di servizi rispetto agli anni precedenti (l incidenza nel 2007 è pari al 45,2%). 2 Il settore turistico ha registrato una ripresa confermando le previsioni dell anno precedente. Gli arrivi nelle strutture turistiche sono aumentati del 9,7% e le presenze del 5,1%. 3 L incremento delle presenze ha riguardato soprattutto le strutture extra alberghiere. L aumento del turismo in generale si è avuto in tutte le province sarde tranne la provincia di Sassari dove gli arrivi sono aumentati ma sono diminuiti i pernottamenti della componente italiana. Il flusso turistico si è avuto sia dai viaggiatori proveniente dall estero che dall Italia. 2 Banca d Italia: L economia della Sardegna nell anno 2007 nota redatta dalla Sede di Cagliari della Banca d Italia con la collaborazione delle altre filari della regione. 3 Ibid. 11

12 Nel 15 rapporto 2008 pubblicato dal CRENoS si legge che la Sardegna continua ad essere una delle mete preferite per le vacanze estive (trimestre luglio-settembre) e nel 2007 dovrebbe registrare un aumento del numero delle vacanze degli italiani da 4 a più notti pari al 9,3%, superando Puglia (8,2%) e Sicilia (7,5%). 4 Anche il settore dei trasporti ha registrato una crescita complessiva grazie allo sviluppo dei voli internazionali a basso costo - sia negli aeroporti di Cagliari e Olbia che in quello di Alghero - che nel trasporto marittimo, negli scali di Cagliari e Olbia. Il flusso delle merci transitate nei porti è leggermente diminuito anche a causa del dirottamento delle merci in altri porti industriali del Mediterraneo. La variazione percentuale rispetto al 2006 del traffico container nel porto di Cagliari è stata dell 1,9 % mentre quella di Gioia Tauro è stata del 19,1%. 5 Gli scambi commerciali con l estero sono aumentati in percentuale rispetto al 2006 soprattutto per quanto riguarda la vendita di prodotti petroliferi, l industria meccanica, quella metallurgica, chimica e dei prodotti lapidei. La Sardegna è tra le regioni del Mezzogiorno ritenute aree strategiche per le importazioni Il mercato del lavoro L occupazione in Sardegna è cresciuta, anche se ad un ritmo inferiore rispetto al In base ai dati ISTAT il numero degli occupati è passato da 608 mila a 613 mila. La suddivisione nelle quattro vecchie province, secondo una elaborazione dell Istituto G. Tagliacarne su dati Istat, è la seguente: Sassari 176,5 Nuoro 90,5 Cagliari 292,4 Oristano 53,7. 7 L occupazione maschile è aumentata a ritmi inferiori (0,5%) rispetto a quella femminile (1,5%). Il tasso di disoccupazione che nel 2006 era del 10,8%, nel 2007 è sceso al 9,9% ma tale diminuzione non è omogenea nelle diverse province sarde. Il tasso di disoccupazione delle quattro vecchie province, secondo una elaborazione dell Istituto G. Tagliacarne su dati Istat, è la seguente: Sassari 10,1 Nuoro 10,8 Cagliari 9.4 Oristano 10,4. 8 Si evidenzia che mentre nelle province di Cagliari e Sassari il tasso è diminuito, nella provincia di Nuoro, che rappresenta una delle aree più depresse della Sardegna, il tasso è aumentato. Il numero delle persone in cerca di occupazione si è ridotto da 74 mila a 67 mila. Il CRENoS, nel suo 15 Rapporto 2008 sull Economia della Sardegna, nel considerare i tassi di occupazione dell Italia, del Mezzogiorno e della Sardegna nel periodo constata che, dopo una iniziale flessione, si ha nelle tre aree una netta crescita del tasso di occupazione e la condizione della Sardegna è relativamente migliore rispetto al Mezzogiorno con tasso sempre maggiore del 46%. Di seguito si riportano, per un confronto dei dati, le tavole sull occupazione in Sardegna relative agli anni CRENoS 15 rapporto 2008 prima ed. maggio 2008 pag Rapporto SVIMEZ 2008 sull economia del Mezzogiorno 6 Ibid 7 Nota sull economia della provincia di Cagliari ^ giornata dell economia UNIONCAMERE 8 Ibid 12

13 1.4 I dati macroeconomici: occupazione e sviluppo relativi agli anni Tav. 1 SARDEGNA Dati 2007 popolazione e occupazione Popolazione per sesso e classe di età Media 2007 SARDEGNA SESSO < 15 anni anni anni 55 anni e oltre Totale Maschi Femmine Totale Forze di lavoro Media 2007 SARDEGNA In cerca di occupazione SESSO Occupati con precedenti esperienze lavorative senza precedenti esperienze lavorative Totale TOTALE Maschi Femmine Totale In cerca di occupazione con precedenti esperienze lavorative; 52; In cerca di occupazione senza precedenti esperienze lavorative; 15; 2% 8% Occupati Occupati; 613; 90% In cerca di occupazionecon precedenti esperienze lavorative In cerca di occupazionesenza precedenti esperienze lavorative Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 13

14 Non forze di lavoro Media 2007 SARDEGNA Sesso Cercano lavoro non attivamente Non cercano ma disponibili a lavorare Non disponibili a lavorare Non forza di lavoro <15 anni Non forze lavoro >64 anni Totale Maschi Femmine Totale Principali indicatori del mercato del lavoro Media 2007 SARDEGNA (valori percentuali) Sesso Tassi di attività Tassi di occupazione Tassi di disoccupazione Maschi 71,7 66,4 7,2 Femmine 45,4 39,0 14,2 Totale 58,6 52,8 9,9 Occupati per settore di attività e sesso Media 2007 Settori di attività economica Sesso Totale Maschi Femmine Numero % % femmine su totale Agricoltura ,3 18,3 Industria ,8 10,2 di cui costruzioni ,9 2,4 Servizi ,9 46,4 di cui commercio ,5 37,7 Totale ,4 Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 14

15 Tav. 1/bis SARDEGNA Dati 2006 a confronto su popolazione e occupazione Popolazione per sesso e classe di età Media 2006 SARDEGNA SESSO < 15 anni anni anni 55 anni e oltre Totale Maschi Femmine Totale Forze di lavoro Media 2006 SARDEGNA In cerca di occupazione SESSO Occupati con precedenti esperienze lavorative senza precedenti esperienze lavorative Totale TOTALE Maschi Femmine Totale Sesso Non forze di lavoro Media 2006 SARDEGNA Cercano lavoro non attivamente Non cercano ma disponibili a lavorare Non disponibili a lavorare Non forza di lavoro <15 anni Non forze lavoro >64 anni Totale Maschi Femmine Totale Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 15

16 Principali indicatori del mercato del lavoro Media 2006 SARDEGNA (valori percentuali) Sesso Tassi di attività Tassi di occupazione Tassi di disoccupazione Maschi 72,5 66,2 8,5 Femmine 44,8 38,2 14,7 Totale 58,7 52,3 10,8 Occupati per settore di attività e sesso Media 2006 SARDEGNA Settori di attività economica Sesso Totale Maschi Femmine Numero % % femmine su totale Agricoltura ,3 15,8 Industria ,9 9,0 di cui costruzioni ,4 1,6 Servizi ,9 46,2 di cui commercio ,3 39,4 Totale ,0 36,2 Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 16

17 Tav. 1/ter SARDEGNA Dati 2005 a confronto su popolazione e occupazione Popolazione per sesso e classe di età Media 2005 SARDEGNA SESSO < 15 anni anni anni 55 anni e oltre Totale Maschi Femmine Totale Forze di lavoro Media 2005 SARDEGNA In cerca di occupazione SESSO Occupati con precedenti esperienze lavorative senza precedenti esperienze lavorative Totale TOTALE Maschi Femmine Totale Sesso Non forze di lavoro Media 2005 SARDEGNA Cercano lavoro non attivamente Non cercano ma disponibili a lavorare Non disponibili a lavorare Non forza di lavoro <15 anni Non forze lavoro >64 anni Totale Maschi Femmine Totale Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 17

18 Principali indicatori del mercato del lavoro Media 2005 SARDEGNA (valori percentuali) Sesso Tassi di attività Tassi di occupazione Tassi di disoccupazione Maschi 73,0 65,7 9,8 Femmine 45,3 37,1 18,0 Totale 59,2 51,4 12,9 Occupati per settore di attività e sesso Media 2005 SARDEGNA Settori di attività economica Sesso Totale Maschi Femmine Numero % % femmine su totale Agricoltura ,3 11,8 Industria ,8 9,9 di cui costruzioni ,5 2,8 Servizi ,8 46,6 di cui commercio ,7 45,2 Totale ,0 35,7 Fonte: ISTAT nuova rilevazione Forze di lavoro (valori espressi in migliaia) 18

19 1.5 Le aziende assicurate L analisi della situazione delle aziende assicurate all INAIL, permette di registrare un aumento del numero complessivo di aziende per una percentuale del 2,36%, con un trend in aumento, ancora superiore a quello del 2006, che già aveva fatto registrare un incremento dell 1,84%. L aumento si spalma tra tutti i settori, per cui il rapporto percentuale tra essi rimane sostanzialmente costante: 7% industria; 51% artigianato; 36% terziario. Si conferma quindi la tipologia del tessuto produttivo, costituito in modo del tutto prevalente dalle aziende artigiane, seguite dalle attività del terziario e solo in minima parte da aziende industriali. Per quel che concerne il numero degli addetti, il settore terziario ha invece la assoluta prevalenza su entrambi gli altri due settori produttivi. Tav. 2 Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni Regione Settore Attività Azienda SARDEGNA Azienda inquadrata in più settori Ancora da determinare Industria Artigianato Terziario Altri Speciale Totale Aziende 2007 in Sardegna per settore di attivita Azienda inquadrata in più settori; 1.989; 3% Ancora da determinare; Speciale; 375; 0% 1.298; 2% Altri; 1.090; 1% Industria; 5.746; 7% Terziario; ; 36% Artigianato; ; 51% 19

20 Tav. 2a Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni Province Settore Attività Azienda Cagliari Azienda inquadrata in più settori Ancora da determinare Industria Artigianato Terziario Altri Speciale Totale Nuoro Azienda inquadrata in più settori Ancora da determinare Industria Artigianato Terziario Altri Speciale Totale Oristano Azienda inquadrata in più settori Ancora da determinare Industria Artigianato Terziario Altri Speciale Totale Sassari Azienda inquadrata in più settori Ancora da determinare Industria Artigianato Terziario Altri Speciale Totale

21 1.6 L andamento infortunistico: tabelle e grafici Nel 2007 si è confermato il trend in diminuzione dell andamento infortunistico. Dall analisi dei dati si può infatti rilevare riduzione di circa lo 0,76% (141 in meno), mentre a livello nazionale si è rilevata una riduzione dell 1,7%. La riduzione vi è stata, nonostante l aumento della platea degli occupati, passati da a e nonostante il fatto che risulterebbe arrestarsi il crescere degli addetti del terziario, passati da a e sia aumentato il numero degli addetti dell industria, passato da a In particolare, risultano aumentati di circa unità gli addetti alle costruzioni (da a ), mentre si sono ridotti di circa gli addetti del settore commercio (passati da a ). In particolare, gli infortuni denunciati nell industria sono passati da a 4.105, con una riduzione di 292 eventi, nell artigianato da a 3.017, con una riduzione di 141 e nel terziario da a 4.124, con un aumento di 87 infortuni, pur a fronte di una riduzione degli addetti. Verosimilmente, gli sforzi che si stanno realizzando per diffondere un maggior livello di attenzione cominciano a raggiungere i risultati in quei settori dove maggiormente è presente la coscienza del rischio, mentre nel settore dei servizi si fatica ad acquisirla e si affronta con eccessiva superficialità il problema. Anche nel settore delle costruzioni, dove pure il numero degli infortuni è elevato, sia in relazione al numero assoluto che all incidenza, gli infortuni sono diminuiti, passando da a 2.623, nonostante l aumento degli addetti. Discorso a parte merita il settore dell agricoltura. Benché in esso risulti occupata solo il 6,2% della forza lavoro, vi si verifica circa il 14% degli infortuni, a testimonianza del cammino che ancora bisogna fare in tema di prevenzione. Praticamente costante è l andamento degli infortuni mortali, per i quali non si riesce a scalfire lo zoccolo duro, superiore ai 30 (36 denunciati e 34 indennizzati, come nell anno precedente). Dei 34 indennizzati, 9 si sono verificati nel settore delle costruzioni. Da sottolineare il grave problema costituito dal carente sistema dei trasporti che continua ad avere una grande incidenza sul numero degli infortuni causati da incidenti stradali: ben 2.490, il 13,56% del totale, di cui 20 mortali. In crescita sono gli infortuni occorsi a lavoratori stranieri, passati da 449 a 499, con un incidenza elevata rispetto al numero degli occupati, segnalando l esigenza di interventi di formazione specifici per questa nuova fascia di utenti della prevenzione. Per una più completa analisi si rinvia alle tavole riportate di seguito. 21

22 Infortuni 2007* Agricoltura Industria Artigianato Terziario Altre attività Statali * Esclusi i casi di settore economico non determinato SARDEGNA

23 ANDAMENTO INFORTUNI DENUNCIATI IN ITALIA

24 Tav. 3 Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nel periodo denunciati all INAIL e indennizzati a tutto il per anno, gestione e tipo di conseguenza DENUNCE GESTIONE Anni Totali Mortali INDUSTRIA E SERVIZI (*) DENUNCE INDENNIZZI Permanente Temporanea in in Morte Totale Anni Totali Mortali Totale capitale rendita Temporanea in capitale INDENNIZZI Permanente in rendita Totale Morte Totale Agricoltura Industria e Servizi Dipendenti Conto Stato Totale Tav. 4 Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nel periodo denunciati al INAIL e indennizzati a tutto il per anno, sett. tariff. e tipo di conseguenza SETTORE TARIFFARIO Industria Artigianato Terziario Altre attività (*) esclusi i casi con settore tariffario non determinato 24

25 Tav. 5 Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nel periodo denunciati all INAIL e indennizzati a tutto il per settore di attività economica, anno e tipo di conseguenza Settore di attività economica (Codice ATECO) A+B C DA DB DC DD DE DF DG DH DI DJ DK DL DM Anni Casi denunciati INDUSTRIA E SERVIZI di cui indennizzati Permanente Temporanea in capitale in rendita Totale Morte Totale INDUSTRIA di cui Agrindustria 2006 e Pesca Estrazione 2006 di minerali Industria 2006 alimentare Industria tessile 2006 e abbigliamento Industria 2006 conciaria Industria 2006 del legno Industria 2006 della carta Industria 2006 del petrolio Industria 2006 chimica Industria della 2006 gomma e plastica Industria lav minerali non metalliferi Industria 2006 dei metalli Industria meccanica Industria macchine elettriche Industria fabbricazione mezzi di trasporto segue 25

26 segue tav. 5 Settore di attività economica (Codice ATECO) DN D E F G H I J K L M N O P Altre industrie Totale Industrie manifatturiere Elettricità, gas, acqua Anni Casi denunciati di cui indennizzati Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale 26 Morte Totale Costruzioni SERVIZI di cui Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti e comunicazioni Intermediazione finanziaria Attività immobiliari e servizi alle imprese Pubblica Amministrazione Istruzione Sanità e servizi sociali Altri servizi pubblici Personale domestico Non determinato INDUSTRIA E SERVIZI (N.B.) a partire dal 2004 i lavoratori interinali sono classificati rispetto alla ditta utilizzatrice e non a quella fornitrice. Questo ha comportato, rispetto alle statistiche dei precedenti Rapporti, un passaggio di casi dal settore K (settore nel quale rientrano le ditte fornitrici) ad altri settori.

27 Tav. 6 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per gestione, settore di attività economica e territorio Settore di Attività Economica Cagliari Nuoro Oristano Sassari SARDEGNA Italia A Agrindustria B Pesca C Estrazione di minerali DA Ind. Alimentare DB Ind. tessile e abbigliamento DC Ind. conciaria DD Ind. del legno DE Ind. della carta DF Ind. del petrolio DG Ind. chimica DH Ind. della gomma e plastica DI Ind. lav. minerali non metalliferi DJ Ind. dei metalli DK Ind. meccanica DL Ind. macchine elettriche DM Ind. fabbricaz. mezzi trasporto DN Altre industrie D Totale Industrie manifatturiere E Elettricità, gas, acqua F Costruzioni INDUSTRIA G50 Commercio e riparazione auto G51 Commercio all'ingrosso G52 Commercio al dettaglio G Totale commercio H Alberghi e ristoranti I Trasporti e comunicazioni J Intermediazione finanziaria K Attività immobil. / servizi imprese L Pubblica Amministrazione M Istruzione N Sanità e servizi sociali O Altri servizi pubblici P Personale domestico SERVIZI Non determinato (*) INDUSTRIA E SERVIZI AGRICOLTURA DIPENDENTI CONTO STATO COMPLESSO GESTIONI (*) trattasi principalmente di casi con assenza dal lavoro non superiore a 3 giorni, per i quali non c'è l'obbligo della denuncia da parte del datore di lavoro. 27

28 Tav. 7 Infortuni denunciati all INAIL dal 2004 al 2007, distinti per gestione Territorio Industria e Servizi Conto Stato Totale Industria e Servizi Conto Stato Totale Industri a e Servizi Conto Stato Totale Agricoltura Agricoltura Agricoltura Agricoltura Industri a e Servizi Conto Stato Totale Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

29 Tav. 8 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia, gestione e anno Territorio AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI CONTO STATO COMPLESSO GESTIONI Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

30 Tav. 9 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI Territorio Industria Artigianato Terziario Altre attività Non determ. TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 10 INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nell anno 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI Territorio Industria Artigianato Terziario Altre attività Non determ. TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

31 Tav. 11 INFORTUNI MORTALI avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per gestione, settore di attività economica e territorio Settore di attività economica Cagliari Nuoro Oristano Sassari SARDEGNA ITALIA A Agrindustria 9 B Pesca 3 C Estrazione di minerali 13 DA Ind. Alimentare 29 DB Ind. tessile e abbigliamento 13 DC Ind. conciaria - DD Ind. del legno 15 DE Ind. della carta 10 DF Ind. del petrolio 4 DG Ind. chimica 11 DH Ind. della gomma e plastica DI Ind. lav. minerali non metalliferi DJ Ind. dei metalli 73 DK Ind. meccanica DL Ind. macchine elettriche 20 DM Ind. fabbricaz. mezzi trasporto 11 DN Altre industrie 20 D Totale Industrie manifatturiere E Elettricità, gas, acqua F Costruzioni INDUSTRIA G50 Commercio e riparazione auto G51 Commercio all'ingrosso G52 Commercio al dettaglio 38 G Totale commercio H Alberghi e ristoranti I Trasporti e comunicazioni J Intermediazione finanziaria K Attività immobil. / servizi imprese L Pubblica Amministrazione 11 M Istruzione 2 N Sanità e servizi sociali O Altri servizi pubblici P Personale domestico 2 SERVIZI Non determinato (*) INDUSTRIA E SERVIZI AGRICOLTURA DIPENDENTI CONTO STATO 12 COMPLESSO GESTIONI

32 Tav. 12 INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia, gestione e anno Territorio AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI CONTO STATO Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

33 Infortuni mortali indennizzati dall'inail in Sardegna Inf Inf Inf Inf Inf INFORTUNI MORTALI DENUNCIATI PER SETTORE AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI CONTO STATO

34 Tav. 13 INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA Totale infortuni Infortuni mortali Territorio Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 14 INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI Totale infortuni Infortuni mortali Territorio Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

35 Tav. 15 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio AGRICOLTURA Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 16 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio INDUSTRIA E SERVIZI Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

36 Tav. 17 APPRENDISTI - Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI Territorio Industria Artigianato Terziario Altre attività Non determ. TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 18 STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio AGRICOLTURA Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA NOTA: dall anno 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella U.E. 36

37 Tav. 19 STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio INDUSTRIA E SERVIZI Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA NOTA: dall anno 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella U.E. Tav. 20 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo e denunciate all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA Territorio Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

38 TAV. 21 STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per Paese di nascita e territorio - INDUSTRIA, SERVIZI e AGRICOLTURA Totale infortuni Paese di nascita Cagliari Nuoro Oristano Sassari SARDEGNA Italia Germania Romania Francia Svizzera Marocco Belgio Polonia Ucraina Tunisia Gran Bretagna Paesi Bassi Albania Senegal Altri Paesi Totale Casi mortali Paese di nascita Cagliari Nuoro Oristano Sassari SARDEGNA Italia Romania 2 2 Altri Paesi Totale

39 Tav. 22 PARASUBORDINATI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio INDUSTRIA E SERVIZI Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 23 INTERINALI(*) Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno Territorio INDUSTRIA E SERVIZI Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA (*) forma contrattuale ora sostituita dalla somministrazione di lavoro (L. 30/2003) 39

40 Tav. 24 CONTATTO/AGENTE MATERIALE (Variabile ESAW/3) Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per contatto/agente materiale e gestione AGRICOLTURA Agente materiale del contatto Con elettr., temperatura, sostanze Con asfissia Cadute, urti, collisioni Con agente contundente Contatto Incastra menti Sforzi psicofisici Con esseri viventi Non codificato, non determinato TOTALE Strutture edili e superfici Dispositivi di distribuzione Motori Utensili Macchine e attrezzature Dispositivi di convogliamento Veicoli terrestri Altri veicoli Materiali Sostanze Attrezzature particolari Organismi viventi Rifiuti Fenomeni fisici Non codificato, non determinato TOTALE segue tav

41 Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per contatto/agente materiale e gestione INDUSTRIA E SERVIZI Agente materiale del contatto Con elettr., temperatura, sostanze Con asfissia Cadute, urti, collisioni Con agente contundente Contatto Incastra menti Sforzi psicofisici Con esseri viventi Non codificato, non determinato TOTALE Strutture edili e superfici Dispositivi di distribuzione Motori Utensili Macchine e attrezzature Dispositivi di convogliamento Veicoli terrestri Altri veicoli Materiali Sostanze Attrezzature particolari Organismi viventi Rifiuti Fenomeni fisici Non codificato, non determinato TOTALE

42 AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI Tav. 25 NATURA DELLA LESIONE Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per natura della lesione, tipo di conseguenza e gestione NATURA DELLA LESIONE Ferita Contusione Lussazione Frattura Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Perdita anatomica Lesione da agenti infett Lesione da altri agenti (calore, ) Corpi estranei Lesioni da sforzo (ernie, ) Altre e indeterminate TOTALE NATURA DELLA LESIONE Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Ferita Contusione Lussazione Frattura Perdita anatomica Lesione da agenti infett Lesione da altri agenti (calore, ) Corpi estranei Lesioni da sforzo (ernie, ) Altre e indeterminate TOTALE

43 AGRICOLTURA Tav SEDE DELLA LESIONE Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione SEDE DELLA LESIONE Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cranio Occhi Faccia Collo Cingolo toracico Parete toracica Organi interni Colonna vertebrale Braccio, avambraccio Gomito Polso Mano Cingolo pelvico Coscia Ginocchio Gamba Caviglia Piede Alluce Altre dita Altre e indeterminate TOTALE segue 43

44 segue tav. 26 INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti in Sardegna nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione SEDE DELLA LESIONE Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cranio Occhi Faccia Collo Cingolo toracico Parete toracica Organi interni Colonna vertebrale Braccio, avambraccio Gomito Polso Mano Cingolo pelvico Coscia Ginocchio Gamba Caviglia Piede Alluce Altre dita Altre e indeterminate TOTALE

45 Tav. 27 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza - AGRICOLTURA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 28 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 29 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza settore tariffario - INDUSTRIA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

46 Tav. 30 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza settore tariffario ARTIGIANATO TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 31 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza settore tariffario TERZIARIO TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 32 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza settore tariffario ALTRE ATTIVITA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

47 Tav. 33 Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza - dipendenti CONTO STATO TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 34 INFORTUNI STRADALI avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 35 INFORTUNI STRADALI avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

48 Tav. 36 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza - settore tariffario AGRICOLTURA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 37 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 38 STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

49 Tav. 39 STRANIERI - Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 40 PARASUBORDINATI - Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 41 INTERINALI (1)- Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA (1) forma contrattuale ora sostituita dalla somministrazione di lavoro (L. 30/2003) 49

50 Tav. 42 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nell anno 2006 e indennizzate a tutto il per provincia e tipo di conseguenza TUTTE LE GESTIONI TERRITORIO Temporanea Permanente in capitale in rendita Totale Morte TOTALE Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 43 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno TUTTE LE GESTIONI Territorio Totale infortuni Infortuni mortali Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

51 Tav. 44 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo e denunciate all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI Territorio Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA Tav. 45 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 e denunciate all INAIL per gestione e territorio Gestione Cagliari Nuoro Oristano Sassari SARDEGNA ITALIA Agricoltura Industria e Servizi Dipendenti Conto Stato TOTALE

52 Tav. 46 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo , riconosciute e indennizzate a tutto il per provincia e anno AGRICOLTURA Territorio Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

53 Tav. 47 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo , riconosciute e indennizzate a tutto il per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI Territorio Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Riconosciute di cui indennizzate Cagliari Nuoro Oristano Sassari Sardegna ITALIA

54 Tav. 48 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi in Sardegna nel 2007 e denunciate all INAIL per tipo di malattia e territorio AGRICOLTURA Malattie Professionali o Sostanze che le causano Cagliari Nuoro Sassari Oristano SARDEGNA ITALIA 01-anchilostomiasi arsenico mercurio solfuro di carbonio fosforo idrocarburi alifatici benzolo, fenoli rame acido carbammico bario, calcio, sodio stagno arilsolfoni fenossiderivati acido ftalico diazine e triazine dipiridile acido benzoico ammoniaca cianocomposti chinoni zolfo, an.solforosa amminici, ammidici malattie cutanee asma bronchiale alveoliti allergiche ipoacusia e sordita' mal.osteoarticolari Totale malattie tabellate Malattie non tabellate di cui: - affezioni dei dischi intervertebrali tendiniti ipoacusia artrosi sindrome del tunnel carpale malattie dell'apparato respiratorio altre neuropatie periferiche tumori dermatite da contatto Indeterminate IN COMPLESSO

55 Tav. 49 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi in Sardegna nel 2007 e denunciate all INAIL per tipo di malattia e territorio INDUSTRIA E SERVIZI Malattie Professionali o Sostanze che le causano Cagliari Nuoro Sassari Oristano SARDEGNA ITALIA 01-piombo mercurio fosforo arsenico cromo berillio cadmio vanadio nichel manganese bromo,cloro,fluoro acido nitrico,azoto anidride solforosa tallio antimonio osmio selenio rame stagno zinco acido carbammico solfuri di bario ozono,ozonuri acido cianidrico alcoli,glicoli ossido di carbonio cloruro di carbonile solfuro di carbonio idrocarburi alifatici idrocarburi aromatici nitrod.idrocarb.alif chinoni e derivati fenoli,tiofenoli amine alifatiche derivati alogenati cloruro di vinile chetoni e derivati eteri ed epossidi aldeidi,acidi organ asma bronchiale alveoliti allergiche malattie cutanee pneumoc.da silicati pneumoc.da calcari pneumoc.da alluminio pneumoc.e proc.fibrosanti siderosi bissinosi bronchite cronica ipoacusia e sordità segue 55

56 segue tav. 49 Malattie Professionali o Sostanze che le causano Cagliari Nuoro Sassari Oristano Sardegna ITALIA 51-radiazioni ionizzanti malat.osteoarticolari malat. da lavori subacquei catarat.da raggianti anchilostomiasi neoplasie da asbesto neoplasie polv.legno neoplasie polv.cuoio silicosi asbestosi Totale malattie tabellate Malattie non tabellate di cui: - ipoacusia tendiniti malattie dell'apparato respiratorio affezioni dei dischi intervertebrali sindrome del tunnel carpale artrosi tumori altre neuropatie periferiche Indeterminate IN COMPLESSO

57 1.7 Attività di Vigilanza L INAIL Sardegna ha in forza un numero limitato di ispettori dislocati in maniera disomogenea sul territorio regionale. Ciò determina l utilizzo delle esigue risorse per compiti prevalentemente istituzionali che di volta in volta vengono richiesti dalle Sedi: istruzione di infortuni mortali e gravi, malattie professionali, mobbing, azioni di surroga e di regresso. Peraltro, l attività preminente è quella programmata, tesa all emersione del lavoro nero e/o irregolare. Nell ambito di tale attività abbiamo concordato tramite firma di apposito Protocollo di intesa con ASL, Assessorato alla Sanità Regionale, Direzione Regionale del Lavoro ed INPS interventi di verifica sia tecnici che amministrativi nel settore edilizio. Detto progetto ha avuto un riscontro efficace e concreto nella sola provincia di Sassari dove, concordemente gli organismi hanno dato corso alle ispezioni congiunte. Nel periodo estivo si è dato corso alla consueta operazione nel settore turistico alberghiero su tutto il territorio regionale in sinergia con la DRL e INPS, che ha evidenziato una sostanziale irregolarità nei rapporti di lavoro con conseguente ricorso a regolarizzazioni spontanee e stabilizzazione degli stessi. Con apposito piano si è garantita la presenza di un Funzionario ispettivo presso la sede di Nuoro per periodi concordati col Direttore della Sede al fine di espletare tutti gli accertamenti su casi di infortuni mortali e/o gravi ed anche nell ambito di verifiche amministrative. Nel complesso le risultanze dell attività esercitata sono state le seguenti: AZIENDE ISPEZIONATE LAVORATORI IN NERO RETRIBUZIONI OMESSE PREMI EVASI ACCERTATI Totale Irregolari regolari Totale Totale Totale

58 1.8 Prevenzione in Sardegna: focus sulla Scuola e sull Informazione La Scuola come sperimentazione La scuola come luogo privilegiato in cui possono essere realizzate azioni di investimento culturale sui temi della sicurezza e salute nei luoghi di vita, studio e lavoro. Questa certezza ha costituito il motore di tutte le attività realizzate per il 2007 dalla Direzione Regionale Sardegna che, accanto ad una serie di iniziative ormai consolidate, ha voluto sperimentare forme diverse di diffusione della cultura della sicurezza tra i giovani, con l obiettivo di inserirle, successivamente, in un programma sistematico di azioni. In quest ottica, nel mese di aprile, è stato avviato un progetto pilota, dal titolo Promuoviamo la Sicurezza, articolato in cinque diversi incontri tra la scuola e il mondo del lavoro. L idea alla base del progetto è stata quella di inserire la sicurezza sul lavoro quale materia di studio che assumesse rilevanza nel curriculum scolastico, con crediti da utilizzare per la valutazione finale all esame di maturità. Il progetto pilota è stato rivolto agli alunni delle ultime classi dell istituto Tecnico G. ASPRONI, di Iglesias e si è svolto in parte a scuola e in parte in fabbrica, con un percorso sia teorico che pratico. Dopo aver eseguito a scuola un primo percorso di informazione con i loro insegnanti, i ragazzi hanno trascorso una giornata nello stabilimento dell ALCOA di Portovesme, terza azienda al mondo per la produzione di alluminio, dove si sono recati una classe per volta. Presso lo stabilimento si è svolto un percorso di informazione e formazione, preparato e curato in sinergia dall INAIL e dai tecnici della sicurezza e della formazione dell ALCOA. Terminata questa fase teorico pratica, i ragazzi, forniti dei presìdi di protezione individuale (casco, casacca, scarpe di sicurezza, occhiali, maschera e tappi per le orecchie), sono stati condotti a visitare i reparti di produzione dell azienda (fonderia, elettrolisi, ecc. ), dove, sul campo, sono stati illustrati i rischi scaturenti dalle lavorazioni, le misure di sicurezza adottate e i comportamenti che devono essere osservati in presenza di situazioni pericolose. A conclusione del progetto, si è svolto un incontro nell Aula Magna dell Istituto Asproni, nel corso del quale, alla presenza dei rappresentanti della Scuola e della dirigenza ALCOA e INAIL, e con il coinvolgimento di tutte le quinte classi, si è discusso sull esperienza fatta e si è provveduto a consegnare a ciascuno studente l attestato di partecipazione da utilizzare per i crediti scolastici. La scuola che incontra il mondo del lavoro, è l idea che ha informato anche l altro progetto, intitolato A scuola di sicurezza in cantiere: una giornata di promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro rivolta agli studenti delle quinte classi degli Istituti Tecnici. Due gli appuntamenti che hanno coinvolto imprese e scuole della Provincia di Sassari. Il primo incontro è stato organizzato nel capoluogo di Provincia e ha coinvolto gli studenti dell Istituto Tecnico per Geometri Devilla La seconda giornata si è svolta ad Arzachena e ha interessato gli studenti dell Istituto Tecnico per Geometri Deffenu di Olbia. Gli studenti hanno assistito a una speciale lezione di sicurezza che si è svolta presso il cantiere edile di un impresa di costruzioni. Al termine della sessione di lavoro, studenti e lavoratori dell impresa si sono ritrovati, a Sassari, nell Aula Magna dell Istituto Tecnico, e ad Arzachena, nell Aula Conferenze del 58

59 locale Multifunzionale dello stesso Comune, in località Cannigione, per una conferenza dibattito sul tema della prevenzione e sicurezza nei cantieri. Al progetto, supportato dalla Direzione Regionale INAIL e dal Comitato Paritetico Territoriale, Sezione costruttori edili dell Associazione degli Industriali del Nord Sardegna, hanno partecipato rappresentanti dell INAIL, della Direzione Provinciale del Lavoro, Dirigenti e Ispettori dello SPRESAL ASL n.1 di Sassari e dello SPRESAL ASL n.2 di Olbia, autorità comunali e il presidente dell ANCE Nord Sardegna. Informazione Per l anno 2007 la Direzione Regionale Sardegna ha scelto di puntare su un intensa attività di informazione realizzata attraverso l organizzazione, in prima persona, e la partecipazione a convegni e seminari sul tema della sicurezza sul lavoro, nella consapevolezza che questi incontri rappresentano un importante occasione di confronto in cui scambiare conoscenze ed esprimere proposte operative. In quest ottica, pertanto, la Direzione Regionale ha collaborato con l INPS e il Ministero del Lavoro alla realizzazione di un convegno, suddiviso in tre giornate, promosso dalla Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza della Provincia di Cagliari, in partnership con il Comitato Paritetico della Provincia di Cagliari e con l Ente Scuola Edile di Cagliari, dal titolo Costruire in Sicurezza: un impresa possibile. Nel corso di ognuno di questi incontri di approfondimento, sono stati affrontati vari aspetti inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro, con una particolare attenzione al dato normativo e alle esperienze già acquisite in materia. La terza giornata, è stata interamente dedicata a: Il ruolo dell'inail nell'ambito della sicurezza. I Funzionari e i Professionisti della Direzione Regionale hanno esposto la situazione regionale degli infortuni e delle malattie professionali nei cantieri edili, confrontata con il dato nazionale, sottolineando l impegno dell Inail in questo settore e affrontando, in particolare, il tema dell analisi degli infortuni mortali e gravi quale strumento di prevenzione. La realtà regionale, caratterizzata da una situazione molto variegata, è stata esaminata con attenzione anche in occasione del convegno, tenutosi a Cagliari, organizzato dall INAIL, in collaborazione con l INPS, L Università degli Studi di Cagliari e la Regione Autonoma della Sardegna, dal titolo: Amianto: esperienze maturate nell applicazione delle norme di prevenzione, di bonifica dei siti e nel riconoscimento dei benefici previdenziali. Nel corso del convegno sono stati esaminati gli aspetti tecnico-giuridici della legislazione prevenzionale e previdenziale in tema di utilizzo e dismissione dell amianto, con l obiettivo di fare il punto sugli aspetti problematici, interpretativi e applicativi, e di fornire strumenti utili per le indagini tecniche sulle esposizioni. La presenza dell INAIL è stata assicurata, inoltre, alla conferenza tenutasi a Olbia, organizzata dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Sassari, dal titolo Legalità e Sicurezza sul lavoro, incentrata sul contrasto al lavoro nero e sulla promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro quali obiettivi che richiedono, per la loro realizzazione, misure urgenti, come disposto dall art. 36-bis della Legge 248/06, il quale, è stato sottolineato, ha valenza per ogni luogo di lavoro, al di là dell espresso richiamo al settore edile. 59

60 1.9 Attività nelle sedi territoriali - presa in carico degli infortunati e tecnopatici Nell ambito dell attività di servizio sociale professionale, svolta dal processo reinserimento sociale e lavorativo durante l anno 2007, l attenzione principale è stata rivolta al consolidamento delle attività nelle Sedi, ormai tutte dotate di assistenti sociali. Attraverso l attività ordinaria, si garantisce la formale presa in carico dei casi di infortunio e M.P., con l intervento del funzionario socio educativo (denominazione contrattuale degli assistenti sociali INAIL), titolare dell attività di servizio sociale professionale, volta all instaurazione della relazione professionale d aiuto per il sostegno al superamento del disagio relativo all infortunio/m.p. Tale presa in carico è preliminare allo studio e definizione di progetti personalizzati, nei quali vengono utilizzati diversi strumenti d intervento, volti al perseguimento dell obiettivo principale, il reinserimento sociale della persona infortunata/tecnopatica: presa in carico del servizio sociale professionale ed instaurazione della specifica relazione d aiuto; presa in carico dell èquipe multidisciplinare di I livello, operante presso ogni Sede provinciale, per la messa a punto e la realizzazione del progetto riabilitativo personalizzato, ai sensi della circ. INAIL 30/2007 e del D.Lgs 38/2000 art. 24; erogazione delle prestazioni previdenziali, a norma del T.U. 1164/1965. Tutto ciò coerentemente con l evoluzione della tutela assicurativa prevista dalle recenti norme, nel senso di un azione globale volta al reinserimento degli infortunati e tecnopatici nel tessuto sociale, ad ogni livello (familiare, lavorativo, sociale). All interno dell attività INAIL, tra gli strumenti e gli interventi messi a disposizione della persona, particolare rilievo riveste la riabilitazione funzionale e la promozione dell autonomia personale dei disabili da lavoro, concretamente esplicata attraverso: la protesizzazione e fornitura di ausili specifici per il superamento dell handicap fisico. In particolare il Centro Protesi Inail fornisce protesi di vario tipo e ausili particolari, anche in collaborazione con aziende leader del settore; le forniture riguardano soprattutto le protesi, normali e mioelettriche, e gli ausili particolari, i macchinari per la riabilitazione funzionale e il mantenimento della massima efficienza psicofisica possibile, nonché le tecnologie, informatiche e non, per l integrazione delle funzioni lese o mancanti, i servizi per il sostegno psicologico e sociale del disabile; il centro di riabilitazione motoria di Volterra offre percorsi riabilitativi in regime di ricovero o dayhospital; la messa a disposizione di tecnologie per la comunicazione e l integrazione sociale (PC e tecnologie informatiche per l handicap); l attività di consulenza alla progettazione e successiva erogazione di contributi economici, per la realizzazione di progetti di abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento dell abitazione alle esigenze di accessibilità, mobilità, fruibilità, degli assistiti; l erogazione di contributi per l adattamento degli autoveicoli alle esigenze di guida e di trasporto dei disabili; l attività di consulenza e sostegno per l avviamento allo sport, in collaborazione col CIP, Comitato Regionale Paralimpico, e attraverso la fornitura di attrezzatura sportiva (di seguito si trova una testimonianza relativa alla funzione dello sport nel percorso di integrazione sociale). 60

61 L attività di sostegno e consulenza nella scelta delle diverse soluzioni per il conseguimento dell autonomia personale e, quindi, dell integrazione sociale, è uno degli strumenti che vengono utilizzati nel percorso d aiuto proprio del servizio sociale professionale INAIL, all interno della presa in carico da parte dell èquipe multidisciplinare, che garantisce l approccio globale alle problematiche degli assistiti, con una triplice ottica, medica, sociale e amministrativa, e la scelta di soluzioni personalizzate al problema disabilità. In particolare il servizio sociale garantisce anche il sostegno all intero sistema utentefamiglia-comunità, portando lo studio del problema disabilità nel più ampio contesto dell inclusione sociale della persona disabile: le diverse problematiche individuali e familiari susseguenti al trauma dell infortunio/malattia sono affrontate con competenza professionale, attraverso lo stimolo dell iniziativa personale/familiare; le soluzioni ai problemi si sviluppano nell ottica della piena reintegrazione della persona nel tessuto familiare e sociale, con la ripresa/ristrutturazione del proprio ruolo sociale, della propria capacità decisionale e di azione, all interno di tutti i contesti di vita in cui l individuo si esprime. I progetti individualizzati rispondono all obiettivo ultimo del reinserimento sociale, attraverso il perseguimento di tappe intermedie, progressive, avvalendosi di tutti gli strumenti offerti dall INAIL e dal sistema-servizi del territorio. Il servizio sociale professionale offre il proprio contributo professionale come punto di snodo tra le diverse possibilità di risposta al problema offerte dai vari attori presenti nel processo d aiuto (risorse professionali, servizi e prestazioni INAIL e del territorio, risorse dell infortunato/famiglia). Attraverso le diverse professionalità presenti nelle equipe INAIL territoriali, inoltre, si garantisce la migliore risposta alle diverse esigenze degli assistiti, soprattutto in materia di ricerca di soluzioni ottimali e di sistematizzazione efficace del progetto riabilitativo personalizzato. L INAIL offre poi il servizio sociale professionale anche a quei nuclei familiari colpiti da infortuni mortali, nei quali i servizi e le prestazioni previdenziali devono essere integrati da interventi di sostegno mirato all elaborazione del lutto e delle conseguenze dirette di tale evento nel sistema-famiglia. Attività regionale - sviluppo di progetti territoriali per la promozione dell integrazione sociale e lavorativa - Inserimento lavorativo ai sensi dell art. 24 d.lgs 38/2000 A livello Regionale, anche durante l anno 2007, sono state portate avanti le iniziative di promozione della rete territoriale dei servizi per la disabilità finalizzate, soprattutto, a creare sinergie per la realizzazione di progetti di reinserimento lavorativo. Oggetto delle iniziative sono state, in particolare, le Province, titolari delle attività di reinserimento lavorativo dei disabili, e presso le quali, con legge regionale 20 dicembre 2005, n. 20, sono stati istituiti (operativi dalla metà circa dell anno 2007) i Centri Servizi per il Lavoro, omologhi dei Centri per l Impiego, partner Istituzionali indispensabili per INAIL ai fini dell attività in questione. L anno 2007 ha visto la prosecuzione di tutti i contatti già in atto e l avvio di nuovi, che hanno portato alla stipula di protocolli d intesa, con quasi tutte le province sarde, nel corso dell anno. L INAIL è stato prontamente coinvolto dalle amministrazioni provinciali, e sono in fase di elaborazione anche i protocolli con le province di nuova costituzione: Olbia- Tempio, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano. 61

62 Allo stato sono attivi protocolli con le seguenti province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Ogliastra. Il protocollo, stipulato sulla base dello schema tipo realizzato a livello Centrale, viene stipulato con l intento di realizzare modelli operativi che portino alla progettazione di percorsi di reinserimento e/o autoimpresa, realizzati in sinergia con i servizi per l impiego, cercando di accompagnare l assistito fino al compimento del reinserimento in azienda, oppure al decollo dell impresa, nel caso di iniziative di questo tipo. L apporto dei servizi per l impiego è fondamentale per garantire la linearità e l efficacia degli interventi del progetto - soprattutto per la parte dell inserimento in azienda - e il raggiungimento dell obiettivo finale. Progetto reinserimento sociale attraverso la pratica sportiva in collaborazione col comitato paralimpico nazionale e regionale. Nel mese di maggio 2006, è stata firmata, a cura della Direzione Centrale Riabilitazione e Protesi, la convenzione-quadro nazionale per il reinserimento sociale degli assistiti INAIL, attraverso la pratica delle discipline sportive più confacenti alla particolare disabilità delle persone interessate. Con tale convenzione le Direzioni Regionali hanno avuto a disposizione uno strumento in più per programmare interventi mirati al reinserimento sociale, con la collaborazione dei Comitati Paralimpici Regionali. Durante l anno 2007 si è testata l efficacia della convenzione, che è risultata ancora scarsa per la promozione di questo strumento come intervento incisivo ai fini della riabilitazione e della partecipazione sociale. I maggiori limiti risiedevano nella modesta entità dei servizi previsti (il tesseramento gratuito al CIP e la consulenza per l avviamento alla pratica sportiva); le necessità concrete degli assistiti erano quelle di poter frequentare corsi sportivi almeno annuali, e di poter prendere parte alle gare nazionali, e in qualche caso, internazionali. Poiché la convenzione nazionale non consentiva tali iniziative, ma prevedeva l intervento aggiuntivo delle Direzioni Regionali che potevano decidere per ulteriori interventi, si è stabilito di consentire dei rimborsi spese agli assistiti per la partecipazione alle gare. Le sedi provinciali hanno, quindi, concesso dei contributi economici a quegli assistiti che hanno partecipato a gare agonistiche nella disciplina praticata. Di seguito si può leggere una testimonianza relativa al ruolo dello sport nel percorso di integrazione della persona disabile, che conferma la valenza positiva e l efficacia degli interventi in questo settore. Recentemente, la convenzione nazionale è stata rinnovata, con la previsione di interventi più ampi a favore dell utenza: la possibilità di frequentare un anno di corso gratuito, oltre al tesseramento ed alla consulenza tecnica, già previsti nella precedente convenzione. Nel tempo, l applicazione della convenzione verrà monitorata dalla Direzione Centrale per verificarne l andamento, la rispondenza, a livello locale, alle reali e concrete esigenze dell utenza, per lo studio di soluzioni migliorative dei contenuti e delle modalità di applicazione. Progetto diffusione dell informazione sull attività di servizio sociale professionale Per rendere visibile, sia all utente interno che esterno, l attività del servizio sociale INAIL è stato messo a punto, nell anno 2006, un documento divulgativo - disponibile sul sito intranet aziendale, su quello internet regionale, e sul sito dell ordine professionale degli 62

63 assistenti sociali della Sardegna - contenente le informazioni circa l organizzazione e l attività svolta dal processo reinserimento sociale e lavorativo. In tal modo si è voluta ampliare la visibilità esterna sul territorio, e la promozione dell attività Inail, all interno della rete dei servizi per la disabilità. Tale documento è stato aggiornato con le novità relative alla normativa interna di interesse durante l anno Inoltre, nella specifica sezione dedicata al servizio sociale, presente nella intranet aziendale e regionale, si dà comunicazione degli eventi di interesse riguardanti il settore e gli assistiti, in merito ai diversi progetti ed alle attività svolte. Un progetto specifico, relativo alla divulgazione delle attività svolte dall Inail, in particolare nel settore del collocamento mirato, finalizzato al pieno coinvolgimento degli altri soggetti (Istituzionali e del terzo settore) ha previsto la realizzazione di un convegno dal titolo Il ruolo dell Inail nel reinserimento sociale e lavorativo dei disabili da lavoro nel dicembre Sulla base di quanto illustrato, il bilancio dell attività svolta nell anno 2007 dal servizio sociale professionale, non può che essere positivo. Si sono registrati risultati nella realizzazione della rete territoriale dei servizi per la disabilità, in particolare per l aspetto dei progetti di reinserimento lavorativo, attraverso la stipula di numerosi protocolli con le province. Sul fronte dell integrazione sociale risultati visibili, in termini di qualità nell erogazione del servizio sociale professionale, vengono garantiti dalla ottimale copertura del servizio sul territorio, che innesca un processo di pianificazione più mirata per progetti e obiettivi specifici, realizzata dal gruppo professionale di servizio sociale, coordinato dalla Direzione Regionale: le iniziative nel settore dell attività sportiva ne sono un esempio. La tutela delle persone, così come i risultati positivi dell attività d aiuto, sono espressi dall attività stessa, oltre che dai diversi interventi prodotti. Questo perché nella cura delle persone, di quelle disabili, o diversamente abili, in particolare, rileva, nella soluzione dei diversi problemi posti, soprattutto la capacità di inquadrare e correttamente valutare, attraverso l ascolto professionale, tali problemi; nell avvio e realizzazione delle soluzioni, poi, diventa senza dubbio fondamentale il perseguimento ed il raggiungimento dell obiettivo della piena integrazione sociale, che, comunque, anche se non immediato, si qualifica per il fatto stesso di essere tenacemente perseguito, a piccoli passi. La persona, nell essere sostenuta e incoraggiata a perseguirlo, sperimenta il sostegno, e l apporto professionale a detto sostegno, che l Inail offre con i suoi diversi servizi e prestazioni, ed in particolare col servizio sociale, storicamente garantito dall Istituto. Certamente, molto resta ancora da fare, considerato che la strada verso la piena inclusione delle persone disabili nella società, la strada della piena partecipazione e dell esercizio della cittadinanza, espresso con la propria peculiare specificità, è senza dubbio, ancora lunga. Ma su questo fronte l Inail si muove con azioni sinergiche, su più fronti, promuovendo un modello di intervento basato sul sostegno e sulla promozione delle persone disabili, da un lato, e sull informazione e la sensibilizzazione della comunità sociale, dall altro. 63

64 64

65 65

66 Bruno Nonne durante una delle premiazioni 66

67 1.11 Indice delle tavole Tav. 1 SARDEGNA Dati 2007 popolazione e occupazione Tav. 1/bis Tav. 1/ter SARDEGNA Dati 2006 a confronto su popolazione e occupazione SARDEGNA Dati 2005 a confronto su popolazione e occupazione Tav. 2 Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni Tav. 2/a Numero Aziende per settore attività e territorio INAIL. Anni Tav. 3 Tav. 4 Tav. 5 Tav. 6 Tav. 7 Tav. 8 Tav. 9 Tav. 10 Tav. 11 Tav. 12 Tav. 13 Tav. 14 Tav. 15 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo , denunciati all INAIL e indennizzati a tutto il per anno, gestione e tipo di conseguenza Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo , denunciati all INAIL e indennizzati a tutto il per anno, settore tariffario e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo , denunciati all INAIL e indennizzati a tutto il per settore di attività economica, anno e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per gestione, settore di attività economica e territorio Infortuni denunciati all INAIL dal 2004 al 2007, distinti per gestione Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia, gestione e anno Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI INFORTUNI MORTALI avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per gestione, settore di attività economica e territorio INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia, gestione e anno INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA 67

68 Tav. 16 Tav. 17 Tav. 18 Tav. 19 Tav. 20 Tav. 21 Tav. 22 Tav. 23 Tav. 24 Tav. 25 Tav. 26 Tav. 27 Tav. 28 Tav. 29 Tav. 30 Tav. 31 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI APPRENDISTI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per provincia e settore tariffario INDUSTRIA E SERVIZI STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo e denunciate all INAIL per provincia e anno AGRICOLTURA STRANIERI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all INAIL per Paese di nascita e territorio INDUSTRIA, SERVIZI e AGRICOLTURA PARASUBORDINATI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI INTERINALI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per contatto/agente materiale e gestione AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per natura della lesione, tipo di conseguenza e gestione AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza ARTIGIANATO Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza TERZIARIO 68

69 Tav. 32 Tav. 33 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza ALTRE ATTIVITA Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza dipendenti CONTO STATO Tav. 34 INFORTUNI STRADALI avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA Tav. 35 INFORTUNI STRADALI avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI Tav. 36 Tav. 37 Tav. 38 Tav. 39 Tav. 40 Tav. 41 Tav. 42 Tav. 43 Tav. 44 Tav. 45 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI STRANIERI infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza AGRICOLTURA STRANIERI infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI PARASUBORDINATI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI INTERINALI Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza INDUSTRIA E SERVIZI MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nell anno 2006 e indennizzati a tutto il per provincia e tipo di conseguenza TUTTE LE GESTIONI Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo e denunciati all INAIL per provincia e anno TUTTE LE GESTIONI MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo e denunciate all INAIL per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 e denunciate all INAIL per gestione e territorio Tav. 46 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo , riconosciute e indennizzate a tutto il per provincia e anno AGRICOLTURA 69

70 Tav. 47 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo , riconosciute e indennizzate a tutto il per provincia e anno INDUSTRIA E SERVIZI Tav. 48 Tav. 49 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 e denunciate all INAIL per tipo di malattia e territorio AGRICOLTURA MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 e denunciate all INAIL per tipo di malattia e territorio INDUSTRIA E SERVIZI 70

71 Seconda Parte Le monografie

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73 2.1 Brevi cenni sulle novità in materia di sicurezza Premessa L intervento di cui alla legge n. 123/2007 appare permeato da due anime: l una sottesa alla prima delle 12 norme di cui è composta la legge, che contiene la delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia, e l altra, che è dietro le restanti 11 norme, contenente invece immediate prescrizioni operative. Questa indubbia stranezza è almeno in parte giustificata per un verso dai vani sforzi profusi negli ultimi anni per elaborare un codice compiuto, e per altro verso dai pesanti dati statistici sugli infortuni, specie mortali, sul lavoro: è così maturata la convinzione della necessità di perseverare nel complicato percorso verso il testo unico contestualmente prescrivendo, però, correttivi immediati. E, a ben vedere, le ragioni che hanno condotto all intervento legislativo consistono essenzialmente in una cronica debolezza del nostro sistema di prevenzione Le principali ragioni di ineffettività della tutela I principali punti critici del sistema sono i seguenti: a) la definizione e ripartizione dei compiti fra i vari organismi deputati all attività di vigilanza (in primo luogo, ASL e Direzioni provinciali del lavoro) ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti. Ciò ha indotto nelle imprese, specie nei territori (mezzogiorno) e nei settori (edilizia) più a rischio, una sostanziale aspettativa di impunità. b) Logicamente ed immediatamente connesso è il sistema sanzionatorio, Le critiche concernono la struttura stessa delle sanzioni, e comunque la loro scarsa presenza, che sembra minare proprio la prospettiva di una tutela preventiva e perciò una più decisa valorizzazione dell azione amministrativa, che avrebbe dovuto coadiuvare l azione penale. c) Altro fattore, ancorché indiretto, di ineffettività del sistema è rappresentato dai costi che l adeguamento degli ambienti comporta per le imprese, o che le imprese avvertono come tali (c.d. costi improduttivi). Manca, infatti, una cultura della prevenzione, e la consapevolezza che anche la qualità in termini di sicurezza costituisce un fattore di maggiore competitività in un mercato sempre più allargato ed esigente. d) Infine, i mutamenti del mercato del lavoro, con il progressivo incremento dei lavori flessibili o atipici, hanno prodotto un automatico e prevedibile incremento dell esposizione ai rischi. Il medesimo effetto, cioè, ovviamente prodotto dal lavoro nero. I corrispondenti snodi dell intervento legislativo I nodi problematici appena sintetizzati hanno dunque ulteriormente rafforzato l esigenza di nuovi interventi legislativi, a partire proprio da un generale riordino del sistema. In questa sede ne è possibile un esame soltanto generale. Cominciando dalla delega al governo (art. 1), può constatarsi che il legislatore delegante ha optato per un intervento pesante, affidando al governo non soltanto il riassetto ma anche la riforma della normativa in materia. Ciò è tanto vero che il legislatore delegante specifica ben venti criteri di delega, secondo una linea generale che tiene conto della competenza legislativa concorrente delle Regioni, da attuarsi peraltro attraverso una linea di uniformità nazionale che passi attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. 73

74 Viene poi istituito un nesso fra cultura e costi della prevenzione, nel senso che il governo è chiamato a promuovere la prima anche attraverso specifici percorsi scolastici ed universitari, agevolando però il contenimento, per le imprese, dei secondi, attraverso sostegni finanziari diretti agli investimenti in sicurezza delle piccole e medie imprese. Sul punto si tornerà, brevemente, in seguito. Dovrà essere favorita anche una migliore prevenzione soggettiva, attraverso l incentivazione della formazione dei singoli lavoratori, che sarà premiata per un biennio, ed a titolo sperimentale, con il riconoscimento di un credito d imposta ai datori di lavoro. Il delegante, quindi, invita il governo alla razionalizzazione e coordinamento delle strutture centrali e territoriali di vigilanza, per evitare sovrapposizioni, duplicazioni e carenze negli interventi. Si va dal rafforzamento dei Comitati regionali di coordinamento all integrazione delle banche dati informative, allo stanziamento di specifiche risorse finanziarie, all attribuzione del potere di diffida anche al personale ispettivo degli enti previdenziali, all assunzione di nuovi ispettori del lavoro, alla promozione dell azione di regresso dell INAIL. Al controllo pubblico il delegante desidera sia affiancato quello privato. In questo senso si spiegano, anzitutto, il rafforzamento del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale e l introduzione della nuova figura dl rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sito produttivo. Si giustificano, anche, il potenziamento delle funzioni degli organismi paritetici, la valorizzazione della contrattazione collettiva ai vari livelli. Il meccanismo sanzionatorio viene inasprito. Viene prevista la sospensione dell attività in caso di gravi e reiterate violazioni della disciplina in tema di sicurezza. In tema di appalti costituente tradizionalmente grave fonte di rischi, come in ogni ipotesi di disarticolazione dei contesti produttivi e di decentramento il legislatore delegante chiama il governo ad una profonda revisione, che tenga conto, attraverso l indicazione dei relativi costi, della sicurezza quale criterio necessario al fine di partecipare alle gare e per ottenere finanziamenti negli appalti e subappalti pubblici senza possibilità di giocare al ribasso sulla prevenzione, e che rafforzi la responsabilità solidale fra committente ed appaltatore. Infine, in materia di lavoro nero, esso viene sanzionato con la sospensione di attività, mentre al personale occupato da imprese appaltatrici o subappaltatrici viene imposto l obbligo della tessera di riconoscimento. Il decreto delegato Il legislatore delegato è chiamato al non facile compito del riassetto della normativa preesistente, corposa e di ottima qualità. A questo compito provvede, fra l altro, con abrogazioni tacite ed espresse. Riguardo a queste ultime, vale la pena di evidenziare che dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo sono abrogati: a) il decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, il decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956 n. 164, il decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, il decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, il decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 493, il decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 187; b) l'articolo 36 bis, commi 1 e 2 del decreto legge 4 luglio 2006 n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 5 agosto 2006 n. 248; c) gli articoli: 2, 3, 5, 6 e 7 della legge 3 agosto 2007, n. 123; 74

75 d) ogni altra disposizione legislativa e regolamentare nella materia disciplinata dal decreto legislativo medesimo incompatibili con lo stesso. Il nuovo Testo Unico si contraddistingue particolarmente per il cospicuo lavoro di sfoltimento delle violazioni meramente burocratiche, a favore di un diverso approccio complessivo più di tipo sostanziale che formale. La diretta conseguenza di questo lavoro è la riduzione da circa a 600 violazioni sanzionate. Sotto il profilo quantitativo, dunque, lo sforzo del legislatore non può che essere apprezzabile; lo è un po meno, però, sotto quello qualitativo. Il nuovo impianto sanzionatorio, seppur notevolmente sfoltito, appare complessivamente troppo sbilanciato sul versante punitivo e non adeguatamente calibrato su quello della prevenzione. Basti considerare, per esempio, che l art. 55 prevede la sanzione da quattro a otto mesi o l ammenda da 5.000,00 a ,00 per il datore di lavoro che ometta di effettuare la valutazione dei rischi o la redazione del relativo documento, o addirittura nel caso rediga semplicemente un documento incompleto; porta alla medesima sanzione anche l omessa nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Diversamente, è da accogliere con favore la migliore organizzazione generale del testo, in cui alla fine di ogni singolo titolo vengono trattate le relative sanzioni. Un altro problema è dato dalle dimensioni del provvedimento: l articolato legislativo consta di ben 306 articoli, suddivisi in tredici titoli, e con oltre cinquanta allegati. Il documento che emerge è davvero mastodontico sia per quantità che per qualità, anche se a parziale discolpa del legislatore bisogna tenere conto che la riforma ridisegna la materia della salute e sicurezza sul lavoro le cui regole, fino a oggi, erano contenute in una lunga serie di disposizioni succedutesi nell arco di quasi sessanta anni, tra le quali hanno trovato spazio il D.Lgs. 626/1994 e tantissime altre norme riferite ad ambiti specifici quali i cantieri, il rischio vibrazioni, la segnaletica di sicurezza, l uso di agenti chimici ecc. In definitiva, si poteva fare molto di più sotto gli aspetti della semplificazione e della prevenzione, soprattutto in considerazione del fatto che la complessità non è mai di aiuto alla puntuale applicazione della legge, e la minaccia di sanzioni maggiori spesso non è sinonimo di rispetto delle regole. A parte l aspetto sanzionatorio, le novità contenute nel nuovo Testo Unico appaiono con particolare evidenza. Sono tra le più significative; l ampliamento del novero dei soggetti protetti, ora riferito a tutti i lavoratori che operano nell ambiente di lavoro (cosiddetto principio di effettività della tutela, che implica la protezione di tutti coloro che, a qualunque titolo, operano in azienda), ivi compresi i lavoratori autonomi, anche senza un preciso diritto alla retribuzione; restano fuori da tale ambito solo gli addetti ai servizi domestici e familiari; il rafforzamento delle prerogative delle rappresentanze in azienda, in particolare di quelle dei rappresentanti dei lavoratori territoriali (destinati a operare, su base territoriale o di comparto, ove non vi siano rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in azienda), e la creazione di un rappresentante di sito produttivo, presente in realtà particolarmente complesse e pericolose (per esempio, nell ambito portuale); la rivisitazione e il coordinamento delle attività di vigilanza, in un ottica di ottimizzazione delle risorse, eliminazione delle sovrapposizioni e miglioramento dell efficienza degli interventi; il libretto sul rischio sanitario che seguirà il lavoratore in tutto il suo percorso professionale. Merita rilievo anche il finanziamento delle azioni promozionali private e pubbliche, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, tra le quali l inserimento, nei programmi scolastici e universitari, della materia della salute e sicurezza sul lavoro. A questo proposito, però, il Ministro del lavoro ha recentemente affermato che in cassa sono 75

76 presenti soltanto 50 milioni di, che dovrebbero bastare per i progetti delle imprese piccole e medie, ma anche per tutte le attività in materia di sicurezza che verranno promosse negli istituti scolastici, universitari e di formazione professionale. Questa scarsa entità del finanziamento appare evidentemente contrastare con lo spirito delle buone prassi indicate dal testo unico. La prima novità riguarda la chiarezza, posto che il contenuto della formazione dovrà essere facilmente comprensibile per tutti i lavoratori, anche immigrati. Gli imprenditori, anche se autonomi, dovranno tutti frequentare un percorso di almeno 36 ore. I RLPS dovranno poi frequentare almeno 32 ore di corso, alle quali dovranno aggiungere altre 12 sui rischi specifici presenti in azienda. Significative risultano essere le ampliate responsabilità attribuite al lavoratore, in parte peraltro mutuate dalla legge 123/2007. Il lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni od omissioni. Per questo il lavoratore deve essere adeguatamente formato e ricevere tutte le istruzioni e i mezzi necessari dal proprio datore di lavoro, prima di essere adibito a un rischio specifico. In sostanza, i lavoratori devono essere degli attenti collaboratori del datore in fatto di sicurezza e assumere un comportamento diligente e collaborativo in ogni fase organizzativa. In particolare il Testo Unico prevede per essi i seguenti obblighi: contribuire all adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva e individuale (in particolare, indossare i dispositivi di protezione individuale che in mancanza, oltre a cagionargli un possibile danno, possono causargli un azione disciplinare che porti, nei casi più gravi o in caso di recidività, anche al licenziamento); utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e infine i dispositivi di sicurezza; utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di protezione, nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente; non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal Testo Unico o comunque disposti dal medico competente. Riprendendo, come accennato, una previsione già contenuta nella legge 123/2007, il Testo Unico ribadisce l obbligo di esporre apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, per i lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto. Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nel medesimo luogo di lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto. Ma non solo. Il committente dei lavori è tenuto a verificare tutta una serie di requisiti di 76

77 regolarità delle imprese o dei lavoratori autonomi appaltatrici; in particolare è obbligato a verificare la loro idoneità tecnico-professionale, attraverso l acquisizione del certificato di iscrizione alla camera di commercio, e a fornire agli stessi dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell ambiente in cui sono destinati a operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. La cooperazione tra i soggetti coinvolti obbliga tutti a elaborare un unico documento di valutazione dei rischi, che sarà allegato al contratto di appalto o di opera. Questo passaggio è piuttosto delicato, in quanto non bisogna dimenticare che sussiste in questi casi la responsabilità solidale dell imprenditore committente con l appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per tutti i danni subiti dal lavoratore non indennizzati dell INAIL; tutto ciò aggrava la responsabilità solidale già prevista in materia di appalto di servizi, sul mancato pagamento delle retribuzioni e dei contributi previdenziali e assicurativi ai lavoratori. I lavoratori autonomi, peraltro, così come i componenti dell impresa familiare (di cui all art. 230-bis, cod. civ.), i piccoli imprenditori e i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo sono chiamati agli stessi adempimenti previsti per i dipendenti: devono utilizzare le attrezzature di lavoro in modo corretto e conformemente alle istruzioni fornite dai rispettivi produttori, e munirsi di dispositivi di protezione individuale. 77

78 2.2 Prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro Premessa Tra la Direzione Regionale dell INAIL e il Dipartimento di Sanità Pubblica dell Università di Cagliari è stata stipulata una convenzione per la realizzazione di un progetto di ricerca intitolato Prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro. Il progetto, di cui era responsabile il Prof. Pierluigi Cocco, Professore associato presso il Dipartimento, perseguiva i seguenti scopi: A. la analisi del rischio infortunistico nei vari settori attività economica della Sardegna in rapporto a fattori di rischio individuali (quali età, fumo, consumo di alcool) e legati all organizzazione del lavoro (quali posture incongrue, fattori impiantistici compresi difetti di manutenzione -, inadeguatezza del rispetto delle norme di prevenzione, fattori psicosociali, orari prolungati, lavoro a turni); B. efficacia dell introduzione della sorveglianza sanitaria ed ambientale introdotta con la legge 626/94 ai fini preventivi; C. studio analitico del fenomeno infortunistico in due aziende della provincia di Cagliari, caratterizzate da una forte differenza tra i rispettivi tassi d infortunio sul lavoro. 1. Cause degli infortuni sul lavoro Gli infortuni sul lavoro riconoscono due ordini di determinanti causali: quelli di natura oggettiva e quelli soggettivi. I determinanti oggettivi si riferiscono ad agenti fisici, quali l energia meccanica delle macchine ed attrezzature utilizzate per le diverse lavorazioni, temperature elevate, l elettricità e le radiazioni ionizzanti, e ad agenti chimici presenti a concentrazioni improvvisamente molto elevate, quali ad esempio il cloro, o improvvisamente assenti, come ad esempio l ossigeno. I determinanti soggettivi sono invece imputabili all'uomo e comprendono aspetti culturali, quali formazione ed informazione, atteggiamento personale, e capacità sensoriali. Il più delle volte, tuttavia, gli eventi infortunistici riconoscono una complessa trama di condizioni associate con i materiali e le macchine utilizzate durante il lavoro, l ambiente di lavoro ed il lavoratore stesso. Tali condizioni comprendono i fattori di rischio fisici presenti nel posto di lavoro, le caratteristiche di funzionamento ed i sistemi di sicurezza delle macchine, la definizione e la messa in pratica delle istruzioni per l esecuzione delle lavorazioni, l organizzazione del lavoro, la progettazione dell ambiente di lavoro, il valore della sicurezza nella cultura dell imprenditore, la disponibilità e l effettivo utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, le caratteristiche socio-demografiche dei lavoratori, la loro esperienza ed il loro livello culturale (Castillo DN, et al. 2000). Il maggior grado di responsabilità nel garantire le condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro ricade sulla parte imprenditoriale, che deve identificare i potenziali fattori di rischio e mettere in opera le necessarie misure per il loro contenimento, compresi i controlli ambientali e la definizione di procedure di esecuzione del lavoro atte a garantire la sicurezza degli operatori. I lavoratori, a loro volta, hanno la responsabilità di seguire meticolosamente le procedure stabilite e di riferire al datore di lavoro le condizioni lavorative a rischio (Castillo DN, et al. 2000). Gli infortuni sul lavoro non sono eventi casuali, nel senso che tendono a concentrarsi in specifici ambienti di lavoro ed in specifiche mansioni. Di conseguenza, è possibile, attraverso la rilevazione epidemiologica del fenomeno infortunistico in ambiente lavorativo, identificare gli ambienti di lavoro e le 78

79 mansioni a rischio e le condizioni che favoriscono l accadimento degli eventi infortunistici, prevederli ed agire con misure preventive prima che si verifichino. E necessaria la massima attenzione sia nei confronti degli infortuni mortali, che di quelli non fatali: i primi, per le loro conseguenze devastanti per le famiglie, le comunità e gli ambienti di lavoro; i secondi per il loro volume, e l enorme costo complessivo per i lavoratori, le famiglie, gli imprenditori, e la società in generale. 2. Abuso alcolico e di sostanze psicoattive e fenomeno infortunistico L'alcool e le sostanze psicoattive possono essere collocati tra i fattori soggettivi di infortuni sul lavoro, in quando minano l'integrità psicofisica ed alterano i tempi di reazione, particolarmente in situazioni di emergenza, allorché questi possono diventare determinanti nel prevenire o ridurre conseguenze anche estreme. Secondo stime dell'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l abuso di bevande alcoliche sarebbe responsabile del 9,6% delle patologie incidenti nella popolazione Europea, e di un numero di decessi annuo compreso tra e , il 30% dei quali sarebbe in relazione ad incidenti stradali ed il 10% ad infortuni sul lavoro (Mangili, 2004). Secondo il rapporto annuale INAIL del 2002, in quell anno si verificarono infortuni sul lavoro di cui mortali. Pertanto, ogni anno, il prezzo pagato dall abuso di alcool negli ambienti di lavoro ammonterebbe a circa infortuni, di cui circa 140 mortali. In uno studio sulla prevalenza del consumo di bevande alcoliche in 433 lavoratori, pervenuti all'ospedale di Conegliano Veneto (TV) a seguito di infortunio sul lavoro, e sottoposti alla valutazione indiretta dell'alcolemia, il 36,8% presentava positività per la presenza di alcool nel sangue (Patussi et al., 1994). Risultati analoghi sono stati ottenuti in una azienda sanitaria locale dell Italia del Nord: in un campione di 35 aziende con oltre 50 dipendenti, un lavoratore su dieci dichiarava di assumere giornalmente alcool sul posto di lavoro. Il 30% degli infortuni sul lavoro annuali in queste aziende sarebbero attribuibili all abuso di alcool ( Secondo alcune stime, inoltre, lo 0,6% della popolazione italiana di età compresa tra 15 e 64 anni farebbe uso di eroina ( Secondo una indagine, condotta dal settembre 1998 al marzo 2001 dal dipartimento di Epidemiologia della Asl di Reggio-Emilia in 12 mila pazienti in terapia sostitutive presso 200 SERT di 13 regioni Italiane, il 32% risultava occupato stabilmente, il 32% occasionalmente, mentre il 35% risultava disoccupato ( Anche l uso di sostanze psicoattive a scopo ricreativo riduce l integrità psicofisica, con conseguente alterazione dei tempi di reazione e riduzione della percezione del pericolo in ambito lavorativo. In particolare, tra i consumatori di ecstasy, oltre al notevole affaticamento fisico, sono stati riportati episodi di flash psicotico anche a mesi di distanza dall ultima assunzione (Ryan et al., 1992). Inoltre, oltre agli eroinomani, anche i soggetti dediti all uso di cannabinoidi e cocaina sarebbero maggiormente esposti al rischio di infortuni sul lavoro, in misura doppia rispetto ai non utilizzatori (Ryan et al., 1992). Negli Stati Uniti, il 4% dei soggetti che subirono un infortunio sul lavoro di qualsiasi gravità risultava positivo per l assunzione di marijuana (ACLU, 99), mentre la proporzione di utilizzatori di derivati della cannabis risultava pari all 8,5% tra i soggetti andati incontro ad infortuni mortali nel posto di lavoro (Alleyne, 91), e la probabilità di essere coinvolti in infortuni sul lavoro era 3.6 volte più elevata per questi soggetti (ACLU, 99). Nell ambito di un altro programma di prevenzione della tossicodipendenza nei luoghi di lavoro, che prevede la somministrazione di un questionario ad un campione di lavoratori dipendenti di diverse industrie della Toscana ( sono stati preliminarmente 79

80 esaminati i questionari restituiti, per un totale di 2452, pari al 22% di quelli distribuiti. Dall esame effettuato è risultato che il 7,3% dei lavoratori intervistati afferma che, nel proprio ambiente di lavoro, esiste consumo di droghe sintetiche. L Ente Nazionale delle Ferrovie Spagnole ha proposto un protocollo per l identificazione dei lavoratori, ed in particolare dei controllori del traffico ferroviario, interessati da problemi di alcoolismo o consumatori di sostanze stupefacenti (oppiacei, cocaina, cannabis, amfetamine e barbiturici). Nel corso dei primi 8 anni dall adozione di tale programma, è emersa una prevalenza, per quanto riguarda il consumo di sostanze stupefacenti, pari al 3,5%; i candidati ad incarichi di responsabilità risultati positivi, in accordo con le regole dell Ente, sono stati respinti (Cabrero, 2003). Negli Stati Uniti, gli accertamenti tossicologici di assenza di tossicodipendenza in Medicina Occupazionale sono largamente utilizzati fin dagli anni 80 (Cohen, 1984; McGuire, 1993; DuPont, 1990), allorché importanti gruppi industriali, come IBM ed American Airlines, istituirono programmi di controlli sanitari, che comprendevano anche accertamenti tossicologici. Tali accertamenti possono essere inseriti, con periodicità e modalità variabile, all interno dei seguenti protocolli sanitari, dei quali i lavoratori sono informati all atto dell assunzione: test di screening in occasione della visita preventiva; test diagnostici, in individui con sospetta intossicazione acuta; accertamenti periodici, in corso di visita periodica; accertamenti post-infortunio sul lavoro; test a random; accertamenti al rientro all attività lavorativa dopo prolungata assenza; in occasione di trasferimenti, promozioni. Una indagine sull efficacia di programmi sanitari comprendenti test tossicologici, ampiamente utilizzati nell industria delle costruzioni degli Stati Uniti, ha evidenziato una riduzione del 51% del tasso di infortuni sul lavoro tra i dipendenti delle compagnie che da almeno 2 anni avevano adottato tali programmi di sorveglianza (Gerber e Yacoubian, 2002). Questi dati sono stati confermati dall Organizzazione Mondiale della Sanità, le cui elaborazioni statistiche mostrerebbero un rischio di infortunio sul lavoro doppio per chi assume sostanze psicoattive (citato da Mangili, 2004). Tuttavia, una recente revisione degli studi volti a valutare gli effetti dell introduzione degli accertamenti tossicologici sul fenomeno infortunistico, pur evidenziando una tendenziale riduzione degli infortuni sul lavoro, sottolineava il fatto che gli studi esaminati presentavano frequentemente carenze dal punto di vista statistico e richiamava la necessità di ulteriori e più rigorosi studi (Mangili, 2004). 3. Recenti normative nazionali sulla sorveglianza sanitaria ed il controllo di assenza di tossicodipendenza nelle attività lavorative comportanti rischio per terzi. In Italia, l articolo 125 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 disciplina gli accertamenti di assenza di tossicodipendenza negli ambienti di lavoro, prescrivendo che...gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni che comportano rischi per la sicurezza, la incolumità e la salute dei terzi,... sono sottoposti... ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti periodici. Lo stesso articolo prevede l adozione di un decreto da parte del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della Salute, volto ad individuare le mansioni che comportino rischi per la sicurezza, l incolumità e la salute di terzi, allo scopo di sottoporre gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a tali mansioni ad accertamento di assenza di tossicodipendenza 80

81 prima dell assunzione in servizio, e, successivamente, ad accertamenti periodici. Allo stesso decreto fu demandato il compito di determinare la periodicità di tali accertamenti e le loro modalità. Con l entrata in vigore della legge 5 giugno 2003, n. 131, il legislatore, in risposta al documentato eccesso di infortuni in ambito lavorativo e di assenteismo associato all abuso di bevande alcoliche, vietò l'assunzione e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle attività lavorative ad elevato rischio di infortuni sul lavoro (articolo 15), ed introdusse la possibilità, opportunamente regolamentata, di condurre controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro. Anche in questo caso, veniva auspicata la rapida emanazione di decreti per l individuazione delle attività a rischio e la chiara definizione delle procedure da attuarsi per monitorare il tasso alcolemico nei lavoratori. Tali mansioni ed attività furono indicate nell allegato al Provvedimento del 16 marzo 2006 della Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni, richiamata per gli adempimenti di cui all articolo 15 della Legge 30 marzo 2001, n In questo allegato sono identificate circa 70 mansioni da sottoporre a controllo, tra le quali sono compresi i conducenti di mezzi di trasporto pubblico e privato, gli edili, i controllori di impianti pericolosi, coloro i quali lavorano ad altezze superiori a due metri, le guardie giurate, insegnanti, medici. Il Provvedimento del 30 ottobre 2007 della stessa Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in materia di accertamento di assenza di tossicodipendenza, riportò approssimativamente lo stesso elenco di mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l incolumità e la salute proprie e di terzi, per le quali sono state resi obbligatori gli accertamenti di assenza di tossicodipendenza, colmando diverse lacune nella precedente legislazione. I lavoratori addetti a tali mansioni, per le quali è obbligatoria la sorveglianza sanitaria ai sensi degli articoli 16 e 17 del Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626, devono pertanto essere sottoposti anche ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell'assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti periodici, a cura di strutture pubbliche nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale ed a spese del datore di lavoro. La tabella 1 riporta l elenco delle mansioni individuate nell Allegato I. Tabella 1. Mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza, l incolumità e la salute dei terzi (Allegato 1 del Provvedimento del 16 marzo 2006 della Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni: controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro). 1) attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni); b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1 marzo 1974); c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302); d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635); e) vendita di fitosanitari, (art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290); f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1970, n. 1450, e successive modifiche); g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162); 81

82 2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334); 3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547; 4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista; 5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private; 6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado; 7) mansioni comportanti l'obbligo della dotazione del porto d'armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e giurata; 8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio ferroviario; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di carriera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne; e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) responsabili dei fari; i) piloti d'aeromobile; l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; m) personale certificato dal registro aeronautico italiano; n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; p) addetti alla guida di' macchine di movimentazione terra e merci; 9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi; 10) lavoratori addetti ai comparti della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di altezza; 11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione; 12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari; 13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi; 14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere. 82

83 La seguente tabella 2 riporta l elenco delle mansioni individuate nell Allegato I del Provvedimento del 30 ottobre 2007 della stessa Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni, relativo agli accertamenti di assenza di tossicodipendenza. Tabella 2. Mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza, l incolumità e la salute dei terzi (Allegato 1 del Provvedimento del 30 ottobre 2007 della Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni: controlli di assenza di tossicodipendenza) 1) Attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (articolo 8 del regio decreto 1927, e successive modificazioni); b) fabbricazione e uso di fuochi di artificio (di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635) e posizionamento e brillamento mine (di cui al DPR 19 marzo 1956 n. 302); c) Direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (di cui al DPR 30 dicembre 1970 n 1450 e s.m.) 2) Mansioni inerenti le attività di trasporto a) conducenti di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell esercizio ferroviario che esplichi attività di condotta, verifica materiale rotabile, manovra apparati di sicurezza, formazione treni, accompagnamento treni, gestione della circolazione, manutenzione infrastruttura e coordinamento e vigilanza di una o più attività di sicurezza; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di camera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne con qualifica di conduttore per le imbarcazioni da diporto adibite a noleggio; e) personale addetto alla circolazione e a sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari, aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo di I categoria delle sezioni di coperta e macchina, limitatamente allo Stato maggiore e sottufficiali componenti l'equipaggio di navi mercantili e passeggeri, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; i) personale certificalo dal Registro aeronautico italiano; l) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; m) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; 83

84 n) addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci; 3) Funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della produzione, del confezionamento, della detenzione, del trasporto e della vendita di esplosivi. Per il personale delle ferrovie e di altri servizi di trasporto previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1980, delle Forze armate, di polizia, degli altri corpi armati e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, si applicano le disposizioni previste dai rispettivi ordinamenti. Attività svolta A. Analisi del rischio infortunistico. Allo scopo di identificare le caratteristiche oggettive e soggettive che svolgono un ruolo nel determinare il verificarsi dell evento infortunistico in generale, è stato pianificato uno studio caso-controllo che ha coinvolto i dipendenti di quattro aziende operanti nella movimentazione di merci a Cagliari. Materiali e metodi Le merci movimentate nelle quattro aziende oggetto dello studio sono di varia natura ed il lavoro si svolge in turni a copertura delle 24 ore, in maniera irregolare a causa della irregolarità del flusso di lavoro e della deperibilità delle merci movimentate. Le mansioni degli addetti possono essere distinte in tre gruppi: autisti, operatori polivalenti (addetti alla movimentazione manuale dei carichi ed alla guida di automezzi o ad altre mansioni, a seconda della necessità del turno di lavoro), ed altre mansioni (caposquadra, commesso, spuntatore, impiegato). Nel corso dei controlli sanitari periodici del 2007, in accordo con le disposizioni di cui alla legge 5 giugno 2003, n. 131, è stato introdotto l accertamento dell assenza di tossicodipendenza per tutti gli addetti. Il test è stato eseguito con metodo colorimetrico presso il laboratorio del Servizio di Medicina Legale dell Azienda Mista Ospedaliero-Universitaria di Cagliari. Il medico competente di ciascuna ditta ha rilevato dalla documentazione sanitaria e reso disponibile in forma anonima le seguenti informazioni per ciascun dipendente: età al ; sesso; numero di infortuni sul lavoro nel periodo ; durata dell infortunio (o del primo infortunio, in caso di infortuni multipli); giorno della settimana e mese di accadimento dell infortunio (l ora di accadimento è raramente riportata nei registri degli infortuni); abitudine al consumo di alcool (astemio, consumo occasionale, consumo abituale); fumo di tabacco (non fumatore, ex fumatore, fumatore attuale); valore della concentrazione sierica dell enzima -glutamil transferasi (inferiore o uguale a 60 mu/ml; superiore o uguale a 61 mu/ml); risultato dell accertamento tossicologico (negativo, positivo). L analisi del rischio infortunistico associato a ciascuna variabile è stata condotta con la metodica dello studio di caso controllo mediante regressione logistica non condizionale. La condizione di caso è stata definita in tre modi: 1. almeno un infortunio sul lavoro nel periodo dello studio; 2. due infortuni sul lavoro o più nel periodo dello studio (infortuni multipli); 3. assenza dal lavoro per infortunio della durata uguale o superiore a 31 giorni (infortuni gravi, per i quali l articolo 56 del Decreto del Presidente della Repubblica 1124/65 prescrive l invio di una copia della denuncia di infortunio al Pretore nella cui circoscrizione è avvenuto l'infortunio entro 4 giorni dall accadimento, in modo che questi possa procedere ad aprire un'inchiesta sull'accaduto per verificarne circostanze, cause e responsabilità). L analisi mediante regressione logistica consente di aggiustare le stime di rischio associate a ciascuna variabile per l effetto di tutte le altre covariate inserite nel 84

85 modello di regressione, in maniera reciproca. Attraverso il calcolo della regressione logistica, la condizione di caso (=1) o di controllo (=0) è predetta dal valore assunto dal coefficiente di regressione associato a ciascuna covariata nel modello, elevato a potenza con esponente pari al logaritmo del rischio relativo (da cui deriva il termine logistica). Per rischio relativo, si intende il rapporto degli odds (Odds ratio = OR), ossia delle probabilità di positività alla covariata nella condizione di caso verso la stessa probabilità nella condizione di controllo. Per il calcolo della regressione logistica è stato utilizzato il programma GMBO del software EPICURE. Il programma legge un file di testo nel quale sono riportati i valori di ciascuna variabile in stringhe corrispondenti a ciascun individuo nello studio. I dati forniti in uscita sono costituiti dalla stima di rischio relativo (OR) e dal suo intervallo fiduciario per ogni covariata nel modello in rapporto al livello basale, in questo caso costituito dalla sua assenza. Ciascun OR è espresso come logaritmo naturale del rispettivo coefficiente di regressione. I limiti fiduciali al 95% del RR sono calcolati secondo la formula di Wald e (z /2 * se ) Il risultato è stato considerato statisticamente significativo quando l intervallo fiduciario al 95% non comprendeva 1. Risultati Il tasso infortunistico annuale nel periodo nelle aziende oggetto di questo studio è risultato pari a 26,4 x10-5 ore lavorate o 224,8 x 10-3 persone anno. Si tratta di un livello superiore al doppio dei tassi infortunistici complessivi rilevati nel corso del 2004, basati sugli infortuni indennizzati dall INAIL. L indice di gravità per 1000 ore lavorate (1000*giornate lavorative perse a seguito d infortunio/ore lavorate) è risultato pari a 10,7. Il grafico in figura 1 mostra il numero assoluto di incidenti per giorno della settimana. Trattandosi di un attività che copre tutto l arco orario giornaliero e settimanale, il picco osservato nella giornata di Martedì è difficilmente interpretabile. 85

86 Figura 1. Numero assoluto di infortuni sul lavoro per giorno della settimana. N. incidenti per giorno della settimana N. di incidenti Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Per il limitato numero d infortuni per il quale era disponibile anche l ora di accadimento, è stato possibile valutare la distribuzione degli incidenti sul lavoro nell arco della giornata. Come descritto in figura 2, le ore più frequentemente interessate dal fenomeno infortunistico sono quelle del turno notturno, tra le 24 e le 2, tra le 4 e le 6 del mattino, e le prime ore del turno lavorativo, tra le 8 e le 10 del mattino. La popolazione oggetto dello studio è risultata costituita da 261 lavoratori alle dipendenze di una delle quattro aziende partecipanti alla data dell , tutti, tranne quattro, di sesso maschile. Queste ultime sono state comunque incluse nello studio, in relazione alla loro omogeneità di esposizione ai fattori di rischio indagati rispetti ai compagni di lavoro di sesso maschile. L età media è risultata pari a 34 anni (deviazione standard 8,7), con una prevalenza di soggetti di età inferiore o uguale a 35 anni. Come riportato in Tabella 3, tra le abitudini individuali è rilevabile una importante differenza tra le due classi di età in cui è stata suddivisa la popolazione oggetto dello studio, con una maggiore prevalenza di consumatori abituali di bevande alcoliche oltre i 35 anni, ed una maggiore prevalenza di fumatori al disotto di 35 anni. La proporzione di soggetti con valori di concentrazione sierica di -glutamil transferasi superiore a 60 mu/ml è risultata sostanzialmente uguale tra le due classi di età. La proporzione di soggetti positivi agli accertamenti tossicologici tesi a rilevare l abuso di sostanze stupefacenti, come atteso, si è rilevata più elevata nella classe d età inferiore o uguale a 35 anni (20,4% versus 11,0%). Lo stupefacente più diffuso è costituito dal gruppo dei derivati della cannabis (14,2%), mentre l uso di cocaina è risultato limitato a 6 soggetti (2,3%), cinque dei quali d età inferiore a 35 anni. Per quanto riguarda le mansioni lavorative, una frazione più elevata dei soggetti di età superiore a 35 anni è risultata svolgere mansioni di autista o mansioni di coordinamento e controllo, mentre la frazione di operatori polivalenti è risultata maggiore tra i soggetti più giovani. La prevalenza di infortuni sul lavoro, e particolarmente di infortuni multipli nel corso del periodo dello studio, è risultata più elevata tra i soggetti di età inferiore a 35 anni. 86

87 Figura 2. Distribuzione degli infortuni sul lavoro per ora della giornata. % incidenti secondo l'ora della giornata 0,18 0,16 0,14 0,12 0,1 0,08 0,06 0,04 0, Tabella 3. Caratteristiche dei lavoratori partecipanti allo studio. Variabile Età <= 35 anni Età >= 35 anni Totale Numero, media ± ds 152, 28 ± 5,0 109, 43 ± 4,6 261, 34 ± 8,7 Consumo di alcool (N, %) Astemio Occasionale Abituale Sconosciuto -Glutamil transferasi (N, %) <= 60 mu/ml >= 61 mu/ml Sconosciuto Fumo di tabacco (N, %) Non fumatore Ex fumatore Fumatore Sconosciuto Mansione (N, %) Autista Operatore polivalente Altro Sconosciuto Accertamenti tossicologici (N, %) Negativo Positivo Cocaina Cannabis e derivati Altro Non disponibile Infortuni nel (N, %) Nessuno 1 2 o più 55 (36,2) 49 (32,2) 45 (29,6) 3 ( 2,0) 119 (78,3) 12 ( 7,9) 21 (13,8) 46 (30,3) 9 ( 5,9) 94 (61,8) 3 ( 2,0) 28 (18,4) 105 (69,1) 18 (11,8) 1 ( 0,7) 81 (53,3) 31 (20,4) 5 ( 3,3) 26 (17,1) 0 ( 0,0) 40 (26,3) 88 (57,9) 45 (29,6) 19 (12,5) (31,2) 28 (25,7) 46 (42,2) 1 ( 0,9) 85 (78,0) 9 ( 8,3) 15 (13,8) 26 (23,9) 36 (33,0) 47 (43,1) 0 ( 0,0) 27 (24,8) 57 (52,3) 24 (22,0) 1 ( 0,9) 72 (66,1) 12 (11,0) 1 ( 0,9) 11 (10.1) 0 ( 0,0) 25 (22,9) 76 (69,7) 25 (22,9) 8 ( 7,3) 89 (34,1) 77 (29,5) 91 (34,9) 4 ( 1,5) 204 (78,2) 21 ( 8,0) 36 (13,8) 72 (27,6) 45 (17,2) 141 (54,0) 3 ( 1,1) 55 (21,1) 162 (62,1) 42 (16,1) 2 ( 0,8) 153 (58,6) 43 (16,5) 6 ( 2,3) 37 (14,2) 0 ( 0,0) 65 (24,9) 164 (62,8) 70 (26,8) 27 (10,3)

88 La tabella 4 mostra i risultati dell analisi univariata sul rischio infortunistico in rapporto all età, e sull associazione tra incidenti sul lavoro nel complesso, infortuni gravi (con prognosi superiore o uguale a 30 giorni) ed infortuni multipli nel periodo oggetto di studio, e mansione, abitudine al fumo, consumo di alcool, livelli elevati di GT sierica, e positività degli accertamenti tossicologici sull abuso di stupefacenti, aggiustando per età. La mansione di operatore polivalente, che comporta movimentazione manuale di carichi, lavoro in quota, e guida di automezzi, è risultata significativamente associata ad un elevato rischio infortunistico, sia complessivo che, in misura ancor più elevata, per infortuni gravi e multipli. Tra gli altri fattori, il rischio infortunistico risulta elevato anche per età inferiore a 35 anni, fumo di tabacco, ed uso di stupefacenti. Tabella 4. Rischio di infortuni sul lavoro, infortuni gravi ed infortuni multipli associato ai singoli fattori di rischio (aggiustati solo per età). Fattore di rischio Almeno un infortunio Ca/co OR I.F. 95% Infortuni gravi Ca/co OR I.F. 95% Infortuni multipli Ca/co OR I.F. 95% Età <= 35 anni 55/ / / Mansione Autista 15/ / / Operatore polivalente 72/ / / Fumo di tabacco Fumatore 60/ / / Ex fumatore 11/ / / Consumo di alcool Occasionale 27/ / / Abituale 34/ / / Glutamil transferasi >= 60 mu/ml 6/ / / Accertamenti tossicologici Positivo 21/ / / Le dimensioni della popolazione oggetto dello studio, tuttavia, non sono state sufficienti ad avvalorare il risultato con il supporto della significatività statistica. Il consumo abituale di alcool e livelli elevati di GT sierica non hanno mostrato un associazione con il rischio infortunistico. Giova considerare, tuttavia, che non è stato valutato l abuso alcolico, per l inadeguatezza al riguardo delle fonti informative utilizzate, ma solo il consumo abituale di bevande alcoliche, senza poter entrare nel merito della frequenza e del livello del consumo stesso. I risultati dell analisi multivariata, ottenuti saturando il modello di regressione logistica con le covariate che avevano mostrato un associazione seppure statisticamente non significativa con il rischio infortunistico, sono riportati in tabella 5. 88

89 Tabella 5. Rischio di infortuni sul lavoro, infortuni gravi ed infortuni multipli associato alla età, positività degli accertamenti tossicologici, fumo, alcool, e mansione. Risultati del modello di regressione logistica saturato con tutte le covariate. Fattore di rischio Almeno un infortunio OR I.F. 95% Infortuni gravi OR I.F. 95% Infortuni multipli OR I.F. 95% Età <= 35 anni Mansione Operatore polivalente Fumo di tabacco Fumatore Consumo di alcool Abituale Accertamenti tossicologici Positivo I risultati dell analisi univariata risultano ampiamente confermati. Si osserva peraltro che l eccesso di rischio infortunistico associato all abuso di sostanze stupefacenti è presente per gli infortuni complessivi e per quelli gravi, ma non per infortuni multipli nel corso del periodo dello studio. Discussione e conclusioni I risultati del nostro studio mostrano che il maggior contributo al verificarsi di infortuni sul lavoro nelle aziende di trasporti e movimentazione manuale di merci deriva dalle caratteristiche insite dalle mansioni stesse. L intervento di tipo preventivo deve pertanto mirare a modifiche dell organizzazione del lavoro, qualora possibili, o all adozione di accorgimenti tesi ad una maggiore sorveglianza sul rispetto delle procedure di sicurezza, quale la destinazione di una unità del personale al controllo delle condizioni dell ambiente di lavoro (quali ad esempio. assenza di ingombri o materiali liquidi o oleosi nei percorsi degli operatori, stato della pavimentazione stradale, condizioni degli ammortizzatori dei sedili dei mezzi meccanici), dell effettivo utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, e del rispetto della proibizione al fumo ed al consumo di bevande alcoliche durante il lavoro o nel corso degli intervalli. Il contributo effettivo dell abuso di sostanze psicoattive non è quantificabile con precisione sulla base del nostro studio, a causa delle sue ridotte dimensioni. Tuttavia, l ordine di grandezza dell aumento di probabilità di infortuni è analogo a quanto riportato in precedenti studi in campo nazionale ed internazionale. Alla luce delle conoscenze attuali sugli effetti indotti dalle sostanze psicoattive, il Medico Competente potrà attuare interventi di sensibilizzazione ed informazione sui dipendenti, allo scopo di intervenire anche sull aspetto soggettivo del fenomeno infortunistico, affrontandolo in maniera globale. Tali interventi sono soprattutto necessari per le attività lavorative a maggior rischio infortunistico, quali guida di automezzi e lavori in quota, ma è bene tenere presente che non esiste alcuna attività umana compatibile con l uso di droghe; infatti, anche se il lavoratore svolge solo attività di ufficio, e quindi non a rischio infortunistico, il consumo di 89

90 sostanze psicoattive ha un effetto negativo sulla qualità del lavoro svolto e sulla sua produttività. Per quanto riguarda il provvedimento cautelare di sospensione dell idoneità lavorativa nei soggetti che abbiano dimostrato positività al consumo di stupefacenti, è da rilevare che il Provvedimento del 30 ottobre 2007 della Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato le Regioni, pur non facendo distinzioni tra le diverse sostanze, offre sufficiente elasticità per la valutazione del caso singolo, anche in relazione all entità numerica del fenomeno. I vantaggi, in termini di prevenzione degli infortuni ed aumento della produttività, derivanti dall avvio di programmi per il controllo e la riduzione dell abuso di alcool e sostanze psicoattive nei luoghi di lavoro, per le imprese sono evidenti. Sono intuibili anche i vantaggi per i lavoratori, a seguito dell adozione di abitudini più sane e tali da ridurre fattori di rischio aggiuntivi a quelli esistenti nell ambiente di lavoro, Giova tuttavia considerare che il successo di tali programmi è indissolubilmente legato al controllo dell ambiente di lavoro ed al miglioramento dell organizzazione del lavoro teso a ridurre se non eliminare contestualmente anche i fattori oggettivi del fenomeno infortunistico in ambiente lavorativo. B. Efficacia della sorveglianza sanitaria ed ambientale. Nelle intenzioni della stesura originale, questa parte del progetto doveva avvalersi della consultazione degli archivi informatizzati dell INAIL allo scopo di ricostruire i tassi infortunistici annuali nelle otto Aziende Sanitarie della Sardegna complessivi e suddivisi per tipologia produttiva nel periodo Su tale base informativa, sarebbe stato possibile valutare l effetto sui tassi infortunistici stessi dell adozione dei provvedimenti previsti dal Decreto Legislativo 626/94 per tipologia di attività produttiva e per Azienda Sanitaria Locale della Sardegna. Alcune difficoltà tecniche non hanno purtroppo consentito l accessoal data base informatizzato dell INAIL allo scopo di rielaborare in tempi utili per la presente relazione conclusiva, le informazioni in esso contenute secondo la divisione territoriale delle Aziende Sanitarie Locali, e non delle sedi periferiche dell INAIL, non essendo tali ripartizioni coincidenti. Si è pertanto fatto ricorso ai dati regionali disponibili nel sito La figura 3 mostra, in Sardegna, un decadimento del tasso infortunistico nell industria e servizi che inizia in epoca precedente l introduzione del decreto legislativo 626/94, prosegue con lo stesso ritmo negli anni immediatamente successivi fino al 1997, e tende infine a stabilizzarsi intorno a valori leggermente superiori a 100 x 10-3 occupati/anno. Il decadimento dello stesso tasso infortunistico in ambito nazionale, sembra essere più lento e costante lungo il periodo oggetto d osservazione. E interessante notare come l introduzione del DL 626/94 non sembra avere minimamente influenzato la pendenza della retta di regressione del tasso infortunistico nazionale. 90

91 Figura 3. Tasso di infortuni sul lavoro nell'industria (per 1000 occupati) in Sardegna ed in Italia nel periodo Sardegna Italia Lineare (Italia) Poli. (Sardegna) Italia y = -1,0328x ,2 R 2 = 0,4976 Sardegna y = 1,0074x x + 4E+06 R 2 = 0,944 Tasso x Lo stesso fenomeno è rilevabile dall analisi del fenomeno infortunistico nelle aziende agricole. Anche qui si osserva una tendenza alla diminuzione del tasso infortunistico per 1000 addetti/anno, che, questa volta, appare piuttosto simile in ambito regionale e nazionale. E interessante notare che, salvo rare eccezioni riguardanti prevalentemente grandi aziende agricole, l introduzione nel 1994 dei dispositivi legislativi per la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori, soprattutto nella nostra regione, ma verosimilmente anche in ambito nazionale, ha interessato in maniera ancora abbastanza limitata le aziende operanti nel settore agricolo. Nonostante ciò, la tendenza al decremento fino al 1997 circa, ed alla stabilizzazione dei tassi infortunistici negli anni più recenti, è analoga nei settori agricoli ed industriali, riflettendo verosimilmente, un fenomeno di natura generale, probabilmente culturale, mentre sembra scarsamente influenzata dall intervento legislativo. 91

92 Figura 4. Tasso di infortuni sul lavoro in agricoltura (per 1000 occupati) in Sardegna ed in Italia nel periodo Sardegna Italia Poli. (Italia) Poli. (Sardegna) Italia y = 0,6232x ,3x + 2E+06 R 2 = 0,8774 Sardegna y = 0,5439x ,3x + 2E+06 R 2 = 0,7733 Tasso x L evoluzione del tasso di infortuni mortali nelle aziende industriali e dei servizi, peraltro, sembra dimostrare un andamento favorevole in Sardegna a fronte di una sostanziale stabilità in ambito nazionale (figura 5), mentre riproduce l andamento del fenomeno infortunistico globale, in maniera ancora conforme a quanto si osserva in ambito nazionale, se si considerano le aziende operanti in agricoltura (figura 6). Figura 5. Tasso di infortuni mortali sul lavoro nell industria e servizi (per 1000 occupati) in Sardegna ed in Italia nel periodo Infortuni mortali in Sardegna ed in Italia nel Industria e servizi Italia y = -0,0391x + 96,403 R 2 = 0,0356 Sardegna y = -1,5953x ,3 R 2 = 0,5377 Tassi x Sardegna Italia Lineare (Italia) Lineare (Sardegna)

93 Figura 6. Tasso di infortuni mortali sul lavoro in agricoltura (per 1000 occupati) in Sardegna ed in Italia nel periodo Infortuni mortali in Sardegna ed in Italia nel Agricoltura Italia y = 0,2229x 2-891,38x R 2 = 0, Sardegna y = 0,2357x 2-941,97x R 2 = 0,5344 Tasso x Sardegna Italia Poli. (Italia) Poli. (Sardegna) Se invece si considerano gli infortuni nell insieme di tutti gli ambiti lavorativi, l ipotesi espressa precedentemente appare confermata: la figura 7 mostra infatti che il trend dell indice di gravità degli infortuni, espresso come numero incidenti mortali per 10-5 incidenti sul lavoro. Tuttavia, appare corretto sottolineare, alla luce dei grafici presentati in figura 5 e 6, il crescente contributo fornito dagli infortuni mortali in ambito agricolo al trend in crescita dell indice di gravità degli infortuni sul lavoro. Figura 7. Indice di gravità (infortuni mortali x 10-5 infortuni sul lavoro) del fenomeno infortunistico lavorativo in Sardegna ed in Italia nel periodo Sardegna y = 1,9095x ,9 R 2 = 0, Tasso x Italia y = 0,7061x ,3 R 2 = 0,

94 Una possibile deduzione offerta dall esame dei grafici nelle figure 3-7, è che, ai fini del perseguimento dell obiettivo della riduzione del fenomeno infortunistico in ambito lavorativo, l emanazione di leggi non appare sufficiente. Trattandosi di un fenomeno complesso, come descritto nell introduzione, una efficace strategia di Prevenzione deve puntare sulla modificazione di tutti i fattori che contribuiscono all accadimento degli infortuni. Dall analisi del fenomeno infortunistico nella aziende di movimentazione di materiali abbiamo appreso che il controllo dell assenza di abuso di bevande e sostanze psicotrope e la modifica dell organizzazione del lavoro o una maggiore sorveglianza dell ambiente di lavoro da parte di personale specificamente addetto a questo compito, appaiono entrambi importanti, ma che il secondo assume particolare rilevanza. Dall esame delle tendenze temporali dei tassi infortunistici possiamo dedurre la necessità che i dispositivi di legge siano accompagnati dall approfondimento dell intervento formativo nei luoghi di lavoro, e dal potenziamento della sorveglianza. Nel capitolo successivo prenderemo in esame un altro possibile intervento, che ha fornito risultati particolarmente interessanti, in un azienda alimentare della provincia di Cagliari. C. Evoluzione dei tassi infortunistici in relazione all introduzione di modificazioni partecipative dell organizzazione del lavoro In uno stabilimento dell industria alimentare della provincia di Cagliari, è stata studiata l evoluzione dei tassi infortunistici in relazione all introduzione di modificazioni partecipative dell organizzazione del lavoro, note come Total Quality Management (TQM) e Total Productive Maintenance (TPM). TQM e TPM costituiscono gli elementi portanti di una filosofia organizzativa del lavoro sviluppata negli anni 60 in Giappone, nota come kaizen (kai = cambiamento [orientato al] zen = miglioramento), fondata principalmente sul continuo aggiornamento dell organizzazione del lavoro attraverso la regolare consultazione partecipativa dei lavoratori addetti da parte del management aziendale ed in collaborazione con esso. Attraverso il TPM, si individuano e si adottano i necessari provvedimenti per la rimozione delle condizioni che hanno determinato incidenti sul lavoro, malattie professionali o stress, così come incidenti o danneggiamenti degli impianti e/o difetti nei prodotti finiti. Gli interventi migliorativi sono posti in atto in condizioni di continuità dell attività produttiva, tendendo a minimizzare progressivamente le conseguenze negative per i lavoratori e per la produzione. Per quanto riguarda l attività di manutenzione, i lavoratori hanno il potere di avviare e suggerire continuamente azioni correttive e miglioramenti dell organizzazione del lavoro, indirizzati a ridurre la fatica e le situazioni anti-ergonomiche, quali posture incongrue, movimentazioni manuali, stazione eretta prolungata, o traumi a carico degli arti superiori. Scopo di questi miglioramenti sono una vita lavorativa più sana e soddisfacente, una migliore forma fisica, un maggiore senso di benessere e soddisfazione nel lavoro, ed una maggiore creatività. L implementazione di tutti i disposti del decreto legislativo 626/94 nell azienda in oggetto avvenne a partire dal Nel corso degli anni successivi, ed in maniera completa a partire dal 2002, l intera popolazione lavorativa dell azienda partecipante in questo programma, costituita da 159 lavoratori e lavoratrici, è stata coinvolta nel progetto TPM. Attraverso il coinvolgimento del medico del lavoro, ai lavoratori è stato chiesto di adottare i cinque elementi del TPM (lavoro di gruppo, disciplina personale, moralità e rispetto reciproco, gruppi di qualità e suggerimenti migliorativi), allo scopo di proporre miglioramenti nelle condizioni di lavoro in grado di ridurre la fatica ed il costo energetico del lavoro in alcuni compiti specifici nel processo produttivo. La qualità del lavoro prima e 94

95 dopo l adozione del metodo kaizen è stata misurata in 10 diversi compiti specifici, utilizzando come indicatori il numero totale di prodotti finiti, il numero totale dei prodotti scartati, il numero di lavoratori addetti, e la loro frequenza cardiaca media. E stato inoltre misurato l indice di frequenza di infortuni sul lavoro annuale (numero di eventi infortunistici x 10-5 ore lavorate/anno) nel periodo A seguito del miglioramento della definizione dei compiti nella mansione specifica (job design), della postazione di lavoro (job position) e della riduzione del numero di movimenti orari dell arto superiore, la frequenza cardiaca media ha dimostrato una riduzione del 10%, lo scarto di prodotti finiti nell area di imballaggio ha dimostrato una riduzione dell 84%, e la produzione totale un aumento pari al 3%. L indice di frequenza del fenomeno infortunistico ha manifestato un drammatico calo (Figura 8) contestualmente all implementazione dei disposti di cui al DL 626/94. L introduzione del kaizen ha dato luogo ad una sostanziale stabilizzazione del fenomeno infortunistico, già ridotto a livelli ottimali. Figura 8. Indice di frequenza degli infortuni sul lavoro in uno stabilimento dell industria alimentare della provincia di Cagliari nel Tasso x 10-5 ore lavorate I risultati di questa esperienza appaiono estremamente interessanti, indicando che la partecipazione attiva dei lavoratori nell individuazione e suggerimento di modifiche della postazione di lavoro sembra decisiva nel determinare l efficacia dell attività di sorveglianza dello stato di salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e che la sua prosecuzione appare avere una funzione di rilievo nel mantenimento del tasso infortunistico a livelli minimi. 95

96 Bibliografia ACLU (American Civil Liberties Union). Drug testing. A bad investment, (ultimo accesso 17/12/2007) Alleyne BC, Stuart BA, Copes RC. Alcohol and other drug use in occupational fatalities. J Occup Med 1991;33: Cabrero E, Gomez-Acebo A, Garcia-Alcazar I, Luna JD, Luna A. Detection methods of the drug addiction and alcoholism treatment programme of the Spanish National Railway Company (RENFE). Med Lav 2003;94: Castillo DN, Pizatella TJ, Stout N. Injuries. In: Levy BS, Wegman DH. Occupational Health. Recognizing and Preventing Work-related Disease and Injury. Fourth Edition. Philadelphia, PA: Lippincott, Williams and Wilkins publishers, 2000, pp Cohen S. Drugs in the workplace. J Clin Psychiatry 1984;45:4-8. Corriere Lavoro. Uso di sostanze psicotrope nel mondo del lavoro. Corriere Lavoro 8/11/ DuPont RL. Medicines and drug testing in the workplace. J Psychoact drugs 1990;22: Gerber JK, Yacoubian GS. An assessment of drug testing within the construction industry. J Drug Educ 2002;32: Gruppo di Studio sui lavoratori pericolosi per gli altri (Gruppo La.R.A.). (ultimo accesso 17/12/2007) Mangili A. Alcool e lavoro. G Ital Med Lav Erg 2004;26: McGuire GT, Ruhm JC. Workplace drug abuse policy. J Health Economics 1993;12: Patussi V. Alcohol consumption and occupational accidents. Alcologia 1998;3: Progetto Euridice Valdinievole. Un programma integrato di prevenzione delle dipendenze patologiche nei luoghi di lavoro e di formazione permanente dei lavoratori. sito/euridice.htm (ultimo accesso 17/12/2007). Ryan J, Zwerling C, Jones M. The effectiveness of pre-employment drug screening in the prediction of employment outcomes. J Occup Med 1992;34:

97 2.3 Il fenomeno infortunistico del comparto estrattivo dei lapidei in Sardegna - analisi e suggerimenti per il miglioramento degli standard di sicurezza. 1. Premessa L attività mineraria, che costituisce una delle principali attività economiche della Regione Sardegna, annovera al suo interno un particolare settore dedicato alla estrazione e lavorazione dei materiali lapidei, ove con tale espressione si intende essenzialmente riferirsi ai lapidei ornamentali. Infatti, la diffusa presenza nel territorio regionale di affioramenti di rocce sfruttabili ai fini ornamentali, ed in primo luogo di termini a grande diffusione commerciale quali granito e marmo, ha favorito lo sviluppo di una significativa realtà produttiva, con in testa i due distretti industriali del granito di Gallura e del marmo di Orosei. In questa nota viene esaminato il fenomeno infortunistico del settore relativamente al quinquennio attraverso un analisi commentata dei dati; questi sono stati ricavati per elaborazione dal software Flussi Informativi per la prevenzione nei luoghi di lavoro [1], realizzato per gestire i dati sugli infortuni e le malattie professionali forniti annualmente da INAIL e ISPESL alle Regioni e alle ASL italiane. L analisi, basata sui due criteri del numero e della gravità degli infortuni, e soprattutto, le relative considerazioni, non appaiono tuttavia strettamente circoscrivibili, per tipologia e caratteristiche, all ambito territoriale locale, potendo altresì assumere valenza del tutto generale, risultando quindi agevolmente estensibili all intero territorio nazionale. Ai fini di una migliore comprensione, si chiarisce il significato di alcuni termini adoperati nel prosieguo. La gravità di un evento viene convenzionalmente valutata secondo le indicazioni di una specifica norma tecnica dell UNI [2] (peraltro richiamata nel D.Lgs. 626/94 [3]), e viene espressa in termini di numero di giornate lavorative perse; per tenere conto anche degli eventuali postumi permanenti, alle giornate direttamente perse va quindi aggiunta un ulteriore aliquota, valutata numericamente in 75 giornate per ciascun punto di invalidità, mentre in caso di evento mortale si assume una gravità complessiva di 7500 (= 75 gg. x 100 punti di invalidità). Per forma si intende la modalità con cui è avvenuto l evento che ha provocato la lesione, codificata sinteticamente secondo alcune grandi categorie predefinite, per come utilizzate nella tradizionale classificazione istituzionale degli eventi infortunistici. Nel presente lavoro, al fine di una più agevole e immediata lettura del fenomeno infortunistico in termini di modalità di accadimento, alcune categorie simili sono state accorpate fra loro (es. colpito da e schiacciato da, caduto dall alto e caduto in piano, ecc.). Gli indicatori più significativi presi a riferimento sono il tasso di incidenza, definito come numero di infortuni per 1000 addetti, ed il numero di giornate perse per addetto, ossia il numero di giorni improduttivi registrati in un anno per ciascun lavoratore in forza ad una qualunque azienda del comparto. Si precisa, infine, che non sono stati presi in considerazione, in quanto non connessi alle finalità dello studio, gli infortuni in itinere e gli infortuni denunciati ma caratterizzati da gravità pari a zero. 2. Il comparto estrattivo sardo In termini generali, il comparto nel suo complesso, includendo cioè tutte le attività inerenti l estrazione e lavorazione di minerali, rocce compatte e incoerenti, per uso civile o industriale (argille, sabbie, inerti, ecc.), ma non tenendo conto di quelle attività che 97

98 utilizzano i suddetti prodotti come materie prime (ad esempio, produzione di: calcestruzzi, conglomerati bituminosi, calce, laterizi, ecc.) annovera in Sardegna mediamente quasi 800 aziende (ditte assicurate Inail), con un numero complessivo di circa 4000 addetti direttamente impegnati. Il sistema delle imprese del comparto è costituito sia da aziende più grandi, che utilizzano metodi e mezzi industriali, sia da piccole realtà artigianali. I dati totali sono suddivisi, così come per le successive tabelle, nelle due sottocategorie relative all estrazione ed alla lavorazione; nella prima rientrano le attività di cava e miniera propriamente dette (nelle seguenti figure indicate anche semplicemente come cave ), mentre nella seconda tutte quelle attività poste in essere successivamente all estrazione, come ad esempio la segagione di blocchi anche in prossimità del fronte di cava, la frantumazione e vagliatura di inerti, le rifiniture artigianali del marmista o dello scalpellino, ecc. (indicate anche solo come segherie ). Tale ripartizione viene effettuata secondo le varie voci della classificazione tariffaria Inail con cui sono registrate le varie aziende. Tab. 1 Il comparto estrattivo sardo in generale media annua ESTRAZIONE LAVORAZIONE TOTALE Numero aziende Numero addetti Numero infortuni complessivo Numero infortuni mortali 1 0,2 1,2 Tasso di incidenza (N. infortuni per 1000 addetti) Gravità (Numero totale di giornate perse) Numero di giornate perse per addetto Come si evince da quanto riportato in tabella 1, il comparto è caratterizzato da un tasso di incidenza di 77 infortuni ogni 1000 addetti, ma la gravità risulta nettamente superiore nell ambito delle attività specificamente legate all estrazione, dove peraltro si registra mediamente la morte di un lavoratore all anno. 3. Estrazione e lavorazione dei lapidei Entrando nello specifico del settore dei materiali lapidei, sottoinsieme della precedente categoria, si riportano nelle seguenti tabelle i dati relativi a ciascun anno per il periodo di riferimento (tab. 2) ed i valori medi del quinquennio (tab. 3). Inoltre, si precisa che le voci della Tariffa Inail utilizzate sono rispettivamente la 7161 e 7162 per le cave, e la 7261 e 7262 per le lavorazioni secondarie (laboratori, segherie, ecc.). 98

99 Tab. 2 - ESTRAZIONE E LAVORAZIONE LAPIDEI Dati annui del periodo TOTALE CAVE N. aziende N. addetti N. infortuni N. infortuni mortali LABORATORI E SEGHERIE N. aziende N. addetti N. infortuni N. infortuni mortali Tab. 3 - ESTRAZIONE E LAVORAZIONE LAPIDEI Valori medi annui nel quinquennio Laboratori e Cave TOTALE segherie N. aziende N. addetti N. infortuni N. infortuni mortali 0,8 0,2 1 Tasso di incidenza (N. infortuni per ogni 1000 addetti) N. di giornate perse complessive N. di giornate perse per ogni addetto Diagrammando su grafici tutti i singoli eventi in funzione della loro gravità, è possibile verificare, come peraltro naturale attendersi, che a fronte di pochi casi gravi, per la stragrande maggioranza si è in presenza di eventi di modesta gravità. Così, ad esempio, per l insieme di cave e segherie, solo lo 0,6% degli eventi ha una gravità superiore a 7500 giorni (ossia, infortuni mortali), mentre circa l 82% è caratterizzato da gravità inferiore ai 100 giorni. La disamina relativa ai singoli settori mette in luce, come già accennato, come la maggiore incidenza di eventi gravi si riscontri nelle attività di cava, e non solo per i casi mortali, visto che, ad esempio, una gravità superiore a 1000 interessa il 7% degli eventi del settore a fronte di una percentuale del 3% nelle segherie e laboratori. 99

100 Figura 1 Gravità di ciascun evento infortunistico Totale di cave e segherie 6000 CAVE E SEGHERIE Distribuzione Gravità Infortuni 5000 n. 5 EVENTI (0,6%) 7500 (MORTALE) 762 EVENTI NEL QUINQUENNIO GRAVITA' (GG.) % > % > % < EVENTO Fig. 2 Gravità di ciascun evento infortunistico Cave CAVE GRAVITA' PER CIASCUN EVENTO n. 4 (1,5%) 7500 (MORTALE) 272 EVENTI NEL QUINQUENNIO GRAVITA' (GG.) % > % < EVENTO 100

101 Fig. 3 Gravità di ciascun evento infortunistico Segherie SEGHERIE GRAVITA' PER CIASCUN EVENTO n. 1 (0,2%) 7500 (MORTALE) 490 EVENTI NEL QUINQUENNIO GRAVITA' (GG.) % > % < EVENTO Analizzando gli eventi in termini di numero per forma di accadimento, ci si può rendere conto di quali sono, nella realtà, le modalità di accadimento maggiormente ricorrenti. Il grafico a barre (fig. 4) relativo al settore cave dei lapidei ornamentali, pur in presenza di un aliquota abbastanza rilevante di casi di cui non si hanno notizie, evidenzia come la causa di gran lunga più frequente è rappresentata dall essere colpiti o schiacciati da qualcosa (oggetti, mezzi, ecc.) che, in termini percentuali, rappresenta circa il 34% degli eventi (v. fig. 5, con stessi dati in forma di grafico a torta). 101

102 Fig. 4 Numero di infortuni per forma nel settore delle cave nel periodo esaminato CAVE - NUMERO TOTALE INFORTUNI PER FORMA EVENTI NEL QUINQUENNIO 69 Numero eventi Colpito da, schiacciato da Caduto dall'alto, in piano Urtato contro, urtato da A contatto con, si è colpito con Ha messo un piede in fallo Movimento scoordinato Rimasto incastrato ALTRI Sconosciuta Fig. 5 Numero infortuni per forma nel settore delle cave Rimasto incastrato 1% CAVE - NUMERO INFORTUNI PER FORMA ALTRI 5% Movimento scoordinato 1% Ha messo un piede in fallo 6% Colpito da, schiacciato da 34% A contatto con, si è colpito con 8% Urtato contro, urtato da 11% Caduto dall'alto, in piano 11% Sconosciuta 23% 102

103 L analisi degli eventi dal punto di vista della gravità causata risulta ancora più significativa; infatti, in tale prospettiva si evidenziano quelli che risultano essere le circostanze che di fatto hanno determinato il maggiore danno fisico ai lavoratori; in tal senso, il suddetto fattore di accadimento assume una rilevanza ancora maggiore, con circa il 50% della gravità complessiva, mentre si evidenzia come ulteriore significativa forma di accadimento la caduta. Analogo andamento, seppur con qualche variazione, si presenta anche per il settore di laboratori e segherie. Fig. 6 Cave: sommatoria della gravità degli eventi suddivisi per forma di accadimento CAVE - GRAVITA' COMPLESSIVA PER FORMA EVENTI NEL QUINQUENNIO GRAVITA' (GG.) Colpito da, schiacciato da Caduto dall'alto, in piano 6427 Urtato contro, urtato da 4790 Ha messo un piede in fallo 2273 A contatto con, si è colpito con 917 Movimento scoordinato 677 Rimasto incastrato 842 ALTRI Sconosciuta 103

104 Fig. 7 Cave: sommatoria della gravità degli eventi suddivisi per forma di accadimento CAVE - GRAVITA' COMPLESSIVA PER FORMA Colpito da, schiacciato da 50% ALTRI 1% Rimasto incastrato 1% Movimento scoordinato 1% A contatto con, si è colpito con 3% Ha messo un piede in fallo 6% Caduto dall'alto, in piano 19% Urtato contro, urtato da 8% Sconosciuta 11% Fig. 8 Segherie: numero degli eventi suddivisi per forma di accadimento (grafico a barre) SEGHERIE - NUMERO COMPLESSIVO INFORTUNI Numero eventi EVENTI NEL QUINQUENNIO Colpito da, schiacciato da Urtato da, urtato contro Caduto dall'alto, in piano Si e' colpito con Ha messo un piede in fallo Rimasto incastrato ALTRI Sconosciuta 104

105 Fig. 9 Segherie: numero degli eventi suddivisi per forma di accadimento (grafico a torta) SEGHERIE - NUMERO COMPLESSIVO INFORTUNI Rimasto incastrato 1% ALTRI 10% Ha messo un piede in fallo 5% Si e' colpito con 6% Colpito da, schiacciato da 40% Caduto dall'alto, in piano 8% Urtato da, urtato contro 9% Sconosciuta 21% Fig. 10 Segherie: sommatoria della gravità degli eventi suddivisi per forma di accadimento (grafico a barre) SEGHERIE - GRAVITA' COMPLESSIVA EVENTI NEL QUINQUENNIO GRAVITA' (GG.) Colpito da, schiacciato da Caduto dall'alto, in piano Urtato da, urtato contro Rimasto incastrato Ha messo un piede in fallo Si e' colpito con ALTRI Sconosciuta 105

106 Fig. 11 Segherie: sommatoria della gravità degli eventi suddivisi per forma di accadimento (grafico a torta) SEGHERIE - GRAVITA' COMPLESSIVA Sconosciuta 11% Urtato da, urtato contro 8% Rimasto incastrato 6% Caduto dall'alto, in piano 17% Ha messo un piede in fallo 3% Si e' colpito con 2% ALTRI 5% Colpito da, schiacciato da 48% 106

107 4. Infortuni gravi in Sardegna - analisi di casi reali Al fine di una diretta cognizione di quelle che sono state reali cause e circostanze di eventi infortunistici mortali nel settore esaminato, vengono sinteticamente ricostruite ed esaminate le dinamiche di alcuni dei più gravi infortuni registrati in regione nel periodo considerato. 1) Il 17 ottobre 2003 in una cava di granito della Gallura un operatore era intento ad eseguire delle perforazioni per il taglio di un blocco con una macchina perforatrice pneumatica a catena denominata tagliablocchi, dal peso di circa 1500 kg, operando sopra il suddetto blocco (ad una altezza, quindi, di circa 2 m); accidentalmente sbagliava una manovra, provocando il ribaltamento della macchina, che lo travolgeva e lo trascinava giù. L evento provocava la morte del lavoratore. N.B. La tagliablocchi risulta montata su un binario di lunghezza pari a 6 m ed operativamente posizionata su di un blocco di lunghezza di circa 3 m, per cui una non adeguata stabilizzazione della macchina ne determina un equilibrio precario e quindi un elevato rischio di caduta. 2) In una diversa cava, una macchina analoga alla precedente causava un altro incidente mortale. Il 25 giugno 2003, mentre il lavoratore riposizionava la tagliablocchi su un blocco di granito, questa scivolava e lo schiacciava contro la benna dell escavatore, parcheggiato nei pressi. L evento provocava immediatamente delle fratture al bacino e la recisione aorta femorale ad opera di un perno e, poco tempo dopo, la morte dell infortunato. 3) Il 16 maggio 2000, in una cava di granito della Gallura, si verificava un evento franoso mortale. Mentre l addetto lavorava nei pressi del fronte, una frana si staccava dalla parete sovrastante, travolgendolo e seppellendolo. Peraltro, per colpevoli leggerezze e tragica fatalità, l evento provocava la morte anche di due persone estranee all attività lavorativa, fra cui un bambino, che si trovavano a colloquiare con il lavoratore. 4) Il 21 maggio 2002 in un laboratorio artigianale un addetto azionava l apertura del portellone automatico di ingresso, stazionandovi sotto mentre questo saliva. Improvvisamente si rompeva il cuscinetto di una puleggia, provocando la fuoriuscita e la rottura del cavo e, conseguentemente, il collasso del pesante portellone, da cui il lavoratore restava schiacciato (evento mortale). 107

108 5) Il 29 maggio 2003 in una segheria un operaio era intento a spostare delle lastre di marmo, agganciandole con una ventosa pneumatica mentre un collega con muletto le movimentava; mentre operava uno sganciamento, le funi di sollevamento colpivano un altra lastra posizionata di fronte, che subito dopo travolgeva il lavoratore, colpendolo sul volto e facendolo cadere, e causandogli un forte trauma cranico (gravità di 5400 giorni). 6) Il 4 luglio 2000 in un laboratorio artigianale l addetto era intento alla lucidatura di alcune lastre; accidentalmente poggiava la mano destra sul piano di lucidatura con la macchina in movimento; l infortunio gli causava gravi lesioni e la parziale amputazione della mano (gravità 4700 giorni). 7) Il 27 giugno 2003 in una cava di marmo di Orosei un lavoratore si trovava sopra una bancata da squadrare per segnare le misure del taglio da effettuare; improvvisamente perdeva l equilibrio e cadeva da un altezza di circa 3,5 metri, riportando trauma cranico e varie fratture (gravità 4500 giorni). Fattori aggravanti: - bancata ribaltata non in piano - presenza di fanghiglia 108

109 5. Aspetti prevenzionali Pur risultando la prevenzione materia vasta e complessa, alcuni semplici riflessioni e suggerimenti scaturenti dalle suddette analisi e messi all attenzione degli operatori del settore, possono tornare utili al fine di ridurre l impatto del fenomeno infortunistico. L approccio di base è quello legato alla nota sequenza logica identificazione dei pericoli definizione delle priorità disposizioni delle specifiche soluzioni. Tre sono, in particolare, gli aspetti su cui ci si sofferma: 1) la conoscenza, 2) le misure generali e procedurali, 3) i dispositivi di protezione. 1) La frase sintetizzata dal vecchio slogan conoscere per prevenire rappresenta in effetti il punto di partenza di ogni intervento prevenzionale, in quanto è indispensabile sapere di cosa si sta trattando. Conoscenza significa, nello specifico, avere consapevolezza di quali sono i principali fattori di rischio, ossia le modalità di accadimento che storicamente hanno determinato infortuni di maggiore gravità, per poter da una parte avere coscienza che un determinato comportamento o una data situazione hanno determinato infausti effetti, e conseguentemente mirare le azioni su tali elementi evitando il ripetersi di tragici eventi. In questo caso, l analisi condotta sui dati infortunistici ha evidenziato come i principali fattori di rischio siano costituiti dalle cadute (caduta dall alto e caduta in piano) e dall essere colpito/schiacciato da qualcosa. Quindi un ruolo determinante viene assunto dalla forza di gravità, sia direttamente (cadute) che indirettamente (essere colpiti/schiacciati). 2) Nello specifico rischio delle cadute dall alto, fra le più semplici misure prevenzionali risulta particolarmente utile determinare una zona a rischio di caduta; a tal proposito, la Mine Safety and Health Administration (MSHA) del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, indica una elevata possibilità di incidenti per quei lavoratori privi di protezioni che, operando in prossimità di strapiombi, si ritrovino a distanze inferiori a 2 metri circa da cigli stabili, per cui si può avere una indicazione di come, in prossimità di un precipizio, una fascia entro i 2 metri dal margine stabile possa comunque essere considerata come zona a rischio di caduta dall alto [4]. Implementata tale misura, si passa quindi ai veri e propri interventi di prevenzione delle cadute, ossia l uso di qualsiasi sistema che impedisca la caduta. Va innanzi tutto segnalata la misura di predisporre barriere fisiche ad evitare lo specifico rischio di cadute dall alto, in particolare mediante l installazione di opportuni parapetti o cavi di protezione quando dei lavoratori si trovino ad operare vicino al bordo di sporgenze. Secondo sempre l MSHA, il maggior numero di eventi mortali direttamente correlati ad una violazione di specifica norma di sicurezza nel settore estrattivo in USA riguarda appunto l obbligo di indossare cintura di sicurezza e funi di protezione quando si operi in situazioni in cui vi sia un pericolo di caduta (37 morti nel periodo ). In aggiunta, risulta opportuno predisporre delle specifiche segnalazioni visive che richiamino l'attenzione sul pericolo. Lo stesso ente americano indica come seconda e terza più comune violazione negli incidenti in cave e miniere l inosservanza rispettivamente dell obbligo di dotare ogni sito di lavoro di un accesso sicuro e di quello relativo all ispezione degli equipaggiamenti (mezzi, attrezzature, macchine, indumenti, ecc.) e la correzione degli eventuali difetti riscontrati. 109

110 Altra misura, conforme peraltro ai disposti dell art. 3 comma b) del D. Lgs. 626/94, è quella che tende alla eliminazione della minaccia. In tal senso, anche alla luce delle dinamiche esaminate, appaiono molto pertinenti le soluzioni che prevedono l utilizzo di unità di perforazioni idrauliche dotate di centraline per il comando a distanza, che consentono così all operatore di condurre e controllare le lavorazioni in condizioni di stabilità e sicurezza, senza cioè necessariamente richiederne la salita sopra il bancone o il blocco di roccia in lavorazione. Va inoltre rimarcata l opportunità di implementare adeguate procedure di sicurezza prima dell inizio delle attività, che codifichino analiticamente i comportamenti e le azioni necessarie ad una determinata fase lavorativa in relazione all addetto che è chiamato ad eseguirla ed alle corrette operazioni necessarie (chi deve fare cosa e come). La mancanza di tali procedure può anche essere causa di incidenti che esorbitano l ambito lavorativo in senso stretto, interessando anche soggetti terzi: il 24 gennaio 2005 su una strada statale nei pressi di Olbia, un camion stava trasportando un blocco di granito; questo era evidentemente fissato in modo inadeguato ed improvvisamente, scivolando dal pianale del camion, si schiantava sull auto che seguiva, provocando la morte del conducente. 3) Allorquando le misure generali non risultino applicabili, o comunque non si ritengano sufficienti, si deve fare ricorso, come ultima risorsa, come ricordato dal D.Lgs. 626/94, all utilizzo di specifici dispositivi individuali di protezione per fermare la caduta prima che questa procuri un danno. I D.P.I. specifici per il rischio di caduta dall alto sono rappresentati da imbracature e cavi di sicurezza, che dovrebbero essere rigorosamente utilizzati quando, ad esempio, ci si trovi ad operare nella zona di rischio di caduta come sopra definita. Tali dispositivi possono essere utilizzati sia come misura per prevenire una caduta che come mezzo per arrestare l eventuale caduta; in quest ultimo caso, l ancoraggio dovrà rispondere a più severi requisiti (essere in grado di garantire un adeguato carico, corda possibilmente con dispositivi di smorzamento ed ovviamente più corta dello spazio di caduta, ecc.). 110

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