L integrazione dal basso

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1 L integrazione dal basso Presentazione del seminario Prof.ssa Elena Besozzi L immigrazione in provincia di Brescia Presentazione dell Annuario CIRMiB Brescia, 25 ottobre 2012

2 L immigrazione a Brescia dati 2011

3 L immigrazione a Brescia Alcune caratteristiche Progressiva stabilizzazione, aumentano le iscrizioni in anagrafe Irregolarità in calo, ma ancora consistente (8,4%) Equilibrio tra uomini (55%) e donne (45%) Popolazione relativamente giovane (età media 35 anni): il 48% ha meno di 34 anni Lo stato civile vede prevalere i coniugati (60%), seguiti dai celibi/nubili (30%), l 11% delle donne è separata o divorziata (uomini il 2,4%) I nati da genitori entrambi stranieri nel 2010 (seconde generazioni): (il 30% del totale dei nati) Le nazionalità prevalenti sono: rumeni (25.350), marocchini (24.630), albanesi (23.770), indiani (18.270), pakistani (17.530) In crescita la religione cattolica (18,3%) anche se la religione prevalente è tuttora quella musulmana (49,3%), mentre le altre religioni cristiane sono al 17,8% Diminuiscono i senza titolo di studio (4,5%) e cresce il numero di diplomati (42,7%) e dei laureati (9,9%)

4 Fattori di stabilizzazione e di integrazione Il lavoro: il 42% ha un lavoro regolare a tempo indeterminato (in calo rispetto al 44% del 2010); il 15,5% è occupato in modo regolare a tempo determinato o part time; il 7,8% ha un lavoro irregolare più o meno stabile; l 11,8% risulta disoccupato (in calo rispetto al 12,5% del 2010). I settori di attività sono l industria (27%), l edilizia (11%), il lavoro di cura (circa il 10%). In crescita l imprenditoria ( nel 2011, + 6,3% rispetto al 2010) La casa: circa il 64% vive in casa in affitto, diminuisce la casa di proprietà (14,8% rispetto al 17,9% del 2010), in leggero aumento la sistemazione precaria (5,5% rispetto al 4% del 2010), di rilievo la questione degli sfratti (nel 2011, 570 a Brescia e 1223 in provincia) Anzianità della presenza: il 18% è in Italia da meno di 5 anni, il 49% da 5 a 10 anni, il 33% da oltre dieci anni

5 I minori stranieri a scuola sono gli alunni stranieri nell a.s. 2010/2011 (con un aumento del 7,3% rispetto all anno prima) e un incidenza del 16,5% (Milano 17,8%). E cresciuta in questi anni la presenza di alunni stranieri nati in Italia (le seconde generazioni): nell a.s. 2010/2011, sono il 48,3% (Lombardia il 48,1%); si tratta dell 83,1% dei bambini stranieri nella scuola dell infanzia, del 58,1% nella primaria, del 25,9% nella secondaria di I grado e del 9,9% nella secondaria di II grado La distinzione tra nati e non nati in Italia è ormai un fattore importante per la programmazione dell attività didattica e dei processi di apprendimento

6 Le risorse per l accoglienza Circa 50 punti di accoglienza (sportelli pubblici e privati) censiti in provincia 2 centri SPRAR 35 associazioni di immigrati iscritte alla banca dati di Regione Lombardia 10 corsi di italiano per stranieri in città

7 Misure di integrazione Il potenziale di integrazione (Cnel): La Lombardia e la provincia di Brescia, pur avendo un alta capacità di attrazione della popolazione immigrata (indice di attrattività alto), non sono però ai primi posti riguardo le condizioni che favoriscono l integrazione. L indice sintetico circa il potenziale di integrazione, in sostanza, colloca la Lombardia al nono posto, con un valore nell indice di 56,6%, più basso rispetto a Friuli-Venezia Giulia (valore di 70,6) e Toscana (valore di 66). Indice di integrazione (Ismu): analizzate sinteticamente più dimensioni (economica, politica, sociale, culturale) del processo di integrazione. Nel panorama regionale, la provincia di Brescia risulta con un valore dell indice pari a 0,55, leggermente al di sotto del dato lombardo (0,57) e in lieve diminuzione rispetto all anno precedente (0,56 Brescia, 0,56 Lombardia).

8 Quale integrazione? E a partire dagli attori in gioco - autoctoni e stranieri dentro e fuori le istituzioni che si colgono meglio e più direttamente i percorsi e le dinamiche di costruzione dell integrazione e lo sviluppo di nuove forme di convivenza Il territorio, i luoghi e gli spazi di vita, acquistano rilevanza, in una prospettiva che ne valorizza la portata, considerandone l efficacia nel produrre possibilità di convivenza e di coesione sociale. L integrazione dal basso argina la crisi del senso di appartenenza e della cittadinanza e ricostruisce quel delicato equilibrio tra inclusione ed esclusione, universalismo e riconoscimento delle differenze

9 L annuario del CIRMiB Un volume che presenta dati statistici e di ricerca e offre spunti di riflessione su alcune questioni emergenti In primo piano:i diritti di cittadinanza e i diritti antidiscriminatori, la situazione dei rifugiati e le difficoltà nell accoglienza, i percorsi delle donne, l accesso ai servizi, la situazione dei minori e delle seconde generazioni

10 Il seminario L integrazione dal basso una proposta di riflessione ampia, con uno sguardo in avanti, reso ancora più necessario oggi, a fronte della profonda crisi socio-politica di tutto il bacino del Mediterraneo, destinata ad avere importanti ripercussioni anche nel nostro paese e della crisi economica europea ed internazionale che mettono in gravi difficoltà anche i migranti in cerca di condizioni di vita e di lavoro migliori In primo piano vengono messe le azioni positive e le buone pratiche che i cittadini autoctoni insieme agli stranieri riescono ad intraprendere nei diversi campi, dal lavoro, alla sanità, dalla scuola, ai servizi sociali, per mostrare come la realtà della vita quotidiana sia ricca di possibilità e di esperienze che favoriscono la convivenza e al contempo indeboliscono pregiudizi e discriminazioni

11 se degli esseri umani accettano e apprezzano altri esseri umani e s impegnano nel dialogo, di colpo le differenze culturali non sono più un casus belli. Si può essere differenti e vivere insieme, e si può imparare l arte di vivere con la differenza, rispettandola, salvaguardando la diversità dell uno e accettando la diversità dell altro. Si può farlo ogni giorno impercettibilmente, in città [Z.Bauman, 2005]