REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI UDINE

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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI UDINE SECONDA SEZIONE CIVILE Il Giudice dott. Francesco Venier, ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di primo grado iscritta al n 6124/2013 del R.A.C.C. in data 11/11/2013, iniziata con atto di citazione notificato in data 6 novembre 2013 (Cron. n U.N.e P. del Tribunale di Udine) d a in calce alla copia notificata dell atto di citazione, a t t o r i o p p o n e n t i c o n t r o margine della comparsa di costituzione e risposta, c o n v e n u t o o p p o s t o avente per oggetto: contratti bancari , trattenuta a sentenza all udienza di precisazione delle conclusioni del 19/10/2015, nella quale le parti hanno formulato le seguenti CONCLUSIONI - per gli attori opponenti: Voglia il Tribunale Ill.mo SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 1

2 revocare il decreto ingiuntivo opposto e respingere ogni domanda avversaria per la mancata prova dei fatti costitutivi; in subordine, accertare e dichiarare la nullità o comunque l inefficacia delle clausole del contratto di apertura di credito inter partes di determinazione e di applicazione degli interessi ultralegali; accertare in euro ,79 l ammontare di quanto indebitamente corrisposto alla banca convenuta dalle opponenti ovvero dall istituto di credito a queste addebitato; dichiarare conseguentemente Banca obbligata alla restituzione in favore delle opponenti dell importo come sopra accertato, con interessi legali e rivalutazione monetaria dai singoli addebiti sino al saldo effettivo; dichiarare la compensazione ai sensi e per gli effetti dell art e ss. cod. civ. fra l importo di cui sopra con quanto dalle opponenti dovuto in linea capitale all istituto di credito; condannare la convenuta opposta alla rifusione delle spese di lite, comprensive del compenso per la consulenza tecnica di parte, con loro distrazione ai sensi e per gli effetti dell art. 93 cod. proc. civ. in favore del difensore, che dichiara di non avere riscosso il compenso e le spese da egli anticipate, e ponendo definitivamente a carico di Banca C le spese di CTU. - per la convenuta: In via preliminare: autorizzarsi la provvisoria esecuzione al decreto ingiuntivo opposto non essendo l opposizione fondata su prova scritta. SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 2

3 In via principale di merito: respingersi l opposizione perché infondata. Spese rifuse. In via subordinata di merito: accertato e dichiarato che il tasso annuo effettivo per conseguenza della capitalizzazione è un mero indicatore finanziario che indica il valore del tasso pattuito tra le parti tenuto conto della capitalizzazione; accertato e dichiarato che tra le parti sono stati pattuiti e applicati interessi entro il tasso soglia fissato per legge; accertate e dichiarate l esistenza e l entità del credito vantato dalla Banca Popolare di nei confronti di 1) B C S Aziendali S.n.c. di S B e C. con sede in 3 - M, via n.71/9 (c.f.) in persona della socia amministratrice B Silvia, condannarsi la stessa nonché - nella loro qualità di socie illimitatamente responsabili e di garanti - 2) R E (nata a U C.F.: ) res. in - C di T, via n. 17 e 3) B S (nata a M C.F.: ) res. in - M, via n. 16, al pagamento, in favore della Banca Popolare di, con il vincolo della solidarietà, della complessiva somma di ,55, o di quella che risulterà di giustizia, oltre agli interessi, tutti entro i limiti di legge, al tasso del 12,75% dall al saldo. Spese rifuse. RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA DECISIONE Con atto di citazione notificato in data 6 novembre 2013, BS e R E, nella loro qualità di socie amministratrici della società B - C S Aziendali s.n.c. di S B e C. ed in proprio, quali SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 3

4 fideiussori della predetta società, hanno proposto opposizione avverso il decreto con il quale è stato loro ingiunto il pagamento in favore della Banca s.p.a. della somma di ,55, corrispondente alla esposizione maturata sul conto corrente acceso dalla C S Aziendali presso la filiale di M della banca, oltre ad interessi e spese. Le opponenti hanno dedotto che il tasso degli interessi convenuti contrattualmente, pari al 13,37267%, era superiore al tasso soglia previsto dalla normativa di contrasto all usura, che alla data di conclusione del contratto era del 12,765% ed hanno eccepito la illegittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori. Le opponenti hanno chiesto pertanto che venga accertato che nulla devono alla banca a titolo di interessi e che questa venga condannata a restituire le somme indebitamente addebitate a tale titolo. Si è costituita nel termine di cui all art. 166 c.p.c. la Banca s.c.p.a., subentrata nel rapporto alla Banca d, contestando la fondatezza delle avversarie domande e deducendo che il tasso di interesse convenuto per l extra fido era del 12,75%, dunque inferiore al tasso soglia, e che il tasso del 13,37267% era quello annuo effettivo per conseguenza della capitalizzazione, che non assumeva rilevanza ai fini delle norme di contrasto dell usura. Assegnati i termini per la modifica o la precisazione delle domande e per le richieste di prova, la causa era istruita, oltre che con l acquisizione dei documenti offerti dalle parti, a mezzo di una C.T.U. diretta ad accertare se, in base ai principi della tecnica bancaria, per la determinazione del TEG SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 4

5 degli interessi applicati ad un rapporto di apertura di credito in conto corrente ai fini della applicazione della normativa antiusura si debba tenere conto della capitalizzazione trimestrale legittimamente convenuta dalle parti e se nel rapporto oggetto di causa il tasso di interesse in concreto applicato dalla banca convenuta fosse superiore al tasso soglia previsto dalla normativa antiusura, tenuto conto anche delle commissioni e spese che rilevano a questo fine. Nell udienza del 19 ottobre 2015 i procuratori delle parti hanno precisato le rispettive conclusioni come in epigrafe ed il Giudice istruttore ha trattenuto la causa a sentenza a norma dell art. 281 quinquies c.p.c., assegnando i termini di legge per il deposito delle comparse conclusionali e delle memorie di replica. Il documento di sintesi delle condizioni economiche del contratto di conto corrente concluso dal C S Aziendali s.n.c. (doc. 2 di parte attrice) indica quale tasso annuo effettivo per conseguenza della capitalizzazione quello del 13,37267%, pacificamente superiore al tasso soglia vigente alla data di conclusione del contratto, che era quello del 12,765%. Secondo la banca convenuta, quel tasso non dovrebbe essere preso in considerazione ai fini della verifica del superamento del tasso soglia, trattandosi di un mero indicatore finanziario che esplicita l effetto teorico della capitalizzazione del tasso effettivamente convenuto ed applicato, che è quello del 12,75%, inferiore al tasso soglia. La capitalizzazione trimestrale degli interessi è stata contrattualmente pattuita, in conformità al disposto dell art. 2 della Delibera del CICR 9/2/2000, adottata in attuazione dell art. 120 del T.U.B., che impone che SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 5

6 nel conto corrente l'accredito e l'addebito degli interessi avviene sulla base dei tassi e con le periodicità contrattualmente stabiliti e che nell'ambito di ogni singolo conto corrente deve essere stabilita la stessa periodicità nel conteggio degli interessi creditori e debitori e consente che il saldo periodico (produca) interessi secondo le medesime modalità. A norma dell art. 1 del d.l , n. 394, convertito con legge , n. 24, ai fini dell'applicazione dell art. 1815, secondo comma, del codice civile, si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal momento del loro pagamento. Il limite stabilito dalla legge, all epoca di conclusione del contratto per il quale è causa era indicato dall art. 2 comma 4 della legge 108/1996 nel tasso medio risultante dall'ultima rilevazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà e il primo comma prevedeva (e prevede) appunto la rilevazione trimestrale, ad opera del Ministro del Tesoro, dei tassi effettivi globali medi (TEGM), comprensivi di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, riferito ad anno, degli interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti negli elenchi tenuti dall'ufficio italiano dei cambi e dalla Banca d'italia ai sensi degli articoli 106 e 107 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, nel corso del trimestre precedente per operazioni della stessa natura. Allo stesso modo, per verificare il superamento del tasso soglia, questo SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 6

7 deve venire comparato al tasso determinato tenendo conto delle commissioni, delle remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse e riferito all anno solare. Secondo la banca convenuta il TEG del contratto di conto corrente concluso dal C S Aziendali s.n.c. corrisponderebbe a quello nominale, al netto degli effetti della capitalizzazione trimestrale. Poiché la questione involgeva profili di tecnica bancaria e di matematica finanziaria, si è ritenuto di approfondire la questione sotto il profilo tecnico, incaricando della consulenza un docente universitario della materia, il prof. Michele Rutigliano. Le conclusioni del consulente, su questo punto condivise anche dai consulenti di parte, hanno confermato la rilevanza, ai fini della applicazione della normativa antiusura, della capitalizzazione trimestrale degli interessi e ciò in quanto la formula di determinazione del TEG applicato al contratto, stabilita dalle Istruzioni della Banca d Italia, considera quale elementi del calcolo i numeri debitori indicati negli estratti conto scalari, che tengono conto degli interessi che vengono capitalizzati trimestralmente. Solo in questo modo, d altra parte, è soddisfatta l esigenza di rapportare il tasso degli interessi all anno solare, in coerenza con l art. 2 comma 1 della legge 108 del 1996 che prevede che il TEGM rilevato ai fini della individuazione del tasso soglia sia riferito ad anno. Siccome gli effetti della capitalizzazione sulla percentuale del TEG prescindono dall ammontare degli interessi capitalizzati (altrimenti la banca convenuta non avrebbe neppure potuto indicare il tasso annuo effettivo per conseguenza della capitalizzazione nelle condizioni economiche del SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 7

8 contratto), è certo che, anche per il solo effetto della capitalizzazione e senza tener conto delle ulteriori spese (che pure rileverebbero in base alla legge), il tasso effettivo convenuto dalle parti era superiore al limite di legge. Ne consegue, in base all art comma 2 c.c., norma ritenuta di carattere generale ed applicabile anche a contratti diversi dal mutuo (ma la apertura di credito in conto corrente è in un certo modo assimilabile ad un mutuo) che la clausola che prevede la applicazione di interessi passivi è nulla e che la società correntista nulla deve a titolo di interessi. Sotto questo profilo è irrilevante che la mancanza degli estratti conto scalari impedisca di verificare se siano stati effettivamente applicati interessi ad un tasso usurario: la legge sanziona penalmente sia chi si fa dare, che chi si fa promettere interessi usurari e l art comma 2 c.c. subordina la nullità della clausola relativa agli interessi al fatto che siano stati convenuti interessi usurari, non anche al fatto che siano stati effettivamente corrisposti. Ovviamente, nel caso di specie, il carattere oggettivamente usurario degli interessi convenuti non comporta che vi sia la prova anche della commissione del delitto di usura da parte dei funzionari della banca che hanno concluso il contratto di conto corrente con la società attrice, atteso che è evidente l errore in cui sono incorsi ritenendo di attribuire rilevanza solamente al tasso degli interessi semplici e non a quello risultante dalla capitalizzazione trimestrale, di tal che non è ravvisabile l elemento soggettivo del delitto e non vi sono quindi gli estremi per trasmettere gli atti al competente ufficio di Procura. SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 8

9 La prima delle domande attoree va dunque accolta e va dichiarata la nullità della clausola contestata. A tale nullità consegue la non debenza delle somme addebitate nel corso del rapporto a titolo di interessi; la mancata produzione degli estratti conto e degli scalari impedisce però di quantificare le somme addebitate in esecuzione della clausola nulla. Indipendentemente da ciò, la domanda di condanna della banca alla restituzione di dette somme non può trovare accoglimento: tale domanda va qualificata come ripetizione di indebito e per poter chiedere la restituzione di somme che costituiscono oggetto di un indebito oggettivo, è necessario che tali somme siano state oggetto di un pagamento. La mera annotazione in conto di una posta di interessi illegittimamente addebitati dalla banca al correntista comporta un incremento del debito dello stesso correntista, o una riduzione del credito di cui egli ancora dispone, ma in nessun modo si risolve in un pagamento, nel senso che non vi corrisponde alcuna attività solutoria in favore della banca; con la conseguenza che il correntista potrà agire per far dichiarare la nullità del titolo su cui quell'addebito si basa, allo scopo eventualmente di recuperare una maggiore disponibilità di credito, nei limiti del fido accordatogli, ma non potrà agire por la ripetizione di un pagamento che, in quanto tale, da parte sua non ha ancora avuto luogo (Cass. sez. III, 15 gennaio 2013, n 798); la medesima sentenza chiarisce che di pagamento, nella descritta situazione, potrà dunque parlarsi soltanto dopo che, conclusosi il rapporto di apertura di credito in conto corrente, la banca abbia esatto dal correntista la restituzione del saldo finale, nel computo del quale risultino SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 9

10 compresi interessi non dovuti e, perciò, da restituire se corrisposti dal cliente all'atto della chiusura del conto, ovvero nel caso in cui nel corso del rapporto siano intervenute rimesse aventi efficacia solutoria e non meramente ripristinatoria della provvista. Gli attori hanno dedotto che il conto corrente intestato al C S Aziendali s.n.c. è stato chiuso e anche nel ricorso per decreto ingiuntivo la banca ha parlato di conto già in essere, ma sicuramente il saldo negativo del conto (comprensivo degli interessi indebitamente addebitati) non è stato pagato prima dell inizio della presente causa, atteso che il pagamento è stato richiesto con il ricorso monitorio (e la mancata concessione della provvisoria esecutorietà ha impedito che l importo ingiunto venisse pagato nelle more del presente giudizio); inoltre, la mancanza degli estratti conto impedisce di verificare se vi siano state in precedenza rimesse solutorie (circostanza, peraltro, neppure allegata dagli attori). La presente sentenza deve pertanto limitarsi ad accertare la non debenza delle somme addebitate sul conto corrente a titolo di interessi, senza poterle quantificare. E vero che in corso di causa gli attori hanno chiesto che venisse ordinato alla banca convenuta la esibizione degli estratti conto, ma la richiesta istruttoria non è stata ribadita con le conclusioni da ultimo precisate e non è pertanto possibile rimettere la causa in istruttoria per acquisire tale documentazione. In ogni caso, come già affermato nella ordinanza istruttoria pronunciata nell udienza del , la richiesta è inammissibile atteso che i documenti in questione erano nella disponibilità della società attrice, sia SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 10

11 perché a suo tempo inviatile, sia perché essa avrebbe potuto (e dovuto) chiederne copia alla banca a norma dell art. 119 del T.U.B. Oltre ad impedire la precisa quantificazione degli addebiti eseguiti in forza della clausola contrattuale nulla, la mancata produzione degli estratti del conto corrente va a detrimento anche della banca attrice, atteso che rende impossibile la quantificazione del suo eventuale credito, depurato degli interessi. Una volta accertata la nullità dell addebito degli interessi, anche gli estratti conto certificati prodotti con il ricorso per decreto ingiuntivo perdono la loro valenza probatoria; ne consegue che alla revoca del decreto ingiuntivo opposto non può seguire la condanna della società opponente e delle sue due socie illimitatamente responsabili e garanti al pagamento della somma eventualmente dovuta comunque dal C S Aziendali alla banca. Banca è dunque integralmente soccombente e vanno quindi poste a suo carico sia il costo della C.T.U., che le spese del giudizio di opposizione, che si liquidano come in dispositivo e vanno distratte in favore del procuratore attoreo, che nel precisare le conclusioni ha dichiarato di avere anticipato le spese e non riscosso gli onorari; la mancata documentazione dei relativi esborsi impedisce di liquidare anche la spesa sostenuta per la attività del consulente di parte, come richiesto dagli attori nelle loro conclusioni. p. q. m. Il Giudice, ogni diversa domanda ed eccezione reiette ed ogni ulteriore deduzione disattesa, definitivamente pronunciando, 1) Accerta e dichiara la nullità della clausola del contratto di conto corrente SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 11

12 concluso in data 14 ottobre 2009 da B - C S Aziendali s.n.c. di S B e C. con la Banca che prevede la applicazione alle poste del conto di interessi passivi; 2) Dichiara che le somme addebitate nel corso del rapporto sul conto corrente n acceso da B - C S Aziendali s.n.c. di S B e C. presso la Filiale di M della Banca Popolare a titolo di interessi non sono dovute e, per l effetto, 3) Revoca il decreto ingiuntivo n. 2011/13 pronunciato dal Giudice designato di questo Tribunale in data settembre 2013; 4) Condanna Banca Popolare, in persona del legale rappresentante, a rifondere a B - C S Aziendali s.n.c. di S B e C., B S e R E, in solido tra loro, le spese del presente giudizio, liquidate in 345,27 per esborsi, in 2.400,00 per la fase di studio, in 1.500,00 per la fase introduttiva, in 4.000,00 per la fase istruttoria, in 3.100,00 per la fase decisoria ed in 1.650,00 per rimborso forfettario delle spese, oltre IVA e CPA, con distrazione in favore del procuratore antistatario avvocato Roberto Cianci; 5) Pone in via definitiva la spesa della C.T.U. a carico di Banca Popolare Sentenza provvisoriamente esecutiva ex lege. Così deciso in Udine, il 21 marzo Il Giudice - Dott. Francesco Venier - SENTENZA N 6124/13 R.A.C.C. Pag. 12