Delibera: 159 / 2015 del 14/12/2015

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3 RELAZIONE SPECIALISTICA CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DELL IMPIANTO La presente relazione illustra le scelte tecniche inerenti la tipologia e il dimensionamento dell impianto di illuminazione pubblica da ubicarsi nelle vie Scano, Abbazia, Taramelli, Marini, Lovisato, Palomba, Randaccio e altre strade della città di Cagliari. L andamento dell impianto e i particolari costruttivi sono riportati nelle tavole grafiche progettuali dedicate a cui si rimanda, mentre per la tipologia dei materiali e le relative schede tecniche fa fede il capitolato speciale d appalto. RISPONDENZA A LEGGI E REGOLAMENTI Le principali leggi alle quali occorre attenersi sono: D.P.R. 547 del 15/4/55; Legge 186 del 01/03/68 Disposizioni sulla produzione di materiali elettrici; Legge 791 del 18/10/77 garanzie di sicurezza del materiale elettrico; D.M. del 10/04/84 Eliminazione dei radiodisturbi; Per quanto concerne le norme CEI, devono essere ottemperate le disposizioni contenute nelle seguenti Norme: CEI 11-17: impianti di produzione, trasporto, distribuzione energia elettrica. Linee in cavo. CEI 64-8 : impianti elettrici a tensione nominale a 1000V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua; UNI : Selezione delle categorie illuminotecniche; UNI fascicoli : Classificazione illuminotecnica delle strade e requisiti prestazionali; UNI 10819: Limitazione del flusso luminoso verso l alto. SISTEMA DI ALIMENTAZIONE Gli impianti in oggetto sono dotati di proprio allaccio alla rete dell illuminazione pubblica, sono pertanto classificabili come sistemi di I categoria e la protezione contro i contatti indiretti è del tipo TT. Limitatamente agli impianti di cui alla presente relazione non è previsto il collegamento a terra mediante impianto di terra indipendente in quanto le uniche masse metalliche sono rappresentate dai pali di sostegno essendo previsto sia per i corpi illuminanti che per i conduttori un isolamento di tipo II. 1

4 DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI La potenza dell impianto è stata calcolata sulla base della somma delle singole potenze installate e risulta facilmente installabile trattandosi di utilizzatori fissi. STUDIO ILLUMINOTECNICO Come già accennato i riferimenti normativi in vigore sono la UNI e la UNI Il dimensionamento illuminotecnico sarà effettuato al fine di soddisfare entrambe le norme. Nel calcolo non si è tenuto conto dei corpi illuminanti privati posti all ingresso delle rispettive attività commerciali i quali, nel caso di interferenza con l illuminamento della strada e conseguente abbattimento della luce dovranno essere dismessi. REQUISITI ILLUMINOTECNICI DELLE STRADE A TRAFFICO MOTORIZZATO Per la classificazione delle strade è possibile, applicando il codice della strada, estrapolare dalla tabella le categorie illuminotecniche una classificazione di tipo F che corrisponde ad un indice della categoria illuminotecnica pari a 2 classificandola come Me3. Sulla base della Norma UNI il progettista, verificati i rischi di visione connessi, utilizzando apparecchi che emettono luce con indice di resa cromatica maggiore o uguale a 60 può declassare al massimo di una categoria illuminotecnica la strada. Pertanto utilizzando apparecchiature a tecnologia LED che rispondono a tale requisito e considerando che si può ipotizzare una riduzione del traffico veicolare (già molto scarso) nelle ore notturne del 50%, si può classificare la strada in oggetto come Me4c. In virtù di questa classificazione il valore della luminanza media mantenuta è pari a 0,75 Lm cd/mq con uniformità U0 minima richiesta di 0,4 Lmin/Lmed su tutta la carreggiata e Ul di 0,5 Lmin/Lmax lungo la mezzeria di ogni corsia e abbagliamento debilitante con indice T massimo pari a 15. Non è possibile fornire prescrizioni per i manti stradali bagnati, in quanto le informazioni possedute attualmente sulle caratteristiche di riflessione non sono sufficienti allo scopo. In generale si può affermare che i rivestimenti rugosi e/o resi più chiari migliorano la qualità della installazione in ogni condizione di tempo in quanto riportano parametri non influenzabili dalla pioggia. POSIZIONAMENTO DELLE SORGENTI LUMINOSE Le sorgenti luminose scelte per tale tipologia di strada sono del tipo testa palo con armature a tecnologia LED, in classe di isolamento II. 2

5 Il posizionamento e stato scelto del tipo bifrontale per la Via Scano facendo si che venga eliminato l'attuale impianto ubicato nella corsia centrale in mezzo alle piante e unilaterale nelle altre strade. L altezza di installazione varia tra gli 8 mt. e i 10 mt. DIMENSIONAMENTO ELETTRICO Gli impianti saranno alimentati col sistema trifase e neutro. Il principio di funzionamento é quello dell induttanza variabile. Ciascun impianto si compone di una dorsale d alimentazione con conduttori di rame isolati in gomma EPR G7 con guaina in PVC tipo FG7R 0,6/1 KV di sezione non inferiore a 16 mmq. Le linee elettriche troveranno alloggiamento entro canalizzazione interrata in PVC a protezione della quale sarà steso un massetto in cls del tipo R bk 200 dello spessore di 10 cm, posato al di sopra della generatrice superiore del tubo, e, in corrispondenza delle derivazioni ai punti luce, pozzetti ispezionabili interrati realizzati in cls vibrato o in mattoni semipieni o compresi nel blocco di fondazione prefabbricato, completi di chiusino a vista in ghisa a grafite sferoidale (UNI 4544) carrabile con carico di rottura pari a 12.5 t. Le derivazioni ai punti luce saranno realizzate mediante muffole, previste in numero di due per palo e quattro per pozzetto di derivazione. L impianto, sarà realizzato con componenti in doppio isolamento o isolamento equivalente, scelti fra quelli provvisti del marchio IMQ e, eccezionalmente, con certificazione rilasciata dal costruttore, in ottemperanza alla legge 18/10/77 n L alimentazione sarà sia in derivazione dagli impianti esistenti posti lungo le vie limitrofe e sia, per quanto concerne la Via Scano ubicata presso due quadri esistenti nelle vie Scano e Angioni Contini. Per quanto concerne invece la Via Dell'Abbazia e il tratto iniziale di Via Dei Conversi si è preferito riportare l'impianto al quadro di Via S.Anania più baricentrico per una migliore distribuzione dei carichi. Per maggiore sicurezza é stato previsto a protezione di ciascuna linea, un interruttore magnetotermico differenziale con Id. 0,3 A, di tipo K e in caso di impianti in classe I verificando che: R t < 50/Id Rt é il valore della resistenza di terra in ohm; Id é il valore della corrente di intervento differenziale, in ampere. Pur non essendo specificatamente richiesto dalle Norme CEI, l impianto é protetto contro i 3

6 sovraccarichi, verificando la relazione: Ib< In < Iz e If< 1,45 Iz Ib corrente d impiego della linea; In corrente nominale del dispositivo di protezione; if corrente convenzionale di funzionamento del dispositivo di protezione. Per determinare il potere di corto circuito della protezione nel punto di installazione, é stata calcolata la corrente di corto circuito presunta con la formula: Icc = Vn / (Rtot 1, Xtot 2 ) Vn = tensione nominale Rtot = resistenza totale (linea - trasformatore) Xtot = reattanza totale (linea - trasformatore) Per i valori di reattanza e resistenza del trasformatore di cabina é stato preso ipoteticamente in considerazione un trasformatore da 400 KVA. Inoltre nella scelta delle caratteristiche del dispositivo di protezione contro i corto circuiti é stato verificato che il valore dell integrale di Joule lasciato passare dall interruttore non sia superiore al limite ammissibile dal cavo, attraverso la seguente formula: ( I 2 t) < K 2 S 2 dove il termine (I t) é l energia specifica lasciata passare dal dispositivo d interruzione, e il termine K S rappresenta il massimo valore di energia specifica che il cavo é in grado di sopportare. La verifica é stata effettuata solo per la ICC max, in quanto essendo stata prevista la protezione da sovraccarico con l impiego di un interruttore magnetotermico, la linea risulta protetta qualunque sia la corrente di corto circuito per guasto all estremità della linea. Il dimensionamento delle sezioni dei conduttori é stato impostato tenendo conto della corrente in ciascun tratto di linea e sulla base della portata massima dei cavi (tabella CEI-UNEL Pr 1705) di cui é prevista l utilizzazione. 4

7 La verifica della caduta di tensione in linea, é stata calcolata per ogni tronco di linea utilizzando la seguente formula approssimata: DV = Z L Ib/1000 Z = impedenza per chilometro di linea [Z = K (R cos O x Xsen O)], secondo tabella CEI-UNEL Pr 1705; L = lunghezza in metri della linea; Jb = corrente di impiego della linea. DIMENSIONAMENTO DELLE CONDUTTURE Per il dimensionamento delle condutture si sono tenuti in considerazione i fenomeni meccanico termico ed elettrico. Per il loro dimensionamento si è inizialmente fissata la sezione minima per i vari tratti in base alla continuità con l impianto esistente, si è quindi verificato che la portata del conduttore fosse superiore alla corrente di impiego e che si verificasse la protezione del conduttore da parte del dispositivo di protezione, infine, calcolati i valori di caduta di tensione, se il valore superava quello voluto, si è aumentata la sezione del cavo in modo da ridurre i valori di resistenza e reattanza unitarie e perciò diminuire la caduta di tensione fino a rientrare nel limite prefissato. Altro concetto da tenere presente nella posa in opera delle condutture è la loro distanza da eventuali altri cavi di energia o di trasmissione dati che non deve essere inferiore a 30 cm. Nel caso in cui non sia possibile ciò bisognerà provvedere ad isolare ulteriormente il cavo mediante protezione meccanica secondo quanto stabilito dalla norma CEI 11/17 tenendo ferme le profondità di posa che sono di cm. Nelle banchine pedonali e di 1 mt. negli attraversamenti stradali prevedendo il rifacimento di alcuni cavidotti ormai obsoleti. CALCOLO CADUTA DI TENSIONE La Norma CEI 64-8 stabilisce nel 4% della tensione nominale la caduta di tensione massima ammissibile, mentre, per quanto riguarda gli impianti di illuminazione esterna è ammessa una caduta sino al 5% della tensione nominale. Ad ogni buon conto si è stabilito di utilizzare una sezione di 16 mmq. per la dorsale dell impianto mediante l utilizzo di cavo butile del tipo FG7OR 0,6/1kV ampiamente sovradimensionata rispetto ai carichi allacciati anche per poter sopperire a futuri ampliamenti dell impianto senza dover, nel caso, sostituire il cavo della linea principale 5

8 considerando, come dato progettuale una caduta di tensione massima del 3%. DIMENSIONAMENTO DEI BLOCCHI DI FONDAZIONE Come prescritto dalla norma CEI 64-7 seconda edizione art , la verifica della stabilita delle fondazioni deve essere conforme alla norma CEI L ipotesi di calcolo adottata, sulla base del D.M e alla circolare Mi LL.PP. n , e successive variazioni ed integrazioni, tiene conto della zona di sovraccarico D, per cui strutture di altezza 10 mt < H < 20 mt si adotta una pressione cinetica uniforme q pari a 96 Kg/m, così determinata: q = H + 20 q H = altezza della struttura; q20 pressione cinetica riferita a mt 20 dal suolo, in zona 4 vale 122 Kg/m. La pressione cinetica Qs applicata a un sostegno conico di altezza h dal suolo, si calcola con la formula: Q s = qxhx Db + 2Ds 6 Db = diametro di base del sostegno; Ds diametro in sommità del sostegno; h = altezza del palo fuori terra. Per fondazioni a blocco unico: 1) il momento ribaltante Mr é stato calcolato con la formula: Mr = Qs x (h + c) C = altezza del blocco. 2) il momento stabilizzante é stato calcolato con la formula: Ms = P x a12 6

9 P = peso del blocco, o delle strutture che insistono su di esso; a lato del blocco. Per i blocchi di fondazione parallelepipedi a base quadrata é stato verificato che: Mr < 0,85 Ms 7 Copia su supporto analogico di documento informatico sottoscritto da Pierpaolo Piastra il 02/12/ :45:18 con firma digitale rilasciata dal Certificatore InfoCamere..

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