NORME TECNICHE ATTUATIVE DEL PIANO DI RECUPERO DI VIA BRUSADE

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1 REGIONE VENETO PROVINCIA DI VENEZIA COMUNE DI SAN DONA DI PIAVE VARIANTE AL P.D.R. DI INIZIATIVA PRIVATA APPROVATO CON D.C.C. N. 33 DEL 15/03/2007 PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO RESIDENZIALE SITO IN VIA BRUSADE 98, denominato CONDOMINIO BENJAMIN Spazio riservato all Ufficio Protocollo Spazio riservato all Ufficio Urbanistica NORME TECNICHE ATTUATIVE DEL PIANO DI RECUPERO DI VIA BRUSADE RICHIEDENTE ASTRA SRL C.F./P.IVA (Cognome/nome) Richiedente) via Cesare Battisti n San Dona di Piave (VE) (Firma del PROGETTISTA Arch Laura FAVOTTO con studio professionale in Musile di Piave Prov. VE Via Millepertiche n 1 CAP Cell.347/ laura.favotto@gmail.com Ordine professionale degli Architetti n 4053 della Provincia di Venezia C.F./Partita IVA (Timbro e Firma del Progettista)

2 Indice PREMESSE Art. 1 Descrizione Art. 2 Contenuti e finalità Art. 3 Elementi costitutivi del piano di recupero Art. 4 Metodo di attuazione Art. 5 Valore prescrittivo degli elementi costitutivi Art. 6 Definizioni urbanistiche Art. 7 Limiti di distanza per gli interventi a completamento del limite di inviluppo all interno delle zone di degrado Art. 8 Zonizzazione Art. 9 Destinazione d'uso Art. 10 Standard Art. 11 Edificabilità Art. 12 Dimensionamento Art. 13 Incremento 15% Art. 14 Norme transitorie Art. 15 Disposizioni finali

3 PREMESSE Trattasi di variante al Piano di Recupero di iniziativa privata denominato CONDOMINIO BENJAMIN, approvato con D.C.C n- 33 del 15/03/2007, presentata ad opere già parzialmente eseguite. Per questo motivo vengono mantenute invariate le NTA già approvate dal vigente PDR, salvo lievi modifiche ed integrazioni nel rispetto del nuovo progetto presentato. Art. 1 Descrizione La porzione di territorio del Comune di San Donà di Piave, situata tra via Brusade 98 ed il parco Benjamin che insiste sui mappali 35, 164, 166, 167, 168 del Foglio 42 è soggetto al Piano di Recupero di iniziativa privata Piano di Recupero di via Brusade con successiva variante. Gli interventi edificatori propriamente detti, dai quali deriva la modificazione dell'assetto dei luoghi, sono disciplinati da quanto previsto dalla documentazione grafica che costituisce il progetto del P.d.R., dai dati dimensionali di cui alle specifiche tabelle parametriche e dal presente testo di Norma Tecnica di Attuazione. Art. 2 Contenuti e finalità Il Piano di Recupero vigente e la variante presentata sono volti a perseguire: 1. il ripristino delle funzioni di carattere residenziale tramite un insieme di opere che intervengono nel tessuto edificato esistente volto al recupero, alla ristrutturazione, ma anche alla demolizione ed alla nuova costruzione; 2. il riordino urbanistico ambientale, mediante opere che, intervenendo sulle porzioni edificate e sugli spazi liberi, consentendo il recupero all'uso pubblico o privato di spazi attualmente degradati; 3. verrà creato un collegamento tra il parco Benjamin e la nuova volumetria a destinazione residenziale, realizzato un muro in cemento armato che con inciso il nome del parco aprirà la

4 prospettiva al verde che conduce attraverso una zona di area a verde intensamente arredata con piante ornamentali e tappeti di roccia perlata di vario colore, verso l'interno del parco. Art. 3 Elementi costitutivi del piano di recupero Il Piano di Recupero è composto da tutti i documenti e gli elaborati previsti dalle disposizioni di Legge vigenti Legge 457/78 e L.R. 11/04 fatto riferimento alla porzione di territorio interessato dall'intervento. Nello specifico i documenti di cui si compone la variante al piano sono: TAVOLA N. 01 TAVOLA N. 02 TAVOLA N. 03 TAVOLA N. 04 TAVOLA N. 05 TAVOLA N. 06 Inquadramento: Estratto di mappa, estratto PRG, planimetria stato in variante, dimostrazione delle superfici e degli standards urbanistici; Verifica Superficie Netta di Pavimento. Volumi stato di progetto in variante; Planimetria degli standard: ultimo stato assentito (D.C.C. n. 33 del e P.d.C. n. 280/2007), stato comparativo e stato di progetto in variante; Stato di progetto: planimetria generale, schemi piante e prospetti edificio principale in variante. Immagini render; Edificio esistente fronte strada da ristrutturare. Piante piano primo, secondo, prospetti e sezioni stato ultimo approvato. Stato comparativo e stato di progetto. Tabella dei parametri; Reti tecnologiche e sottoservizi; TAVOLA Impianto di illuminazione pubblica; ALLEGATO: Relazione tecnico-illustrativa ALLEGATO: Norme Tecniche Attuative ALLEGATO: Schema di convenzione ALLEGATO: Computo metrico Art. 4 Metodo di attuazione Ai fini attuativi si prescrive quanto segue: 1. L attuazione del P.d.R. è delegata al privato proprietario previa stipula di specifica convenzione che consideri tutti gli aspetti che fanno capo alla realizzazione di quanto previsto dal progetto. 2. La convenzione deve comunque sempre accompagnarsi alla progettazione esecutiva delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria previste dal progetto specificando:

5 - la definizione dei modi e dei tempi di esecuzione e realizzazione; - l'individuazione delle aree o porzioni da assoggettare a servitù pubblica; - l'individuazione e quantificazione delle aree da cedere per standard. 3. All'interno della convenzione dovranno essere indicate le modalità di cessione degli standards primari e di tutti i vincoli previsti. Art. 5 Valore prescrittivo degli elementi costitutivi Hanno valore prescrittivo le tavole di progetto: TAVOLA N. 01 Inquadramento: Estratto di mappa, estratto PRG, planimetria stato in variante, dimostrazione delle superfici e degli standards urbanistici; TAVOLA N. 04 Stato di progetto: planimetria generale, schemi piante e prospetti edificio principale in variante. Immagini render; la convenzione urbanistica; le presenti Norme Tecniche di Attuazione. Art. 6 Definizioni urbanistiche Si riportano di seguito le principali definizioni urbanistiche, utili ai fini della gestione del P.R.G.: a) Superficie territoriale (S.T.): è la superficie complessiva dell'area interessata dai vari interventi di attuazione della V.P.R.G ed è comprensiva di tutte le aree fondiarie destinate all'edificazione e di quelle necessarie per l'urbanizzazione primaria e secondaria; la S.T. è misurata al netto delle aree eventualmente esistenti o che saranno previste internamente all'area. b) Superficie fondiaria (S.F.): è la superficie reale del lotto, derivante da rilievo topografico, al netto delle aree per l'urbanizzazione primaria e secondaria esistenti o previste (strade, piazze, fossi e scarpate relative) pubbliche. c) Superficie coperta (S.C.): è la superficie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale delle parti edificate fuori terra, delimitate dalle superfici esterne dei muri perimetrali, con esclusione degli elementi edilizi in aggetto senza sovrastanti corpi chiusi fino ad uno sbalzo di ml. 1,50 (tettoia, terrazza balcone, sporti di gronda): oltre sono interamente computati. d) Superficie lorda (S.l.): si intende la superficie coperta di ogni piano edificato fuori terra. La superficie lorda non comprende la superficie dei piani interrati o seminterrati sporgenti dalla quota zero del terreno non oltre ml. 1,00, misurati all estradosso del solaio.

6 e) Superficie netta di pavimento (S.n.p.): per superficie netta di pavimento (S.n.p.) si intende la superficie di pavimento dell edificio, misurata al netto dei muri perimetrali e di quelli interni, delle soglie di passaggio da un vano all'altro, degli sguinci di porte e finestre; la superficie netta di pavimento non comprende: la superficie strettamente destinata a corsie d'accesso e di distribuzione ad autorimesse o posti macchina coperti nelle tipologie condominiali, nonché la superficie destinata a posto macchina o garage fino ad un massimo di mq 18 per alloggio e con altezza massima di ml. 3,00: oltre si computa la differenza. La superficie dei seguenti elementi edilizi in aggetto, fino ad una profondità massima di ml. 2.50: tettoia, terrazza, balcone, logge con due o tre lati chiusi: oltre sono interamente computati. I bersò, pompeiane, pergolati e gazebi con superficie massima lorda di pianta mq. 25,00, altezza massima mt. 3,50, privi sia di qualsiasi elemento impermeabile di copertura che tamponatura perimetrale: oltre sono interamente computati. I portici pubblici e condominiali, nonché quelli ad uso dei singoli alloggi la cui superficie complessiva sia inferiore al 15% della S.n.p. dell alloggio di pertinenza: oltre sono interamente computati. Le superfici tecniche come definite dall art. 81 del Regolamento Edilizio, i sottotetti non praticabili né agibili (in ogni caso il punto più basso non deve essere superiore a ml 0,50 e l altezza media non deve essere superiore a ml 1,60, e non devono essere raggiungibili con scale fisse), nonché i sottotetti esistenti alla data del 31 dicembre 1998, ai sensi della L.R. 6 aprile 1999 n. 12. Gli ingressi condominiali fino a 6,00 mq (oltre si computa la differenza), le scale condominiali compresi i pianerottoli di sbarco sul piano fino a 6,00 mq ciascuno (oltre si computa la differenza), gli ascensori. Nelle tipologie con più piani di calpestio la superficie destinata alla scala interna del singolo alloggio, compreso il relativo sottoscala fino ad un altezza massima di ml. 1,90, se praticabile, nonché i pianerottoli di collegamento delle diverse rampe, esclusi i pianerottoli di sbarco sul piano. Le coperture a terrazzo, in quanto elemento strutturale, anche se praticabili. Le vasche antincendio. Le legnaie e le casette in legno per ricovero degli attrezzi da giardinaggio liberamente appoggiate al suolo, prive di allacciamento ai pubblici servizi, con altezza massima non

7 superiore a ml. 2,50 e per una superficie lorda massima di mq 6,00 oltre sono interamente computate. La superficie dei piani interrati o seminterrati sporgenti dalla quota zero del terreno non oltre ml. 1,00, misurati all estradosso del solaio. f) Altezza dei fabbricati (H): è la differenza tra la quota zero e la quota media dell'intradosso del solaio di copertura dell'ultimo piano abitabile o agibile. La quota zero è riferita alla quota del marciapiede della strada prospiciente o, dove non esiste la strada, è riferita alla quota + 50 rispetto alla media del piano campagna, a sistemazione effettuata. Nel caso di strade prospicienti in rilevato, la quota di riferimento sarà quella del piano medio di campagna. I piani interrati e seminterrati non sono computati ai fini della determinazione del numero massimo consentito di piani fuori terra. All interno delle «aree con maggiore difficoltà idraulica», come individuate negli elaborati grafici di cui alla lettera f) del precedente art. 1, si applica il disposto di cui al comma 6 del successivo art. 25. g) Volume delle costruzioni (V): per volume delle costruzioni s intende lo spazio determinato dalla S.n.p. moltiplicata per l altezza di ogni vano del fabbricato, misurata come differenza tra la quota della superficie di calpestio del piano stesso e la quota media dell intradosso del solaio soprastante, senza considerare eventuali travature a vista. h) Indice di edificabilità territoriale (I.T.): è la superficie netta di pavimento massima o minima costruibile per mq. o ha. di superficie territoriale (S.t.) interessata dall'intervento. i) Indice di edificabilità fondiaria (I.F.): è la superficie netta di pavimento massima o minima costruibile per mq. o ha. di superficie fondiaria (s.f.) interessata dall'intervento. j) Indice di utilizzo (I.U.): è la superficie lorda massima costruibile per mq. O ha. di superficie fondiaria (s.f.) interessata dall'intervento. k) Rapporto di copertura (R.C.): è il rapporto misurato in percentuale fra la superficie coperta (s.c.) e la superficie fondiaria (s.f.). l) Limite di inviluppo: per limite di inviluppo si intende quella figura geometrica semplice e/o quadrangolare in cui è inscritta la proiezione orizzontale degli edifici. m) Distanza dai confini (D.C.): per distanza dal confine si intende la distanza minima che

8 intercorre tra il vertice della proiezione orizzontale di ciascuna parte dell'edificio (esistente o di progetto) ed il confine, misurato ortogonalmente rispetto al confine stesso, esclusi gli sporti in aggetto fino a 1,50 m. n) Distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti (D.F.): per distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti si intende la distanza minima che intercorre tra i vertici della proiezione orizzontale delle pareti finestrate e le pareti degli edifici che si fronteggiano. o) Raggio minimo (R.M.): è la distanza tra i fabbricati intesa come raggio minimo che intercorre tra i vertici della proiezione orizzontale degli edifici circostanti. p) Distanza dalle strade (D.S.): è la distanza minima, che intercorre tra il vertice della proiezione orizzontale dell'edificio e la linea di limite della sede o piattaforma stradale comprendente tutte le sedi viabili q) Aree a parcheggio: si intende l area di sosta, compreso lo spazio di manovra, escluse le sedi viarie di accesso, ma comprese quelle di distribuzione; r) Unità edilizia: per unità edilizia s intende un organismo architettonico individuale per il suo impianto distributivo completo e autonomo. L autonomia è data dalla divisione, da cielo a terra, da altre unità anche contigue, come ad esempio nel caso di edifici in linea o a schiera. s) Organismo edilizio: per organismo edilizio s intende un insieme organico anche di più unità edilizie facenti parte della stessa tipologia edilizia. Si definiscono di seguito le tipologie di intervento sugli edifici esistenti, ai sensi dell art. 31 della Legge 5 agosto 1978 n. 457: a) Manutenzione ordinaria: b) Manutenzione straordinaria c) Restauro d) Risanamento conservativo e) Ripristino tipologico f) Ristrutturazione edilizia g) Ampliamento h) Nuova costruzione i) Demolizione j) Ristrutturazione urbanistica

9 Art. 7 Limiti di distanza per gli interventi a completamento del limite di inviluppo all'interno delle zone di degrado Nei casi di interventi di demolizione con ricostruzione, ampliamento e/o soprelevazione, ovvero accorpamento di superfetazioni edilizie o di fabbricati accessori, a completamento del limite di inviluppo degli edifici esistenti all interno delle zone B e C1 classificate come zone di degrado, la distanza minima tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, all interno delle zone di degrado medesime, non deve essere inferiore all'altezza dell'edificio oggetto dell'intervento. Nel caso l intervento preveda la fuoriuscita o l avanzamento rispetto al limite di inviluppo degli edifici esistenti, oltre al rispetto di quanto previsto dal precedente comma relativamente alla distanza minima tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, deve essere rispettata la distanza minima di ml. 5,00 dai confini di proprietà per la parte che fuoriesce o sopravanza, ovvero è ammessa la costruzione ad una distanza inferiore con il consenso notarile, trascritto e registrato, del confinante, fatto salvo il rispetto delle distanze di cui al comma precedente; la costruzione a confine è sempre ammessa ai sensi del Codice Civile. Nel caso degli interventi di cui al primo comma, sono ammesse distanze inferiori dalla strada rispetto a quelle minime di zona purché gli interventi non comportino l avanzamento dell edificio esistente sul fronte stradale. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei precedenti commi, nel caso di gruppi di edifici che formino oggetto di Strumenti Urbanistici Attuativi che contengano previsioni planivolumetriche. Distanza minima dalle strade urbane di quartiere e dalle strade locali = ml. 5,00 oppure sul filo stradale solo se previsto da uno strumento urbanistico attuativo. Art. 8 Zonizzazione Con delibera di C.C. n.59 del è stato definito il perimetro dell'area C1 soggetta a piano di recupero. All'interno di tale zona sono individuati gli immobili per i quali il rilascio del permesso a costruire è subordinato alla formazione di piano di recupero con le procedure di cui agli art. 27 e 28 della L.5 agosto 1978 n Nel caso di intervento mediante PdR è sempre consentito il recupero e l'ampliamento massimo del 15% del volume esistente ovvero l'utilizzo di un indice territoriale di zona pari a 0,5 mq/mq.

10 All'interno delle zone di degrado di cui al comma precedente, limitatamente alla distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, alla distanza dai confini e dalla strada, si applica il prec. Art. 7. Art. 9 Destinazione d'uso Sono previste le seguenti destinazioni: residenza, terziario diffuso. Art. 10 Standard Negli interventi mediante PdR deve in ogni essere assicurata una dotazione minima pari a 5,00 mq di aree a parcheggio e 15,00 mq di aree a verde attrezzato per ogni 40 mq di Sup. netta di pavimento oggetto d'intervento (150 mc/abitante). Per quanto concerne lo standard a verde, una parte (205,35 mq) è prevista in esecuzione e cessione, mentre la rimanente (73,20 mq) verrà monetizzata. Per questioni legate all utilizzo funzionale dell area a parcheggio, si prevede la monetizzazione dell intera quantità prevista dal P.R.G. (92,85 mq) che nel progetto viene garantita in misura maggiore al dovuto (126,43 mq). Art. 11 Edificabilità I piani di recupero prevedono la disciplina per il recupero degli immobili, dei complessi edilizi, degli isolati e delle aree di cui al terzo comma dell'art. 27 della L.457/78 anche attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, individuando le unità minime d'intervento. Sono consentite le seguenti tipologie edilizie: Classe 1: ville Classe 2: case isolate Classe 3: case a schiera Classe 4: condomini.

11 Art. 12 Dimensionamento dell'intervento PARAMETRO P.D.R. APPROVATO VARIANTE AL P.D.R. Superficie lotto 1.657,18 mq 1.657,18 mq Calcolo SNP (1.657,18 x 0,5mq/mq) 828,59 mq 828,59 mq Incremento del 15% (828,59 x 15%) 952,88 mq --- SNP esistente 174,28 mq 85,80 mq SNP in progetto max ammissibile (952,88 mq 174,28 mq) 778,60 mq 742,79 mq (828,59 mq 85,80 mq) Verde da P.R.G. (952,88 mq/40) x 15 STANDARDS 357,33 mq 278,55 mq (742,79 mq/40) x 15 Verde in cessione 200,00 mq 205,35 mq Verde da monetizzare (357,33 mq 200,00 mq) Parcheggio da P.R.G. (952,88 mq /40) x 5 157,33 mq 73,20 mq (278,55 mq 205,35) 119,10 mq 92,85 mq (742,79 mq/40) x 5 Parcheggio in esecuzione 91,00 mq 126,43 mq Parcheggio da monetizzare (119,10 mq 91,00 mq) 28,10 mq 92,85 mq Art. 13 Incremento edificabilità 15% Per motivi economico-commerciali, il soggetto attuatore rinuncia all incremento di edificabilità del 15% previsto a fronte dell obbligo di esecuzione di lavori nel parco per un importo pari a Art. 14 Norme transitorie In caso di non corrispondenza tra le indicazioni contenute negli elaborati grafici a scala diversa prevale la scala di maggior dettaglio. In caso di non corrispondenza tra le indicazioni contenute degli elaborati grafici e le Norme Tecniche di Attuazione prevalgono quest'ultime.

12 Art. 15 Disposizioni finali Per quanto non previsto dalle seguenti norme trovano applicazione le NTA della Variante generale approvata con delibera di G.R. n del 29 Novembre 2005.

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