LO STRESS DELL INSEGNANTE

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1 LO STRESS DELL INSEGNANTE Mario Di Pietro Lo stress è diventato nella società contemporanea uno spettro che minaccia la salute e l efficienza di milioni di persone e gli insegnanti sono tutt altro che esenti da questo problema. Vi è infatti qualcosa nelle condizioni attuali dell'insegnamento che rendono quella dell'insegnante una delle professioni più stressanti. Probabilmente, se l opinione pubblica fosse più consapevole di quanto sia impegnativo ai giorni nostri fare l insegnante, questa categoria professionale riceverebbe un supporto sociale ed una solidarietà molto maggiori. Alcune procedure stabilite a livello ministeriale o a livello regionale spesso sembrano fatte apposta per aggiungere ulteriore stress alla vita dell insegnante. Quando vengono imposti continui cambiamenti, sia nei programmi che nei metodi di valutazione, spesso in modo inconsistente e poco centrato sull efficacia, è inevitabile un aumento della frustrazione e del conflitto. Se la scuola è costretta a subire ampi cambiamenti che includono fusioni e riorganizzazione, è probabile che ciò determini un aumento dei fattori stressanti. Se non si viene consultati dalla dirigenza scolastica a proposito di alcuni problemi organizzativi e gestionali, ancora una volta il conflitto e la tensione saranno molto maggiori rispetto a quanto si verificherebbe qualora fosse stato adottato un metodo collaborativo per le scelte e le decisioni. Quando infine ci si trova ad affrontare amministratori che usano metodi di gestione tanto inefficienti quanto arbitrari, è abbastanza probabile che la propria condizione lavorativa sia caratterizzata da frustrazione e demotivazione. Comunque, lo stress non è qualcosa che può essere completamente evitato e, ancor più, non è qualcosa necessariamente da evitare. Può anche svolgere una funzione positiva, quando riesce a ottimizzare le prestazioni di una persona: è soltanto quando supera un livello eccessivo, sia in termini di intensità che di durata, che ha effetti nocivi. Conoscere lo stress per controllarlo. Rielaborando la definizione di Hans Selye (1976), il biologo precursore delle ricerche in questo campo, possiamo definire lo stress dell'insegnante come il modo in cui un insegnante reagisce e si adatta alle richieste e alle minacce che incontra nell'insegnamento. Si tratta quindi di un processo, il risultato dell'interazione tra l'insegnante e l'ambiente in cui è inserito. Per descrivere questa interazione è necessario esaminare alcuni aspetti importanti dell'ambiente, sia all interno che all esterno della scuola, alcune caratteristiche della personalità dell'insegnante e il modo in cui questi reagisce, sul piano fisiologico, psicologico e comportamentale, 1

2 all'impatto con l'ambiente esterno. Nella figura 1 viene sintetizzata la modalità in cui intervengono i vari fattori che determinano una condizione di stress per l insegnante. FIGURA 1. Modello dello stress dell'insegnante Ambiente esterno Caratteristiche dell'insegnante Reazioni allo stress Salute/malattia Fattori legati alla vita quotidiana Fattori legati alla famiglia e alla comunità Fattori scolasticoorganizzativi Fattori legati alla classe Atteggiamenti Repertorio di abilità di fronteggiamento Stile di vita Fisiologiche Psicologiche Comportamentali Fisica Psichica Sostegno sociale Il primo passo nella gestione dello stress e dei suoi effetti nocivi implica il saperlo riconoscere e il rendersi conto che lo si può controllare anziché esserne sopraffatti. Il punto di partenza consiste quindi nell'essere consapevoli delle reazioni tipiche allo stress e dei fattori stressanti che intervengono nella vita quotidiana, così come delle caratteristiche personali che contribuiscono allo stress. Sulla base di tale modello è possibile attuare un autovalutazione ricorrendo ad un questionario appositamente ideato. Nella figura 2 sono riportati alcuni item di tale questionario. Esso consente di tracciate un profilo dei fattori stressanti presenti nell attività d insegnamento e di verificare se un insegnante presenta un livello di stress al di sopra della norma. 2

3 FIGURA 2. Questionario sui Fattori Stressanti nell'insegnamento Istruzioni: Le situazioni che vengono indicate sono riconosciute come potenzialmente stressanti per l insegnante. Facendo un cerchio sul numero corrispondente, indicate quanto stressanti le avete trovate durante l'ultimo anno scolastico. Fate un cerchio sul numero 1 se le avete trovate "per niente stressanti", sul numero 2 se "un po' stressanti", sul numero 3 se "abbastanza stressanti", sul numero 4 se "molto stressanti", sul numero 5 se "estremamente stressanti". 1. Cambiamenti di politica scolastica generale Richieste urgenti di partecipare a riunioni dopo l'orario scolastico Scarsa comunicazione tra amministrazione e insegnanti Rapporti problematici o scarsi con i colleghi Problemi di relazione con i superiori (conflitti di personalità, critiche) Colleghi che agiscono in maniera non professionale Comportamento turbolento della classe Incapacità di soddisfare i bisogni di un alunno particolare (straniero, disabile, o con difficoltà di apprendimento) Critiche dei mass media alla professione dell'insegnante Conflitto tra il sistema di valori degli insegnanti e quello dei genitori o della comunità locale I primi risultati di un indagine rivolta ad insegnanti di varie scuole ha evidenziato un dato molto interessante: il livello di stress dell insegnante è inversamente proporzionale all ordine di scuola in cui insegna. Ciò significa che i più stressati sembrerebbero essere gli insegnati delle scuole materne, poi seguono quelli delle elementari, poi quelli delle medie inferiori ed infine, i meno stressati si direbbe che siano gli insegnanti delle scuole superiori. Si potrebbero fare diverse supposizioni sui motivi di tali risultati, ma per trarre delle conclusioni più attendibili è prudente attendere ulteriori dati. L autovalutazione dello stress consente di individuare gli ambiti della professione che risultano maggiormente stressanti e selezionare le strategie più idonee di gestione attiva dello stress. Tali strategie possono essere così suddivise: Superamento delle emozioni negative Miglioramento dell autostima Organizzazione del tempo Conduzione efficace di riunioni e gruppi di lavoro Fronteggiamento dei rapporti difficili Conduzione efficace della classe Miglioramento dello stile di vita. 3

4 La gestione emozionale dello stress. In questi ultimi due decenni si è assistito ad un progressivo cambiamento d'atteggiamenti da parte di studenti e alunni nei confronti della figura dell insegnante. Mentre all inizio degli anni 70 un insegnante poteva realisticamente aspettarsi che la maggior parte degli studenti adottasse un comportamento abbastanza responsabile, adesso ciò non può essere dato per scontato. I modelli di comportamento imposti da quel potente strumento di condizionamento culturale che è la televisione si sono sempre più deteriorati sul versante dell aggressività, connotandosi d'arroganza e ostentato cinismo. Si è assistito ad una crescente diffusione di episodi di prepotenza e bullismo tra bambini e ragazzi e questo spesso rende più difficile per gli insegnanti riuscire a gestire efficacemente la classe. Ma date queste circostanze poco favorevoli, cosa può essere fatto per attenuare le conseguenze deleterie di uno stato di stress? Il modo in cui l individuo risponde allo stress è in gran parte influenzato da come egli giudica l agente stressante e da come egli valuta la propria capacità di farvi fronte. Una delle caratteristiche che più contraddistingue la persona stressata è un calo nella capacità di ricorrere a pensieri costruttivi e di formulare valutazioni oggettive e razionali. In questi casi si tende a sovrastimare la gravità della situazione e delle conseguenze e a sottovalutare le proprie risorse personali. Quando un insegnante prova eccessiva ansia, collera o depressione per come vanno le cose a scuola, quasi certamente prevalgono in lui, o in lei, pensieri disfattisti o controproducenti che ingigantiscono o distorcono gli aspetti negativi della realtà. Come afferma il famoso psicologo statunitense Martin Seligman Non è la realtà in se che crea un problema. Noi tutti soffriamo tragiche realtà, ma è come noi vediamo la realtà a determinare la differenza. Se un insegnante ha dubbi sulla propria capacità di gestire una situazione particolarmente stressante, non solo sarà meno abile nel far fronte all evento, ma tenderà anche a sentirsi più stressato. Quindi non sono gli eventi di per sé a determinare automaticamente il modo in cui reagiamo, ma la nostra rappresentazione mentale di tali eventi, il significato che noi diamo ad essi. Questo concetto non è nuovo: Epitteto, un filosofo stoico romano sosteneva che Gli uomini non sono disturbati dalle cose, ma da ciò che pensano sulle cose. In tempi più recenti è stato lo psicologo statunitense Albert Ellis, il fondatore della Terapia Razionale-Emotiva (R.E.T.), a presentare questo modello dell emozione che è diventato un punto basilare della prospettiva cognitivo comportamentale in psicologia. Essere consapevoli del fatto che è il nostro pensiero ad influenzare il modo in cui reagiamo agli eventi è fondamentale per iniziare ad assumersi la responsabilità personale delle proprie condizioni emotive e poter esercitare un certo controllo non solo sul proprio stress, ma più in generale sulla propria vita. La conoscenza del meccanismo mentale che sta alla base delle nostre emozioni costituisce quindi un potente strumento per il cambiamento del proprio stato emotivo, ma richiede una certa pratica. Quanto sopra affermato non significa che ciò che accade a scuola non incida sullo stress di un insegnante. Certamente più si è sotto pressione o più si vive un rapporto difficile con colleghi e alunni, maggiori saranno le probabilità di sentirsi stressati. Tuttavia l intensità e la durata della propria condizione di stress dipende in gran parte dal proprio atteggiamento mentale. Se si vuole superare le proprie 4

5 difficoltà, il primo passo da compiere consiste nello smettere di accusare gli altri o il mondo per il proprio stress. Altrimenti non rimarrebbe che sperare in un cambiamento delle condizioni esterne per poter star meglio, ma ciò non sempre è possibile, oppure richiederebbe troppo tempo. Il metodo che presentiamo è derivato in gran parte dalla Terapia Razionale- Emotiva ed è ampiamente usato in molti paesi e in diversi ambiti lavorativi, non solo per ridurre lo stress, ma anche per migliorare la prestazione lavorativa o come metodo di crescita personale. La procedura si articola in cinque fasi: identificazione degli eventi stressanti, identificazione delle reazioni di stress, identificazione dei pensieri che creano stress, definizione degli obiettivi di cambiamento, trasformazione dei pensieri irrazionali. 1. Identificare gli eventi stressanti. La prima cosa da fare per ridurre lo stress è identificare in modo esplicito quali sono le situazioni che nel contesto lavorativo dell insegnante sono associate a forti tensioni emotive. Potrebbe trattarsi di un certo conflitto con i colleghi, di incomprensioni da parte del dirigente scolastico, di difficoltà nella gestione della classe. In ogni caso è bene essere chiari e specifici nell individuare tali eventi. 2. Identificare le proprie reazioni di stress. E importante identificare le emozioni cercando di essere il più possibile consapevoli dei propri stati d animo, quali ansia, depressione o rabbia, in relazione all agente stressante. Inoltre è utile valutare la quantità di tensione emotiva che viene provata. Si può ricorrere a un ipotetico termometro per misurare la propria temperatura emotiva su una scala da 1 a 10 punti. In questa fase bisogna identificare anche le proprie reazioni comportamentali abituali quando ci si trova ad affrontare una situazione stressante nell ambito lavorativo. 3. Pensieri che creano stress emotivo. Si tratta di allenarsi a individuare i diversi tipi di pensieri che compaiono nella mente quando si prova uno stato emotivo particolarmente intenso e spiacevole. Di solito si tratta di modi di pensare che distorcono in modo peggiorativo la realtà assolutizzando su ciò che deve o non deve accadere in una data circostanza. Pensieri quali: non tollero certe cose, sarebbe terribile se succedesse questo, certe persone sono indegne e non meritano nessuna considerazione, non si può andare avanti in questo modo, ecc.. Quanto più si diventa consapevoli di tali meccanismi mentali, tanto più si è in grado di intervenire per trasformarli in modo da renderli più realistici e costruttivi. 4. Obiettivi. In questa fase si cercherà di individuare chiaramente come ci si vorrebbe sentire e come si desidererebbe agire la prossima volta in cui capiterà di doversi confrontare con lo stesso evento stressante. Tale obiettivo emotivo e comportamentale va formulato in modo che sia congruente con la situazione. Di fronte ad un evento oggettivamente stressante, provare una certa tensione emotiva potrebbe essere funzionale alla mobilitazione delle proprie energie. Bisogna quindi scegliere come scopo un'emozione e un comportamento adeguati alle circostanze esterne, tenendo 5

6 presente che a volte anche uno stato d animo leggermente negativo potrebbe essere necessario per fronteggiare una data situazione. Alcuni esempi di emozioni spiacevoli, ma funzionali potrebbero essere: irritazione o fastidio anziché rabbia dispiacere o tristezza anziché depressione coinvolgimento o preoccupazione anziché ansia. 4. Nuovi pensieri che riducono lo stress. A questo punto si cercherà di identificare alcuni pensieri e atteggiamenti mentali a cui ricorrere la prossima volta in cui ci si troverà ad affrontare un analoga situazione negativa. Dovranno essere pensieri antagonisti a quelli distruttivi individuati al punto 3. Ricorrendo a questi pensieri alternativi razionali risulterà più facile ridurre le proprie reazioni emotive di stress e impegnarsi in comportamenti più costruttivi. Il metodo presentato non pretende di mettere l insegnante in grado di dominare il proprio livello di stress dall oggi al domani. Vari fattori sono implicati in questo processo, primo fra tutti l esistenza di un autentica motivazione all insegnamento. Il superamento delle emozioni negative rimane comunque il presupposto per poter attivare tutte le altre strategie indicate nella precedente sezione. L apprendimento di tali strategie e la loro messa in pratica richiede approfondimenti bibliografici ed una specifica formazione personale acquisibile partecipando a interventi mirati di aggiornamento. Ma la posta in gioco è piuttosto elevata, per cui riteniamo che tutto ciò meriti un attenta considerazione. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ELLIS A. (1989), Ragione ed emozioni in psicoterapia, Astrolabio, Roma. ELLIS A. (1993), Autoterapia razionale-emotiva, Edizioni Erickson, Trento. DE SILVESTRI C. (1981), I fondamenti teorici e clinici della terapia razionaleemotiva, Astrolabio, Roma. DI PIETRO M. (1992), L educazione razionale-emotiva, Edizioni Erickson, Trento. DI PIETRO M. e RAMPAZZO L. (1997), Lo stress dell insegnante, strategie di gestione attiva, Edizioni Erickson, Trento. FERGUSON D. L. (1995), Gruppi di lavoro di insegnanti: come migliorare la collaborazione tra colleghi, Insegnare all handicappato, 9(2), MAHONEY M.(1985) Cambiare se stessi, Astrolabio, Roma. MEICHENBAUM D.(1990), Al termine dello stress, Edizioni Erickson, Trento,. SELIGMAN M.E.P. (1996), Imparare l ottimismo, Giunti, Firenze. SELYE H. (1976), Stress senza paura, Rizzoli, Milano. 6

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