Dossier 1 Nomadi e cittadini 32 2 Un invenzione determinante: la scrittura 32 VERIFICHE 34

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1 Indice Capitolo 1 Una storia prima della storia Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente Capitolo 2 La Mesopotamia e le prime civiltà del Vicino Oriente antico IV 1. Dalle prime forme di vita alla comparsa dei mammiferi 4 2. L evoluzione dei primati: le scimmie antropomorfe 5 3. Il cammino verso l uomo 7 4. La rivoluzione neolitica e l invenzione dell agricoltura Le grandi invenzioni del Neolitico e la nascita della metallurgia 14 1 La teoria evoluzionistica 16 2 Ipotesi sull organizzazione sociale e la cultura dell uomo primitivo 17 VERIFICHE La Mesopotamia e i sumeri La nascita della civiltà urbana: la città e i centri del potere La religione e la cultura dei sumeri La fine della civiltà sumera 30 1 Nomadi e cittadini 32 2 Un invenzione determinante: la scrittura 32 VERIFICHE 34 Capitolo 3 Città, imperi, nomadi: la Mesopotamia tra Babilonia e Assiria 1. Gli amorrei e la formazione del regno di Babilonia Il regno cassita Gli assiri: un popolo con un grande futuro 43 1 Ricostruire la storia: una sfida continua 46 2 I grandi miti della Mesopotamia 46 VERIFICHE 48

2 Capitolo 4 L Egitto Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 1. I caratteri dell Egitto antico Il periodo protodinastico e l Antico Regno ( a.c.) Dal Primo al Secondo periodo intermedio; il Medio Regno ( a.c.) Il Nuovo Regno ( a.c.) La società egizia La religione 63 1 Il tempio egizio 64 2 Testimonianze letterarie della civiltà egizia 65 VERIFICHE Il nuovo impero assiro (IX-VII sec. a.c.) La fine dell impero assiro e lo stato neobabilonese (VII-VI sec. a.c.) La formazione dell impero persiano (VII-VI sec. a.c.) L organizzazione dell impero persiano Uno storico greco racconta i persiani 106 VERIFICHE 108 TAVOLA SINOTTICA Capitolo 5 La crisi dei grandi imperi. Ittiti, ebrei, fenici V 1. Gli ittiti (XVII-XIII sec. a.c.) Dall impero ittita allo scontro con l Egitto a Qadesh (XIV-XIII sec. a.c.) I popoli del mare e il crollo dell impero ittita (XIII-XI sec. a.c.) Le conseguenze dell indebolimento dei grandi stati Gli ebrei I fenici 85 1 Lingue e popoli indoeuropei 88 2 I commerci tra ebrei e fenici 88 3 La Bibbia racconta la storia degli ebrei 89 VERIFICHE 90 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

3 Modulo 2 La Grecia Capitolo 7 Il Mediterraneo: cretesi, micenei e le origini dei greci Capitolo 9 Sparta e Atene: due modelli di città 1. La civiltà minoica (XX-XIV sec. a.c.) La civiltà micenea (XVIII-XIII sec. a.c.) Tra micenei, achei e troiani: il mondo di Omero (XIII-IX sec. a.c.) Minosse e il Minotauro L'età degli eroi Alla ricerca dei luoghi omerici Sparta Atene I non cittadini in Grecia L agoghè: i principi dell educazione a Sparta Solone: il giusto legislatore 167 VERIFICHE 168 VERIFICHE 128 VI Capitolo 8 I greci nell età arcaica (VIII-VI secolo a.c.): la nascita della polis e la colonizzazione Capitolo 10 Dalle guerre persiane all egemonia di Atene 1. L invenzione della polis La riforma oplitica Le città greche: tiranni e legislatori I greci fuori della Grecia (VIII-VI sec. a.c.) L identità della cultura greca Il pantheon dei greci I poeti aristocratici di Lesbo 147 VERIFICHE Oriente e occidente: lo scontro La seconda guerra persiana e l orgoglio dei greci Dalla guerra contro i persiani alla guerra tra greci L età di Pericle e la politica panellenica Elleni e barbari: alla ricerca di un identità Etere e mogli: il ruolo delle donne Dall arte arcaica (VII-VI sec. a.c.) all arte classica (VI-V sec. a.c.) 188 VERIFICHE 190

4 Capitolo 11 La guerra del Peloponneso e la crisi della polis Modulo 3 Roma e l Italia Capitolo 13 Il Mediterraneo, l Italia, Roma 1. La guerra del Peloponneso fino alla pace di Nicia ( a.c.) Atene verso il disastro ( a.c.) La fine del conflitto ( a.c.) Atene e Sparta dopo la guerra del Peloponneso Le impossibili egemonie I testimoni della storia: Tucidide La filosofia della politica: Platone e Aristotele 209 VERIFICHE L Italia antica Gli etruschi I popoli italici e i celti (VIII-IV sec. a.c.) Il Mediterraneo occidentale: contatti e conflitti (IX-IV sec. a.c.) I megaliti Gli etruschi: una storia vista dagli altri 255 VERIFICHE 256 Capitolo 12 Alessandro Magno: dall impero universale ai regni ellenistici Capitolo 14 Le origini di Roma: dalla monarchia alla repubblica VII 1. Filippo re di Macedonia Alessandro Magno: un eroe che divenne dio ( a.c.) Il ritorno e l organizzazione dell impero Dopo Alessandro: la formazione dei regni ellenistici L ellenismo I macedoni visti dai greci: la lente deformante del pregiudizio Il sapere scientifico L'arte ellenistica 234 VERIFICHE 236 TAVOLA SINOTTICA Le origini di Roma Le prime istituzioni della città I sette re di Roma ( a.c.) La città dei re etruschi (VI sec. a.c.) La fine della monarchia Roma arcaica: una questione di metodo Il pantheon romano Porsenna e gli eroi romani 275 VERIFICHE 276

5 Capitolo 15 Roma e l Italia Capitolo 17 Dai Gracchi a Silla 1. L organizzazione della repubblica Il conflitto tra patrizi e plebei Le guerre fra il V e il IV secolo a.c.: dalla sopravvivenza alla conquista IV secolo a.c.: riprende lo scontro tra patrizi e plebei L espansione romana in Italia ( a.c.) Coriolano e Cincinnato: due miti per la repubblica La società romana e l impero I Gracchi: la riforma impossibile ( a.c.) Verso la guerra civile L'esibizione del potere: il funerale aristocratico Mario e Silla: il popolare, l aristocratico 335 VERIFICHE 336 VERIFICHE 296 VIII Capitolo 16 Roma dall Italia all impero Capitolo 18 L età di Cesare 1. Il mondo tra Cartagine e Roma: la prima guerra punica ( a.c.) L espansione di Roma e la seconda guerra punica ( a.c.) L imperialismo romano ( a.c.) Catone e Scipione, due vite a confronto Nasce una letteratura nazionale 315 VERIFICHE L impero in affanno (78-62 a.c.) Gaio Giulio Cesare: gli anni dell ascesa (63-59 a.c.) La conquista della Gallia e l accordo di Lucca (58-53 a.c.) Una nuova guerra civile (52-46 a.c.) Il potere e la morte (46-44 a.c.) La congiura di Catilina La storia vista dai protagonisti 356 VERIFICHE 357

6 Capitolo 19 L impero di Augusto Capitolo 21 L impero al suo apogeo 1. La difficile successione di Cesare: Antonio e Ottaviano (44-43 a.c.) Gli anni del triumvirato (43-31 a.c.) Il principato di Ottaviano (30 a.c.-14 d.c.) Roma, l Italia, l impero Le guerre e la pace Le imprese del divino Augusto: il principato visto dal principe Roma, la città del principe Il potere e le arti Traiano e Adriano ( d.c.) L età degli Antonini ( d.c.) Religione, società, economia nel II secolo d.c La grande edilizia civile dell impero romano 416 VERIFICHE 418 TAVOLA SINOTTICA VERIFICHE 378 Capitolo 20 L impero nel I secolo d.c. 1. La dinastia Giulio-Claudia (14-68 d.c.) I Flavi, una dinastia italica (69-96 d.c.) La società nell impero del I secolo Tacito, il pessimismo dello storico Livia, una donna al centro del potere Pompei, una ricca città di provincia 396 VERIFICHE 398

7 0100.capitolo_06.qxd :44 Pagina 92 Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani SCIZIA Tra il IX e il VI secolo a.c. ci fu la ripresa delle potenze situate tra Tigri ed Eufrate. Gli assiri ripresero una politica aggressiva, occupando il vuoto lasciato dal regno di Mitanni e dagli ittiti e riuscirono a controllare nuovamente Babilonia, anche se questa civiltà era troppo antica e radicata per soccombere definitivamente. Mar Nero ION Per quasi due secoli l impero neoassiro riuscì a dominare l intera regione, ma aveva forti debolezze e fu distrutto dall azione congiunta dei medi, giunti dall altopiano iranico, e dei caldei, che riportarono a nuovo splendore Babilonia. Ankara IA Sardi GR E C Intorno al VII secolo a.c. si affacciarono sulla scena i persiani, che in origine abitavano le coste tra il Tigri e l Indo e che stabilirono il loro centro a Susa, nell Elam meridionale. I persiani, liberatisi dalla subalternità ai medi, costruirono in pochi anni il più grande stato fino ad allora conosciuto. Si preparava lo scenario per uno scontro epocale: giunti al Mediterraneo, i persiani sottomisero le colonie greche in Asia Minore. Due civiltà erano entrate in contatto: da lì a pochi anni dal loro scontro sarebbe nato un periodo decisivo per la civiltà occidentale. ANATOLIA Ninive A M Mar Mediterraneo Sidone Tiro E SO Damasco SIRIA Gerusalemme LIBIA Menfi EGITTO OBIETTIVI Conoscere eventi e informazioni relativi a: la formazione e l organizzazione dell impero assiro; la fine dell impero assiro e la storia dell impero neobabilonese; la formazione e l organizzazione dell impero persiano. Stabilire relazioni fra eventi, fenomeni, concetti. Individua le cause e le conseguenze della fine dell impero assiro. Confronta la politica degli assiri e dei persiani verso i popoli vinti. Confronta l ideologia del potere degli imperi neoassiro e persiano. Tebe Mar Rosso Interpretare, valutare: gli elementi di forza e debolezza dell impero assiro; la concezione universale dell impero dei persiani. IV millennio a.c. In Mesopotamia si afferma la civiltà sumerica Nascita della scrittura cuneiforme III millennio a.c. In Mesopotamia la civiltà sumera è soppiantata Lungo il Nilo si afferma e sviluppa la civiltà egizia Nascita della scrittura geroglifica II millennio a.c. In Mesopotamia affermazione di Babilonia, poi degli assiri In Anatolia nasce l impero ittita L Egitto attraversa una profonda crisi K (N A P O T A

8 0100.capitolo_06.qxd :44 Pagina 93 Impero neoassiro (IX-VII sec. a.c.) Impero persiano degli Achemenidi (VII-VI sec. a.c.) SOGDIANA Mar Caspio e Battra Kalkhu (Nimrud) B AT T R I A N A Arbela Assur MEDIA Altop iano M O on P Ecbatana ti A M ag Z T IA Babilonia ro Ecatompilo PA R T I A iran ico s ELAM CALDEA Susa ANSHAN Ur Pasargade Persepoli PERSIA Golfo Persico Fine II millennio a.c. Crisi dei grandi imperi; si dissolve l impero ittita, nascono piccoli regni in Siria-Palestina Rinasce il regno egizio GEDROSIA I millennio a.c. Affermazione dell impero neoassiro, dalla Mesopotamia al Mediterraneo INDIA Metà I millennio a.c. Fine dell impero neoassiro; breve impero neobabilonese Nascita dell impero persiano dalla Mesopotamia all Indo, all Anatolia, all Egitto

9 1. Il nuovo impero assiro (IX-VII sec. a.c.) La nascita dell impero neoassiro Tra la fine del II e gli inizi del I millennio a.c. gli assiri, come altri popoli del Vicino Oriente, attraversarono un periodo di oscurità. Sparito lo stato ittita, distrutto Mitanni, in crisi Babilonia, l asse si spostò verso il Mediterraneo: i piccoli regni, le città fenicie, quelle cananee, i regni ebraici e i nomadi dell immenso deserto arabico poterono espandersi e prosperare [cap. 5]. Nei primi decenni del X secolo a.c. si verificò la ripresa delle potenze situate tra Tigri ed Eufrate e in particolare della civiltà assira, il cui sovrano si riappropriò del titolo di re delle quattro parti del mondo, espressione che indicava la supremazia universale. Intorno al IX secolo a.c. si formò un nuovo impero, detto neoassiro, di grandi dimensioni e potenza, superiore a tutti quelli che lo avevano preceduto nella regione, anche se con molti punti deboli. Il re Assurnasipal II, che governò dall 883 all 859 a.c., costruì una nuova grande capitale, Kalkhu (l odierna Nimrud). Per oltre duecento anni l impero assiro fu la potenza dominante del Vicino Oriente. Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 94 L apogeo dell impero I re del IX secolo a.c. riuscirono a consolidare il nucleo centrale del loro stato, ma non ancora a creare un organizzazione forte. Gli assiri avevano molti nemici: a occidente le città aramee, cananee, ebraiche e fenicie [capp ]; a sud e a oriente lo stato di Babilonia, in declino da secoli ma che godeva ancora di un enorme prestigio, e l Elam, eterno rivale di assiri e babilonesi. Nel corso dell VIII secolo a.c., con Sargon II ( a.c.), si inaugurò il periodo di maggior splendore dell impero che si impose per circa settant anni su un territorio molto esteso. I successori di Sargon conquistarono con campagne continue Siria e Palestina, Babilonia (689 a.c.), Egitto (671 e 663 a.c.) e l Elam, con la sua capitale, Susa (639 a.c.). L impero raggiunse il suo apice nel VII secolo a.c., durante il regno di Assurbanipal ( a.c.), ultimo grande re: la sua capitale, Ninive, divenne una delle città più belle e importanti del tempo. GUIDA ALLO STUDIO PAR. 1 Questo capitolo segue le vicende storiche e descrive gli aspetti sociali, economici, culturali di assiri, medi e persiani. La prima parte del testo si sofferma sull impero neoassiro e riguarda in particolare due aspetti: le sue conquiste e la sua organizzazione politica. Per studiare il paragrafo segui una scaletta di questo tipo: Il periodo nel quale si affermò l impero neoassiro. I protagonisti delle conquiste e i luoghi assoggettati (utilizza le cartine per fissare meglio, anche visivamente, i dati). La concezione del potere e le prerogative del re. Il ruolo dell esercito e la struttura della società. L organizzazione dell impero e dei territori assoggettati. L impero assiro, nonostante la sua potenza, presentava alcuni punti deboli; in particolare soffermati su: i limiti nella gestione dei territori conquistati; il rapporto con le popolazioni vinte. LA BIBLIOTECA DI ASSURBANIPAL Assurbanipal, l ultimo grande sovrano assiro, a differenza dei suoi antenati non andava personalmente in guerra. Si occupava però attivamente di altre incombenze, costruendo e abbellendo palazzi, città, templi. A Ninive, divenuta la capitale più importante del tempo, egli formò un importante biblioteca, con lo scopo di preservare il nucleo della tradizione sumerica e accadica. I testi dovevano servire anche come materiale didattico per chi doveva occuparsi della trascrizione dei testi o dell adattamento dal sumerico (cuneiforme) all accadico: occorreva personale specializzato, gli scribi, e servivano dizionari, sillabari, grammatiche. La biblioteca era dunque contemporaneamente una scuola e un vero e proprio archivio. I testi raccolti e oggi ritrovati rappresentano una curiosa selezione: la grande maggioranza sono tavolette di presagi, esorcismi, proverbi, incantesimi, preghiere; solo una quarantina sono testi letterari, per lo più racconti epici, come quello, qui giuntoci nella sua versione più ampia, di Gilgamesh [vedi 2, p. 46]. L EROE GILGAMESH CHE STROZZA UN LEONE, rilievo dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive (VII sec. a.c.). IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

10 Il potere assoluto del re Il re assiro godeva di un potere assoluto. Egli era, prima di tutto, un capo militare, affiancato da un vice, definito tartanu, che guidava le spedizioni in assenza del sovrano, e da funzionari centrali e periferici a cui era demandata la gestione amministrativa dei territori imperiali. La regalità assira, a differenza di altre civiltà, non condivideva il potere con i sacerdoti. I templi erano numerosi e imponenti, segno che la religione veniva considerata un aspetto essenziale della società, tuttavia non abbiamo notizia di una posizione privilegiata dei sacerdoti. Uno dei punti deboli della monarchia assira era il meccanismo di successione dinastica, elemento comune a tutte le monarchie incontrate finora, dall egiziana all ittita. Per evitare problemi e dare stabilità al regno lo stesso re designava il suo successore e lo insediava con un imponente cerimonia pubblica, che prevedeva un giuramento di fedeltà da parte dei sudditi. Tutto questo non era, tuttavia, sufficiente: infatti abbiamo notizia di usurpazioni e di feroci lotte tra fratelli per la conquista del trono. L ideologia imperiale Le manifestazioni artistiche esprimono in modo evidente un ideologia del potere che si basava sull esaltazione della forza dell impero: oltre ai palazzi, di dimensioni mai raggiunte prima, sono di grande efficacia i rilievi con la descrizione delle imprese dei re. Tutto l apparato celebrativo, le sculture che descrivevano azioni militari e cerimoniali, le grandi porte con i leoni (ripresa di motivi ittiti), i cicli di affreschi e le manifestazioni di grandiosità intorno al re erano destinate a impressionare la cerchia dei funzionari e dei visitatori stranieri. La cultura neoassira si caratterizza per la sua imponenza che accentua la concezione centralizzata del potere, cosa del resto necessaria se pensiamo che lo stato assiro combatteva continuamente contro le spinte di disgregazione presenti al suo interno, determinate dalla precarietà del controllo sui territori conquistati. L esercito e la struttura sociale Il segreto della potenza assira risiedeva nell esercito e nella spietatezza verso i vinti. Nel periodo di maggior espansione dell impero l esercito fu formato stabilmente da circa soldati; la cavalleria combatteva su carri e con armi di bronzo. Ciò comportava che la gran parte delle risorse fosse destinata a un apparato militare permanente e numeroso, ma costoso. Questo formidabile potenziale militare poggiava su una struttura sociale che prevedeva gerarchie rigide. I contadini ricevevano in concessione e lavoravano la terra, di proprietà regia; erano Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 95 C A P PAD O C IA Mar Caspio CIPRO Arwada Mar Mediterraneo Biblo 558 a.c. re dell Elam EGITTO Menfi Eraclepoli Nilo FRIGIA Tanis Tebe Sidone Tiro GIUDA Mar Rosso 548 a.c. re di Persia SIRIA Damasco Gerusalemme ISRAELE Cananei Karkemish Palmira Eufrate Assur Ninive Kalkhu (Nimrud) Tigri Babilonia Regno di assiria (IX sec. a.c.) Conquiste prima di Sargon II (fino al 721 a.c.) Conquiste di Sargon II ( a.c.) Conquiste dopo Sargon II ( a.c.) Conquiste sotto Assurbanipal ( a.c.) a.c. in Asia Minore e all Indo MEDIA Susa ELAM Golfo Persico 539 a.c. annette lo stato neobabilonese CAVALIERI E CARRI DA GUERRA ASSIRI, dal palazzo di Assurbanipal a Ninive (VII sec. a.c.). Come presso gli egizi, i carri assiri erano guidati da un auriga e portavano un guerriero armato di arco e spada a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

11 tenuti in condizione di servitù, pagavano tributi con una quota del raccolto o fornendo prestazioni di lavoro. A un diverso livello gerarchico erano i funzionari: i documenti ne elencano moltissimi, spesso con compiti complicati e molto precisi. Il centro del potere e la periferia dell impero Gli assiri concepivano il loro impero come diviso in due parti: un centro, costituito dall Assiria vera e propria con le sue capitali e il suo re, e una periferia che comprendeva tutti gli altri territori, dove dimoravano gli stranieri, considerati inferiori, senza diritti, nemici per definizione. Assur era la capitale tradizionale, la sede del dio Assur, in nome del quale il re governava con poteri assoluti. Nel corso del tempo furono costruite anche altre capitali: Kalkhu, nel IX secolo a.c., e Ninive, nel VII secolo a.c. Le città assire erano splendide, circondate da mura imponenti e adornate di palazzi e templi ricchissimi, con sculture, oro, bronzo e pietre preziose. Il modello urbanistico delle capitali fu esportato nelle province, dove i governatori poterono disporre di palazzi e strutture simili a quelle del centro del potere. Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 96 L organizzazione dei territori conquistati Nel corso dell VIII secolo a.c., i territori conquistati furono organizzati per la maggior parte in province controllate direttamente dal centro dello stato; altri territori divennero stati vassalli, retti da sovrani fedeli all Assiria e vincolati da un giuramento di fedeltà. Le province e i popoli soggetti pagavano un tributo, probabilmente non molto elevato, ma sufficiente a soddisfare costantemente le esigenze economiche del cuore dell impero: la corte, le città imperiali, i palazzi. Le popolazioni vinte erano soggette a deportazioni di massa, come nel caso degli ebrei [cap. 5.5]. Gli stessi re elencavano tra le loro imprese il numero dei deportati: si trattava spesso di centinaia di migliaia di persone, cifre enormi per la popolazione del tempo. Le deportazioni avevano vari scopi: in primo luogo servivano a procurare forza lavoro, lasciando liberi gli assiri di dedicarsi alla guerra; inoltre rendevano inoffensiva la periferia dell impero, svuotandola di uomini. Di conseguenza venivano distrutti anche la cultura e la società dei popoli soggetti. Questa concezione del rapporto fra vincitori e vinti, al tempo stesso elemento di forza e di debolezza dell impero, era affermata con grande determinazione: i nemici, oltre a essere deportati, venivano uccisi LA CRUDELTÀ DEGLI ASSIRI I sovrani neoassiri descrivevano minuziosamente le loro imprese nei loro resoconti. Nel testo che segue, Assurbanipal II descrive una campagna militare usando un linguaggio minaccioso e vantandosi di efferate malvagità. Le manifestazioni di spietata crudeltà erano caratteristiche sia della propaganda sia dei comportamenti degli assiri, e venivano illustrate nei monumenti con immagini spesso assai crude. Il brano colpisce sia per l esaltazione dell annientamento del nemico, sia per la descrizione della guerra come distruzione fisica di uomini e cose. Le deportazioni furono la norma del comportamento assiro nei confronti dei popoli conquistati. A volte, come nel caso degli ebrei, deportarono solo le classi dirigenti, altre volte intere popolazioni, destinate a divenire forza lavoro nelle capitali del regno. Erano cifre tali da configurare un fenomeno di massa, destinato a pesare moltissimo sull organizzazione dello stato assiro e sui suoi rapporti con i vinti. «Il giorno 18 del mese di Sivan mossi da Kalkhu, attraversai il Tigri e presi per il deserto [ ]. Conquistai le città di Khenti-llu e di Azi-llu, (capi) dei Lage, li sconfissi, presi prigionieri, devastai, distrussi e bruciai le città [ ]. Mietei il loro raccolto, abbattei di spada 470 dei loro soldati, 20 li presi vivi e li impalai [ ]. Ila, capo di Lage, lo avevo deportato ad Assur con le sue truppe, i suoi carri, le sue pariglie. Quanto a Khemti-llu di Lage, lo rinchiusi entro la sua città [ ] ricevetti il tesoro del suo palazzo: argento, oro, stagno, bronzo, calderoni di bronzo, vesti multicolori come suo pesante bottino [ ]. In quella occasione uccisi 50 forti tori selvaggi sulla riva di là dell Eufrate, e ne catturai 8 vivi. Uccisi 20 struzzi e ne catturai 20 vivi. Fondai due città sull Eufrate [ ]». ASSURBANIPAL E LA SUA SPOSA MENTRE BEVONO NEL GIARDINO DEL PALAZZO DOPO LA VITTORIA SUGLI ELAMITI. La scena è resa in tono celebrativo, come evidenziano i servi con i flabelli; va notato che a sinistra da un albero pende la testa di un nemico sconfitto. IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

12 o minacciati di tremende e crudeli punizioni. La crudeltà era anche uno strumento di propaganda: terrorizzare i nemici serviva a vincere più facilmente. I problemi di gestione dell impero Nonostante la sua potenza, l impero assiro aveva gravi limiti, dovuti sia all impossibilità di controllare a lungo territori lontani e con organizzazioni politiche e sociali diverse, sia alla fragilità della monarchia, indebolita dai complicati meccanismi dinastici che non garantivano la continuità del potere. L Egitto, ad esempio, nonostante fosse stato invaso due volte non fu mai governato stabilmente dagli assiri, che riuscirono solo per brevi periodi ad avere un effettiva egemonia sulla regione del delta, sottoponendola a tributo. Inoltre l aspirazione assira all unità della Mesopotamia fu continuamente frustrata da Babilonia che, anche se politicamente debole, aveva una tradizione importante e tendeva a mantenere una propria autonomia. La città fu presa due volte, ma gli assiri riuscirono a governarla attraverso re vassalli solo per brevi periodi. La mancata integrazione dei territori conquistati Il maggiore elemento di debolezza fu l atteggiamento verso le popolazioni assoggettate. Gli assiri non crearono mai le condizioni per l assimilazione dei popoli conquistati; essi sfruttavano e impoverivano le culture e le economie locali, preoccupandosi unicamente di accumulare risorse per il cuore del proprio impero. Questo si rivelò alla fine un grave limite di governo, che impedì agli assiri di controllare a lungo vasti territori, popolati da sudditi impoveriti e ostili, sia sul piano demografico sia su quello organizzativo. Per tutte queste ragioni l impero, pur formidabile, crollò al primo serio urto [vedi p. 98] e fu distrutto in pochi anni. Gli imperi destinati al successo seguirono un cammino opposto, come vedremo a proposito dei persiani e dei romani, che favorirono l integrazione dei popoli conquistati allargando la base geografica e politica del consenso. Nonostante tutto ciò, i re assiri rivendicarono orgogliosamente la costruzione di un impero universale. Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 97 ASARHADDON, RE ASSIRO, CON I SIMBOLI DEL POTERE; ai suoi piedi gli rendono omaggio il re di Tiro e un principe nubiano. Stele in basalto (VII sec. a.c.). LA BATTAGLIA SUL FIUME ULAI (VI sec. a.c.), che vide gli assiri sbaragliare gli elamiti e aprirsi la strada verso Susa, che venne duramente saccheggiata. 558 a.c. re dell Elam 548 a.c. re di Persia a.c. in Asia Minore e all Indo 539 a.c. annette lo stato neobabilonese a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore

13 2. La fine dell impero assiro e lo stato neobabilonese (VII-VI sec. a.c.) I medi e i caldei Furono due civiltà emergenti, i medi e i caldei, a determinare, nel VII secolo, la caduta dell impero assiro. Sin dalla fine del II millennio a.c. i medi, popolazione di origine indoeuropea, si erano stanziati nell attuale Iran nord-occidentale. Intorno alla metà del IX secolo a.c. erano venuti in contatto con gli assiri ed entrati nella loro orbita come stato vassallo. Nello stesso periodo le tribù aramee (che i greci chiamavano caldei), appartenenti al gruppo semitico, popolarono, con lente ma costanti infiltrazioni, le aree a ovest del Tigri. I caldei fondarono città e in alcuni casi piccoli regni, in particolare nella regione siriana, senza creare uno stato unitario. Nel corso del I millennio a.c. si insediarono anche a Babilonia. Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 98 La distruzione dell impero assiro Intorno alla metà del VII secolo a.c., i medi, con il re Fraorte ( a.c.), fondarono uno stato unitario che aveva come capitale Ecbatana e divennero per circa un centinaio di anni una delle potenze della regione mesopotamica. Con il re Ciassare ( a.c.) riuscirono a espandersi verso l Asia Minore. L impresa più importante di Ciassare fu la distruzione dell impero assiro: alleatosi con Babilonia, il sovrano discese fino ad Assur, che annientò nel 614 a.c.; due anni dopo (612 a.c.) si alleò con i caldei e conquistò la città di Ninive, ponendo fine al regno degli assiri. La formazione dello stato neobabilonese Nabopolassar, il capo caldeo alleato dei medi, dopo una serie di campagne militari tra il 625 e il 605 a.c. fu riconosciuto dai babilonesi come loro re e diede vita allo stato neobabilonese. Nella spartizione dell impero assiro ormai crollato, i caldei si riservarono le terre verso il Mediterraneo, tradizionale sfera di interesse di Babilonia. Nabopolassar e il figlio Nabucodonosor II ( a.c.) riuscirono a espandere il controllo babilonese fino all Egitto, conquistando la Siria e arrivando a controllare le città costiere. GUIDA ALLO STUDIO PAR. 2 I medi e i caldei furono gli artefici della caduta dell impero assiro; di queste popolazioni vengono date alcune informazioni che è importante ricordare. In particolare annota: i territori in cui si erano stanziati i medi e i caldei e il loro gruppo di appartenenza; le vicende relative ai rapporti dei medi con gli assiri e alla caduta dell impero assiro; le vicende e le caratteristiche dello stato neobabilonese. Mar Mediterraneo EGITTO Nilo Tanis Menfi F R I G I A CIPRO Sidone Tiro GIUDA Mar Rosso ISRAELE SIRIA Gerusalemme Karkemish Ebla Damasco Palmira Eufrate Assur Ninive ASSIRIA Tigri Babilonia Regno dei caldei Conquiste di Nabucodonosor II ( a.c.) Massima estensione dell impero neobabilonese Attacco di medi e caldei ( a.c.) Nippur CALDEA Uruk Ur M E D I A ELAM Mar Caspio Ecbatana Susa PERSIA Golfo Persico IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

14 Nel 586 a.c. Nabucodonosor prese Gerusalemme: cominciò così la cattività babilonese [vedi p. 83], che ebbe una grandissima influenza nella storia del popolo ebraico. Lo stato neobabilonese cui i caldei diedero vita non ebbe una storia duratura e si consumò nell arco di circa 70 anni. Ancora una volta, tuttavia, Babilonia fu capace di lasciare un eredità culturale che andò oltre la sua forza politica e militare. L organizzazione del nuovo stato e le risorse economiche Lo stesso re Nabucodonosor II descrive l organizzazione del nuovo stato neobabilonese, creato da lui e da suo padre, in un documento di grande suggestione, la Cronaca babilonese, dove si narra anche la caduta del regno assiro. Sulla base di questo documento sappiamo che lo stato dei caldei era organizzato in province e l amministrazione era, come sempre, affidata a funzionari dipendenti dal centro. L economia si avvantaggiava della possibilità di sfruttare le risorse della regione siro-palestinese, la più ambita, da millenni, dagli stati mesopotamici. I cedri furono considerati monopolio reale e le terre, quasi interamente nelle mani del re o dei templi, vennero date in concessione. L artigianato era sviluppato e di buon livello. Molto importante fu la volontà dei caldei di richiamarsi al passato glorioso di Babilonia. Nabucodonosor onorò il dio Marduk, restaurò i templi dell Esagila e riedificò la ziqqurat (a lui si deve la Torre di Babele citata dalla Bibbia). Accanto a questo vasto programma edilizio assistiamo a una ripresa delle tradizioni degli antichi babilonesi, di motivi culturali, artistici, religiosi, riti e simboli del passato. I neobabilonesi si sentivano eredi dei loro predecessori, ma l economia e la società della bassa Mesopotamia non erano più in grado di produrre e sostenere uno stato forte e capace di una politica di largo respiro, né di produrre una cultura originale. La fine dello stato neobabilonese Alla metà del VI secolo a.c. si impadronì del trono un usurpatore, Nabonedo ( a.c.). Fu un sovrano eccentrico che accelerò la caduta del regno: cercò di sostituire Marduk con altre divinità, legate agli astri, poi preferì per vari anni vivere in Arabia, abbandonando Babilonia. La dislocazione del centro del potere lontano dal cuore dello stato e le contestate innovazioni religiose indebolirono Nabonedo e il suo regno. Nel 539 a.c. il re persiano Ciro lo catturò e pose fine allo stato dei caldei. Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 99 I MEDI I medi erano dediti alla pastorizia e all agricoltura, sapevano costruire opere di irrigazione, usavano il cavallo e il cammello, che avevano importato dall Asia centrale con cui confinavano a oriente. Erano tribù che avevano una forte identità nazionale, raggruppate insieme a formare uno stato unitario, ed avevano una grande coesione sociale. La loro vittoria sull impero assiro fu però un successo di breve durata: il successore di Ciassare dovette fare i conti con la cronica debolezza del suo regno che non riuscì a espandersi stabilmente oltre le originarie aree desertiche. Un popolo forte e capace di grande organizzazione militare, i persiani, pose fine nel 550 a.c. alla potenza dei medi, tanto rapida ad affermarsi quanto di breve durata. La loro storia, tuttavia, continuerà, ed essi diverranno componente importante del nuovo impero persiano. I CALDEI La diffusione dei caldei nelle regioni dominate dai grandi stati favorì l adozione della loro lingua. L aramaico fu parlato da popolazioni assai diverse, dagli esuli ebrei a Babilonia come dai popoli deportati dagli assiri, e divenne una specie di lingua internazionale comune a tutto il Vicino Oriente: in aramaico fu tradotta la Bibbia e in aramaico predicò Gesù. Questo popolo elaborò una teoria sui cicli della storia che era già presente presso gli antichi babilonesi: in base a essa le vicende umane si svolgevano in cicli di nascita, ascesa, decadenza e fine, come i fenomeni naturali dalla cui osservazione i caldei avevano derivato la loro concezione. Questa teoria ebbe grande fortuna presso molti popoli: la troviamo presso i greci, ma anche presso i cristiani, con la teoria dell Apocalisse, la fine del mondo. L idea che una civiltà debba evolversi e poi finire per un suo ciclo naturale è alla base di molte teorie storiografiche anche relativamente recenti. STAMBECCO ALATO: lo stambecco era un animale sacro per i medi e i persiani. 558 a.c. re dell Elam 548 a.c. re di Persia a.c. in Asia Minore e all Indo 539 a.c. annette lo stato neobabilonese a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore

15 3. La formazione dell impero persiano (VII-VI sec. a.c.) Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 100 * indoiranici: sono così definiti i popoli indoeuropei che a partire dal III millennio a.c. si stanziarono tra il fiume Indo e l altopiano iranico. Alle origini dell impero I persiani erano un popolo di lingua indoeuropea appartenente, come i medi, alla famiglia dei popoli indoiranici*. Probabilmente approfittando della lenta decadenza della bassa Mesopotamia, alcune tribù persiane si stabilirono nella parte meridionale dell Elam, nello stato di Anshan. Quando gli assiri nel 639 a.c. ebbero ragione dell Elam, distruggendo la capitale Susa, sottomisero uno dei re locali, che si chiamava Ciro e apparteneva a una tribù persiana, in particolare al clan degli Achemenidi. Ciro divenne vassallo prima degli assiri e successivamente dei medi, quando questi distrussero il loro impero; saranno proprio gli Achemenidi, i suoi successori, a costruire in pochi decenni l impero persiano, che governeranno per duecento anni. Le conquiste di : la sconfitta dei medi Nel 558 a.c. salì sul trono di Anshan Ciro II, detto il Grande ( a.c.), nipote del Ciro fondatore della dinastia. Cominciò allora una spettacolare serie di conquiste che in due decenni diede vita all impero persiano. Intorno al 550 a.c. Ciro si ribellò alla sudditanza nei confronti dei medi e sconfisse il loro re, Astiage, prese la capitale Ecbatana e, nel 548 a.c., aggiunse al suo titolo di re di Anshan quello di re di Persia, divenendo il primo della dinastia. Con i medi Ciro inaugurò una politica nuova, soprattutto se rapportata a quella seguita dagli assiri: non distrusse Ecbatana, che anzi divenne una delle residenze estive reali, e non soppresse il paese vinto, ma lo inglobò nello stato, amministrandolo attraverso funzionari persiani. Per sancire l unione tra i due stati Ciro sposò la figlia del re dei medi Astiage creando così, anche sul piano dinastico, un legame tra i due popoli. Medi e persiani furono, anche per questo, considerati dai greci come un unico popolo. In Asia Minore: la Lidia e i greci Tra VIII e VI secolo a.c. in Asia Minore si affermarono alcuni regni che divennero presto proverbiali per la loro ricchezza: la Frigia e la Lidia, che, dopo aver annesso la stessa Frigia, dominò la regione tra il VII e il VI secolo a.c. Questi due regni avevano frequentissimi contatti con le città fondate dai greci lungo le coste tra l VIII e il VI secolo a.c. [cap. 8.4]. GUIDA ALLO STUDIO PAR. 3 Quest ultima parte riguarda un popolo di cui già hai trovato traccia nei capitoli precedenti: i persiani, che costruirono in pochi anni il più grande stato fino ad allora conosciuto. Concentra la tua attenzione su: le date fondamentali di questo periodo; le conquiste che portarono alla formazione dell impero persiano, in particolare: le conquiste di le conquiste di Cambise le conquiste di Dario. LA TOLLERANZA RELIGIOSA: UNO STRUMENTO DI CONSENSO La politica di tolleranza religiosa di Ciro II ( a.c.) fu uno strumento di consenso e di coesione per il nascente impero persiano. All epoca della conquista persiana di Babilonia, nel 539 a.c., Ciro, in una iscrizione commemorativa del suo ingresso nella città, valorizza la sua scelta di rispetto del dio nazionale, Marduk, in opposizione al sovrano neobabilonese appena sconfitto, Nabonedo, che gli aveva preferito il dio di origine siriana Sin. Le fonti sono comunque posteriori alla caduta di Babilonia e quindi palesemente ostili a Nabonedo. Nabonedo, il re che non aveva temuto lui [Marduk], fu consegnato nelle sue mani [di Ciro]. Tutto il popolo di Babilonia, Sumer e Akkad, i principi e i governatori si inchinarono a lui e gli baciarono i piedi. Essi si rallegrarono della sua sovranità, i loro volti erano raggianti. STELE CILINDRICA PERSIANA. L iscrizione, incisa in caratteri cuneiformi, celebra la presa di Babilonia da parte di (539 a.c.). IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

16 Nilo i d Dopo avere vinto i medi Ciro si rivolse all Asia Minore, sconfiggendo il ricco regno di Lidia. Il re persiano si diresse a questo punto verso le fiorenti e civilissime città greche. Lo storico greco Erodoto [vedi 1, p. 106] racconta che alcune, come Focea, furono distrutte, ma con la grande maggioranza di esse Ciro stipulò degli accordi: Mileto addirittura divenne la sua principale alleata nella regione e molte città dovettero accogliere governanti filo-persiani. Imporre governatori a sé fedeli era per Ciro il modo più semplice di controllare le città greche, ma queste, abituate a una maggiore autonomia e libertà di scelta dei governanti, sentivano il peso di questa imposizione, che erano costrette a subire e tollerare. I persiani a Babilonia Negli anni successivi Ciro rivolse le sue attenzioni all Oriente e arrivò fino alla valle dell Indo, attraverso l odierno Afghanistan. Nel 539 a.c., infine, mosse contro il regno neobabilonese governato da Nabonedo che, come abbiamo visto [p. 99], era inviso a parte della popolazione per i suoi tentativi di riforma religiosa e per lo spostamento dell asse dello stato verso l Arabia. Conosciamo lo straordinario documento con cui il re persiano rendeva pubblico il suo rispetto per il dio Marduk e attribuiva la sconfitta di Nabonedo alla sua empietà, poiché aveva venerato gli dèi sbagliati. Quando Ciro conquistò Babilonia consentì agli ebrei di tornare in Palestina, esempio della politica aperta dei persiani, nuovi padroni del Vicino Oriente. Babilonia fu lasciata intatta, per divenire una capitale dell impero; i culti locali furono rispettati e incoraggiati; sul suo trono Ciro pose un suo figlio, creando uno stato vassallo. Con Babilonia caddero sotto il controllo persiano le città della Siria-Palestina che erano vincolate da rapporti di vassallaggio, ma sostanzialmente rispettate nei culti e nelle strutture locali. Cambise e la conquista dell Egitto morì nel 529 a.c., probabilmente durante un operazione militare lungo la frontiera nord-orientale. Gli succedette il figlio Cambise, che completò il disegno di conquista del padre. Presa Cipro, con le navi cipriote e fenicie attaccò e conquistò l Egitto, uno stato che, pur in un periodo di relativo declino, era ancora prospero e prestigioso. Le ambizioni di Cambise furono tuttavia deluse quando si spinse verso l interno, cercando di arrivare all Etiopia. Nell ultima fase del suo regno, forse in seguito al parziale fallimento della spedizione etiopica, Cambise fu accusato di aver tradito l iniziale politica persiana di rispetto religioso e integrazione pacifica, abbandonandosi alla tirannia* e alla repressione, anche nei confronti degli egizi sottomessi e delle loro divinità. * tirannia: regno assoluto e dispotico. Dal greco tyrannos, che probabilmente proviene dall Asia Minore e significava, semplicemente, signore. Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 101 S c i t i Don M a r M Macedonia Sparta e d i t e r r L i b i Atene Creta c i Danubio Tracia Lidia Sardi a neo Bisanzio Mileto Pella Trebisonda Granico Sinope Cirene Damasco Alessandria Gerusalemme Babilonia Ammonio Menfi Egitto Mar Nero Frigia Cipro Cappadocia Melitene S i A Eufrate r i a Ninive r a b i As s i ria Tigri Amiso Mar Caspio Isso Alessandretta Biblo Ecbatana Sidone Tiro M e d i a Anshan Susa Persepoli GolfoPersico Lago d Aral Gaugamela P e Arbela Ecatompilo r s Alessandria di Characene e P a r t i a S o g d Battra B a t Maracanda (Samarcanda) i a n a t r i a n a Alessandria Margiana Taxila Aracosia Gedrosia Alessandria degli Arii Indo n I d i Alessandria Carmania Pattala A Alessa al Cau India A Mar Rosso Tebe Regno di Macedonia e Tessaglia Conquiste di Dario Regno di Anshan (prima di 558 a.c.) ( a.c.) Conquiste Alleati greci di di Ciro Alessandro il Grande ( a.c.) Itinerario marittimo Strade di regali Nearco Città fondate da Alessandro Conquiste di Cambise ( a.c.) Itinerario di Alessandro Principali battaglie 558 a.c. re dell Elam 548 a.c. re di Persia a.c. in Asia Minore e all Indo 539 a.c. annette lo stato neobabilonese a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore

17 Dario in India Cambise morì nel 522 a.c., prima di tornare in patria. Alla sua morte un mago* rivendicò il trono contro i legittimi successori, ma dopo pochi mesi egli fu sconfitto da Dario (sul trono dal 522 al 486 a.c.), un parente di Ciro e Cambise, discendente da un ramo degli Achemenidi. Qualunque fosse la legittimità dei diritti alla successione rivendicati da Dario, egli riuscì rapidamente a consolidare il suo potere, con l aiuto di sei compagni d armi appartenenti ad altrettante grandi famiglie, che da allora formarono una specie di consiglio del re ed ebbero notevole influenza. Dopo aver domato le rivolte scoppiate per l incertezza della lotta di successione, egli indirizzò le sue mire espansionistiche su due fronti: a oriente avanzò fino a varcare l Indo e, nel 516 a.c., organizzò per la prima volta una spedizione persiana in Europa, attraversando lo stretto del Bosforo. Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 102 * mago: i magi erano sacerdoti cui spettavano la divinazione e la magia, presso la corte persiana, e perciò godevano di grande prestigio. Sono citati anche nel Vangelo, guidati da una cometa fino a Betlemme. La spedizione contro gli sciti Al di là dello stretto abitavano gli sciti, stanziati in una vasta regione, ricca di oro e di altre materie prime, situata intorno al Mar Nero, nelle attuali Crimea e Ucraina, e verso il bacino del Don. La spedizione di Dario contro questo popolo fu assai impegnativa: impiegò da 200 a 300 navi e un esercito di circa uomini; si resero necessarie opere di ingegneria notevoli e nuove, come la costruzione sul Bosforo di un ponte di barche lungo oltre un chilometro per far passare l esercito e di altri ponti per attraversare il Danubio. La campagna si rivelò tuttavia un insuccesso. Dario si spinse verso nord e nord-ovest, probabilmente fino all attuale Moldavia e, forse, fino al Volga. Gli sciti, però, attuarono la tecnica della terra bruciata, che consisteva nel distruggere ogni risorsa nei territori dai quali si ritiravano, lasciando apparentemente campo libero al nemico, ma di fatto attirandolo in una trappola mortale. Un esercito numeroso come quello persiano, addentrandosi verso le zone interne della Russia meridionale, andò incontro a gravi difficoltà per i rifornimenti, i trasporti e il clima. Dario fu costretto a ritirarsi, con una marcia rapida e ben organizzata. Passò in Tracia, raggiunse Sardi e lì svernò. Un suo generale, rimasto indietro, prese possesso di un tratto di costa ma non riuscì a controllare la Macedonia. La stessa strategia della terra bruciata fu attuata dai russi, nel XIX secolo contro Napoleone e nel XX secolo contro Hitler, e sempre con successo. La spedizione di Dario non raggiunse l obiettivo, ma ancora una volta la pressante presenza dei persiani si faceva sentire in una regione, la Macedonia, che i greci consideravano parte della loro cultura, governata da re filoellenici. Questa difficile vicinanza avrebbe avuto, da lì a pochi anni, esiti drammatici. FIBBIA D ORO SCITA, che rappresenta due animali in lotta (VII sec. a.c.). Gli sciti erano abilissimi nella lavorazione dell oro, e nelle loro opere compaiono frequentemente temi legati al mondo della natura. LEONE ALATO D ORO, arte achemenide (V sec. a.c.). Il leone alato era un simbolo della potenza presso i popoli iranici, come lo era stato anche presso i babilonesi. IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

18 4. L organizzazione dell impero persiano Il re e l impero universale Il re persiano era un sovrano assoluto, come i suoi predecessori del Vicino Oriente. Molto spesso guidava personalmente l esercito in guerra e aveva a disposizione un gruppo scelto di soldati, gli immortali *, che combattevano con lui. I re persiani assunsero tutti i titoli dei re vinti: Gran Re; Re di Babilonia, di Sumer e Akkad; Re delle quattro parti del mondo o della totalità, oltre che Re di Persia. Il loro grande impero abbracciava territori prima mai unificati sotto un unico governo: dall Egitto alla Siria-Palestina, alla penisola anatolica, a tutta la Mesopotamia e all altopiano iranico e, a oriente, fino all India. Era dunque un impero universale: questa concezione, che si era affermata fin dal III millennio a.c. in Mesopotamia con Sargon di Akkad [vedi p. 31], si nutriva nell ideologia persiana di nuovi elementi. I re favorirono i viaggi e promossero grandi opere, nell intento di unificare il loro mondo. Se per gli assiri l impero universale fu un fatto sostanzialmente ideologico, che non corrispose a un effettiva espansione territoriale, i persiani sembrarono invece poter raggiungere i limiti del mondo. In definitiva, tanto l orizzonte assiro era limitato, quanto quello persiano era ampio. I re persiani organizzarono spedizioni per circumnavigare l Africa; inviarono il greco Scilace nell oceano Indiano per esplorare la costa tra Indo, Eufrate e Tigri, riattivando vecchie e dimenticate rotte del tempo di Akkad; tagliarono un istmo per collegare mar Rosso e Mediterraneo. Un programma, soprattutto del re Dario, che voleva unire il mare esterno e quello interno, in un disegno, appunto, universale. I persiani e i loro sudditi I persiani non avevano una cultura forte o egemone, come era stata quella millenaria babilonese o assira, e questo diede loro un grande vantaggio: la possibilità di accettare e valorizzare le culture dei popoli conquistati. Essi governarono un insieme eterogeneo di civiltà e società con tolleranza, pur mantenendo un saldo controllo amministrativo e politico. Il potere centrale persiano era forte, ma l impero era policentrico: vi erano varie capitali, Babilonia, Ecbatana, Susa, Persepoli, Pasargade; a questi centri corrispondevano altrettanti luoghi di governo e poli di attrazione per le società locali. * immortali: corpo scelto dell esercito persiano, così chiamato perché il loro numero non cambiava mai, in quanto ogni soldato morto veniva immediatamente sostituito. Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 103 GUIDA ALLO STUDIO PAR. 4 Il capitolo illustra l organizzazione politica dell impero persiano, analizzando l ambizioso progetto universalistico dei re persiani, basato su un atteggiamento di apertura verso i popoli stranieri, e su un complesso e avanzato sistema amministrativo e di comunicazioni. Per studiare puoi seguire questa scaletta: le caratteristiche dell impero; il rapporto con i territori conquistati confronto con gli assiri; l organizzazione dei territori in satrapie; l importanza delle comunicazioni. IL RE SERSE, SUL TRONO, RICEVE IN UDIENZA, rilievo dal palazzo di Persepoli (V sec. a.c.). 558 a.c. re dell Elam 548 a.c. re di Persia a.c. in Asia Minore e all Indo 539 a.c. annette lo stato neobabilonese a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore

19 Anche se disponibili e aperti verso gli altri popoli, i persiani valorizzarono al massimo la loro origine: i re si facevano incoronare in una cerimonia che si svolgeva a Pasargade, la capitale edificata da Ciro nel cuore della Persia. La cerimonia di insediamento richiamava volutamente le origini pastorali delle tribù persiane e prevedeva un pasto rituale molto semplice, come quello dei pastori. I persiani furono dunque molto diversi dagli assiri, che avevano fondato il loro potere sulla crudeltà e sulla durezza nei confronti dei vinti. Del resto la politica assira delle deportazioni di interi popoli e dell annientamento delle civiltà vinte si era rivelata alla lunga disastrosa per gli stessi conquistatori. I persiani invece, pur mantenendo sempre una forte consapevolezza della propria identità, tennero un atteggiamento di apertura verso le culture diverse, che assimilarono traendone grandi vantaggi politici. Modulo 1 Le civiltà del Vicino Oriente 104 * harem: l insieme delle moglie e concubine del re (derivato dall arabo harim, luogo inviolabile). * paradiso: nella lingua iranica pairideza indicava un luogo chiuso da mura, ordinato e abbellito secondo il volere del sovrano, opposto al caotico mondo esterno. Le grandi capitali e la celebrazione dell impero L ideologia imperiale venne continuamente potenziata. Pasargade e Persepoli furono costruite appositamente per celebrare l impero: decentrate rispetto al suo centro geografico, e non necessariamente sedi permanenti del re e della sua corte, rimasero fondamentali nel cerimoniale e nella costruzione dell ideologia. La corte viaggiava spesso tra le varie capitali: Susa sembra essere stata la sede preferita per l harem* del re, Ecbatana per l estate, Persepoli per le grandi funzioni pubbliche. Nelle città furono costruiti grandi palazzi, giardini, riserve per la caccia (i paradisi*), pieni di piante e animali. L edilizia monumentale raggiunse una qualità e una scala di grandezza impressionanti, e sono ancora visibili le grandi iscrizioni e i bassorilievi che esaltano i re. Lo scopo di questi monumenti era di farsi vedere dai funzionari, dalle delegazioni straniere, dal popolo, come manifestazione del potere e del prestigio del Gran Re. I testi erano scritti nelle tre lingue considerate ufficiali nel regno: accadico, elamita e persiano, cui andò pian piano affiancandosi l aramaico. I persiani praticavano quella che noi oggi chiameremmo multiculturalità poiché avevano interesse a parlare al maggior numero possibile di popoli. Le satrapie Dario completò il disegno politico e amministrativo dei suoi predecessori dividendo l impero in venti satrapie, governate attraverso l istituzione di cinque capitali. Le satrapie, specie di province dotate di larga autonomia, erano affidate a governatori, i sàtrapi, nobili fedeli al re, spesso imparentati con lui. Essi si rivolgevano al sovrano per questioni di carattere generale, ma GLI IMPONENTI RESTI DEL PALAZZO DI DARIO A PERSEPOLI. I rilievi sulla scalinata d accesso mostrano file di guerrieri. IX-VII sec. a.c. Impero neoassiro Metà VII sec. a.c. Formazione dello stato dei medi VII-VI sec. a.c. Stato neobabilonese dei caldei 639 a.c. Gli assiri distruggono Susa, in Elam 612 a.c. Medi e persiani conquistano Ninive Fine dell impero assiro 586 a.c. Il re neobabilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme

20 per il resto potevano decidere autonomamente: avevano poteri militari e giudiziari, anche se dove possibile mantenevano le leggi locali. Le satrapie erano molto varie come grandezza e non seguivano criteri omogenei: ad esempio l Egitto costituiva una sola satrapia, mentre molte altre avevano dimensioni ridotte e comprendevano popoli diversi. I sàtrapi erano potenti, autonomi, ma controllati dal sovrano attraverso funzionari che periodicamente visitavano le satrapie come ispettori, chiamati per questo occhi del re. Poiché i sàtrapi governavano anche per lunghi periodi e l impero era assai vasto, questo sistema serviva a tenere sotto controllo, almeno in qualche misura, l amministrazione. Le satrapie costituivano anche la base per il sistema di tassazione che, per l epoca, era di concezione avanzata: ogni satrapia doveva versare un tributo annuale in argento, calcolato secondo parametri unificati per tutto l impero e proporzionato alle risorse e capacità contributive di ciascuna regione. Vi erano inoltre prestazioni in natura e forse altre tasse locali, come i pedaggi. Il sistema di tassazione basato sulle satrapie superava la concezione degli imperi precedenti, che esigevano di solito tributi fissi e spesso sotto forma di doni tra sovrani o potenti. In generale i sàtrapi erano, evidentemente, percepiti come personaggi assai importanti: la parola ancora oggi indica, in termini generali e non più specifici, uno stile di vita opulento, eccessivamente amante del lusso. Il sistema delle comunicazioni Un impero così vasto e complesso poteva funzionare solo con un efficiente sistema di comunicazioni. I persiani stupirono il mondo con la costruzione di grandi strade e con l istituzione di un sistema di posta e di trasporto rapido, che non aveva uguali all epoca e che sarà superato solo dai romani molti secoli dopo. La Via regia attraversava l impero da Susa a Sardi e arrivava fino a Efeso, sulla costa anatolica affacciata sul mare Egeo. La grande strada poteva essere percorsa in 90 giorni, ed era munita di un sistema di stazioni di posta, collocate ogni 24 km circa una dall altra, attrezzate con locande, cambio di cavalli e un presidio di soldati. Le grandi vie erano naturalmente utilizzate dal re e dall amministrazione, ma potevano anche essere percorse da privati: i loro spostamenti e la loro corrispondenza erano tuttavia controllati. Questo sistema garantiva la sicurezza e soprattutto l unità dell impero, bene prezioso e difficile da conquistare nell antichità e, del resto, anche nel mondo moderno. Oggi infatti i mezzi di comunicazione permettono contatti immediati fra i paesi più lontani, ed è difficile per noi immaginare di vivere senza di essi; ma per la maggior parte della sua storia l umanità ha dovuto inventare altre soluzioni. Quello dei persiani fu dunque un progresso straordinario. Capitolo 6 I grandi imperi: dagli assiri ai persiani 105 IL MAZDEISMO I persiani, anche se accettavano gli dèi degli altri popoli, praticavano una religione monoteista. Il loro dio, Ahura Mazda, fu venerato da Dario come la divinità più grande, secondo quanto leggiamo nell iscrizione sulla sua tomba, vicino a Persepoli. Ahura Mazda era il dio del bene ed era circondato da altre forze positive che lo aiutavano nella lotta contro il male, impersonificato dai demoni. Questo dualismo si sarebbe risolto alla fine del mondo a favore del bene, e il male sarebbe scomparso. Non è semplice descrivere la complessità della concezione del mazdeismo, la religione che prende il nome dal dio, ma è ancora più difficile stabilire quando questa religione si affermò presso i persiani. Essa apparve molto presto tra i popoli indoiranici, come i medi, ed è già nota nei più antichi testi sacri dell India. LO ZOROASTRISMO La diffusione, se non la formazione, del mazdeismo risalirebbe a una figura di predicatore che divenne un simbolo leggendario: Zoroastro, o Zarathustra, come è più frequentemente chiamato in Occidente. Secondo molti si tratterebbe di un personaggio storico, vissuto probabilmente nel VI secolo a.c. e originario dell Iran nordorientale o dell Afghanistan, l antica Battriana. Possiamo definirlo un profeta, o un sacerdote che avrebbe riformato il mazdeismo originario predicando a un popolo di pastori sedentari, in un epoca precedente le grandi conquiste persiane; desumiamo questo dal fatto che Zoroastro non sembra interessarsi alle città, componente essenziale dell impero. È quindi probabile che i persiani abbiano adottato il mazdeismo senza averne conosciuto il sistematore. Lo zoroastrismo, complesso sul piano filosofico e simbolico e ricco di contenuti etici, divenne rapidamente la religione dell impero e quindi una religione universale, come universale voleva essere, appunto, l impero persiano. LE DUE PRINCIPALI FIGURE DEL MAZDEISMO: Ahura Mazda (in alto, sul suo carro alato) e Ahriman, il demone che rappresenta il Male. 558 a.c. re dell Elam 548 a.c. re di Persia a.c. in Asia Minore e all Indo 539 a.c. annette lo stato neobabilonese a.c. Cambise conquista l Egitto a.c. Dario imperatore

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