CAPITOLO 10 RIFIUTI. Referente AMB-ASA: Cristina FRIZZA 1. Referenti: Rosanna LARAIA 1 1) APAT

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1 10. RIFIUTI 1039

2 CAPITOLO 10 RIFIUTI Autori: Gabriella ARAGONA 1, Valeria FRITTELLONI 1, Cristina FRIZZA 1, Andrea Massimiliano LANZ 1, Rosanna LARAIA 1, Andrea PAINA 1. Referente AMB-ASA: Cristina FRIZZA 1 Referenti: Rosanna LARAIA 1 1) APAT 1040

3 Introduzione L elaborazione delle statistiche sulla produzione e gestione dei rifiuti a livello comunitario ha dimostrato come sia difficile comparare i dati dei diversi paesi, a causa della disomogeneità nei metodi di raccolta delle informazioni e della non univocità delle definizioni delle categorie di rifiuto. Un importante passo avanti per migliorare la qualità dei dati è rappresentato dall'adozione, nel novembre 2002, del regolamento (CE) n. 2150/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche sui rifiuti. Questo nuovo strumento istituisce una disciplina europea in materia di statistiche, con definizioni e classificazioni comuni, che dovrebbe consentire di pervenire a dati più omogenei e confrontabili, in grado di supportare le decisioni del legislatore comunitario e monitorare meglio l attuazione della vigente normativa. Numerose sono le novità legislative intervenute negli ultimi anni sia a livello europeo sia nazionale destinate a modificare profondamente l attuale sistema di gestione dei rifiuti. A livello comunitario va menzionata la Comunicazione (2005) 666 finale, Uso sostenibile delle risorse: una strategia tematica per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, elaborata nel contesto del Sesto Programma d Azione Ambientale che, insieme alla strategia tematica per l utilizzo sostenibile delle risorse, contribuisce a definire un utilizzo più efficace e sostenibile delle risorse naturali. In particolare, la strategia mira alla riduzione degli impatti ambientali negativi generati dai rifiuti lungo il corso della loro esistenza, dalla produzione al riciclaggio, sino allo smaltimento finale. Tale approccio, basato principalmente sull impatto ambientale e sul ciclo di vita delle risorse, permette di considerare i rifiuti non solo come fonte d'inquinamento da ridurre, ma soprattutto come potenziale risorsa da sfruttare. Tra le altre novità in sede europea vi è la strategia tematica per la protezione del suolo che si compone di una Comunicazione (COM(2006)231), contenente i principi base per la definizione di una politica di protezione del suolo a livello comunitario, di una proposta di direttiva per la protezione del suolo (COM(2006)232) e di un analisi degli impatti ambientali, economici e sociali (SEC(2006)1165 e SEC(2006)620). La Comunicazione evidenzia la necessità di adottare opportune misure per assicurare un alto livello di protezione del suolo, fissa gli obiettivi della strategia e illustra le azioni da intraprendere fino al La proposta di direttiva individua i principi base per la protezione del suolo, gli obiettivi da raggiungere e le relative scadenze temporali, lasciando a ogni Stato membro la possibilità di decidere le azioni da intraprendere per il conseguimento di tali obiettivi. Infine, l analisi degli impatti contiene uno studio delle principali minacce cui il suolo è sottoposto, individuando, ove possibile, i costi annuali connessi alla degradazione dei suoli. A livello nazionale, il D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 Norme in materia ambientale e il D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, hanno modificato l intero sistema legislativo. La parte quarta del D.Lgs. 152/06 regolamenta, infatti, la complessa materia della gestione dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati sostituendo la norma quadro sui rifiuti, rappresentata dal D.Lgs.22/97. I dati inerenti alla produzione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani derivano dalle informazioni trasmesse all APAT da parte di soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti. In particolare, i dati sono stati comunicati dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell ambiente, dalle regioni, dalle province, dagli Osservatori provinciali sui rifiuti, dai Commissari per le emergenze rifiuti, dal CONAI e dai relativi consorzi di filiera (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro) e, in alcuni casi, dalle Aziende municipalizzate di gestione dei servizi di igiene urbana. 1041

4 Le informazioni inerenti il sistema impiantistico di gestione dei rifiuti urbani sono, anch esse, state acquisite attraverso l invio di appositi questionari a regioni, province, Osservatori provinciali sui Rifiuti, Commissari per le emergenze rifiuti e ARPA/APPA. Relativamente ai dati 2005 va, tuttavia, evidenziato un ulteriore rallentamento, salvo rare eccezioni, del flusso di informazioni rispetto al 2004, nonostante l utilizzo di una metodologia ritenuta dall APAT ormai consolidata i dati pervenuti sono risultati spesso incompleti. In alcuni casi si è, addirittura, riscontrata un assenza totale di informazione. Per sopperire a tali carenze si è dovuto far, quindi, ricorso alla banca dati MUD 2006 (dati 2005). Per quanto riguarda i comuni per i quali non è stato possibile ottenere alcuna informazione, attraverso questionari, contatti diretti ed elaborazioni MUD, i dati sono stati stimati da APAT attraverso un metodo, già precedentemente utilizzato dall Agenzia, basato sui coefficienti medi di produzione pro capite applicati secondo criteri di stratificazione in funzione della provincia di appartenenza e della fascia di popolazione. La base dati utilizzata per popolare gli indicatori relativi alla produzione dei rifiuti speciali è rappresentata dalle dichiarazioni MUD effettuate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa vigente. La comunicazione relativa al 2004 doveva essere inviata, entro il 30 aprile 2005, presso la CCIAA della provincia in cui ha sede l unità operativa. Per quanto riguarda i rifiuti inerti da costruzione e demolizione, la stima della produzione, relativamente al 2004, è stata effettuata sulla base delle informazioni contenute nella banca dati MUD relativa alle attività di gestione, integrate da stime elaborate sulla base di dati connessi alla attività del settore. La stima, in particolare, è stata condotta a partire dalla valutazione effettuata per il 2003, correlando i valori rilevati alla variazione di alcuni indici economici: il valore aggiunto ai prezzi di base del settore costruzioni, la variazione degli indici di costo, nei capoluoghi di regione, di un fabbricato residenziale nel periodo e infine, la variazione del PIL regionale nel medesimo periodo, pubblicati da ISTAT. Sono stati, inoltre, analizzati gli andamenti di alcuni settori rilevanti ai fini della produzione dei rifiuti da costruzione e demolizione, in particolare, la domanda di opere pubbliche da parte delle amministrazioni locali (comuni, province e regioni), delle ferrovie e dell ANAS, pubblicati dal CRESME. In relazione alla variazione degli indici economici sopra descritti, si è, quindi, proceduto all aggiornamento dei dati stimati nel Per la quantificazione dei rifiuti speciali gestiti nel 2004 è stato effettuato, analogamente agli anni precedenti, un vero e proprio censimento degli impianti di gestione, operanti sia in conto proprio sia in conto terzi, mediante la predisposizione e l invio di appositi questionari a tutte le amministrazioni competenti al rilascio delle autorizzazioni e ai diversi soggetti pubblici e privati che a vario titolo raccolgono informazioni in materia di rifiuti. In particolare, sono state richieste informazioni a regioni, Sezioni regionali e provinciali del Catasto dei rifiuti, province, Associazioni di demolitori, Associazioni di rottamatori e Associazioni di frantumatori. In molti casi sono state effettuate anche indagini puntuali sui singoli impianti di gestione dei rifiuti, al fine di superare dubbi e incongruenze emerse nella fase di confronto dei dati provenienti da diverse fonti. Per rendere più completa l informazione acquisita attraverso i questionari, i dati relativi agli impianti di gestione sono stati confrontati con quelli della banca dati MUD e della banca dati sul recupero realizzata e gestita da APAT. Il complesso lavoro di confronto e validazione dei dati ha consentito di tracciare un quadro completo del sistema impiantistico che consente di effettuare valutazioni sull intero sistema di trattamento/recupero/smaltimento dei rifiuti speciali in Italia. 1042

5 Q10: Quadro sinottico di indicatori Tema SINAnet Produzione dei rifiuti Nome indicatore Produzione dei rifiuti totale e per unità di PIL Produzione di rifiuti urbani Produzione di rifiuti speciali DPSIR P P P Qualità Informazione Copertura S I - R I - R I - R Quantità di apparecchi P I - R contenenti PCB a T Stato Rappresentazione e Trend Tabelle Figure Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato R I - R P/R I Quantità di rifiuti avviati al compostaggio e trattamento meccanicobiologico Gestione dei rifiuti Quantità di rifiuti speciali recuperati Quantità di rifiuti smaltiti in discarica, totale e per tipologia di rifiuti P/R P/R I - R I - R Numero di discariche P I - R Quantità di rifiuti inceneriti, totale e per tipologia di rifiuti P/R I - R Numero di impianti di incenerimento P I - R Produzione e gestione imballaggi Produzione di imballaggi, totale e per tipologia di P I materiale a Immesso al consumo degli imballaggi, totale e per tipologia di materiale P I

6 Recupero di rifiuti di imballaggio per tipologia di materiale R I a L'indicatore è in corso di ridefinizione. La relativa scheda indicatore, pertanto, non è riportata nella presente edizione. 1044

7 Quadro riassuntivo delle valutazioni Trend Nome indicatore Quantità di rifiuti smaltiti in discarica, totale e per tipologia di rifiuti Quantità dei rifiuti raccolti in modo differenziato Produzione di rifiuti urbani Descrizione Nell arco del periodo , la quantità totale dei rifiuti smaltiti in discarica è diminuita di circa il 14%, passando da oltre 42 milioni di tonnellate a poco più di 36 milioni di tonnellate. Tale riduzione è principalmente imputabile allo smaltimento dei rifiuti urbani (-17%) sebbene anche la quota di rifiuti speciali faccia registrare, nello stesso arco di tempo, sensibili contrazioni (-10%). La raccolta differenziata, pur registrando un incremento, tra il 2001 e il 2005, di circa 2,6 milioni di tonnellate si attesta a un valore percentuale pari al 24,3%, sensibilmente inferiore rispetto ai target fissati dalla normativa. Nel triennio , la crescita percentuale della produzione dei rifiuti urbani è pari al 5,5% a fronte di un aumento decisamente più contenuto, +2,1%, riscontrato tra il 2001 e il Produzione dei rifiuti La produzione dei rifiuti urbani La produzione di rifiuti urbani si attesta, nel 2005, a 31,7 milioni di tonnellate, quasi 530 mila tonnellate in più rispetto al 2004 e 1,6 milioni di tonnellate in più rispetto al Nel triennio , la crescita percentuale della produzione è, pertanto, pari al 5,5% a fronte di un aumento decisamente più contenuto, +2,1%, riscontrato tra il 2001 e il La crescita appare più marcata nelle regioni centrali, dove la produzione ha fatto registrare un aumento percentuale, tra il 2003 e il 2005, di poco inferiore al 9% a fronte di incrementi dell ordine del 4,6% per il Nord e del 4,4% circa per il Sud. Nel 2005, la produzione complessiva di rifiuti urbani nelle tre macroaree geografiche risulta pari a circa 14,2 milioni di tonnellate nel Nord del Paese, a 7,2 milioni di tonnellate nel Centro e a circa 10,3 milioni di tonnellate nel Sud. Raffrontando i dati di produzione con quelli relativi agli andamenti dei principali indicatori socio economici, si registra, nell ultimo periodo, un incremento più sostenuto della produzione dei rifiuti rispetto al PIL e alle spese delle famiglie. In particolare, il prodotto interno lordo cresce, dal 2003 al 2005, dell 1% e le spese delle famiglie dello 0,6%, a fronte di un incremento percentuale della produzione di rifiuti urbani pari, come già precedentemente accennato, al 5,5%. L andamento della produzione degli RU appare, dunque, non in linea, con entrambi gli indicatori socio-economici e, in particolar modo con le spese delle famiglie. L analisi dei dati relativi al pro capite, finalizzata a valutare la produzione dei rifiuti svincolandola dal livello di popolazione residente, evidenzia che, come nei precedenti anni, anche per il 2005 i maggiori valori di produzione si riscontrano al Centro, con circa 633 kg di rifiuti per abitante per anno, e i valori più bassi al Sud, che si attesta a 496 kg/abitante per anno; il Nord, dal canto suo, si colloca a circa 533 kg/abitante per anno, valore prossimo alla media nazionale di 539 kg/abitante per anno. In generale, si può rilevare che, a partire dal 2001, il pro capite è complessivamente cresciuto, nelle regioni del Nord, di soli 9 kg/abitante per anno a fronte di aumenti decisamente più consistenti nelle altre due macroaree geografiche. Al Centro, in particolare, la produzione pro capite ha subito un incremento, tra il 2001 e il 2005, di circa 76 kg/abitante per anno (+16 kg/abitante per anno nell ultimo biennio). 1045

8 La produzione dei rifiuti speciali La quantità totale di rifiuti speciali prodotta in Italia, nel 2004, è pari a circa 108,4 milioni di tonnellate, di cui 56,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 5,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, 46,5 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione e circa 180,5 mila tonnellate di rifiuti non determinati (149,7 mila tonnellate prive di codice ISTAT attività e circa 30,8 mila tonnellate senza codice CER). Nel triennio si rileva un incremento della produzione totale di rifiuti speciali, compresi quelli da costruzione e demolizione, pari al 17,7%, un incremento dei rifiuti non pericolosi pari al 14,3% e un aumento dei rifiuti pericolosi pari al 7,2%. Nel biennio si registra un incremento del 7,8% dei rifiuti speciali non pericolosi, esclusi i C&D, e una lieve diminuzione, dell 1,3%, dei rifiuti speciali pericolosi. Per l elaborazione dei dati relativi al 2004 si è mantenuto lo stesso processo di bonifica utilizzato nei precedenti anni. In particolare, sono stati inclusi tra i rifiuti speciali quelli compresi nel capitolo 20 dell elenco europeo dei rifiuti, derivanti esclusivamente da soggetti diversi dai comuni. Sono stati, inoltre, esclusi dal calcolo delle quantità complessivamente prodotte, i rifiuti provenienti dal circuito urbano di raccolta e derivanti sia dal trattamento meccanico (codice ), sia dal trattamento aerobico dei rifiuti (identificati con il codice ). Dette tipologie vengono, infatti, già computate nella produzione dei rifiuti urbani. È stata, inoltre, operata un attenta bonifica che ha portato all eliminazione di quelle quantità di rifiuti speciali dichiarate erroneamente come prodotte dai trasportatori di rifiuti. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti speciali per macroarea geografica l analisi dei dati evidenzia, tra il 2003 e il 2004, una crescita più marcata nelle regioni del centro Italia (+13,3%) mentre, nel Nord e nel Sud si rilevano incrementi più contenuti (7,5% e 4%, rispettivamente). Per i rifiuti non pericolosi si assiste, rispetto al 2003, a un aumento del 9,6% al Nord, dell 8,4% al Centro e del 2% circa al Sud. La percentuale di rifiuti pericolosi, invece, diminuisce dell 1,2% al Nord e del 3,5% al Sud, mentre aumenta dello 0,9% al Centro. Relativamente ai rifiuti da costruzione e demolizione si rileva che, nell anno 2004, il 61,5% del totale è prodotto dalle regioni del Nord, il 20,5% dalle regioni centrali e il 18% da quelle del Mezzogiorno. La produzione media pro capite di rifiuti speciali, nel 2004, è pari a kg/ab anno (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione), di cui 966 kg/ab anno sono rifiuti non pericolosi e 91 kg/ab anno pericolosi. L analisi dei dati nazionali afferenti a ciascuna macrosettore economico mostra che, analogamente agli anni precedenti, il contributo maggiore alla produzione complessiva dei rifiuti, sia speciali non pericolosi sia pericolosi, è ascrivibile dalle attività manifatturiere (NACE 15-37), con un quantitativo totale di circa 38 milioni di tonnellate, di cui circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi, (61 % del totale non pericoloso prodotto) e 3 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, (61%, del totale dei pericolosi prodotto). Le altre attività produttive che concorrono maggiormente alla produzione di rifiuti speciali non pericolosi, similmente agli anni precedenti, sono quelle del trattamento dei rifiuti e delle acque (NACE 90), con circa 12,8 milioni di tonnellate, pari a 22,6% del totale e quelle relative alle attività di servizio (NACE 50-55,60-64,65-74,76-85,91-99) con circa 4,2 milioni di tonnellate pari a 7,3% del totale prodotto. Per quanto attiene ai rifiuti pericolosi, l attività relativa al codice NACE 90, con circa tonnellate, rappresenta il 14% del totale prodotto, mentre, le attività dei servizi (NACE 50-55,60-64,65-74,76-85,91-99) generano circa tonnellate, pari al 16,9% del totale. 1046

9 Q10.1: Quadro delle caratteristiche degli indicatori per la Produzione dei rifiuti Nome indicatore Finalità DPSIR Riferimenti Normativa Produzione dei rifiuti totale e per unità di PIL Misurare la quantità totale di rifiuti generati e la correlazione tra produzione dei rifiuti e sviluppo economico P Comunicazione (2005) 666 finale, Uso sostenibile delle risorse: una strategia tematica per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti Direttiva 2006/12/CE, relativa ai rifiuti Produzione di rifiuti urbani Misurare la quantità totale di rifiuti generati P D.Lgs.152/2006; D.Lgs. 4/2008; Legge 296/2006; DM 372/98 Produzione di rifiuti speciali Misurare la quantità totale di rifiuti generati P D.Lgs.152/2006; D.Lgs. 4/2008; DM 372/98 Bibliografia APAT, Annuario dei dati ambientali, Anni vari. EUROSTAT, 2003, Waste generated and treated in Europe. EUROSTAT, 2004, Energy, transport and environment indicators, European Communities. Comunicazione della Commissione Europea del 27/05/2003, Verso una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti. OECD, 2001, Key Environmental Indicators, Paris. OECD, 2002, Indicators to Measure Decoupling of Environmental Pressure from Economic Growth, Paris. ANPA, 1998, Il sistema ANPA di contabilità dei rifiuti Prime elaborazioni dei dati. ANPA - ONR 1999, Secondo rapporto sui rifiuti urbani e sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio. ANPA ONR, 1999, Primo rapporto sui rifiuti speciali. ANPA ONR, 2001, Rapporto preliminare sulla raccolta differenziata e sul recupero dei rifiuti di imballaggio ANPA ONR, 2001, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2002, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2003, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2004, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2005, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2006, Rapporto rifiuti

10 PRODUZIONE DEI RIFIUTI TOTALE E PER UNITÀ DI PIL DESCRIZIONE L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti generati in Italia. Tale quantità viene poi rapportata al PIL a valori concatenati con anno di riferimento L'informazione è disponibile a livello nazionale, regionale e provinciale, fornendo gradi di approfondimento diversi per una lettura articolata del fenomeno. Inoltre l'informazione viene fornita disaggregata rispetto alle diverse tipologie di rifiuti, urbani, speciali, speciali pericolosi e rifiuti da costruzione e demolizione (C&D). Per i rifiuti speciali viene presentata, anche, l'articolazione per attività economica. I dati sui rifiuti speciali sono di tipo dichiarativo, sottoposti a un complesso lavoro di bonifica e validazione da parte di APAT e delle ARPA. UNITÀ di MISURA Tonnellata/anno (t/a) FONTE dei DATI APAT; ISTAT. PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO Annuale QUALITÀ dell'informazione Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel tempo Comparabilità nello spazio Per quanto riguarda la rilevanza, l'indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo prevenzione rifiuti). Nel caso dell'accuratezza e della comparabilità nello spazio, i dati raccolti vengono validati secondo metodologie condivise che prevedono, comunque, un forte coinvolgimento dell'operatore locale. SCOPO e LIMITI Misurare la quantità totale di rifiuti prodotti e la correlazione tra produzione dei rifiuti e sviluppo economico. OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA In base a quanto previsto dalla Decisione n. 1600/2000 è stata elaborata dalla Commissione europea una Strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti che ha comportato un lungo lavoro di consultazione tra i diversi attori coinvolti nel ciclo di gestione dei rifiuti con lo scopo di individuare gli strumenti necessari a promuovere la prevenzione e il riciclo dei rifiuti. STATO e TREND Il trend della produzione totale dei rifiuti documenta una crescita, tra il 2003 e il 2004, pari al 7%, comunque superiore alla crescita del PIL, che si attesta nello stesso periodo all 1%. L incremento appare più marcato in particolare per i rifiuti speciali. 1048

11 COMMENTI a TABELLE e FIGURE La serie storica dei dati sui rifiuti totali prodotti è disponibile per il periodo 1997 al Per i rifiuti urbani sono disponibili anche i dati relativi all anno La quantità totale dei rifiuti, prodotta nel 2004, si attesta a circa 139 milioni di tonnellate, suddivisi in 62 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui circa 5,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, 31 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e 46 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D). Dall analisi dei dati disaggregati per tipologia di rifiuto, si può notare una crescita della produzione dei rifiuti urbani, tra il 2003 e il 2004, pari al 3,7% circa a fronte di un incremento decisamente più contenuto rilevato nel precedente biennio (+0,6% circa). Tra il 2003 e il 2004, la produzione totale di rifiuti speciali fa, invece, registrare un aumento superiore al 7%, con una crescita del 7,8% per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi e una contrazione, pari all 1,3%, per i rifiuti pericolosi. Raffrontando i dati di produzione dei rifiuti con quelli relativi ai principali indicatori socio-economici, si rileva, per quanto attiene i rifiuti urbani, una buona correlazione fino al 2003, e una crescita più sostenuta della produzione dei rifiuti rispetto al PIL e ai consumi delle famiglie, negli anni 2004 e In particolare, il prodotto interno lordo cresce dal 2003 al 2005 dell 1%, e le spese delle famiglie dello 0,6%, a fronte di un incremento percentuale della produzione dei rifiuti urbani pari al 5,5%. La produzione dei rifiuti pericolosi risulta, invece, in stretta correlazione con la crescita economica fino al 2001; nel 2002, l entrata in vigore del nuovo elenco dei rifiuti, ha previsto la classificazione di un considerevole numero di tipologie in base al contenuto di sostanze pericolose (voci speculari), ampliando, di fatto, il numero di rifiuti classificati come pericolosi. Conseguentemente, nel 2002 e nel 2003, si assiste a un aumento della produzione di rifiuti speciali pericolosi più sostenuta rispetto a quella degli indicatori socio-economici. Per le altre tipologie di rifiuti speciali, compresi quelli da costruzione e demolizione, il tasso di crescita è, invece, sempre più alto rispetto all incremento del PIL riferito al medesimo periodo. 1049

12 Tabella 10.1: Produzione nazionale dei rifiuti Anno Produzione di rifiuti urbani Produzione dei rifiuti speciali a Produzione di rifiuti speciali non pericolosi a Produzione di rifiuti speciali pericolosi Stima della produzione di C&D Produzione totale di rifiuti t*1.000/anno LEGENDA: a Esclusi gli inerti non pericolosi da costruzione e demolizione (C&D) Tabella 10.2: Produzione regionale di rifiuti per tipologia di rifiuto (2004) Regione Produzione di rifiuti urbani Produzione di rifiuti speciali non pericolosi senza CER 17 Produzione di rifiuti speciali pericolosi Produzione di rifiuti speciali non pericolosi da C&D a Produzione dei rifiuti speciali con CER non determinato Produzione dei rifiuti speciali con attvità ISTAT non determinata Produzione totale di rifiuti speciali Produzione totale di rifiuti t*1.000/anno Piemonte ,08 0, Valle d Aosta ,00 0, Lombardia ,27 60, Trentino Alto Adige ,44 0, Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria ,18 8, Emilia Romagna Toscana ,00 15, Umbria Marche ,89 1, Lazio ,03 12, Abruzzo ,40 1, Molise Campania ,85 23, Puglia ,18 9, Basilicata ,10 0, Calabria ,48 5, Sicilia ,95 9, Sardegna ITALIA ,84 149, LEGENDA: Dati stimati 1050

13 t* urbani speciali non pericolosi speciali pericolosi C&D Figura 10.1: Ripartizione della produzione totale dei rifiuti Indice su base 2000= PIL a prezzi di mercato valori concatenati anno 2000 Produzione rifiuti non pericolosi Produzione rifiuti pericolosi C&D Figura 10.2: Andamento della produzione dei rifiuti speciali e del PIL 1051

14 Indice 2000= PIL a prezzi di mercato valori concatenati - anno di riferimento 2000 Spesa delle famiglie valori concatenati - anno di riferimento 2000 Produzione di rifiuti urbani Figura 10.3: Andamento della produzione dei rifiuti urbani, e dei principali indicatori socio economici 1052

15 PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI DESCRIZIONE L indicatore misura la quantità totale di rifiuti urbani generati in Italia. L informazione è disponibile a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale con gradi di approfondimento diversi per una lettura articolata del fenomeno. La base informativa è costituita da elaborazioni APAT effettuate su dati comunicati da: ARPA, regioni, province, osservatori provinciali sui rifiuti, commissari per le emergenze rifiuti, CONAI e consorzi di filiera (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro) e, in alcuni casi, da Aziende municipalizzate di gestione dei servizi di igiene urbana. L utilizzo della banca dati MUD avviene solo in assenza di altre fonti di informazione. UNITÀ di MISURA Tonnellata/Anno (t/a); chilogrammo/abitante per anno (kg/ab*anno). FONTE dei DATI APAT; ISTAT. PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO Annuale QUALITÀ dell'informazione Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel tempo Comparabilità nello spazio Per quanto riguarda la rilevanza, l indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo prevenzione rifiuti). Nel caso dell accuratezza e della comparabilità nello spazio, i dati raccolti vengono validati secondo metodologie condivise. SCOPO e LIMITI Misurare la quantità totale e pro capite di rifiuti urbani generati. OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA La Comunicazione (2005) 666 finale, Uso sostenibile delle risorse: una strategia tematica per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, elaborata nel contesto del Sesto Programma d Azione Ambientale contribuisce, insieme alla strategia tematica per l utilizzo sostenibile delle risorse, a definire un utilizzo più efficace e sostenibile delle risorse naturali. In particolare, la strategia mira alla riduzione degli impatti ambientali negativi generati dai rifiuti lungo il corso della loro esistenza, dalla produzione al riciclaggio, sino allo smaltimento finale. Tale approccio, basato principalmente sull impatto ambientale e sul ciclo di vita delle risorse, permette di considerare i rifiuti non solo come fonte d'inquinamento da ridurre, ma soprattutto come potenziale risorsa da sfruttare. STATO e TREND Dopo una fase di crescita contenuta, si assiste a un accelerazione nella produzione dei rifiuti urbani, con un incremento percentuale, nel periodo , pari al 5,5%. 1053

16 COMMENTI a TABELLE e FIGURE La produzione di rifiuti urbani nel 2005 si attesta a circa 31,7 milioni di tonnellate, quasi 530 mila tonnellate in più rispetto al 2004 e 1,6 milioni di tonnellate in più rispetto al Nel triennio , la crescita percentuale della produzione è, pertanto, pari al 5,5% a fronte di un aumento decisamente più contenuto, +2,1%, riscontrato tra il 2001 e il La crescita appare più marcata nelle regioni centrali dove la produzione ha fatto registrare un aumento percentuale, tra il 2003 e il 2005, di poco inferiore al 9% a fronte di incrementi dell ordine del 4,6% per il Nord e del 4,4% circa per il Sud. Nel 2005, la produzione complessiva di rifiuti urbani nelle tre macroaree geografiche risulta pari a circa 10,2 milioni di tonnellate nel Nord del Paese, a 7,2 milioni di tonnellate nel Centro e a circa 10,3 milioni di tonnellate nel Sud. L analisi dei dati relativi al pro capite, finalizzata a valutare la produzione dei rifiuti svincolandola dal livello di popolazione residente, evidenzia che, come nei precedenti anni, anche per il 2005 i maggiori valori di produzione si riscontrano per il Centro, con circa 633 kg di rifiuti per abitante per anno, e i valori più bassi per il Sud, che si attesta a 496 kg/abitante per anno; il Nord, dal canto suo, si colloca a circa 533 kg/abitante per anno, valore prossimo alla media nazionale di 539 kg/abitante per anno. 1054

17 Tabella 10.3: Produzione di rifiuti urbani Regione t*1.000 kg/ab t*1.000 kg/ab Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA LEGENDA: a La popolazione utilizzata per il calcolo del pro capite è la popolazione residente al 31 dicembre di ciascun anno kg/ab*anno Figura 10.4: Quantità dei rifiuti urbani prodotti pro capite 1055

18 PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI DESCRIZIONE L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali generati in Italia. L'informazione viene fornita disaggregata rispetto alle diverse tipologie di rifiuto, ovvero rifiuti speciali pericolosi, rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti da costruzione e demolizione. Viene, inoltre, presentata l'articolazione per attività economica. La base informativa è costituita dalle dichiarazioni MUD, effettuate da parte dei soggetti individuati dall'articolo 189 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e inviate utilizzando il circuito della Camera di Commercio, ai sensi della L 70/94, entro il 30 aprile di ogni anno. Questa impostazione porta come conseguenza che i dati riferiti a un certo anno siano disponibili solo alla fine dell'anno successivo. UNITÀ di MISURA Tonnellata (t) FONTE dei DATI APAT PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO Annuale QUALITÀ dell'informazione Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel tempo Comparabilità nello spazio Per quanto riguarda la rilevanza, l'indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo prevenzione rifiuti). Nel caso dell'accuratezza e della comparabilità nello spazio, i dati raccolti vengono validati secondo metodologie condivise. SCOPO e LIMITI Misurare la quantità totale di rifiuti speciali. OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA Il D.Lgs. 152/06 ribadisce i principi ispiratori della gerarchia europea che prevedono, in primo luogo, la riduzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti, seguita dal recupero nelle sue tre forme di reimpiego, riciclaggio e recupero di energia, e da ultimo lo smaltimento sicuro dei soli rifiuti che non possono essere diversamente trattati. 1056

19 STATO e TREND L'Italia, dispone di una serie storica dei dati sui rifiuti speciali prodotti dal 1997 al 2004, che mostra un trend di crescita negli anni considerati. Si evidenzia, infatti, che, tra il 2000 e il 2004, il tasso di crescita della produzione di tali rifiuti risulta sempre più alto rispetto al tasso di crescita del PIL. COMMENTI a TABELLE e FIGURE La quantità totale di rifiuti speciali prodotta in Italia, nel 2004, è pari a circa 108,4 milioni di tonnellate, di cui 56,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 5,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, 46,5 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione e circa 180,5 mila tonnellate di rifiuti non determinati (150 mila tonnellate privi del codice ISTAT attività e circa 31 mila tonnellate senza codice CER, tabella 10.5). L'analisi dei dati evidenzia, nel triennio , un incremento della produzione totale di rifiuti speciali, compresi quelli da costruzione e demolizione, pari al 18%, un incremento dei rifiuti non pericolosi pari al 14,3% e un aumento dei rifiuti pericolosi pari al 7,2% (figura 1) rispetto al Nel biennio , si registra un incremento del 7,8% dei rifiuti speciali non pericolosi, esclusi i C&D, e una lieve diminuzione, dell'1,3%, dei rifiuti speciali pericolosi. Per l'elaborazione dei rifiuti speciali 2004, si è mantenuto lo stesso processo di bonifica utilizzato negli anni precedenti. Sono stati inclusi tra i rifiuti speciali, i rifiuti compresi nel capitolo 20 dell'elenco europeo dei rifiuti, derivanti esclusivamente da soggetti diversi dai comuni. Sono stati, invece, esclusi i rifiuti provenienti dal circuito urbano di raccolta e derivanti sia dal trattamento meccanico sia dal trattamento aerobico dei rifiuti. 1057

20 Tabella 10.4: Produzione di rifiuti speciali (2004) Regione Produzione di rifiuti speciali non pericolosi esclusi i C&D Produzione di rifiuti speciali pericolosi Produzione di rifiuti speciali non pericolosi da C&D a Produzione dei rifiuti speciali con CER non determinato Produzione dei rifiuti speciali con attvità ISTAT non determinata Produzione totale di rifiuti speciali t*1.000 Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA LEGENDA: Dati stimati Tabella 10.5: Produzione di rifiuti speciali per attività economica (settore NACE) (2004) Attività economiche Codice di attività ISTAT (NACE) Rifiuti speciali non pericolosi esclusi C&D Rifiuti speciali pericolosi inclusi C&D Rifiuti speciali TOTALI t*1.000 Agricoltura e pesca Industria estrattiva Industria alimentare Industria tabacco Industria tessile Confezioni vestiario; preparazione e tintura pellicce Industria conciaria continua 1058

21 segue Industria legno, carta stampa Raffinerie petrolio, fabbricazione coke Industria chimica Industria gomma e materie plastiche Industria minerali non metalliferi Produzione metalli e leghe Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallici, escluse macchine e impianti escluse macchine e impianti Fabbricazione apparecchi elettrici, meccanici ed elettronici Fabbricazione mezzi di trasporto Altre industrie manifatturiere Produzione energia elettrica, acqua e gas Costruzioni Commercio, riparazioni e altri servizi Trasporti e comunicazione Intermediazione finanziaria, assicurazioni e altre attività professionali Pubblica amministrazione, istruzione e sanità Trattamento rifiuti e depurazione acque di scarico Altre attività di pubblico servizio Non Determinato (N.D.) ITALIA

22 t* speciali non pericolosi speciali pericolosi C&D Figura 10.5: Produzione dei rifiuti speciali totali 1060

23 10.2 Gestione dei rifiuti Tra il 2001 e il 2005 la raccolta differenziata ha fatto registrare un incremento pari a circa 2,6 milioni di tonnellate (da 5,1 milioni di tonnellate a 7,7 milioni di tonnellate), corrispondente a una crescita percentuale intorno al 50%. Nello stesso periodo di tempo la produzione complessiva dei rifiuti urbani ha fatto rilevare un incremento di circa 2,3 milioni di tonnellate. L effetto positivo della crescita della raccolta differenziata è stato, quindi, parzialmente bilanciato dal contemporaneo aumento della produzione di rifiuti e, nel complesso, i livelli di raccolta differenziata risultano, su scala nazionale, ancora bassi. Nel 2005, la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato a livello nazionale è, infatti, pari al 24,3% della produzione totale. La situazione appare, tuttavia, decisamente diversificata passando da una macroarea geografica all altra: infatti, mentre il Nord mostra un tasso di raccolta pari al 38,1%, il Centro e il Sud si collocano a percentuali rispettivamente pari al 19,4% e all 8,7%. I dati relativi alla gestione dei rifiuti urbani nel 2005 confermano, rispetto agli anni precedenti, ancora una riduzione dello smaltimento in discarica e un aumento delle altre tipologie di gestione. In particolare, il ricorso alla discarica diminuisce, rispetto al 2004, di 2,7 punti percentuali, mostrando un incremento del tasso di riduzione rispetto alle precedenti rilevazioni. Tutte le altre forme di gestione registrano, invece, incrementi più contenuti per l incenerimento (+7,4%), il compostaggio da matrici selezionate (+6,6%) e le altre forme di recupero di materia (+5,0%) e più considerevoli per la biostabilizzazione e produzione del CDR (+14,4%). Per quanto riguarda i rifiuti speciali l anno di riferimento è, invece, il Escludendo le quantità di rifiuti avviate a impianti di stoccaggio e di messa in riserva (12,8 milioni di tonnellate), che rappresentano delle forme intermedie di gestione preliminari alla destinazione finale (recupero/smaltimento), si rileva che 47,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono avviati a operazioni di recupero e 34,8 milioni di tonnellate sono destinati ad attività di smaltimento. Se si considerano anche le quantità di rifiuti avviate allo stoccaggio, i rifiuti speciali complessivamente gestiti risultano pari, nel 2004, a quasi 95,2 milioni di tonnellate. Rispetto al 2003 si registra una sostanziale stabilità del quantitativo totale gestito al netto delle parti stoccate e messe in riserva (+1%); in particolare, la quantità di rifiuti avviata ad attività di recupero subisce un lieve aumento (+2,3%), mentre quella avviata ad attività di smaltimento diminuisce di circa l 1%. Il 54,1% dei rifiuti speciali, pari a 44,6 milioni di tonnellate, viene avviato a operazioni di recupero di materia. Tra le operazioni di smaltimento, il ricorso alla discarica pur facendo registrare un decremento, tra il 2003 e il 2004, del 5,1%, rimane la forma di gestione più utilizzata, rappresentando il 56,5% circa del totale avviato a operazioni di smaltimento, escluso il deposito preliminare. 1061

24 Q10.2: Quadro delle caratteristiche degli indicatori per la Gestione rifiuti Nome indicatore Finalità DPSIR Riferimenti Normativa Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato Verificare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata R D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; Legge 296/2006 Quantità di rifiuti avviati al compostaggio e trattamento meccanico-biologico Verificare l efficacia delle politiche di incentivazione del recupero di materia dai rifiuti P/R D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; D.Lgs. 59/2005; DM 29 gennaio 2007 Quantità di rifiuti speciali recuperati Verificare l efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti con particolare riferimento all incentivazione del recupero e riutilizzo dei rifiuti, sia di materia, sia di energia P/R D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; DM 05/02/98; DM 161/02 Quantità di rifiuti smaltiti in discarica, totale e per tipologia di rifiuti Verificare i progressi nell avvicinamento all obiettivo di riduzione dell utilizzo della discarica come metodo di smaltimento dei rifiuti, fornendo un indicazione sull efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti P/R D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; D.Lgs. 36/03; DM 3 agosto 2005 Numero di discariche Conoscere il numero di discariche presenti sul territorio nazionale P D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; D.Lgs. 36/03; DM 3 agosto 2005 Quantità di rifiuti inceneriti, totale e per tipologia di rifiuti Valutare le quantità di rifiuti che vengono smaltiti in impianti di incenerimento P/R D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; D.Lgs. 133/2005; Dir. 2000/76/CE; DM 29 gennaio 2007 Numero di impianti di incenerimento Verificare la disponibilità di impianti di termovalorizzazione a livello nazionale e regionale P D.Lgs. 152/2006; D.Lgs. 4/2008; D.Lgs. 133/2005; Dir. 2000/76/CE ; DM 29 gennaio 2007 Bibliografia APAT, Annuario dei dati ambientali, Anni vari. ANPA ONR, 2001, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2002, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2003, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2004, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2005, Rapporto rifiuti APAT ONR, 2006, Rapporto rifiuti

25 QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO DESCRIZIONE L'indicatore misura la quantità di rifiuti urbani raccolta in modo differenziato nell'anno di riferimento. UNITÀ di MISURA Percentuale (%); tonnellata/anno (t/a). FONTE dei DATI APAT PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO Annuale QUALITÀ dell'informazione Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel tempo Comparabilità nello spazio Per quanto riguarda la rilevanza, l'indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo: riduzione dello smaltimento dei rifiuti urbani e massimizzazione del recupero di materia). Nel caso dell'accuratezza e della comparabilità nello spazio, i dati vengono raccolti secondo modalità comuni, a livello nazionale, e validati secondo metodologie condivise. SCOPO e LIMITI Verificare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla normativa. OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA Per la raccolta differenziata il D.Lgs. 152/06, che sostituisce abrogandolo il D.Lgs. 22/97, fissa, all articolo 205 comma 1, i seguenti obiettivi di raccolta differenziata da conseguire a livello di singolo ambito territoriale ottimale: a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006; b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008; c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre La legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) ha, successivamente, introdotto all articolo 1, comma 1108, obiettivi ancora più elevati e pari, rispettivamente: a) ad almeno il quaranta per cento entro il 31 dicembre 2007; b) ad almeno il cinquanta per cento entro il 31 dicembre 2009; c) ad almeno il sessanta per cento entro il 31 dicembre

26 STATO e TREND A livello nazionale, la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato, nel 2005, è pari al 24,3% della produzione totale dei rifiuti urbani, valore sensibilmente inferiore rispetto al target del 35%, originariamente previsto per il 2003 dal D.Lgs. 22/97 e successivamente posticipato al 31 dicembre 2006 dal D.Lgs. 152/06. COMMENTI a TABELLE e FIGURE Tra il 2001 e il 2005 la raccolta differenziata ha fatto registrare un incremento pari a circa 2,6 milioni di tonnellate (da 5,1 milioni di tonnellate a 7,7 milioni di tonnellate) corrispondente a una crescita percentuale intorno al 50%. Nello stesso periodo di tempo la produzione complessiva dei rifiuti urbani ha fatto rilevare un incremento di circa 2,3 milioni di tonnellate. L effetto positivo della crescita della raccolta differenziata è stato, quindi, parzialmente bilanciato dal contemporaneo aumento della produzione di rifiuti e nel complesso i livelli di raccolta differenziata risultano, su scala nazionale, ancora bassi. La situazione appare, tuttavia, decisamente diversificata passando da una macroarea geografica all altra: infatti, mentre il Nord, con un tasso di raccolta pari al 38,1%, supera ampiamente l obiettivo del 35% (tale target era già stato conseguito nel 2004), il Centro e il Sud con percentuali rispettivamente pari al 19,4% e all 8,7%, sono ancora decisamente lontani da tale obiettivo. La raccolta differenziata è aumentata, tra il 2001 e il 2005, di 9,5 punti percentuali al Nord, 6,6 punti percentuali al Centro e 4 punti percentuali al Sud. 1064

27 Tabella 10.6: Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato e percentuale sulla quantità totale raccolta Regione t*1.000 % t*1.000 % t*1.000 % t*1.000 % t*1.000 % t*1.000 % Piemonte ,2 a ,6 a ,6 a b ,8 b ,2 c Valle d'aosta 11 14, ,9 a 15 20,7 a 18 23,5 a 19 25,6 b 21 28,4 b Lombardia a ,1 b ,4 b ,9 c ,9 c ,5 c Trentino Alto Adige ,3 a ,5 a ,7 b ,4 b ,8 c ,2 c Veneto ,6 a ,5 b ,1 b ,1 c ,9 c ,7 c Friuli Venezia Giulia ,4 a ,5 a ,1 a ,8 b ,8 b ,4 b Liguria , , , , ,6 a ,3 a Emilia Romagna ,7 a ,7 b ,5 b ,1 b ,7 b ,4 b Toscana ,4 a ,4 a ,9 b ,8 b ,9 b ,7 b Umbria 30 6, , ,6 a a 96 20,2 a ,2 a Marche 73 9, , , , ,2 a ,6 a Lazio 129 4, , , , , ,4 Abruzzo 36 6,1 53 8, , , , ,6 a Molise 3 2,3 3 2,8 4 3,5 4 3,7 4 3,6 7 5,2 Campania 46 1, , , , , ,6 Puglia 66 3, , , , ,2 Basilicata 7 3,4 11 4, ,7 15 5,5 Calabria 9 1,1 26 3, , ,6 Sicilia 50 1,9 80 3, , , , ,5 Sardegna 14 1,7 17 2,1 23 2,8 32 3,8 47 5,3 87 9,9 ITALIA , ,4 a ,2 a ,1 a ,7 a ,3 a LEGENDA: a Dati relativi alle regioni che hanno raggiunto l obiettivo fissato del 15% (1999) b Dati relativi alle regioni che hanno raggiunto l obiettivo fissato del 25% (2001) c Dati relativi alle regioni che hanno raggiunto l obiettivo fissato del 35% (2003) 1065

28 ,5 35,5 38,1 obiettivo ,6 30,6 % ,4 19,4 18,3 17,1 14,6 12,8 11,4 obiettivo 2001 obiettivo ,3 22,7 21,1 19,2 17,4 14, ,4 4,7 6,3 6,7 8,1 8,7 0 Nord Centro Sud ITALIA Figura 10.6: Percentuale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato 1066

29 QUANTITÀ DI RIFIUTI AVVIATI AL COMPOSTAGGIO E TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO DESCRIZIONE L'indicatore misura la quantità di rifiuti avviati al compostaggio e trattamento meccanico biologico. UNITÀ di MISURA Tonnellata per anno (t/a) FONTE dei DATI Regioni; province; osservatori provinciali; APAT; ARPA/APPA. PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO Annuale QUALITÀ dell'informazione Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel tempo Comparabilità nello spazio Per quanto riguarda la rilevanza, l'indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo gestione sostenibile dei rifiuti). Nel caso dell'accuratezza e della comparabilità nello spazio, i dati vengono raccolti utilizzando diverse fonti. Sono stati utilizzati i dati pervenuti all'apat, a seguito dell'invio di uno specifico questionario alle ARPA, alle regioni, alle province e agli Osservatori provinciali sui rifiuti. I dati ottenuti sono stati, inoltre, integrati e validati, ove necessario, attraverso verifiche puntuali sui singoli impianti. SCOPO e LIMITI Verificare l efficacia delle politiche di incentivazione del recupero di materia dai rifiuti. OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA Il recupero della frazione biodegradabile dei rifiuti, al fine di ridurre i quantitativi avviati a smaltimento, riveste un ruolo primario per attuare quanto previsto dalla strategia europea sulla gestione dei rifiuti e dal D.Lgs. 36/03 di recepimento della Direttiva 1999/31/CE in materia di discariche. A livello di Commissione Europea il ruolo prioritario del corretto recupero della frazione biodegradabile dei rifiuti è ben presente, tanto che sono stati avviati i lavori per pervenire a uno strumento normativo comune relativo alla gestione di tale tipologia di rifiuto. I riferimenti normativi nazionali in materia di compost di qualità, ossia compost ottenuto da matrici selezionate alla fonte sono rappresentati da: D.Lgs. 152/2006, DM 5 Febbraio 1998; D.Lgs. 217/2006 (Revisione della normativa in materia di fertilizzanti) e successive modificazioni. La normativa nazionale in materia di compost da rifiuti, ossia il compost da matrici organiche per derivanti da selezione meccanica all impianto o, comunque, da matrici le cui caratteristiche non consentano di ottenere compost con i requisiti di ammendante commerciale è, invece, rappresentata dalla Deliberazione C.I. 27 luglio Un apposito decreto relativo alle modalità e delle condizioni di utilizzo del prodotto ottenuto mediante compostaggio, con particolare riferimento all'utilizzo agronomico come fertilizzante e del prodotto di qualità ottenuto mediante compostaggio da rifiuti organici selezionati alla fonte con raccolta differenziata, dovrà essere emanato ai sensi all art. 195, 1067

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