RASSEGNA STAMPA Generalista
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1 RASSEGNA STAMPA Generalista Osservatorio sulla sostenibilità della mela italiana
2 20 MAGGIO 2015 ESTRATTO DA PAG. 11 MELE SENZA AGROFARMACI CITTADINI POCO INFORMATI BOLZANO C è un deficit di comunicazione tra i produttori di mele, impegnati da anni a ridurre gli agrofarmaci, e i consumatori. Ad evidenziarlo è la prima indagine sulla sostenibilità della mela realizzata da Agri2000 con Alleanza coop agroalimentari. La presenza di mele vicino ai centri abitati viene bocciata dal 19% del campione, che sale al 29% in Trentino Alto Adige
3 ECO: Mele sempre più sostenibili ma il consumatore non lo sa :18 Mele sempre più sostenibili ma il consumatore non lo sa Indagine Alleanza Coop agroalimentari, migliorare comunicazione (ANSA) - ROMA, 19 MAG - C'è un deficit di comunicazione tra i produttori di mele, impegnati da anni a ridurre gli agrofarmaci e i consumatori. Ad evidenziarlo è la prima indagine sulla sostenibilità della mela italiana realizzata dalla società Agri2000 in collaborazione con l'alleanza delle Cooperative Agroalimentari. La presenza di coltivazioni di mele vicino ai centri abitati, infatti, viene bocciata dal 19% del campione, che sale al 29% in Trentino Alto Adige, principale area produttiva italiana; giudizio negativo dovuto per il 68% dalla presenza di trattamenti fitosanitari vicino a nuclei urbani, valutazione peggiorata negli ultimi 5 anni, nonostante la produzione di mele sia migliorata in termini di sostenibilità con un uso più attento degli agrofarmaci. Una situazione che, secondo l'indagine, mette in evidenza come la comunicazione non sia stata sufficiente. ''I produttori di mele hanno intrapreso la strada della produzione sostenibile - commenta il presidente dell'alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri - e ora occorre sforzarsi per trasferire ai consumatori i risultati positivi fin qui ottenuti, perché una corretta informazione incide in maniera determinante sul modo in cui i consumatori percepiscono il valore e l'impatto sociale e ambientale di una determinata produzione agricola''. E questo lo dimostra anche il comportamento registrato dai consumatori nella seconda fase dell'indagine, che si sono dimostrati molto preparati sulle conoscenze del mercato ma non sull'impatto socio-economico che ha la filiera. Ricordano, infatti, il prezzo medio di acquisto, il delta tra il costo alla produzione e quello di vendita e perfino le principali varietà delle mele, parametro scelto al momento dell'acquisto da 6 intervistati su 10; ben diversa è stata la risposta rispetto alla consapevolezza di occupazione e indotto della filiera. (ANSA).
4 20/05/ :10 Produzione mele più sostenibile ma non 'percepita' o o ADN Kronos Roma, 20 mag. (Labitalia) - Si chiama Osservatorio sulla sostenibilità della mela italiana ed è la prima indagine strutturata sul tema della sostenibilità delle produzioni agricole con la peculiarità di aver coinvolto un doppio campione, i melicoltori e i consumatori. Realizzata dalla società Agri2000 di Bologna, è stata condotta in collaborazione con l Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e con la sponsorizzazione di Adama. L indagine sui produttori di mele ha fatto emergere in primo luogo la consapevolezza di come la presenza di coltivazioni di mele vicino ai centri abitati sia vista in maniera negativa dai residenti: la percezione è negativa per il 19% del campione, percentuale che sale a 29% se si prendono a riferimento solo i produttori del Trentino Alto Adige, principale area produttiva italiana.il giudizio negativo è originato in gran parte (68%) dalla presenza di trattamenti fitosanitari vicino a nuclei urbani. E si tratta di una valutazione che risulta addirittura peggiorata negli ultimi 5 anni, ciò nonostante la produzione di mele abbia conosciuto proprio da 10 anni a questa parte un netto miglioramento in termini di sostenibilità della produzione, dovuto a un utilizzo più attento degli agrofarmaci e all impiego di tecniche come la confusione sessuale per il controllo degli insetti. C è un evidente deficit di comunicazione - commenta Camillo Gardini, presidente di Agri2000 e curatore della ricerca - tra produttori e consumatori. Se la percezione dei cittadini sulla sostenibilità della produzione di mele è addirittura peggiorata, a dispetto dei miglioramenti introdotti, vuol dire che la comunicazione non è stata sufficiente e che bisogna da ora in poi puntare con determinazione sulla qualità e sull intensità della comunicazione.lo dimostra il comportamento registrato dai consumatori nella seconda fase dell indagine, quella rivolta a un campione di cittadini italiani, in prevalenza giovani e con un livello di istruzione medio-alto, vale a dire i più attenti alle nuove tendenze di acquisto. Essi si sono dimostrati molto preparati rispetto al prodotto mele, nel senso che ne ricordano non solo il prezzo medio di acquisto, ma sono anche consapevoli del delta tra il prezzo alla produzione e quello di vendita, ovvero che, fatto 100 il prezzo che viene mediamente pagato per 1 kg di mele, la percentuale che resta all agricoltore è pari circa al 20-25%.Infine, conoscono bene le principali varietà delle mele, dal momento che ben 6 intervistati su 10 dichiarano di scegliere le mele in base a questo parametro. Ma è rispetto alla consapevolezza dell impatto socio-economico in termini di occupazione e indotto della filiera melicola italiana che emergono i risultati più eclatanti: se si confronta la percezione dei consumatori all inizio e alla fine dell intervista, emerge una netta crescita dei giudizio positivo da parte degli interpellati.è bastato fornire alcuni elementi informativi che connotano la filiera - gli oltre posti di lavoro, i controlli restrittivi sulla salubrità del prodotto, la difesa dall erosione del suolo, la manutenzione del paesaggio rurale, i riconoscimenti Dop e Igp, la diffusa presenza di piccole aziende a conduzione familiare - per ottenere un miglioramento sensibile della percezione degli intervistati riguardo sia all importanza socio-economica che all impatto ambientale della melicoltura nel nostro Paese. Se i produttori di mele hanno intrapreso con determinazione la strada della produzione sostenibile - commenta il presidente dell Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri - occorrerà ora sforzarsi per trasferire ai consumatori i risultati positivi fin qui ottenuti. Come è emerso dall Osservatorio, la corretta informazione incide in maniera determinante sul modo in cui i consumatori percepiscono il valore e l impatto sociale e ambientale di una determinata produzione agricola.
5 19 maggio 2015 Mele più "sostenibili" ma il consumatore non lo sa La coltivazione vicino ai centri abitati viene bocciata dal 19% del campione, che sale al 29% in Trentino Alto Adige, TRENTO. C'è un deficit di comunicazione tra i produttori di mele, impegnati da anni a ridurre gli agrofarmaci e i consumatori. Ad evidenziarlo è la prima indagine sulla sostenibilità della mela italiana realizzata dalla società Agri2000 in collaborazione con l'alleanza delle Cooperative Agroalimentari. La presenza di coltivazioni di mele vicino ai centri abitati, infatti, viene bocciata dal 19% del campione, che sale al 29% in Trentino Alto Adige. Un giudizio negativo dovuto per il 68% dalla presenza di trattamenti fitosanitari vicino a nuclei urbani, valutazione peggiorata negli ultimi 5 anni, nonostante la produzione di mele sia migliorata in termini di sostenibilità con un uso più attento degli agrofarmaci. Una situazione che, secondo l'indagine, mette in evidenza come la comunicazione non sia stata sufficiente.
6 «I produttori di mele hanno intrapreso la strada della produzione sostenibile - commenta il presidente dell'alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri - e ora occorre sforzarsi per trasferire ai consumatori i risultati positivi fin qui ottenuti, perché una corretta informazione incide in maniera determinante sul modo in cui i consumatori percepiscono il valore e l'impatto sociale e ambientale di una determinata produzione agricola». E questo lo dimostra anche il comportamento registrato dai consumatori nella seconda fase dell'indagine, che si sono dimostrati molto preparati sulle conoscenze del mercato ma non sull'impatto socio-economico che ha la filiera. Ricordano, infatti, il prezzo medio di acquisto, il delta tra il costo alla produzione e quello di vendita e perfino le principali varietà delle mele, parametro scelto al momento dell'acquisto da 6 intervistati su 10; ben diversa è stata la risposta rispetto alla consapevolezza di occupazione e indotto della filiera.
7 Articolo pubblicato il: 20/05/2015 Produzione mele più sostenibile ma non 'percepita' Si chiama Osservatorio sulla sostenibilità della mela italiana ed è la prima indagine strutturata sul tema della sostenibilità delle produzioni agricole con la peculiarità di aver coinvolto un doppio campione, i melicoltori e i consumatori. Realizzata dalla società Agri2000 di Bologna, è stata condotta in collaborazione con l Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e con la sponsorizzazione di Adama. L indagine sui produttori di mele ha fatto emergere in primo luogo la consapevolezza di come la presenza di coltivazioni di mele vicino ai centri abitati sia vista in maniera negativa dai residenti: la percezione è negativa per il 19% del campione, percentuale che sale a 29% se si prendono a riferimento solo i produttori del Trentino Alto Adige, principale area produttiva italiana. Il giudizio negativo è originato in gran parte (68%) dalla presenza di trattamenti fitosanitari vicino a nuclei urbani. E si tratta di una valutazione che risulta addirittura peggiorata negli ultimi 5 anni, ciò nonostante la produzione di mele abbia conosciuto proprio da 10 anni a
8 questa parte un netto miglioramento in termini di sostenibilità della produzione, dovuto a un utilizzo più attento degli agrofarmaci e all impiego di tecniche come la confusione sessuale per il controllo degli insetti. C è un evidente deficit di comunicazione - commenta Camillo Gardini, presidente di Agri2000 e curatore della ricerca - tra produttori e consumatori. Se la percezione dei cittadini sulla sostenibilità della produzione di mele è addirittura peggiorata, a dispetto dei miglioramenti introdotti, vuol dire che la comunicazione non è stata sufficiente e che bisogna da ora in poi puntare con determinazione sulla qualità e sull intensità della comunicazione. Lo dimostra il comportamento registrato dai consumatori nella seconda fase dell indagine, quella rivolta a un campione di cittadini italiani, in prevalenza giovani e con un livello di istruzione medio-alto, vale a dire i più attenti alle nuove tendenze di acquisto. Essi si sono dimostrati molto preparati rispetto al prodotto mele, nel senso che ne ricordano non solo il prezzo medio di acquisto, ma sono anche consapevoli del delta tra il prezzo alla produzione e quello di vendita, ovvero che, fatto 100 il prezzo che viene mediamente pagato per 1 kg di mele, la percentuale che resta all agricoltore è pari circa al 20-25%. Infine, conoscono bene le principali varietà delle mele, dal momento che ben 6 intervistati su 10 dichiarano di scegliere le mele in base a questo parametro. Ma è rispetto alla consapevolezza dell impatto socio-economico in termini di occupazione e indotto della filiera melicola italiana che emergono i risultati più eclatanti: se si confronta la percezione dei consumatori all inizio e alla fine dell intervista, emerge una netta crescita dei giudizio positivo da parte degli interpellati. È bastato fornire alcuni elementi informativi che connotano la filiera - gli oltre posti di lavoro, i controlli restrittivi sulla salubrità del prodotto, la difesa dall erosione del suolo, la manutenzione del paesaggio rurale, i riconoscimenti Dop e Igp, la diffusa presenza di piccole aziende a conduzione familiare - per ottenere un miglioramento sensibile della percezione degli intervistati riguardo sia all importanza socio-economica che all impatto ambientale della melicoltura nel nostro Paese. Se i produttori di mele hanno intrapreso con determinazione la strada della produzione sostenibile - commenta il presidente dell Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri - occorrerà ora sforzarsi per trasferire ai consumatori i risultati positivi fin qui ottenuti. Come è emerso dall Osservatorio, la corretta informazione incide in maniera determinante sul modo in cui i consumatori percepiscono il valore e l impatto sociale e ambientale di una determinata produzione agricola.
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