IL PATTO PER IL SISMA ESPERIENZA DEL SISMA EMILIANO
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1 ESPERIENZA DEL SISMA EMILIANO 17 Ottobre 2012 GBC Italia Arch. Beatrice Gentili Ing. Fabio Camorani
2 IL PATTO Il patto consiste nell impegno a garantire a tutti risposta alle esigenze immediate in cambio di un accordo comune e partecipato su una strategia complessiva che permetta interventi celeri senza compromettere l identità dei luoghi e l integrità del patrimonio monumentale e paesaggistico. L orientamento di fondo è quello di contribuire a promuovere un modello di sviluppo economico e di gestione delle risorse basato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale e sulla chiusura dei cicli in ambito locale: nelle aree urbane, ripristinare un tessuto urbano che combini la valorizzazione dei caratteri identitari e la qualità degli spazi e delle condizioni di vita con la massima efficienza dell uso delle risorse; nella gestione del processo decisionale, favorire la partecipazione della popolazione e in particolare dei segmenti deboli valorizzando il sistema delle autonomie locali e le loro forme aggregative; nelle aree rurali coniugare la produzione agricola con la gestione qualiquantitativa della risorse idriche e la manutenzione dei sistemi artificiali di regimazione e bonifica; nella programmazione delle risorse e delle infrastrutture operare alla dimensione di un piano dell intero distretto cispadano. nell uso delle tecnologie costruttive promuovere forme innovative di riciclo e di riuso di tecniche tradizionali e materiali locali; Il "Patto per il sisma", è stato lanciato da Ancpl lo scorso 20 luglio, con la sottoscrizione di numerose istituzioni, organizzazioni professionali e culturali. Affinché il Patto si traduca in azioni concrete, segnaliamo a quanti interessati che è possibile aderire segnalandolo alla segreteria di Ancpl: albachiara.cere@ancpl.it 2
3 Il 20 maggio 2012 un forte terremoto di magnitudo ML=5.9 è avvenuto alle ore 4:03 locali (2:03 UTC) interessando una vasta porzione della Pianura Padana tra le regioni dell Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia colpendo in particolare le province di Ferrara, Modena, Mantova, Bologna e Rovigo. La scossa è stata localizzata nel punto di coordinate Lat N, Lon E, nei pressi della cittadina di Finale Emilia (MO), circa 30 km a ovest della città di Ferrara (Figura 1). Un primo evento di ML=4.1 era stato registrato nella stessa zona poche ore prima (alle ore 01:13 locali del giorno 19 maggio 2012). La forte scossa delle 4:03 ha dato inizio a un importante e lunga sequenza sismica, che è proseguita nelle settimane successive con oltre 2200 repliche, sei delle quali di ML >5 (Tabella 1). Le repliche di maggiore entità sono avvenute il giorno 29 maggio alle ore 09:00 italiane (ML=5.8) e alle ore 12:55 italiane (ML=5.3) ed hanno interessato il settore occidentale della fascia attivatasi con l evento del 20 maggio, evidenziando uno spostamento degli epicentri verso ovest rispetto alla prima fase della sequenza. Mappa della sequenza emiliana aggiornata alle ore (UTC) del 11 luglio
4 SOSTENIBILITÀ STRATEGICA PER LA RICOSTRUZIONE Percorso attraverso Risparmio Energia Acqua Suolo Materiali AUTOSOSTENIBILITÀ Recupero delle opere provvisionali Recupero delle macerie Recupero tecniche tradizionali 4
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6 Sostenibilità delle opere provvisionali La progettazione di opere provvisionali per la messa in sicurezza dovrebbe essere orientata a realizzare interventi se possibile già con carattere definitivo e non necessariamente provvisori (ad esempio messa in opera di catene con carattere di permanenza) e che non precludano gli interventi di consolidamento e restauri futuri bensì siano già studiati per poter essere utilizzati come protezione, ponteggio, ecc. Non sempre questo è possibile ma dovrebbe essere un obiettivo costante per evitare spreco di materiale e risorse e soprattutto per non creare ulteriori ostacoli agli interventi di ripristino futuri Recupero dei materiali e ricostruzione sostenibile I fenomeni sismici producono una grossa quantità di materiale da crollo o demolizione. Lo sforzo che si deve fare e che in generale si sta cercando di fare è di recuperare queste macerie separandole per tipologia (metallo, legno, laterizi) e per stato di conservazione in vista di un possibile riutilizzo. L attenzione nei confronti del recupero della materia delle fabbriche storiche (vedi Castello delle Rocche di Finale Emilia) è indispensabile e controllato dagli enti di tutela (Direzione Regionale e Soprintendenze) ma è importante anche nel caso dell edilizia minore rurale e non. Una delle grandi sfide sarà ricostruire in modo antisismico e sostenibile recuperando e valorizzando il patrimonio delle tradizioni costruttive locali. Rischi: perdita dell identità costruttiva della pianura padana trasformata in una regione alpina e abbandono totale delle case coloniche e delle zone rurali (fenomeno che in parte è stato concausa dei danni avuti sull edilizia rurale) 6
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