Ritorno alle origini: Pesca invernale del cefalo con canna fissa

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1 Ritorno alle origini: Pesca invernale del cefalo con canna fissa Articolo di Marco de Biase a.k.a. Shadowman Il combattimento tra preda e pescatore è un momento di grande sportività che contraddistingue il nostro sport. A differenza della caccia, però, noi abbiamo la possibilità di rilasciare il pescato, donandoli quindi la possibilità di continuare a vivere. Tutto ciò è davvero qualcosa di magico, un vero contatto con la natura che nella vita moderna manca sempre più. Ho visto tantissime leve e giovanissimi, allontanarsi dalla pesca perchè essa in se' per se' non ha un fine economico, direi quasi utilitaristico, secondo il pensiero di Bentham, uno dei filosofi inglesi del I più convinti, invece, continuano a praticare la pesca per le gioie e dolori che essa procura, coscienti che l'importante è non dimenticare la bellezza della natura. Ma, tralasciamo questa parentesi generale ed entriamo nel merito della discussione. Il cefalo è stato sempre un pesce capace di regalarmi emozioni, paure e felicità sin da quando ero piccino. La sua combattività è un lato del carattere che apprezzo tantissimo, nonostante le sue carni, si dice, siano mediocri e insipide. Io bado alla sportività della pesca al cefalo, nel senso che, se si intraprende la retta via, questa tecnica può regalare inaspettate catture di tutto rispetto. I periodi più propizi sono la primavera e l'autunno, anche se l'inverno e l'estate sono momenti un po' particolari per il nostro pinnuto. Gli attrezzi da utilizzare, inoltre, sono essenzialmente due: la canna fissa (tratterò di questa nell'articolo) e la bolognese. Entrambe hanno una costruzione simile, l'unica differenza sta nel fatto che la prima non possiede il mulinello, mentre la seconda è accompagnata da questo attrezzo e permette di giocare la preda con maggiore facilità.

2 Un ritorno alle origini, dunque, lo si può effettuare con una bella battuta di pesca al cefalo... Vediamo meglio come organizzarci. Innanzitutto la canna, attrezzo principale. Per i pescatori più sportivi ed esigenti, la canna fissa è la prediletta. Questa è possibile trovarla di due tipi: la classica canna fissa in carbonio alto modulo, ideale per la competizione e per la pesca al cefalo con eleganza, in quanto si utilizzano terminali sottili e ami piccolissimi, e la canna fissa in carbonio alto modulo rinforzato, meno costosa della sorella maggiore, ma con doti di robustezza e tenacia adatte ad un pubblico più ampio e, in molti casi, specifiche per i muggini di maggiori dimensioni. L'altra differenza fondamentale è che le prime, quelle più costose, hanno la vetta sdoppiata, quindi di dimensioni sottilissime, mentre le seconde, più economiche ovviamente, posseggono il classico cimino tubolare in carbonio, decisamente più resistente del vettino riportato, ma meno elastico. Un argomento a parte è l'esca. Oggetto dell'articolo è la pesca invernale, quindi, come tutti sappiamo, la temperatura in inverno-(inizio) primavera è bassa, quindi occorrono esche di un certo quantitativo proteico che invoglino i

3 cefali ad abboccare. Esca regina è la sarda, reperibile presso le pescherie, la quale deve essere tagliata in piccoli cubetti ed inserita sull'amo, questo preferibilmente a gambo lungo. Il pane, ottima alternativa alla sarda, è un'altra esca molto valida d'inverno, specialmente se accompagnata da una pasturazione a base di sfarinati al formaggio. Discorso a parte per il periodo estivo: i bigattini fanno da padrone, in quanto selezionano la taglia del pesce eliminando la fastidiosa minutaglia. Il fiocchetto di pane si ricava dalla strizzatura del pane a treccia, o pane genovese, come dir si voglia. Occorre far imbevere il pane all'interno di un secchio pieno d'acqua, poi lo si distende su di un panno, si liberano le trecce e si elimina la scorza. Il tutto, poi, lo si strizza all'interno del panno stesso, fino a quando si ricava una grossa pallozza di pane, umida ma compatta. A quel punto si posson preparare alcuni fiocchetti che utilizzeremo per armare l'amo. La pastura è un elemento decisamente correlato all'esca che sarà scelta. Se si deciderà di optare per la sarda, allora è necessario preparare uno sfarinato a base di sarda macinata, abbastanza compatto per raggiungere il fondo.

4 Se, invece, si usa il pane, allora procuratevi della pastura chiara al formaggio e mescolatela con un po' di pane grattugiato (per un KG vi consiglio 250gr di pane grattugiato). In commercio, comunque, ci sono diverse soluzioni adottabili: sfarinati già pronti, pellets (pastura secca da bagnare leggermente), sfarinati da mescolare,ecc. Fate lavorare quindi la vostra fantasia! L'azione di pesca è molto semplice: occorre sistemarsi su di un panchetto, montare la canna fissa la cui lunghezza ideale è tra i sette ed i nove metri a seconda della profondità del luogo. Il trave, sul quale monteremo un galleggiante di circa un grammo o poco più, sarà dello 0.16 cui poi collegheremo il terminale per mezzo di una girella, oppure un micro-aggancio della Stonfo. Il terminale, dunque, sarà costituito da uno spezzone dello 0.12/0.10 di circa 30 cm (meglio se montate una coppietta di ami), coadiuvato da un amo molto piccolo a gambo lungo. Ideali per questa pesca sono i serie 6315 e 120N della Gamakatsu, distribuiti da Daiwa. Nella scelta del galleggiante il criterio principe è la corrente sul fondale. In condizioni di mare calmo, con pochissima corrente sia in superficie che sul fondale, un piccolo galleggiantino a pera rovesciata della misura di 1 / 1,5 grammi è l'ideale. Esso permette di avvertire anche le minime tocche del cefalo, senza rischio di ferrare inutilmente nel momento sbagliato. Altri modelli di galleggianti, come quelli a pallina o a goccia, sono utili in condizioni di mare leggermente mosso, o comunque con forte o discreta corrente, perchè permettono una migliore trattenuta, a causa della loro forma. Infine ci sono i vela, cioè galleggianti piatti, nati esclusivamente per le acque interne, che però non ho ancora provato, ma dovrebbero funzionare in condizioni di corrente forte o moderata sia sul fondo, sia in superficie. Indispensabile, al momento della cattura, sarà l'uso del guadino perchè i pesci che, mi auguro, pescheremo saranno di una certa mole. I cefali invernali, infatti, sono piuttosto corpulenti; la minataglia inizia ad invadere le coste ed i porti agli albori della primavera. Le prime volte occorre una certa padronanza

5 nell'uso del guadino, per incanalare la preda con la canna fissa verso il retino, ma col tempo tutto andrà per il verso giusto. Un saluto, alla prossima!