150 DI PRESENZA SALESIANA IN ITALIA Roma, Sala delle Colonne, 14 aprile 2011
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1 150 DI PRESENZA SALESIANA IN ITALIA Roma, Sala delle Colonne, 14 aprile 2011 Quello di cui gli Italiani hanno bisogno ha scritto Sergio Romano è una storia collettiva in cui nulla venga dimenticato, ma in cui ogni evento appartenga a una vicenda comune. In questa prospettiva va considerata la presenza attiva su tutto il territorio nazionale (e non solo) di oltre connazionali, che, in 1500 opere sparse per tutte le provincie del Paese, hanno dedicato la vita all educazione di ingenti masse di giovani italiani del ceto popolare, cercando di farne dei buoni cristiani ed onesti cittadini. Il fondatore dell Opera Salesiana, don Bosco, fedelissimo del papato, nell acuirsi del conflitto con lo Stato, non si è mai rassegnato alla rottura delle relazioni fra loro; anzi si è a- doperato a rimuovere gli ostacoli perché l Italia sorgesse, nel segno della pace religiosa, su basi condivise. Con la sua opera educativa e popolare, ebbe una parte non trascurabile nel Risorgimento morale e spirituale della nuova Italia, riconosciutagli pure dalla parte avversa. Ha anticipato quella prospettiva di azione educativa che oggi definiamo basata sui diritti umani dei minori, i cui principi la politica avrebbe acquisito solo nel secolo successivo. Ma se la sua azione è nota, lo è meno quella dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sorti gli uni a Torino alla vigilia dell unità d Italia e le altre a Mornese (Alessandria) nel Documentare compiutamente il cammino da essi fatto congiuntamente ai 150 anni di storia dell Italia unita è impossibile. Ciò non impedisce nella circostanza di mettere a disposizione studi, ricerche, dati e testimonianze tali da indicare come nelle alterne vicende nazionali, i Salesiani hanno cercato, con le risorse disponibili, di fare il bene che potevano e come potevano, di costruire di ogni italiano un uomo maturo, un lavoratore capace, un cittadino onesto, un buon cristiano attraverso l educazione della gioventù, lo sviluppo dell istruzione professionale, la diffusione della cultura di base, l assistenza religiosa alle popolazioni. Il modello salesiano, pur sorto con connotati in parte alternativi ai fermenti politicoculturali del tempo, si è sviluppato trovando un proprio stretto rapporto con la società civile. Si è inserito operativamente nella vita dell Italia nuova, specialmente in settori per i quali lo Stato non aveva sufficienti risorse da spendere e forse anche poco interesse. In dialogo con le istituzioni o muovendosi in libertà, ha dato il suo apporto di concorrenza attiva e di sforzo generoso per migliorare la società; ha evidenziato come si possano realizzare risultati estremamente positivi nell ambito della cooperazione tra pubblico e privato; ha dimostrato la validità di un sistema sociale rispondente ad una logica di solidarietà e sussidiarietà. La centocinquantennale storia salesiana d Italia mostra altresì come proprio l'esperienza di fede abbia esaltato un dignitoso senso di appartenenza al proprio Paese. Lo stanno a dimostrare pure gli altri 131 Paesi, cattolici o meno, in cui operano attualmente i Salesiani.
2 Salesiani di don Bosco in Italia. 150 anni di educazione (Roma, LAS 2011) Curato da Francesco Motto, direttore dell Istituto Storico Salesiano e docente della Pontificia Università Salesiana. Il volume raccoglie 18 contributi (di studiosi, docenti universitari, autorevoli testimoni) che in sequenza cronologica coprono l intero arco di tempo e indicano le prospettive in cui ogni singolo segmento della storia salesiana in Italia potrebbe essere presentato: prospettiva politica, sociale, culturale, scolastica, educativa, religiosa, assistenziale, popolare, massmediale, ecc. La prima sezione è composta da due saggi di carattere statistico (G. Malizia, S. Sarti, F. Motto) sulle 400 presenze salesiane e sui salesiani nati in Italia, suddivisi regione per regione, provincia per provincia, decennio per decennio. Di sei date particolari (1861, 1888, 1915, 1940, 1970, 2010) si indicano altresì le statistiche delle diverse tipologie di opere presenti sul territorio nazionale (oratori, scuole professionali, scuole umanistiche e tecniche di ogni ordine e grado, scuole agricole, parrocchie, editrici, centri di recupero ) e dei giovani che esse raggiungevano; il tutto nella cornice degli avvenimenti nazionali coevi. Facile intuire il valore di tali dati, in quanto offrono basi sicure per auspicabili ricerche tanto in ambito salesiano, quanto in quello della società civile ed ecclesiale. La seconda sezione comprende 10 saggi di carattere storico, parzialmente editi, che coprono un secolo di vita. All epoca di don Bosco è dedicato il puntuale contributo di Francesco Traniello sulla Storia d Italia di don Bosco (del 1855 (!), seguito dall ampio studio di Pietro Braido sull esperienza preventiva del fondatore dei Salesiani. Al periodo successivo, fino alla grande guerra, si riferiscono gli attenti contributi di Pietro Stella sui particolari rapporti fra Salesiani e Movimento cattolico in Italia, e di Francesco Motto, sulla loro vasta azione in favore degli italiani al tempo della grande emigrazione. Trasversale ad entrambi i periodi è l intrigante riflessione di Piero Bairati a proposito dei rapporti che legarono la cultura salesiana e la società industriale, che arriva a prospettare una certa analogia tra don Bosco e la Fiat, tra un grande e nuovo ordine religioso, diventato presto mondiale, e una grande e nuova industria, affermatosi subito coi segni di un primato nazionale e internazionale. [La loro collaborazione centenaria è qui suggellata dal contributo economico dato dalla FIAT per la stampa dei volumi]. Per il periodo della grande guerra Leonardo Tullini prende in esame per la prima volta l attività dei Salesiani, sia della metà chiamata al fronte che, dell altra metà chiamata a continuare la vita normale delle opere. Al ventennio fascista sono dedicati gli interessanti saggi di Silvano Oni e di Fabio Targhetta, l uno relativo all educazione giovanile salesiana in con-
3 fronto dialettico con quella imposta dal regime, l altro sull espansione dell editrice salesiana SEI, a seguito della riforma scolastica del ministro Gentile. Per il quinquennio , alla luce delle relazioni fra il governo salesiano, il movimento di liberazione, il fascismo e le forze di occupazione tedesche, vengono presentati l apporto che i Salesiani del Piemonte hanno dato al paese nel biennio della resistenza (Aldo Giraudo) e la protezione che i Salesiani di Roma hanno offerto a decine di giovani ebrei (Francesco Motto). Lo stesso autore documenta la scoperta delle Fosse Ardeatine da parte dei Salesiani delle Catacombe di San Callisto a Roma e l ospitalità offerta dai Salesiani di Milano al Comitato Nazionale di Liberazione Nazionale Alta Italia, che nel loro istituto firmò l atto di insurrezione nazionale (25 aprile 1945). La sezione terza raccoglie sei saggi di carattere più testimoniale relativi ai decenni più recenti. Michele Novelli documenta con precisione un attività caratteristica del passato che rischia di scomparire dalla memoria collettiva: l educazione salesiana attraverso forme sempre rinnovate, ampliate e diffuse a raggio nazionale del famoso teatrino di don Bosco. Vittorio Chiari racconta un esperienza educativa di successo assurta a modello nazionale (la fondazione ed i primi tempi della casa di rieducazione di Arese (Milano) e la nascita al suo interno dell Operazione Mato Grosso (movimento giovanile che all epoca della contestazione ha anticipato il sorgere di tante ONG e di associazioni operanti al servizio di paesi in via di sviluppo). L articolato contributo di Mario Filippi sulla storia del Centro Catechistico Salesiano e dell editrice Elledici di Torino, particolarmente negli anni del Concilio Vaticano II e dell immediato postconcilio, si colloca soprattutto sul versante della formazione religiosa della persona del giovane. Riccardo Tonelli, lasciandosi ispirare dalla sensibilità dell esperienza carismatica della Famiglia salesiana, analizza, con la competenza riconosciutagli da tutti, la stagione ecclesiale del dopoconcilio sotto il profilo dell azione pastorale tra i giovani, del cambio epocale attuato in tale temperie socio-culturale, del percorso personalmente condiviso con tante persone ed istituzioni. Ferdinando Colombo offre un attenta riflessione e testimonianaza sull ONG VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), delle cui iniziative e risultati offre un ampio quadro. In riferimento all ultimo trentennio ( ), Guglielmo Malizia e Mario Tonini, con la storia e l esperienza della Federazione CNOS-FAP, delineano in estrema sintesi un modello di evoluzione nel tempo dell Opera salesiana, che nell adattamento alle mutevoli condizioni sociali, culturali e legislative del Paese non rinuncia ai valori carismatici del fondatore. Ovviamente sono stati sacrificati altri possibili contributi. Basti pensare all amplissima opera di scolarizzazione attuata dai Salesiani in tutta Italia; all educazione non formale di decine di migliaia di giovani negli Oratori (e indirettamente all influsso sulle loro famiglie); all apporto dato alla Chiesa in Italiana nelle sue diverse espressioni; al contributo dei Salesiani laici ( coadiutori ) in particolare nelle scuole professionali; ai ruoli di prestigio acquisiti da Cooperatori ed ex allievi; alla sfera linguistico-letteraria, espressiva, comunicativa, artistica, economica, edilizia di matrice salesiana 1. Altrettanto si dica di temi trasversali a tutti i 150 anni di storia nazionale e salesiana, quali la collocazione dei Salesiani nelle diverse stagioni politiche, l aggiornamento del Sistema Preventivo di don Bosco a confronto di una società in costante evoluzione, la capacità di superare forme di conservatorismo culturale o religioso, l attenzione ai segni del tempo, le modernità e le antimodernità della proteiforme azione salesiana, i successi e gli insuccessi, le santità e le controtestimonianze. Solo quando tutte le tessere del mosaico salesiano saranno messe al loro posto, si potrà procedere alla valutazione complessiva dell apporto che i Salesiani hanno dato al Paese, alla sua unità, al suo sviluppo. Con il presente volume si è avviato un ineludibile processo storiografico. 1. Alcuni di tali soggetti sono già oggi reperibili in J. M. PRELLEZO, Scuole Professionali Salesiane. Momenti della loro storia ( , Roma, CNOS-FAP 2010; F. MOTTO, Vita e azione della parrocchia nazionale salesiana di San Francisco ( ). Da colonia di paesani a comunità di Italiani, Roma, LAS 2010; G. MA- NIERI, Salesiani laici per il mondo del lavoro, Torino, LDC 2011 (divulgativo).
4 Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia ( ). Donne nell educazione. Documentazione e saggi (Roma, LAS 2011) Curato da Grazia Loparco e Maria Teresa Spiga, docenti presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell Educazione Auxilium. La ricerca è stata condivisa con l Associazione CIOFS-FP e CIOFS-Scuola, docenti della Facoltà Auxilium e altre FMA, per iniziare a documentare l impegno delle religiose in Italia nell intero arco cronologico. La prima parte offre un quadro di riferimento teorico sull educazione intesa nell accezione salesiana: «Una formazione completa per l intera persona». Riflessione su inquietudini e speranze dell educazione integrale oggi (Maria Spólnik); Piera Ruffinatto, Educare buoni cristiani e onesti cittadini nello stile del Sistema preventivo. La seconda parte concerne inediti e completi rilievi statistici sulle FMA dal 1872 al 2010, elaborati da Maria Teresa Spiga e descritti da Grazia Loparco. Le informazioni riguardano le case, le persone, le opere distribuite per regioni e province: 1162 comunità di FMA in 138 anni, in tutte le regioni, eccetto il Molise; religiose italiane. La ricognizione più impegnativa ha riguardato le opere. L Elenco generale annuale dell Istituto riporta una varietà enorme di denominazioni che sono state raccolte in 11 macrocategorie. Le opere più massicce riguardano l istruzione; poi la formazione al lavoro, l oratorio e altri gruppi sorti secondo i periodi per il tempo libero; la catechesi e la formazione religiosa, l assistenza (nelle varie accezioni) secondo i tempi normali o di emergenza; le associazioni, dalle exallieve a quelle più recenti, come il CIOFS, il TGS, CGS, PGS, VIDES, le case e i servizi di cura, le prestazioni domestiche. Per alcuni anni (1917, 1940, 1970, 2010) si è indicato il numero dei destinatari, in modo da quantificare il servizio educativo, in parallelo con i Salesiani, per abbozzare la consistenza della presenza salesiana sia tra i ragazzi che tra le ragazze delle diverse aree del Paese. Segue un ampia documentazione sulle opere delle religiose per regioni e anni dei decenni. Essa rappresenta il primo tentativo di organizzazione dei dati complessivi che possono essere utili per impostare altre ricerche monografiche.
5 La terza parte si concentra su alcuni aspetti di lunga o media durata, senza ricoprire tutti i campi d azione delle FMA. Per l impegno costante verso l istruzione femminile delle classi popolari, alcuni saggi riguardano l evoluzione dell offerta scolastica (Rachele Lanfranchi); la formazione delle maestre a Milano (Carla Barberi), l attenzione prestata dall Istituto sia con la figura della consigliera scolastica (Maria Concetta Ventura), sia con il gruppo SAS (Scuola Attiva Salesiana) per la sperimentazione didattica ( ) (Maria Luisa Mazzarello - Hiang-Chu Ausilia Chang); l impegno di aggiornamento della scuola ( ) CIOFS Scuola (Rosetta Caputi); il contributo culturale delle FMA alla formazione professionale in Italia nel secondo dopoguerra, con una proposta del CIOFS FP oggi riconosciuta nel civile (Lauretta Valente - Angela Elicio). Un saggio sull assistenza dei bambini provenienti dalla strada riguarda la Genova d inizi 900 (Sonia Baronti), infine l apporto variegato delle FMA al Paese durante la II guerra mondiale (Grazia Loparco). Dall insieme emerge che le FMA hanno dato un contributo educativo ispirato al Sistema preventivo di don Bosco, sia in opere istituzionalizzate, sia meno formali. Secondo le esigenze dei tempi e dei contesti locali hanno promosso l educazione a largo raggio e con diverse opere. Così, dinanzi alle necessità concrete delle ragazze, sia allieve, sia operaie, impiegate, studentesse, emigranti, hanno cercato di raggiungerle in un clima familiare, per formare donne cristiane per la famiglia, ma anche responsabili nella società e nella Chiesa, come pure attraverso la stampa, la comunicazione sociale, il volontariato. Le FMA, diffuse nelle città e in paesi anche sperduti, hanno creato una rete di comunicazione tra le regioni, una mediazione tra le istituzioni e le famiglie, promovendo la cultura umanistica, del lavoro, del tempo libero produttivo. I modelli educativi hanno contribuito ad elevare gli interessi giovanili, favorendo l integrazione delle fasce popolari, la modernizzazione e la crescita del Paese, nella convinzione che nell impronta salesiana non c è contrapposizione tra essere cittadini ed essere cristiani, anzi i valori civili esprimono le convinzioni religiose. Il contributo delle FMA alla cittadinanza è valutabile ovviamente attraverso l impegno educativo che è pubblico per sua natura e pone le basi del progresso di un popolo. A ragione si può dire che le FMA, come i Salesiani e tante altre congregazioni religiose, hanno contribuito a formare gli italiani; con un operosità intensa sono state e sono una risorsa anche economica e culturale per il Paese.
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