Silvano Toso. ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE ed OSSERVATORI FAUNISTICI REGIONALI

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1 Silvano Toso ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE ed OSSERVATORI FAUNISTICI REGIONALI

2 L Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare L ISPRA ha, tra gli altri, il compito di studiare le popolazioni di uccelli e mammiferi italiani e di operare quale organo di consulenza per la loro conservazione nei confronti dello Stato e delle Regioni 2

3 COMPITI DELL ISPRA COMPITI DEGLI OSSERVATORI (ISTITUTI?) REGIONALI Ricerca applicata alla conservazione della fauna? Monitoraggio della fauna omeoterma italiana +++ Consulenza per lo stato e gli enti locali in materia di conservazione e gestione della fauna??? Didattica? 3

4 IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA ITALIANA RAPPRESENTA UN COMPITO PRIMARIO DELL ISPRA Legge 11 febbraio 1992, n. 157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio Art. 7, comma 3: L Istituto nazionale per la fauna selvatica (oggi ISPRA) ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali 4

5 IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA E RICHIESTO ANCHE DALLE NORMATIVE SOVRANAZIONALI RATIFICATE DAL NOSTRO PAESE Art. 7 della Convenzione di Rio sulla conservazione della biodiversità, fa obbligo alle parti di predisporre efficienti sistemi di monitoraggio. Nel 2001, al Goteborg European Summit, la UE ha previsto il blocco del declino della biodiversità per il Per questo fine è necessario creare indici sintetici che descrivano le variazioni di biodiversità a livello nazionale e internazionale. 5

6 IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA E RICHIESTO ANCHE DALLE NORMATIVE SOVRANAZIONALI RATIFICATE DAL NOSTRO PAESE La Direttiva Uccelli (79/409/CEE) stabilisce (Art. 4) che le misure speciali di conservazione per specie di particolare interesse si devono basare sulle tendenze e variazioni dei livelli di popolazione e l art. 10 prevede l effettuazione di censimenti, l analisi di dati di inanellamento, la verifica dell influenza del prelievo sullo status, ecc.. La Direttiva Habitat (92/43/CEE) richiede la disponibilità di dati sull andamento delle popolazioni e sulla distribuzione delle specie (art. 1), l effettuazione di valutazioni di incidenza e compensazione (art. 5), che per loro natura richiedono la disponibilità di banche dati. Gli stati membri hanno il dovere di sorvegliare lo stato di conservazione delle specie (art. 11). 6

7 SISTEMA INTEGRATO DI MONITORAGGIO DELLA FAUNA Sentenze della Corte costituzionale CONDIZIONI NECESSARIE (1) metodi scientificamente convincenti e applicati in modo corretto ruolo dell ISPRA standardizzazione ed adozione omogenea dei metodi e protocolli a livello nazionale ed internazionale creazione e/o aggiornamento delle banche dati a livello nazionale rapporti agli organismi internazionali di ricerca e di conservazione 7

8 SISTEMA INTEGRATO DI MONITORAGGIO DELLA FAUNA CONDIZIONI NECESSARIE (2) Banche dati nazionali e internazionali ISPRA formazione Rilevatori dell ISPRA Strutture tecniche regionali dati raccolti localmente 8

9 LA CONSULENZA (1) ELENCO DELLE ATTIVITA ISTITUZIONALI E DELLE MATERIE PER CUI E RICHIESTO IL PARERE DELL ISPRA AI SENSI DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1992, N. 157 E DEI DPR 8 SETTEMBRE 1997, N. 357 E 12 MARZO 2003, N. 120 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA HABITAT 1) Segnalazione delle rotte di migrazione dell avifauna affinché le Regioni e le Province autonome provvedano ad istituire specifiche zone di protezione (legge n. 157/92, art. 1, comma 5). 2) Cattura ed utilizzazione a scopo di studio di Mammiferi ed Uccelli, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati da parte degli istituti scientifici delle Università, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dei Musei di Storia Naturale (legge n. 157/92, art. 4, comma 1). 3) Organizzazione e coordinamento sull intero territorio nazionale dell attività di cattura temporanea per l inanellamento degli uccelli a scopo scientifico come schema nazionale in seno all Unione Europea per l inanellamento (EURING); organizzazione dei corsi e degli esami di abilitazione per il personale coinvolto (legge n. 157/92, art. 4, comma 2). 9

10 LA CONSULENZA (2) ELENCO DELLE ATTIVITA ISTITUZIONALI E DELLE MATERIE PER CUI E RICHIESTO IL PARERE DELL ISPRA AI SENSI DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1992, N. 157 E DEI DPR 8 SETTEMBRE 1997, N. 357 E 12 MARZO 2003, N. 120 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA HABITAT 4) Controllo e certificazione dell attività svolta dagli impianti di cattura degli uccelli per la cessione a fini di richiamo e valutazione dell idoneità del personale addetto a tali impianti (legge n. 157/92, art. 4, comma 3). 5) Censimento del patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, studio del suo stato ed evoluzione dei rapporti con le altre componenti ambientali; elaborazione di progetto di intervento ricostituivo o migliorativo sia delle comunità animali sia degli ambienti al fine della riqualificazione faunistica del territorio nazionale, collaborazione con gli organismi stranieri ed in particolare con quelli dei Paesi della Comunità Economica Europea aventi analoghi compiti e finalità, collaborazione con le Università e gli altri Organismi di Ricerca e Conservazione della Fauna; controllo e valutazione degli interventi faunistici operati dalle Regioni e dalle Province autonome (legge n. 157/92, art. 7, comma 3). 10

11 LA CONSULENZA (3) ELENCO DELLE ATTIVITA ISTITUZIONALI E DELLE MATERIE PER CUI E RICHIESTO IL PARERE DELL ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA AI SENSI DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1992, N. 157 E DEI DPR 8 SETTEMBRE 1997, N. 357 E 12 MARZO 2003, N. 120 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA HABITAT 6) Partecipazione, attraverso il direttore, al Comitato Tecnico faunisticovenatorio Nazionale istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (legge n. 157/92, art. 8, comma 1). 7) Elaborazione del primo documento orientativo circa i criteri di omogeneità e congruenza per la pianificazione faunistico-venatoria destinato alle Regioni e trasmesso al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali e al Ministro dell Ambiente (legge n. 157/92, art. 10, commi 10 e 11). 8) Immissione di specie autoctone nella Zona Faunistica delle Alpi alfine di ripristinare l integrità delle zoocenosi (parere vincolante); (legge n. 157/92, art. 11, comma 3). 9) Istituzione delle Aziende faunistico-venatorie e delle Aziende agrituristico venatorie (legge n. 157/92, art. 16, comma 1). 11

12 LA CONSULENZA (4) ELENCO DELLE ATTIVITA ISTITUZIONALI E DELLE MATERIE PER CUI E RICHIESTO IL PARERE DELL ISPRA AI SENSI DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1992, N. 157 E DEI DPR 8 SETTEMBRE 1997, N. 357 E 12 MARZO 2003, N. 120 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA HABITAT 10) Calendari venatori regionali e regolamenti relativi all annata venatoria; modificazione dei termini temporali del prelievo venatorio autorizzati dalle Regioni (legge n. 157/92, art. 18, commi 2 e 4). 11) Variazione dell elenco delle specie cacciabili in conformità alle vigenti direttive comunitarie e alle convenzioni internazionali sottoscritte tenendo conto delle singole specie sul territorio (legge n. 157/92, art. 18, comma 3). 12) Controllo delle specie di fauna selvatica attraverso l utilizzo di metodi ecologici ed autorizzazione ai piani di abbattimento a scopo di controllo (legge n. 157/92, art. 19, comma 2). 13) Applicazione delle deroghe ai divieti previsti dalla direttiva 409/79 CEE, art. 9 (legge n. 157/92, art. 19 bis, comma 3). 14) Applicazione delle deroghe di cui all art. 16 della direttiva Habitat 92/43/CEE (art. 11 del DPR 357/97). 12

13 LA CONSULENZA (5) ELENCO DELLE ATTIVITA ISTITUZIONALI E DELLE MATERIE PER CUI E RICHIESTO IL PARERE DELL ISPRA AI SENSI DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1992, N. 157 E DEI DPR 8 SETTEMBRE 1997, N. 357 E 12 MARZO 2003, N. 120 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA HABITAT 15) Introduzione dall estero di fauna selvatica viva, purché appartenente alle specie autoctone da effettuarsi a scopo di ripopolamento e di miglioramento genetico (legge n. 157/92, art. 20, comma 3). 16) Linee guida per il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie e degli habitat naturali d interesse comunitario in base alla direttiva 43/92 CEE (DPR 12 marzo 2003, n.120, art. 8, comma 1 e DPR 8 settembre 1997 n. 357, art 11, comma 1 ). 17) Linee guida per la reintroduzione ed il ripopolamento delle specie autoctone che richiedono una protezione rigorosa (allegato IV direttiva Habitat) e specie per le quali sono previste misure speciali per la conservazione degli habitat (allegato I direttiva Uccelli) (DPR 12 marzo 2003, n.120, art. 12, comma 1). NOTA BENE Diverse leggi regionali di recepimento della legge n. 157/92 prevedono l espressione del parere dell INFS su materie aggiuntive per le quali il parere non è richiesto dalla legge quadro. 13

14 LA CONSULENZA (6) ISPRA Istituti regionali Necessità di garantire un approccio organico a problemi di conservazione che spesso non sono affrontabili in un'ottica regionale (pronunciamenti della Corte Costituzionale) La grande maggioranza dei paesi culturalmente avanzati (anche quelli con assetto federale) si è dotata di un organismo centrale di riferimento per la consulenza scientifica e tecnica Gli organismi della UE delegati alla verifica dell applicazione delle direttive comunitarie di carattere faunistico chiedono che ciascun paese presenti i propri dati in maniera organizzata e definisca un unica autorità scientifica di riferimento I problemi economici e la soglia di efficienza 14

15 LA CONSULENZA (7) INFS Istituti regionali L espressione dei pareri tecnico-scientifici previsti dalle normative nazionali ed internazionali alternativamente da parte dell ISPRA e dei preconizzati Istituti regionali, oltre a contrastare con criteri evidenti di operatività, darebbe luogo ad un aggravamento del contenzioso in sede di giustizia amministrativa che già oggi caratterizza pesantemente l applicazione delle norme sulla tutela della fauna e l esercizio venatorio. E dunque sperabile che nel prossimo futuro il nostro Paese sappia dotarsi di un organico sistema di supporto scientifico e tecnico alla gestione della fauna basato su un adeguato e necessario potenziamento dell ISPRA e, contemporaneamente, sulla crescita degli osservatori faunistici regionali, evitando sprechi e sovrapposizioni di ruoli ed assicurando invece un efficace coordinamento e le opportune sinergie. 15

16 LA CONSULENZA (8) CONSIGLIO D AMMINISTAZIONE: stabilisce le priorità INFS CONSIGLIO SCIENTIFICO: verifica la qualità della ricerca MA DEVE ESSERE SALVAGUARDATA L AUTONOMIA!! 16

17 Cosa sta facendo l ISPRA? Quattro esempi principali Monitoraggio dell avifauna mediante inanellamento Censimenti invernali degli uccelli acquatici Censimenti e prelievi degli ungulati Censimenti di carnivori minacciati con tecniche genetiche 17

18 INANELLAMENTO: metodo fondamentale per lo studio della biologia degli uccelli 18

19 L ISPRA ospita il Centro Nazionale di Inanellamento il quale rappresenta l Italia in seno all EURING 19

20 EURING Unione Europea per l Inanellamento 38 Centri di Inanellamento Nazionali oltre inanellatori esperti e largamente volontari oltre 4 milioni di uccelli inanellati ogni anno in Europa oltre segnalazioni ogni anno in Europa 20

21 Attività generale di monitoraggio del Centro Nazionale di Inanellamento > uccelli marcati all anno 362 specie campionate 400 inanellatori collaboratori dati di inanellamento (al 2004) dati di ricattura a partire dal 1906 dati totalmente informatizzati dal 1982: una delle migliori banche dati fenologici e morfometrici in Europa 21

22 Monitoraggio degli Uccelli acquatici 22

23 Banca dati Wetlands International (ex IWRB) (anatidi e folaga): 6 milioni individui (100 specie)/ anno; 1987-oggi (tutte le spp.): 15 milioni Individui (200 specie)/ anno 23

24 In Italia.. Metà anni zone umide, 19 importanti (>3900 uccelli) c uccelli/anno (Anatidae + F. atra) c. 50 censitori Fine anni zone umide (unità di censimento) 847 siti (unità ecologiche) c uccelli/anno ( in ) tutte le specie c. 500 rilevatori (quasi tutti volontari) 24

25 Numero di zone umide Numero di siti (unità ecologiche) Aumentosforzodi censimento e esperienza dei censitori Numero di individui 1.600, Numero di specie 1.400, , , , , , ,

26 Banca Dati Acquatici ISPRA OCA SELVATICA Anser anser Tot. ind. = N. siti = N. ind. X 100 areale copertura

27 Uccelli acquatici - Monitoraggio del ciclo annuale Censimenti mensili a Cervia (dal 1990), a Campotto (dal 2004) e Goro (dal 2004) scopi: fenologia, trend, uso dell habitat, gestione locale esempio: Sterna comune (incremento nidificanti) Sterna comune gen-90 lug-90 gen-91 lug-91 gen-92 lug-92 gen-93 lug-93 gen-94 lug-94 gen-95 lug-95 gen-96 lug-96 gen-97 lug-97 gen-98 lug-98 gen-99 lug-99 gen-00 lug-00 gen-01 lug-01 gen-02 lug-02 27

28 GLI UNGULATI 28

29 Banca Dati Ungulati MONITORAGGIO DISTRIBUZIONE Alpi orientali Alpi occidentali CONSISTENZA +60% -11% Appennino sett. +38% PRELIEVO N (migliaia) Alpi orientali -18% Alpi occidentali Appennino sett. +149% +130% N (migliaia) 29

30 TECNICHE DI STIMA QUANTITATIVA INNOVATIVE Errore (coefficiente di variazione) 20-30% Necessità di almeno 4 o 5 ripetizioni scanner termico animale distanza perpendicolare distanza dall osservatore direzione di percorrenza del transetto osservatore distance sampling 30

31 PIANI D AZIONE PER LA CONSERVAZIONE DI SPECIE MINACCIATE 31

32 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE 32

33 DOCUMENTI TECNICI Standardizzazione dei rilievi biometrici 33

34 Monitoraggio genetico delle popolazioni di carnivori minacciati Orso bruno, lupo, lontra 34

35 Analisi genetica di campioni non-invasivi Campionamento non-invasivo: peli, escrementi Estrazione del DNA Analisi del DNA fingerprinting Stima della dimensione della popolazione 35

36 Monitoraggio genetico non-invasivo delle popolazioni italiane di orso bruno (Trentino-Alto Adige; Abruzzo) Il protocollo di campionamento ( ): trappole per peli campionamento intensivo nei ramneti raccolta opportunistica di peli ed escrementi Campioni raccolti ed esaminati = 1100 Genotipi di orso bruno identificati = 55 Genotipi presenti nel 2004 = 35 Rapporto sessi = 1M:1,6F CFS, MIPAF, Ministero dell Ambiente in collaborazione con PN Abruzzo Lazio e Molise PN Majella PR Simbruini PR Sirente-Velino 36

37 I rapporti periodici dell ISPRA L ISPRA cura la documentazione dei risultati del monitoraggio che sono regolarmente resi pubblici e si prestano a verifiche trasparenti 37

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