Stima del danno ambientale connesso allo smaltimento abusivo di rifiuti da costruzione e demolizione nel Comune di Roma Sommario 1.

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1 Stima del danno ambientale connesso allo smaltimento abusivo di rifiuti da costruzione e demolizione nel Comune di Roma Stefano Cicerani CO.RI.S.E. (Consorzio Riciclaggio Scarti Edili), Roma Paola Di Toppa Servizio Emergenze Ambientali, Settore Studi e Valutazioni, APAT, Roma Paola Morrone Architetto in Roma Sommario Il lavoro riporta i risultati di una ricerca sul problema dello smaltimento abusivo dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) al fine di valutarne, sul territorio di uno specifico comune (Roma), il danno ambientale annualmente prodotto. In particolare il lavoro propone una lettura del diffuso fenomeno dell illecito smaltimento dei rifiuti da C&D attraverso la valutazione economica dei danni arrecati all ambiente: alle matrici ambientali ed al paesaggio. Nella prima parte, è analizzato il ciclo di vita dei rifiuti da C&D la produzione, il circuito regolare e quello abusivo considerando, in particolare, i quantitativi afferenti alle diverse forme di smaltimento abusivo: abbandono sul territorio, utilizzo non regolamentare nei cantieri e deposito nei cassonetti per rifiuti urbani. La seconda parte del lavoro, invece, sulla base dei risultati ottenuti elaborando i dati presenti in letteratura e quelli forniti dagli enti locali, dall APAT e dall AMA s.p.a., propone una stima dei costi che la collettività paga sia in termini monetari che di disagi. La stima dei costi è effettuata applicando i criteri comunemente utilizzati per la valutazione del danno (ex art. 18 della L 349/86), ovvero i costi di ripristino dello stato dei luoghi e l indebito profitto (parametri equitativi del danno ambientale). 1. Introduzione In Italia il riciclaggio dei rifiuti da C&D è ancora molto poco sviluppato. Secondo le stime effettuate da ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati), infatti, nel nostro Paese, vengono riciclati, ogni anno, 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D, pari a circa il 7% di quelli prodotti [1]. Se da una parte questo comporta l indiscriminato uso dei materiali naturali (cavato) ed un conseguente prelievo di risorse non rinnovabili, dall altra genera un ingente produzione di rifiuti la cui gestione dipende non solo dall aspetto quantitativo ma, come sottolineato dalla Commissione Europea, anche dalla qualità dei rifiuti. Come noto, infatti, tra i rifiuti da C&D sono presenti diverse tipologie di materiali pericolosi: amianto, metalli pesanti, solventi, aggreganti, isolanti, materiali contaminati da PCB e legno trattato con preservanti[2]. Lo smaltimento abusivo comporta gravi danni per l ambiente i cui costi e i cui disagi gravano in modo rilevante sulla collettività. In una realtà metropolitana come quella del Comune di Roma, il problema è particolarmente sentito. A fronte della presenza su tutto il territorio esaminato di impianti di riciclaggio e di discariche autorizzate per inerti, è da registrare una notevole diffusione del fenomeno dell abbandono di rifiuti da C&D con la conseguente realizzazione di depositi incontrollati di rifiuti di vario genere. E infatti ricorrente la pratica di abbandonare, nei pressi di depositi abusivi di scarti edili, rifiuti ingombranti, spesso pericolosi. E possibile stimare dal punto di vista economico le conseguenze negative del fenomeno di illecito smaltimento di rifiuti da C&D: calibrando l analisi su uno specifico territorio ed elaborando i dati sulla produzione e lo smaltimento autorizzato. Partendo dai dati di letteratura, che forniscono indici di produttività per i 1

2 rifiuti considerati è possibile stimare, su base annua, i quantitativi di rifiuti C&D prodotti sul territorio del Comune di Roma, mentre dai dati ufficiali di gestione regolare dei rifiuti è possibile ottenere una quantificazione dei rifiuti afferenti al circuito regolare. Da qui, introdotte alcune ipotesi di base, è possibile caratterizzare quantitativamente, anche se in modo del tutto indicativo, il circuito abusivo dei rifiuti da C&D e descrivere il danno relativo ad ogni forma di smaltimento. Nello studio non vengono presi in considerazione i quantitativi dei materiali da C & D utilizzati all interno dello stesso cantiere di produzione o in altri siti per ripristini ambientali (ad es. per il recupero ambientale di cave dismesse) in quanto tali materiali, prodotti delle attività di costruzione e demolizione, non sono considerati rifiuti. Sulla base di quanto previsto, infatti, dall art. 14 del decreto legge 8 luglio 2002 n. 138, convertito con legge 8 agosto 2002 n. 178, e riconosciuto con la sentenza della Cassazione, 2 ottobre 2003, n , il materiale da demolizione si scorpora della nozione giuridica di rifiuto, se riutilizzato in loco di produzione. Il suo riutilizzo è previsto senza trasformazione preliminare, a patto che ci siano le seguenti condizioni: omogeneità del materiale, la mancata cessione del produttore ad un terzo e l assenza di contaminazione. I quantitativi risultanti, quindi, non essendo considerati rifiuti, non vengono registrati dalla Provincia. Come evidenziato nello schema di analisi di seguito riportato (Fig. 1), i prodotti dell attività di costruzione e demolizione sono classificati in materiali e rifiuti. I materiali possono essere riutilizzati in loco previa frantumazione grossolana con impianti mobili. I rifiuti, invece, costituiti, per la maggior parte, da frazioni inerti quali calcestruzzo, laterizi, ceramiche terre di scavo, sono recuperati, conferiti in discariche autorizzate o smaltiti in modo abusivo. Negli ultimi anni lo sviluppo dell'impiantistica atta al trattamento dei residui C&D ha trovato un notevole impulso grazie all'incremento dei costi di smaltimento in discarica. Tale incremento ha portato i produttori di rifiuti inerti ad optare per il trattamento degli stessi isolando le componenti più pericolose. A Roma, secondo i dati forniti dal Co.Ri.S.E. (Consorzio per il Riciclaggio Scarti Edili), il costo di conferimento medio in discarica per rifiuti inerti è pari a 9,50 /ton a fronte di 5,50 /ton per il conferimento ad impianti di riciclaggio. Il materiale riciclato che si ottiene, opportunamente trattato al punto da essere assimilato ad un inerte lapideo, può avere una molteplicità di impieghi nel settore delle costruzioni stradali: dagli aggregati senza legante, ai legati misti, ai calcestruzzi. Inoltre, questi materiali inerti possono trovare impiego in opere per le quali non siano necessarie caratteristiche fisiche e meccaniche equivalenti a quelle proprie dei materiali abitualmente in uso: barriere verdi fonoassorbenti in calcestruzzo riciclato e terra, arredo urbano (ad es. dissuasori stradali, fontane, elementi di seduta, passaggi pedonali), ecc. La forma di smaltimento in discarica, quindi, è certamente da disincentivare proprio per il mancato conferimento ad impianti di riciclaggio che ne consegue e da praticare nel caso non sia possibile, o comunque sia economicamente sconveniente, un riciclaggio del materiale proveniente da demolizione e costruzione. Le forme assunte dall illecito smaltimento dei rifiuti sono diverse; esse vanno dall abbandono sul territorio o nei cassonetti per i rifiuti urbani, all utilizzo interno ai cantieri per riempimenti, fino al deposito presso discariche abusive o centri di stoccaggio non autorizzati. L abbandono sul territorio è una delle forme più diffuse di smaltimento non regolare, ed è certamente quella che ha maggior impatto sulla comunità. Situazioni allarmanti sono denunciate da associazioni di protezione ambientale quali Legambiente che ha lanciato l allarme di discariche abusive nella provincia di Roma [3]. 2

3 SCHEMA GENERALE DI ANALISI ATTIVITA DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE MATERIALI PRODOTTI RIFIUTI PRODOTTI RIUTILIZZO RICICLAGGIO SMALTIMENTO Utilizzo di impianti mobili per la riduzione volumetrica nei cantieri di produzione Impianti di riciclaggio Discariche II A SMALTIMENTO ABUSIVO RIUTILIZZO ILLECITO IN CANTIERI EDILI ED IN CAVE DEPOSITO NEI CASSONETTI PER RSU ABBANDONO SUL TERRITORIO Danno alle matrici ambientali in cantieri edili ed in cave Danno al paesaggio nelle cave Valutazione del danno alle matrici ambientali Ripristino dello stato dei luoghi: Costi di bonifica dei siti Indebito profitto: Mancati costi di conferimento ad impianti autorizzati Mancato acquisto di materiale per riempimenti Danno ambientale: danno (indiretto) alle matrici ambientali Valutazione del danno (indiretto) alle matrici ambientali * Indebito profitto: Mancati costi di conferimento ad impianti autorizzati * Tale pratica arreca anche un ulteriore danno per la collettività dovuto ai costi di smaltimento di rifiuti inerti in discarica per RSU Danno ambientale: danno alle matrici ambientali e danno al paesaggio Valutazione del danno alle matrici ambientali Ripristino dello stato dei luoghi: Costi di bonifica delle discariche o depositi incontrollati Indebito profitto: Mancati costi di conferimento ad impianti autorizzati Stima del risarcimento del danno al paesaggio Ripristino dello stato dei luoghi: Costi di bonifica delle discariche o depositi incontrollati Indebito profitto: Mancati costi di conferimento ad impianti autorizzati Fig. 1 Schema di analisi assunto per la valutazione del danno ambientale 3

4 2. Relazione 2.1 Stima della produzione di rifiuti da C & D nella Provincia di Roma Non essendo disponibili dati già elaborati sulla produzione dei rifiuti C&D nel territorio della provincia di Roma, è stata effettuata una stima dei quantitativi prodotti facendo uso di uno degli indici di produttività specifica proposti in letteratura. Dall analisi realizzata, infatti, è emerso che, a fronte di numerosi studi di settore finalizzati all individuazione di un valore per gli indici di produttività specifica, c è una certa carenza di ricerche rivolte alla quantificazione diretta dei rifiuti da costruzione e demolizione prodotti. Per la stima dei quantitativi di rifiuti C&D prodotti è stato utilizzato l indice di produttività specifico proposto dall ANPAR in uno studio del 2001[1]. L associazione di categoria individua un valore che risulta molto prossimo a quello reale elaborato sulla base dei dati di un censimento di impianti di riciclaggio presenti in aree omogenee, bacini campione, sulle quali il conferimento può ipotizzarsi integrale. Sono stati censiti, infatti, impianti di riciclaggio che si pongono, per quanto riguarda i costi di conferimento, in condizione concorrenziale rispetto alle discariche dislocate sul territorio e sono stati individuati di conseguenza bacini di conferimento aventi estensione tale da rendere trascurabili i costi di trasporto agli impianti. Tale condizione garantisce una valore abbastanza affidabile dell indice cercato pur risultando comunque sottostimato in virtù della presenza imprescindibile di eventuali quantitativi illegalmente smaltiti. Adottando l indice proposto per il Centro, pari a 510 kg/ab*anno, e considerando i dati del censimento ISTAT del 2001 per la popolazione residente, la produzione di rifiuti da C&D prodotti sul territorio del Comune e della Provincia di Roma è stimata pari rispettivamente a ,04 ton e ,24 ton. Popolazione residente Produzione stimata (ton) % COMUNE DI ROMA ,04 68,82% ALTRI COMUNI ,200 31,17% PROVINCIA DI ROMA ,24 100% Tabella 1. Stima della produzione di rifiuti C&D nell'anno Stima dei quantitativi del circuito regolare nella Provincia di Roma Dai dati MUD 2002 risultano presenti sul territorio provinciale 11 impianti autorizzati al recupero dei rifiuti inerti, di cui: - 3 impianti nel Comune di Roma; - 8 impianti in altri Comuni della Provincia. Inoltre, secondo i dati MUD dell APAT ed i dati dell ARPA Lazio [4], le discariche attive, nello stesso anno, nella Provincia di Roma sono 5 di cui: - 4 discariche nel Comune di Roma; - 1 discarica in altri Comuni della Provincia. Nella tabelle successive (Tabella 2 e Tabella 3) sono elencati i suddetti impianti di recupero e di discarica. Per ogni impianto presente nel Comune di Roma sono riportati i quantitativi smaltiti nell anno di riferimento (2002), suddivisi per codici CER. Per gli impianti presenti negli altri Comuni della Provincia, invece, è riportato il quantitativo totale dei rifiuti recuperati ed il quantitativo totale di quelli smaltiti nel

5 Impianti Impianto 1 - ROMA Impianto 2 - ROMA Codice Rifiuto Quantità recuperata (ton) Impianto 3 - ROMA Impianti presenti negli altri Comuni della Provincia di Roma Tabella 2. Impianti di recupero MUD 2002 (APAT) Discariche Discarica 1 - ROMA Discarica 2 - ROMA Codice Rifiuto Quantità Depositata in Discarica (t) Discarica 3 - ROMA Discarica 4 ROMA Discariche presenti negli altri Comuni della Provincia di Roma Tabella 3. Discariche per inerti - MUD 2002 (APAT, ARPA Lazio). I quantitativi totali smaltiti in discarica nell anno 2002, quelli conferiti agli impianti di recupero nello stesso anno nonché la somma di questi (totale dei rifiuti da C&D gestiti nel Comune e nella Provincia di Roma) sono riportati nella Tabella 4. 5

6 Quantitativi smaltiti Quantitativi conferiti ad Quantitativi in discarica II A (ton) impianti (ton) totali gestiti (ton) COMUNE DI ROMA ALTRI COMUNI PROVINCIA DI ROMA Tabella 4. Sintesi dei dati ottenuti dalle dichiarazioni MUD Stima dei quantitativi del circuito abusivo nel Comune di Roma Il primo dato da tener in considerazione per la stima dei quantitativi smaltiti abusivamente è il valore ottenuto dalla differenza tra i quantitativi stimati dei rifiuti prodotti annualmente nel Comune di Roma ( ton) e quelli dei rifiuti smaltiti regolarmente dichiarati nei MUD ( ton). Il valore risultante, pari a ton, rappresenta il totale dei volumi di rifiuti da C&D afferenti al circuito abusivo (i dati sono riassunti in Tabella 5). Quantità (ton) Produzione rifiuti da C&D nel Comune di Roma Rifiuti da C&D gestiti in impianti di recupero e discariche Rifiuti da C&D afferenti al circuito abusivo Tabella 5. Stima del quantitativo di rifiuti da C&D afferenti al circuito abusivo. Questo dato, del tutto indicativo, poiché derivante da una stima di produzione di rifiuti da C&D ottenuta dall applicazione di un indice di produttività medio (relativo al Centro Italia), è comunque sintomatico della rilevanza del fenomeno indagato, in quanto risulta 3 volte superiore al valore dei volumi di rifiuti afferenti al circuito regolare di smaltimento. Per definire il danno ambientale connesso, occorre considerare i quantitativi delle diverse forme di smaltimento abusivo: - riutilizzo illecito in cave e cantieri edili - abbandono sul territorio - deposito nei cassonetti per RSU. Il riutilizzo illecito in cave e cantieri edili, per quanto pratica piuttosto diffusa - nonché assolutamente scorretta sia per aspetti prettamente tecnici quali la stabilità non garantita che per il potenziale impatto ambientale ad essa connesso - non può essere stimato separatamente dalle altre forme. Ciò in quanto non sono a disposizione dati certi, utili a definire il flusso dei rifiuti C&D utilizzati illecitamente in luoghi diversi da quello di produzione. Allo stesso modo non è possibile quantificare l abbandono sul territorio, che si manifesta sia come abbandono a bordo strada sia come abbandono in depositi incontrollati (comunemente definiti discariche abusive ). Il Comune di Roma fa fronte a tali situazioni con interventi di rimozione, trasporto e smaltimento in discarica autorizzata. L attività di asporto dei cumuli bordo strada, gestita da AMAcity, è prevista nel contratto di servizio tra il Comune di Roma e l AMA Spa [5]. Per le discariche abusive, invece, sono attivate di volta in volta delle convenzioni con il X dipartimento 6

7 del Comune non coperte da tariffa. Secondo i dati del Comune di Roma durante i primi tre trimestri del 2004 sono state asportate tonnellate di rifiuti (frammisti) Il Comune di Roma ha predisposto un censimento degli abbandoni di rifiuti in depositi incontrollati sul territorio comunale. Ad oggi sono state individuate circa 400 aree di deposito di materiali frammisti. Di queste, circa il 50% contiene materiali inerti[6]. Anche l Amministrazione Provinciale, ha avviato un iniziativa in tal senso sottoponendo ai Comuni della Provincia di Roma un questionario ad hoc. Nella scheda informativa predisposta dall Osservatorio Provinciale dei Rifiuti sono rilevati, per ogni area censita l ubicazione, la tipologia del materiale abbandonato e la volumetria dello stesso. Sono inoltre indagate le eventuali operazioni di bonifica effettuate in passato, la presenza di iniziative per il controllo sul territorio, l esistenza di adeguati siti per il conferimento di materiale ingombrante e le procedure per la realizzazione di isole ecologiche. E possibile quantificare il deposito di rifiuti da C&D nei cassonetti per RSU sulla base dei dati rilevati da AMA. Secondo il rapporto ambientale dell AMA Spa effettuato nel 2002, a Roma sono stati raccolte tonnellate di rifiuti RSU e dal sito AMA si registra che nel 2003 il totale raccolto è pari tonnellate. Da recenti analisi e studi effettuati nel comune di Roma emerge che la presenza di rifiuti inerti all interno dei cassonetti per RSU ammonta al 15% in peso del totale, per un quantitativo annuo di tonnellate circa. Sulla base dei dati raccolti, partendo dalla stima dei rifiuti C&D prodotti e procedendo con operazioni di sottrazione del totale gestito regolarmente e di quello depositato nei cassonetti per RSU (valori noti), è possibile quantificare, in maniera del tutto indicativa, il peso totale dei rifiuti da C&D annualmente abbondati o illecitamente riutilizzati sul territorio del Comune di Roma. Nella tabella seguente (Tabella 6) sono sintetizzati i valori ottenuti. Quantità (ton) Produzione rifiuti da C&D nel Comune di Roma, di cui: Rifiuti da C&D gestiti in impianti di recupero e discariche Abbandono di rifiuti da C&D nei cassonetti per RSU Abbandono sul territorio + Riutilizzo illecito in cave e cantieri edili Tabella 6. Quantitativi annui di rifiuti da C&D prodotti e smaltiti nel Comune di Roma. 2.2 La valutazione del danno ambientale prodotto nel Comune di Roma Il principio della responsabilità civile per danno ambientale è stato introdotto con l art. 18 della Legge n. 349 del 1986, con l obiettivo di creare uno strumento giuridico per la tutela dell ambiente: uno strumento di prevenzione e riparazione del danno ambientale rivolto a quegli operatori che effettuano pratiche e condotte lesive per l ambiente [7].La valutazione del danno ambientale è finalizzata a raccogliere gli elementi tecnici ed economici utili per avanzare la richiesta per il recupero economico dei danni ambientali. La valutazione del danno avviene attraverso l attribuzione di un valore/prezzo alle risorse ambientali lese in base alle utilità sociali (risarcimento in forma specifica). Nel caso non sia possibile una precisa quantificazione (economica) del danno ambientale, il comma 6 dell art. 18 della legge 349/86 prevede la possibilità che il Giudice possa 7

8 determinare il risarcimento economico in via equitativa sulla base dei seguenti parametri: - l illecito profitto; - la gravità della colpa; - il costo di ripristino dello stato dei luoghi In questo lavoro i parametri suddetti sono stati utilizzati per la stima del danno derivante dagli illeciti descritti con lo scopo di far emergere, attraverso una valutazione economica, la rilevanza della problematica analizzata. L applicazione dei criteri equitativi è del tutto fittizia ma permette di determinarne la quantificazione economica del danno prodotto da una pratica molto diffusa. Dall abbandono sul territorio di materiale edile e dal riutilizzo illecito si determinano sia un danno al paesaggio (presenza di cumuli di rifiuti sul territorio) che danni alle matrici ambientali (al suolo ed alle acque). In questo caso il costo per il ripristino dello stato dei luoghi, comprende le spese necessarie, eventualmente già sostenute o da sostenere dalle amministrazioni dello Stato, per il monitoraggio, la messa in sicurezza, la bonifica e la rinaturalizzazione dei luoghi compromessi. Dai dati precedentemente riportati risulta che nei primi tre trimestri dell anno 2004 nel comune di Roma è stato asportato un volume totale di quantitativi di rifiuti pari a ton. Per gli interventi di raccolta, trasporto e smaltimento l AMA Spa ha sostenuto spese pari a 42,33 /t. E possibile applicare tale costo unitario ( /ton) ai quantitativi abbandonati sul territorio o illecitamente utilizzati. Questo procedimento è riassunto in Tabella 7. Abbandono sul territorio + Riutilizzo illecito (ton) Costi di ripristino dello stato dei luoghi ( /ton) Costi totali ( ) , Tabella 7. Costi di ripristino dei siti. L illecito profitto tiene conto del mancato conferimento negli impianti di riciclaggio dei materiali inerti o nelle apposite discariche per quei materiali di cui non è possibile il recupero. Ipotizzando un conferimento ad impianti di riciclaggio il cui costo (5.5 /ton) risulta mediamente inferiore rispetto a quello di un eventuale smaltimento in discarica (9.5 /ton) otteniamo un parametro rappresentativo dell indebito profitto. Tale costo è rappresentato nella seguente tabella (Tabella 8). Abbandono sul territorio + Riutilizzo illecito (ton) Costi di conferimento ad impianti autorizzati ( /ton) Costi totali ( ) Tabella 8. Mancato conferimento ad impianti autorizzati Per l utilizzo illecito andrebbe considerato anche l indebito profitto relativo al mancato acquisto del materiale da riempimento, mentre, relativamente agli abbandoni sul 8

9 territorio e i depositi in cava, il danno al paesaggio. La stima di tali parametri non è effettuabile in quanto mancano dati che permettono di distinguere i quantitativi secondo le diverse forme di smaltimento, abbandono e utilizzi illeciti. Tuttavia è da tenere in conto che, per quel che riguarda il danno al paesaggio la stima dei costi degli interventi di ripristino dello stato dei luoghi è, in parte, già compresa nella valutazione dei costi di ripristino per il danno alle matrici ambientali. Il danno arrecato dal deposito dei rifiuti C&D nei cassonetti per RSU assume le forme di un danno indiretto alle matrici ambientali, indebito consumo di spazi adibiti per lo smaltimento di RSU (discarica di Malagrotta) e di un ulteriore danno per la collettività, dovuto ai costi di raccolta, trasporto e smaltimento in discarica per RSU di tali materiali. Per stimare il risarcimento del danno (indiretto) alle matrici ambientali si può utilizzare anche in questo caso il parametro equitativo dell illecito profitto, considerando i mancati costi di conferimento ad impianti di riciclaggio dei materiali depositati illecitamente nei cassonetti, come riportato in Tabella 9. Quantità inerti nei cassonetti RSU (ton) Indebito profitto per mancato conferimento ad impianti autorizzati di recupero inerti ( /ton) Costi totali ( ) Tabella 9. Calcolo dell indebito profitto per mancato conferimento ad impianti autorizzati Occorre considerare, inoltre, che i quantitativi di rifiuti inerti illecitamente depositati nei cassonetti per RSU vengono regolarmente raccolti, trasporti e conferiti in discarica ad un costo di 51 /ton, pari al corrispettivo richiesto da AMA per l espletamento di dette attività. Tali costi, sostenuti dal Comune, gravano sulla collettività per un ammontare annuo stimato di , come riportato in Tabella 10. Quantità inerti nei cassonetti RSU (ton) Costi di raccolta, trasporto e conferimento in discarica per RSU ( /ton) Costi totali ( ) Tabella 10. Calcolo dei costi sostenuti per lo smaltimento in discarica per RSU di rifiuti inerti depositati nei cassonetti per RSU 3. Conclusioni In conclusione, quindi, i costi che gravano sulla cittadinanza del Comune di Roma, conseguenza dello smaltimento abusivo descritto, ammontano a circa 44 milioni di euro annui, somma dei costi di ripristino dello stato dei luoghi ( euro) e dei costi di smaltimento in discarica dei rifiuti indebitamente depositati nei cassonetti per RSU ( ). Il Comune di Roma copre annualmente una parte di tali costi, sostenendo le spese: - di smaltimento in discarica RSU dei rifiuti da C&D, indebitamente depositati nei cassonetti per la raccolta stradale; - di bonifica dei depositi incontrollati di rifiuti; - di rimozione bordo strada. Il parametro di indebito profitto, invece, utilizzato per la valutazione del danno ambientale, corrispondente ai mancati costi di conferimento ad impianti autorizzati, 9

10 ammonta a circa 5,5 milioni di euro annui ( euro per l abbandono sul territorio e l utilizzo illecito e euro per il deposito nei cassonetti per RSU). Sulla base dei dati forniti dal Co.Ri.S.E. tale flusso consentirebbe, sul territorio del Comune di Roma, l attivazione di tre nuovi impianti con la creazione di 30 nuovi posti di lavoro. Al fine di garantire una corretta ed efficace gestione dei rifiuti da C&D è necessario un maggior coinvolgimento di tutti i soggetti, pubblici e privati. Gli obiettivi da raggiungere sono i seguenti: - aumento del numero dei centri di raccolta dei rifiuti, in particolare avvicinando i luoghi di smaltimento a quelli di produzione; - aumento dell informazione ai cittadini ed alle imprese sulla responsabilità del produttore del rifiuto circa il suo corretto smaltimento; - aumento dei controlli sui cantieri dove il rifiuto viene prodotto. In tema di prevenzione di abbandoni sul territorio, risultano sicuramente utili possibili accordi tra amministrazioni locali e soggetti privati, finalizzati alla gestione e quindi al controllo della produzione dei rifiuti da attività di ristrutturazioni. AMA e CORISE sono in procinto di attivare un nuovo servizio di raccolta rifiuti prodotti dalle piccole imprese artigiane presso le Isole Ecologiche del Comune di Roma. Ciò permetterà a breve di avere 5 nuovi centri di raccolta all interno del Comune, che potranno intercettare una buona parte dei rifiuti edili provenienti dal centro di Roma. 4. Bibliografia [1] G. Bressi La produzione di rifiuti inerti una stima basata sulla definizione di indici di produttività specifica desunti da bacini campione - ANPAR [2] ANPA I rifiuti da Costruzione e Demolizione [3] Legambiente - Discarica Addio 2003, Le vie del rifiuto , Rapporto Ecomafia [4] ARPA Lazio Rapporto sullo stato dell ambiente del Lazio, 2004 [5] Comune di Roma Contratto di Servizio tra Comune di Roma e AMA S.p.A. per la gestione dei rifiuti urbani e i servizi di decoro e igiene urbana, approvato con Delibera della Giunta Comunale n 33 del 28/01/04 e con Delibera del Consiglio di Amministrazione n 41 del 31 luglio 2003 [6] Comune di Roma Censimento sulle discariche presenti, 2004 [7] G. Di Marco e F. Bagli Stato di applicazione dell azione di risarcimento del danno ambientale - APAT

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