Brevi istruzioni per redigere la tesi triennale

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1 Brevi istruzioni per redigere la tesi triennale La strutturazione Dopo aver concordato con il docente l argomento della tesi, si consiglia di scrivere subito il titolo, l introduzione e l indice finale. Sembrerebbero cose da fare alla fine, ma per ottenere una buona strutturazione è importante provare a buttare giù subito questi elementi: ovviamente saranno modificati a più riprese nel corso della stesura, ma in tal modo si scrive con una scaletta intesa come ipotesi di lavoro. In altri termini, è importante fare un indice provvisorio che funzioni come piano di lavoro. Meglio ancora se l indice è ragionato e diventa una sorta di sommario, con brevi riassunti dei capitoli e dei paragrafi con i quali si fissano le intenzioni di scrittura. Ecco un esempio di indice come ipotesi di lavoro. Immaginate di aver concordato con il docente di Semiotica una tesina dal titolo Il concetto di segno in Hjelmslev e in Peirce : Indice provvisorio Introduzione 1. Il concetto di segno in Hjelmslev 1.1. Da Saussure a Hjelmslev [Dalla definizione di segno del Corso di linguistica generale al concetto di funzione segnica dei Prolegomena ] 1.2. La funzione segnica: forma e sostanza [La funzione segnica è interna o esterna? Per risolvere questo problema si ricorre alla teoria degli strati di Hjelmslev] 2. Il concetto di segno in Peirce 2.1. Il segno nella semiosi [Definizione e ruolo del segno all interno della semiosi: il segno tra l oggetto e l interpretante] 2.2. Il problema della biplanarità [Si può parlare di biplanarità nel segno di Peirce? Problemi interpretativi] 3. Divergenze e convergenze tra i due concetti [Alcuni tentativi semiotici di far coesistere le due prospettive: la teoria di Eco] Conclusioni Riferimenti bibliografici Un indice sintetico e minimamente ragionato come questo permette di fare una prima stesura dell introduzione, chiarendo le idee a se stessi e al relatore. Lo stile La tesi è un lavoro che solo per ragioni occasionali è diretto al relatore o al correlatore, e che di fatto presume di essere letto anche da studiosi non appartenenti a quella disciplina. Bisogna quindi

2 fornire al lettore le informazioni necessarie per la comprensione del testo anzitutto definendo i termini tecnici usati. Questa osservazione preliminare è essenziale anche per ragionare sullo stile da adottare in un testo accademico: se si scrive a una comunità di studiosi non necessariamente specializzati in quella disciplina, la chiarezza diventa un criterio fondamentale da perseguire. Tuttavia non va dimenticato che il testo accademico è uno studio critico che esige uno stile saggistico: cioè formale, neutro, distaccato. Chi scrive un saggio si serve di altri studiosi, dissemina il testo di citazioni e di rimandi bibliografici, deve ponderare le asserzioni e le proposte sempre sulla base di quanto hanno proposto altri prima di lui. Ciò che va assolutamente evitato è lo stile personalizzato, informale, enfatico: in una tesi non si raccontano delle impressioni personali, ma si avanzano ipotesi che devono (potenzialmente) essere vagliate da una comunità scientifica. E poiché una comunità scientifica condivide un sapere bibliografico, uno dei tratti che caratterizzano lo stile accademico è proprio l uso delle citazioni. Le citazioni Vediamo alcune regole suggerite da Eco (Come si fa una tesi di laurea): (i). I testi della letteratura critica vanno citati solo quando corroborano (supportano) una nostra affermazione. A questo proposito va detto che la citazione deve o dire qualcosa di nuovo, o confermare in modo autorevole quello che si è detto. Ecco l esempio riportato da Eco per mostrare due citazioni inutili: Le comunicazioni di massa costituiscono, come dice McLuhan, uno dei fenomeni centrali del nostro tempo. Non bisogna dimenticare che, solo nel nostro paese, secondo il Savoy, due individui su tre passano un terzo della giornata davanti al televisore. In questo caso la citazione di McLuhan è inutile perché esprime un concetto talmente ovvio da non richiedere l intervento di uno studioso autorevole (chiunque potrebbe aver sostenuto quell idea), e la citazione di Savoy è inutile perché si tratta di uno studioso non noto, che quindi non può confermare un ipotesi in modo autorevole. (ii). La citazione presume che si condivida l idea dell autore citato a meno che il brano non sia preceduto e seguito da espressioni critiche. Un caso di condivisione può essere il seguente: L ipotesi è quella di concentrarsi nell analisi dei testi senza considerare gli elementi contestuali. Come dice Greimas, fuori del testo non v è salvezza. Un caso di posizione critica rispetto alla citazione può essere il seguente: Sperber e Wilson sostengono che non esiste un significato letterale stabile e un significato traslato (metaforico). [Sperber e Wilson 1992: 22] Noi invece crediamo che si debba sostenere l esistenza di un nocciolo duro letterale. (iii). Di ogni citazione devono essere riconoscibili l autore e la fonte a stampa o manoscritta. Questo può avvenire in due modi: a) con esponente e rinvio in nota (sistema citazione-nota);

3 b) con nome dell autore e data di pubblicazione dell opera, tra parentesi, dopo la citazione (sistema autore-data: vedi dopo per i criteri). (iv). Quando una citazione non supera le due o tre righe si può inserire nel corpo del capoverso tra virgolette doppie. Quando la citazione è più lunga è meglio metterla a spazio ridotto rientrato: in questo caso non sono necessarie le virgolette perché per convenzione i brani rientrati a spazio ridotto sono citazioni. Ecco un esempio con le due modalità: Come dice Eco, Un tempo l università era un università di élite. Ci andavano solo i figli dei laureati. Salvo rare eccezioni, chi studiava aveva tutto il tempo a propria disposizione. [Eco 1977: 7] Tuttavia è evidente come oggi la situazione sia cambiata radicalmente: l università italiana è oggi una università di massa. Vi arrivano studenti di tutte le classi, provenienti da tutti i tipi di scuola media, che magari si iscrivono a filosofia o a lettere classiche provenendo da un istituto tecnico dove non hanno mai fatto il greco, e magari neppure il latino. E se è vero che il latino serve a poco per molti tipi di attività, esso serve molto a chi fa filosofia o lettere. [Eco 1977: 7-8] La prima citazione, di circa tre righe, è inserita nel corpo del capoverso tra virgolette doppie; la seconda citazione, più lunga, è messa a spazio ridotto rientrato senza virgolette. (v). Le citazioni devono essere fedeli. Questo significa che bisogna essere precisi nella trascrizione e che bisogna eventualmente segnalare (con i tre puntini di sospensione tra parentesi) le parti del testo eliminate. Allo stesso modo si devono segnalare tutti i nostri interventi (commenti, osservazioni, specificazioni, corsivi, sottolineature) o tra parentesi o in nota. Le note Continuiamo a seguire sommariamente le indicazioni di Eco anche per esaminare l uso delle note: a) le note possono servire per fornire i riferimenti bibliografici; b) le note possono servire ad aggiungere altre indicazioni bibliografiche di rinforzo in relazione all argomento discusso; c) le note possono servire per i rinvii interni alla tesi; d) le note possono servire a introdurre una citazione di rinforzo che nel testo avrebbe disturbato; e) le note possono servire ad approfondire affermazioni fatte nel testo. Citazioni e bibliografie: il sistema autore-data Se abbiamo deciso di fornire in nota i riferimenti bibliografici relativi alle citazioni, allora stiamo usando il metodo citazione-nota. In questa sede approfondiamo invece un altro sistema, il cosiddetto metodo autore-data, che prevede un altra modalità per i rinvii bibliografici e per la stesura della bibliografia. Il metodo autore-data prevede una bibliografia finale costruita mettendo in evidenza il nome dell autore e la data di pubblicazione della prima edizione del libro o dell articolo. Eccone alcuni esempi:

4 Barthes, Roland 1957 Mythologies, Seuil, Paris [trad. it. Miti d oggi, Einaudi, Torino, 1974]. Calabrese, Omar 1985 Il linguaggio dell arte, Bompiani, Milano. Goffman, Erving 1971 Relations in Public, Basic Books, New York [trad. it. Relazioni in pubblico, Milano, 1981]. Con una bibliografia impostata in questo modo, se nel testo dobbiamo citare uno di questi tre libri, è sufficiente indicare l autore e la data, nel modo seguente: Barthes fa notare come i giocattoli più diffusi rappresentano sostanzialmente un microcosmo adulto: sono tutti riproduzioni in formato ridotto di oggetti umani, come se agli occhi del pubblico il bambino non fosse in fondo che un uomo più piccolo, un homunculus a cui si debbano fornire oggetti sulla sua misura. [Barthes 1957: 51] A questo punto il lettore, se interessato, può consultare la bibliografia e vedere rapidamente qual è il libro di Barthes pubblicato nel 1957, con tutti i riferimenti a esso relativi (titolo, casa editrice, traduzione italiana, ecc.). E se vuole rileggere quel passo, può facilmente trovarlo a pagina 51, come indicato nel rinvio dopo i due punti. Cerchiamo ora di ricapitolare le regole per la citazione bibliografica secondo il metodo autore-data. REGOLE PER LA CITAZIONE BIBLIOGRAFICA: SISTEMA AUTORE-DATA LIBRI Cognome, nome dell autore (o degli autori, o del curatore indicando a cura di tra parentesi tonde) Data di edizione (sotto al cognome) Titolo e sottotitolo dell opera (corsivo), Editore. Luogo di edizione, (Traduzione: se il titolo era in lingua straniera ed esiste una traduzione italiana si specificano il titolo italiano, l editore, il luogo di edizione, la data di edizione, eventualmente il numero di pagine). Esempi: Eco, Umberto 1975 Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani.

5 Semprini, Andrea (a cura di) 1990 Lo sguardo semiotico, Milano, Franco Angeli. Weil, Pascale 1986 Et moi, emoi. La communication pubblicitaire face à l individualisme, Paris, Les Editions d Organisation (tr. it. Il nuovo narciso. Comunicazione pubblicitaria e individualismo, Milano, Franco Angeli, 1990). ARTICOLI DI RIVISTE Cognome, nome dell autore Data (sotto al cognome) Titolo dell articolo (tra virgolette), Titolo della rivista (corsivo), Volume (se è indicato) e Numero della rivista, Mese/i (se c è l indicazione), Pagine in cui appare l articolo. Esempi: Violi, Patrizia 1982 Nuove tendenze della linguistica americana, Versus, n. 33, settembre-dicembre, pp Fornari, Daniele 1992 Le strutture organizzative di trade marketing, Trade Marketing, n. 5, pp CAPITOLI DI LIBRI, ATTI DI CONGRESSI, SAGGI IN OPERE COLLETTIVE Cognome, nome dell autore Data di edizione (sotto al cognome) Titolo del capitolo o del saggio (tra virgolette), in Eventuale nome del curatore dell opera collettiva oppure AA.VV. Titolo dell opera collettiva (corsivo), Editore, luogo, numero pagine come nel caso di libri di un solo autore.

6 Esempi: (saggio in opera collettiva): Fiorentini, Giorgio 1995 La concezione dell utenza. Marketing dello Stato nello sviluppo della comunicazione, in AA.VV. La comunicazione pubblica in Italia. Realtà e prospettive di un settore strategico, a cura di Stefano Rolando, Milano, Editrice Bibliografica, pp (capitolo di un libro): Manetti, Giovanni 1992 I modelli comunicativi e il rapporto testo lettore nella semiotica interpretativa, in Roberto Grandi, I mass media fra testo e contesto. Informazione, pubblicità, intrattenimento, consumo sotto analisi, Milano, Lupetti, pp La revisione Alla fine del lavoro, prima della consegna al docente, bisogna fare una revisione accurata. Oltre a ricontrollare la correttezza grammaticale e la scorrevolezza sintattica del testo, occorre ricontrollare l indice per vedere se i titoli dei capitoli e dei paragrafi corrispondono ai titoli messi nel testo e se corrispondono i numeri di pagina indicati nell indice rispetto all impaginazione effettiva della tesi. Inoltre bisogna ricontrollare che tutti i nomi citati nel testo siano presenti nella bibliografia (questo è molto importante: tutti gli autori citati devono essere ritrovati dal lettore nella bibliografia finale, nel caso voglia vedere quali testi sono stati citati di un certo autore). È opportuno ricontrollare bene la bibliografia per vedere se sono stati seguiti i criteri del sistema autore-data (corsivi, virgolette, ecc.). Bisogna tenere presente che la precisione della bibliografia è uno degli indizi più importanti per valutare l accuratezza complessiva del lavoro. Infine è molto importante ricontrollare che non siano stati riportati brani di testi a stampa o da siti Internet senza averli citati (e quindi virgolettati, con riferimento a un autore) o parafrasati (e anche la parafrasi comunque necessita di un rimando a una fonte: se parafraso un brano del Corso di linguistica generale di Saussure, devo comunque indicare che sto utilizzando quella fonte).

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