QUALITA DELLE ACQUE E TECNICHE IRRIGUE UTILIZZO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI

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1 AGRONOTIZIE il periodico di informazione e divulgazione agricola dell'agro Pontino SETT-OTT Anno 13 N IN EVIDENZA QUALITA DELLE ACQUE E TECNICHE IRRIGUE UTILIZZO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI

2 2 Agro Notizie di Marco Gaito Il maggior consumatore nel periodo tra i grandi paesi produttori, risulta essere la Cina con tonnellate, seguita dall'italia dove il consumo globale raggiunge le tonnellate, seguono la Spagna ( t), il Giappone( t), la Francia ( t) ed infine gli USA ( t). Per quanto riguarda il consumo procapite (Fig. 1) è la Nuova Zelanda tra i grandi paesi produttori (8,39kg/anno) la Nazione dove se ne consuma di più, seguita dalla Grecia (3,13 kg/anno), dall'italia (3,03kg/anno) e Spagna (2,94kg/anno). La Cina nonostante sia il maggior consumatore in termini assoluti, presenta un consumo pro capite abbastanza basso, di 0,35 kg/anno. Fig. 1 - Consumi pro-capite nei principali paesi produttori (kg/anno) L'evoluzione del consumo di Kiwi nei principali paesi produttori durante i due ultimi decenni è evidenziata dai dati riportati nella tabella 1 e visualizzabile nella figura 2. Appare subito evidente come le tendenze siano molto diversificate con alcuni paesi il cui consumo cresce significativamente, altri in cui si ha una stagnazione e altri ancora che vanno incontro ad una contrazione. Più in dettaglio, accanto alla crescita del consumo cinese, molto amplificata dal gioco delle percentuali a causa del valore pressoché nullo del momento iniziale, si nota la forte crescita del consumo in Spagna, Grecia, negli USA ed in Australia. Italia e Nuova Zelanda sono piuttosto stagnanti anche se i consumatori italiani nel corso degli anni 2000 recuperano bene un forte calo del decennio precedente mentre ciò non si verifica in Nuova Zelanda dove in entrambi i sotto periodi la dinamica è decisamente debole. Infine, in Giappone si ha una lieve tendenza negativa, ma anch'essa appare in recupero, mentre in Cile in entrambi i periodo si registra un forte calo dei consumi pro-capite. Fig. 2 Evoluzione dei consumi pro-capite nei principali paesi produttori Tra i paesi non produttori il consumo procapite è abbastanza elevato in Belgio (1,77 Kg/anno), Lussemburgo (1,62 kg/anno), Hong Kong (1,59), Germania (1,46) (Tab. 1) Tab. 1 Consumo di kiwi pro capite nei principali paesi produttori (kg/anno) La tabella 2 mostra in che misura il consumo interno sia dipendente dagli approvvigionamenti esterni nei diversi paesi e come questo grado di dipendenza sia cambiato nel corso del tempo. Tra i principali produttori va notato che mentre Cile e Nuova Zelanda sono pressoché esportatori netti,il comportamento del mercato italiano è differente con Dir. Responsabile - Luca Vallario Segret. Redazione - Annalisa Marigliani Dir. Redazione - Giuseppe La Rocca Redazione - Bruno Baldanzini, Maurizio Bedin, Marco Gaito, Alessandro Cinelli, Marilena Dapit, Federico Demin, Valentina Giulivo, Antonio Pelizzo, Emanuele Tosti, Enrico Cava, Alessandro Barberi, Giorgio Piasentin, Valerio Raponi Editrice - S. I. A. S.r.l. Tel siauffredazione@libero.it Stampa - 3Ciemme - Sabaudia Abb.Annuale Euro 20,00 (c/c ) Registr. N.636 del 03/02/97 Trib. di Latina

3 Agro Notizie 3 una quota del consumo interno coperto da prodotto estero positiva e fortemente crescente, probabilmente da attribuirsi ad un consumo distribuito su tutto l'anno anche nei periodi in cui dal mercato è assente il prodotto nazionale. Un altro dato interessante che emerge dalla tabella è la crescita del mercato cinese la cui produzione, pur in forte crescita, non riesce a coprire il consumo interno, dando luogo ad un flusso di importazioni sempre più incisivo per quel mercato. Anche i mercati australiano e statunitense appaiono sempre più fortemente orientati verso le importazioni. Fig. 4 Consumo pro-capite di kiwi in Italia Tab. 2 - Grado di dipendenza dalle importazioni Secondo quanto rilevato dall'iha, gli acquisti di kiwi al dettaglio, misurati in volume, sono aumentati del 60% in 5 anni, passando da 76 mila a 122 mila tonnellate (Tab. 3). Tale trend risulta particolarmente significativo se si considera che l'incremento dei consumi si è realizzato in una fase di flessione degli acquisti di ortofrutta da parte delle famiglie italiane (-13,5%). Nello stesso periodo, , anche l'aggregato degli ortofrutticoli ha registrato un calo del 16,5%. Come conseguenza di queste dinamiche concomitanti la quota di consumi occupata dal kiwi è quasi raddoppiata, passando da 1,5% al 2,8%, sempre in quantità. Tab.3 Acquisti di kiwi al dettaglio in Italia (t) / /2000 Ortofrutta ,8% -16,5% Un maggior grado di approfondimento può essere offerto sulla situazione italiana. Innanzitutto va osservato (figure 3 e 4) che il consumo di Kiwi in Italia segue a grandi linee lo stesso andamento della produzione nazionale, con il massimo nei primi anni '90 e un minimo alla fine degli stessi anni per poi riavvicinarsi ai valori massimi nel Fig. 3 Consumo di kiwi in Italia

4 4 Agro Notizie a cura di CERTIS Ferramol e' un prodotto granulare a base di fosfato ferrico all'1% per il controllo di limacce e lumache, molluschi che provocano massive defogliazioni a carico di numerosissime colture. Il principio attivo, fosfato ferrico, e' naturalmente presente nell'ambiente, dove viene trasformato dai microrganismi del terreno in sostanze nutritive utili alle piante coltivate. Per questa ragione Ferramol non lascia residui ed e' rispettoso dell'ambiente. Ferramol e' formulato in esche attrattive in grado di richiamare limacce e lumache che, a seguito dell'assunzione (ingestione) del prodotto, cessano rapidamente di nutrirsi tendendo ad andare a morire in luoghi appartati. Non e' dunque necessario raccogliere i molluschi dopo la loro morte. Il blocco dell'attivita' trofica delle lumache avviene a livello di stomaco ed apparato digerente mediante modificazioni cellulari ( I gasteropodi si nutrono di Ferramol e smettono di alimentarsi Fig 1) I danni causati da questi gasteropodi terricoli sono facilmente riscontrabili in campo: appaiono infatti come fori vistosi sulle superfici vegetali, accompagnati da emissioni viscose. I periodi piu' favorevoli all'attivita' di limacce e lumache sono notoriamente quelli piu' umidi e piovosi, dunque primavera ed autunno, con danni soprattutto provocati alle colture in pieno campo. Ferramol e' stato saggiato nel corso di numerose prove di campo condotte su diverse colture: tutti i confronti hanno evidenziato un'efficacia uguale o superiore agli standard di riferimento ad oggi disponibili in commercio (Confronto di efficacia nel contenimento dei gasteropodi fra parcella trattata con ferramol e parcella non trattata Fig 3). L'azione di Ferramol non e' accompagnata da emissione di bava intorno o sulla vegetazione. Un'altra delle peculiarita' di Ferramol rispetto al resto dei prodotti disponibili oggi sul mercato consiste nell'elevata qualita' del formulato che abbina l'efficacia ad una spiccata resistenza al dilavamento ed all'esposizione agli agenti atomosferici (Ferramol a confronto con altra esca commerciale trascorse 24 ore di esposizione all'acqua Fig 2) Ferramol Non Trattato

5 Agro Notizie 5 Sia in termini percentuali di limacce morte che di superficie fogliare colpita, Ferramol mostra valori di contenimento superiori sia al testimone non trattato che all'esca commerciale a base di metaldeide utilizzata quale riferimento (Grafici 1 e 2) Limacce morte % Superficie fogliare colpita % Ferramol Esca Commerciale Testimone non trattato 0 Ferramol Esca Commerciale Testimone non trattato Grafico 1 Efficacia di Ferramol a confronto con altra esca commerciale (metaldeide) e testimone non trattato espressa come % di limacce morte Grafico 2 Efficacia di Ferramol a confronto con altra esca commerciale (metaldeide) e testimone non trattato espressa come % di superficie fogliare colpita Ferramol è registrato su numerosissime colture. Puó essere infatti impiegato per la difesa di ortaggi a foglia, radice, tubero, bulbo, frutto, cavoli, piante ornamentali e floreali. L'uso e' inoltre consentito su patata, tabacco, olivo e vite e sulle colture arboree frutticole quali pomacee, drupacee ed agrumi. L'intervento va realizzato ad inizio infestazione o alla comparsa dei primi danni e va ripetuto, fino ad un massimo di quattro applicazioni, quando la presenza di prodotto nell'area trattata comincia a scarseggiare. I dosaggi vanno dai 12 ai 15 kg/ha sulla base del grado di infestazione. Ferramol non presenta alcun intervallo di sicurezza. Per le sue caratteristiche ecotossicologiche ed il principio attivo naturale, Ferramol e' l'unico formulato autorizzato per l'impiego in Agricoltura Biologica. Ferramol rappresenta dunque un prodotto di eccellenza per il contenimento di limacce e lumache, caratterizzato da una dimostrata efficacia, da un meccanismo di azione diverso dai comuni lumacidi oggi in commercio, e da una formulazione stabile rispetto alle condizioni meteorologico-ambientali. Ferramol e' compatibile con un sistema di difesa integrato delle colture rispettoso dell'ambiente e finalizzato all'ottenimento di produzioni di qualita', sane e sicure. di Giorgio Piasentin La collaborazione tra piante e batteri è una specie di scambio reciproco di favori con un preciso meccanismo di controllo. Fin da piccoli ci hanno insegnato che le leguminose convivono pacificamente con speciali batteri (di solito del genere Rhizobium) e che tra queste due forme di vita si verifica anche uno scambio di favori. Ora sembra invece che tra le due parti del contratto ci sia una specie di tregue armata, e che ognuno faccia di tutto per controllare l'altro. I batteri infatti forniscono alle piante con cui sono in simbiosi composti dell'azoto come l'ammoniaca (traendola dall'azoto atmosferico, un processo che l'uomo non è in grado di replicare), mentre le leguminose danno in cambio ai batteri alcuni prodotti della fotosintesi. Utilizzando alcuni batteri mutati, un gruppo di ricercatori inglesi guidati da Emma Mary sono riusciti a capire quale sia il meccanismo di scambio. Azoto in cambio di... Solo se le cellule delle piante forniscono loro un aminoacido particolare (il glutammato), i batteri ricambiano con i composti dell'azoto; e solo se i batteri danno loro un alto aminoacido, l'aspartato, le piante possono assimilare le sostanze azotate. Si costituisce così un sistema di controllo degli scambi, che permette alle piante e ai batteri di batteri di sopravvivere insieme anche in terreni poveri di azoto, e addirittura arricchire il terreno e renderlo più fertile per le piante che arriveranno dopo. I noduli sulle radici di una pianta di pisello sono le "fabbriche" dove i batteri fissano l'azoto atmosferico e lo cedono alle piante.

6 6 Agro Notizie di Emanuele Tosti Il metileugenolo uno dei principali componenti degli oli essenziali. E' un fenilpropanoide derivato dall'eugenolo. I fenilpropanoidi, che derivano dalla fenilalanina, sono una ampia classe di metaboliti secondari nelle piante. Il metileugenolo deriva dall'eugenolo tramite una metilazione specifica catalizzata dall'enzima S-adenosilmetionina O- metiltransferasi. Studi di Miele et al(2001) hanno evidenziato che nelle piante di basilico, di altezza minore di 10 cm, il contenuto di metileugenolo è maggiore rispetto all'eugenolo. Nelle piante di altezza maggiore di 10cm il composto prevalente è l'eugenolo. Pertanto è stato ipotizzato che l'attività dell'enzima sia influenzata da fattori legati all'accrescimento. Lo studio di Miele et al ha evidenziato che altri fattori, tra cui la latitudine, hanno influenzato i livelli di metileugenolo nelle piante di basilico. Il metileugenolo, p r e s e n t a caratteristiche strutturali simili al safrolo. Studi precedenti hanno dimostrato che il safrolo è cancerogeno nei topi e ratti. Studi condotti su modelli animali dalla National Toxicology Program (NTP)hanno evidenziato che anche il metileugenolo ha una azione cancerogena. Un ruolo citotossico è stato dimostrato anche in cellule in coltura isolate da fegato di ratto. Nei ratti, dopo 15 minuti di esposizione al metileugenolo a dosi di 37mg/kg di peso corporeo, si osservavano aumenti nei livelli di metileugenolo nel fegato e nel sangue (Arnold Schecter et al 2004). Sebbene il metileugenolo e l'eugenolo siano strutturalmente simili, il loro metabolismo è differente. Il metabolita maggiore è l'1- idrossi derivato, che mostra un potenziale cancerogeno elevato. L'1-idrossimetileugenolo è un metabolita che si scompone spontaneamente in ambiente acquoso in carbocationi elettrofilici che si legano covalentemente con il DNA ed altre macromolecole cellulari incluse le proteine. La differente genotossicità esercitata dal metileugenolo rispetto ad altri fenilpropanoidi è probabilmente da attribuire alle loro differenze strutturali ed alla diversa biotrasformazione. Sia il safrolo che il metileugenolo mancano di gruppi -OH liberi che al contrario sono presenti nell'isoeugenolo e eugenolo. Recentemente è stato condotto uno studio per indagare la biodisponibilità della molecola nell'uomo. A tale scopo ad un gruppo di volontari è stata somministrata una bevanda allo zenzero, poiché il metileugenolo è presente anche nello zenzero e prodotti derivati. Lo studio dei livelli plasmatici di metileugenolo dopo tempi diversi ha evidenziato che le concentrazioni maggiori si hanno dopo 15 min.( in media 53,9± 7,3pg/g di peso umido) seguite da un rapido declino. In questo studio si è stimato che il range dei livelli di metileugenolo nel siero erano 3,1-390pg/g con una media di 16 pg/g( National Center for Health Statistics 1994) e che il tempo impiegato per l ' e l i m i n a z i o n e d e l m e t i l e u g e n o l o e r a approssimativamente 100 minuti. Gli alti livelli di metileugenolo (390pg/g) trovati in alcuni soggetti sono risultati inaspettati ed il significato di questi livelli rispetto alle conseguenze sulla salute umana sono ancora da determinare. Dalla letteratura emerge che l'assunzione con gli alimenti di metileugenolo è bassa, stimata fra 0,073-0,26mg/die. Nel caso dei consumatori di pesto, il quantitativo di metileugenolo introdotto potrebbe aumentare. Il pesto infatti è tradizionalmente preparato con basilico di 10-12cm di altezza, quando cioè la percentuale di metileugenolo negli oli essenziali è maggiore del 40%. Considerando che in questo stadio di crescita la quantità di oli essenziali nel Gigante Genovese corrisponde circa allo 0,5%(dati non dimostrati) e che una porzione di pesto contiene circa 10 grammi di basilico, ne potrebbe risultare un quantità di metileugenolo di 250 µg/kg/pasto negli adulti e 500µg/kg/pasto nei bambini (Miele et al2001). Fino ad oggi non sono stati condotti studi per verificare se il pesto nella cui preparazione entrano oltre al basilico numerosi altri ingredienti, eserciti un effetto cancerogeno in modelli animali. Il metileugenolo trova larghi impieghi non solo nell'industria alimentare come agente aromatizzante nei cibi, ma anche in quella cosmetica come fraganza nei profumi, c r e m e e detergenti p u rchè l a concentrazio ne non superi alcuni valori ( D. M. 3 0 o t t o b r e ) : 0,01% nei profumi;0,00 4% in eau de toilette;0,002% nelle creme profumanti;0,001% in detergenti e saponi;0,0002% in altri prodotti destinati a rimanere a contatto con la pelle e nei prodotti per l'igiene orale. Negli USA, la presenza di metileugenolo è stata dimostrata anche in alcuni marchi di sigarette (Stanfill et al., 2003).

7 Agro Notizie 7 di Enrico Cava E' difficile trovare la forma appropriata per descrivere la Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo sintetizzandone i punti cruciali per chi vive il mondo dell'agricoltura da decenni. In effetti ci prepariamo ad un cambiamento notevole dell'agricoltura convenzionale, nel nome della sostenibilità dell'uso degli agrofarmaci. Entriamo nel merito della questione senza storcere il naso. La Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. Tralasciando le interessanti considerazioni, elencate in 26 punti che danno ampio spazio alla libera interpretazione, evidenziamo le disposizioni generali più significative. L'obiettivo della direttiva è ridurre il rischio e l'impatto sulla salute umana e sull'ambiente da parte dei pesticidi. Inoltre promuove l'uso della difesa integrata e di t e c n i c h e a l t e r n a t i v e ( n o n chimiche). Si r i v o l g e a utilizzatori professionali ( o p e ra t o r i, t e c n i c i, imprenditori, che utilizzano pesticidi), distributori (chiunque rende disponibile sul mercato un pesticida), consulenti tecnici (privati o pubblici, agenti commerciali). Per l'addestramento gli Stati membri provvedono affinché tutti gli utilizzatori professionali, distributori e consulenti abbiano accesso a una formazione adeguata tramite organi designati dalle autorità competenti. Entro il 14 dicembre 2013, gli Stati membri istituiscono sistemi di certificazione e designano le autorità competenti al rilascio dei certificati. I certificati attestano, una conoscenza sufficiente di legislazione relativa ai pesticidi e al loro uso, ai rischi e pericoli associati, all'identificazione e al controllo dei prodotti, sintomi di avvelenamento, interventi di primo soccorso, rischi per le piante non bersaglio, biodiversità e ambiente, nozioni sulle strategie e le tecniche di difesa integrata, sulle strategie e tecniche di produzione integrata, sui principi dell'agricoltura biologica. Per la vendita dei pesticidi gli Stati membri provvedono affinché i distributori abbiano alle loro dipendenze personale sufficiente in possesso del certificato. I piccoli distributori che vendono esclusivamente prodotti per uso non professionale possono essere esentati qualora non mettano in vendita prodotti classificati come tossici, molto tossici, cancerogeni. Le attrezzature per l'applicazione di pesticidi devono essere sottoposte a ispezioni periodiche. L'intervallo tra le ispezioni non supera cinque anni fino al 2020 e non supera tre anni successivamente. Entro il 14 dicembre 2016, gli Stati membri fanno in modo che le attrezzature per l'applicazione di pesticidi siano state ispezionate almeno una volta. Le attrezzature nuove sono ispezionate almeno una volta entro cinque anni dall'acquisto. Gli utilizzatori professionali effettuano tarature e controlli tecnici periodici delle attrezzature per l'applicazione di pesticidi conformemente al rilascio dei certificati. Per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua non potabile sono previste misure di mitigazione che riducano al minimo i rischi di inquinamento creazione di aree di rispetto e la salvaguardia di acque superficiali e sotterranee utilizzate per l'estrazione di acqua potabile preservando le superfici molto permeabili in prossimità di acque superficiali che presentano un rischio elevato di dilavamento. Il nòcciolo della questione è costituito dalla difesa integrata, caratterizzata da misure mirate ad una difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi, privilegiando metodi non chimici. Questo affinché gli utilizzatori professionali di pesticidi adottino le pratiche o i prodotti che presentano il minor rischio per la salute umana e l'ambiente tra tutti quelli disponibili per lo stesso scopo. In sintesi dovrà essere data la precedenza alle tecniche alternative (rotazione delle colture, trappole a feromoni, monitoraggio), successivamente dovranno essere usati i prodotti meno invasivi per l'ambiente e la salute umana (prodotti biologici), infine solo se il problema persiste potranno essere usati prodotti chimici. Quando sarà operativo tutto cio? Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 14 dicembre A voi le conclusioni.

8 8 Agro Notizie QUALITA DELLE ACQUE E TECNICHE IRRIGUE di Federico Demin Con acque esenti da particolari problemi qualitativi, come quelle degli invasi artificiali presenti in alcune aziende, sarebbe sufficiente adottare gli accorgimenti di tecnica irrigua necessari per realizzare elevata efficienza distributiva ed elevata efficacia produttiva dell'acqua. Tuttavia ai fini della salvaguardia della fertilità del terreno e del contenimento di fenomeni di inquinamento, è opportuno accennare che le acque caratterizzate da bassa conducibilità elettrica hanno elevata capacità di asportare cationi dal terreno che attraversano (sono fortemente aggressive), con conseguenti effetti negativi sulle proprietà fisiche del terreno. Pertanto con questi tipi di acqua, pur non incorrendo in problemi di salinizzazione o alcalinizzazione dei terreni, è utile un loro razionale utilizzo non solo per economizzare acqua, ma anche per evitare fenomeni di degrado della fertilità del terreno e di inquinamento di corpi idrici sia di falda che di superficie (Zone vulnerabili da nitrati). A tal proposito si sottolinea che con l'irrigazione, particolarmente di colture ad elevato reddito (orticole e frutticole), c'é la tendenza ad abbondare nell'uso dei fattori della produzione (concimi, antiparassitari, diserbanti), i quali in qualche modo tendono ad accumularsi nel terreno da cui possono essere rimossi dall'acqua d'irrigazione e trasportati in profondità, in quantità più o meno abbondante a seconda del livello dell'efficienza di distribuzione dell'acqua, con conseguente inquinamento delle falde, particolarmente di quelle ipodermiche, e/o da fenomeni erosivi, con inquinamento di corsi d'acqua superficiali. Con acque salmastre gli aspetti fondamentali da tenere presente sono: 1. la tolleranza alla salinità delle colture da irrigare; 2. la progressiva salinizzazione e/o sodicizzazione dei terreni; 3. i fenomeni di tossicità. La tolleranza delle colture alla salinità varia ampiamente tra le diverse specie, pertanto, la possibilità di utilizzazione di un'acqua a scopo irriguo dipende dalla coltura da irrigare. Numerose ricerche hanno contribuito a stabilire, entro certi limiti, il grado di tolleranza delle differenti colture alla salinità, ed hanno permesso a diversi Autori di approntare tabelle di tolleranza, in cui sono indicate anche le riduzioni delle produzioni areiche al variare della salinità dell'acqua irrigua e della presumibile salinità dell'estratto da pasta satura e dell'acqua del terreno. I limiti di tolleranza alla salinità non devono essere considerati assoluti in quanto situazioni locali particolari (tipo di terreno, tecnica colturale, regime irriguo, metodo irriguo, andamento climatico durante il ciclo colturale, ecc.) potrebbero determinare variazioni anche sensibili. La resistenza alla salinità delle singole specie varia, inoltre, con la varietà, con la fase fenologica, con il portinnesto e con la domanda evapotraspirativa dell'ambiente. E' stato gà accennato che l'irrigazione con acque salmastre pone problemi di limitazioni idriche per la coltura e di alterazione delle proprietà fisiche del terreno, quindi della sua fertilità. All'aumentare della salinità dell'acqua, infatti, aumenta la sua pressione osmotica. Ripercussioni negative della salinità sulle colture possono derivare anche dalla presenza nell'acqua d'irrigazione di sostanze, come Na, Cl e B che, in quantità superiori ai limiti tollerati dalle colture irrigate, determinano fenomeni di tossicità. I sintomi di tossicità da sodio si manifestano con bruciatura, scottatura e morte dei tessuti dei margini esterni delle foglie; quelli da cloro, invece, con bruciatura e disseccamento dei tessuti fogliari a partire dall'estremità apicale e prosegue lungo i margini con l'aggravarsi del problema. La tossicità da boro si manifesta, inizialmente su foglie vecchie, con ingiallimento, macchiettature clorotiche o disseccamento dei tessuti all'apice ed ai margini del lembo fogliare. Modalità di utilizzo delle acque salmastre Nell'utilizzo di acque salmastre uno degli accorgimenti di primaria importanza è la scelta della coltura da irrigare, in quanto, come precedentemente è stato accennato, l'utilizzabilità di un'acqua salmastra dipende dalla coltura da

9 Agro Notizie 9 irrigare. Considerando che la salinità come tale determina una limitazione idrica per la coltura e che l'uso di acque salmastre favorisce una progressiva salinizzazione e/o sodicizzazione dei terreni, ogni accorgimento mirante a prevenire o migliorare tali situazioni valorizza l'impiego delle acque salmastre. La progressiva salinizzazione dei terreni può essere prevenuta o attenuata attraverso i seguenti accorgimenti: a) Nelle serre consentire periodicamente alle acque di pioggia di dilavare i sali apportati con l'acqua d'irrigazione durante le precedenti stagioni irrigue; b) frazionare la concimazione in più epoche, particolarmente quella azotata e la concimazione localizzata, ciò allo scopo di non aumentare eccessivamente la concentrazione salina della soluzione circolante; d) là dove si dispone anche di quantità limitate di acqua dolce avvicendare colture sensibili alla salinità, da irrigare con acqua dolce, con colture resistenti alla salinità da irrigare con acque salmastre, almeno dopo la fase di germinazione-emergenza. In queste situazioni si potrebbe pensare anche alla miscela dell'acqua dolce con quella salmastra; questa soluzione, però, se da una parte migliora la qualità dell'acqua salmastra, dall'altra peggiora quella dell'acqua dolce. L'opportunità della miscela delle acque dipende da una serie di circostanze e da valutazioni anche di tipo economico oltre che tecnico. Tuttavia, ricerche condotte a tale proposito dimostrano che in presenza di acqua dolce e salmastra i risultati migliori si ottengono impiegando acque dolci durante fasi critiche della coltura nei riguardi della salinità, più in generale dello stress idrico, acqua salmastra, invece, durante fasi più tolleranti la salinità; f) apportare catione Ca tramite del gesso agricolo per eliminare dalla capacità di scambio il Sodio in eccesso. L'irrigazione "a goccia", richiedendo turni irrigui brevi, per le limitate riserve idriche che permette di costituire con ogni intervento irriguo, variabili in relazione all'entità della localizzazione, nell'ambito del volume di terreno umettato entro cui le radici delle piante tendono ad addensarsi e ad essere molto attive, genera un flusso di acqua e di soluti pressoché continuo dal punto di gocciolamento al fronte di umettamento. Con questo metodo irriguo, quindi, i soluti apportati con l'acqua d'irrigazione sono allontanati dalle zone di massima densità radicale e tendono ad accumularsi in profondità, al disotto dei gocciolatori, negli strati superficiali, invece, tra gocciolatori contigui. L'irrigazione "a goccia", pur risultando soddisfacente per la coltura irrigata con acqua salmastra, favorisce accumuli di soluti in superficie tra le aree bagnate, possono danneggiare la coltura che segue quella irrigata se, nell'intervallo di tempo tra le due colture successive, piogge naturali o irrigazioni praticate con i metodi per sommersione, per aspersione o per scorrimento non provvedono a dilavare i sali accumulatisi; g) adottare turni irrigui brevi per mantenere elevato il potenziale idrico del terreno. Con turni irrigui brevi mantenendo l'umidità del terreno permanentemente prossimo alla capacità idrica di campo, i soluti sono diluiti ed i potenziali matriciale ed osmotico tendono ad essere relativamente elevati. Parametri indicanti la tolleranza alla salinità di alcune specie orticole, secondo il modello di Maas e Hoffman (1977). La conducibilità elettrica dell'estratto di pasta satura del terreno è stimata sulla base di un fabbisogno di lisciviazione pari al 15-20%, da cui deriva un valore di CEe pari a 1,5 volte la conducibilità elettrica dell'acqua irrigua.

10 10 Agro Notizie Bollettino Fitosanitario ZUCCHINO FASE FENOLOGICA: diverse (serra) O i d i o : S i segnalano lievi a t t a c c h i d e l p a t o g e n o ; e f f e t t u a r e interventi con prodotti a base di P e n c o n a z o l o ( 1 4 g g ), Te t r a c o n a z o l o (7gg), Miclobutanil ( 3 g g ), Tebuconazolo (3gg), Bupirimate (3gg), Azoxystrobin (3 gg), Meptyldinocap (3gg) e formulati a base di Zolfo (5gg). Si consiglia di usare sempre principi attivi con diverso meccanismo di azione. Peronospora: si segnalano attacchi di peronospora principalmente nelle coltivazioni avanzate. Alla comparsa dei primi sintomi di attacco intervenire con prodotti contenenti Cimoxanil (10gg), Famoxadone + Cimoxanil (10gg), Mandipropamid + rame (3gg), Ciazofamide (3gg), Azoxistrobin (3gg) o formulati rameici (3-20 gg). Afidi: Per il controllo degli afidi utilizzare formulati contenenti Thiametoxam(3gg), Pymetrozine (3gg), Imidacloprid(3gg), Flonicamid (3gg). Nottue fogliari: Attacchi di lepidotteri sono stati riscontrati nelle coltivazioni avanzate. Effettuare interventi con formulati a base di Indoxacarb (3gg), Spinosad (3gg), Lambda cialotrina (3gg), Bacillus T. (3gg). CAROTA FASE FENOLOGICA : diverse ( serra, campo aperto) Alternaria: considerate le abbondanti precipitazioni si segnalano elevati attacchi principalmente nelle coltivazioni in pieno c a m p o. Intervenire periodicamente con Difenconazolo(7gg), Azoxystrobin (7gg) o con prodotti rameici (3-20gg). Sclerotinia: si sono verificati attacchi del fungo date le avverse condizioni climatiche. Si consiglia di effettuare interventi preventivi con prodotti biologici (Trichoderma, Coniothyrium minitans). Alla comparsa dei primi sintomi contattare il tecnico di competenza. Elateridi, Nematodi: intervenire al momento della semina con prodotti in seminatrice a base di Teflutrin (0gg) o Oxamil (0gg). Infestanti: intervenire appena seminato con prodotti in pre-emergenza contenenti Pendimetanil (60gg)+Linuron (60gg). In post-emergenza intervenire con Metribuzin (60gg) o Linuron (60gg) contro dicotiledoni, e Quizalofop-etile (30gg) contro monocotiledoni. RAVANELLO FASE FENOLOGICA: diverse (serra, campo aperto) Peronospora: si segnalano attacchi di tale patogeno prevalentemente nelle colture in serra (ravanello rosso). Evitare gli eccessi idrici ed in particolar modo non irrigare nelle giornate umide o n u v o l o s e. U t i l i z z a r e settimanalmente per via fogliare prodotti a base di Fosfito di Potassio quale induttore di resistenza. In caso di attacchi effettuare interventi con prodotti a base di Rame (3-20gg). Rizoctonia: tale patogeno è stato riscontrato prevalentemente in pieno campo (ravanello lungo bianco), soprattutto nelle zone con evidenti ristagni idrici. Utilizzare prodotti a base di Trichoderma (0gg) per prevenire l'attacco. CAVOLO RAPA FASE FENOLOGICA: diverse (serra e campo aperto) Peronospora: si segnalano attacchi di peronospora p r i n c i p a l m e n t e n e l l e coltivazioni avanzate. Alla comparsa dei primi sintomi di attacco intervenire con p r o d o t t i c o n t e n e n t i Propamocarb (20gg) o formulati rameici (3-20 gg). Nottue fogliari: contro larve di lepidotteri utilizzare formulari contenenti Teflubenzuron ( 7gg), Deltametrina (3gg), Bacillus T. (3gg). LATTUGA FASE FENOLOGICA: diverse (serra) Bremia: allo scopo di limitare lo sviluppo di tale patologia è sempre opportuno attuare tutte le misure agronomiche per ridurre l'inoculo del fungo

11 Agro Notizie 11 Sclerotinia e Botrite: in seguito all'andamento climatico instabile gli attacchi di marciumi basali sono abbastanza frequenti. Intervenire al trapianto con anticrittogamici preventivi contenenti Trichoderma (0gg) o Coniothyrium minitans (0gg). In caso di attacco con coltivazioni in fase avanzata é possibile utilizzare Boscalid + Piraclostrobin (14gg), Cyprodinil + Fludioxonil (14gg) o Fenexamide (3gg). Nottue fogliari: contro larve di lepidotteri utilizzare formulari contenenti Indoxacarb (3gg), Spinosad (3gg), Lambdacialotrina (3gg), Deltametrina (3gg), Metaflumizone (3gg), Bacillus T. (3gg). (arieggiamento serre, mantenimento di bassa umidità nella serra, fertilizzazioni equilibrate di prodotti azotati, utilizzo di bassa densità di semina, utilizzo di varietà a media o alta resistenza). In caso di attacchi in atto utilizzare prodotti contenenti: Propamocarb (20gg), Cimoxanil (10gg), Iprovalicarb + Rame (7gg), Metalaxyl M+ Rame (20gg), Mandipropamid + Rame (7gg). MAI RUBEN FASE FENOLOGICA: diverse (serra, campo aperto) Alternaria: nel periodo di riferimento si sono verificati attacchi di tale fungo nelle coltivazioni in serra ed in pieno campo. I n t e r v e n i r e periodicamente con formulati rameici (3-

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