VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL SITO DI IMPORTANZA REGIONALE SIR-pSIC-135 LAGO DI PORTA

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1 COMUNE DI FORTE DEI MARMI (Provincia di Lucca) PIANO STRUTTURALE VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL SITO DI IMPORTANZA REGIONALE SIR-pSIC-135 LAGO DI PORTA Documento realizzato a seguito accoglimento osservazioni Allegato al Quadro Conoscitivo a cura del Settore Urbanistica Dicembre 2008

2 Premessa La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat" (92/43/CEE) con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. La valutazione di incidenza si redige sia per i piani che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia per quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. Essa, costituisce lo strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio; rappresenta uno strumento di prevenzione che analizza gli effetti di interventi che, seppur localizzati, dovranno essere valutati in un contesto ecologico dinamico. Gli strumenti di pianificazione, a qualsiasi livello territoriale, devono recepire gli indirizzi della Direttiva "Habitat" e garantire il coordinamento tra le finalità di conservazione e di tutela, ai sensi della direttiva stessa, e gli obiettivi e le azioni di trasformazione da perseguire nella pianificazione del territorio. 2

3 Quadro normativo di riferimento a livello Europeo, Nazionale e Regionale Comune di Forte dei Marmi Settore Urbanistica Nel 1992, sotto l egida dell Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), la Convenzione di Rio de Janeiro sulla Diversità Biologica (CBD) ha sancito a livello globale l importanza del valore intrinseco degli elementi che compongono la biodiversità, quali quelli ecologici, genetici, sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici. In accordo con quanto stabilito dalle convenzioni internazionali in tema di salvaguardia ambientale, il Consiglio della Comunità Europea, al fine di contribuire a salvaguardare la biodiversità nel territorio degli Stati membri, ha adottato il 21 maggio 1992 un apposita direttiva la 92/43/CEE, denominata Direttiva Habitat, che ha integrato la precedente Direttiva 79/409/CEE del 2 aprile 1979, denominata Direttiva Uccelli, con lo scopo di promuovere il mantenimento della biodiversità su scala comunitaria. Infatti, mentre la Direttiva 79/409/CEE ha come oggetto la tutela di alcune specie di uccelli selvatici e si applica agli uccelli, alle loro uova, ai nidi ed agli habitat, la Direttiva 92/43/CEE introduce il concetto di salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione di specifiche aree naturali e seminaturali, riconoscendo tale valore anche alle aree caratterizzate da attività agricola tradizionale, ai boschi utilizzati, ai pascoli, ove le attività antropiche hanno contribuito a creare una elevata diversità biologica. Ai sensi di tali direttive, si definiscono: a) Habitat di importanza comunitaria - gli habitat che all interno del territorio della Comunità Europea: - rischiano di scomparire nella loro area di distribuzione naturale; - presentano un area di distribuzione di per sé ridotta o che nel tempo è stata soggetta a regressione; - rappresentano esempi tipici di regioni biogeografiche. b) Specie di interesse comunitario le specie che all interno del territorio della Comunità Europea risultano in pericolo perché vulnerabili, rare o endemiche. c) Habitat prioritari - i tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare a causa dell importanza della loro area di distribuzione naturale; sono contrassegnati da un asterisco (*) nell allegato I della direttiva 92/43/CEE. d) Specie prioritarie - le specie per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare a causa dell importanza della loro area di distribuzione naturale; sono contrassegnati da un asterisco (*) nell allegato II della direttiva 92/43/CEE. e) Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) - un area geografica, chiaramente delimitata, che contribuisce in modo significativo a mantenere, in uno stato di conservazione soddisfacente, 3

4 un habitat naturale (vedi allegato I della Direttiva 92/43/CEE) o una specie (vedi allegato II della Direttiva 92/43/CEE). Tali aree, dopo il definitivo riconoscimento da parte della Commissione europea, attualmente in corso, diventeranno Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.). f) Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) - un area geografica, chiaramente delimitata, per la protezione e conservazione di specie di uccelli indicate negli allegati della Direttiva 79/409/CEE, denominata Direttiva Uccelli. La Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat hanno, quindi, posto le basi per la creazione di un sistema coordinato e coerente di aree protette rappresentato dalle Z.P.S. e dalle Z.S.C. permettendo la costituzione della Rete Ecologica Europea Natura 2000 che si pone l obiettivo di garantire il mantenimento, ovvero all occorrenza il ripristino, in uno stato soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie interessati nelle loro aree di ripartizione naturale. All interno della rete Natura 2000 gli stati membri sono tenuti a garantire in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat e le specie per i quali i siti sono stati individuati tramite l applicazione di misure di conservazione, la predisposizione di Piani di Gestione specifici e la redazione di Valutazioni di Incidenza dei piani e dei progetti che interessano le aree Z.S.C. e Z.P.S.. A ciascun sito Natura 2000 è stato attribuito un codice alfanumerico di 9 caratteri che lo identifica all interno della banca dati così composto: i primi due sono quelli del Paese di appartenenza; i successivi due identificano la Regione di appartenenza; il quinto carattere identifica la Provincia di appartenenza; i rimanenti caratteri corrispondono alla numerazione del sito. Le due direttive, precedentemente citate, sono state recepite dalla legislazione italiana, con il D.P.R. dell 8 settembre 1997, n. 357, successivamente modificato e integrato con D.P.R. 12 marzo 2003, n Il recepimento delle Direttive da parte dell Italia ha introdotto l obbligatorietà della procedura per la Valutazione di Incidenza per ogni piano, progetto o attività, con incidenza significativa, indipendentemente dalla tipologia e dal limite dimensionale, e ha specificato il ruolo e le competenze di Regioni e Province Autonome nella costruzione e gestione della rete Natura Nello specifico la procedura stabilisce che ogni piano o progetto che interessa un sito Natura 2000, debba essere accompagnato da uno studio, relazione di incidenza, per valutare gli effetti 4

5 che il piano, progetto o attività può avere sul sito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dello stesso. Nel 1996 la Regione Toscana, utilizzando le competenze delle Università della Toscana (Progetto Bioitaly), ha individuato, cartografato e schedato i Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale. Oltre a tali SIC e ZPS nell ambito dello stesso progetto sono stati individuati Siti di Interesse Regionale (SIR) e Siti di Interesse Nazionale (SIN). L individuazione di queste ulteriori aree (SIR e SIN) ha rappresentato un approfondimento regionale del quadro conoscitivo. A corredo di questo studio sono stati emanati i seguenti atti: - la Del.G.R. n.16 del , riguardante determinazioni relative alle modalità e procedure di recepimento della Direttiva comunitaria Habitat in Toscana; - la Del.C.R. 10 novembre 1998, n.342 di approvazione dei siti individuati con il Progetto Bioitaly; - la Del.G.R. 23 novembre 1998, n.1437 di designazione come ZPS di siti classificabili di importanza comunitaria compresi nelle aree protette; - l art.81 del Piano di Indirizzo Territoriale approvato con Del.C.R. 25 gennaio 2000, n.12. Successivamente, la Regione Toscana, il 6 aprile 2000, ha approvato la Legge n Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche volta alla tutela della biodiversità riconoscendo il ruolo strategico dei siti di importanza comunitaria, nazionale e regionale. Nell ambito di tale legge sono state individuate nuove tipologie di habitat e nuove specie, considerate di elevato interesse regionale, non ricomprese negli allegati delle direttive comunitarie. In tale contesto le diverse tipologie di siti (psic, ZPS, SIR, SIN) sono state complessivamente classificate quali Siti di Importanza Regionale (SIR), in conseguenza sono stati emanati diversi atti come: - la Del.C.R. 10 aprile 2001, n.98 relativa a modifiche alla L.R. 56/2000; - la Del.C.R. 29 gennaio 2002, n.18 inerente l individuazione di nuovi siti di importanza regionale e modifica dell allegato D; - la Del.G.R. 21 ottobre 2002, n relativa alle indicazioni tecniche per l individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico; - la Del.C.R. 21 gennaio 2004 n.6, con la quale si approvano le modifiche dei perimetri dei SIR e si istituiscono 26 nuove ZPS; - la Del.G.R. 5 luglio 2004, n.644 relativa all approvazione di norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei SIR. 1 L. R. 6 aprile 2000 n.56 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche (...) 5

6 - la modifica dell art.15 comma 2 della L.R. 56/20000 operata dalla L.R. n.1/2005 all art.195 comma 2 che cita: Gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della l.r. 1/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all allegato D, o su geotipi di importanza regionale di cui all articolo 11, devono contenere, ai fini dell effettuazione della valutazione d incidenza di cui all articolo 5 del d.p.r. 8 settembre 1997, n. 357, apposita relazione di incidenza ; questa relazione integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata (art.16 comma 3 LR 1/2005) ai fini dell individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito. Di seguito un immagine 2 rappresentativa di tutti i SIC della Toscana 2 tratta dal sito 6

7 Procedura della valutazione di incidenza Il percorso logico della Valutazione d Incidenza è delineato nella guida metodologica Valutazione di piani e progetti aventi un incidenza significativa su i siti della rete Natura Guida metodologica alle disposizioni dell articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva Habitat 92/43/CEE, redatto dalla Oxford Brookes University, per conto della Commissione Europea DG Ambiente. La metodologia procedurale proposta nella guida è un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone delle seguenti 4 fasi: FASE 1: SCREENING processo d individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta alla determinazione del possibile grado di significatività delle incidenze, per cui si può rendere necessaria una Valutazione d Incidenza completa. Questo processo consta di quattro fasi: 1. Determinare se il piano è direttamente connesso o necessario alla gestione del sito; 2. Descrivere il piano unitamente alla descrizione e alla caratterizzazione di altri progetti o piani che insieme possono incidere in maniera significativa sul sito Natura 2000; 3. Identificare la potenziale incidenza sul sito Natura 2000; 4. Valutare la significatività di eventuali effetti sul sito Natura In base al principio di precauzione e in nome della trasparenza, laddove si conclude che è improbabile che si verifichino effetti ambientali, tale decisione deve essere documentata e deve essere oggetto di una relazione. Pertanto, fa parte delle buone prassi redigere una relazione quando si giunge alla conclusione che è improbabile che si producano effetti ambientali significativi sul sito Natura Nei casi in cui senza una valutazione dettagliata si può presumere che si possono produrre effetti significativi, sarà sufficiente passare direttamente alla fase che prevede la valutazione appropriata (livello II) invece di completare il processo di screening, come accennato sopra. FASE 2: VALUTAZIONE APPROPRIATA analisi dell incidenza del piano o progetto sull integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del sito e dei suoi obiettivi di conservazione. In caso di incidenza negativa, si devono individuare le misure di mitigazione eventualmente necessarie. Questa analisi consta delle seguenti fasi: 1. Reperimento informazioni necessarie e identificazione degli obiettivi di conservazione del sito, individuando gli aspetti del piano (isolatamente o in congiunzione con altri progetti/piani) che possono influire su tali obiettivi. Nel caso è utile utilizzare una Checklist delle informazioni necessarie. 7

8 2. Previsione dell incidenza; talvolta può essere difficile prevedere l incidenza di un piano su un sito Natura 2000, in quanto gli elementi che formano la struttura ecologica e la funzione del sito sono dinamici e quindi non facilmente misurabili. Per formulare previsioni è necessario predisporre un quadro sistematico e strutturato, che sia il più oggettivo redigendo anche una checklist sull integrità del sito. A tal fine occorre innanzitutto individuare i tipi di impatto, che solitamente si identificano come effetti diretti e indiretti, effetti a breve e a lungo termine, effetti legati alla costruzione, effetti isolati, interattivi e cumulativi. 3. Relazione sui risultati che comprenda: descrizione facilmente comprensibile del piano, delle condizioni di base del sito Natura 2000, identificazione degli effetti negativi del piano sul sito; descrizione del processo di mitigazione volto ad evitare gli effetti negativi; identificazione di un calendario e di meccanismi atti a garantire, attuare e monitorare le misure di mitigazione. FASE 3: VALUTAZIONE DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative che potrebbero compromettere l integrità del sito. Questo livello prevede l esame di modi alternativi di attuare il piano per evitare, laddove possibile, gli effetti negativi sull integrità del sito. Prima di far procedere un piano, sia isolatamente sia in congiunzione con altri progetti/piani, che sia suscettibile di produrre un incidenza negativa sul sito Natura 2000, è necessario poter affermare oggettivamente che non esistono soluzioni alternative. Questa valutazione consta delle seguenti fasi: 1. Identificazione delle soluzioni alternative tramite l identificazione di una serie di modi alternativi per conseguire gli obiettivi del piano. Per tale valutazione è fondamentale prendere in considerazione la valutazione della cosiddetta alternativa denominata opzione zero, ovvero non intervenire. Per ciascuna alternativa è necessario descrivere e indicare il modo in cui è stata valutata, una volta identificate tutte le possibili soluzioni alternative, esse devono essere valutate alla luce del possibile impatto che possono avere sul sito Natura Valutazione delle soluzioni alternative tramite l utilizzo di una matrice che è uno strumento utile per identificare e valutare le diverse soluzioni. 3. Attestazione dei risultati, qualora siano state individuate soluzioni alternative che possono scongiurare l incidenza negativa o che possono attenuare gli effetti sul sito, è necessario valutarne l impatto ricominciando dal Livello I o II a seconda del caso. Tuttavia se si può ragionevolmente o oggettivamente concludere che non esistono soluzioni si dovrà scegliere l alternativa con minore impatto. 8

9 FASE 4: DEFINIZIONE DELLE MISURE DI COMPENSAZIONE individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato. Per i siti in cui si trovano habitat e/o specie prioritari è necessario verificare se sussistono considerazioni legate alla salute umana o alla sicurezza o se vi sono benefici ambientali derivanti dal progetto/piano. Se tali considerazioni non sussistono, si deve procedere al Livello IV per le valutazioni delle misure compensative. In presenza di tali considerazioni, invece, occorre stabilire se si tratta di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico prima di procedere alle valutazioni del Livello IV; in questo caso, prima di far procedere il piano deve essere condotta una valutazione per accertare se le misure compensative possono effettivamente compensare il danno al sito. Questa definizione consta delle seguenti fasi: 1. individuazione delle misure compensative che rappresentano il tentativo estremo per mantenere la coerenza globale della rete complessiva di Natura Eventuali misure compensative atte a contrastare gli effetti negativi sui siti Natura 2000 sono: il ripristino degli habitat per salvaguardarne il valore di conservazione e l ottemperanza con gli obiettivi di conservazione del sito; la creazione di nuovi habitat in nuovi siti o attraverso l ampliamento di quelli esistenti; il miglioramento del rimanente habitat proporzionalmente alla perdita dovuta al piano/progetto; la conservazione dello stock degli habitat. 2. Valutazione delle misure compensative principalmente alla luce dei criteri di mantenimento e di intensificazione della coerenza globale di Natura Redazione di un documento relativo ai risultati. L'iter delineato non corrisponde necessariamente a un protocollo procedurale, molti passaggi possono essere infatti impliciti, ma deve essere rispettata la consequenzialità fra le informazioni e i risultati ottenuti; ad esempio, se le conclusioni alla fine della fase di verifica indicano chiaramente che non vi saranno effetti con incidenza significativa sul sito, non occorre procedere alla fase successiva. Ogni documento di valutazione, quindi, avrà un forma propria in base alle caratteristiche del sito. 9

10 La valutazione di incidenza del SIR denominato Lago di Porta 3 la fase di screening L obiettivo della fase di screening è quello di verificare la possibilità che dall attuazione del Piano derivino effetti significativi sulla conservazione del sito. Al fine di fare una verifica adeguata delle possibili interferenze del Piano Strutturale nel sito, viene proposta, una descrizione sintetica del SIC e una descrizione degli obiettivi e delle azioni previste nel Piano Strutturale. Descrizione sintetica del sito Il Sito di Importanza Regionale denominato Lago di Porta è identificato con il Codice Natura 2000 IT ed è stato istituito con Del. C.R. n. 18 del 2002 e perimetrato con Del. C.R. n. 6 del 2004 ha un estensione di 155,8 ha ed è ubicato a cavallo fra i Comuni di Montignoso e Pietrasanta. Le coordinate geografiche del sito sono: latitudine: e longitudine e l altitudine sul livello del mare varia fra i zero e i cento metri. Il sito è da collocarsi tra i laghi naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition; è caratterizzato da una zona umida il lago e una zona con vegetazione di tipo mediterraneo la zona denominata Rupi di Porta. L area è definito anche come Zona umida costiera residua in corso di interramento naturale 4. Il Lago di Porta rappresenta la zona umida costiera più settentrionale della Toscana, che è sopravvissuta alle bonifiche che hanno progressivamente ridotto le paludi caratterizzanti in epoca storica le coste toscane. Stretto tra le Alpi Apuane e la fascia litoranea della Versilia, il Lago è stato per molti secoli un area strategica per il controllo della costa e delle principali strade di collegamento tra Pietrasanta e Massa, in quanto passaggio quasi obbligato per i viandanti che da lì erano costretti a passare e pagare dazi e pedaggi. Una porta di ferro fatta costruire dal nobile Beltrame "là ove il lago si univa al monte", ha dato il nome all'area. In epoca medioevale il luogo era attraversato dalla via Francigena; nei pressi della porta erano edificati diversi edifici, tra cui la chiesina S.Maria e l'albergo-osteria di Porta che dava ospitalità a viandanti e pellegrini. Oggi, l area protetta interessa un relitto di lago costiero o stagno retrodunale alla base della fascia pedemontana apuana, con vaste superfici a canneto e boschi planiziari e comprende anche un interessante sistema di rupi bordate da macchia mediterranea. Il lago, in realtà, è una lama d'acqua dolce, in gran parte coperta da canneto, al cui interno si trovano piccole superfici di acqua libera (i cosidetti chiari) con un apporto idrico garantito, anche nella stagione estiva, da sorgenti di acqua calda (17 C) che nascono ai piedi delle colline retrostanti. Ai margini del canneto si sviluppano il bosco igrofilo e i prati umidi solcati da diversi fossi che dallo specchio 3 Informazioni tratte dai siti e e dal documento Indirizzi per la formazione degli studi di incidenza dei siti appenninici e apuani di importanza regionale della Provincia di Lucca redatto dal Dipartimento Governo del Territorio Servizio Urbanistica Provincia di Lucca 4 Tratto dalla direttiva Habitat 92/43/CEE 10

11 d acqua hanno origine. La grande varietà di ambienti e micro-habitat presenti consente la vita di molte specie animali e vegetali caratteristiche ed ecologicamente specializzate. Il riconoscimento come SIR 135 Lago di Porta è avvenuto in particolare grazie a delle presenze floristiche rarissime per la Toscana ed in particolare per la complessità di fitocenosi e il ricco popolamento avifaunistico (sia stanziale che migratorio). Il sito, inoltre, è interessato dalla presenza di due ANPIL, una in Provincia di Lucca denominata Lago e Rupi di Porta avente un estensione di 77 ha ed istituita con Del CC n. 120 del , e l altra in Provincia di Massa denominata Lago di Porta avente un estensione di 82 ha istituita con Del CC n. 5 del (approvazione regolamento Del. CC n.18 del ); la quasi totalità della superficie del SIR ricade nelle due aree protette. Come detto precedentemente la varietà di habitat presenti come il fragmiteto, il cariceto ed il bosco e di micro-habitat ed, in particolare, il livello dell acqua che subisce periodiche variazioni e determina il grado di allagamento del terreno sono il fattore determinante che fa sì che il Sito del Lago di Porta sia così peculiare. L area umida, mantenuta tale da argini, è in gran parte ricoperta da cannucce di palude (Phragmites australis) e le superfici di acqua libera sono di piccole dimensioni e ubicate nella parte centrale del fragmiteto. Le poche altre specie di piante presenti sono la canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), l equiseto palustre (Equisetum palustre), il luppolo (Humulus lupulus), la mazza d oro (Lysimachia vulgaris), la tifa (Tyfa latifoglia) e la sala (Carex riparia). In piccole aree sono ancora presenti prati umidi, i cariceti, caratterizzati dalla presenza di carici (Carex sp.pl., Cyperus sp.pl.) e giunchi (Juncus sp.pl.); in queste aree si trovano anche specie floristiche quali l iris giallo (Iris pseudacorus), l altea (Althea officinalis) e il caglio delle paludi (Galium palustre), nonché al limite dell area protetta crescono due specie di orchidee, l Orchis laxiflora e l Orchis palustris, quest ultima era segnalata da Pellegrini (1942) in diverse zone della provincia di Massa-Carrara, ma il Lago di Porta rimane l unica stazione riconfermata. Attorno al canneto e all'alveo lacustre si sviluppa il bosco di recente formazione del tutto simile ai tipici ambienti umidi della Versilia storica 5 costituito da specie arboree tipiche delle zone palustri: ontano nero (Alnus glutinosa), diverse specie di salici (Salix sp.pl.) e di pioppi (Populus sp.pl.), sambuco (Sambucus nigra), sanguinella (Corpus sanguinea), angelica (Angelica sylvestris) e diverse specie di carici (Carex sp.). 5 Ambiente che oggi è possibile ritrovare nel settore settentrionale del parco de La Versiliana e all interno delle vaste aree umide boscate del Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. 11

12 Grazie alla varietà di ambienti che vi si ritrovano, nel corso dell anno possono essere avvistate circa un centinaio di specie di uccelli residenti, migratori o presenti solo nel periodo riproduttivo. Nel bosco, la composizione dei vari strati di vegetazione che vanno da quello erbaceo e arbustivo, a quello arboreo, offre riparo a specie tipiche sia delle aree cespugliose, che degli ambienti umidi, nonché di specie granivore che si recano nelle aree limitrofe per alimentarsi e usano il bosco come ricovero notturno. Studi hanno evidenziano l importanza dell area per alcune specie legate alla presenza del canneto, infatti quest ultimo nasconde un incredibile ricchezza di aviofauna. Il Lago è una delle più importanti aree, a livello italiano, per la sosta pre-migratoria autunnale della rondine (Hirundo rustica) in quanto si trova nel tratto più stretto della fascia pedemontana apuo-versiliese, compresa tra il mare e la catena montuosa delle Alpi Apuane ed alla confluenza della rotta migratoria che segue l arco ligure, con quella che segue la valle del Fiume Magra e che segna la porta di accesso alla Pianura Padana. Al tramonto centinaia di migliaia di esemplari si riuniscono nell area umida per alimentarsi e costituire le riserve di grasso prima della migrazione trans-sahariana che le porta a svernare nei paesi caldi del Centro Africa ed utilizzano il canneto per passarvi la notte. Qui si incontrano anche le popolazioni di volatili che migrando da Nord a Sud seguendo la costa Toscana. In autunno e in primavera sono presenti l airone cinerino (Ardea cinerea) e l airone rosso (Ardea purpurea), la garzetta (Egretta garzetta), la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), la folaga (Fulica atra), la gallinella d acqua (Gallinula chloropus), il porciglione (Rallus aquaticus), le nitticore (Nycticorax nycticorax), il fischione (Anas penelope), l alzavola (Anas crecca), il germano reale (Anas platyrhynchos), il mestolone (Anas clipeata) e la marzaiola (Anas querquedula), inoltre vi nidificano il falco di palude (Circus aeruginosus), alcune specie sia svernanti che stanziali come il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il tarabusino (Ixobrichus minutus) e il tarabuso (Botaurus stellaris). Sono presenti anche numerosi passeriformi di canneto come l usignolo di fiume (Cettia cetti), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), l averla piccola (Lanius collurio), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) e il pendolino (Remiz pendolinus). Nelle aree boscate vi è una massiccia presenza di picchi come il picchio rosso maggiore (Dendrocopus major), il picchio muratore (Sitta europea), il rampichino (Cerchia brachydactyla) e il torcicollo (Jynx torquilla), il martin pescatore (Alcedo attui), nonché il cormorano (Phalacrocorax carbo) nei periodi invernali. Il tarabuso (Botaurus stellaris), il tarabusino (Ixobrichus minutus), il falco di palude (Circus aeruginosus), nidificanti nel sito, l averla piccola (Lanius collurio) e il martin pescatore (Alcedo atthis), sono classificati come specie di interesse comunitario presenti nell Allegato I della direttiva Habitat 92/43/CEE, sono specie vulnerabili secondo UICN Nazionale, specie 12

13 particolarmente protette ai sensi della Legge 15/7/92 n 471, specie tutelate dalla Convenzione internazionale CORINE, presenti nell Allegato 2 animali, della convenzione di Berna (L. 503/81). Infine il falco di palude (Circus aeruginosus) è presente anche nell Allegato A2 e nell Allegato C della Convenzione CITES di Washinton (L. 3626/82 e L. 1970/92) 6. Fra le specie presenti ce ne sono alcune che si trovano raramente nelle aree di pianura del nostro Paese soprattutto con densità così elevate; la presenza di tutte queste specie sta a significare che malgrado le dimensioni dell area siano molto contenute vi è un abbondante numero di prede, soprattutto anfibi e pesci. Inoltre, in questi ambienti è facile osservare una grande quantità di insetti tra cui colorate libellule e la rara farfalla Lycaena dispar molto rara e in pericolo d estinzione. Nei fossati intorno al Lago, tra cui ricordiamo la Fossa Fiorentina e il Rio Strettoia, crescono specie natanti e flottanti, come la zannichellia (Zannichellia palustris), che è rara sia a livello regionale che nazionale e il Potamogeton berchtoldii specie di notevole interesse e segnalata in Toscana solo nella zona umida di Porta 7 ; nel bosco allagato cresce l erba vescica (Utricularia australis), pianta che non si ancora al substrato ma che rimane flottante nell acqua 8, altre specie di interesse botanico sono: la gamberana polimorfa (Callitriche cophocarpa), lo zigolo nero (Cyperus fuscus), l euforbia pubescente (Euphorbia pubescens), l erba di S. Giovanni alata (Hypericum tetrapterum) e l orchidea acquatica (Orchis laxiflora). Nell area umida vivono, inoltre, anfibi come la raganella (Hyla intermedia Boulenger), il tritone crestato (Triturus carnifex); rettili come il ramarro (Lacerta viridis), la testuggine d acqua (Emys orbicularis); e pesci come le arborelle (Alburnus alburnus alborella), i cavedani (Leuciscus cephalus), i lucci (Exsos lucius). All interno del sito, nei vari ambineti esistono anche alcune specie di mammiferi fra cui il riccio (Erinaceus europaeus), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), il tasso (Meles meles), la volpe (Vulpes volpe) e il cinghiale (sus scrofa). Per una più dettagliata e precisa elencazione delle specie presenti si rimanda all allegato 1. Di seguito un immagine 9 d inquadramento relativa al sito. 6 Tratto da: Relazione di Incidenza Piano Strutturale di Pietrasanta 7 Censito per la prima volta nel 1983 da Tomei ed Amadei 8 Questa specie, molto rara, ha la capacità di immagazzinare all interno di apposite vescicolette piccoli invertebrati per compensare il proprio fabbisogno di azoto 9 Tratta da 13

14 14 Comune di Forte dei Marmi Settore Urbanistica

15 L immagine 10 Comune di Forte dei Marmi Settore Urbanistica posta di seguito, denominata Carta degli ambienti, illustra le principali caratteristiche del sito così come descritto precedentemente. Analizzando le criticità del sito, si rileva che esso è caratterizzato dalla presenza di elementi naturali frammisti ad ambiti urbanizzati ed aree naturali profondamente modificate dall uomo; attorno sono presenti oltre ad aree urbane anche aree industriali, estrattive e zone dedicate a seminativi di vario genere ubicate sia nel Comune di Montignoso che in quello di Pietrasanta. Nell area del SIC si rileva quindi un forte inquinamento acustico legato alle attività citate ed in particolare alla presenza della cava di inerti e degli impianti per la produzione del calcestruzzo. Altro elemento di notevole disturbo per gli habitat presenti è l inquinamento ambientale ed acustico causato dal traffico veicolare della vicina via Aurelia e dal traffico ferroviario sulla Linea La Spezia Pisa. Il sito è, inoltre, attraversato e lambito da diversi tronchi della linea elettrica sia a media tensione che ad alta tensione nei territori a monte delle Rupi di Porta esterni al SIR, elementi che 10 Tratta da 15

16 rappresentano una potenziale situazione di rischio per elettrocuzione e impatto sulle numerosi specie ornitiche di valore conservazionistico presenti. Altro elemento in condizione di criticità è la risorsa acqua, in quanto a rischio di inquinamento; e interessata da elevati picchi di deficit durante il periodo estivo. Di seguito vengono illustrati i principali elementi di criticità 11 interni ed esterni al sito. Criticità interne al sito - Natura relittuale e isolamento della zona umida in un contesto fortemente antropizzato; - Interramento del corpo d acqua, accelerato dall abbandono delle attività tradizionali di taglio della vegetazione elofitica; - Interventi di gestione idraulica che riducono il livello di nturalità; - Proprietà privata di gran parte dei sito, che ne condiziona la gestione; - Presenza di abitazioni sparse e di altri insediamenti; - Vie di comunicazione, strade e ferrovie, ai confini del sito; - Disturbo diretto causato da escursionismo, passeggiate, pesca dilettantistica; - Diffusione di specie autoctone invasive; - Presenza di elettrodotti a bassa e media tensione; - Abbandono incontrollato di rifiuti solidi; - Attività agricole intensive come le colture in serra; - Deterioramento del suolo in aree utilizzate come discariche di marmettola; - Possibili atti di bracconaggio; - transito abusivo di mezzi motorizzati. Criticità esterne al sito - Contesto territoriale fortemente urbanizzato; - Inquinamento delle acque; - Siti estrattivi in aree limitrofe Descrizione sintetica del Piano Strutturale Al fine di capire gli obiettivi e le azioni dello strumento urbanistico è utile capire la funzione del piano stesso come disciplinata dal secondo comma dall art.53 della L.R.1/2005 che recita: Il piano strutturale delinea la strategia dello sviluppo territoriale comunale mediante l indicazione e la definizione: a) degli obiettivi e degli indirizzi per la programmazione del governo del territorio; b) delle unità territoriali organiche elementari che assicurano un equilibrata distribuzione delle dotazioni necessarie alla qualità dello sviluppo territoriale; 11 Tratto da Indirizzi per la formazione degli studi di incidenza dei siti appenninici e apuani di importanza regionale della Provincia di Lucca redatto dal Dipartimento Governo del Territorio Servizio Urbanistica Provincia di Lucca 16

17 c) delle dimensioni massime sostenibili degli insediamenti nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari per le unità territoriali organiche elementari, sistemi e sub-sistemi nel rispetto del piano di indirizzo territoriale e del regolamento regionale, nonché sulla base degli standard di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici e della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765) e sulla base e nel rispetto delle quantità complessive minime fissate dall articolo 41 sexies della legge 17 agosto 1942, n (Legge urbanistica) come da ultimo modificato dalla legge 24 marzo 1989, n. 122; d) delle aree di cui all articolo 48, comma 4, lettera c) e all articolo 51, comma 3, lettera b) con efficacia immediata; e) delle prescrizioni per gli atti di cui all articolo 52, comma 2 e degli atti comunali di cui all articolo 10, comma 2; f) dei criteri di individuazione delle aree connotate da condizioni di degrado; g) della disciplina della valutazione integrata ai sensi dell articolo 14; h) delle misure di salvaguardia, di durata non superiore a tre anni, da rispettare sino all approvazione o all adeguamento del regolamento urbanistico. Il territorio comunale limitrofo al SIR Lago di Porta è classificato dallo strumento urbanistico come area periurbana, in quanto fascia di territorio contigua all aggregato urbano fortemente e direttamente influenzate dal sistema insediativo e infrastrutturale; in queste aree l originaria attività agricola è stata gradualmente estromessa, lasciando spazio a territori incolti di pregio paesaggistico (classificate come invarianti strutturali) e valenza ecologica, ma in alcuni casi caratterizzati da un assetto ambientale e paesaggistico degradato, disciplinata dall art del Piano Strutturale. Come si può vedere dall immagine posta di seguito le aree sono caratterizzate da un edificazione rarefatta ed in particolare dalla presenza di distese di prati (in molti casi incolti) e piccole aree boscate di valenza paesaggistica; mentre tutta la fascia di territorio prospiciente al confine provinciale è stata individuata come corridoio ecologico ed in particolare area di tutela per la rotta degli uccelli migratori. Di seguito uno stralcio della tavola del Piano Strutturale denominata Valorizzazione del paesaggio e tutela del patrimonio culturale e dei beni naturali INVARIANTI 12 Si vedano le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale 17

18 La porzione di terreno edificato più vicina all area del SIC è compresa all interno dell UTOE A4 Città Recente, attualmente disciplinata dal Regolamento Urbanistico in maniera puntuale così come si può vedere dallo stralcio posto di seguito. 18

19 Vista la tipologia di Piano, gli obiettivi e le scelte di pianificazione per il territorio ed in particolare il dimensionamento abitativo, valutato a seguito dell analisi dello stato delle risorse presenti sul territorio e della sua conformazione, sono generalizzate sul territorio e non vengono date indicazioni localizzative per singola UTOE, tranne in alcuni casi di forti restrizioni scaturite dall analisi delle caratteristiche di urbanizzazione della stessa. 19

20 L art delle norme del Piano Strutturale relativo a Le dimensioni massime sostenibili degli insediamenti delle infrastrutture e dei servizi prescrive la potenzialità edificatoria sull intero territorio, in particolare quella residenziale, che potrà interessare anche la porzione di UTOE 4 più vicina al SIC, che potrà portare ad un incremento massimo di circa 750 nuovi abitanti, su tutto il territorio, attraverso la costruzione di 120 nuovi alloggi per residenti e 30 alloggi per seconde case. Questo dato legato alle previsioni 14 per le attrezzature alberghiere, di servizi, artigianali ect., compone l intero quadro delle previsioni edificatorie del Piano Strutturale. In questo contesto di previsioni, l area più direttamente connessa al sito, facente parte dell UTOE 4 Città Recente, ha una potenzialità edificatoria esclusivamente residenziale in conseguenza a quanto disciplinato dal Regolamento Urbanistico; mentre le aree periurbane, agricole part-time, di valenza paesaggistica ed ambientale, e/o di valenza ecologica e le aree a standard pubblici (verdi pubblici in particolare), data la loro attuale disciplina non possono essere interessati da previsioni edificatorie se non attraverso specifici atti di governo del territorio che potrebbero necessitare di studi più approfonditi. Conclusioni Da quanto esposto si desume la fase di screening può essere conclusa affermando che: valutati i dati del dimensionamento, le norme sulle aree limitrofe al sito e lo stato di conservazione del sito stesso non si stimano potenziali impatti negativi provocati dalle scelte di Piano Strutturale. Infatti, visti gli obiettivi e le norme di Piano, in particolare legate al dimensionamento, si ritiene che qualunque tipo di intervento che possa essere realizzato sull UTOE 4, vista la presenza dei beni paesaggistici e delle loro norme di tutela, delle aree a standard urbanistici, dei vincoli territoriali e della fascia di rispetto per la rotta di migrazione degli uccelli, dovrà essere adeguatamente progettato e non potrà in alcun modo incidere sugli habitat nell ambito del Lago di Porta. Nonostante si valuti che non esistono impatti diretti sugli habitat provocati dalle scelte della pianificazione, si ritiene che nella redazione degli atti di governo del territorio ed in particolare nei Piani Complessi si debba tenere conto della vicinanza del SIR 135 Lago di Porta. 13 Si vedano le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale 14 Si vedano le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale 20

21 ALLEGATO 1 Elenchi delle: - emergenze floristiche - presenze faunistiche Principali misure di conservazione da adottare tratto da: Indirizzi per la formazione degli studi di incidenza dei siti appenninici e apuani di importanza regionale della Provincia di Lucca Provincia di Lucca Dipartimento Governo del Territorio Servizio Urbanistica 21

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34 INDICE Premessa 2 Quadro normativo di riferimento a livello Europeo, Nazionale e Regionale 3 Procedura della valutazione di incidenza 7 La valutazione di incidenza del SIR denominato Lago di Porta la fase di screening 10 Descrizione sintetica del sito 10 Descrizione sintetica del Piano Strutturale 16 Conclusioni 20 Allegato 1 21 Riferimenti Documento Indirizzi per la formazione degli studi di incidenza dei siti appenninici e apuani di importanza regionale della Provincia di Lucca redatto dal Dipartimento Governo del Territorio Servizio Urbanistica Provincia di Lucca

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