Svizzera Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010

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1 Svizzera

2 AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE QUADRO MACROECONOMICO SVIZZERA a) Andamento congiunturale e rischio Paese Congiuntura internazionale In seguito alla crisi finanziaria internazionale, inaspritasi a partire dal mese di settembre 2008, il clima dell economia mondiale ha subito un netto peggioramento. Dalla fine del 2008 sia gli Stati Uniti, sia la maggior parte dei Paesi dell Unione Europea, nonché il Giappone si sono trovati in una fase di recessione. La recessione mondiale si è aggravata nel primo trimestre ed è continuata nella primavera Solo a partire dall autunno 2009 si è registrata una progressiva, seppur contenuta, ripresa dell economia mondiale. Le attese per la zona Euro nel 2010 continuano ad essere di una modesta crescita economica, con valori attorno all 1%, mentre il PIL statunitense dovrebbe raggiungere quest anno un aumento del 2,5-3%. Numerosi sono gli ostacoli che si oppongono a una forte ripresa. In questo momento in molti Paesi la crescita è sostenuta in modo decisivo da impulsi di una politica economica a carattere temporaneo. Non appena l'effetto di questi ultimi diminuirà, in detti Paesi potrebbe verificarsi una temporanea perdita di slancio congiunturale. Situazione congiunturale in Svizzera La ripresa congiunturale in Svizzera si è ulteriormente consolidata nel corso del 4 trimestre del 2009, attestandosi su valori superiori alla media nel confronto europeo. Oltre alla buona crescita del PIL, si osserva anche una solida base costituita dalla ripresa delle esportazioni e da una robusta domanda interna. All inizio del 2010 gli indicatori della fiducia (andamento degli affari e del consumo) hanno fatto registrare un ulteriore miglioramento.le previsioni degli esperti stimano per il 2010 una crescita del PIL pari a 1,4%. Per il 2011 si può continuare a prevedere una ripresa della congiuntura in lenta crescita, con un aumento del PIL del 2%. Questo a condizione che anche nell UE si verifichi una ripresa congiunturale. Anche le prospettive per il mercato del lavoro si presentano meno cupe di quanto ci si attendesse fino a pochi mesi fa. Al momento sembra tuttavia ancora difficile stabilire se la tendenza alla stabilizzazione della disoccupazione registrata negli ultimi mesi (4,1%) possa già essere considerata come una decisiva inversione di tendenza. Con riferimento alla politica monetaria, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha iniziato a reagire al peggioramento delle prospettive economiche già nell ottobre 2008 ed a ribassare il suo tasso direttore dal 2,75% allo 0,25% in cinque tappe. A dicembre 2009 inoltre, la Banca Nazionale Svizzera ha deciso di confermare i medesimi valori: la fascia di oscillazione del Libor

3 a tre mesi, principale parametro di riferimento dell'istituto di emissione, si è attestata, come nei mesi precedenti, fra lo 0 e lo 0,75%, con l'obiettivo di un valore di riferimento attorno allo 0,25%, considerata la mancanza di pericoli di inflazione e la ripresa dell economia. Tale politica monetaria espansiva, versata a favorire lo sviluppo economico, ha determinato, nel corso dei primi mesi del 2010, anche grazie all approssimarsi di una ripresa economica elvetica, un apprezzamento del franco svizzero sull Euro, considerato una moneta rifugio e un buon terreno di investimento; tale rafforzamento perdura ancora adesso e nel mese di giugno 2010, il franco svizzero ha registrato due record storici nei confronti dell Euro (1,3865 il 4 giugno e 1,3661 il 22). Allo tsunami della crisi finanziaria, al quale però la Svizzera, secondo un comunicato di marzo del FMI, ha saputo reagire bene, si aggiunge la pressione della comunità internazionale sulla Svizzera relativamente al segreto bancario. Il Consiglio Federale aveva infatti deciso di adeguarsi allo standard OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nell'assistenza amministrativa in materia fiscale, arrivando a sottoscrivere un accordo con gli Stati Uniti sulla vertenza UBS.Dopo un iter tortuoso e non privo di complicazioni, l accordo Usa-Svizzera firmato il 19 Agosto 2009 e concernente la trasmissione dei dati di 4450 clienti entro il 19 agosto 2010, è stato approvato retroattivamente dal Parlamento svizzero in data 17 giugno 2010, cosi come richiesto dal Tribunale amministrativo federale, che il 21 gennaio 2010 lo aveva giudicato di natura extra-giudiziale e ne aveva richiesto l approvazione parlamentare retroattiva. Eurostat ha comunicato che nel 2009 il tasso di inflazione nella UE ha fatto registrare un +1 %; l inflazione nella zona euro invece, si attestato sullo 0.3%. L inflazione della Zona Euro, a marzo 2010, secondo L Eurostat, è risultata pari all 1,4% tendenziale ed è superiore rispetto allo 0,9% di febbraio. Su base mensile i prezzi al consumo sono saliti dello 0,9%. Nell Europa dei 25, l inflazione a marzo 2010 è stata dell 1,9%, in crescita rispetto al +1,5% di febbraio mentre su base mensile si è rilevata una variazione positiva dello 0,7%. Secondo i dati diffusi dall Eurostat, a maggio 2010, l'inflazione annua dell'euro-zona e' stata pari all'1,6% ; per l'ue a 27 stati membri l'inflazione annua a maggio e' stata pari a 2,0%, rimanendo stabile rispetto ad aprile; a maggio 2009 invece il dato era stato di 0,8%. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri La Svizzera persegue una politica di apertura del proprio mercato interno attraverso: gli accordi bilaterali con l'unione europea; accordi bilaterali di libero scambio con Stati non membri dell'ue; l'impegno della Svizzera in ambito multilaterale, in particolare nell ambito dei negoziati dell OMC, nell'ocse e nella Banca mondiale; riforme interne.

4 La situazione degli accordi di libero scambio della Svizzera è la seguente: Europa Situazione / osservazioni Convenzione AELS In vigore dal Comunità economica europea Isole Färöer In vigore dal ; bilaterale CH-CEE In vigore dal ; bilaterale CH-Faröer Macedonia In vigore dal Croazia In vigore dal Albania Firmato il Entrata in vigore prevista secondo semestre 2010 Serbia Firmato il Entrata in vigore prevista secondo semestre 2010 Ucraina In negoziazione Russia Negoziati in preparazione Mediterraneo Turchia In vigore dal Israele In vigore dal Autorità Palestinese In vigore dal Marocco In vigore dal Giordania In vigore dal Tunisia Applicato dal ; In vigore dal Libano In vigore dal Egitto Applicato dal ; In vigore dal Algeria In negoziazione Su scala mondiale Messico In vigore dal Singapore In vigore dal Cile In vigore dal Corea del Sud In vigore dal SACU (Unione doganale dell Africa australe: In vigore dal Sudafrica, Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland) Canada In vigore dal Thailandia In negoziazione Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar) Firmato il Entrata in vigore attesa per il secondo semestre 2010 Giappone Firmato il Entrata in vigore dal Bilaterale Svizzera- Giappone Colombia Perù Indonesia India Cina Hong Kong Vietnam Stati Uniti Firmato il Entrata in vigore prevista per il secondo semestre 2010 Parafato il Firma prevista per il primo semestre del Negoziati in preparazione In negoziazione Gruppo di studio congiunto: esame di fattibilità di un accordo di libero scambio, Bilaterale Svizzera- China Negoziati in preparazione Gruppo di studio congiunto: esame di fattibilità di un accordo di libero scambio Forum bilaterale di cooperazione sul commercio e gli investimenti, Svizzera - Stati Uniti Oltre alla Convenzione AELS (Associazione Europea di Libero Scambio) e all accordo di libero scambio con l Unione europea (UE), la Svizzera dispone di una rete di 22 accordi di libero scambio con 31 partner non appartenenti all UE. Tali accordi sono di solito conclusi nell ambito dell Associazione europea di libero scambio (AELS); la Svizzera però ha la

5 possibilità di concludere accordi di libero scambio anche al di fuori dell'aels, così com è avvenuto con il Giappone e le Isole Färöer. La politica di libero scambio della Svizzera mira a migliorare le condizioni quadro che governano le relazioni economiche con dei partner economicamente importanti. L obiettivo e di garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali possibilmente privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti. Al cospetto della situazione economica attuale, che ha causato una netta diminuzione delle esportazioni, le misure inerenti a una maggiore apertura dei mercati esteri ricoprono una rilevanza particolare nella politica di stabilizzazione economica promossa dal Consiglio federale. Con alcuni partner gli Stati AELS firmano anche dichiarazioni di cooperazione. Tali dichiarazioni presuppongono un dialogo istituzionalizzato riguardo alle possibilità di approfondimento dei rapporti economici che, in un secondo momento, potrebbero sfociare in negoziati di libero scambio. Sviluppo della rete di accordi di libero scambio La rete di accordi di libero scambio della Svizzera è costituita soprattutto da accordi conclusi congiuntamente con gli Stati membri dell'aels. In un primo momento, cioè all'inizio degli anni '90 - dopo la conclusione dei primi accordi con la Turchia e Israele - gli Stati AELS puntarono alla conclusione di accordi di libero scambio soprattutto con i Paesi dell'europa centrale e orientale. Come l'ue, anche i membri AELS conclusero accordi di libero scambio con i Paesi dell'europa centrale e orientale con il duplice obiettivo di consolidare le riforme economiche di questi ultimi e migliorare il reciproco accesso ai rispettivi mercati. L'adesione all'ue il 1 maggio 2004 di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania, e il 1 gennaio 2007 di Romania e Bulgaria, ha portato alla risoluzione dei rispettivi accordi. Oggi, il libero scambio con questi Paesi si regge sull'accordo stipulato nel 1972 tra Svizzera e UE. In Europa sono attualmente in vigore accordi di libero scambio AELS con Croazia e Macedonia. I negoziati per un accordo di libero scambio sono stati conclusi con l'albania e la Serbia; entrambi firmati il 17/12/2009, entreranno in vigore nel secondo semestre del Dei negoziati sono stati lanciati con l'ucraina in aprile 2009, mentre quelli con la Russia sono attualmente in preparazione. A partire dalla metà degli anni '90 la rete di accordi si è progressivamente estesa al bacino mediterraneo: in questa zona sono stati finora conclusi otto accordi, rispettivamente con Turchia, Israele, Marocco, Autorità palestinese, Giordania, Libano, Tunisia ed Egitto. Attualmente sono in corso negoziati con l'algeria. Scopo dei Paesi AELS è partecipare alla zona di libero scambio euro-mediterranea prevista dal processo di Barcellona dell'ue, che dovrebbe realizzarsi entro il 2010, e contribuire quindi a promuovere la cooperazione economica euromediterranea. Alla fine degli anni '90, con il crescente aumento del numero di accordi di libero scambio regionali e interregionali a livello mondiale, i Paesi AELS hanno iniziato a estendere la loro politica di libero scambio a potenziali partner in tutto il mondo: sono stati conclusi accordi con il Messico, Singapore, il Cile, la Corea del Sud e gli Stati della SACU (Unione doganale dell'africa australe che comprende Africa del Sud, Botswana, Lesotho, Namibia e Swaziland), il Canada, la Colombia e gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait e Oman). Si sono inoltre conclusi i negoziati con il Perù e la firma dell' accordo è prevista per il primo semestre del In corso

6 di negoziato possiamo citare gli accordi con l'india e la Tailandia mentre sono in fase di preparazione i negoziati con l'indonesia e Hong Kong. A livello bilaterale, Svizzera e Giappone hanno firmato nel febbraio 2009 un accordo di libero scambio e di partenariato economico. In termini economici si tratta dell'accordo di libero scambio più significativo dopo quello stipulato con la Comunità europea nel La Svizzera è il primo Paese europeo ad aver concluso un accordo di questo genere con il Giappone. L'accordo è entrato in vigore il 1 settembre Sempre a livello bilaterale, la Svizzera e la Cina stanno attualmente eseguendo uno studio di fattibilità per un possibile accordo di libero scambio. La Svizzera e gli altri Paesi dell'aels intrattengono contatti con altri partner potenziali per esaminare le possibilità di stabilire delle relazioni di libero scambio. Fra questi troviamo, a titolo d'esempio, i Paesi del Mercosur (dei quali fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e la Malesia. Contenuto degli accordi di libero scambio Gli accordi di libero scambio conclusi con i Paesi partner europei e del bacino mediterraneo nonché gli Stati della SACU (Unione doganale dell'africa australe che comprende Africa del Sud, Botswana, Lesotho, Namibia e Swaziland) contengono per lo più disposizioni sulla circolazione delle merci (in particolare riguardo alla soppressione dei dazi doganali e altre restrizioni) e di regola sulla protezione della proprietà intellettuale. Questo tipo di accordi vengono anche comunemente definiti anche come accordi di "prima generazione". Per quanto attiene alle merci, gli accordi di libero scambio portano sui prodotti industriali, il pesce, i prodotti agricoli trasformati, mentre i prodotti agricoli di base sono oggetto di accordi agricoli bilaterali distinti, conclusi tra i singoli Paesi AELS e il rispettivo partner di libero scambio. Una tale separazione è dovuta al fatto che i Paesi AELS non partecipano alla politica agricola comune. Gli accordi conclusi con Messico, Singapore, Cile, Colombia, CCG e Corea del Sud nonché l'accordo bilaterale di libero scambio e di partenariato economico Svizzera-Giappone sono di ampia portata (cosiddetti di "seconda generazione") poiché oltre alla circolazione delle merci e alla proprietà intellettuale includono generalmente anche impegni sostanziali in ambito di servizi, investimenti e mercati pubblici.

7 c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali Secondo il comunicato stampa dell Amministrazione Federale delle Dogane (AFD) del 4 febbraio 2010, nel corso del 2009 tanto le esportazioni, quanto le importazioni, hanno subito un forte calo, rispettivamente del 12,6% e del 14,3%. Svizzera:IMPORTAZIONI: Gennaio-Dicembre 2009 (in milioni di CHF) Germania Italia Francia Stati Uniti Paesi Bassi Austria Figura 1-Importazioni in Svizzera: principali Paesi in milioni di franchi Fonte: Amministrazione federale delle dogane, comunicato stampa del Secondo i dati dell Amministrazione Federale delle Dogane, l'italia nel 2009 ha mantenuto il suo ruolo di secondo partner commerciale della Confederazione Elvetica. Con riferimento alle importazioni, l Italia si colloca davanti alla Francia, dietro alla Germania [Figura 1]. Le esportazioni italiane verso il mercato elvetico hanno registrato un calo del 16,6%, attestandosi a circa milioni di franchi. Nello stesso anno, le esportazioni della Svizzera verso l Italia hanno invece registrato il valore di milioni di franchi, con una diminuzione del 15,2 % rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. L Italia rimane così al terzo posto davanti alla Francia, ma dopo la Germania e gli Stati Uniti nella classifica dei Paesi di destinazione delle merci elvetiche [Figura 2]. La bilancia commerciale della Svizzera con l Italia del 2009 è risultata pari a milioni di franchi, con un saldo a favore dell Italia (che pertanto esporta sul mercato elvetico più di quanto non faccia la Svizzera verso il nostro Paese).

8 Svizzera:ESPORTAZIONI:Gennaio-Dicembre 2009 (in milioni di CHF) Germania Stati Uniti Italia Francia Austria Paesi Bassi Figura 2: Esportazioni in svizzera: principale Paesi in milioni di franchi Fonte:Amministrazione Federale delle Dogane (AFD) Comu nicato stampa del 25 febbraio Andamento dell interscambio commerciale con altri Paesi La crisi economica internazionale del 2009 ha comportato una contrazione del commercio con l estero della Svizzera. In generale, dopo il record del 2008, le esportazioni sono diminuite del 12, 6% nel 2009 e si sono stabilizzate a milioni di franchi; anche le importazioni hanno visto un forte passo indietro, registrando una diminuzione del 14,3 % e attestandosi a milioni di franchi. Anche il commercio con l UE è notevolmente regredito, in ambedue le direzioni. Durante l intero arco del 2009, le esportazioni verso la UE si sono contratte del 14,7%, scendendo a milioni di franchi [Figura 2]. Le importazioni dalla UE sono regredite del 15,2% a milioni di franchi [Figura 3]. La diminuzione delle importazioni riguarda maggiormente le materie prime e i prodotti semi-lavorati. La bilancia commerciale ha chiuso comunque con un bilancio fortemente positivo: milioni di franchi.

9 SVIZZERA:IMPORTAZIONI (milioni di franchi) Gennaio-Dicembre Beni di Consumo Attrezzature Materie prime e semilavorati Prodotti energetici Figura 3 - Importazioni svizzere per principali settori di attività. Fonte: Amministrazione Federale delle Dogan e (AFD): Comunicato stampa del 4 febbraio INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale Anche nel 2009, l Italia, dopo la Germania e prima della Francia, ha confermato la sua posizione di secondo partner economico della Svizzera. Da diversi anni gli scambi tra i due Paesi conoscono una crescita molto positiva: nel 2006 le importazioni svizzere dall Italia sono aumentate più del 13%, il 2007 ha registrato un +11,7%, mentre a fine 2008 si è avuta un inversione di tendenza registrando un +3,2%. Nonostante una sensibile diminuzione nel 2009, dovuta in particolare alla crisi economica internazionale, gli interscambi tra i due paesi totalizzano circa 40 miliardi di franchi all anno. Si tratta di un notevole dinamismo che indica l enorme apprezzamento del made in Italy in Svizzera. Sul piano geografico il 75% degli scambi commerciali tra Svizzera e Italia avvengono con la parte nord della penisola, Toscana compresa, anche se sono aumentati gli scambi verso le regioni del sud e del centro. La collaborazione tra i due Paesi comunque produce risultati vincenti ed altamente competitivi soprattutto perché vengono sfruttati appieno i punti di forza delle due nazioni: da un lato la precisione ed il senso organizzativo svizzero, dall altro il savoir-faire italiano in quanto a stile ed eleganza.

10 b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia Gli investimenti diretti svizzeri verso l estero Per quanto riguarda i flussi di capitali di investimento dalla Svizzera verso l estero, rispetto al 2006 i flussi di capitali verso il settore industriale hanno registrato nel 2007 un decremento di oltre il 55%, mentre quelli destinati al settore terziario sempre nel 2007 rispetto al 2006 sono diminuiti poco più dell 11%. Complessivamente i flussi di investimenti hanno registrato nel 2007 una diminuzione di oltre il 37% rispetto al 2006, vale a dire circa -35,5 miliardi di franchi svizzeri. La diminuzione è dovuta soprattutto alle voci Chimica e plastica del Settore Industriale e Assicurazioni del Settore Terziario, che hanno subito forti disinvestimenti. Tabella 1. Flussi d investimenti diretti dalla Svizzera verso l estero, anni , distinti per comparti produttivi (in milioni di franchi svizzeri) Settore Industriale Tessile ed abbigliamento Chimica e plastica Metallurgia Elettronica, energia, ottica e orologeria Costruzioni, alimentare ed altri Settore terziario Commercio Società finanziarie e Holding Banche Assicurazioni Trasporti e comunicazione Altri servizi Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, bollettino maggio Nel 2008 invece, i flussi di capitale verso il settore industriale hanno registrato una forte ripresa (oltre il 50%) rispetto ai dati del 2007, rimanendo però nettamente ancora sotto i livelli del 2006, mentre quelli destinati al settore terziario hanno registrato una forte flessione rispetto ai dati del 2007 (oltre il 50%), dovuta soprattutto alla diminuzione di due voci: Assicurazioni (la cui tendenza in calo era già in atto dall anno prima, tendenza che si è confermata in maniera perentoria ) e Società finanziare e Holding, che, pur rimanendo in attivo, ha registrato, rispetto ai dati del 2007, un forte calo, superiore al 60%. Il calo di entrambe le voci trova probabilmente una spiegazione nel contesto di crisi internazionale che ha colpito tutti i mercati.

11 Investimenti Diretti dalla Svizzera verso l'estero Settore Industriale Settore Terziario 'Totale Figura 6 - Investimenti Diretti dalla Svizzera verso l'estero Fonte: Bollettino statistico mensile maggio Banca Nazionale Svizzera Come evidenzia la Figura 6, con l arrivo della crisi economica e la conseguente flessione degli investimenti della Svizzera verso l estero, l apporto del settore terziario si ridimensiona fortemente, attestandosi, per l anno 2008, attorno al 33% degli investimenti complessivi (quando l anno prima costituiva oltre il 63% del totale degli investimenti). Come descritto dalla Tabella 2, di seguito riportata, le imprese svizzere nel 2008 hanno investito milioni di franchi nei 25 Paesi membri dell'ue; una cifra considerevolmente inferiore rispetto agli investimenti dell'anno precedente. Gli IDE verso il Nord America hanno registrato complessivamente milioni di franchi, di cui verso gli Stati Uniti (il Canada ha registrato un calo: -997). L interesse per il mercato asiatico ha registrato un rallentamento, nonostante che verso la Cina siano stati investiti 1420 milioni di franchi (nel 2008 lo stesso dato era di 776 milioni di franchi); verso il Giappone invece, il flusso di investimenti è calato, rispetto all anno precedente, di oltre il 44%. Per quanto concerne l Italia, l andamento dei flussi svizzeri relativi al 2006 e al 2007 evidenziavano un trend decisamente positivo, dopo il disinvestimento del 2003, flussi che però sono diminuiti drasticamente nel 2008, come evidenziato dalla linea di tendenza del grafico in Figura 7.

12 Tabella 2. Flussi d investimenti diretti dalla Svizzera verso l estero, anni , distinti per Paesi (in milioni di franchi svizzeri) Europa di cui: UE Belgio Danimarca Germania Finlandia Francia Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Austria Portogallo Svezia Spagna Regno Unito America settentrionale di cui: Stati Uniti America centrale e meridionale Asia di cui: Giappone Cina Oceania di cui: Australia Africa Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio 2010.

13 Investimenti Diretti svizzeri in Italia in milioni franchi Figura 7 - Investimenti diretti svizzeri in Italia. Tabella 3. Investimenti diretti svizzeri all estero per comparti produttivi Dati di stock espressi in milioni di franchi svizzeri Settore Industriale Tessile e abbigliamento Chimica e plastica Metallurgia Elettronica, energia, ottica e orologeria Costruzioni, alimentari ed altre Settore terziario Commercio Società finanziarie e Holding Banche Assicurazioni Trasporti e comunicazioni Altri servizi Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio A fine 2008 lo stock degli investimenti diretti svizzeri all'estero ha superato gli 805 miliardi di franchi, un aumento di oltre 40 miliardi di franchi rispetto al 2007.

14 Tabella 5. Investimenti diretti Svizzeri all'estero distinti per Paesi (anni ) Dati di stock espressi in milioni di franchi svizzeri Europa di cui: UE Belgio Danimarca Germania Finlandia Francia Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Austria Portogallo Svezia Spagna Regno Unito America settentrionale di cui: Stati Uniti America centrale e meridionale Asia Oceania di cui: Australia Africa TOTALE Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio 2010 Dello stock totale d investimenti del 2008, più di 300 miliardi di franchi sono stati investiti nei 25 Paesi dell'ue, in particolare nel Regno Unito e in Germania che risultano i Paesi europei con più stock d investimenti svizzeri;in generale però, eccezion fatta per Spagna, Svezia, Francia, Germania e Belgio, gli stock di investimenti diretti svizzeri nei paesi europei registrano una tendenza in calo. Le scorte d investimenti elvetici nel Nord America invece, nel 2008, sono risultate in crescita. Aumentati anche gli stock di investimento nei centri offshore in Asia ed in Africa, in calo quelli in America centrale e meridionale.

15 Gli investimenti diretti dall estero verso la Svizzera Dopo avere raggiunto oltre 22 miliardi nel 2003, gli investimenti stranieri diretti in Svizzera avevano subito una brusca frenata nel 2004, arrivando addirittura a registrare un andamento negativo alla fine del Dopo l inversione di tendenza verificatasi nel biennio (fino a raggiungere oltre 59 miliardi di franchi nel 2007), il 2008 ha visto un drastico calo degli investimenti diretti esteri in Svizzera. Tabella 7. Investimenti diretti stranieri verso la Svizzera (anni ) distinti per settori (dati di flusso espressi in milioni di franchi) Settore Industriale Chimica e plastica Metallurgia Elettronica, energia, ottica e orologeria Costruzioni, alimentare ed altre Settore terziario Commercio Società finanziarie e Holding Banche Assicurazioni Trasporti e comunicazione Altri servizi Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio 2010

16 Sia il settore dell Industria che quello dei Servizi hanno registrato enormi cali, tali da determinare, in alcune voci (come la Chimica e la Plastica e L Elettronica nel settore industriale e il commercio nei Servizi) un andamento negativo. Più in generale, sia nell Industria che nel Terziario, tutte le voci, anche quelle con indice non negativo, hanno registrato un calo rispetto ai dati dell anno prima, tale da far risultare il totale degli investimenti esteri pari a miliardi di franchi (nell anno precedente il totale era di ), come evidenziato dal grafico in figura 8. Figura 8 -Investimenti diretti in Svizzera per settore di attività Investime nti diretti in svizz era p er settor i di Attività Settore Industriale Settore Terziario To tale

17 Tabella 8. Investimenti diretti dall'estero verso la Svizzera (anni ) distinti per Paesi (dati di flusso espressi in milioni di franchi) Paesi Europei di cui: UE Austria Belgio Danimarca Germania Francia Italia Lussemburgo Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svezia America del Nord di cui: Stati Uniti America Centrale e Meridionale Asia, Africa e Oceania Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio 2010 I Paesi dell UE registrano complessivamente una diminuzione degli investimenti nel 2008 in Svizzera; tale aumento è ancora più evidente nel caso del Belgio, della Francia, della Germania del Regno Unito e dei Paesi Bassi, che hanno registrato un segno meno. Di contro, Gli Stati Uniti risultano in controtendenza rispetto al biennio : gli investimenti nel Paese elvetico rispetto al 2006, sono aumentati in maniera esponenziale, passando da milioni di franchi del 2006 a del 2008.

18 Tabella 9. Investimenti diretti dall'estero in Svizzera (anni ) distinti per comparti (dati di stock espressi in milioni di franchi) Settore Industriale Chimica e plastica Metallurgia Elettronica, energia, ottica e orologeria Costruzioni, alimentare ed altre Settore terziario Commercio Società finanziarie e Holding Banche Assicurazioni Trasporti e comunicazione Altri servizi Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio Nel 2008, gli stock d investimenti diretti detenuti in Svizzera dalle imprese straniere sono aumentati di oltre 36 miliardi di franchi rispetto all anno precedente. L apporto più significativo a questo aumento è stato dato dal settore terziario dove le Società finanziarie e Holding hanno registrato un aumento di quasi 30 miliardi di franchi; di contro, sempre nel settore Terziario, il Commercio ha registrato una flessione di quasi 3 miliardi di franchi. Tabella 10. Investimenti diretti dall estero in Svizzera (anni ) distinti per Paesi (dati di stock espressi in milioni di franchi) Paesi Europei di cui: UE Austria Belgio Danimarca Germania Francia Italia Lussemburgo Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svezia America del Nord di cui: Stati Uniti America Centrale e Meridionale Asia, Africa e Oceania Totale Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino maggio 2010.

19 Le società dell'ue risultano depositarie, nel 2008, di stock d investimenti diretti in Svizzera di oltre 329 miliardi di franchi, la gran parte del totale. Il Lussemburgo è stato il Paese UE che ha maggiormente investito in Svizzera, con un incremento di 15,1 miliardi di franchi. La Spagna occupa il secondo posto seguita dall Austria. Anche gli Stati Uniti hanno aumentato, e considerevolmente, i propri investimenti in Svizzera, passando da 69,8 miliardi del 2007 a 86,471 miliardi del Gli stock di investimenti italiani in Svizzera hanno registrato, rispetto al 2007, un leggero passo indietro: si è passati da 5,9 miliardi di franchi a 5,8. Mercato del Lavoro Secondo i dati della Segreteria di Stato dell Economia (SECO), nel 2009, la disoccupazione ha fortemente risentito della congiuntura negativa, segnando un aumento del 45% rispetto all anno precedente. La disoccupazione tra gli uomini, a Dicembre 2009, è aumentata, rispetto allo stesso mese dell anno precedente del 49, 3% (vale a dire unità), arrivando a toccare quota ; per le donne invece, sempre a Dicembre 2009, il problema della disoccupazione ha riguardato ; rispetto a Dicembre 2008, il numero di donne disoccupate è aumentato del 40.5% ( vale a dire ). Complessivamente, ad Ottobre 2009, risultavano colpite dal lavoro ridotto persone, a fronte di un numero delle aziende colpite pari a 3637; il numero delle ore di lavoro perse è aumentato di (+3,7%), per un totale di 2 961'161 ore di lavoro perse. Nello stesso periodo dell anno precedente infatti, erano state registrate un numero di ore perse pari a 81'200. Per quanto riguarda la distribuzione dei disoccupati nei diversi rami economici, il numero di disoccupati registrati a Dicembre 2009, rapportato allo stesso mese dell anno precedente, è considerevolmente aumentato in tutti e tre i settori (Agricoltura +67%, Industria +56%, Servizi + 44%). Tale quadro ha costituito l eziologia dell innalzamento del tasso di disoccupazione medio annuo rispetto all anno precedente: infatti, in media le persone disoccupate registrate erano , ossia unità in più rispetto all anno precedente ( ); il tasso di disoccupazione ha così raggiunto, nel 2009, una media annua del 3,7% contro il 2,6% dell anno precedente. D altronde, parallelamente alla ripresa dell economia svizzera, iniziata, anche se lentamente, già nel quarto trimestre del 2009 ( PIL del quarto trimestre 2009 in aumento dello 0,7 rispetto al terzo trimestre, secondo i dati del SECO), anche il mercato del lavoro ha invertito la tendenza, anch esso con lo stesso ritmo e in special modo dal mese di febbraio Il Rapporto sulla situazione del mercato del Lavoro della Segreteria di Stato dell Economia (SECO), pubblicato in Maggio 2010, cristallizza il lento decrescere del numero di disoccupati registrati che, saliti ancora a gennaio fino a toccare quota ( dai di Dicembre), sono diminuiti di mese in mese, fino a scendere, in maggio, a unità, come evidenziato dai grafici di figura 9c e 9d. Anche il numero delle persone in cerca di impiego, nel mese di Maggio 2010, ha visto un miglioramento (8540 persone in meno) rispetto al mese precedente.

20 Il numero di persone colpite dal lavoro ridotto è diminuito: unità, ovvero 3900 in meno rispetto al mese precedente, cosi come è diminuito, sempre rispetto al mese precedente, il numero delle aziende colpite ( 2670, 203 unità in meno ovvero -7,1%) e il numero complessivo delle ore di lavoro perse ( ore) portandosi a Figura 9b - Occupazione per genere. (in migliaia) Fonte: Segreteria di Stato dell economia SECO, La situazione sul mercato del lavoro dicembre 2009, 8 Gennaio 2010 Disoccupati registrati secondo il sesso (Dicembre 2009) 42% 58% Donne Uomini

21 Figura 9 c - Occupazione per genere. Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bollettino Statistico maggio 2010, 8 giugno 2010 Disoccupati registrati secondo il sesso (Maggio 2010) 55% 45% Donne Uomini Figura 9d - Occupazione per genere. (in migliaia) Fonte: Segreteria di Stato dell economia SECO, La situazione sul mercato del lavoro maggio 2010, 8 giugno 2010 Disoccupati registrati in Dicembre 2009 e in Maggio Dicembre 2009 Maggio Uomini Donne Totale

22 La Svizzera sede di elezione di holding e società finanziarie straniere Tradizionalmente in Svizzera hanno sede holding e società finanziarie di gruppi multinazionali esteri sia per il controllo delle loro partecipazioni estere, sia per la gestione dei flussi di finanziamento, del traffico dei pagamenti intra-gruppo o per la gestione di brevetti e marchi. Ne deriva che tali strutture societarie determinano consistenti flussi d investimento diretti sia in entrata sia in uscita dalla Svizzera. In entrata vanno registrati trasferimenti di fondi effettuati dalla società madre estera a beneficio della holding costituita in Svizzera. In uscita figurano invece esportazioni di capitali verso le partecipate estere. Anche nel 2009, l Italia, dopo la Germania e prima della Francia, ha confermato la sua posizione di secondo partner economico della Svizzera. Da diversi anni gli scambi tra i due Paesi conoscono una crescita molto positiva: nel 2006 le importazioni svizzere dall Italia sono aumentate più del 13%, il 2007 ha registrato un +11,7%, mentre a fine 2008 si è avuta un inversione di tendenza registrando un +3,2%. Nonostante una sensibile diminuzione nel 2009, dovuta in particolare alla crisi economica internazionale, gli interscambi tra i due paesi totalizzano circa 40 miliardi di franchi all anno. Si tratta di un notevole dinamismo che indica l enorme apprezzamento del made in Italy in Svizzera. Sul piano geografico il 75% degli scambi commerciali tra Svizzera e Italia avvengono con la parte nord della penisola, Toscana compresa, anche se sono aumentati gli scambi verso le regioni del sud e del centro. La collaborazione tra i due Paesi comunque produce risultati vincenti ed altamente competitivi soprattutto perché vengono sfruttati appieno i punti di forza delle due nazioni: da un lato la precisione ed il senso organizzativo svizzero, dall altro il savoir-faire italiano in quanto a stile ed eleganza.

23 c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Oltre ai citati settori di tradizionale forza dell export svizzero, ne vanno menzionati anche altri ad alta tecnologia, a cominciare da quello della ricerca farmaceutica e chimica, degli strumenti di precisione, delle biotecnologie e delle nanotecnologie che vede la Svizzera in posizione di avanguardia a livello mondiale, nei quali forme di collaborazione industriale per le nostre imprese sarebbero certamente da sviluppare. d) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST Nella classifica rischio-paese,aggiornata ad ottobre 2009, la SACE colloca la Svizzera nella categoria OCSE n 0 con nessuna restrizione. L Agenzia di rating Moody's, in un comunicato di dicembre 2009, ha incluso la Svizzera tra i Paesi qualificati con un rating massimo ''resistente che hanno affrontato la crisi da una posizione di partenza più solida. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO Il mercato svizzero, fortemente integrato in campo internazionale, beneficia di un regime di libero scambio per i prodotti industriali. Il commercio estero contribuisce in modo essenziale al benessere dell'economia svizzera. Dall inizio della crisi economica, le esportazioni elvetiche sono sensibilmente diminuite. Dato questo difficile contesto il Consiglio federale è favorevole a un'intensificazione della politica di libero scambio intesa ad ampliare e approfondire la rete degli accordi esistenti. I negoziati attuali e futuri su accordi di libero scambio perseguono due scopi: il primo è quello di garantire alle imprese svizzere le condizioni possibilmente più favorevoli per l'accesso ai mercati esteri. Un particolare interesse è prestato ai Paesi emergenti con forte potenziale di crescita e/o la cui dimensione lascia intravedere sbocchi molto interessanti. Il secondo scopo di questi negoziati è quello di conseguire un miglioramento delle condizioni quadro per le relazioni commerciali con importanti partner economici e di eliminare le discriminazioni di cui le imprese svizzere sono vittime, a differenza dei loro più importanti concorrenti. Si vuole che gli operatori economici svizzeri possano contare su un accesso a mercati esteri che sia, nei confronti dei loro principali concorrenti, possibilmente privo di ostacoli e discriminazioni. In un contesto economico come quello attuale, caratterizzato in particolare da un crollo delle esportazioni, assume particolare importanza l'adozione di misure di politica economica estera tese a schiudere ulteriori mercati di sbocco. La negoziazione e la conclusione di accordi di libero scambio con nuovi partner fanno anche parte delle misure della politica di crescita e dei diversi provvedimenti presi dal Consiglio federale per la stabilizzazione economica. Il 19 febbraio 2009 la consigliera federale Doris Leuthard, capo del Dipartimento federale dell'economia (DFE), e il ministro giapponese Hirofumi Nakasone, responsabile degli affari esteri, hanno firmato a Tokyo un accordo bilaterale di libero scambio e di partenariato economico (ALSPE). L'ALSPE comprende disposizioni su scambio di merci, scambio di servizi, circolazione transfrontaliera delle persone fisiche a scopi commerciali, creazione e protezione di investimenti, protezione della proprietà intellettuale, commercio elettronico e concorrenza. In altre parole l'accesso al mercato e le condizioni quadro saranno migliori per gli esportatori, per gli investitori e per i fornitori svizzeri di servizi. A partire dal 1 settembre 2009 gli esportatori svizzeri risparmiano circa 100 milioni di franchi annui in diritti doganali.

24 L'ALSPE rappresenta l'accordo di libero scambio più importante concluso dalla Svizzera dopo quello del 1972 con la Comunità europea; infatti, il Giappone è il principale partner commerciale della Svizzera in Asia e dal 1 settembre 2009 la Svizzera è il primo Paese europeo a beneficiare di un simile accordo con esso. Nella seduta del 5 giugno 2009 il Consiglio federale ha approvato una strategia di intensificazione della politica di accordi di libero scambio. Dopo la Federazione di Russia e l'ucraina, esso ha inoltre approvato il mandato di negoziazione per un accordo di libero scambio con Hong Kong. L'accordo con Hong Kong intende incrementare le relazioni economiche con il terzo partner commerciale piú importante per la Svizzera in Asia, dopo Giappone e Cina. I negoziati hanno lo scopo di creare condizioni quadro sicure e per quanto possibile senza ostacoli e discriminazioni. La consigliera federale Doris Leuthard ha inoltre firmato il 22 giugno 2009 un accordo di libero scambio di ampia portata con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del Golfo. L'entrata in vigore è prevista per inizio Questo accordo di libero scambio con gli Stati arabi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Cooperation Council for the Arab States of the Gulf - GCC, composto da Bahrain, Qatar, Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) facilita agli esportatori svizzeri di merci e servizi l'ingresso di mercato, la sicurezza giuridica e l'accesso agli appalti pubblici. Per quanto concerne la circolazione delle merci, l'accordo elimina quasi tutti i dazi doganali sui prodotti industriali. In termini di volume degli scambi commerciali, il GCC è il terzo partner di libero scambio della Svizzera, dopo l'unione europea e il Giappone. L'accordo di libero scambio AELS-Canada è entrato in vigore il 1 luglio Con esso vengono eliminati o ridotti i dazi doganali imposti sui prodotti industriali. In termini di flussi commerciali il Canada è il terzo partner, per il libero scambio, della Svizzera dopo l'unione europea e il Giappone. Questo accordo rafforza la competitività dell'industria svizzera rispetto ai suoi concorrenti dell'unione europea, poiché è il primo accordo di libero scambio concluso dal Canada con Paesi europei. L'accordo di libero scambio prevede inoltre di avviare negoziati sul commercio dei servizi, sugli investimenti e sugli appalti pubblici entro tre anni dall'entrata in vigore dell'accordo. Le relazioni tra la Svizzera e l UE sono molto intense, come testimoniato dal numero, senza pari e senza precedenti, di Accordi settoriali sottoscritti tra le parti fin dal Il primo pacchetto di accordi, riguardante soprattutto la cooperazione economica, comprende sette intese entrate in vigore il primo giugno Tali intese toccano le seguenti aree: libera circolazione delle persone, 1 trasporti aerei, trasporti terrestri, agricoltura, cooperazione scientifica e tecnologica, appalti pubblici, mutuo riconoscimento delle valutazioni di conformità. Insieme all Accordo sul libero scambio, in vigore dal 1 giugno 1972, costituiscono la base delle relazioni bilaterali tra il Paese e l UE. La prima serie di intese è stata completata con la firma, il 26 ottobre 2004, degli Accordi c.d. Bilaterali Bis, aventi particolare focus sulla cooperazione in materia di Giustizia e Affari Interni. Si tratta di nove Accordi relativi a Schengen, Dublino, lotta alla frode, fiscalità del risparmio, prodotti agricoli trasformati, ambiente, pensioni dei funzionari UE, statistica, mezzi di comunicazione. 1 Il 1 aprile 2006 è entrato in vigore il Protocollo all Accordo sulla libera circolazione delle persone, a seguito dell adesione all UE dei nuovi Stati membri, che prevede l ingresso dei 10 Paesi come parti contraenti dell Accordo, introducendo periodi transitori, estendibili al massimo fino al 30 aprile 2011, per i lavoratori e fornitori di servizi da essi provenienti, ad esclusione di Malta e Cipro. Il Protocollo introduce modifiche concernenti l acquisto di proprietà immobiliari ed adattamenti tecnici per quanto riguarda la previdenza sociale ed il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali.

25 Il 17 dicembre 2004 i nove Accordi sono stati approvati dal Parlamento elvetico e decorsi i 100 giorni previsti per la raccolta delle firme è stato indetto un referendum sull adesione della Svizzera agli Accordi di Schengen e Dublino che, tenutosi il 5 giugno 2005, ha avuto esito positivo. Il 20 marzo 2006 la Confederazione svizzera ha notificato di aver concluso le procedure per l entrata in vigore dei due accordi in questione. I controlli sistematici delle persone alle frontiere nazionali sono stati soppressi il 12 dicembre 2008, con l'inizio della cooperazione operativa tra la Svizzera e l'ue nell'ambito degli accordi di associazione a Schengen e Dublino. La cooperazione di Schengen favorisce la libera circolazione alle frontiere interne tra gli Stati aderenti e stabilisce disposizioni d entrata uniformi per lo spazio Schengen. Allo stesso tempo la sicurezza viene garantita attraverso misure compensative come, per esempio, il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne e il potenziamento della cooperazione internazionale tra le autorità di polizia e giustizia. La crescita economica e occupazionale registrata negli anni precedenti la crisi finanziaria è stata possibile anche grazie all accesso facilitato alle forze lavoro provenienti dai Paesi europei. Si temeva che l'apertura del mercato del lavoro potesse inasprire la concorrenza nei confronti dei lavoratori svizzeri, invece non sono stati riscontrati fenomeni di esclusione di connazionali. Anzi, secondo il sesto rapporto dell Osservatorio sugli effetti della libera circolazione delle persone, pubblicato il 27 Maggio 2010, durante il recente rallentamento economico, pur subendo una netta contrazione, l immigrazione in Svizzera si è mantenuta a un livello relativamente alto e i possibili effetti negativi di un offerta di lavoro crescente sono stati compensati dagli effetti stabilizzatori dell immigrazione sulla congiuntura. Se all inizio della crisi economica l immigrazione persistente potrebbe aver accelerato leggermente l aumento della disoccupazione, al tempo stesso ha avuto un effetto stabilizzatore sui consumi e sugli investimenti nel settore delle costruzioni. La recessione e il calo dell occupazione in Svizzera sono stati moderati rispetto ad altri Paesi industrializzati anche grazie all immigrazione. Inoltre, le imprese hanno sfruttato le maggiori possibilità offerte dall Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) per reclutare manodopera qualificata, favorendo la crescita demografica e la ripresa economica. L immigrazione ha avuto ripercussioni favorevoli per le assicurazioni sociali finanziate secondo il principio della ridistribuzione: i contributi versati dai lavoratori provenienti dagli Stati membri dell UE in Svizzera superano ampiamente le prestazioni che percepiscono. Nell ottica di sviluppo di misure di politica economica estera tese a sostenere i Paesi in via di sviluppo e, quindi, schiudere ulteriori mercati di sbocco, si registra la firma di un protocollo di accordo, avvenuta lo 11 Maggio 2010, tra il presidente della Confederazione Doris Leuthard e il presidente del Fondo Monetario Internazionale Domique Strass-Kahn, versato appunto al sostegno nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, accordo in base al quale il contributo svizzero a raggiunto quota 10 milioni di dollari; tale accordo vuole sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo in previsione della loro integrazione sostenibile nel sistema commerciale e finanziario internazionale.

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