Studio di Geologia GEODES. Provincia di Lucca Comune di Sillano CAPOLUOGO. Piano di Recupero del centro storico

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1 Studio di Geologia GEODES via Valmaira, Castelnuovo Garfagnana (LU) tel / fax e.mail : geodes@inwind.it Provincia di Lucca Comune di Sillano CAPOLUOGO Piano di Recupero del centro storico INDAGINI GEOLOGICHE dott.geol. Leonardo Moni collaboratori : geom. Consuelo Adami data : gennaio 2011 File disegno : Disegni 2011 / Sillano Piano di Recupero File testo : Relazioni 2011 / Piano Recupero Sillano CAPOLUOGO

2 Indice 1. Premessa 2. Sintesi delle conoscenze 3. Analisi e approfondimenti 4. Carta geologica in scala 1: Carta geomorfologica in scala 1: Carta dei dati geognostici disponibili sull area in scala 1:2.000 Carta delle categorie di sottosuolo in scala 1: Carta litologico - tecnica in scala 1: Carta delle pendenze in scala 1: Carta delle aree allagabili in scala 1: Carta delle pertinenze fluviali in scala 1: Carta delle aree a pericolosita geomorfologica in scala 1: Carta delle Zone a Maggiore Pericolosita Sismica Locale (ZMPSL) in scala 1:2.000 Carta delle aree a Pericolosita Sismica in scala 1: Carta delle aree a pericolosita idraulica in scala 1: Carta della permeabilita in scala 1:2.000 Carta della vulnerabilita degli acquiferi in scala 1: Condizioni di fattibilita Criteri generali di fattibilità in relazione agli aspetti geomorfologici Criteri generali in relazione agli aspetti sismici Criteri generali di fattibilità in relazione agli aspetti idraulici 16.Classificazione della zona di Piano di Recupero in Piano di Assetto Idrogeologico del Fiume Serchio (P.A.I.) VARIANTE 1^ aggiornamento 17.Classificazione della zona di Piano di Recupero in Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Lucca (P.T.C.)

3 Cartografia allegata nel testo : Inquadramento topografico Carta geologica Carta geomorfologica Carta dei dati geognostici disponibili sull area Archivio dati geognostici disponibili sull area Carta delle categorie di sottosuolo Carta litotecnica Carta delle pendenze Carta delle aree allagabili in scala 1:2.000 Carta delle pertinenze fluviali in scala 1:2.000 Carta delle aree a pericolosita geomorfologica Carta delle zone a maggiore pericolosita sismica locale (ZMPSL) Carta delle aree a pericolosita sismica Carta delle aree a pericolosita idraulica Carta della permeabilita Carta della vulnerabilita degli acquiferi Carta della franosita del Bacino del Fiume Serchio (P.A.I.) Carta di riferimento delle norme di Piano nel settore del rischio idraulico (P.A.I.) Carta della fragilita geomorfologica (P.T.C.) Carta della fragilita idraulica (P.T.C.)

4 1.Premessa Su incarico della Amministrazione Comunale sono state condotte indagini geologiche in Sillano capoluogo, a supporto di Piano di Recupero di porzione del centro storico, cosi come delimitato sulla cartografia tematica allegata al testo. Le indagini sono state condotte nel rispetto della vigente normativa, con particolare riferimento a : Deliberazione Consiglio Regionale n.72 del approvazione del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) Deliberazione Consiglio Provinciale Lucca n.189 del Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Lucca L.R Norme per il governo del territorio Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico ( P.A.I. ) VARIANTE 1^ aggiornamento, adottata dal Comitato Istituzionale Autorita del Bacino del Fiume Serchio con Del n.168 del Decreto Presidente Giunta Regione Toscana n. 26/R del 27/04/2007 Regolamento di attuazione dell articolo 62 della L.R in materia di indagini geologiche Decreto Presidente Giunta Regione Toscana n. 36/R del 09/07/2009 Regolamento di attuazione dell articolo 117, commi 1 e 2 della L.R Regione Toscana Istruzioni Regionali Programma Valutazione Effetti Locali (VEL) Si e' preso atto che il Comune di SiIlano e' classificato sismico e rientra in zona 2 ( Del GRT n.431 del ).

5 2.Sintesi delle conoscenze Lo studio si è articolato attraverso la preliminare acquisizione dei dati forniti dalla bibliografia esistente, con particolare riferimento a : Carta geologica d'italia - Foglio 96 " Massa " scala 1: (autori vari) Carta della franosita del Bacino del Fiume Serchio Sezione in scala 1: ( Autorita di Bacino del Fiume Serchio ) Carta della rischio idraulico del Bacino del Fiume Serchio Tavola 7.3 in scala 1: ( Autorita di Bacino del Fiume Serchio ) Cartografia di Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Lucca

6 3.Analisi e approfondimenti I dati bibliografici sono stati verificati ed approfonditi attraverso un accurato e diretto rilevamento di campagna, con esame di affioramenti naturali e tagli antropici presenti in corrispondenza e nell immediato intorno dell area di piu specifico interesse. A supporto del presente studio, finalizzate ad una migliore caratterizzazione dell assetto stratigrafico di substrato ed alla definizione della locale categoria di sottosuolo, sono state utilizzate indagini geofisiche eseguite, nell ambito del Progetto V.E.L., dalla Regione Toscana. Viene di seguito elencata, in riferimento anche a quanto prescritto in Decreto Presidente Giunta Regione Toscana n. 26/R del Regolamento di attuazione dell articolo 62 della L.R , la cartografia tematica allegata al testo; sono inseriti altri elaborati e cartografie tematiche ritenute utili all espletamento dell incarico : Inquadramento topografico Carta geologica Carta geomorfologica Carta dei dati geognostici disponibili sull area Archivio dati geognostici disponibili sull area Carta delle categorie di sottosuolo Carta litotecnica Carta delle pendenze Carta delle aree allagabili Carta delle pertinenze fluviali Carta delle aree a pericolosita geomorfologica Carta delle zone a maggiore pericolosita sismica locale (ZMPSL) Carta delle aree a pericolosita sismica Carta delle aree a pericolosita idraulica Carta della permeabilita Carta della vulnerabilita degli acquiferi Carta della franosita del Bacino del Fiume Serchio (P.A.I.) Carta di riferimento delle norme di Piano nel settore del rischio idraulico (P.A.I.) Carta della fragilita geomorfologica (P.T.C.) Carta della fragilita idraulica (P.T.C.)

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8 4.Carta geologica in scala 1:2.000 L area di Piano di Recupero si imposta, per la sua quasi totalita, su materiali detritici eterometrici quaternari ; solo la porzione marginale orientale dell area insiste su zone di affioramento / subaffioramento di litotipi attribuibili alla formazione dell arenaria macigno della Successione Toscana non metamorfica. Il materiale detritico risulta costituito nella porzione piu elevata della pendice da frammenti e massi arenacei eterometrici, subspigolosi, da poco a mediamente alterati, in matrice sabbioso limosa mediamente addensata; nella porzione inferiore del versante il detrito risulta invece prevalentemente costituito, in ragione della natura della roccia madre da cui deriva, da elementi calcareo argillitici, per lo piu centimetrici, in matrice limoso argillosa, mediamente addensata, talora debolmente plastica. A substrato dell area, sotto le coperture detritiche, tettonicamente contrapposti per faglia, si hanno, verso est, nella fascia piu elevata del rilievo (porzione marginale orientale della zona del Piano di Recupero), litotipi appartenenti alla formazione dell arenaria macigno della Successione Toscana non metamorfica. La roccia, ove osservata, risulta costituita da strati decimetrici e da bancate di maggiore spessore (anche superiori al metro), alternate a piu sottili orizzonti argillitico siltitici mediamente / poco diffusi ; la roccia risulta diffusamente fratturata e mediamente alterata ( l alterazione risulta piu spinta nello spessore superficiale dell ammasso ); il colore della roccia integra e grigio-piombo, l'alterazione produce una colorazione tendente al marroncino. Nella porzione inferiore del rilievo il substrato della zona di Piano di Recupero viene attribuito a materiali facenti parte della Successione Subligure; si tratta di di argilliti varicolori, prevalentemente grigiastre/grigio scure od avana, in assetto caotico, con inclusi blocchi e strati lapidei poligenici (calcari, calcari marnosi, calcareniti, arenarie) da mediamente a molto diffusi. Le argilliti fissili, se integre, presentano elevate caratteristiche fisico meccaniche; a contatto per tempi prolungati con acque di circolazione interna si riplasticizzano con conseguente decadimento delle proprieta' geotecniche.

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10 5.Carta geomorfologica in scala 1:2.000 Nella specifica cartografia tematica sono evidenziati tutti gli elementi geomorfologici che caratterizzano il territorio. Gli elementi riconosciuti ed evidenziati, inseriti in classi tematiche, sono stati suddivisi, quando possibile, sulla base del loro grado di attività: attivi: processi in atto al momento del rilevamento e/o ricorrenti, per evidenze di campagna o testimonianze raccolte, con frequenza stagionale. quiescenti: processi verificatisi nell attuale sistema morfoclimatico e suscettibili di riattivazione con frequenza pluriennale (non determinabile) per cause naturali o più facilmente riattivabili per interferenze antropiche. Gli elementi individuati: DATI STRUTTURALI Faglie si tratta di elementi già individuati in carta geologica la cui presenza assume interesse in quanto, rappresentando gli stessi causa di indebolimento, dislocazione, laminazione e/o frammentazione per i materiali litoidi al cui interno si sviluppano, spesso si associano e delimitano fenomenologie di tipo gravitativo (frane) o coincidono con elementi di tipo morfologico (bruschi cambi di pendenza del versante). FORME, PROCESSI E DEPOSITI GRAVITATIVI DI VERSANTE Corone di distacco e corpi di frana ( attiva o quiescente) per scorrimento rototraslazionale La tipologia di dissesto, funzione della morfologia di versante, dei materiali coinvolti e delle cause di innesco, è stata riconosciuta integrando l analisi aereo fotogrammetrica con il rilievo diretto di campagna. Aree interessate da soliflusso generalizzato ( attivo o quiescente ) Sono zone di non vero e proprio dissesto, in cui però evidenze morfologiche di campagna (increspature ed ondulazioni di suolo, deboli contropendenze), denunciano un allentamento gravitativo superficiale diffuso; si sviluppano unicamente in materiali argillitici diffusamente alterati per imbibizione ed infiltrazione di acque superficiali. Detriti (attivi o quiescenti) Il grado di attività di un deposito detrito è legato alla esistenza o meno di una sua alimentazione continua ma viene correlato anche con la acclività del deposito stesso (un detrito acclive è potenzialmente instabile e comunque soggetto a progressive generalizzate mobilizzazioni; esso risulta pertanto suscettibile, anche in assenza di accrescimento del deposito, di subire una evoluzione morfologica di tipo gravitativo).

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12 6.Carta dei dati geognostici disponibili sull area in scala 1:2.000 In corrispondenza dell area del Piano di Recupero sono risultate disponibili indagini geofisiche eseguite dalla Regione Toscana, nell ambito del progetto V.E.L.. Piu in dettaglio, ubicate cosi come riportato sulla cartografia allegata, sono state utilizzate : Stesa sismica a rifrazione ST2 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas Stesa sismica a rifrazione ST3 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas Stesa sismica a rifrazione ST6 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas Stesa sismica a rifrazione ST9 (onde P SH) Ditta esecutrice : METHODO srl Il dato sismico, oltre che per una valutazione dell assetto stratigrafico di substrato e stato utilizzato per la individuazione della locale categoria di sottosuolo ( definita cosi come da D.M Nuove Norme Tecniche per le costruzione capitolo 3 comma ). La categoria di sottosuolo viene determinata facendo riferimento al valore di V s30, inteso come velocita media di propagazione entro 30 metri di profondita delle onde di taglio : 30 V s30 = Σ (per i compreso fra 1 ed n) hi / Vi con hi e Vi rispettivamente spessore (in metri) e velocita delle onde di taglio dello strato i- esimo, per un totale di n strati presenti nei primi 30 metri di profondita

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14 Le possibili categorie di sottosuolo sono : A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m. B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kpa nei terreni a grana fina). C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kpa nei terreni a grana fina). D Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kpa nei terreni a grana fina). E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s). La categoria di suolo attribuita alle varie aree della zona di Piano di Recupero viene graficamente sintetizzata sulla carta delle categorie di sottosuolo allegata al testo.

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16 Archivio dati geognostici disponibili sull area

17 Stesa sismica a rifrazione ST2 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas

18 SE NW ONDE SH ONDE P 360 m/s 1430 m/s 2950 m/s 620 m/s 2950 m/s 1380 m/s 2200 m/s 510 m/s 980 m/s 2200 m/s 325 m/s 350 m/s 380 m/s 500 m/s 445 m/s 540 m/s 840 m/s 840 m/s 620 m/s 620 m/s Contatto per faglia ONDE P E SH GEOPROVE sas di PAOLO SANI, PIETRO BARSANTI & C. GEOGNOSTICA - GEOFISICA PROVE PENETROMETRICHE via Buiamonti, 29 LUCCA - Tel. 0583/ Fax. 0583/ info@geoprove.com P.I ST 2

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20 Stesa sismica a rifrazione ST3 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas

21 NW SE 220 m/s 220 m/s 170 m/s 1400 m/s 1550 m/s 1520 m/s ONDE SH ONDE P 2570 m/s 150 m/s 380 m/s 590 m/s 2400 m/s 80 m/s 380 m/s 660 m/s 2400 m/s 110 m/s 385 m/s 745 m/s ONDE P E SH GEOPROVE sas di PAOLO SANI, PIETRO BARSANTI & C. GEOGNOSTICA - GEOFISICA PROVE PENETROMETRICHE via Buiamonti, 29 LUCCA - Tel. 0583/ Fax. 0583/ info@geoprove.com P.I ST 3

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23 Stesa sismica a rifrazione ST6 (onde P SH) Ditta esecutrice : GEOPROVE sas

24 N S ONDE SH ONDE P 550 m/s 1650 m/s 2820 m/s 430 m/s 555 m/s 330 m/s 450 m/s 1200 m/s 2620 m/s 310 m/s 430 m/s 620 m/s 500 m/s 1250 m/s 2530 m/s 310 m/s 430 m/s 620 m/s ONDE P E SH GEOPROVE sas di PAOLO SANI, PIETRO BARSANTI & C. GEOGNOSTICA - GEOFISICA PROVE PENETROMETRICHE via Buiamonti, 29 LUCCA - Tel. 0583/ Fax. 0583/ info@geoprove.com P.I ST 6

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26 Stesa sismica a rifrazione ST9 (onde P SH) Ditta esecutrice : METHODO srl

27 COMUNE DI SILLANO LINEA SISMICA ST9 SEZIONI SISMOSTRATIGRAFICHE: ONDE P e SH ONDE SH ONDE P METHODO s.r.l. modelli e tecnologie per la geologia e l'ambiente Redaz. Verif. Approv. Uffici: Castelferretti (AN) Via V. Veneto, tel.fax: / Rev. Comm. N 34G-03 LAVORO: LEGENDA: Indagini geofisiche a mezzo sismica a rifrazione eseguite presso il Comune di Sillano (LU) nell ambito del progetto VEL COMMITTENTE: COMUNE DI SILLANO (LU) Geofoni e superficie topografica * B Punti di energizzazione 650 Velocità onde P (m/sec) Tavola n : 2c Scala: Grafica Ns. Rif: C:\\MTH\LAVORI 2003\Sillano

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29 7.Carta litologico - tecnica in scala 1:2.000 In carta litologico tecnica, sulla base degli elementi geologico litologici individuati, i vari litotipi ed i diversi depositi distinti vengono raggruppati in unita litotecniche che, indipendentemente dalla loro posizione stratigrafica e dai relativi rapporti geometrici, presentano caratteristiche comuni. Per i litotipi lapidei vengono acquisite informazioni relative a litologia, stratificazione, grado di fratturazione ed alterazione. Per le coperture ed i depositi eterometrici vengono acquisite informazioni relative a spessore, grado di cementazione, grado di consistenza / addensamento, con particolare riferimento ai terreni che presentano scadenti caratteristiche geotecniche quali quelli torbosi o limo argillosi, terreni con consistenti disomogeneita verticali e laterali, terreni granulari non addensati, terreni argillosi soggetti a fenomeni di ritiro e rigonfiamento. La classificazione proposta, riferita alla suddivisione riportata in Legge Regionale n.56 del ( Valutazione degli Effetti Locali Programma VEL : Istruzioni Tecniche per le indagini geologico tecniche, le indagini geofisiche e geotecniche, statiche e dinamiche, finalizzate alla valutazione degli effetti locali nei comuni classificati sismici della Toscana Volume 2 ), in corrispondenza dell area di interesse, individua : COPERTURA UNITA LITOLOGICO TECNICA E (UNITA DI COPERTURA) Materiali granulari non cementati o poco cementati Ciottoli, blocchi e detrito grossolano : E1.a1/2.t1.t2 detrito grossolano, mediamente addensato, a matrice sabbioso limosa Ghiaie e detrito : E1.a1/2.t1.t3 detrito a granulometria medio grossolana, mediamente addensato, a matrice limosa argillosa SUBSTRATO UNITA LITOLOGICO TECNICA B Materiali lapideo stratificato costituito da alternanze di diversi litotipi Ammasso strutturalmente ordinato : B3.r1/4.d1/3 arenaria Ammasso strutturalmente disordinato : B5.r1/4.d4/5 argille e calcari B5.r5/6.d4/5 argille e calcari interessate da processi di soliflusso

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31 8.Carta delle pendenze in scala 1:2.000 In corrispondenza della zona di Piano di Recupero si individuano le seguenti classi di acclivita : porzione orientale (altimetricamente piu elevata) classe di pendenza prevalente 25% - 35% porzione centrale classe di pendenza prevalente 5% - 10% (verso nord) classe di pendenza prevalente 10% - 15% (verso sud ) porzione occidentale (altimetricamente meno elevata) classe di pendenza prevalente 5% - 10% (verso nord) classe di pendenza prevalente 10% - 15% (verso sud)

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33 9. Carta delle aree allagabili in scala 1:2.000 La zona di Piano di Recupero non risulta vulnerata / vulnerabile da eventi alluvionali.

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35 10.Carta delle pertinenze fluviali in scala 1:2.000 La zona di Piano di Recupero non interferisce con elementi del reticolo idrografico superficiale e non ricade in aree di pertinenza fluviale.

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37 11.Carta delle aree a pericolosita geomorfologica in scala 1:2.000 Attraverso le analisi e gli approfondimenti condotti vengono caratterizzate aree omogenee dal punto di vista della pericolosita geomorfologica. Vengono definite le seguenti classi di pericolosita geomorfologica : Pericolosita geomorfologica molto elevata (G.4) : aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza; Pericolosita geomorfologica elevata (G.3) : aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti; aree con indizi di instabilita connessi alla giacitura, alla acclivita, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonche processi di degfrado di carattere antropico; aree interessate da intensi fenomeni erosivi e da subsidenza; Pericolosita geomorfologica media (G.2) : aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto; Pericolosita geomorfologica bassa (G.1) : aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche, giaciturali non costituiscono fattori predisponenti al verificarsi di movimenti di massa. Per la zona di Piano di Recupero e di immediato intorno si hanno le seguenti classificazioni : classe G4 assente classe G3 comprende le aree classificate in P.A.I. come : AREE INSTABILI AD ALTA PERICOLOSITA B frane quiescenti,, a pericolosita P3 elevata AREE CON INSTABILITA ELEVATA PER CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE C.1 aree soggette a franosita in terreni prevalentemente argillitici acclivi e/o con situazioni morfologiche locali che ne favoriscono l imbibizione, a pericolosita P3 elevata C.2 aree soggette a franosita in terreni detritici acclivi, a pericolosita P3 elevata AREE POTENZIALMENTE FRANOSE PER CARATTERISTICHE LITOLOGICHE E.1, a pericolosita P3 elevata classe G2 comprende le aree classificate in P.A.I. come : AREE POTENZIALMENTE FRANOSE PER CARATTERISTICHE LITOLOGICHE E.2, a pericolosita P2 media classe G1 comprende le aree classificate in P.A.I. come : AREE POTENZIALMENTE FRANOSE PER CARATTERISTICHE LITOLOGICHE E.3, a pericolosita P1 bassa AREE DI MEDIA STABILITA con sporadici e locali indizi di instabilita e AREE STABILI con assenza di frane attive e quiescenti, a pericolosita P1 bassa

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39 12.Carta delle Zone a Maggiore Pericolosita Sismica Locale (ZMPSL) in scala 1:2.000 Carta delle aree a pericolosita sismica in scala 1:2.000 A seguito dell analisi e della valutazione integrata di quanto emerso dalla acquisizione delle conoscenze relative agli elementi di tipo geologico e geomorfologico vengono evidenziate, sulla base del quadro conoscitivo desunto, le aree ove possono verificarsi effetti locali o di sito. La valutazione degli effetti locali o di sito ai fini della riduzione del rischio sismico consente di individuare qualitativamente e di rappresentare, secondo quanto indicato in legenda dell allegato 1 delle direttive Decreto Presidente Giunta Regionale 26/R, sotto riportata : 1.probabili fenomeni di amplificazione stratigrafica, topografica e per morfologie sepolte 2.la presenza di faglie e/o strutture tettoniche 3.i contatti tra litotipi a caratteristiche fisico-meccaniche significativamente differenti 4.accentuazione della instabilita dei pendii 5.terreni suscettibili a liquefazione e/o addensamento 6.terreni soggetti a cedimenti diffusi e differenziali.

40 Per la zona di Piano di Recupero e di immediato intorno si individuano le seguenti condizioni di possibile sviluppo di effetti amplificativi di sisma : Situazioni Possibili effetti 2A zone caratterizzate da movimenti franosi quiescenti 2B zone potenzialmente franose Accentuazione dei fenomeni di instabilita in atto e potenziali dovuti ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici Situazioni Possibili effetti 10 zone con presenza di coltri detritiche di alterazione del substrato roccioso e/o coperture colluviali Amplificazione diffusa del moto del suolo dovuta alla differenza di risposta sismica fra substrato e copertura dovuta a fenomeni di amplificazione stratigrafica Situazioni Possibili effetti 13 contatti tettonici, faglie, sovrascorrimenti e sistemi di fratturazione Amplificazione differenziata del moto del suolo e dei cedimenti; meccanismi di focalizzazione delle onde Presenti nella fascia piu orientale, altimetricamente piu elevata, dell area di Piano di Recupero, piccole porzioni di territorio in cui non sono presenti elementi in grado di generare fenomeni di amplificazione sismica locale e/o instabilita dinamica.

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42 Le direttive Decreto Presidente Giunta Regionale 26/R evidenziano come tutti gli effetti locali prodotti da eventi sismici e connessi ad aspetti stratigrafici, morfologici, geotecnici e strutturali assumano una diversa rilevanza in funzione della sismicita di base del territorio comunale e della relativa accelerazione di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (Decreto Ministeriale ). Sull allegato 2 del sopra citato decreto, di seguito riportato, sono indicati gli elementi delle Zone a Maggiore Pericolosita Sismica Locale (ZMPSL) da prendere in considerazione e da eventualmente approfondire nella attuazione delle indagini; gli stessi elementi sono associati al grado di pericolosita sismica (dipendente dalla interazione tra ciascun elemento di pericolosita sismica locale e la sismicita di base, connessa alla zona sismica di appartenenza del comune considerato - Deliberazione Giunta Regionale Toscana n.431 del )

43 Dalla sintesi delle informazioni derivanti dalle cartografie geologiche, geomofologiche e dalla carta delle Zone a Maggior Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) si arriva a valutare le condizioni di pericolosità sismica dei siti indagati secondo le seguenti graduazioni di pericolosità ( per le quali si riportano tra parentesi i numeri di riferimento alla simbologia di cui all allegato 1 delle direttive Decreto Presidente Giunta Regionale 26/R ) : Pericolosità sismica locale molto elevata (S.4) : aree in cui sono presenti fenomeni di instabilità attivi (1) e che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; terreni soggetti a liquefazione dinamica (5) in comuni a media-elevata sismicità (zone 2); Pericolosità sismica locale elevata (S.3) : aree in cui sono presenti fenomeni di instabilità quiescenti (2A) e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone potenzialmente franose o esposte a rischio frana (2B) per le quali non si escludono fenomeni di instabilità indotta dalla sollecitazione sismica; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi (4); terreni soggetti a liquefazione dinamica (5) in comuni a media-elevata sismicità (zone 3s); zone con possibile amplificazione sismica connesse a zone di bordo della valle e/o aree di raccordo con il versante (8); zone con possibile amplificazione per effetti stratigrafici (9, 10, 11) in comuni a media- levata sismicità (zone 2 e 3s); zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisicomeccaniche significativamente diverse (12); presenza di faglie e/o contatti tettonici (13); Pericolosità sismica locale media (S.2) : zone con fenomeni franosi inattivi (3); aree in cui è possibile amplificazione dovuta ad effetti topografici (6-7); zone con possibile amplificazione stratigrafica (9, 10, 11) in comuni a media sismicità (zone 3); Pericolosità sismica locale bassa (S.1) : aree caratterizzate dalla presenza di formazioni litoidi e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica. Per la quasi totalita dell area di Piano di Recupero ( fanno eccezione piccole porzioni presenti nella sua fascia piu orientale, altimetricamente piu elevata, cui viene attribuita pericolosita sismica S.1 bassa), in ragione della natura e delle caratteristiche dei materiali affioranti e di substrato, in ragione della acclivita dei luoghi, in ragione delle condizioni geomorfologiche e di stabilita riscontrate, in ragione delle tipologie delle situazioni di possibile innesco di fenomeni sismici locali individuate e dei conseguenti possibili effetti attendibili si riscontrano condizioni di pericolosita sismica locale elevata (S.3).

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45 13.Carta delle aree a pericolosita idraulica in scala 1:2.000 Attraverso le analisi e gli approfondimenti condotti vengono caratterizzate aree omogenee dal punto di vista della pericolosita idraulica. Vengono definite le seguenti classi di pericolosita idraulica : Pericolosita idraulica molto elevata (I.4) : aree interessate da allagamenti per eventi con Tr =< 30 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosita molto elevata le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorranno contestualmente le seguenti condizioni : a) vi sono notizie storiche di inondazioni b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Pericolosita idraulica elevata (I.3) : aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30 anni < Tr =< 200 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosita elevata le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni : a) vi sono notizie storiche di inondazioni b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Pericolosita idraulica media (I.2) : aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 200 anni < Tr =< 500 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosita media le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni : a) non vi sono notizie storiche di inondazioni b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. Pericolosita idraulica bassa (I.1) : aree collinari o montane prossime a corsi d acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni : a) non vi sono notizie storiche di inondazioni b) sono in situazione di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell argine o, in mancanza, al ciglio di sponda.

46 Per l intera area di Piano di Recupero e di suo immediato intorno, valgono le seguenti considerazioni di carattere idraulico : il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Serchio) non individua condizioni di rischio idraulico il PTC (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca) non individua condizioni di fragilita idraulica non vi sono notizie storiche di inondazioni, ristagni e/o problematiche legate a cattivo drenaggio/smaltimento delle acque meteoriche e/o di deflusso superficiale. Tenuto conto delle valutazioni idrauliche che sottendono gli strumenti di governo del territorio sopra elencati (facenti riferimento a specifici battenti d acqua ed a specifici tempi di ritorno per la valutazione degli eventi attesi) all intera area di interesse viene attribuita una pericolosita idraulica bassa ( I.1 ).

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48 14.Carta della permeabilita in scala 1:2.000 Carta della vulnerabilita degli acquiferi in scala 1:2.000 Sulla base delle distinzioni evidenziate in carta della permeabilita allegata al testo, alla intera zona di Piano di Recupero viene attribuita una permeabilita primaria, per porosita, media, propria di depositi a granulometria mista, in matrice sabbioso limosa, talora debolmente argillosa, mediamente addensati, talora debolmente cementati / cementati. La natura dei materiali affioranti e di diretto substrato in corrispondenza della intera zona di Piano di Recupero (antichi depositi detritici eterometrici con prevalente matrice da sabbioso limosa a limoso argillosa, mediamente addensata ) ed il loro grado di permeabilita comportano, per essi, un grado di vulnerabilita medio ; di tale fattore si dovra tenere conto, predisponendo adeguate misure di protezione e salvaguardia, in rapporto alla presenza di eventuali fonti di potenziale dispersione non controllata e/o di inquinamento.

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51 15.Condizioni di fattibilita Le condizioni di attuazione delle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali possono essere differenziate secondo le seguenti categorie di fattibilità: Fattibilità senza particolari limitazioni (F1) : si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali non sono necessarie prescrizioni specifiche ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all attività edilizia. Fattibilità con normali vincoli (F2) : si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali è necessario indicare la tipologia di indagini e/o specifiche prescrizioni ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all attività edilizia. Fattibilità condizionata (F3) : si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fini della individuazione delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi. Fattibilità limitata (F4) : si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali la cui attuazione è subordinata alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza che vanno individuati e definiti in sede di redazione del medesimo regolamento urbanistico, sulla base di studi e verifiche atti a determinare gli elementi di base utili per la predisposizione della relativa progettazione. La opportunita di distinguere la fattibilita degli interventi in funzione delle situazioni di pericolosita riscontrate per fattori geomorfologici, sismici ed idraulici, porta alle classificazioni riportate nei paragrafi successivi. Gli interventi ammissibili all interno della zona di Piano di Recupero, di natura quasi totalmente privata, risultano essere, cosi come piu estesamente evidenziato sulle specifiche schede di progetto : interventi di manutenzione ordinaria interventi di manutenzione straordinaria interventi di restauro e risanamento conservativo interventi di ristrutturazione edilizia interventi di ristrutturazione urbanistica Di seguito specificate piu estesamente le tipologie di intervento ammissibili per ogni classe (tratto dall articolo 9 delle dalle Norme Tecniche di Piano di Recupero, redatte dai tecnici dott.arch.domenico Davini e dott.arch.francesca Guidi)

52 Art.9 Modalità d'intervento Gli interventi previsti nel piano di recupero si attuano come segue: A.MANUTENZIONE ORDINARIA Gli interventi di manutenzione ordinaria sono quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare e mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. 1. Tetti, coperture, gronde e pluviali: normale riparazione e\o sostituzione d'elementi del manto di copertura. Riparazione di comignoli, canne fumarie e simili. Rifacimento di canale e pluviali con materiali previsti dalle norme di CUI all'art.7 comma Strutture portanti in elevazion~: normale riparazione e\o consolidamento con gli stessi materiali e tecnologie esistenti con particolare attenzione alle murature in pietra a faccia vista. 3. Muri interni non portanti: normale riparazione e\o consolidamento con gli stessi materiali e tecnologie esistenti. 4. Servizi igienici: nonnale riparazione e\o sostituzione d'apparecchi e sanitari. 5. Elementi d'isolamento e d'impermeabilizzazione: normale riparazione e\o risanamento senza esecuzione d'opere murarie. 6. Impianti di riscaldamento o areazione forzata: normale riparazione e\o sostituzione di parti. 7. Intonaci: riparazione degli intonaci esterni ed interni con riferimento alle soluzioni indicate nelle presenti norme. 8. 'Coloriture: rifacimento di coloriture interne e riprese di coloriture esterne, con riferimento alle soluzioni indicate nelle presenti norme. 9. Pavimenti e rivestimenti interni: normale riparazione con mantenimento delle caratteristiche originarie. 10. Infissi: normale riparazione degli infissi interni ed esterni con riferimento alle soluzioni conformi allegate. B.MANUTENZIONE STRAORDINARIA Gli interventi di manutenzione straordinaria sono quelli che riguardano le opere e le modifiche necessarie per integrare, riparare o sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché realizzare o ampliare i servizi igienico sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d'uso. 1. Coperture e gronde: Rifacimento parziale o totale del manto di copertura, dello scempiato, dell'orditura di sostegno e delle gronde, anche con materiali diversi da quelli esistenti, comunque conformi alle prescrizioni generali e particolari per esso indicate. Il

53 2. Canne fumarie, condotte d'areazione e comignoli: rifacimento parziale o totale, a condizione che gli interventi siano realizzati nel rispetto delle norme generali e delle soluzioni conformi allegate. 3. Solai e strutture portanti orizzontali: sostituzione parziale di singoli solai senza spostamento della quota del piano di calpestio. 4. Strutture portanti verticali: interventi di consolidamento delle strutture esistenti tramite anche parziali demolizioni, ricostruzioni ed integrazioni del sistema strutturale con eventuale modifica dei materiali. Creazione, soppressione o modifica di aperture interne che non comportino divisione in più unità immobiliari. 5. Muri interni non portanti: realizzazione, soppressione e\o modifica di tramezzi, purché tali opere siano conseguenti o strettamente necessarie agli interventi di dotazione d'impianti e servizi igienico-sanitari. 6. Servizi igienico-sanitari: rifacimento e\o nuova realizzazione di locali per servizi igienici senza aumento di volume e di superficie dell'unità immobiliare interessata. 7. Vespai: Rifacimento o nuova realizzazione. 8. Isolamenti ed impermeabilizzazioni: rifacimento o nuova realizzazione con eventuale esecuzione d'opere murarie. 9. Controsoffittature: demolizione e ricostruzione o nuova realizzazione di controsoffittature. lo. Impianti: rifacimento, integrazione e nuova installazione d'impianti interni con eventuale intervento sulle murature. Il. Impianti d'accumulazione o sollevamento idrico: rifacimento, integrazione o nuova installazione d'impianti interni con eventuale intervento sulle murature. 12. Intonaci: rifacimento d'intonaci interni con caratteri e materiali anche diversi da quelli presistenti. Rifacimento d'intonaci esterni con caratteri e materiali anche diversi da quelli presistenti, a condizione che risultino conformi alle nome generali e particolari del presente Piano. 13. Coloriture: realizzazione di coloriture e tinteggiature interne con colori e materiali anche diversi da quelli esistenti. Realizzazione di coloriture e tinteggiature esterne con colori e materiali anche diversi da quelli esistenti, a condizione che risultino conformi all'allegato codice dei colori. 14. Pavimenti e rivestimenti: rifacimento e nuova formazione di pavimentazioni e rivestimenti interni, anche con materiali diversi da quelli esistenti. 15. Infissi: rifacimento degli infissi interni con materiali e colori anche diversi da quelli esistenti. Rifacimento d'infissi esterni con materiali e colori anche diversi da quelli esistenti, a condizione che risultino conformi alle nome generali e particolari del presente Piano. 12

54 C. RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO Gli interventi di restauro e risanamento conservativo sono quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico d'opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, fonnali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con esso compatibili. Si distinguono le seguenti tipologie d'intervento: C.I. Restauro e risanamento conservativo con ripristino tipologico: Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino tipologico ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento d'elementi accessori e impianti richiesti dalle nuove destinazioni d'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio. Il ripristino tipologico riguarda gli edifici che, pur avendo un rilevante interesse architettonico, non hanno, o non hanno mantenuto, carattere monumentale o artistico. C.2. Restauro e risanamento conservativo con ripristino filologico: Il ripristino filologico riguarderà gli edifici di carattere monumentale (edifici speciali civili e religiosi, palazzi, rocche, mura etc.) o comunque di rilevante interesse storico architettonico o artistico, dei quali esiste una documentazione storica sufficente. Gli interventi impostati nell'ottica della totale conservazione del manufatto, con tutte le peculiari caratteristiche architettoniche e dei materiali originali; potranno essere sostituiti soltanto gli elementi costruttivi e decorativi irrimediabilmente degradati, con interventi che dovranno essere reversibili. Negli edifici per i quali sia possibile capire l'assetto originario (attraverso la lettura del manufatto stesso o di una documentazione storica sufficiente) l'intervento tenderà a ripristinare la conformazione e l'immagine originaria. Negli edifici per i quali la documentazione non è sufficiente l'intervento dovrà tendere a conservare lo stato di fatto, mantenendo leggibili gli interventi delle varie epoche. Il restauro conservativo con ripristino filologico sono obbligatori per i beni di cui alla L.I089\39. 13

55 D. RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli attraverso i quali si possono ottenere organismi edilizi in tutto o in parte diversi dallo stato preesistente. Sono consentiti a condizione che non creino pregiudizio alla conservazione degli elementi architettonici e decorativi esistenti. In questo tipo d'interventi è prescritto il mantenimento ed il restauro conservativo degli elementi architettonici e decorativi esistenti o che vengano alla luce anche durante il corso dei lavori. Aumenti di volume e\o di superficie coperta sono ammissibili sulla base di valutazioni conseguenti alle analisi effettuate sugli edifici dal punto di vista dei loro valore storico-artistico ed ambientale, ed in relazione ad esigenze di carattere funzionale e tecnico: tali aumenti sono individuati e specificati nelle norme relative alle singole U.M.I. Si distinguono le seguenti tipologie d'intervento: Ristrutturazione edilizia D.l. E' consentita per edifici che conservano valori artistici, architettonici, storici e\o d'ambientali, oltre agli interventi d'ordinaria e straordinaria manutenzione sono consentite le opere tendenti a conseguire una diversa distribuzione interna degli ambienti quali: l. Demolizione o spostamento di pareti e di altri elementi non portanti; 2. Apertura o chiusura di porte o passaggi nelle murature portanti interne; 3. Nuova installazione d'ascensori e montacarichi anche con formazione d'appositi vani. Ristrutturazione edilizia D.2. Questo tipo d'intervento si applica ad edifici che conservano in maniera parziale valori artistici architettonici, storici ed ambientali. Oltre alle opere già consentite per la ristrutturazione di tipo D.l. sono ulteriormente consentite opere di: l. Sostituzione di solai e tetti esistenti anche con modeste modifiche della quota d'imposta, fino ad un massimo, in più o in meno, di 50 cm. rispetto alla quota originale; a condizione che i piani dell'intradosso e dell'estradosso del nuovo solaio non interferiscano con la luce delle aperture verticali. 2. Parziale demolizione e ricostruzione di strutture portanti degradate in elevazione. 3. Nuovaformazione di pareti edaltre strutture non portanti. 4. Ricomposizione di aperture di porte e finestre nel rispetto delle norme generali e particolari. 5. Rialzamento dell'ultimo piano a fini abitativi, fino ad un massimo di 80 cm. Ristrutturazione edilizia D.3. Questo tipo d'intervento si applica ad edifici che, pur conservando parziali testimonianze d'impianti edilizi d'epoche precedenti, non manifestano 14

56 particolari valori artistici, architettonici o storici e sono già stati oggetto di sostanziali rimaneggiamenti. Oltre alle opere già consentite per la ristrutturazione di tipo D.l. e D.2., sono ulteriormente consentite opere di: l. Modifica, ristrutturazione o nuova formazione di corpi scala; 2.Modifica complessiva dell'assetto urbanistico distributivo delle singole unità edilizie. 3. Sostituzione delle strutturefino allo svuotamento dell'involucro edilizio. 4. Ampliamento fino al 20 % del volume dell'edificio, in modo da ottenere un unità abitativa adeguata ai moderni standardfunzionali e igienici. 15

57 E. RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA Gli interventi di ristrutturazione urbanistica sono quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico edilizio mediante un insieme sistematico d~interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale. Si distinguono le seguenti tipologie d~intervento: Ristrutturazione urbanistica E.I. Opere che comportino la complessiva riorganizzazione distributiva, funzionale e planovolumetrica del singolo edificio, anche attraverso opere di parziale o totale demolizione e ricostruzione del volume originario, fermi restando i preesistenti rapporti urbanistici. Ristrutturazione urbanistica E.2. Complesso d~opere rivolte alla sostituzione ed alla modifica del tessuto edilizio ed urbanistico esistente. Vi sono comprese: 1. la demolizione degli edifici, o parte di essi, non compatibili dal punto di vista morfologico, ambientale o funzionale con il tessuto urbanistico-edilizio. 2. la ricostruzione, parziale o totale, d'edifici distrutti per eventi naturali o bellici. 3. la costruzione di nuovi volumi (superiori al 20 % del volume esistente) per ottimizzare gli spazi abitativi, garantendo parametri igienico-sanitari e funzionali adeguati agli standard attuali. E' consentita la ristrutturazione urbanistica, anche mediante le ricostruzione dei vecchi annessi rustici quali: fienili, stalle e tettoie, per un loro riutilizzo a fini abitativi, turistici, agrituristici o come annessi alle residenze. La ricostruzione dovrà prevedere, per quel che riguarda l'articolazione distributiva, il rispetto della struttura fondamentale delle singole U.M.I. nonchè la configurazione complessiva degli edifici e delle aree. Gli edifici ricostruiti o ampliati devono rispettare ed essere congruenti come forma, dimensioni, caratteristiche costruttive ed architettoniche alla struttura generale delle preesistenze, e alle norme generali e particolari del presente Piano.

58 15.1.Criteri generali di fattibilità in relazione agli aspetti geomorfologici Nelle situazioni caratterizzate da pericolosità geomorfologica molto elevata G.4 è necessario rispettare i seguenti criteri generali : a) non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture che non siano subordinati alla preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione; b) gli interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono essere comunque tali da non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti, da non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione dei fenomeni franosi, da consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza; c) in presenza di interventi di messa in sicurezza dovranno essere predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza devono essere certificati; e) relativamente agli interventi per i quali sia dimostrato il non aggravio delle condizioni di instabilità dell area, purchè siano previsti, ove necessario, interventi mirati tutelare la pubblica incolumità, a ridurre la vulnerabilità delle opere esposte mediante consolidamento o misure di protezione delle strutture per ridurre l entità di danneggiamento, nonchè l installazione di sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo l evoluzione del fenomeno; della sussistenza delle condizioni di cui sopra deve essere dato atto nel procedimento amministrativo relativo al titolo abilitativo all attività edilizia. Nelle situazioni caratterizzate da pericolosità geomorfologica elevata G.3 è necessario rispettare i seguenti principi generali: a) l attuazione di interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture è subordinata all esito di idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza; b) gli eventuali interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono essere comunque tali da non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti, da non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi distabilizzazione e prevenzione dei fenomeni, da consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza; c) in presenza di interventi di messa in sicurezza dovranno essere predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza, devono essere certificati; e) possono essere attuati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel procedimento amministrativo relativo al titolo abilitativo all attività edilizia.

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