Giornata conclusiva Premio letterario "L'avventura di essere donna"

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1 6 agosto 2015 Contursi Terme (Salerno) Giornata conclusiva Premio letterario "L'avventura di essere donna" Saluti della Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli Care amiche, cari amici, desidero salutare e ringraziare tutte e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante evento. Un ringraziamento particolare va alla Presidente Gerarda Forlenza e a tutta la Commissione Pari Opportunità del Comune di Contursi Terme, per aver creduto fortemente in questo concorso letterario e per aver permesso la pubblicazione della sua prima edizione. Il fatto che abbiate deciso di intitolare il concorso "L'avventura di essere donna", conferisce a questa iniziativa artistica e culturale anche un elevato valore sociale. Credo che con i loro scritti, ragazze e ragazzi - ma anche tutti gli adulti che hanno partecipato - rendano possibili a tutte e tutti noi, e in particolare alla comunità di Contursi Terme, preziosi momenti di riflessione, di emozione, di conoscenza. L'avventura di essere donna non è un'avventura come tutte le altre. È un percorso di vita che ha specificità proprie, che si caratterizza per differenze e tratti universali assai complessi da spiegare e conoscere, ma anche solo da comunicare e descrivere. In questo punto sta l'eccellenza del lavoro svolto dalle tante donne e ragazze, ma anche dagli uomini e ragazzi, che si sono cimentati nel difficile compito di provare a raccontarla, questa avventura dell'essere donna.

2 Si tratta di persone che hanno scelto di confrontarsi, anche e soprattutto con sé stesse, di esprimersi, di rischiare, perché la parola ha il potere più grande di tutti, quello di costruire significati e aprirsi all'alterità, di condividere emozioni e valori. Con questo concorso letterario, autrici e autori hanno voluto privilegiare dalla propria prospettiva una visione sul mondo femminile, e l'esperimento sembra ben riuscito, perché la ricchezza dei molti aspetti che emergono dagli scritti ci raccontano la grande complessità delle relazioni umane: tra donne e uomini, tra donne di diverse generazioni, ma anche tra culture, tra corpi e sentimenti. Avendo conosciuto già le opere della prima edizione, so che grazie a questa iniziativa è possibile confrontarsi con temi di grande attualità e di inestimabile importanza, temi che ci riguardano tutte e tutti e su cui è doveroso interrogare la propria conoscenza e i propri sentimenti: il tema della violenza sulle donne, quello delle discriminazioni, ma anche quello della forza delle donne, del nostro saper condividere, della nostra ricerca di reciprocità, le radicali esperienze della maternità, dell'amore, dei rapporti familiari. Sono temi che ci impongono riflessioni fondamentali sull'identità, sulle differenze di genere, sul bisogno di riconoscimento che ogni persona vive come bisogno primario e diritto inviolabile. Ecco perché l'aspetto che ho trovato più interessante, in questo concorso letterario, è proprio la possibilità che esso offre di intervenire sui percorsi che formano gli stereotipi, i luoghi comuni e i pregiudizi, lasciando emergere una visione del mondo in cui lo sguardo arriva dalla prospettiva delle donne e degli uomini amici delle donne. Si tratta di una grande operazione culturale in cui riconosciamo le donne con le loro biografie personali, attraversando una complessa gamma di emozioni, di ruoli, abitudini e tradizioni che ci restituiscono le nostre quotidiane rappresentazioni sociali e, di conseguenza, anche le diffuse gerarchie del potere.

3 Nel nostro Paese c'è forte resistenza nel superare un modello culturale maschilista, che non concepisce le donne in posizioni di pari potere pur nel riconoscimento della differenza di genere, anche nella famiglia. In questa prospettiva, il raggiungimento della parità e il superamento delle discriminazioni sessuali, nonché delle varie forme di violenza di cui le donne e le ragazze sono vittime, sono in primo luogo da costruirsi attraverso un cambiamento culturale, che punti a sradicare stereotipi e luoghi comuni. Non è un caso se è proprio nei modelli di famiglia, in concezioni del rapporto di coppia fondati sulla gerarchia, in un idea dell amore come possesso, che si nascondono - spesso subdolamente - le ragioni culturali che portano alle violenze verso le donne, spesso proprio verso le donne amate. Ma bisogna dirlo forte e chiaro, soprattutto alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, che questo non è amore. Non esiste l amore possessivo e violento. La violenza annulla ogni altro sentimento, distrugge tutto e lascia in vita solo se stessa. Per questo, sono da sempre convinta che sia compito della politica intraprendere un percorso di cambiamento in cui anche l intervento educativo possa essere uno strumento per restituire alla nostra rappresentazione del mondo, e dei generi, la profondità e la complessità che meritano. Io credo che la dimensione politica, oggi, debba saper rispondere di un cambiamento che porta a superare l'idea di neutralità nelle scelte, nei linguaggi, nei percorsi legislativi, e conduca ad agire sul genere in termini di pieno riconoscimento della persona, di valorizzazione e rispetto delle donne. Se è vero, infatti, che il genere è una delle dimensioni fondamentali che caratterizzano l'identità della persona, è vero anche che è compito della politica creare le condizioni affinché questa identità possa essere pienamente riconosciuta e vissuta. Dunque le scelte della politica non possono più prescindere dal contrasto e soprattutto dalla prevenzione delle discriminazioni, delle violenze e della cultura sessista, e qui il

4 ruolo fondamentale è chiaramente esercitato dalla famiglia, dai mass media e, soprattutto, dal mondo della scuola, perché da lì passa la costruzione di una nuova cultura del rispetto della libertà di ciascuno, dell uso del linguaggio rispettoso della differenza di genere, della parità tra donne e uomini in ogni campo. Personalmente, sono orgogliosa di far parte di una legislatura di forte cambiamento, che vede una presenza di donne nei luoghi della decisione politica, istituzionale, sociale e civile mai conosciuta prima in Italia, e che ha comportato novità importanti sulle scelte politiche: penso al princìpio della rappresentanza di genere, che è stato introdotto con largo consenso nelle riforme in discussione nel Parlamento, penso alla legge contro il femmicidio e all'approvazione, all'unanimità, della Convenzione di Istanbul, per il contrasto e la prevenzione della violenza sulle donne, penso all'attenzione riposta alla maternità e ai congedi parentali nella nuova riforma del mercato del lavoro, e penso a quanto sia importante che anche il nostro Paese abbia, finalmente, una scuola che promuova, nei propri piani formativi, i princìpi di educazione alla parità di genere e dunque di prevenzione delle violenze e delle discriminazioni. Ma nonostante i tanti passi compiuti, nel nostro Paese, ancora molto deve essere fatto per realizzare, fino in fondo, sia l'autodeterminazione delle donne, che una effettiva equilibrata condivisione, tra donne e uomini, dell'esercizio delle responsabilità pubbliche e private. Si tratta di obiettivi e valori strettamente legati tra loro. Valorizzare i temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza di donne e uomini, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, del contrasto alla violenza contro le donne e del diritto all'integrità personali: sono questi gli obiettivi su cui oggi la politica è chiamata ad esercitare scelte serie e coerenti, agendo su temi che proprio la letteratura, e in particolare la poesia, hanno spesso saputo anticipare rispetto all'agire politico.

5 Qui sta un ulteriore aspetto positivo che ho trovato nel concorso letterario, cioè la curiosità che iniziative come questa possono accendere in chiunque voglia approfondire il rapporto tra cittadinanza e letteratura femminile, e ancor di più tra identità di genere e poesia, laddove esistono infiniti ambiti di studio in cui poter valorizzare le tante donne che hanno saputo raccontare il proprio essere donna con prospettive spesso innovative, profonde, intrecciate con i movimenti femministi e con avanguardie che magari nel tempo sono divenute scuole artistiche o di pensiero. Circa un anno fa, Dacia Maraini faceva notare, in un'intervista, che in occasione della Giornata della Poesia, nella lista di poeti italiani letti nelle scuole c'erano molti nomi, eppure nessuna donna. Anche su questo aspetto, l'iniziativa di oggi ci aiuta a riflettere, perché se siamo il Paese di Patrizia Cavalli, Amelia Rosselli, Alda Merini, Vivian Lamarque, Elsa Morante, e della Premio Nobel Grazia Deledda, solo per citarne alcune, vuol dire che c'è un pezzo importante nella nostra letteratura, e quindi della nostra inestimabile ricchezza artistica, culturale e sociale, che viene dimenticato o etichettato come una sorta di sottocategoria, e questo è un problema culturale serio e antico che dobbiamo saper affrontare. Detto questo, è fondamentale, ovviamente, che a raccontare "l'avventura di essere donna" siano anche - e auspico sempre più - uomini e ragazzi, perché, come non mi stancherò mai di ripetere, il modello culturale patriarcale e sessista rappresenta una gabbia per i sentimenti di tutti, donne e uomini: tutti siamo chiamati a sfidare i nostri propri pregiudizi e a prendere coscienza dei loro effetti. "Donne mie illudenti e illuse che frequentate le università liberali - scrisse proprio Dacia Maraini in "Donne mie" - imparate latino, greco, storia, matematica, filosofia; nessuno però vi insegna ad essere orgogliose, sicure, feroci, impavide". E inoltre: "Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno".

6 Sono certa, dunque, che iniziative come questa possono contribuire veramente a prendere coscienza e costruire il contesto culturale della condivisione, della qualità delle relazioni tra donne e uomini; così facendo, si lavora anche per la prevenzione e per il contrasto della violenza verso le donne e della loro discriminazione. Sappiamo, infatti, ce lo dicono ormai un'infinità di studi, storie di vita e statistiche, che la violenza contro le donne nasce innanzitutto da una visione della donna come soggetto subalterno, e che la migliore prevenzione possibile da mettere in campo è l'emporwement delle donne, il loro affrancamento e la loro emancipazione da qualunque condizione di dipendenza ed inferiorità: culturale, sociale, economica. Non solo, ma oggi sappiamo anche che il capitale femminile è il più dirompente capitale di cambiamento che abbiamo, un cambiamento ancora inespresso su cui possiamo e dobbiamo fondare il rilancio dell'italia: in termini di crescita economica, di qualità dello sviluppo, di piena cittadinanza, di qualità umane per una società civile e pienamente democratica. Questo è un punto che chi esercita una funzione pubblica non può assolutamente trascurare. Si tratta, in fondo, di dare attuazione concreta ai princìpi di pari dignità e non discriminazione presenti nella nostra Costituzione, che con l'articolo 3 afferma la pari dignità sociale di tutti i cittadini e la loro uguaglianza davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali: "È compito della Repubblica - afferma sempre l'articolo 3 - rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Un sentito e profondo grazie, dunque, lo rivolgo a tutte e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del concorso e che hanno desiderato partecipare, con i

7 propri scritti, a questa iniziativa: un'esperienza che è, a ben vedere, uno straordinario omaggio a tutte le donne e agli uomini di domani. Perché riconoscere le differenze senza lasciare che sesso, genere, orientamento sessuale, riproducano una visione totalizzante e gerarchica dell'essere umano, vuol dire riconoscere quelle potenzialità della persona e quelle legittime aspirazioni alla libertà che sono il fondamento stesso della democrazia.

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