LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO

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1 Confagricoltura Puglia Dip. PROGESA LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO L importanza della corretta gestione dei rifiuti per la salvaguardia ambientale Sala NAPOLI ore

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3 LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO L importanza della corretta gestione dei rifiuti per la salvaguardia ambientale

4 Pubblicazione realizzata nell ambito del progetto di ricerca Labelling Agricultural plastic Waste for valorising the waste stream (EC RTD QLRT, COLL, CT, Contract No , ) - Sesto Programma Quadro, finanziato dall Unione Europea.

5 LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO L importanza della corretta gestione dei rifiuti per la salvaguardia ambientale Il presente opuscolo divulgativo è stato redatto da: Giacomo Scarascia Mugnozza Dipartimento PROGESA, Università degli Studi di Bari Pietro Picuno Dipartimento Di.T.Ec., Università degli Studi di Basilicata Carmela Sica Dipartimento PROGESA, Università degli Studi di Bari Tiziana Dipasquale Confagricoltura Puglia

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7 INDICE INTRODUZIONE LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO I RIFIUTI PLASTICI AGRICOLI I RIFIUTI PLASTICI AGRICOLI: UNA RISORSA DA SFRUTTARE SISTEMI DI SMALTIMENTO PROSPETTIVE FUTURE RACCOMANDAZIONI FINALI PolieCo

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9 INTRODUZIONE Il progetto di Ricerca Labelling Agricultural plastic Waste for valorising the waste stream (acronimo LABELAGRIWASTE), coinvolge Confederazioni Agricole, Piccole e Medie Imprese (PMI) e Centri di Ricerca Scientifica di alcuni Paesi dell Unione Europea (Italia, Spagna, Grecia, Francia, Germania, Belgio, Finlandia, Cipro), come di seguito specificati: ASSOCIAZIONI AGRICOLE ed INDUSTRIALI CONFAGRICOLTURA PUGLIA (ITALIA); EuPC: Associazione Europea di Trasformatori dei materiali plastici (BELGIO); CICLOPLAST: Società statale che organizza e coordina gli interventi su tutto il territorio spagnolo a favore del riciclaggio delle bottiglie, dei contenitori e degli imballaggi realizzati in materiale plastico; PASEGES: Cooperativa di agricoltori (GRECIA); PANAGROTIKOS: Associazione di Piccole e Medie Imprese Agricole (CIPRO). PICCOLE e MEDIE IMPRESE ALFA EDILE s.r.l.: Centro di Conferimento, Selezione e Pressatura di Materiale Plastico, Divisione Ecologica (ITALIA); PATI S.p.A.: Azienda produttrice e venditrice di Materiale plastico per l agricoltura e l industria (ITALIA); INSERPLASA S.L.: Industria di Siviglia per il Riciclaggio della Plastica (SPAGNA); GAIKER: Centro Tecnologico esperto in analisi e gestione dei rifiuti (SPAGNA); POLYECO S.A.: azienda dedita alla valorizzazione e gestione dei rifiuti (GRECIA); SUOMEN UUSIOMUOVI OY: Associazione che riunisce produttori, trasformatori, importatori e rivenditori di prodotti realizzati in materiale plastico. Coordina tutte le attività di raccolta e riciclo dei rifiuti plastici (FINLANDIA); TITAN: Cementificio (GRECIA.

10 CENTRI DI RICERCA SCIENTIFICA Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici e Forestali (PROGESA) (ITALIA); Università dell Agricoltura di Atene (AUA), Dipartimento delle Risorse Naturali e di Ingegneria Agraria - (Grecia); Centro Nazionale di Meccanica Agraria, di Genio Rurale di e Forestale (CEMAGREF) (FRANCIA); Università di Stoccarda (USTUTT), Istituto di Scienze dei Polimeri - (GERMANIA); Obiettivo del progetto Il principale obiettivo del progetto è sviluppare procedure standardizzate e metodologie integrate di etichettatura, possibili basi di una futura normativa europea, per valorizzare il flusso dei rifiuti plastici agricoli..

11 LA PLASTICA NEL SETTORE PRIMARIO La storia delle materie plastiche di sintesi è relativamente recente (la produzione industriale delle principali resine risale al decennio ) tuttavia in circa mezzo secolo questi materiali hanno trovato molteplici applicazioni sia per il loro basso costo di produzione sia per le loro versatilità e prestazioni che possono variare in relazione alle tecniche di produzione e lavorazione. In particolare, negli ultimi decenni le materie plastiche hanno assolto un ruolo significativo nell'evoluzione dell'attività agricola, permettendo l utilizzazione di terreni agricoli. Oggi il settore agricolo assorbe il 3%, delle materie plastiche prodotte in Italia (Figura 1); esse sono impiegate per realizzare film, reti, lastre, tubi e contenitori di ogni genere (bottiglie, cassette, sacchi, ecc.). 20% 8% 2% 9% 6% 18% 37% packaging B & C E & E agriculture automotive household industry 1a) 10% 27% 3% 3% 12% 45% packaging B & C agriculture automotive household others 1b) Figura 1 Differenti impieghi dei materiali plastici (anno 2003), 1a) in Europa occidentale, 1b) in Italia (Fonte: Plastic Consult, 2004)

12 Applicazioni agricole delle materie plastiche: copertura dei mezzi di forzatura, film per serre e tunnel (spessore micron) caratterizzati da elevata trasmittanza alla radiazione solare nell UV-VIS-NIR e, al contempo, bassa trasmittanza all infrarosso lungo, pertanto le radiazioni termiche emesse dal terreno durante la notte rimangono all interno dell ambiente confinato (effetto serra). All interno si genera un microclima ottimale per la crescita e lo sviluppo delle piante per cui è possibile: - incrementare qualitativamente e quantitativamente le produzioni; - allevare colture in località diverse dalle originali (piante esotiche); - consentire la realizzazione di raccolti fuori stagione (primizie, tardizie). Tali coperture, inoltre, consentono di proteggere le coltivazioni dalle avversità atmosferiche (neve, vento, grandine, forti piogge, ecc.). La scelta del materiale plastico dipende da numerosi fattori, quali uso tradizionale nella regione, latitudine, caratteristiche climatiche, valore della coltura, ecc. I film di copertura possono avere particolari proprietà termiche, antinebbia o antigoccia, se opportunamente additivato. Foto 1. Tunnel copertura dei mezzi di semi-forzatura, film per piccoli tunnel, strutture alte poche decine di centimetri ma provviste di predisposizione per le aperture laterali per effettuare opportuni arieggiamenti delle coltivazioni anche in inverno; i

13 tunnellini offrono l opportunità di ampliare i cicli produttivi, anticipando o posticipando la raccolta di molti prodotti. Foto 2. Piccoli tunnel realizzazione dei mezzi di protezione (pacciamatura, coperture dirette, coperture galleggianti, ecc.). La pacciamatura è una tecnica agricola che, utilizzata su alcune colture, permette di: - contenere le malerbe riducendo l impiego dei diserbanti; - proteggere l apparato radicale/basale delle coltivazioni dal freddo; - proteggere le piante da alcuni parassiti terricoli; - mantenere pulito il raccolto; - consentire una conservazione più efficiente dell'acqua Foto 3. Terreno pacciamato Attualmente la pacciamatura del terreno si realizza con film plastico nero (spessore ca. 50 micron), che viene disteso meccanicamente.

14 Foto 4. Messa in opera meccanica di un film pacciamante solarizzazione, recente tecnica di disinfestazione del terreno, idonea per i Paesi a clima caldo. Si realizza nel corso della stagione estiva mediante copertura del terreno, saturo di acqua, con film plastici trasparenti. Questo tipo di copertura, utilizzando l energia solare, consente di incrementare in maniera considerevole il regime termico negli strati superficiali del suolo, provocando, conseguentemente, la distruzione dei microrganismi patogeni e la devitalizzazione dei semi delle erbe infestanti. Al termine del trattamento termico, di circa 60 giorni, il terreno manifesta una condizione ottimale per l avvio di un nuovo ciclo produttivo. Foto 5. Solarizzazione in pieno campo coperture temporanee di specie arboree. La coltivazione in ambiente protetto delle specie arboree risale al XVI secolo

15 Nei paesi del Mediterraneo, la copertura temporanea di alcune specie da frutto (vite, kiwi, pesco ed albicocco) con film plastico viene praticata soprattutto per: - proteggere le produzioni dall eccessiva esposizione ai raggi solari; - attenuare gli effetti meccanici del vento; - difendere le produzioni dalla brina, dal gelo e dalla gradine; - modificare il microclima al di sotto della struttura e generare, conseguentemente l anticipo o il ritardo della produzione, permettendo la vendita dei prodotti a prezzi più remunerativi; - allontanare gli insetti, per l effetto abbagliante che hanno su di essi. Negli ultimi anni la copertura degli alberi da frutto, vite soprattutto, viene realizzata anche con reti plastiche; esse hanno una struttura atipica rispetto alle normali reti utilizzate nel campo agricolo in quanto i fili di tessitura (trama e ordito) sono piatti e non a sezione tondeggiante. Questa tipologia di rete, pertanto, assume la sembianza di un film plastico. Foto 7. Tendoni per uva da tavola coperti con film plastico Foto 8. Rete impiegata per coprire tendoni

16 Il complesso processo di montaggio e rimozione annuale delle rete, associato ai fattori climatici quali radiazione solare, vento ecc., compromettono la struttura e la resistenza di questo materiale che perde la sua utilità già al raggiungimento del 5-6 anno di applicazione. protezione delle colture da intemperie atmosferiche, uccelli e insetti portatori di virus. Reti ombreggianti sono utilizzate anche nelle aziende zootecniche Foto 9. Rete antigrandine irrigazione e drenaggio, i tubi in materiale plastico permettono la realizzazione di reti irrigue e drenanti garantendo un ottimale gestione dell acqua. Molto diffuso nelle colture ortive e/o pacciamate è l impiego delle manichette forate, tubazioni realizzate in PE morbido e nero. altre applicazioni - film per la conservazione del foraggio; - film di imballaggio per il trasporto e la conservazione dei prodotti agricoli; - contenitori, di svariate forme e dimensioni, contenenti prodotti fitoiatrici (concimi, diserbanti chimici, insetticidi, ecc.); - casse, cassette, vasi, bancali, spaghi, ecc..

17 Foto 10: Diverse applicazioni dei materiali plastici I RIFIUTI PLASTICI AGRICOLI Il diffuso impiego delle materie plastiche in molteplici applicazioni agricole causa, al contempo, un elevato e sempre in crescita volume di rifiuti plastici. In tabella si riportano i dati nazionali, suddivisi per regioni, dei quantitativi di film impiegati in agricoltura (per le principali modalità di applicazione) ed il quantitativo totale di rifiuti generati in un anno.

18 REGIONI ITALIANE Serre (LDPE/EVA) Piccoli e medi tunnel (LDPE/ EVA) Coperture vigneti (LDPE/EV A) Pacciamatura (LDPE) Consumo Totale Totale film post-consumo t/anno Piemonte Trentino Lombardia Friuli Veneto Liguria Emilia- Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE (t) Al quantitativo annuo di rifiuto generato dai film vanno aggiunte circa tonnellate di rifiuto dovuti a: - imballaggi per il trasporto e la conservazione dei prodotti agricoli ( t); - contenitori fitofarmaci (2.500 t); - sacchi e contenitori di fertilizzanti ( t); - vasi, spago, ecc.; - reti irrigue considerato che annualmente per l irrigazione vengono impiegate t di tubi in PE (per lo più manichette) e t di tubi in PVC. Purtroppo, il flusso di rifiuti plastici spesso non procede verso un razionale processo di trattamento. In molti casi, infatti, l irresponsabilità ed il comportamento per niente rispettoso degli

19 interessi della collettività, dell ambiente e della legge porta alcuni agricoltori ad abbandonare illegalmente ai margini dei terreni coltivati o in discariche abusive, ovvero a bruciare in maniera incontrollata i film dimessi (Foto 11), determinando un diffuso stato di degrado ambientale con gravi conseguenze ambientali che economiche. In particolare, l abbandono dei rifiuti plastici lungo i corsi d'acqua, nei canali di bonifica o negli alvei fluviali determina, oltre al degrado ambientale, un pericolo tangibile ostacolando il naturale deflusso delle acque, con conseguenti esondazioni, alluvioni, ecc. Dal punto di vista economico, il mancato recupero delle materie plastiche post-consumo si traduce in una perdita di materiale o di energia. a) b) c) Foto 10 Rifiuti plastici abbandonati: a) film copertura serre; b) film pacciamatura; c) manichette

20 Foto 11 Rifiuti plastici bruciati in modo incontrollato I RIFIUTI PLASTICI AGRICOLI: UNA RISORSA DA SFRUTTARE - La gestione non corretta dei rifiuti plastici agricoli produce effetti negativi, in termini di potenzialità inquinanti su acqua, suolo, aria, nonché, più in generale, di impatto ambientale sul paesaggio e sulla globalità dell'agroecosistema, con grave pregiudizio per la sostenibilità ambientale dell'attività agricola. Per tale motivo tra gli ambientalisti ed i paesaggisti sono in molti a ritenere che lo scopo da perseguire sia considerare e trasformare i rifiuti in risorse, una materia prima secondaria. Attualmente, la strategia seguita dalla Unione Europea (Direttive 91/156/CE, 91/689/CE, 94/62/CE), nel D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (decreto Ronchi) e sue modifiche, e nel D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 è basata su una gerarchia così strutturata: RIDUZIONE della quantità di rifiuti prodotti, attraverso l uso di diversi criteri e modalità di progettazione dei prodotti e dei processi di produzione, affiancata ad un educazione al consumo razionale; RIUTILIZZO dei prodotti e dei componenti che, per quanto scartati come rifiuti, non hanno ancora terminato la propria vita utile; il riutilizzo comporta che l oggetto continua ad essere impiegato per scopi analoghi a quelli originari (ad esempio: una bottiglia resta tale, anche se declassata da contenitore per alimenti a contenitore per liquidi non alimentari);

21 RICICLAGGIO delle frazioni di materiale ancora impiegabili come input di processi produttivi; il riciclaggio consiste quindi in un processo di trasformazione del materiale recuperato dai rifiuti; RECUPERO di energia per la frazione che ancora rimane a valle degli interventi di riutilizzo e riciclaggio. Infine, ciò che non trova collocazione in nessuna delle quattro possibili vie di trattamento sopra elencate dovrà essere destinato allo smaltimento finale in discarica controllata (si pensi agli scarti non utilizzabili derivanti dai processi di riciclaggio, alle scorie dei processi di recupero energetico, ecc.). SISTEMI DI SMALTIMENTO Il riciclaggio materiale è distinguibile in riciclo meccanico e riciclo chimico mentre il recupero energetico può avvenire attraverso la combustione diretta dei rifiuti o tramite il Package Derived Fuel (PDF), nel caso dei Rifiuti Solidi Urbani.

22 PROSPETTIVE FUTURE RACCOMANDAZIONI FINALI La ricerca, in virtù anche delle disposizioni legislative, deve necessariamente percorrere la via del miglioramento dei processo di recupero occupandosi sia della riduzione dei rifiuti all'origine sia delle tecniche di trattamento dei rifiuti, ottimizzando le tecniche attuali (separazione, lavaggio, raccolta, ecc.) anche attraverso l'introduzione di nuovi processi. Campagne di sensibilizzazione ed informazione, inoltre, dovrebbero essere promosse nei confronti di tutti coloro che utilizzano materiale plastico agricolo, dal produttore, all agricoltore, dal raccoglitore/trasportatore al recuperatore, nonché al comune consumatore di materiale plastico affinché prendano coscienza del fatto che i rifiuti plastici agricoli non devono essere considerati tali, ma una risorsa. Pertanto, campagne di sensibilizzazione ed informazione dovranno essere proposte soprattutto a: PRODUTTORI: per ridurre i rifiuti all'origine sopprimendo imballaggi non convenienti; allungando la vita dei prodotti; utilizzando ricariche (nel caso di alcuni prodotti fitosanitari); favorendo prodotti monomateria (costituiti dalla medesima materia); impiegando (quando e dove possibile) materiale biodegradabile AGRICOLTORI: per raccogliere e gestire in maniera ottimale i rifiuti plastici agricoli separando i diversi materiali prima dello stoccaggio temporaneo; raccogliendo ed avviandoli alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo proprie modalità di scelta tra - la cadenza almeno trimestrale (indipendentemente dalle quantità in deposito) e comunque non superiore ad un anno; - quando il quantitativo di rifiuti non pericolosi in deposito raggiunga i 20 metri cubi; tramite servizio pubblico se sussiste una specifica convenzione; conferendoli a ditte autorizzate allo smaltimento e al recupero (Consorzio PolieCo); assicurarsi che prima del trasporto venga compilato il formulario di identificazione dal quale devono risultare almeno i seguenti dati:

23 a) nome ed indirizzo del produttore e del detentore; b) origine, tipologia e quantità del rifiuto; c) impianto di destinazione; d) data e percorso dell'istradamento; e) nome ed indirizzo del destinatario. Particolare attenzione, infine, dovrà essere posta necessariamente dai legislatori al fine di: controllare il rispetto delle norme vigenti (es. obbligo del recupero); incentivare l impiego di prodotti riciclati; porre valori soglia per definire la qualità del prodotto riciclato; porre dei limiti massimi ai prezzi dei prodotti riciclati che risultino inferiori a quelli dei prodotti vergini. PolieCo Al fine di ridurre il flusso dei rifiuti di polietilene destinati allo smaltimento, l Art. 48 del Dlgs 22/97 (Decreto Ronchi) ha istituito il PolieCo, il Consorzio per il riciclaggio dei beni in polietilene. Scopo di Polieco è quello di definire la gestione dei rifiuti di beni in polietilene, con particolare riguardo a quelli di provenienza agricola, (non competono al Consorzio gli imballaggi, i beni durevoli, i rifiuti sanitari, i rifiuti costituiti da veicoli a motore e i rimorchi). Polieco è un consorzio obbligatorio, non ha scopi di lucro ed è retto dallo statuto approvato dal Ministero dell Ambiente di concerto con il Ministero dell Industria del Commercio e dell Artigianato con decreto del 15 Luglio 1998, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 Agosto Il Consorzio si propone come obiettivo primario di favorire il ritiro dei beni a base di polietilene al termine del ciclo di utilità per avviarli ad attività di riciclaggio e di recupero. A tal fine il Consorzio: - promuove la gestione del flusso dei beni a base di polietilene;

24 - assicura la raccolta, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei rifiuti di beni in polietilene; - promuove la valorizzazione delle frazioni di polietilene non riutilizzabili; - promuove l informazione degli utenti, intesa a ridurre il consumo dei materiali ed a favorire forme corrette di raccolta e di smaltimento; - assicura l eliminazione dei rifiuti di beni in polietilene nel caso in cui non sia possibile o economicamente conveniente il riciclaggio, nel rispetto delle disposizioni contro l inquinamento. Polieco è un consorzio cui sono obbligati ad aderire tutti i soggetti coinvolti nella produzione della materia prima polietilene e dei prodotti in polietilene e quelli coinvolti nella gestione dei rifiuti che da tali beni derivano. Poiché uno degli scopi del Consorzio è quello di controllare interamente i flussi del materiale presente nel territorio nazionale, sono obbligati ad aderire a Polieco anche gli importatori, sia di materia prima che di prodotti. La loro attività, infatti, comporta l immissione nel territorio nazionale di una rilevante quantità di polietilene destinata a trasformarsi in rifiuto e ad essere gestita con responsabilità e oneri del tutto analoghi a quelli attinenti quanto prodotto in Italia. L adesione al Consorzio comporta un versamento una tantum a titolo di concorso alla costituzione del fondo consortile. Inoltre tutti i consorziati sono tenuti a versare un contributo annuo, deliberato dall Assemblea, per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti in polietilene.

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